ARTE cos'è?

come si può definire l'arte

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  1. gheagabry
     
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    La definizione di arte






    L'Estetica è nata come riflessione filosofica nel Settecento, sia pure nelle forme più strane qual era la filosofia del Settecento, cioè tra saggio e trattato, ma è nata essenzialmente come riflessione e non come sapere; anzi tutti i più grandi studiosi che si sono occupati di Estetica nel secolo XVIII non hanno mai fatto teoria dell'Arte, hanno cercato invece di comprendere che cos'era questo fenomeno, che allora sembrava antichissimo e che tuttavia in qualche modo nasceva allora e precisamente l'arte anzi, l'arte bella, si diceva.

    ***

    Anche la parola bellezza è una parola strana, polisemica: Platone nel dialogo dell'Ippia Maggiore parla di bellezza, discute su che cosa sia la bellezza riferendosi agli oggetti più diversi, riferendosi a un vaso, a una bella ragazza, a una bella poesia e così via; anche la parola arte ha un simile carattere polisemico. Arte originariamente significa semplicemente un sapere unito ad abilità, volto alla produzione di oggetti o di comportamenti o di eventi, quali che essi siano; ancora oggi noi usiamo la parola arte in questo senso che è però decisamente di frequenza più bassa rispetto al senso estetico moderno.

    Oggi se una persona dice arte tutti intendono arte in senso estetico moderno: questo è esattamente il contrario di ciò che invece accadeva cinquecento, seicento o settecento anni fa. Quindi allora intreccio di somiglianze e differenze: sembra una soluzione facile, sembra risolvere il problema se l'arte sia sempre esistita e dappertutto oppure invece cominci ad esistere soltanto ad un certo momento; sì, per un certo verso lo risolve ma crea un'altra difficoltà, una difficoltà forse ancora più forte, perché, in tanto si può parlare di un intreccio di somiglianze e differenze che precede la formazione della riflessione estetica e quindi del sistema delle belle arti, in quanto si costituisce precisamente questo senso delle belle arti, si coagulano queste attività che hanno queste somiglianze e differenze, si possono riconoscere quindi queste somiglianze e differenze; c'è in qualche modo un circolo, è un circolo inevitabile.

    Il secolo diciottesimo vive questo circolo con assoluta normalità, non coglie il problema che questo circolo pone, cioè il problema tra estetica e arte, tra opera d'arte ed arte in generale; lo vive pragmaticamente, lo vive sulla base di un accordo pragmatico per cui queste diverse attività vengono sentite come similari e come tali da poter essere accorpate, senza tuttavia che se ne dia una definizione; non esiste un serio estetico settecentesco che dia una definizione di belle arti. Perché non esiste? Perché le belle arti si distinguono dalle arti in generale o dalle arti meccaniche, questo anche presso gli enciclopedisti che pure sono responsabili di una rivalutazione della pratica rispetto alla teoria che è di grande momento, possono essere chiamati dei paleopragmatisti insomma, non viene prima la conoscenza viene prima l'avere a che fare con le cose, il produrre e poi la conoscenza, perfino gli enciclopedisti quando parlano delle belle arti dicono che le belle arti non sono definibili in modo esauriente attraverso le regole dell'arte e l'abilità richiesta per l'applicazione di queste regole; c'è qualche cosa di diverso che interviene in certe produzioni: questo qualcosa di diverso è una parola nel Settecento molto comune, e viene chiamata genio.

    Genio che cosa significa? Significa un certo talento, una certa originalità dell'operatore, che produce l'opera, sì certo, attraverso anche un certo sapere, una certa abilità, tutto questo è fuori discussione per chiunque, ma anche aggiungendoci qualche cosa che non può essere ridotto a regole; e così si costituisce la nozione di arte bella, di arti belle come qualche cosa precisamente di non definibile rigorosamente.

    Roma, DSE, 1 dicembre 1993

    da un'intervista ad Emilio Garroni
     
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  2. tappi
     
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    GRAZIE GABRY
     
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  4. gheagabry
     
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    Arte, arte, arte, una parola oggi sulla bocca di tutti e della quale spesso si abusa. Oggi è arte saldare fra loro rottami metallici ed è arte inchiodare un tubetto di dentifricio ad una tavoletta incorniciata. Permettetemi di dire che non la penso così.

    L’opera d’arte non può essere frutto di facili improvvisazioni, è risultato di una serie di attività considerate nel loro insieme, è una immagine che esprime uno stato d’animo, o crea una particolare atmosfera, o evoca delle sensazioni che in un modo o nell’altro dicono qualche cosa. Infatti, se analizziamo i movimenti artistici, l’Arte fu sempre l’espressione di un’epoca, di un gusto, di una condizione umana ben precisa, dove, l’artista, non era altro che un filtro attraverso il quale un’epoca veniva fermata e rappresentata su tela, su carta, nel marmo, in musica, alla ricerca continua di mezzi che esprimevano il più eloquentemente possibile la sua esperienza del mondo interiore e di quello esterno, in questo modo ampliandola e perpetuandola. Essa quindi, non esiste se l’animo di chi dovrebbe creare non raccogliesse i messaggi che a migliaia arrivano ai suoi sensi!

