Calypsos è un album di Francesco De Gregori pubblicato nel 2006.
Il disco
La cosa che colpì molto pubblico e critica fu la tempistica stessa dell'album, uscito nei negozi nel febbraio 2006, a neanche un anno dal precedente Pezzi (marzo 2005), tempi strettissimi per gli standard di De Gregori stesso, che altrimenti tendeva a dilatare molto le uscite dei propri lavori di studio (prodigandosi più spesso in dischi dal vivo o antologici). Forse anche per questo motivo, in copertina è riportato il sottotitolo "9 canzoni nuove"; quasi una strizzata d'occhio, con annesso gioco di parole. Il titolo del cd prende il nome dalla dea Calipso, la ninfa del mare che, per amore, trattenne Ulisse nell'isola di Ogigia per sette anni. Un nome dal profumo esotico e misterioso, quello della ninfa, che ricorda le sonorità raccolte, acustiche e tenere delle nuove canzoni. Il disco, registrato tra novembre e dicembre del 2005, è stato prodotto, come i precedenti album, dal bassista Guido Guglielminetti. Oltre che in CD, e uscito anche in formato 33 giri. L'album ha raggiunto la prima posizione in classifica in Italia.
Tracce
Cardiologia - 4:06 La linea della vita - 4:57 La casa - 3:35 L'angelo - 3:38 In onda - 5:24 Mayday - 4:54 Per le strade di Roma - 5:44 L'amore comunque - 4:15 Tre stelle - 3:13
da: Wikipedia foto: ondarock.it
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Cardiologia
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La linea della vita E' tutta una vita che passo da qua, e ancora rischio di perdermi, magari è questione di troppa sensibilità, non sono soltanto motivi tecnici... E tu dici una bussola, dovevi almeno portarla con te, una bussola, potevi almeno spiegarmelo come si usa una bussola, scusa Ci sono amori che non si ricordano e baci che non si dimenticano, persone che passano e non si salutano e sputano, e cani bianchi che a volte ritornano... E tu dici la vita, dovevi almeno capire perché, la vita, il tempo che cambia col vento che arriva quest anima stanca che pure respira quest angolo piatto che gira, quest anima dolce e cattiva, che dice "guardami..." dice "perché non parli...?" dice "sbrigati prima che sia troppo tardi... e guardami... perché non parli? Fermati prima che sia troppo tardi...." Saranno trent'anni che passo da qua, e adesso fai finta di non riconoscermi. Ma guarda la gente che salti mortali che fa E quanti nani sui trampoli, e tu dici: "Perdonami... ma non credevo che fossi tu, perdonami..." Va bene perdonami, però perdonami cosa? E tu dici "La vita", la vita.... Questa scatola vuota quest anima nuda, questa retta finita, quest acqua che corre veloce in salita, quest anima forte e ferita, che dice: "guardami..." dice "perché non parli...?" dice "fermati prima che sia troppo tardi... e guardami... perché non parli? E sbrigati prima che sia troppo tardi, ...perché non parli...?" dice "fermati prima che sia troppo tardi...e guardami... perché non parli? Sbrigati prima che sia troppo tardi...e guardami...perché non parli...? e fermati prima che sia troppo tardi...."
Vado in onda Silenziosamente La mia mente sogna E sono fermo ai bordi della strada E stranamente io Non ho vergogna Sto aspettando e sto chiamando Che qualcuno mi risponda Sono a casa La mia porta è aperta E la mia luce è accesa Come un ladro nella notte puoi venire Io non ho difesa Mentre dormo mentre sogno puoi colpire Di sorpresa Soffia il vento Sulla punta del molo con un piede batto il tempo Spreco il tempo Sta piovendo La tempesta sul mio viso sta passando Si sta sciogliendo E sono in onda Chiudo gli occhi e ti vedo forte e chiaro E sono in onda Il mio nemico è in piedi ed io lo vedo ride Fermo sulla sponda Ed io lo guardo e gli sorrido Mentre la mia nave affonda Soffia il vento Sulla punta del molo con un piede batto il tempo Passo il tempo.
