Jack Nicholson

BIOGRAFIA..FOTO..FILM...VITA PRIVATA..NEWS.. TA..

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    Administrator
    Posts
    112,793
    Location
    Milano

    Status
    Offline
    Jack Nicholson




    John Joseph Nicholson, Jr. (Neptune, 22 aprile 1937) è un attore, regista, sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense.

    Biografia


    Gli inizi

    Jack Nicholson cresce sotto la cura della nonna Ethel May (1899-1970), dopo la disgregazione della sua famiglia dovuta all'abbandono del padre (Donald Nicholson) subito dopo la sua nascita. Fino all'età di 17 anni, Nicholson viene tenuto all'oscuro della reale situazione familiare: pensa che Ethel sia sua madre, mentre June (1921-1963), la madre naturale, che lo aveva avuto a soli 16 anni, sua sorella maggiore. Scopre la verità da un giornalista a caccia di uno scoop.

    A 17 anni decide di trasferirsi a Los Angeles, dove inizia la sua carriera nel mondo del cinema, partecipando ai corsi di arte drammatica di Jeff Corey, tenuti da Martin Landau. Nel frattempo incontra e stringe amicizia con diversi personaggi, tra i quali Dennis Hopper, Harry Dean Stanton e Roger Corman, il che gli permette di esordire sul grande schermo. Nel 1960, infatti, Corman dirige il film La piccola bottega degli orrori, scegliendo Nicholson tra gli interpreti.

    Due anni dopo sposa Sandra Knight, conosciuta sul set de "La vergine di cera" di Roger Corman, dalla quale avrà la prima figlia Jennifer (oggi stilista), ma il loro matrimonio dura cinque anni, fino al 1967.

    I primi successi

    Il primo successo arriva nel 1969 con Easy Rider, un film-manifesto per quegli anni. La sua interpretazione di George Hanson, un avvocato alcolizzato in cerca di nuove emozioni, resa celebre da uno strampalato discorso sui Venusiani, ottiene una nomination all'Oscar come "miglior attore non protagonista". In Easy Rider, Nicholson lavorerà al fianco di Dennis Hopper attore,regista e co-sceneggiatore del film insieme a Peter Fonda.

    Negli anni '70 non nasconde l'uso di stupefacenti , e si schiera politicamente contro la guerra del Vietnam, manifestando apertamente contro il governo statunitense. Nicholson, all'epoca, è infatti molto impegnato politicamente. Una passione, quella per la politica, che gli resterà anche negli anni a venire tanto che presenzierà, anni dopo, nel 1992, all'insediamento alla Casa Bianca del presidente Bill Clinton candidato dal partito democratico vincente dopo quindici anni di governo repubblicano.

