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ROBERTO VECCHIONI
biografia
Roberto Vecchioni (Carate Brianza, 25 giugno 1943) è un cantautore, paroliere e scrittore italiano.
Gli inizi come autore
La famiglia di Vecchioni è di origine napoletana: il padre Aldo è commerciante, la madre Eva casalinga, ed il fratello Sergio, secondogenito, notaio. Roberto si laurea nel 1968 in lettere antiche presso l'Università Cattolica di Milano, nella quale resterà come assistente a Storia delle religioni; successivamente insegna in licei classici, come docente di greco e latino.
Comincia la carriera nel mondo musicale come autore di testi di canzoni, in collaborazione con l'amico musicista Andrea Lo Vecchio: il primo brano pubblicato è una traduzione in italiano di "Barbara Ann" dei Beach Boys, incisa nel 1966 dai Pop Seven, e la particolarità di questo 45 giri è che lo stesso Vecchioni partecipa all'incisione (sua è la voce che comincia la canzone cantando "Bar bar bar, bar Barbara Ann").
Nella seconda metà degli anni 60 e nei '70 continua la carriera di autore di testi (a partire dal 1970 anche su musiche di Renato Pareti, oltre che di Lo Vecchio) e scrive canzoni per cantanti affermati come Ornella Vanoni, Iva Zanicchi, Gigliola Cinquetti, i Nuovi Angeli, gli Homo Sapiens ecc.).
In alcuni di questi testi sono già evidenti le tematiche presenti nella sua produzione da cantautore: la nostalgia per il passato, il tema del doppio, l'uso della storia come metafora del presente (emblematica è, a questo proposito, La battaglia di Maratona incisa nel 1968 da Lo Vecchio), con evidenti influenze del lavoro letterario di Jorge Luis Borges.
Lavora spesso, in questo periodo, con la CGD e la CBS, ed è in queste case discografiche che ha modo di conoscere Francesco Guccini
« In quel periodo conobbi Guccini: la CGD gli mise vicino due parolieri veterani come Daniele Pace e Mario Panzeri per provare a modificare il testo di una sua canzone da mandare a Sanremo, ma Francesco se ne andò quasi subito, anche perchè aveva le idee molto più chiare, era molto meno invischiato di me »
Nel 1968 partecipa al Festival di Sanremo come autore con la canzone Sera, interpretata da Giuliana Valci e Gigliola Cinquetti, e questo fatto contribuisce a rendere Lo Vecchio e Vecchioni autori molto richiesti:
« A parte ogni ovvia considerazione sul merito del Festival, c'era il gusto, l'orgoglio anzi, di avere scritto una cosa che era piaciuta più delle altre. più di quelle dei professionisti, dei veterani....e in parte questo mi gratificava, rispondeva al mio bisogno di affermazione, anche se non desideravo il successo indiscriminato...»
Il debutto come cantautore
Dopo i primi successi come autore di testi, Vecchioni riesce nel 1968 a incidere un 45 giri per la Durium, contenente sul lato a "La pioggia e il parco" e sul retro "Un disco scelto a caso"; entrambi i brani sono su musica di Lo Vecchio, ma il disco passa inosservato, e Vecchioni deve pazientare tre anni prima di ottenere la fiducia di una nuova casa discografica, la Ducale, fondata da Davide Matalin, ex padrone della Italdisc e storico scopritore di Mina.
Per la Ducale Vecchioni incide nel 1971 il suo primo album Parabola, seguito l'anno dopo da Saldi di fine stagione; nel 1973 partecipa al Festival di Sanremo con L'uomo che si gioca il cielo a dadi, bella canzone dedicata al padre, che si classifica all'ottavo posto.
Nel 1973 riceve il premio della critica discografica italiana per il disco Il re non si diverte.
Nel 1974 partecipa al Festivalbar con la canzone La farfalla giapponese, che passa però inosservata, e che è anche la sua ultima incisione per la Ducale; passa infatti alla Philips, con cui otterrà i primi successi di vendita, grazie a Ipertensione e soprattutto ad Elisir, i cui brani Velasquez e Figlia sono trasmessi spesso dalle prime radio libere.
Il successo
Nel 1977 esce il brano che resta il suo più grande successo, Samarcanda, contenuto nell'album omonimo. Di notevole qualità anche i lavori successivi, fino al Grande Sogno del 1984 con cui, assieme al fidato Michelangelo Romano, riarrangia i suoi maggiori successi affiancandoli ad alcuni nuovi brani (in quello che dà il titolo all'album Francesco De Gregori suona l'armonica).
Nel 1979 venne accusato di spaccio sostanze stupefacenti dal giudice istruttore di Marsala, l'accusa si riferiva ad un episodio avvenuto durante una serata alla Festa dell'Unità di Marsala, nel 1977, quando il cantautore avrebbe offerto uno spinello ad un ragazzo quattordicenne; a seguito delle ammissioni del ragazzo Vecchioni venne arrestato e rilasciato dopo alcuni giorni. Il ragazzo in seguito ritrattò ma il processo proseguì per concludersi con la sua assoluzione; da questa vicenda personale trasse poi l'ispirazione per scrivere le canzoni Lettera da Marsala e Signor giudice (appartenenti all'album Robinson, come salvarsi la vita), quest'ultima un attacco alla magistratura e al sistema giudiziario.
