PIERANGELO BERTOLI

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  1. tomiva57
     
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    grazie lussy






    [P.A. Bertoli - A. Borghi]

    Caro amico, la mia lettera ti giunge da lontano,
    dal paese dove sono a lavorare,
    dove son stato cacciato da un governo spaventoso
    che non mi forniva i mezzi per campare;
    ho passato la frontiera con un peso in fondo al cuore
    e una voglia prepotente di tornare,
    di tornare nel paese dove son venuto al mondo,
    dove lascio tante cose da cambiare.
    E mi son venute in mente le avventure del passato,
    tante donne, tanti uomini e bambini,
    e le lotte che ho vissuto per il posto di lavoro,
    i sorrisi degli amici e dei vicini ;
    e mi sono ricordato quando giovani e felici
    andavamo lungo il fiume per nuotare,
    e Marino il pensionato ci parlava con pazienza,
    aiutandoci e insegnandoci a pescare.
    Caro amico, ti ricordi quando andavo a lavorare,
    e pensavo di potermi già sposare,
    e Marisa risparmiava per comprarsi il suo corredo,
    e mia madre l'aiutava a preparare;
    ed invece di sposarci tra gli amici ed i parenti,
    l'ho sposata l'anno dopo per procura,
    perché chiusero la fabbrica e ci tolsero il lavoro
    e ci resero la vita molto dura.
    Noi ci unimmo e poi scendemmo per le strade per lottare,
    per respingere l'attacco del padrone;
    arrivati da lontano, poliziotti e celerini
    caricarono le donne col bastone;
    respingemmo i loro attacchi con la forza popolare,
    ma, convinti da corrotti delegati,
    ci facemmo intrappolare da discorsi vuoti e falsi,
    e da quelli che eran stati comperati.

    E mi viene da pensare che la lotta col padrone
    è una lotta tra l'amore e l'egoismo,
    è una lotta con il ricco, che non ama che i suoi soldi,
    ed il popolo che vuole l'altruismo;
    e non contan le parole che si possono inventare,
    se ti guardi intorno scopri il loro giuoco:
    con la bocca ti raccontano che vogliono il tuo bene,
    con le mani ti regalan ferro e fuoco.
    Caro amico, per favore, tu salutami gli amici,
    ed il popolo, che è tutta la mia gente;
    sono loro il vero cuore, che mi preme ricordare,
    che rimpiango e che mi ha amato veramente;
    verrà un giorno nel futuro che potremo ritornare,
    e staremo finalmente al nostro posto,
    finiremo di patire, non dovremo più emigrare
    perché un tale ce lo impone ad ogni costo.
    E salutami tua madre, dai un abbraccio a tua sorella,
    chissà come sarà grande e signorina;
    e lo so, sarà bellissima come son le nostre donne,
    sanno vivere con forza che trascina;
    ma - le hai mai guardate bene? - ti sorridono col cuore,
    negli sgardi non nascondono timore,
    dove sono però uniche è sul posto di lavoro,
    son con gli uomini e si battono con loro.
    Ho pensato tante volte che c'è un senso a tutto questo,
    quest'amore non ci cade giù dal cielo;
    ma parlando della vita, e pensando al mio paese,
    mi è sembrato come fosse tolto un velo,
    e mi pare di sapere, e finalmente di capire,
    nella vita ogni cosa ha un suo colore,
    e l'azzurro sta nel cielo, ed il verde sta nei prati,
    ed il rosso è il colore dell'amore,
    e l'azzurro… (ecc.)









    La Roca l'era un ceinter culturel
    e qui eg ghe steven i eren tot uguee
    i andeven setà al vultaun a ciacarer
    e gnanch i mort i gniv'n a disturber
    insema al tevel setà dal vultaun
    ag era quesi seimper un baun pistaun.

    Sasol lee una sitee internasionel
    la geint l'ha fat i òâ¬Ålauvòâ¬Â col matonel
    i teimp ed Carlo Chedga i ein pasee
    a cambia seimp'r al sit dove te stee
    na volta i led'r i andev'n al bagn penel
    adesa invece i ciam'n industriee.

    Roca Roca dove sei tu
    Roca Roca Roca blues.

    I ragasoo òâ¬Ëd na volta è naturel
    i andeven seimp'r a casa d'arzintelo
    ades al post dal piat di macaraun
    i volen toti el stman un mes miliaun
    fortuna chi han truvee chi ghi pol der
    sfrutand la geint cla và a lavurer.

    Na volta quand i andev'n a fer l'amaur
    i andev'n a fer un gir dre al lavadaur
    ades ch'is ein acort ch'agh è el cambiel
    i van a fer l'amaur a lang al viel
    el den ins' volten gnanch se et fee al paias
    i volen l'auto a treintaquater piass.

    Roca Roca dove sei tu
    Roca Roca Roca blues.

    I sendegh chi an mes so i lavuradaur
    in vintquqt'r an i an fat i pisadaur
    e quii dla zunta chi ein tot di baun pcaunn
    i an fa o drif o draf tot i miliaun
    per an parler di pret e i catubaun
    chi han anch'era da fer qualcosa ed baun

    Asesa Roca lee tot quant cambiee
    i disen chi l'han tot rimodernee
    però purtrop i ein tot una masa ed biaulch
    igh volen toregh fin al Sante Traunch
    e fin a la Madera dal voltaun
    i l'han ciapeda so e cambiee cantaun.

    Roca Roca dove sei tu
    Roca Roca Roca blues

     
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50 replies since 29/9/2010, 10:54   2066 views
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