    Il successo planetario

    Dopo Easy Rider (nomination all'oscar come miglior attore non protagonista) la sua carriera viene lanciata improvvisamente, e diventa uno degli attori più richiesti ad Hollywood. Il passo successivo vede Jack interpretare Robert Eroica Dupea in Cinque pezzi facili, interpretazione che gli vale una candidatura al premio oscar come miglior attore protagonista; poi, dopo esser stato diretto da Mike Nichols (regista de Il laureato) in Conoscenza carnale, è protagonista nel 1973 de L'ultima corvè, interpretazione che gli vale una candidatura agli oscar, non riuscendo però ancora ad aggiudicarsi il titolo. Ma a questo punto la svolta, siamo nel 1974 e Nicholson interpreta il detective Jake "J.J." Gittes, accanto a Faye Dunaway, diretto da Roman Polanski in uno dei massimi capolavori del regista: Chinatown; la parte gli permette di vincere un Golden Globe come miglior attore protagonisa (e il film si aggiudica miglior film, regia e sceneggiatura, bissando tutti i quattro premi, ad eccezione del miglior film, ai Bafta Awards 1975) e per tutto ciò il film arriva super favorito agli Oscar dello stesso anno con ben undici nomination, tra cui miglior film, regia, attore, attrice, e sceneggiatura, ma la sorte vuole che tra Chinatown e la statuetta dorata si interponga Il Padrino parte II, di Francis Ford Coppola, che pure essendo candidato in meno categorie riesce a strappare sei Oscar tra cui miglior film e regia; unico premio per Chinatown è la miglior sceneggiatura originale e Jack viene battuto da Art Carney in Harry e Tonto. L'anno seguente viene diretto da Michelangelo Antonioni in Professione: reporter e nello stesso anno, 1975, riesce finalmente a strappare all' Academy il premio Oscar come migliore attore protagonista per la straordinaria interpretazione di Randle Patrick McMurphy in Qualcuno volò sul nido del cuculo di Milos Forman che si aggiudica le cinque statuette più importanti (film, regia, attore, attrice e sceneggiatura non originale). Dopo il planetario successo del film, Jack è diretto da Elia Kazan in Gli ultimi fuochi e nel 1980 arriviamo ad una delle sue migliori interpretazioni di sempre: quella di Jack Torrance in Shining di Stanley Kubrick. Poi diretto da Warren Beatty in Reds (nomination all'oscar come migliore attore non protagonista) finché non si arriva nel 1983 quando, diretto dall'amico James L. Brooks vince nuovamente il premio Oscar come miglior attore non protagonista per Voglia di tenerezza, film che si aggiudica anche miglior film, miglior regia e attrice. Passano gli anni e le interpretazioni dell'attore sono sempre di altissimo livello, ciò dimostrato dai numerosi premi e nomination al premio oscar che riceve (L'onore dei Prizzi, Ironweed e Codice d'onore). Poi nel 1997 viene nuovamente diretto da James L. Brooks, questa volta però come protagonista, in Qualcosa è cambiato, dove vince per la terza volta (record assoluto) il premio oscar.






    Gli anni recenti

    Nel 1997, dopo l'oscar e il successo, forse stanco, decide di allontanarsi dalle scene per un po' di tempo. Ritorna nel 2001 con La promessa, diretto da Sean Penn, dove offre una buona prova, in un cast pieno zeppo di celeberrimi attori tra i quali Benicio del Toro, Patricia Clarkson, Aaron Eckhart, Helen Mirren e tanti altri. L'anno successivo è lo straordinario protagonista di A proposito di Schmidt, dove la parte di Warren Schmidt, letteralmente disegnata su Nicholson, gli permette un'altra volta di arrivare super favorito ai Golden Globes (che vince) e agli oscar dove trova però alcuni monumenti del cinema come Daniel Day-Lewis e Michael Caine; a sorpresa vince Adrien Brody protagonista de Il pianista di Roman Polanski. L'anno dopo è protagonista di due simpaticissime commedie: Terapia d'urto di Peter Segal accanto ad Adam Sandler e Tutto può succedere di Nancy Meyers accanto a Diane Keaton. Per un paio d'anni si riposa per poi tornare nel 2006, collaborando per la prima volta con Martin Scorsese, per The Departed, dove interpreta un pazzo e luciferino boss di origine irlandese braccato dalla polizia: Frank Costello (non l'omonimo boss esistito, ma un personaggio che si ispira a James J. Bulger). Nel film Non è mai troppo tardi (2007) interpreta la parte di un vecchio e sarcastico miliardario Edward Cole, scopertosi malato terminale di cancro, dove ha per compagno di stanza d'ospedale Morgan Freeman, anch'egli malato terminale di cancro.

    Vita privata

    È un sostenitore del Partito Democratico statunitense, e per le presidenziali del 2008 ha appoggiato la candidatura di Hillary Clinton. È uno sfegatato tifoso dei Los Angeles Lakers, squadra di basket dell'NBA e dei New York Yankees,squadra di baseball dell'MLB. Noto e instancabile playboy, ha avuto una lunga relazione con l'attrice Anjelica Huston, iniziata negli anni '70 e terminata nei primi anni '90 quando la Huston stessa scoprì che Nicholson stava per avere un figlio da un'altra donna, Rebecca Broussard, dalla quale poi, di fatto, avrà Lorraine (1990) e Raymond (1992). E' lo storico vicino di casa di Marlon Brando, nonché acquirente (e successivamente venditore) della proprietà di Brando dopo la sua morte.