C'è adrenalina nell'aria Carne fresca che gira Polvere sulla strada E gente che se la tira E a tocchi a tocchi una campana suona Per i gabbiani che calano sulla Magliana E spunta il sole sui terrazzi della Tiburtina E tutto si arroventa e tutto fuma Per le strade di Roma Ci sono facce nuove E lingue da imparare Vino da bere subito E pane da non buttare E musica che arriva da chissà dove E donne da guardare Posti dove nascondersi e case da occupare Che sono arrivati i Turchi all'Argentina E c'è chi arriva presto e chi è arrivato prima Per le strade di Roma E c'è un tempo per vendere E un tempo per amare E c'è uno stile di vita E un certo modo di non sembrare Quando la notte scende E il buio diventa brina E uomini ed animali cambiano zona Lucciole sulla Salaria e zoccole in via Frattina E tutto si consuma e tutto si combina Per le strade di Roma E a tocchi a tocchi una campana suona Per i ragazzi che escono dalla scuola E sognano di fare il politico o l'attore E guardano il presente senza stupore Ed il futuro intanto passa e non perdona E gira come un ladro Per le strade di Roma
Per brevità chiamato artista è un album di Francesco De Gregori, pubblicato il 23 maggio 2008.
Il disco
Il titolo dell'album cita un verso del brano inedito del cantautore risalente al 1974, De Gregori era morto, mai inciso su un album ufficiale ma ben noto ai suoi fans. Il disco è stato registrato nei primi mesi del 2008. Alcune canzoni (ad esempio la title track e Finestre rotte) vengono presentate dal vivo nel tour precedente l'uscita dell'album ed è lo stesso cantautore a spiegare durante i concerti il titolo, che nasce dalla formula con cui, nei contratti discografici, è definito il cantante. Tutte le canzoni sono state scritte da De Gregori, tranne L'angelo di Lyon, cover di The Angel of Lyon del cantautore americano Tom Russell (da lui scritto insieme a Steve Young e sempre da lui inciso nel 1992 nel suo album Switchblades of love), tradotta in maniera fedele all'originale dal fratello Luigi Grechi, che nel 1999 l'aveva a sua volta incisa nell'album Così va la vita: per la seconda volta, dopo Il bandito e il campione, De Gregori incide una canzone firmata dal fratello. Tutti i brani sono editi dalle Edizioni musicali Serraglio, tranne L'angelo di Lyon. Il disco è stato registrato e mixato nei Forward Studios di Grottaferrata da Gianmario Lussana; la copertina è opera di Alessandro Arianti Il primo singolo estratto (ma diffuso solo in forma promozionale per le radio agli inizi di maggio) è Per brevità chiamato artista, un valzer lento che presenta, nel testo e nell'arrangiamento, chiari riferimenti al cantautore canadese Leonard Cohen, in particolare alla canzone The Window, inclusa nell'album Recent Songs (1979); in generale le sonorità delle altre canzoni risentono dello stesso stile, tranne Finestre rotte, un rock blues ritmato. Il 16 maggio viene pubblicato il secondo singolo, Celebrazione. I musicisti che lo accompagnano sono gli stessi dell'album precedente in studio, Calypsos. L'album è stato pubblicato anche in vinile.
