BONSAI...che passione

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    La storia dei bonsai.


    Il termine "bonsai" è giapponese ed è costituito da due ideogrammi:
    il primo significa vassoio o contenitore (bon), mentre il secondo (sai) significa educare e, in senso lato, il
    coltivare.
    Questi alberi in vaso possono essere paragonati a normali piante che sono state "semplicemente" coltivate in
    maniera migliore ovvero con cure ed attenzioni che generalmente altre piante non necessitano, quali ad
    esempio:
    la potatura delle radici fittonanti (quelle che penetrano in profondità nel terreno), il rinvaso periodico e le
    continue potature dei rami che rendono la pianta nel suo complesso più forte ed adatta a sopravvivere in
    spazi ristretti.
    I bonsai, sia come senso estetico naturale sia come la filosofia orientale suggerisce, devono seguire degli stili
    ben precisi accomunati dalla conicità del tronco, dalla dimensione ridotta delle foglie e soprattutto dalla
    naturalezza della pianta stessa, che nel sui insieme (vaso compreso) ha lo scopo di riprodurre la natura in
    piccole dimensioni.
    È sbagliato pensare che i bonsai soffrano nei vasi:
    è solo un'impressione che si ha, a causa delle forme spesso contorte o delle parti di legno secco create
    appositamente per dare un effetto di vetustà alla pianta.
    Così come si accetta l'intervento sugli alberi da frutto per ottenerne più cibo possibile, si dovrebbe accettare
    in egual maniera l'intervento su piante per renderle bonsai, dove si nutre lo spirito del coltivatore e non il suo
    corpo.
    Si parla di arte bonsai, in quanto fare bonsai è un'arte che comporta svariate conoscenze, sia nel campo
    generale della botanica, che in quello più particolare delle tecniche bonsaistiche.
    Tutte queste conoscenze vengono applicate per coltivare una pianta che rispetti determinati canoni estetici.
    Un altro aspetto interessante è che si tratta di un'opera d'arte mai finita: la pianta continua a crescere e
    modificarsi, bisogna quindi accudirla sempre.
    Il bonsai come si conosce oggi, è sostanzialmente quello giapponese, tuttavia l'origine dei bonsai è da situarsi
    in Cina: furono dei transfughi cinesi, approdati sulle coste giapponesi, a portare nel paese del Sol Levante i
    primi bonsai.
    I giapponesi appresero questa tecnica e ne fecero un'arte, applicando alle piante coltivate i canoni della
    propria estetica influenzata dallo Zen.
    È importante che un bonsai evochi in chi lo guarda una sensazione di forza, maturità e soprattutto di profonda
    pace e serenità.













    È primavera anche per i bonsai

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    I bonsai, piante affascinanti e meravigliose, sono molto più delicate delle altre piante.

    Con l’arrivo della primavera è importante pensare anche a loro. Ma cosa bisogna fare nello specifico? Ecco qualche consiglio. Con l’arrivo delle belle giornate si possono portare fuori i bonsai da interno, cioè tutte quelle specie che vanno tenute dentro casa durante l’inverno.


    Bisogna irrigare i bonsai con maggiore frequenza: marzo-aprile 1-2 volte a settimana; 2-4 volte al mese nel periodo di maggio e giugno.

    Va effettuata una concimazione, ma questo dipende da noi e non dalle necessità della pianta. Bisogna usare comunque un concime completo in qualsiasi caso, però se vogliamo far crescere la nostra pianta scegliamone uno contenente abbastanza azoto, se invece non vogliamo far vegetare la nostra piante occorre un concime povero di azoto e ricco di fosforo e potassio. La quantità di concime deve essere molto bassa e va somministrato ogni 10-15 giorni.

    La pianta va trattata con insetticidi ed anticrittogamici solo dove e quando necessario, i bonsai sono molto delicati e sensibili e si rischia di ucciderli con troppi prodotti chimici.