    Curiosità

    * Nel 1996, la rivista inglese Empire lo classifica al sesto posto tra i migliori attori del secolo scorso.
    * Tutte le volte che ha vinto il premio oscar, la sua spalla femminile protagonista l'ha vinto: nel 1976 Louise Fletcher per Qualcuno volò sul nido del cuculo, nel 1984 Shirley MacLaine per Voglia di tenerezza e nel 1998 Helen Hunt per Qualcosa è cambiato.
    * E' l'attore chè ha ricevuto più nomination al premio oscar: ben dodici (otto come attore protagonista, quattro per non protagonista).
    * E' l'unico attore ad aver vinto tre premi oscar. Solo Walter Brennan ha ricevuto così tanti premi, ma solo nella categoria di attore non protagonista.
    * Insieme a Michael Caine e a Paul Newman è l'unico attore ad esser stato nominato ai premi oscar, per film prodotti in cinque decenni; per quanto riguarda Jack gli anni sessanta settanta ottanta novanta duemila.

    filmografia


    Oltre ad essere un attore, Nicholson ha anche diretto se stesso nei film Yellow 33 (1971), Verso il sud (1978) e Il grande inganno (1990), sequel di Chinatown.

    Attore

    * The Cry Baby Killer, regia di Jus Addiss (1958)
    * Too Soon to Love, regia di Richard Rush (1960)
    * La piccola bottega degli orrori conosciuto anche come Il piccolo negozio degli orrori (The Little Shop of Horrors), regia di Roger Corman (1960)
    * Vivi con rabbia (Studs Lonigan), regia di Irving Lerner (1960)
    * The Wild Ride, regia di Harvey Berman (1960)
    * The Broken Land, regia di John A. Bushelman (1962)
    * I maghi del terrore (The Raven), regia di Roger Corman (1963)
    * La vergine di cera (The Terror), regia di Roger Corman, Francis Ford Coppola, Monte Hellman, Jack Hill e Jack Nicholson (gli ultimi quattro non accreditati nei titoli) (1963)
    * Una nave tutta matta (Ensign Pulver), regia di Joshua Logan (1964)
    * Flight to Fury, regia di Monte Hellman (1964)
    * Back Door to Hell, regia di Monte Hellman (1964)
    * Le colline blu (Ride in the Whirlwind), regia di Monte Hellman (1965)
    * Il massacro del giorno di San Valentino (The St. Valentine's Day Massacre), non accreditato nei titoli, regia di Roger Corman (1967)
    * Angeli dell'inferno sulle ruote (Hells Angels on Wheels), regia di Richard Rush (1967)
    * La sparatoria (The Shooting), regia di Monte Hellman (1967)
    * Psych Out Il velo sul ventre (Psych-Out), regia di Richard Rush (1968)
    * Sogni perduti (Head), non accreditato nei titoli, regia di Bob Rafelson (1968)
    * Easy Rider (Libertà e paura) (Easy Rider), regia di Dennis Hopper (1969)
    * The rebel rousers, regia di Martin B. Cohen (1970)
    * L'amica delle cinque e mezza (On a Clear Day You Can See Forever), regia di Vincente Minnelli (1970)
    * Cinque pezzi facili (Five Easy Pieces), regia di Bob Rafelson (1970)
    * Conoscenza carnale (Carnal Knowledge), regia di Mike Nichols (1971)
    * Un posto tranquillo (A Safe Place), regia di Henry Jaglom (1971)
    * Il re dei giardini di Marvin (The King of Marvin Gardens), regia di Bob Rafelson (1972)
    * L'ultima corvè (The Last Detail), regia di Hal Ashby (1973)
    * Chinatown (Chinatown), regia di Roman Polanski (1974)
    * Professione: reporter, regia di Michelangelo Antonioni (1975)
    * Tommy (Tommy), regia di Ken Russell (1975)