    "L’Attività artistica sta nel far rivivere in noi stessi una sensazione che sia sperimentata, e dopo averla fatta rivivere in noi stessi trasformare delle sensazioni in movimento, o in linee, o in colori, o in suoni, o in forme espresse in parole, così che gli altri possa provare quella stessa sensazione"LEV NIKOLAEVIC TOLSTOI (1828-1910)

    I nostri sensi ci mettono in contatto, diretto o indiretto, con il mondo esterno. Tra essi il più primitivo è senza dubbio il tatto, che funziona per mezzo di diverse terminazioni nervose, particolarmente numerose nella pelle delle dita.

    Attraverso questi “organi del tatto,” noi possiamo ricevere una serie di sensazioni, di piacere o di disgusto che non sono esclusivamente tattili.

    Esse sono in relazione con altre percezioni (visive, acustiche, olfattive), dove interagiscono, una serie di componenti:

    - componenti oggettive legate alle qualità proprie dell’oggetto;

    - componenti soggettive in rapporto con le emozioni intime, i desideri o le avversioni che il soggetto percepisce;

    - componenti culturali nate dalle abitudini e dall’ambiente sociale.

    L’uomo, quindi, vive in un universo a tre dimensioni; le forme che ha dato ai primi utensili, alle prime creazioni, non avevano solamente un carattere funzionale, ma ad esso si aggiungeva anche un valore affettivo, legato al piacere fisico e visivo dell’ oggetto, al suo potere evocativo, conferendogli successivamente una funzione estetica: l’oggetto utilitario poteva essere allo stesso tempo un oggetto estetico (la presa di coscienza estetica).

    Si può allora parlare di arte nel senso stretto da noi usato oggi, sia dal punto di vista dell’autore che da quello degli spettatori.


    Anche le percezioni visive, come quelle tattili, non sono mai isolate e indipendenti, ma esse sono in relazione con altre componenti quali la forma e il colore.

    Forma e Colore sono mezzi di comunicazione, entrambi ci permettono di ottenere l'informazione tramite l'identificazione degli oggetti e degli avvenimenti.
    La forma ci permette di distinguere una cosa dall'altra e il colore ci trasmette l’espressione.

    La forma è un mezzo di comunicazione a volte più efficace del colore; il colore ha un urto espressivo che difficilmente si ottiene con la forma.
    La forma offre una varietà immensa di figure chiaramente distinguibili l'una dall'altra, come ci viene dimostrato dai volti, dalle foglie e dalle impronte digitali.

    Ma per quel che riguarda l'espressione non c'è forma, anche la più pronunciata, che possa stare alla pari con l'efficacia di un tramonto o dell'azzurro del Mediterraneo. Gli esperimenti psicologici infatti, rivelano le differenze esistenti nei modi di reagire delle persone al colore e alla forma.

    Oggi la scelta tra colore e forma è sempre più studiata e considerata in psicologia, citiamo gli studi di Rorschach, in base ai quali il predominio del colore indicherebbe un’apertura agli stimoli esterni, quindi una maggiore sensibilità, ma anche instabilità e disorganizzazione, mentre la propensione per la forma si accorda con il carattere introverso.

    Schachtel, invece, ha fatto notare che l'esperienza del colore assomiglia a quella dell'affetto e dell'emozione. In ogni caso possiamo affermare che la scelta dei colori delinea i tratti di una personalità: non sono, infatti, atti casuali, ma scelte adatte a comunicare il proprio stato d’animo.
     
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  5. gheagabry
     
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    Lo studio della storia dell’arte, non può andare disgiunto da quello della storia umana, perché , attraverso gli artisti, fu filtrato uno stato d’animo universale.

    Per avere una idea chiara dell’evoluzione della storia dell’arte, occorre rifarsi ai movimenti che nacquero e si svilupparono negli ultimi settant’anni. Leggendoli si impara che si sono succeduti in un ordine cronologico ben preciso: Impressionismo, Neo-Impressionismo, Espressionismo, Surrealismo.

    Nacquero così scuole e tendenze diverse, ma tutte con un sottofondo uguale, esasperato: rottura con il passato e presente, spontaneità, poesia, libertà di espressione. Quella rappresentazione del reale nata con uno scopo informativo, documentaristico, che nessun pittore era mai riuscito a rendere in modo imparziale, e che ora poteva essere conquistata da tutti: vi si poteva, insomma, introdurre, pur mantenendo un realismo dell’immagine un tocco inconfondibile, una atmosfera personale. Questa libertà espressiva, portò l’artista a creare nuove tecniche, destinate, a dar voce a espressioni artistiche assolutamente rivoluzionarie e innovative (si pensi in particolare alla stagione dell’Espressionismo), il pittore iniziò a guardare ciò che sta dietro la realtà apparente e a proiettare nei suoi quadri il suo mondo intimo. Lo stesso avvenne nella scultura, nella letteratura e nella musica. Questo modo di vedere e di esprimersi sarà quello di tutta la storia: da allora l’arte ha acquisito un valore liberatorio più marcato.