    Questa è la stagione ideale per il rinvaso,che va effettuato ogni 2-3 anni. Vanno tagliate le radici e occorre un terriccio leggero, che impedisca il ristagno dell’acqua. Questa operazione è la più difficile quindi per gli esperti è consigliato rivolgersi al fiorista di fiducia e farsi spiegare come va eseguito.












    Lo sapevate che….il bonsai
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    Il termine BONSAI deriva da 2 ideogrammi giapponesi “bon” (vaso) e “sai” (albero) ovvero “albero in vaso”. I bonsai, infatti, sono alberi di piccole dimensioni, che vengono coltivati in piccoli vasi!! Il metodo di coltivazione dei bonsai consiste nel dare una forma alle piante,ha avuto origine in Cina e nel tempo anche in Giappone. Questa tecnica in oriente è considerata una vera e propria arte e viene eseguita con estrema cura.Il bonsai viene addirittura considerato la fusione fra arte e natura…Il delicato processo della coltivazione del bonsai va eseguito costantemente e attraverso regole ben precise da seguire in merito alla potatura delle foglie, alle tecniche per direzionare i rami e il tronco e alla cura delle radici. Anche se può sembrare una tecnica “crudele” nei confronti della pianta,in quanto si cercano di modificare le sue naturali forme, in realtà i bonsai non soffrono di questi trattamenti, anzi, sono molto più curati di altre piante lasciate crescere in modo spontaneo. Per dare un aspetto di albero maturo con dei rami orizzontali o addirittura leggermente volti verso il basso a piante giovani e vigorose, che tendono invece a produrre rami che crescono verso l’alto, è spesso necessario correggere la direzione dei rami grazie alla tecnica del filo. Anche le curve del tronco e dei rami devono spesso essere indotte dal ‘bonsaista’ per ottenere una forma! La tecnica prevede che si avvolgano tronco e rami in un filo di metallo (in genere di alluminio, per rami grossi, anche di rame) e di piegarli, modificandone l’andamento. Può essere utile utilizzare della rafia, avvolgendola a spirale attorno al ramo da trattare col filo, allo scopo di non intaccare il delicato strato esterno del ramo stesso, cioè,quello dei condotti linfatici. Dopo un certo tempo, che dipende dall’essenza, il filo metallico è rimosso e il ramo o il tronco si sono fissati nella posizione voluta….. Più il ramo è grosso, maggiore sarà il diametro necessario per il filo. Non tutte le essenze sopportano il filo e in ogni caso un’applicazione errata può produrre la perdita della pianta!!! Di bonsai ne esistono molte varietà diverse, come ad esempio l’acero palmato che, sicuramente è uno degli alberi più belli da coltivare come bonsai. Le foglie hanno 5 punte e cambiano colore a seconda della stagione. O il pino nero chiamato anche “re dei bonsai”. Il pino nero ama vivere all’asciutto e quindi, prima di annaffiarlo ancora bisogna aspettare almeno un altro giorno!










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    Bonsai - Mame » sweet-fioritura, mela cotogna-bonsai
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    Edited by gheagabry - 5/3/2011, 17:29
     
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    Cure primaverili bonsai: rinvaso e concimazione

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    Tra le cure primaverili dei bonsai figurano, verosimilmente a quelle che avremmo fatto per un normale albero, anche il rinvaso e la concimazione. Si tratta di operazioni basilari in grado di predisporre la pianta a uno sviluppo adeguato nel corso della bella stagione, al fine di renderla rigogliosa e forte prima del suo naturale periodo di riposo invernale.
    Iniziamo con il rinvaso. Si tratta di un’operazione condotta per dar modo al bonsai di svilupparsi come dettato dalla sua natura. Aprile è il mese ideale per effettuare il cambio di vaso per quelle piante concepite per una crescita all’interno dell’appartamento: ficus, serissa, carmona, ma anche tutte le conifere e le sempreverdi. Per quest’ultime il discorso però è leggermente più complicato. Si tratta di un intervento che è possibile compiere solo es esclusivamente se le piante ancora non hanno germinato.
    Per effettuare un rinvaso giusto, vi è la necessità di lasciare integro, almeno parzialmente, il pane di terra che ricopre le radici, in modo tale da favorirne e non bloccarne involontariamente la ripresa vegetativa. Una tale eventualità porterebbe infatti il bonsai a seccarsi. Attenzione: questo è un consiglio valido per i bonsai in generale, non solo per quelli sempreverdi. Non solo, è consigliato, appena effettuato il rinvaso, sottoporre la pianta ad un trattamento “stimolante”, attraverso prodotti specifici, in grado di stimolarne la ripresa vegetativa, tipo lo sfrintene.