    * Due uomini e una dote (The Fortune), regia di Mike Nichols (1975)
    * Qualcuno volò sul nido del cuculo (One Flew Over the Cuckoo's Nest), regia di Miloš Forman (1975)
    * Missouri (The Missouri Breaks), regia di Arthur Penn (1976)
    * Gli ultimi fuochi (The Last Tycoon), regia di Elia Kazan (1976)
    * Verso il sud (Goin' South), regia di Jack Nicholson (1978)
    * Shining (The Shining), regia di Stanley Kubrick (1980)
    * Il postino suona sempre due volte (The Postman Always Rings Twice), regia di Bob Rafelson (1981)
    * Reds (Reds), regia di Warren Beatty (1981)
    * Notre Dame de la Croisette (1981)
    * Frontiera (The Border), regia di Tony Richardson (1982)
    * Voglia di tenerezza (Terms of Endearment), regia di James L. Brooks (1983)
    * L'onore dei Prizzi (Prizzi's Honor), regia di John Huston (1985)
    * Heartburn - Affari di cuore (Heartburn), regia di Mike Nichols (1986)
    * Elephant's Child, Voce del narratore, regia di Mark Sottnick (1986)
    * Le streghe di Eastwick (The Witches of Eastwick), regia di George Miller (1987)
    * Dentro la notizia (Broadcast News), regia di James L. Brooks (1987)
    * Ironweed (Ironweed), regia di Hector Babenco (1987)
    * Batman (Batman), regia di Tim Burton (1989)
    * Il grande inganno (The Two Jakes), regia di Jack Nicholson (1990)
    * La gatta e la volpe (Man Trouble), regia di Bob Rafelson (1992)
    * Codice d'onore (A Few Good Men), regia di Rob Reiner (1992)
    * Hoffa: santo o mafioso? (Hoffa), regia di Danny DeVito (1992)
    * Wolf - la belva è fuori (Wolf), regia di Mike Nichols (1994)
    * Tre giorni per la verità (The Crossing Guard), regia di Sean Penn (1995)
    * Blood & Wine (Blood and Wine), regia di Bob Rafelson (1996])
    * Conflitti del cuore (The Evening Star), regia di Robert Harling (1996)
    * Mars Attacks! (Mars Attacks!), regia di Tim Burton (1996)
    * Qualcosa è cambiato (As Good as It Gets), regia di James L. Brooks (1997)
    * La promessa (The Pledge), regia di Sean Penn (2001)
    * A proposito di Schmidt (About Schmidt), regia di Alexander Payne (2002)
    * Terapia d'urto (Anger Management), regia di Peter Segal (2003)
    * Tutto può succedere (Something's Gotta Give), regia di Nancy Meyers (2003)
    * The Departed (The Departed), regia di Martin Scorsese (2006)
    * Non è mai troppo tardi (The Bucket List), regia di Rob Reiner (2007)

    Sceneggiatore

    * Thunder Island, regia di Jack Leewood (1963)
    * Flight to Fury, regia di Monte Hellman (1964)
    * Le colline blu (Ride in the Whirlwind), regia di Monte Hellman (1965)
    * Il serpente di fuoco (The Trip), regia di Roger Corman (1967)
    * Sogni perduti (Head), regia di Bob Rafelson (1968)
    * Yellow 33 (Drive, He Said), regia di Jack Nicholson (1971)

    Produttore

    * Le colline blu (Ride in the Whirlwind), regia di Monte Hellman (1965)
    * La sparatoria (The Shooting), regia di Monte Hellman (1967)
    * Sogni perduti (Heads), regia di Bob Rafelson (1968)
    * Yellow 33 (Drive, He Said), regia di Jack Nicholson (1971)
    * Il grande inganno (The Two Jakes), non accreditato come produttore, regia di Jack Nicholson (1990)

    Riconoscimenti

    Jack Nicholson è uno degli attori maggiormente premiati nella storia del cinema.