Nel 1983 viene insignito del Premio Tenco.
Nel 1992 vince il Festivalbar con la canzone Voglio una donna, unico inedito del disco dal vivo Camper. Finora in totale i suoi album hanno venduto oltre sei milioni e mezzo di copie.
La sua attività di cantautore si intreccia con quella di scrittore. Nel 1983 esce il suo primo libro Il grande sogno, come allegato ad un'edizione limitata dell'album omonimo, (Milano Libri) che contiene poesie, racconti e testi per canzoni. Il suo secondo volume è del 1996, una raccolta di racconti intitolata Viaggi del tempo immobile (Einaudi). Nel 1998 cura la voce "Canzone d'autore" nell'enciclopedia Treccani. Nel frattempo non abbandona la musica e compone, per Patty Pravo, "Treno di Panna" inserita nel fortunato album "Notti guai e libertà" che porta la firma di altri prestigiosi cantautori. Ancora per Einaudi esce, nel 2000, il suo primo romanzo Le parole non le portano le cicogne ed è sempre l'editore torinese a pubblicare nel 2004 il volume Il libraio di Selinunte. Infine nel 2006 pubblica il libro "Diario di un gatto con gli stivali".
Ha ricevuto il premio per la pace "Giorgio la Pira" nel 1998.
Roberto Vecchioni, inoltre, è stato insignito di numerosissimi premi e riconoscimenti ricevuti, tra i quali spiccano la recente nomina a "Cavaliere Ufficiale della Repubblica" conferitagli, motu proprio, dal Presidente Carlo Azeglio Ciampi, l'Ambrogino d'oro del Comune di Milano, il premio "Scanno" per la narrativa, due premi "Tenco" alla carriera e il premio "Angelo dell'anno" per le sue attività di impegno nel sociale.
Dal 2001 al 2003 ha insegnato alla facoltà di Scienze della Comunicazione all'Università di Torino col titolo "Forme di poesia per musica". Nel 2004-2005 è stato docente del corso di "Forme di poesia per musica" presso l'Università di Teramo. Attualmente sta tenendo un corso di lezioni dal tema: "Testi letterari in musica" all' Università di Pavia, presso la quale sarà a contratto a partire dall'anno accademico 2006 - 2007, ed un corso di lezioni: "Laboratorio di Scrittura e Cultura della Comunicazione" presso l'Università "La Sapienza" di Roma.
Nelle sue canzoni, poesie o libri è, molte volte, presente il mescolarsi del proprio essere con i più svariati miti della storia, della letteratura o dell'arte quest'ultimi presi in prestito, non tanto per descriverne le gesta ma come espediente per iniziare un viaggio interiore.
Roberto Vecchioni nato e cresciuto in Brianza è però di origini napoletane, tali origini si rivelano in maniera esplosiva quando lui in più di una occasione si è cimentato sia a incedere che a eseguire in pubblico pezzi in napoletano, la stessa "lettere da Marsala" citata in precedenza è una delle più belle canzoni napoletane degli ultimi decenni, la sua napoletanità, legata in particolar modo al ricordo dei genitori e all'infanzia viene citata anche in uno degli ultimi lavori, "dimentica una cosa al giorno".
È sposato e ha quattro figli.
discografia
La discografia completa di Vecchioni è stata ricostruita da Franco Settimo, ed è stata pubblicata nel volume Voci a San Siro (completa anche di tutte le canzoni scritte da Vecchioni per altri artisti, ed è su questa versione che ci si è basati).
Ippopotami è il primo album di Roberto Vecchioni che è stato stampato anche su CD, oltre che su LP. In futuro saranno ristampati, sempre su CD, anche i primi dischi della carriera, Parabola, Saldi di fine stagione, L'uomo che si gioca il cielo a dadi e Il re non si diverte, più Hollywood Hollywood e Robinson come salvarsi la vita, sempre dalla Cgd. Sempre su CD hanno visto la stampa anche i primi quattro dischi su etichetta Philips, Ipertensione, Elisir, Samarcanda e Calabuig Stranamore e altri incidenti, tutti e quattro, come i rispettivi LP, su etichetta Philips.