    Concludo questa riflessione, citando il meraviglioso passo di Cartesio sul pezzo di cera:
    ...Prendiamo per esempio questo pezzo di cera appena tolto dall’alveare: esso non ha ancora perso la dolcezza del miele che conteneva e trattiene ancora qualcosa dei profumi dei fiori dov’era stato raccolto; il suo colore, la sua figura e la sua grandezza sono apparenti: esso è duro, è freddo, lo si tocca, e se lo battete darà un certo suono. Infine tutte le cose che possono distintamente far conoscere un corpo, si riscontrano in lui. Ma ecco che mentre io parlo m’avvicino al fuoco: ciò che restava del sapore svanisce, l’odore scompare, il colore cambia, la figura si perde, la sua grandezza aumenta, esso diventa liquido, si riscalda, a mala pena lo si può toccare, e per quanto lo si batta non darà più alcun suono: continua a essere cera dopo questo cambiamento? Bisogna riconoscere che continua, nessuno lo può negare. Cos’è dunque che tanto distintamente caratterizzava quel pezzo di cera? Forse non è niente di tutto ciò che io ho rilevato attraverso i sensi, poiché tutte le cose che cadevano sotto il gusto, o l’odorato, o la vista, o il tatto, o l’udito, si trovano cambiate, e tuttavia la stessa cera rimane. Forse è vero ciò che penso adesso, cioè che la cera non era né quella dolcezza del miele, né quel piacevole profumo dei fiori, né quella figura, né quel suono, ma solamente un corpo che poco fa mi appariva sotto quelle forme, e ora si mostra sotto altre…(Cartesio, Meditazioni Metafisiche, II)
     
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  6. gheagabry
     
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    Meglio la razionalità o l’emotività?








    È l’eterno dibattito che ha sempre dominato le epoche storiche.

    Ad esempio, il pittore e scultore Cubista francese, GEORGES BRAQUE, temendo di essere troppo emotivo, nella realizzazione delle sue opere, amava dire: “Amo la regola che corregge l’emozione”. Invece il suo collega Juan GRIS, timoroso di essere eccessivamente razionale, preferiva dire: ”Amo l’emozione che corregge la regola”

    LE CORBUSIER, architetto francese è allo stesso tempo pittore, scultore, sociologo, urbanista, fondatore del Purismo; ha rivoluzionato il nostro modo di abitare con il suo disegno razionale. ”La curva”, diceva, “è arbitraria, pericolosa e inutile… La vita della città moderna è tutta impostata sulla linea retta… La strada a curve è frutto del caso, di un fare puramente istintivo. La strada rettilinea è una risposta a una sollecitazione, è frutto di un preciso intervento, un risultato raggiunto con piena consapevolezza. È una cosa utile è bella.”

    OSCAR NIEMEYER, architetto brasiliano Modernista controbatteva: ”Non è l’angolo retto che mi attrae. Nemmeno la linea retta, dura, inflessibile creata dall’uomo. Ciò che mi affascina è la curva libera e sensuale. La curva che incontro nelle montagne, della donna preferita, nelle nuvole del cielo, nelle onde del mare. Di curve è fatto tutto l’universo. L’universo curvo di ALBERT EISTEIN”.

    Invece, PAUL KLEE, pittore svizzero Espressionista, affermava: “l’Arte è precisione portata dalle ali dell’intuizione…” Coniugava, quindi, raziocinio ed emozione, fantasia e concretezza.


    Il pittore francese H. MATISSE fondatore del Fauvismo, dichiarava: “Creatore autentico è un uomo che ha saputo ordinare in vista del loro fine tutta una serie di attività di cui l’opera d’arte è il risultato”

    PICASSO pittore Cubista, affermò: ”Dipingere è il mestiere di un cieco. Egli non dipinge ciò che vede, ma ciò che pensa, cosa dice a se stesso su ciò che ha visto".

    GAUGUIN pittore francese fondatore del Sintetismo, affermava: ”l’artista dovrebbe evitare di riprodurre fotograficamente la realtà… è l’immaginazione che ci consente di diventare creatori del mondo… L’arte è un’astrazione.”


    LEONARDO DA VINCI, Uomo Universale, del Rinascimento italiano, “l’Arte è la poesia resa visibile”.

    Queste citazioni, nonché la nascita dei diversi movimenti artistici, non sono altro che il grido di ribellione alla situazione culturale storica che gli artisti vivevano e, alle aspettative da parte della società nei loro confronti, in quel momento.

    Perché lo stato di grazia tra emotività e razionalità, è rimasto in essere solo per un breve periodo di tempo.