    Premio Oscar

    Nominato 12 volte, ha ottenuto tre riconoscimenti:

    * 1976 - Oscar al miglior attore per Qualcuno volò sul nido del cuculo
    * 1984 - Oscar al miglior attore non protagonista per Voglia di tenerezza
    * 1998 - Oscar al miglior attore Qualcosa è cambiato

    Premio Bafta

    Nominato 7 volte dal British Academy of Film and Television Arts, ha ottenuto quattro riconoscimenti:

    * 1975 ottiene due volte il premio come miglior attore per Chinatown e L'ultima corvè
    * 1977 Miglior attore per Qualcuno volò sul nido del cuculo
    * 1983 BAFTA al miglior attore non protagonista per Reds

    Festival di Cannes

    Nominato due volte ottiene il riconoscimento nel 1974 quale miglior attore per L'ultima corvè

    David di Donatello

    * 1975, David di Donatello quale miglior attore straniero per Qualcuno volò sul nido del cuculo

    Golden Globe

    Nominato 17 volte al Premio Golden Globe, ottiene il riconoscimento 7 volte:

    * 1975, Golden Globe per il miglior attore in un film drammatico per Chinatown
    * 1976, Golden Globe per il miglior attore in un film drammatico per Qualcuno volò sul nido del cuculo
    * 1984, Golden Globe per il miglior attore non protagonista per Voglia di tenerezza
    * 1986, Golden Globe per il miglior attore in un film commedia o musicale per L'onore dei Prizzi
    * 1998, Golden Globe per il miglior attore in un film drammatico per Qualcosa è cambiato
    * 1999, Golden Globe alla carriera, premio Cecil B. DeMille
    * 2003, Golden Globe per il miglior attore in un film drammatico per A proposito di Schmidt

    Doppiatori italiani

    Voci Ufficiali

    * Doppiato da Giancarlo Giannini in: Professione: reporter, Shining, Batman, Hoffa: santo o mafioso?, La promessa, Tutto può succedere , The Departed
    * Doppiato da Michele Gammino in: Verso il sud, Il postino suona sempre due volte, Reds, Frontiera, Codice d'onore, Wolf - La belva è fuori, Qualcosa è cambiato, A proposito di Schmidt, Terapia d'urto, Non è mai troppo tardi
    * Doppiato da Pino Colizzi in: L'onore dei Prizzi, Heartburn - Affari di cuore, Le streghe di Eastwick, Dentro la notizia, Ironweed, Il grande inganno, La gatta e la volpe, Mars Attacks!

    Altre Voci

    * Doppiato da Massimo Turci in: I maghi del terrore, L'amica delle cinque e mezza, Conoscenza carnale
    * Doppiato da Luciano Melani in: Easy Rider, Cinque pezzi facili, L'ultima corvè
    * Doppiato da Cesare Barbetti ne: Il re dei giardini di Marvin, Chinatown
    * Doppiato da Adalberto Maria Merli in: Qualcuno volò sul nido del cuculo
    * Doppiato da Pino Locchi in: Missouri
    * Doppiato da Michele Kalamera in: Gli ultimi fuochi
    * Doppiato da Luigi La Monica in: Voglia di tenerezza, Tre giorni per la verità
    * Doppiato da Oreste Rizzini in: Blood & Wine

    Fonte(Wikipedia.it)
     
    Top
    .
  2. gheagabry
     
    .