    Un’altra operazione molto importante da eseguire in questo periodo è la concimazione. E’ assolutamente necessaria per tutti i bonsai. Questo perché al pari di tutte le altre piante, anche questa particolare specie gode di uno sviluppo molto esteso nel corso del mese di aprile. Concimare i nostri bonsai in questo periodo significa assicurargli una crescita costante e ottimale. Quali tipologie di concime si possono utilizzare? Molto semplice: si può prediligere la tipologia liquida, da somministrare alla pianta ogni sette/dieci giorni o quella a lenta cessione, di tipo solido, da somministrare ogni due mesi circa.
    Importante: mai concimare i bonsai da fiore nel corso della loro fioritura.

     
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    Stili Bonsai



    Bonsai-style



    Nell'arte del Bonsai gli stili che si sono mano a mano imposti nel tempo sono circa una trentina. Ognuno di essi riproduce un particolare tipo di portamento o una situazione particolare che trova una diretta rispondenza in natura. I maestri giapponesi, peraltro, sono soliti suddividerli in cinque stili principali, classificati in relazione alle diverse possibili angolature del tronco.

    Essi sono:


    - Eretto Formale


    - Eretto Informale


    - Inclinato


    - A Semi-Cascata


    - A Cascata

    bonsai_japon-b3abb



    E' evidente che nel momento in cui si inizia a lavorare un Bonsai raccolto in natura o coltivato in serra o giardino una delle prime cose da fare è quella di scegliere il tipo di stile che si vuole adottare.
    Generalmente ciò dipende principalmente dal tipo di pianta e dalla conformazione naturalmente assunta dalla stessa. L'esperienza insegna, peraltro, che non è escluso che uno stile che inizialmente sembrava il più adatto possa col tempo non risultare più tale. A tal fine sarà opportuno, almeno inizialmente e fino a che le idee non saranno del tutto chiare, lasciarsi aperte più strade evitando, ad esempio, tagli drastici. Una volta iniziata l'educazione della pianta in aderenza ad un certo stile risulterà, infatti, difficilmente potranno con esiti soddisfacenti.


    Ricordatevi, in ogni caso, che la regola migliore è sempre quella di scegliere lo stile più adatto a riprodurre le forme spontanee e armoniose della natura.

    bonsai_art-4bfe2



    Ulteriori informazioni su: Stili Bonsai www.giardinaggio.it/bonsai/stili
     
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    Bonsai: la concimazione

    bonsai

    Oggi vedremo insieme come eseguire la concimazione dei bonsai. Si tratta di un lavoro che può essere effettuato a seconda delle esigenze da febbraio a maggio, e da fine settembre a novembre. Mai nei mesi caldi: vi sarebbe il rischio di bruciare le radici della pianta.

    Se il vostro bonsai è da interno però, facendo attenzione, potreste anche concimarlo in qualsiasi momento dell’anno. E’ importante, quando ci si appresta a concimare un bonsai, essere certi di avere scelto il prodotto giusto. I primi interventi devono essere condotti attraverso dei fertilizzanti a lenta cessione in modo tale da dare alla pianta tutto il nutrimento del quale può avere bisogno nei mesi successivi (sono due i prodotti consigliabili in questo caso: l’Hanagokoro ed il Biogold, N.d.R.) Se siete intenzionati ad utilizzare dei concimi solubili, dovete invece aspettare che la pianta abbia aperto le prime gemme: è importante.