Tracce
Per brevità chiamato artista Finestre rotte Celebrazione Volavola Ogni giorno di pioggia che Dio manda in terra L'angelo di Lyon Carne umana per colazione L'imperfetto L'infinito
da Wikipedia foto: antiwarsongs.org
Video Per brevità chiamato artista
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Finestre rotte C'è sangue sulla luna e il sole sta per tramontare C'è sangue sulla luna e il sole sta per tramontare Due uomini seduti sotto a un ponte non la smettono di aspettare.. C'è gente senza cuore in giro per la città C'è gente senza cuore in giro per la città Di notte bruciano persone e cose Solo per vedere che effetto fa Prendimi la giacca ed il coltello Prendimi la giacca portami il coltello E vivi da lupo e vestiti come un agnello E i vetri alle finestre sono rotti e il tetto è da buttare E i vetri alle finestre sono rotti e il tetto è da buttare La pioggia sta salendo lentamente per la tromba delle scale C'è gente senza cuore in giro per la città C'è gente senza cuore in giro per la città Alcuni fanno i soldi con i soldi Alcuni chiedono la carità C'è sangue sulla luna e il sole sta per tramontare C'è sangue sulla luna e il sole sta per tramontare Due uomini seduti sotto a un ponte non la smettono di aspettare E' tutto a posto non c'è niente che non va E' tutto a posto non c'è niente che non va Tornatevene tutti a casa vostra che nessuno se ne pentirà Stammi a sentire bene quando devo parlare Stammi a sentire bene quando devo parlare Pulisciti le orecchie e togliti l' auricolare Perchè ti dico C'è gente senza cuore in giro per la città C'è gente senza cuore in giro per la città Alcuni pensano liberamente alcuni pensano in cattività I figli sono uguali ai padri e non c'è niente da fare I figli sono uguali ai padri e non c'è niente da fare Ed io vorrei cambiare la mia faccia Ma non so da dove cominciare Ci sono tre scalini sulla porta della galera Ci sono tre scalini sulla porta della galera E un diavolo che grida e un angelo che si dispera E c'è gente senza cuore in giro per la città C'è gente senza cuore in giro per la città Alcuni fanno i soldi con i soldi Alcuni chiedono la carità I vetri alle finestre sono rotti e il tetto è da buttare I vetri alle finestre sono rotti e il tetto è da buttare Se non lo fanno subito fra un poco Non ci sarà più niente da aggiustare
Vola il pavone e vola il cardellino Vola il pavone e vola il cardellino Se vai cercando un sassolino d'oro Vedi che nel mio cuore ce n'è uno che se lo trovi non ti pare vero Se vai cercando d'oro un sassolino Vola il pavone e vola il cardellino E vola vola vola vola vola Solo per un'ora per un'ora sola E vola come le parole e le sciocchezze E vola come i baci e le carezze e vola come i baci e le carezze Se risalisse il fiume alla foresta Se risalisse il fiume alla foresta Se ritornasse l'acqua alla montagna Se rivenisse l'ora della festa Sarebbe ancora grano la farina Se ritornasse l'acqua alla montagna Se si tenesse il mare in una cesta E vola vola vola vola vola vola vola solo per un'ora per un'ora sola e vola come le parole e le sciocchezze e vola come i baci e le carezze e vola come i baci e le carezze..