    Non a caso le opere di questi artisti, ai nostri occhi, appaiono dei capolavori

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    Edited by gheagabry - 27/8/2011, 10:53
     
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  7. gheagabry
     
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    SIMBOLOGIA NELLA STORIA DELL'ARTE

    I simboli nella storia dell'arte sono degli elementi molto importanti e ci comunicano un mistero che non siamo in grado di esprimere in altro modo, ed ecco che si collocano su un piano diverso dall'evidenza della realtà. Vanno per questo decifrati e possono dare origine e interpretazioni diverse fra loro. Per molti secoli hanno ispirato l'arte occidentale ed ogni popolo ha i propri, a volte la simbologia di un popolo può coincidere con quella di un altro se questi hanno la stessa origine. Quei simboli che nella nostra cultura hanno assunto un preciso significato, hanno invece un valore opposto in altre, ad esempio, il concetto di lutto in occidente è rappresentato dal colore nero, in oriente è associato al colore bianco.
    Altra cosa sono le allegorie che rappresentato dei "concetti" con particolari raffigurazioni.

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    Agnello



    E' il simbolo dell'innocenza, della semplicità e della purezza. E' la vittima sacrificale per eccellenza nonché immagine di Cristo.

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    Albero



    E' l'Albero della Vita o della Conoscenza che cresceva nel giardino dell'Eden. E' il simbolo dell'unione tra terra e cielo per via delle radici piantate al suolo e i rami rivolti verso il cielo.

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    Alloro


    Pianta sempreverde, sacra ad Apollo e simbolo di gloria e di vittoria, ma anche di sapienza. Veniva usata per incoronare guerrieri e poeti.



    Anemone
    E' il fiore di Adone, il giovane amato da Venere che venne sbranato da un cinghiale. Venere lo trasformò in questo fiore delicato e di breve durata.





    Ape

    E' il simbolo della laboriosità per eccellenza.






    Aquila

    E' il simbolo di San Giovanni Evangelista. Rappresenta il dominio e la legalità e fu l'insegna dell'Impero Romano.






    Asino

    E' il simbolo dell'umiltà. Scaldò con il suo alito il Bambino Gesù nella grotta e fu a cavallo di un asino che Gesù entrò a Gerusalemme.







    AUREOLA

    Viene rappresentata sopra la testa dei santi e indica la santità, il sacro.






    Bilancia

    Rappresenta il simbolo della giustizia. Per i cristiani l'attributo divino nel momento del Giudizio Universale.






    Bue

    Nell'iconografia cristiana è simbolo di forza ma legata alla tranquillità e di bontà. Anche il bue, come l'asino, scaldò Gesù con il suo alito. Rappresenta inoltre la pazienza e la resistenza al lavoro.





    Caduceo

    Emblema del dio greco Ermes, è la bacchetta attorno alla quale si attorcigliano due serpenti, uno benefico e l'altro malefico. La bacchetta ha il potere di ristabilire l'equilibrio tra le due forze.






    Cane

    E' da sempre considerato l'amico dell'uomo e rappresenta la fedeltà.






    Cervo
    E' il simbolo delle anime che vanno ad abbeverarsi alla fonte della vita nella religione cristiana. E' anche simbolo di regalità.




    Chimera
    E' un mostro della mitologia greca con teste di leone, serpente e capra. E' il simbolo delle forze oscure e sotterranee (terremoti, tempeste, eccetera).




    Cigno

    E' il simbolo del candore e della grazia. Per i Cristiani simbolo della purezza e dello stesso Cristo.




    Cipresso

    E' un albero sacro per molte culture, per i Romani e i Greci fu collegato all'oltretomba. Oggi in occidente ha ancora questo significato luttuoso.




    Civetta
    Per i greci era il simbolo della riflessione e dell'intelletto che vede nelle tenebre. Nel periodo del Romanticismo divenne simbolo di malaugurio.




    Colomba

    E' il simbolo dello Spirito Santo e di pace. Nella tradizione biblica è molto considerata per la sua bellezza.




    Colonna
    Ha lo stesso significato di collegamento fra terra e cielo dell'Albero della Vita nella tradizione cristiana. Spesso Cristo viene rappresentato legato ad una colonna.




    Conchiglia
    E' l'attributo dei pellegrini diretti al santuario di Santiago de Compostela, che la usavano per mangiare.




    Coniglio

    E' il simbolo della timidezza ma anche della paura fino ad arrivare a casi estremi di vigliaccheria, ma è anche simbolo di abbondanza ed esuberanza.




    Corallo
    Da sempre usato come amuleto per allontanare in particolar modo il malocchio.




    Cornucopia

    E' un vaso a forma di gigantesco corno ritorto dal quale fuoriescono fiori e frutti. Dai Greci ai nostri giorni è simbolo di abbondanza, fortuna e felicità.




    Corvo
    Considerato uccello del malaugurio per il suo colore scuro e per il fatto che si nutra di cadaveri, spesso è simbolo di saggezza e cautela.