    La concimazione è un passaggio chiave per i vostri esemplari di bonsai. Soprattutto in occidente parliamo di piante che non vedranno mai la piena terra e che quindi hanno bisogno di acquisire la giusta dose di sali minerali e nutrienti direttamente dagli interventi posti in essere da chi si cura di loro. Cerchiamo di ricordare una cosa in particolare: i fertilizzanti sono composti in formazione variabile di azoto, fosforo e potassio . Ognuno di questi elementi ha uno scopo: l’azoto favorisce la crescita di foglie e steli, il fosforo aiuta lo sviluppo e il mantenimento delle radici, mentre il potassio è adibito alla crescita di fiori e frutti. Ecco quindi che il fertilizzante usato deve avere diverse concentrazioni degli elementi a seconda dell’albero bonsai interessato e delle sue caratteristiche. E’ per questo motivo che in commercio si trovano dei concimi di formazione e sviluppo ed altri di mantenimento. Nel corso della primavera si può favorire un concime con un alto contenuto di azoto, mentre in autunno si può optare per una formula rinforzante.

    Azoto, fosforo e potassio (NPK) devono seguire un determinato rapporto di quantità in base alla tipologia di albero ed al periodo di concimazione. Fatevi quindi consigliare, nell’acquisto, da un rivenditore esperto e specializzato nella cura dei bonsai.


    Bonsai: i metodi di invecchiamento artificiale

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    I bonsai richiedono particolari cure non solo per sopravvivere, ma anche per avere quell’aspetto tanto grazioso che tutti noi ci aspettiamo che abbiano. Per ciò che riguarda queste naturali miniature, l’apice della bellezza viene raggiunto quando la pianta incomincia ad avere una certa età: vediamo insieme le tecniche per far apparire un bonsai più vecchio.

    Sono essenzialmente tre i metodi d’invecchiamento artificiale dei bonsai, conosciuti sotto tre nomi differenti: Jin, Shari e Sabamiki. Tutte queste tipologie d’intervento devono essere eseguite d’estate, in modo tale che le eventuali ferite si rimargino nel minor tempo possibile.

    Il metodo Jin
    Attraverso quest’approccio il bonsai viene invecchiato conservando i rami morti e spezzati attaccati alla pianta. Cerchiamo di spiegare meglio: i rami non vengono tagliati completamente. Vengono escoriati, appuntiti con della carta vetrata e contemporaneamente spalmati con dell‘acido citrico diluito o del decolorante per mobili. Questa lavorazione conferisce al ramo sottoposto a tale processo il colore del legno morto, e lo proteggono dalla germinazione. Si tratta di una metodologia utilizzata per far apparire il bonsai più corto ed è adatto a tutte le conifere ed alcune latifoglie.

    Il metodo Shari
    Esso si basa essenzialmente sullo scortecciamento parziale dei rami e del tronco. Talvolta vengono sottoposte a tale passaggio anche le radici esterne. Il fine ultimo è quello di modificare l’aspetto della pianta, ovviamente, per renderla di aspetto più vissuto. Si agisce in questo modo: si rimuove una striscia di corteccia dalla parte anteriore del bonsai, intagliandola verticalmente con un coltello affilato. Dopodiché i passaggi sono molto simili a quelli del metodo Jin: si liscia il legno con la carta vetrata e si applica o dell’acido citrico o del decolorante per mobili. Importante: quest’ultimo deve essere posizionato solo sulle parti scortecciate del bonsai.

    Il metodo Sabamiki
    E’ l’approccio da scegliere se si vuole ottenere un bonsai che appaia al contempo maestoso e particolarmente “datato”. Sabamiki significa “tronco cavo o spaccato”: questa tecnica viene definita infatti anche “a spacco” ed è adatta in particolare per albicocchi, ginepri ed ulivi bonsai. Se si possiede un bonsai dal tronco danneggiatosi può incavare ulteriormente lo spacco e poi trattarlo come nei metodi precedenti, secondo il risultato che si vuole ottenere.