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Ogni giorno di pioggia che Dio manda in terra Ogni giorno c'è un pezzo di strada da macinare Ogni giorno di pioggia che Dio manda in terra E una lacrima che sa di pioggia e che sa di sale Ogni giorno di pioggia che Dio manda in terra Ti aspetterò così come si dice che si deve fare In ogni giorno di pioggia che Dio manda in terra E non sarò mai troppo stanco di stare a aspettare Un altro giorno di pioggia che Dio manda in terra E non c'è niente di stabilito tutto può cambiare Ogni giorno di pioggia che Dio manda in terra E non esiste un cavallo sicuro su cui puntare Ogni giorno di pioggia che Dio manda in terra Ogni giorno metto in tavola qualcosa da mangiare Ogni giorno di pioggia che Dio manda in terra E certe volte non trovo parole per ringraziare Per ogni giorno di pioggia che Dio manda in terra E ognuno cerca di fermare il tempo e il tempo non si sa fermare Ogni giorno di pioggia che Dio manda in terra Ognuno cerca di passare il tempo e il tempo si vede passare In ogni giorno di pioggia che Dio manda in terra A volte mi sento come un prigioniero da liberare Ogni giorno di pioggia che Dio manda in terra Ma non ci sono sbarre e non c'è modo di scappare In ogni giorno di pioggia che Dio manda in terra Ogni giorno c'è un pezzo di strada da ritrovare Ogni giorno di pioggia che Dio manda in terra E una lacrima da benedire e da conservare Per tutti i giorni di pioggia che Dio manda in terra
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L'angelo di Lyon Fu la visione di Anna Maria con il rosario tra le dita Ad incantare lo stregone e a fargli cambiar vita Lasciò la scena in un vestito grigio, lasciò un messaggio con un sorriso Diceva: "Parto per Lione, e cerco un angelo del Paradiso" Salì sul treno che portava a Bruxelles, ordinò cognac e croissants Fece l'elenco dei suoi beni futili nella carrozza restaurant Pensò alle ville e alle piscine, e ai pezzi rari da collezione E fece un voto come San Francesco per il suo angelo di Lione E cantò Ave Maria, almeno i versi che ricordava Mentre guardava dal finestrino l'ombra del treno che lo portava e ad occhi chiusi sognò quei due fiumi, il Rodano e la Saône Simbolo eterno delle due anime maschio e femmina di Lyon Restò a aspettare sul vecchio ponte, pensò all'incontro di un anno fa Ma i giorni vanno e diventano mesi, quattro stagioni son passate già Ora il suo abito è tutto stracciato, somiglia proprio ad un barbone Gira le strade e cerca ad ogni passo il suo angelo di Lione Stanotte nella cattedrale mille candele stanno bruciando Le tiene accese suor Eva Maria a mano a mano che si van consumando E dentro ai vicoli come in sogno trascina il passo lo straccione Il vecchio scemo fuori di testa per il suo angelo di Lione E cantò l'Ave Maria, almeno i versi che ricordava Mentre fissava sui vecchi muri la propria ombra che lo seguiva E attraversò quei due sacri fiumi, il Rodano e la Saône E l'acqua scura come il mistero di quell'angelo di Lyon....
Ehi, probabilmente non si deve fare però lo stanno facendo già correttamente e politicamente e poi magari diventerà qualcosa che divertirà la gente un nuovo tipo di televisione una vacanza intelligente o un campionato di liposuzione Ehi, c'è una nuova specialità carne umana per colazione Ehi, non ti devi preoccupare prendi la cosa con tranquillità è garantito che non fa male non è nemmeno una novità è acqua che si fa pesante la fotocopia di un'esplosione calce viva in un ristorante o fumo in una stazione Ehi, non senti stanno cucinando già carne umana per colazione C'è una luce in mezzo al cielo proprio dove stai guardando tu c'era una volta un mondo intero e adesso non esiste più però esisteva veramente ed è finito non si sa come non ne è rimasto quasi niente a parte l'eco di una radiazione Ehi, da qui all'eternità carne umana per colazione Ehi, c'è qualcosa sul giornale stanno facendogli pubblicità non te la devi lasciar scappare è una scheggia di modernità è un ero dell'altra guerra chiuso dentro una prigione sarà impiccato domattina p sarà libero su cauzione Ehi, qualcuno ha scommesso già carne umana per colazione.