    User deleted




    Easy Rider







    Titolo originale Easy Rider
    Paese USA
    Anno 1969
    Durata 94 min
    Colore colore
    Audio sonoro
    Genere drammatico
    Regia Dennis Hopper
    Soggetto Peter Fonda, Dennis Hopper, Terry Southern
    Sceneggiatura Peter Fonda, Dennis Hopper, Terry Southern
    Produttore Peter Fonda
    Fotografia Laszlo Kovacs
    Montaggio Donn Cambern
    Effetti speciali Steve Karkus
    Musiche
    The Byrds
    Hoyt Axton
    Steppenwolf
    Bob Dylan
    Jimi Hendrix
    John Keene
    The Band
    Scenografia Robert O'Neil

    Interpreti e personaggi

    Peter Fonda: Wyatt "Capitan America"
    Dennis Hopper: Billy
    Jack Nicholson: George Hanson
    Phil Spector: Il contatto
    Mac Mashourian: Guardia
    Warren Finnerty: Rancher della Comune
    Tita Colorado: Moglie del rancher
    Luke Askew: Hippy sulla Highway
    Luana Anders: Lisa
    Sabrina Scharf: Sarah
    Robert Walker Jr.: Jack (nei panni di Robert Walker)
    Sandy Brown Wyeth: Joanne (nei panni di Sandy Wyeth)
    Antonio Mendoza: Jesus
    Karen Black: Karen
    Robert Ball: Mimo 1
    Carmen Phillips: Mimo 2
    Ellie Wood Walker: Mimo 3
    Doppiatori italiani
    Pierangelo Civera: Wyatt "Capitan America"
    Giancarlo Maestri: Billy
    Luciano Melani: George Hanson

    Premi

    Festival di Cannes 1969: Miglior opera prima
    Kansas City Film Critics Circle Awards 1970: miglior attore non protagonista (Jack Nicholson)



    image


    Easy Rider è un film del 1969, diretto da Dennis Hopper.
    Interpretato dallo stesso Hopper e da Peter Fonda, nonché da uno straordinario Jack Nicholson, narra il viaggio attraverso l'America di due motociclisti, in totale libertà. Il film esprime una apologia della cultura e del mondo hippy. Alcune sequenze sono girate in 16 mm e poi ingrandite e sgranate[1].
    È considerato da molti critici il film simbolo della New Hollywood. Ha vinto il premio per la miglior opera prima al 22º Festival di Cannes e ha guadagnato due nomination all'Oscar come Miglior Sceneggiatura e Miglior Attore non Protagonista.
    Film importante perché si inserisce nel contesto culturale di quegli anni, cultura di controtendenza e voglia di evasione - libertà da una società medio borghese. Il tema del viaggio percorre e traccia le linee generali del film.
    Celebre la colonna sonora, composta da canzoni rock del periodo fine anni sessanta, e diventata un disco di grande successo che si tramanda tra le generazioni. Molti dei brani della colonna sonora sono stati raccolti nell'album dei Byrds Ballad of Easy Rider.
    Nel 1969 è stato insignito del premio Caméra d'or al Festival di Cannes. Nel 1998 è stato scelto per la preservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.




    Il film è stato girato nel 1967 in 6 settimane ma c'è voluto un anno e mezzo per montarlo.
    Col successo ottenuto per l'interpretazione nel film, Jack Nicholson decise di proseguire la carriera di attore che in quel periodo voleva abbandonare per fare il regista.
    Il film non si avvaleva di un vero e proprio copione: gran parte dei dialoghi sono improvvisati durante le riprese.
    È il primo film in cui i protagonisti fumano tranquillamente marijuana senza poi commettere atti criminali. Gli attori fumano realmente sul set, e nella scena in cui Jack Nicholson dice: con tutti gli strati sociali e ride, la risata è dovuta al fatto che era sotto l'effetto della droga e nella versione originale la frase risulta quasi uno scioglilingua.
    Durante la scena nella quale Fonda piange in cimitero vicino la statua della Madonna ripete più volte delle frasi non del tutto comprensibili: "Perché mi hai lasciato solo mamma". Sembra che quella battuta fosse stata detta casualmente durante una crisi del protagonista dovuto all'uso di LSD. La madre di Peter Fonda è realmente morta quando lui era ancora adolescente.
    La moto usata da Peter Fonda nel film è il modello Captain America del 1969, è stata costruita da Ben Hardy meccanico afroamericano di Los Angeles che aveva costruito il Pan di The Wild Angels (dove conobbe Peter Fonda). Hardy acquistò per 500 $ l'una quattro Hydra Glide del '49, '50 e '52 a un'asta della polizia. Le chopperizzò su idea dell'attore (dalla rivista LowRide n 17, novembre 2009).
    Quando Peter Fonda e Dennis Hopper, all'inizio del film, si fermano in una fattoria, Peter dice di venire da L.A. (Los Angeles). Il fattore non conosce però cosa lui intenda.
    Il soggetto della pellicola è ispirato al film italiano Il sorpasso di Dino Risi, uscito negli Stati Uniti con il titolo The Easy Life.

