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C'era una gran festa nella capitaleperché la guerra era finita.I soldati erano tornati tutti a casa ed avevano gettato le divise.Per la strada si ballava e si beveva vino,i musicanti suonavano senza interruzione.Era primavera e le donne finalmente potevano, dopo tanti anni,riabbracciare i loro uomini. All'alba furono spenti i falòe fu proprio allora che tra la folla,per un momento, a un soldato parve di vedereuna donna vestita di neroche lo guardava con occhi cattivi.Ridere, ridere, ridere ancora,Ora la guerra paura non fa,brucian le divise dentro il fuoco la sera,brucia nella gola vino a sazietà,musica di tamburelli fino all'aurora,il soldato che tutta la notte ballòvide tra la folla quella nera signora,vide che cercava lui e si spaventò."Salvami, salvami, grande sovrano,fammi fuggire, fuggire di qua,alla parata lei mi stava vicino,e mi guardava con malignità""Dategli, dategli un animale,figlio del lampo, degno di un re,presto, più presto perché possa scappare,dategli la bestia più veloce che c'è"corri cavallo, corri ti pregofino a Samarcanda io ti guiderò,non ti fermare, vola ti pregocorri come il vento che mi salveròoh oh cavallo, oh, oh cavallo, oh oh cavallo, oh oh, cavallo, oh ohFiumi poi campi, poi l'alba era viola,bianche le torri che infine toccò,ma c'era tra la folla quella nera signorastanco di fuggire la sua testa chinò:"Eri fra la gente nella capitale,so che mi guardavi con malignità,son scappato in mezzo ai grillie alle cicale,son scappato via ma ti ritrovo qua!""Sbagli, t'inganni, ti sbagli soldatoio non ti guardavo con malignità,era solamente uno sguardo stupito,cosa ci facevi l'altro ieri là?T'aspettavo qui per oggi a Samarcandaeri lontanissimo due giorni fa,ho temuto che per ascoltar la bandanon facessi in tempo ad arrivare qua.Non è poi così lontana Samarcanda,corri cavallo, corri di là...ho cantato insieme a te tutta la nottecorri come il vento che ci arriveràoh oh cavallo, oh, oh cavallo, oh oh cavallo, oh oh cavallo oh oh(Grazie a Tommaso per le correzioni)