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L'imperfetto
Era, pioveva C'era qualcosa che non si vedeva Respirava qualcosa respirava Nella stanza della sposa si nascondeva Eppure si muoveva Ancora, dimmelo ancora Che tutto ritornava così com'era Come bruciava e si disperdeva E come tornava Ogni volta che partiva Piangeva E si stancava Come sabbia nel tempo si trasformava E però esisteva E si incarnava E a volte ero sicuro che nasceva E che ricominciava Che saliva E scendeva Chiamava e si rispondeva Meravigliava E produceva Ed espelleva suoni Suoni che rubava Era pioveva Ma così piano che nessuno se la prendeva Così per poco Che poco ci mancava Mentre guardava un telefono che suonava e che non la smetteva Non parlava però sapeva tutto quello che gli bastava quello che credeva quello che non vedeva così preciso ed imperfetto che nessuno lo incastrava se non voleva ringraziava con un inchino da domatore le salutava e poi chiedeva e chiedeva o prendeva e come un messicano si allontanava
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L'infinito Lascia che cada il foglio Dove sta scritto il nome Non ci si può bagnare per due volte nello stesso fiume E' un riflesso sull'acqua Una bolla di sapone E alla fine del libro non c'è spiegazione Ho viaggiato fino in fondo nella notte E stava nevicando E ho visto un grande albergo con le luci spente E ho avuto un po' paura Ma nemmeno tanto La strada andava avanti Ed io slittavo dolcemente Lascia che cada il foglio Dove sta scritto il nome E metti un palio al mio dolore E non guardare il tempo Il tempo non ha senso Domani sarà tempo Di cose nuove Ho viaggiato fino in fondo nella notte Senza guardarci dentro Senza sapere dove stavo andando E alle mie spalle il giorno Si stava consumando Ed ho provato un poco di tristezza Ma nemmeno tanto...
Sulla strada è il ventesimo disco del cantautore italiano Francesco De Gregori, pubblicato il 20 novembre 2012.
Il disco
L'album è stato pubblicato in due versioni, vinile e cd. La copertina è stata scattata con un cellulare durante l'ultimo tour. Il titolo viene ripreso dall'omonimo romanzo di Jack Kerouac, Sulla strada, che il cantante romano afferma di avere letto solo negli ultimi tempi. Dal disco sono stati estratti i singoli Sulla strada, Guarda che non sono io, Showtime, Ragazza del '95 (quest'ultima con un arrangiamento diverso da quello presente nel disco e senza la voce di Malika Ayane) e Falso movimento (11 ottobre 2013) Al disco collaborano, tra gli altri, Nicola Piovani che ha scritto gli archi e diretto l'orchestra in Passo d'uomo e Guarda che non sono io e Malika Ayane che canta con il cantautore in Ragazza del '95 e Omero al Cantagiro. Tutte le canzoni sono scritte da Francesco De Gregori. Il disco a marzo 2013 viene certificato disco d'oro per le oltre 30.000 copie vendute. Da maggio 2013 è disponibile una edizione speciale del disco. Infatti il 28 maggio 2013 esce il cofanetto di Sulla Strada - Limited Edition in sole 5000 copie, comprendenti l'album Sulla Strada con l'aggiunta di due bonus tracks di due versioni alternative di Showtime e Guarda che non sono io (la prima nella sua prima versione e la seconda con una scrittura d'archi diversa da quella di Piovani), Sulla Strada - Foto Edition, un book fotografico di scatti fatti dal tastierista Alessandro Arianti e un dvd contenente video dal backstage del nuovo tour, brani live e making of del disco. Di Ragazza del '95 è stato fatto anche un video ufficiale, presente su YouTube anche se la canzone è in una versione diversa da quella presente nel disco. La canzone è una riflessione sui giovani d'oggi, un inno (apparentemente) scanzonato su una generazione sull'orlo di una crisi di nervi. Nella canzone si parla di una ragazza classe 1995 che intraprende un viaggio su un volo low cost e una destinazione incerta verso cui prendere il volo, consapevole che la strada non sarà mai in discesa che parte così alla ricerca di qualcosa in cui sperare; il "Ministero della Speranza" di cui si parla nel testo ne è l'esempio. Nonostante questo il cantante romano dice allo stesso tempo che il futuro rimane sempre un dovere, per tutti.
