LE MARMELLATE..

facciamole in casa...

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    Le marmellate

    Il nome marmellata deriva dal nome portoghese delle mele cotogne e fin dall'antichità le popolazioni ci chiamavano le conserve dolci. In Italia, in passato, non c'era una grande tradizione di conservare la frutta perché grazie al suo clima la frutta fresca c'era tutto l'anno, a differenza dei paesi del nord. Solo più avanti le nostre popolazioni hanno capito che le conserve fatte in casa li appagavano perché erano sane, senza conservanti, coloranti o additivi e i prezzi erano più accessibili. La marmellata vera e propria è fatta con un purè di frutta (un solo tipo di frutta o frutta mista), quando ci sono anche i pezzi viene chiamata confettura (un solo tipo di frutta) e quando è fatta con il solo succo di frutta è chiamata gelatina. In questo contesto parleremo di marmellata anche se i procedimenti descritti di seguito rimangono validi anche per gli altri due tipi.


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    Come preparare una marmellata


    Per preparare una marmellata è indispensabile lo zucchero per la buona conservazione del prodotto e, naturalmente, la frutta. La buccia della frutta, i semi e torsoli sono utili perché contengono la pectina, una sostanza che rende la marmellata gelatinosa durante la bollitura, ma questo porta ad allungare il tempo di cottura e quindi a perdere le vitamine della frutta; per ovviare a questo inconveniente si possono sostituire queste parti della frutta con delle bustine di pectina. Per chi soffre di diabete si può sostituire lo zucchero con il fruttosio. Nel realizzare la marmellata bisogna innanzitutto cuocere la frutta in acqua e pectina, ma se la frutta da cuocere è acquosa (uva, fragole...) non si deve mettere molta acqua. Quando l'acqua sarà stata assorbita va aggiunto lo zucchero mescolando spesso. Se durante la cottura si dovesse formare della schiuma, toglietela con un mestolo perché la marmellata deve risultare il più trasparente possibile. Per vedere se la marmellata è pronta esistono tre modi: se prendendola con il cucchiaio cola con difficoltà; se mettendo qualche goccia in bicchiere di acqua fredda la marmellata va a fondo senza sciogliersi; se mettendola in un piano inclinato non scorre bene. Dopodiché va messa nei barattoli quasi colmi, perché raffreddandosi perde umidità e quindi il livello si abbassa, poi va chiusa dopo un giorno e in questo tempo va tenuta al riparo da correnti d'aria e coperta da una garza. I barattoli chiusi ermeticamente vanno conservati in luogo fresco e asciutto e quando ne inizierete uno poi mettetelo in frigo. La marmellata se fatta correttamente è molto energetica perché contiene zuccheri, vitamine, valori nutritivi, potassio, sali minerali e cellulosa; è di più facile digestione rispetto alla frutta fresca, corregge l'acidità gastrica ed è un coadiuvante nelle affezioni epatiche, inoltre è indicata per i bambini affetti da acetone.


    Le marmellate della Nonna


    Salve, ho deciso di scrivere questa guida un po' per scherzo e un po' per sport ...

    Premetto che si possono fare le marmellate con quasi tutti i tipi di frutta, io ne ho fatte con melone, ananas, kiwi, melograno ecc ecc .

    Per fare una buona marmellata la frutta deve essere di buona qualita', non usate frutta troppo matura o in parte bacata, la marmellata non riuscirà al meglio.

    Ho notato che quasi tutte le ricette consigliano di usare la stessa quantità di zucchero del peso della frutta se non il doppio, ebbene cio' non è sempre vero, potete usare anche la meta' del peso della frutta di zucchero, vi riuscirà una marmellata molto meno dolce e stucchevole ma gradevolissima ugualmente e si conservera' perfettamente lo stesso.

    Allora cominciamo ... diciamo che vista la stagione vogliamo fare una marmellata di pesche ...