    Delfino
    Nella civiltà degli Etruschi questo mammifero era raffigurato come traghettatore delle anime verso le isole dei Beati.




    Drago
    E' il simbolo del male e di Lucifero. San Giorgio, così come San Michele Arcangelo, lo combatte e lo vince e significa la vittoria di Cristo sul male. Viene raffigurato come un grosso serpente con le ali simili a quelle dei pipistrelli.




    Edera

    E' una pianta sempreverde, attributo del dio greco Dionisio. Nell'iconografia cristiana simbolo dell'immortalità dell'anima.




    Elefante

    Rappresenta la grossezza e la forza fisica.




    Ermellino
    E' il simbolo della purezza e della regalità. La sua pelliccia venica usata per i mantelli di papi e imperatori.




    Farfalla

    Rappresenta la leggerezza e l'incostanza. E' il simbolo dell'anima e per l'iconografia cristiana anche della resurrezione in quanto esce viva e perfetta dalla crisalide.




    Fenice
    Simbolo della resurrezione di Cristo. Descritto come uccello di bellezza unica e longevo, se viene bruciato rinasce dalle proprie ceneri.




    Fiore

    Ogni fiore ha il suo significato specifico nel linguaggio dei fiori. Il mazzolino di fiori simboleggia la perfezione spirituale.




    Formica

    Rappresenta la laboriosità e il risparmio.




    Fuoco

    E' il simbolo del focolare domestico: presso i Romani vi erano le vestali protettrici del fuoco. Per i cristiani rappresenta lo Spirito Santo ma anche la dannazione dell'inferno.




    Ghiro

    Rappresenta la sonnolenza: da qui il detto "dormire come un ghiro".




    Giardino
    Viene attribuito a giardino della Vergine Maria quando è coltivato con cura e circondato da mura. E' il simbolo del Paradiso celeste.




    Giglio

    E' il simbolo della purezza, innocenza e verginità. Attribuito a diversi Santi e all'Arcangelo Gabriele. Il giglio è anche il fiore araldico per eccellenza. I gigli di Francia, di Firenze... La leggenda narra che il giglio fu portato al Re Clodoveo da un angelo. Luigi VII nel 1147 lo prese per stemma partendo per la Crociata. Da qui ha inizio la storia del giglio francese. La frase "sedere sui gigli" deriva dal fatto che i magistrati superiori sedevano su poltrone ricoperte di stoffe seminate di gigli. Dal 1655 al 1657 furono coniate in Francia monete dette gigli d'oro e gigli d'argento. Fu anche emblema di ordini equestri: quello di Navarra, quello di papa Paolo II riformato da Paolo III e quello istituito da Luigi XVIII nel 1816. Ma il giglio conobbe anche un brutto uso in tempi passati: servì per bollare i delinquenti.




    Grifone
    Animale fantastico con becco e ali di aquila e corpo di leone. E' simbolo di Cristo, evoca la natura umana e divina del Salvatore. Nella liturgia è addirittura sinonimo di Satana.




    Labirinto
    Il nome significa "palazzo della scure". Il labirinto, legato al nome di Minosse, re di Creta, ha diversi significati, ma il più comune è quello di difficile percorso dell'anima. Assume pertanto un valore di iniziazione.




    Leone

    E' il simbolo dell'evangelista Marco (leone alato) ed è l'emblema della Repubblica di Venezia. Il leone rappresenta il coraggio, la forza e la regalità.




    Lepre

    Rappresenta lo scatto e la velocità. Simbolo di abbondanza ed esuberanza. Nell'Antico Testamento è considerata un animale impuro.




    Liuto
    Strumento musicale che con le corde spezzate simboleggia la morte.




    Lumaca

    Simbolo della lentezza.




    Luna
    La simbologia della Luna è ricca di significati nelle diverse culture. Nella mitologia greca è associata alla femminilità, presso gli Ebrei rappresenta il loro popolo.




    Lupo

    Presso i Romani simboleggiava la vittoria, mentre la lupa assumeva le funzioni di protettrice degli indifesi. Per i cristiani è il simbolo del diavolo che minaccia il gregge dei fedeli: solo S. Francesco d'Assisi è riuscito ad ammansirlo.




    Mandorla
    Nell'iconografia cristiana è l'aureola che racchiude Gesù e Maria, rappresentando il guscio della loro gloria.




    Mela

    E' il simbolo del peccato originale. Adamo ed Eva mangiarono il frutto tentati dal serpente e disobbedirono a Dio.




    Melagrana
    E' il simbolo della fertilità e dell'abbondanza. Nella mitologia greca aveva un significato negativo di colpa e di morte.




    Mirto
    Pianta mediterranea sempreverde, dal Medioevo è simbolo di gloria poetica.




    Mulo

    Rappresenta la testardaggine e la resistenza alla fatica fisica.




    Nave
    Nell'iconografia cristiana è simbolo della Chiesa che conduce i fedeli alla vita eterna.