« Non amo quando i giovani vengono definiti come una categoria, perché non lo sono. Però dico una cosa: ci vuole l'ottimismo della volontà e i ragazzi che reclamano dei diritti oggi devono sapere che hanno anche dei doveri verso il futuro, loro e di questo Paese. »
(Francesco De Gregori, la Repubblica, 29 maggio 2013)
E ancora:
« Sì, se dovessi esprimere la mia idea di futuro sceglierei questa apparizione: lei all’aeroporto, svagata e molto contemporanea. Posso ammirarla per la sua bellezza, la capirei poco ma le farei tanti auguri... »
(Francesco De Gregori, 2013)
Falso Movimento è l’amore secondo De Gregori, un po’ screanzato e un po’ controcorrente, un po’ sfacciato e improvviso, ma tanto impacciato e delicato. Il 4 dicembre 2013 sul sito internet di la Repubblica compare un'anteprima del video di Falso Movimento, realizzato - o, come dice De Gregori, "cucinato" - in famiglia: idea, regia e montaggio sono di Alessandro Arianti, pianista della band del cantautore; i protagonisti, oltre a De Gregori, sono la cantante e violinista Elena Cirillo e il trombettista Giancarlo Romani. Il video è stato interamente girato a Pontresina dove De Gregori, il 12 ottobre 2013, ha concluso il suo tour estivo. Tale video è stato pubblicato su YouTube in occasione del lancio del nuovo store ufficiale online il 5 dicembre e visibile perciò visitando il nuovo sito.
Tracce
LATO A
Sulla strada (4:26) Passo d'uomo (4:47) Belle époque (4:16) Omero al Cantagiro (5:18)
LATO B
Showtime (3:38) La guerra (5:18) Guarda che non sono io (4:37) Ragazza del '95 (4:47) Falso movimento (4:01)
Povero cuore con la mano sul cuore, giuro, che mai non ti vedrò accompagnare il male e voltare la testa e piegare la schiena abbassare la testa e abbandonare la scena. Povero cuore come un povero scemo apro la finestra e sono qui che fumo e vivo la mia vita a passo d'uomo altro passo non conosco soltanto questo passo d'uomo. Qualcuno sta aspettando all'uscita della chiesa benedici il suo cappello vuoto la sua lunga attesa è una vita che si affanna e cerca e ruba illumina il suo tempo insegnagli la strada Sono solo un operaio lungo la massicciata il mio pane sa di polvere la mia acqua è salata e lavoro per la ruggine e respiro il carbone costruisco per niente e non ne vedo la fine. Sono qui che guardo fuori senza troppo pensare vedo cadere la cenere vedo il fumo che sale e non c'è niente da nascondere niente da svelare niente da tenere stretto non c'è niente da lasciare. Povero cuore come uno straniero giro la mia terra abbandonata abbandonato e solo e vado per la vita a passo d'uomo altra misura non conosco altra parola non sono.
Francesco De Gregori: "La musica è un lavoro e il suo mondo va tutelato" Il cantautore romano, ospite al Medimex di Bari, parla a tutto campo, dalle difficoltà dell'industria musicale alla sua carriera
di MASSIMO LONGONI
"La musica è lavoro". Francesco De Gregori fa suo lo slogan che accoglie i visitatori del Medimex, la fiera dell'innovazione musicale in corso a Bari. Il cantautore romano è stato ospite, premiato dall'Academy Medimex e poi protagonista di un incontro con il pubblico. "Che chi fa musica non lavori - ha detto De Gregori - è una vecchia barzelletta che non voglio più sentire. La musica va tutelata e con essa tutto il mondo che le gira intorno".
Completo nero e cappellino, il "Principe" si è prestato a una lunga intervista condotta da Ernesto Assante (con Gino Castaldo direttore artistico della manifestazione), di fronte a una grande sala gremita di fan, curiosi e addetti ai lavori. Un excursus a tutto campo, dalla sua carriera, al rapporto con il pubblico fino ad affrontare uno dei temi caldi di questa terza edizione del Medimex, ovvero lo stato di salute dell'industria musicale.