     
    Top
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    moderatori
    Posts
    43,236

    Status
    Offline
    grazie gabry..che birbantello!
     
    Top
    .
  4. tappi
     
    .

    User deleted


    GRAZIE
     
    Top
    .
  5. gheagabry
     
    .

    User deleted


    .

    40 anni fa Qualcuno volò sul nido del cuculo.

    Pluripremiato film di Forman e potente allegoria del '68. La prima volta fu il 19 novembre con un’anteprima in simultanea tra New York e Los Angeles: a cast riunito, con Jack Nicholson e Louise Fletcher in testa, il regista Milos Forman affrontava il giudizio del pubblico al suo vero debutto americano dopo un esordio tutto newyorchese da indipendente con “Taking Off”. Quella sera il trionfo decretato a “Qualcuno volò su nido del cuculo” cambiò per sempre la vita del regista cecoslovacco (emigrante di lusso a Hollywood) e del suo interprete principale, ormai un mito del cinema americano “indie” tra “Easy Rider” e “Conoscenza carnale”.

    Il giorno dopo il volo del Cuculo proseguì con il debutto al festival di Chicago e poi con la distribuzione in sala che si rivelò un inatteso successo al box office. Tra il gennaio e il marzo successivo arrivarono poi la consacrazione internazionale (il film incassò oltre 112 milioni di dollari nel mondo per approdare sugli schermi italiani il 12 marzo del ’76) e il diluvio dei premi: sei Golden Globe e ben 5 Oscar che celebravano il film, il regista, i due protagonisti e la sceneggiatura. Un autentico record eguagliato soltanto in altre due occasioni a Hollywood, all’epoca di “Accadde una notte” e poi del “Silenzio degli innocenti”. “Qualcuno volò sul nido del cuculo” ha tre padri, uno naturale e due putativi: lo scrittore Ken Kasey che nel 1962 riportò sulla pagina le sue esperienze di “cavia” di un ospedale psichiatrico dell’Oregon, dove aveva partecipato a un programma sperimentale della CIA sull’uso delle sostanze psichedeliche, trasformando il suo primo romanzo in un oggetto di “culto”, il testo di passaggio tra la Beat Generation di Allen Ginzberg e la cultura hippie degli anni ’60. Per anni Kirk Douglas che ne aveva acquisito i diritti cinematografici cercò di convincere i produttori a finanziare il film che voleva interpretare. Alla fine cedette il testimone al figlio Michael che trovò i fondi e arruolò Milos Forman per riscrivere la sceneggiatura. Per dissidi economici Ken Kasey fu tenuto ai margini e si è sempre rifiutato di vedere il film ed approvarlo.