     
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    Creare bonsai, le caratteristiche principali

    bonsai-stili

    Come creare un bonsai? Quali sono le caratteristiche principali che il nostro esemplare deve avere? Abbiamo parlato di stili e continueremo a farlo, ci siamo occupati delle sue cure,ma non siamo mai entrati nello specifico negli elementi: lo faremo ora.
    Partiamo dal tronco. Esso rappresenta il centro focale dell’albero, quell’elemento che deve adattarsi ed in quale modo rappresentare lo stile scelto senza perdere però la sua naturalezza, il suo vero essere o appartenenza alla sua specie. Di solito è sulla sua forma che si basa l’intero design di ogni stile. Cosa dire invece delle radici? Se vogliamo mettere un attimo da parte gli esemplari più giovani, un bonsai dovrebbe possederne di superficiali e disposte in modo radiale, al fine di far allargare la base del tronco prima dell’immissione nel terreno e, a livello puramente estetico, dare una sorta di continuità tra le stesse ed i rami. E’ possibile constatare la maturità di un albero bonsai da come le radici appaiono. Ricordatevi sempre di curare questo aspetto il più possibile.


    Importante, nella costruzione dello stile, è il vaso scelto. Esso deve essere un ottimo supporto per la pianta, ma al contempo non distogliere l’attenzione della stessa. Ecco quindi che la sua forma, il suo colore, la sua grandezza devono essere scelti in base allo stile bonsai al quale si vuole dare vita, alla sua specie ed avendo già in mente il risultato finale che si vuole raggiungere.

    Passiamo ora agli altri elementi. Per ciò che concerne i rami essenzialmente lo stile dipende molto da come si decide di lavorare sugli stessi ed in quale modo portarli a crescere con o senza filo e in base alle potature condotte. Sono in ogni caso uno degli elementi più dinamici dell’intera composizione. Per ciò che concerne le foglie, esse devono sempre apparire di un bel colore, ovviamente correlato alla specie di appartenenza, e devono apparire sane, prive di parassiti e non rovinate. I fiori ed i frutti sono un elemento molto particolare all’interno di una composizione bonsai, ma devono possedere una caratteristica imprescindibile: essere proporzionati all’albero al quale appartengono.

    www.pollicegreen.com/

     
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    Bonsai, 390 anni quello sopravvisuto ad Hiroshima

    bonsai-arboretum

    I bonsai sono piante che hanno bisogno di molte cure. Ma al contempo esemplari che possono essere in grado di dimostrare una forte resistenza, come il bonsai di 390 anni sopravvissuto al lancio della bomba atomica su Hiroshima nel 1945.

    Questo bellissimo esemplare di bonsai di cui vi stiamo parlando risale esattamente al 1625 ed ha vissuto sulla sua “corteccia” ben 4 secoli di storia del Giappone, passando da genitore a figlio fino al momento in cui Masaru Yamaki, il suo ultimo proprietario, ha deciso nel 1976 di donarlo all’ Arboretum’s National Bonsai and Penjing Museum di Washington. L’occasione? I festeggiamenti per il bicentenario della Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti. Si è trattata di una donazione simbolica visto che l’albero bonsai in questione, dopo essere sopravvissuto a guerre e cataclismi è vissuto anche allo sgancio della bomba di Hiroshima.



    Oltre che su una storia incredibile, questo albero bonsai, va sottolineato, può contare su delle cure davvero incredibili applicate su di lui. Ancora in ottime condizioni, il bonsai appare intoccato nonostante abbia praticamente quasi toccato il doppio, in anni, della sua aspettativa di vita. Questo tipo di bonsai infatti ha di solito una vita massima di circa 2 secoli. Non c’è da stupirsi quindi se questo piccolo albero ultracentenario in corrispondenza di alcune date conquisti le prime pagine di siti e giornali. Sia dal punto di vista storico che botanico si tratta di un esemplare davvero unico nel suo genere.

    Curare i bonsai nel modo giusto, è evidente, può dare molte soddisfazioni a chi si adopera per il suo sviluppo.

    fonte:http://www.pollicegreen.com/

     
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6 replies since 12/10/2010, 13:27   1381 views
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