    Prendiamo un chilo di pesche mature al punto giusto e mezzo chilo circa di zucchero. Peliamo le pesche e le tagliamo a pezzi non troppo grossi, a questo punto possiamo decidere di usare due metodi altrettanto validi. Possiamo mettere in pentola direttamente la frutta e lo zucchero e procedere alla cottura, oppure possiamo mettere il tutto in una terrina con un paio di cucchiai di succo di limone, e lasciar riposare un paio d'ore per poi procedere alla cottura. La cottura deve procedere a fuoco lento fino al momento in cui la frutta è cotta e il tutto si è addensato. Un ottimo metodo di valutazione del momento in cui la marmellata è pronta è di far scivolare una goccia del composto su di un piatto bagnato d'acqua inclinato, non deve correre ma scendere lentamente, attenzione non troppo lentamente... Tenete presente che la marmellata calda è molto più fluida che non dopo raffreddata. Se dovesse essere troppo densa potete a questo punto aggiungere qualche cucchiaio di acqua o del succo di limone.

    Io uso a questo punto un sistema collaudato da anni per invasare e conservare le marmellate, preparo i classici vasetti Bormioli, puliti e asciutti, vi invaso la marmellata bollente prelevata direttamente dalla pentola sul fuoco, richiudo con i tappi appositi rigorosamente nuovi e capovolgo i vasetti su di un piano in modo che la marmellata bollente sterilizzi i tappi. Lascio raffreddare il tutto in quella posizione e poi a vaso freddo li etichetto con il tipo di frutto.

    Per le marmellate di agrumi consiglio di usare la buccia perfettamente lavata di frutta da agricoltura biologica e non trattata, attenzione usate solo la parte colorata della buccia, il bianco è amaro, spremete il succo e versate nella pentola con il succo anche la parte di polpa che rimane sullo spremiagrumi.

    A questo punto non mi resta che augurarvi buona colazione o buona merenda .

     
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    Marmellata Della Nonna

    Voglio iniziare con una ricetta che mi ha insegnato mia nonna Rina :) La facevamo insieme con le prugne del suo giardino e con le spezie dei miei viaggi, un piacevole ricordo...


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    Ingredienti per 4 persone

    1 kg* di prugne varietà Stanley (*denocciolate)
    1 kg di zucchero
    1 limone non trattato
    spezie a piacere (vaniglia, chiodi di garofano, cannella)
    opzionale: pectina per velocizzare l'esecuzione ed eventualmente dimezzare la dose di zucchero

    Preparazione


    Lavare accuratamente le prugne (se non le avete colte da un albero personalmente non guasta un passaggio in bicarbonato...)
    togliere il nocciolo e tagliare ogni frutto in 8 o 12 pezzi, a seconda della grandezza dei frutti.
    Il peso si fa ora :)
    La ricetta tradizionale di mia nonna prevede che si riempa un grande pentolone con la frutta, lo zucchero, il succo di un limone, la scorza di limone (NB: solo la parte gialla!!!) e si mescoli a fuoco lento per ALMENO un ora! Si smetterà di cuocere quando la consisenza sarà quella desiderata. Versare la marmellata in barattoli precedentemente lavati accuratamente e precedentemente sterilizzati con un passaggio nel forno caldo (così faceva mia nonna). Chiudere benissimo, specialmente se riutilizzate barattoli usati, e capovolgere subito, dopo 5 minuti è possibile rigirare i barattoli. La marmellata è pronta!!!
    La cosa meravigliosa di questa semplice preparazione che ha la sua forza nella qualità degli ingredienti è che si ottiene una sorta di pasta dura veramente prelibata... quasi una enorme gelatina (come le caramelle per intenderci) profumatisisma! che si può mangiare direttamente col cucchiaino o spalmata sul pane.
    La mia versione aggiunge alcune spezie che amo particolarmente: un po' di cannella (non quella tritata, è decisamente più buona quella in bastoncini, io di solito ne spezzetto un po', ma non esagerate!), vaniglia (una o due - se piccole- bacche spezzettate), eventualmente pochi chiodi di garofano.
    Per velocizzare i tempi è possibile utilizzare della pectina (vendono delle confezioni in buste appositamente dosate per fare marmellate in rapporto frutta/zucchero 1:1 o 2:1).
    Un altro modo per velocizzare, ma non così tanto, è aggiungere una mela, finemente tritata.