De Gregori ha voluto porre l'accento sull'intero universo musica, a partire dai pregiudizi che bisogna spazzare via. "Spesso fare il cantante non viene considerato un lavoro - ha detto -, i commenti che senti sono del tipo 'sempre meglio che lavorare'. A parte che non è così, e non vorrei più sentire di queste cose, ci si dimentica sempre che oltre ai cantanti c'è chi fa promozione, chi stampa i dischi, chi monta i palchi, chi si occupa delle luci... ci sono moltissime persone che lavorano in questo settore, ed è indispensabile rispettarle e tutelarle. Quando la musica va in crisi non patiscono solo i cantanti che vendono meno dischi, ma soffrono tutti quelli che lavorano intorno a loro".
Un incontro rilassato e dai toni intimi, dove De Gregori ha parlato di tutto, dagli artisti che lo hanno più influenzato ("L'ammirazione sconfinata per De André mi ha convinto a provare a fare questo mestiere. E poi Bob Dylan"), all'abitudine spesso criticata di stravolgere in concerto i suoi pezzi più famosi ("Oggi sono un uomo completamente diverso rispetto a quando li ho scritti, è diverso il contesto e sono cambiati i musicisti che suonano con me. Rifare esattamente gli arrangiamenti dei dischi sarebbe fasullo. Sono ben felice se i fan in platea cantano le canzoni nella versione originale, basta che non si chieda a me di farlo").
E poi una parentesi ampia per sfatare un falso mito, quello del De Gregori lupo solitario. Pochi come lui in Italia hanno collaborato attivamente, tanto in fase di composizione quanto di produzione, con colleghi. Da Ivano Fossati ("Credevo fosse il produttore giusto per dare al mio disco il suono che avevo in mente") a Fabrizio De André ("In quel caso mi sono sentito unto dal signore. Era il mio idolo"). Con una menzione d'onore per Lucio Dalla, al cui nome parte un applauso spontaneo dalla platea. "Sono molto contento di questo applauso - dice De Gregori -, Lucio si sarebbe molto divertito in questo contesto. Con lui c'è stato un feeling speciale, in studio e in concerto, tanto che abbiamo ripetuto quell'esperienza a trent'anni di distanza dalla prima".
Ritratto del cantautore nel libro intitolato 'Guarda che non sono io'
Si intitola Francesco De Gregori 'Guarda che non sono io' il volume, a cura di Silvia Viglietti e Alessandro Arianti, che racchiude il racconto fotografico del popolare cantautore.
Il libro, che anticipa la pubblicazione di un nuovo album, racconta – attraverso una selezione di immagini e parole – la storia di Francesco De Gregori: i viaggi, i live, i backstage, gli incontri.
Dopo una galleria di foto inedite, un approfondimento sull'artista e i suoi dischi, più un'intervista esclusiva di Steve Della Casa e una di Gabriele Ferraris a Guido Guglielminetti, produttore di Francesco da quasi 25 anni.
Completa il libro una raccolta di appunti e manoscritti di nuove e vecchie canzoni.
'Guarda che non sono io' è un affascinante ritratto dell'artista e del suo modo di fare musica.
Per lui è una prima volta. "La maggior parte dei libri - spiega Francesco De Gregori - che sono stati scritti su di me, non molti per la verità, li ho visti solo quando erano già in libreria... In questo caso, invece, sono stato coinvolto fin dall’inizio e ho dato volentieri un mio contributo. Lasciandomi fotografare, tirando fuori molte vecchie foto e altri materiali d’epoca dal fondo dei cassetti, revisionando insieme agli autori del libro, un’impressionante quantità di interviste rilasciate nel corso degli anni".
Il volume, disponibilie dal 10 maggio in pre-order sul sito www.francescodegregori.net e dal 3 settembre in libreria, sarà annunciato sabato al Salone del Libro di Torino e presentato il 20 luglio al Collisioni Festival di Barolo.