    Noce
    L'albero di noce è legato al dono della profezia nella mitologia greca.




    Occhio
    Rappresenta la luce e la conoscenza. Nell'iconografia cristiana è simbolo dell'onnipresenza della Santissima Trinità raffigurato circondato da raggi solari o inserito in un triangolo. L'occhio assume anche significati negativi: Medusa era dotata di sguardi pietrificanti. L'occhio "cattivo" è il cosiddetto malocchio.




    Olivo
    Nell'iconografia cristiana è simbolo di pace.




    Orso

    E' il simbolo della lentezza e della rozzezza di modi.




    Palma
    E' il simbolo della vittoria e dell'immortalità. Nell'iconografia cristiana è simbolo della resurrezione di Cristo e d'immortalità ma anche simbolo del martirio.




    Pastore

    Nella simbologia cristiana, l'immagine del Buon Pastore, cioè di Cristo che porta una pecora sulle spalle, ha il significato di Dio che protegge il suo gregge di anime.




    Pavone

    Rappresenta la superbia e la vanagloria.




    Pegaso
    Cavallo alato figlio di Poseidone, è simbolo di fecondità. Rappresenta anche la creatività.




    Perla
    Nella civiltà greca rappresentava l'amore e le nozze. E' simbolo di perfezione per la sua forma sferica e per la purezza del suo colore.




    Rosa

    Per il suo profumo e la sua bellezza, è il fiore che ha assunto diversi significati simbolici, in ogni caso è soprattutto simbolo dell'amore terreno e mistico. Per l'iconografia cristiana rappresenta la coppa che raccolse il sangue di Gesù, simbolo delle sue piaghe.




    Serpente

    E' presente nella simbologia di molte culture ed assume significati diversi. Nel mondo antico (egizio, greco e romano) è il responsabile della venuta della notte in quanto assume il significato di divoratore del Sole. Solo all'alba il Sole riesce a sfuggire all'animale e a riportare luce sulla Terra. Presso i Greci il serpente è il simbolo della medicina. Nella simbologia cristiana il serpente viene schiacciato dalla Madonna (come l'Immacolata) in piedi sulla falce di Luna, quest'ultima rappresenta la natura mutevole dell'uomo.




    Scimmia

    E' il simbolo dell'agilità.




    Sfinge
    E' un mostro per metà leone e per metà uomo, rappresenta l'enigma di una domanda alla quale non c'è risposta. Simbolo del destino e del mistero.




    Sole

    E' il simbolo presente in moltissime culture e ricco di significati. E' l'immagine della vita, ma anche di colui che la distrugge. Nell'iconografia cristiana ha invece un significato positivo, di regalità e di immortalità.




    Spirale
    E' il simbolo della fecondità.




    Stella
    E' il simbolo della vita eterna dei giusti.




    Struzzo

    Rappresenta la voracità.




    Tartaruga

    E' il simbolo della pigrizia e della lentezza nell'azione.




    Tigre

    E' il simbolo della ferocia.




    Topo

    Rappresenta il furto.




    Torre

    La parola deriva dal latino turre(m) Rappresenta l'anello di congiunzione fra cielo e terra e può simboleggiare l'aspirazione dell'uomo verso l'infinito.




    Unicorno
    Animale fantastico simile a un cervo bianco ma con un solo corno. Rappresenta la purezza e grande spiritualità.




    Uovo
    Rappresenta la fecondità, la vita eterna e la resurrezione.




    Usignolo

    Rappresenta la dolcezza nel canto.




    Vite

    I grappoli simboleggiano Israele, popolo di Dio e sua proprietà. Nella cultura greca i pampini della vite e i grappoli sono attribuiti a Dioniso, dio dell'ebbrezza.




    Volpe

    Rappresenta l'astuzia.





    dal web

    Edited by gheagabry - 27/8/2011, 11:42
     
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  8. CRICRI1971
     
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    GRAZIE GABRY...

    COLGO L'OCCASIONE CONCESSA DA QUESTO SPAZIO INCREDIBILE PER EVIDENZIARE UNA MOSTRA INTERESSANTISSIMA
    CHE UNISCE ARTE E FEMMINILITA',CHE EVIDENZIA COME UNA DONNA INCREDIBILE
    E' STATA IN GRADO DI COMUNICARCI LA SUA ARTE...


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    La seduzione di Tamara de Lempicka in mostra a Roma

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    ROMA - Conturbante come i volti maschili dei suoi quadri,
    eternamente insoddisfatta come le donne che ha ritratto.
    Il Complesso del Vittoriano a Roma ospita, dal 6 febbraio al 3 luglio, i quadri di Tamara de Lempicka, in una mostra dal titolo “Tamara de Lempicka. Regina del moderno”

    Viziata e capricciosa, Tamara de Lempicka, lascia la Russia, maltrattata dalla rivoluzione,
    con un diplomatico svedese, per poi abbandonarlo, pochi anni dopo, per un altro uomo con il quale scappa a Parigi.
    Ed è proprio nell’eleganza e nella suggestiva capitale francese, rifugio di letterati e artisti da ogni parte d’Europa, che Tamara de Lempicka dà sfogo alle al suo talento di pittrice. Lei stessa racconta di aver capito, fin da bambina, di nutrire passione e coinvolgimento per la pittura, in particolare per la ritrattistica.