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    MARMELLATA DI PEPERONCINI FRESCHI (Di Maria Eugenia, Italia)


    Lavate un mazzetto di peperoncini freschi e tritateli col mixer (ne bastano 100 grammi), aggiungete pari peso di zucchero, un pizzichino di sale, un bicchierino di vinsanto e uno di acqua fredda. Ponete sul fornello in un pentolino a fuoco bassissimo per almeno un'ora. Fate attenzione che non si asciughi troppo, altrimenti cristallizza: eventualmente aggiungete altra acqua caldissima. Come tutte le marmellate è pronta quando vela il cucchiaio.
    Potete servirla con formaggi, carne o pesce, avvertendo gli ospiti che è estremamente piccante. Per i formaggi io consiglio di diluirne un cucchiaino in mezza tazza di miele.

     
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    Marmellata di uva

    Come preparare la ricetta Marmellata di uva

    Marmellata di uva abruzzese


    La marmellata di uva, qui in Abruzzo, è un classico per le preparazioni dei dolci natalizi e comunque, viene usata molto anche nelle pasticcerie, panifici e anche supermercati che fanno preparazioni all'interno dei punti vendita, per fare delle ottime crostate.
    Io ho avuto modo di provare un pò tutte quelle in commercio e purtroppo, devo dire, che anche quelle di ottima qualità (di quelle che costano un occhio insomma) non danno lo stesso risultato della marmellata fatta in casa.
    Mia madre la faceva sempre, ogni anno e, quando è venuta a mancare, mi sono rimasti diversi vasetti, durati anche diversi anni. Poi, l'anno scorso, ho deciso di provare a farla. Non per altro, ma negli anni passati ero convinta di poter avere lo stesso risultato (parlo dei dolcini di Natale) con quelle acquistate. Purtroppo però mi sono dovuta ricredere. Ricordavo per sommi capi come la faceva lei, ma tenete conto che sono già dieci anni che lei non c'è più? quindi, non sapevo proprio come regolarmi, soprattutto se tenete conto del fatto che si trattava di una marmellata che non ha bisogno di sterilizzazioni.
    Alché, con l'ausilio telefonico di mia zia (la sorella di mia madre) che vive in tutt'altra parte dItalia, mi sono cimentata in quest'impresa e devo dire, con mio grande piacere di esserci riuscita pienamente. Lo scorso anno, feci giusto un piccolo quantitativo di uva (piccolo per modo di dire), tanto da avere come risultato un paio di barattoli da è kg l'uno utilizzati interamente per i fritti natalizi (che faccio ogni anno e non ho mai il tempo di postare? quest'anno mi dovrò impegnare quantomeno a fare un po' di foto, poi magari, le posterò in momenti di tregua), anche perchè in genere, vengono fatti proprio pochissimi giorni prima del Natale.
    Partiamo dal tipo di uva che si utilizza da queste parti: in genere montepulciano, non mi chiedete perché? però il sapore è ottimo.
    Vi faccio un'altra premessa: impossibile pesare e prendere tempi di cottura, tutto dipende da quanto è dolce il frutto che si utilizza e dal sole o dall'acqua che ha preso nel periodo della maturazione.
    Non pensiate che sia difficile, anzi, vi assicuro, che a parte i tempi di cottura piuttosto lunghi, è veramente molto facile e di poco impegno.
    Ho chiesto a mio padre di procurarmi dell'uva buona, visto che abbiamo una casetta in campagna, ha chiesto ai contadini che hanno un vigneto proprio accanto, di poterne avere un pò. Questa per lui è un po'

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    Mi sono leggermente spaventata quando è arrivato con quella cesta, ma del resto, visto che alla fine si stringe, si stringe e ne rimane ben poca? mi sono armata di santa pazienza, munita di guanti (a meno che non vogliate cambiare il colore delle vostre mani e soprattutto delle vostre unghie per una settimana senza l'utilizzo dello smalto) e ho iniziato a lavarla e separarla dai raspi.
    Mi si sono riempiti tre pentoloni che ho messo a bollire senza aggiunta di nulla (né acqua e né zucchero), anche perché del resto l'acqua esce fuori da sé, man mano che la frutta si ammorbidisce, per circa un'ora e mezza, due. Le pentole le tengo coperte con un coperchio, appoggiato sopra, tanto da non chiudere ermeticamente tutto, in maniera che il vapore possa fuoriuscire lentamente, iniziando così a far addensare la frutta. La fiamma deve essere molto bassa e non deve essere mai alzata. Insomma, fino a che non ho ottenuto questo risultato e gli acini risultano completamente ammorbiditi.