    La parte dell’eroe ribelle Randle Patrick McMurphy doveva andare a James Caan, o a Gene Hackman e perfino a Marlon Brando. Fu scelto invece il 38enne Jack Nicholson che usciva dall’esperienza europea di “Professione Reporter” con Michelangelo Antonioni. La parte dell’infermiera Mildred Ratched era stata scritta per Ellen Burstyn che dovette rifiutare per assistere il marito, ricoverato a sua volta in un ospedale psichiatrico. Louise Fletcher accettò all’ultimo momento utile e il suo lavoro di “mimesi” interpretativa fu talmente eccezionale che spesso le lodi andarono alla Burstyn con una impressionante sovrapposizione involontaria. Ma le due rivelazioni del cast, al fianco di giovani sconosciuti come Danny de Vito o Christopher Lloyd, furono l’esordiente Brad Dourif (il fragile e suicida Billy Bibit) e il gigantesco Will Sampson che nella parte del “Grande Capo” Bromden divenne un’icona e contribuì alla causa dei nativi americani incarnando l’anelito di libertà che della storia è il più dirompente e rivoluzionario messaggio.

    Nel passaggio dal romanzo al film si perde invece il riferimento alla filastrocca originale ("Uno stormo di tre oche, una volò ad est, una volò ad ovest, una volò sul nido del cuculo “) che pure sopravvive nel titolo e ne spiega il senso, poiché in gergo americano il “nido” in questione è sinonimo di manicomio. Che si tratti di una metafora senza tempo è ben dimostrato dal recente adattamento teatrale di Alessandro Gassmann e Maurizio De Giovanni che riportano la vicenda dietro le sbarre del famigerato manicomio di Aversa. La ribellione di McMurphy, che entra in ospedale quasi da “visitatore” e scende gli anelli infernali della terapia repressiva fino all’elettroshock e alla lobotomia, prende di mira una visione della società, del potere, dell’omologazione che è un vero inno all’umanità del “diverso”, trasformando il manicomio in un microcosmo dantesco dove non ci sono cattivi e buoni, ma spiriti liberi e schiavi involontari del potere. Anche per questo il film rimane tra le più potenti allegorie del ’68, è ancora popolarissimo tra i giovani e figura in tutte le classifiche dei film più amati di ogni tempo.

    La storia è ambientata nell’ospedale psichiatrico di Salem (il villaggio delle streghe ai tempi dei pionieri) in Oregon. Quando ne varca la soglia Randle P. McMurphy è soltanto in osservazione: il medico gli spiega che resterà nella struttura il tempo necessario per stabilire se la sua presunta malattia è simulata o reale. Di fronte alle strette regole imposte dalla capo infermiera Ratched, l’uomo reagisce però inasprendo i suoi atteggiamenti ribelli, diventando un modello per gli altri pazienti che smettono di osservare un comportamento passivo. McMurphy si lega in particolare al giovane balbuziente Billy e al nativo americano Bromden che da sempre si finge sordomuto. Con loro progetta una fuga verso il Canada, ma all’ultimo momento rimane da solo e finisce stritolato dalla “medicina modello”. Restituito al reparto inerte e senza volontà dopo una devastante lobotomia, spinge Bromden a ucciderlo per pietà. L’indiano a quel punto sceglie la libertà e fugge da solo verso un destino tutto da scrivere. Rivisto oggi, “Qualcuno volò sul nido del cuculo” colpisce per la modernità delle scelte di regia, per la capacità di evitare i rischi del cinema “claustrofobico” (buona parte delle scene fu girata nel vero ospedale dell’Oregon con la partecipazione di medici e pazienti che avevano diviso il tempo delle prove con i veri attori), per il tocco europeo che Milos Forman imprime a una storia profondamente americana. Del resto, da “Hair” a “Ragtime”, da “Amadeus” a “Valmont”, il regista de “Gli amori di una bionda”, l’ex figlio ribelle della Primavera di Praga ha sempre saputo coniugare al meglio le sue due anime, dando vita a un cinema di stile e di eleganza che sa guardare alle regole base dello spettacolo secondo la Bibbia di Hollywood. Oggi il suo capolavoro festeggia 40 anni senza polvere e senza ruggine e la sua metafora potente e vitale rimane un monito che il pubblico giovane capisce immediatamente di qua e di là dell’Oceano.
    (Ansa)
     
    Top
    .
4 replies since 2/10/2010, 20:32   593 views
  Share  
.