    E attraverso quest’arte Tamara dipinge non solo le sue tele, con donne ammalianti e uomini dal fascino misterioso, ma anche la sua vita si trasforma in un’opera d’arte perfetta e pensata in ogni minimo particolare, tanto da diventare inaccessibile sia a coloro che la circondano all’epoca sia ai posteri che sperano di catturare l’essenza stessa della sua esistenza.
    Mistero, vanità, senso di impotenza di fronte a quadri che richiamano le linee dell’estetica russa imbevute dell’estetica futurista. Uomini e donne, sono i protagonisti dei suoi quadri, come lo furono nella sua vita.
    L’amore per Tamara de Lempicka si sofferma sullo sguardo di una donna in estasi, sulla bocca socchiusa di un uomo pensante, sul corpo nudo e aggraziato di una giovane ragazza.

    Trasgressione unita ad eleganza. Sono altri elementi ravvisabili nelle opere di questa artista, la cui vita resta tuttora, così come venne voluta da lei, avvolta nel mistero.

    Edited by gheagabry - 5/3/2011, 02:02
     
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    GRAZIE GABRY E GRAZIE ANCHE A CRICRI
     
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  10. gheagabry
     
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    sab 11 dicembre 2010


    All'inizio del XX secolo artisti e fotografi americani escono dagli studi per raccontare la società in cui vivono. Una mostra a New York li celebra

    "L’arte non può essere separata dalla vita... ha per noi un valore non perché sia un prodotto d’ingegno, ma perché rivela l’esperienza umana", diceva sempre il carismatico pittore Robert Henri ai suoi studenti, tra cui Edward Hopper, maestro del realismo americano, ai primi del Novecento. Un periodo questo di straordinari cambiamenti nell’arte, nella cultura e nella società del Paese cui è dedicata la mostra «Modern Life: Edward Hopper and His Time», la prima su Hopper e i suoi contemporanei. Il 1900 con Theodore Roosevelt come Presidente, segna «un’era totalmente nuova in America», dice Barbara Haskell curatrice della mostra insieme con Sasha Nicholas. «All’improvviso il Paese è al centro della scena internazionale, la città di New York diventa il modello di un nuovo mondo, in cui persone di etnie e razze diverse vanno fondendosi. E vi è un generale senso di entusiasmo e di ottimismo che viene espresso dagli artisti di questo periodo, fino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale».



    Nella mostra compaiono non soltanto i pittori della generazione di Hopper e quella precedente ma anche i maestri della fotografia di quel tempo come Alfred Stieglitz, Edward Steichen, Lisette Model e Paul Strand, che, tra l’altro, realizzò un film, insieme al pittore Charles Sheeler nel 1921, dal titolo Manhatta (ispirato a Leaves of Grass di Walt Whitman). Apre la mostra, racconta una giornata in città e esprime con efficacia l’idea della «nuova America». E pittori come Ben Shahn, che qualche anno più tardi, nel ‘35, dopo aver assunto l’incarico di realizzare un reportage sugli effetti del New Deal, utilizzò le sue fotografie come modello per quadri, come Scotts Run, West Virginia, presente in mostra.



    «”Dipingi quel che senti, quel che vedi, quello che per te è reale” diceva Henri», racconta la Haskell. Questi artisti si ribellarono alla tradizione pittorica del loro tempo che celebrava aristocratici e potenti con ritratti idealizzati e vollero «uscire per la strada e dipingere quello che vedevano» e così insegnarono ai loro allievi. Henri fondò il gruppo «The Eight», più tardi soprannominato in modo dispregiativo «The Ashcan School», con un riferimento ai bidoni che raccoglievano la spazzatura, di cui fecero parte John Sloan, William Glackens, George Luks, Everett Shinn, Arthur Davies, Maurice Prendergast e Ernest Lawson.
    Diedero vita al movimento realista che ebbe poi un largo e prolifico seguito. «Nel 1913 Roosevelt scrisse il bellissimo testo Dante and the Bowery, dice la Nicholas, facendo riferimento alla via simbolo dell’emigrazione europea a New York, che chiamò “una delle grandi strade dell’umanità...” di vita pulsante, di divertimento, di lavoro, di tragedie sordide e terribili». Gli americani avevano dipinto tutto fino ad allora: la natura, i ritratti della propria aristocrazia, ma mai le città, le strade, le persone, che ora invece diventano protagoniste. E in particolare il mondo degli emigranti, dei poveri e degli emarginati.