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    A questo punto, prendo il passaverdura quello classico, metto il disco con i buchini più piccoli ed inizio a passare l'uva, ottenendo così un composto piuttosto liquido. Mi raccomando, prima di iniziare questa operazione, lasciate raffreddare un pochino il tutto, altrimenti eventuali schizzi potrebbero essere causa di brutte bruciature.
    Quando non esistevano i passaverdura, veniva usato un aggeggio, o meglio una caccavella, della stessa forma di un setaccio, però non aveva maglie strette e quadrate, bensì più larghe ed allungate chiamato "cruvelluccio" e l'uva veniva passata a mano (chissà che fatica!)
    Questo è il liquido ottenuto

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    Riprendo il liquido e senza aggiungere ancora nulla, ricomincio la cottura, sempre con un coperchio sopra, magari appoggiando un cucchiaio di legno sulla pentola e poi sopra il coperchio, oppure cercando sempre di tenerlo leggermente socchiuso, sempre per permettere la fuoriuscita del vapore. La fiamma dev'essere sempre bassissima e non è necessario girare in continuazione, l'importante è usare delle pentole con un buon fondo, insomma, di quelle dove è difficile che gli alimenti possano attaccarsi sotto e non dimenticarsi di dargli un'occhiatina ogni tanto.
    La cottura durerà, a seconda delle quantità contenute nella pentola, io vi porto ad esempio una pentola che ha una capienza di sei litri, circa 5/6 ore. Quando la marmellata sarà così (lo so, sembra molto liquida, ma diffidate del suo aspetto

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    E' giunto il momento di aggiungere lo zucchero. Altra nota dolente: nemmeno questo può essere misurato o quantificato, perchè tutto dipende da quanto è dolce l'uva. Io mi regolo così: aggiungo prima (sempre tenendo come misura la pentola da sei litri) 200 gr di zucchero tutto insieme, mescolo bene e poi si procede ad assaggi, in pratica aggiungo circa 100 gr. di zucchero alla volta, finché non ho raggiunto la dolcezza desiderata. In genere non ne occorre molto, per il pentolone da sei litri, ne avrò utilizzato più o meno 300/350 gr. Mi raccomando: prima di effettuare questa operazione, spegnete la fiamma sotto la pentola, aspettate che non bolla più e solo allora, togliete il coperchio e aggiungete lo zucchero (rischiereste di scottarvi)
    Riaccendere la fiamma e far bollire (e qua inizia a schizzare tanto come ogni brava marmellata normalmente fa) per circa un mezz'oretta o poco più, insomma, il tempo di far incorporare bene lo zucchero al resto della frutta.
    Vi sembrerà ancora liquida, perché il suo aspetto sarà questo

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    Lasciatela prima raffreddare e poi potete invasarla. Già, perché a differenza di altre marmellate o confetture questa non dev'essere invasata subito. Io in genere, aspetto che si raffreddi, poi prendo i barattoli, ben lavati e asciugati, li riempio per benino, magari sbattendoli bene sul tavolo o sul piano di lavoro, per evitare bolle d'aria, e sopra, ci metto un pò di liquore: rhum, brandy, marsala, insomma, quello che avete in casa, anche alcool puro, giusto per ricoprire appena la superficie. Questo farà sì che non si creino muffe e la marmellata non prenda odori strani.

    Eccola, è pronta per essere conservata (come vi ho detto prima anche per anni) o utilizzata subito!

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    Dimenticavo: possono essere utilizzati anche altri tipi di uva per fare questa marmellata, anche bianca, e sinceramente, mia madre, prima di conoscere i procedimenti di sterilizzazione dei vasetti o dell'utilizzo di pectine per fare le confetture, tutte le marmellate, con qualsiasi tipo di frutta, le faceva così. L'unico neo è che per altri tipi di frutta, cambiava parecchio il sapore da quello originale. Ma giustamente se non si conoscevano altri metodi di conservazione, non penso ci fosse molta scelta... Del resto ci ha cresciuti a crostate e dolci fatti in casa utilizzando sempre cose genuine (e per scarsità di possibilità monetarie e per amore per la cucina) e questi sapori sono parte dei ricordi che ancora ho di lei.
     
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  4. tappi
     
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    GRAZIE LUSSY
     
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    GRAZIE LUSSY
     
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  7. tomiva57
     
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    grazie lussy...ed ora !..chi è la cuoca??...non io ..brava!!!! :36_1_55.gif:
     
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    la..confettura di fragole..marmellata

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    La confettura di fragole è sicuramente una delle conserve più gradite.
    È veramente ottima per formare crostate o da spalmare sul pane o sulle fette biscottate: piace a grandi e piccini ed è una vera prelibatezza se si ha la fortuna di trovare fragole non troppo mature ma rosse e saporite.
    Ancora meglio poi, se la confettura viene preparata con fragole che crescono nel proprio orto o se si trovano in un bosco!


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    Come può mancare nella nostra dispensa la marmellata di fragole? Una delle più classiche e semplici marmellate italiane.

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    Ingrediente base fragole
    Indicazioni nutrizionali ricetta vegetariana, senza glutine
    tipologia cucina tradizionale
    conservazione possibile
    stagione primavera
    difficoltà bassa


    MARMELLATA DI FRAGOLE N° 1
    1 kg di fragole, 800 gr di zucchero
    Dopo aver pulito le fragole, gettarle in acqua abbondante e farle immediatamente sgocciolare. Tagliarle in due e metterle con lo zucchero in una terrina, mescolare e lasciar riposare almeno per 12 ore. Il giorno dopo si mettono al fuoco e si faranno cuocere finché la marmellata avrà preso la giusta consistenza. Invasare e quando la marmellata sarà fredda chiudere ermeticamente i vasi.


    MARMELLATA DI FRAGOLE N° 2

    1 kg di fragole, 1 kg di zucchero
    Dopo aver pulito le fragole, si mettono in abbondante acqua e si fanno poi subito sgocciolare. Porle in una casseruola con lo zucchero e farle cuocere finché la marmellata non avrà assunto una consistenza e una trasparenza sufficienti. Versarla nei vasi e quando sarà fredda chiudere ermeticamente.


    MARMELLATA DI FRAGOLE N° 3

    1 kg di fragole, 750 gr di zucchero, 200 gr di acqua
    Pulire c lavare le fragole e metterle a sgocciolare. Porre in una casseruola lo zucchero e l'acqua e portare lo sciroppo a 33° levarla quando una goccia versata su un piatto si rapprenda.

    MARMELLATA DI FRAGOLE AL LIMONE

    1 kg di fragole, 1 kg di zucchero, 2 limoni
    Scegliere delle belle fragole sane e mature, pulirle, gettarle in tanta acqua fresca e farle sgocciolare subito. Tagliarle a pezzi e metterle in una terrina con lo zucchero, mescolare e lasciar riposare per 3 o 4 ore. Porre in una casseruola la frutta, il succo dei 2 limoni e far cuocere a fuoco moderato per 15 o 20 minuti. Riempire i vasi e chiuderli ermeticamente.

    CONSERVA DELICATA DI FRAGOLE

    1 kg di passato di fragole, 250 gr di zucchero
    Durata della sterilizzazione: in recipienti piccoli 25 minuti, grandi 30 minuti, grandissimi 35 minuti a 90°.
    Si prendono fragole mature, si puliscono, si lavano velocemente in tanta acqua e si lasciano scolare. Per separarle dai semi si fanno passare attraverso un setaccio di crine. Per ogni kg di frutta passata si aggiungono 250 gr di zucchero e si lascia cuocere finché avrà raggiunto la giusta densità. Si versa calda nei recipienti e, quando sarà fredda, si sterilizza.

    GELATINA DI FRAGOLE

    500 gr di succo di fragole,
    375 gr di zucchero, 100 gr d'acqua
    Dopo aver pulito e lavato le fragole, metterle in una casseruola e farle cuocere finché si saranno quasi disfatte. Metterle quindi in una tela di lino e far colare tutto il succo lasciandovele almeno per 12 ore. Si pesa il succo, poi si prende l'acqua e lo zucchero nelle proporzioni indicate e si fa cuocere finché diventa limpido, si unisce allora il succo delle fragole e si lascerà al fuoco finché diventa gelatina.