    I pittori in mostra raccontano le strade del gioco d’azzardo e della prostituzione, i vaudeville, gli incontri di boxe, i tram affollati, i ristoranti, le osterie, gli interni delle case, con donne in sottoveste nell’intimità delle proprie camere, come in Turning the Light di John Sloan del 1905; i fotografi catturano i ragazzi che vendono i giornali, il brulicare delle strade e le navi cariche di emigranti come in The Steerage, forse la fotografia più importante di Stieglitz, del 1907. Ma anche quando dipinsero dei ritratti come nel caso di quello della grande mecenate Gertrude Vanderbilt Whitney, realizzato da Henri, diedero scandalo. «Quando suo marito lo vide, le disse che non era accettabile che venisse esposto nei saloni di casa e lei dovette quasi nasconderlo nel suo studio. Perché nel quadro compariva in pantaloni», racconta la Haskell. Molti degli artisti della «Ashcan School» e della generazione successiva provenivano dal mondo del giornalismo.
    William Glackens era un illustratore per riviste e quotidiani, così come Hopper e Sloan. Lavorare come illustratori significava andare sul posto e tracciare un rapido schizzo dell’evento e poi fare affidamento sulla propria memoria e immaginazione. Presto poi tutti questi artisti abbandonarono il mondo dei giornali e si dedicarono completamente alla pittura. «Ma questa combinazione di osservazione della realtà, memoria e creatività è una tecnica che resta costante nella loro arte, in primis per Hopper», sottolinea la Haskell. A proposito di nuovi media, Hopper era particolarmente appassionato di cinema e si può certamente dire che uno dei tratti che rende unica la sua opera sia proprio la «cinematograficità». «La luce dipinta da Hopper ha una fisicità del tutto particolare e il pittore tratta i suoi soggetti come la macchina da presa». E, come in New York Interior (1921) sembra di trovarsi di fronte al soggetto raffigurato. «Questa mostra ci consente di guardare ad Hopper in modo diverso», spiega il direttore del Museo Adam D. Weinberg. E soprattutto, Hopper, già molto amato dal pubblico, come nota la Haskell, «sembra risorto a vita nuova, perché mai è stato accostato agli altri artisti e l’enorme vitalità che tutti insieme sprigionano è palpabile nell’aria».

    Articolo di VIVIANA BUCARELLI per "La Stampa"






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  11. gheagabry
     
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    Magia dell’arte, cuore,anima ed emozioni tutte insieme..
    Chissà cosa c’è che scatta nella mente di una persona di fronte ad una immagine, un paesaggio, un volto, piuttosto che una fotografia o un dipinto, un’opera d’arte. Chissà quale molle quelle immagini fanno scattare dentro di noi, e mi fa venire i brividi pensare al fatto che ognuno di noi di fronte alla stessa immagine ha reazioni o emozioni diverse. L’inspiegabile universo della sensibilità, delle emozioni ... ieri sera sulla nostra isoletta, mentre cercavo immagini per completare la grafica del nostro forum, mi sono imbattuto in una immagine. Non so spiegare quello che ho provato nel vederla ... “Love in heaven”(Amore in paradiso) il suo titolo. Sono rimasto per qualche attimo senza parole, attonito e senza fiato..una panchina adagiata sulle nuvole e due sagome di spalle sedute su di essa. Per un attimo mi sono sentito alle spalle di quelle due figure, poggiato con le mani sulla spalliera di quella panchina, a scrutare con quei due amanti l’immensità che quella coltre di nubi, distese sotto di essi, lasciava intuire. Una luce irradiava la scena, allo stesso modo di un senso di pace e di totale leggerezza che ha pervaso la mia anima. Magie della mente, misteri della sensibilità e potere di trasmettere energia da parte delle cose e di ciò che ci circonda. Non pago di queste emozioni, poco dopo mi sono imbattuto in un’altra immagine. Diametralmente opposta nel suo significato e nella energia ed emozioni che da essa fuoriuscivano. Mare in tempesta color rubino, un’onda enorme a campeggiare e sprigionare forza inaudita, potenza senza fine ... in alto sull’altro lato dell’immagine, guerrieri in armi pronti a sfidare quella forza, immagini che fuoriuscivano dal cielo, quasi fosse un segnale della sconfitta dell’uomo contro la natura, contro la sua inimaginabile ed incontenibile forza. In basso tra queste immagini, l’onda immane da una parte e i volti di quei guerrieri dall’altra, un vascello in balia del mare, ormai vinto, distrutto. Ancora emozioni davanti ad immagini, ancora immagini prodotte dalla mia mente e guidate dal mio cuore. La pace e la leggerezza della prima immagine ... la forza e il sapore della battaglia, della sfida nell’altra; in pochi attimi un arcobaleno di emozioni contrastanti ma forti allo stesso modo hanno colorato il mio cielo. Magia dell’arte, segreti della sensibilità ... magia di un cuore ed un’anima che non smetteranno mai di sognare, mai di lasciarsi trasportare dalle ali e dalla forza delle emozioni ...
    (Claudio)

     
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10 replies since 14/10/2010, 02:03   1594 views
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