    SUCCO DI FRAGOLE

    3 kg di fragole, 1 kg di zucchero, 800 gr d'acqua
    Durata della sterilizzazione: 60 minuti a 100°.
    Sono da preferirsi per questa ricetta le fragole di bosco ben mature e già un poco molli. Dopo averle pulite, lavate e fatte completamente sgocciolare, si mettono in una terrina. Si prendono ora l'acqua e lo zucchero, si fa uno sciroppo a filo e lo si versa sulle fragole, si copre il recipiente e si mette per 3 giorni nella dispensa o meglio in cantina. Poi si versa il tutto in un telo di lino e si filtra. Si mette il succo nelle bottiglie e si sterilizza.


    FRAGOLE AL VAPORE

    500 gr di fragole,
    350 gr di zucchero

    Durata della sterilizzazione a vapore: 45 minuti a 100°.
    Tutte le qualità di fragole, quando non sono troppo mature, sono adatte per essere conservate a vapore. si dispongono le fragole nel vaso, si aggiunge lo zucchero, quindi si chiude il vaso ermeticamente e si sterilizza a vapore.

    FRAGOLE AL NATURALE CON LO ZUCCHERO

    1 kg di fragole,
    250 gr di zucchero
    Durata della pastorizzazione: in vasi piccoli 20 minuti, grandi 25 minuti a 75°.
    Le fragole appartengono a una categoria di frutta assai delicata, devono quindi essere trattate con molta cura. Se si seguiranno tutti gli avvertimenti, si otterranno delle squisite fragole al naturale. Si toglie alle fragole il picciolo torcendolo (e non strappandolo), si lavano in molta acqua fresca e si fanno Subito scolare, si dispongono quindi in un recipiente largo e piatto, si cospargono con lo zucchero e si lasciano per 24 ore in un luogo fresco. Il giorno dopo si mettono le fragole in una padella larga e si lasciano a fuoco moderato in modo che sentano appena il calore e si affloscino. Si deve scuotere spesso il recipiente e, prima che le bacche si siano troppo scaldate, si mettono su un setaccio largo di crine per farle sgocciolare. Si dispongono quindi nei vasi in modo che rimangano il più possibile le une vicino alle altre. Si mette al fuoco e si fa condensare una parte di succo in modo che prenda un colore più scuro e si versa caldo sulle fragole. Si chiudono i vasi ermeticamente e si pastorizza. Le fragole così conservate mantengono abbastanza il loro colore, ma purtroppo, come spesso avviene, galleggeranno nei vasi perché durante la pastorizzazione si riduce ancora il loro volume.


    FRAGOLE GIULEBBATE

    500 gr di fragole, 500 gr di zucchero, 150 gr d'acqua, 1 cucchiaio di alkermes
    Occorrono per questa ricetta delle fragole scelte di giardino, meglio se fragole-ananas. Si toglie il picciolo alle fragole, che si mettono in una terrina e si cospargono di zucchero. Mettere al fuoco 150 gr d'acqua e 500 gr di zucchero e, quando incomincia leggermente a filare, cioè a 34° o 35°, si aggiungono le fragole e il succo che avranno formato. Si fa alzare il bollore soltanto una volta, poi si levano le fragole e si rimettono nella terrina. Si lascia bollire lo sciroppo ancora 10 minuti circa, si aggiunge un cucchiaio di alkermes per dare colore al sugo, quindi si versa sulle fragole. Il giorno dopo, si cola ancora una volta lo sciroppo, si fa bollire ancora 15 minuti e, quando cade dal cucchiaio a gocce larghe e fitte, si fa un poco raffreddare e si versa sulle fragole già tagliate e messe nei vasi. Quando tutto sarà freddo si chiuderanno i vasi ermeticamente.

    FRAGOLE AL MADERA O AL CHERRY

    500 gr di fragole, 150 gr di zucchero, madera o cherry
    Si prendono delle belle fragole mature ma non molli, si dispongono nei vasi alternandole con lo zucchero, si riempiono poi i vasi con tanto madera o cherry da ricoprire le fragole. Si chiudono ermeticamente i vasi e si conservano in cantina. Le fragole cosi preparate si trovano presso ogni casa in Inghilterra.

    FRAGOLE IN ACQUAVITE

    1 kg, di fragole, 1 l di acquavite, 1 kg di zucchero
    Si puliscono le fragole e si dispongono in un vaso. Si mette lo zucchero al fuoco con l'acquavite e, quando si sarà tutto sciolto, lo si versa sulle fragole. Si chiude ermeticamente il vaso e lo si conserva in cantina o in un luogo fresco.
     
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    grazieeeeeeeeeeeeeee
     
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  11. tomiva57
     
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    ....TRA IL BUDINO E LA MARMELLATA...


    Sugol con la Crepada
    sugolo-duva

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    Cos’è il Sugol con la Crepada?



    Il sugolo è una crema di mosto molto conosciuta nel mantovano. Se ben preparata si presenta soda, vellutata, con un bellissimo colore violaceo, dal gusto intenso, particolare e leggermente asprigno. Il nome crepada non deriva, come si ritiene, dalle crepe che si formano sulla superficie dopo appena qualche giorno dalla cottura, ma dal chicco d’uva nera che viene cotto sino a quando la buccia non si fende, non si apre, non si crepa appunto.

    Tipo d’uva:
    Per la migliore riuscita del piatto occorrerebbe dell’uva fragola detta anche in alcune zona uva americana perché dolciastra, ma si possono ottenere risultati equivalenti anche con altri tipi di uve purchè molto dolci e non trattate .

    Procedimento:

    1. Staccare i chicchi dal raspo, sistemarli in una pentola e portare a cottura, a fiamma normale, sino a che non si rompono. Questa operazione consente di estrarre le sostanze tanniche che si trovano nella buccia e che daranno il gusto e la colorazione tipica al piatto.
    2. Spremere bene gli acini con le mani, aiutandosi magari con un colapasta o un setaccio, stando bene attenti che nessun seme entri nel liquido.
    3. Unire poi, stemperando bene con una frusta, 1 etto di farina bianca doppio zero per litro di mosto. Niente zucchero perchè è già sufficiente quello dell’uva stessa se vendemmiata verso la fine di ottobre. Per essere assolutamente certi che non ci siano grumi, sarebbe bene passarla al setaccio.
    4. Porre sul fuoco menando continuamente. Dopo esattamente cinque minuti dalla ebollizione, spegnere e versare in zuppierette secondo il numero dei componenti della famiglia in modo che poi, al momento del consumo, non residui nulla.

    Va consumato assolutamente freddo. Si può conservare in frigorifero anche per un mese. In questo caso, prima di servirlo, basta togliere la muffa che si sarà certamente formata in superficie chè non è segno di deterioramento della sugolo, ma indice di genuinità. Parimenti non ci si deve preoccupare di eventuali granelli che si dovessero avvertire alla manducazione in quanto dovuti alla naturale agglomerazione degli zuccheri.
     
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    GRAZIE IVANA
     
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    miele di fichi (ricetta classica)

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    tempo di preparazione 2 h + 12
    fuochi 1
    costo

    ingredienti
    fichi maturi (almeno 3 Kg)

    Posizionare i fichi uno attaccato all'altro in una pentola larga (massimo 2 strati) cercando di non lasciare spazio tra loro senza schiacciarli.

    Coprire con acqua (appena al di sopra dei fichi)

    Bollire a fuoco basso sino a che diventeranno bianchi.

    Mettere il tutto in una tela ed appenderla a fagotto. con sotto un recipiente

    Lasciare scolare tutta la notte, quindi spremere ancora un poco attraverso la tela.

    Rimettere il liquido sul fuoco e fare restringere sino a quando diventerà della consistenza del miele.

    Da 3 Kg di fichi ne otterrete circa una bottiglietta da crodino

    Ottimo in piccolissime dosi su dolci tipo parfe o semifreddi, si conserva 2 anni in frigo chiuso in una bottiglietta. Qualora diventasse duro è sufficiente scaldarlo a bagno maria ed aggiungere qualche cucchiaio di acqua bollente, quoindi lasciarlo raffreddare e rimetterlo in frigo

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