Album
1971 - Parabola (Ducale, DUC 2)
1972 - Saldi di fine stagione (Ducale, DUC 6)
1974 - Il re non si diverte (Ducale, DUC 9)
1974 - Barbapapà (Philips, 6198 134)
1975 - Ipertensione (Philips, 6323 040)
1976 - Elisir (Philips, 6323 042)
1977 - Samarcanda (Philips, 6323 049)
1978 - Calabuig, stranamore e altri incidenti (Philips, 6323 062)
1979 - Robinson, come salvarsi la vita (Ciao Records)
1980 - Montecristo (Philips 6492 113)
1981 - Hollywood Hollywood(CGD, 20299)
1984 - Il grande sogno (CGD, 21212; nuove incisioni di vecchi brani, 7 inediti e un volume con poesie di Vecchioni, disegni e storie di Hugo Pratt, Milo Manara, Moebius ed Andrea Pazienza)
1985 - Bei tempi (CGD, 20477)
1986 - Ippopotami (CGD)
1989 - Milady (CGD)
1991 - Per amore mio (EMI)
1992 - Voci a San Siro, Arcana (mini cd con quattro brani inediti, allegato all'omonimo libro)
1993 - Blumun (EMI)
1995 - Il cielo capovolto (EMI)
1997 - El bandolero stanco (EMI)
1999 - Sogna ragazzo sogna (EMI)
2002 - Il lanciatore di coltelli (EMI)
2004 - Rotary Club of Malindi (Columbia Sony Music)
2007 - Di rabbia e di stelle (Universal)
Album live
Camper, Emi 1992 (Live con un inedito)
Canzoni e cicogne, Emi 2000. (Live con due inediti)
Roberto Vecchioni live @Rtsi, RTSI 2001. (Live)
Il contastorie, Universal 2005 (Live con un inedito)
Raccolte
L'uomo che si gioca il cielo a dadi Ducale [DUC 7] 1973. (Raccolta con un inedito)
Luci a San Siro, Philips 1980.(Raccolta)
Il capolavoro, Philips 1990.(Raccolta)
Roberto Vecchioni raccolta, Cgd East West 1997 (Raccolta)
Studio Collection, Emi 1998. (Raccolta con un inedito)
Samarcanda e altri successi, Universal 1998 (Raccolta)
Luci a San Siro e altri successi, ??? 1998 (Raccolta)
Le più belle canzoni di: Roberto Vecchioni, Warner Music 1999 (Raccolta)
Roberto Vecchioni superstar, Universal 2000 (Raccolta)
Le ballate, Emi 2003
Vecchioni, Universal 2005
Collezione italiana Roberto Vecchioni, EMI 2006 (Raccolta)
The platinum collection: Vecchioni, EMI 2006 (Raccolta 3 cd)
45 giri
1968 - La pioggia e il parco/Un disco scelto a caso (Durium, Ld A 7601)
1972 - Povero ragazzo/Io non devo andare in via Ferrante Aporti (Italdisc, IT 228)
1972 - Fratelli?/I pazzi sono fuori (Ducale, DUC 237)
1973 - L'uomo che si gioca il cielo a dadi/Sono solamente stanco da morire (Ducale, DUC 240)
1974 - La farfalla giapponene/Messina (Ducale, DUC 245)
1975 - Irene/Canzone per Laura (Philips, 6025 143)
1975 - La famiglia di Barbapapà/Il miglior amico degli animali (Philips, 6198 134; con il coro Le Mele Verdi)
1976 - Velasquez/Pani & pesci (Philips, 6025 161)
1977 - Samarcanda/Canzone per Sergio (Philips, 6025 175)
1978 - Stranamore (pure questo è amore)/Il capolavoro (Philips, 6025 206)
1979 - A te/Un'altra storia (Music, 5000, con Enrico Nascimbeni)
1979 - Signor giudice/Vorrei (Ciao Records, 500)
1980 - Montecristo/La città senza donne (Philips, 6025 272)
1982 - Dentro gli occhi/Hollywood Hollywood (CGD)
1983 - Hotel degli assassini/Morgana (luce di giorni passati) (CGD)
1984 - Il grande sogno/Mi manchi (CGD)
1985 - Fratel coniglietto/Samarcanda (CGD)
Temi e canzoni
Vecchioni è forse l'unico artista italiano che
« può permettersi di vincere il Festivalbar e di far coppia con i più bei nomi della nostra canzone sul palco del Club Tenco, di scrivere canzoni raffinate e suadenti, di riscrivere la storia di Orfeo e Euridice, di citare Oscar Wilde ed al tempo stesso di scherzare, cadere di tono, frequentare la canzonetta senza perdere lo spirito e la faccia »
come sintetizza E. Assante ne la Repubblica.
Libri
Cronologia delle opere:
2007, Di sogni e d'amore, Frassinelli
2006, Diario di un gatto con gli stivali, Einaudi
2004, Il libraio di Selinunte, Einaudi
2000, Le parole non le portano le cicogne, Einaudi
1996, Viaggi del tempo immobile, Einaudi
Edited by tomiva57 - 9/8/2012, 15:12. -
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Edited by tomiva57 - 9/8/2012, 15:17. -
..
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grazie . -
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Parabola (Roberto Vecchioni)
La storia del disco
Vecchioni era da alcuni anni un paroliere di successo, legato alle edizioni musicali Chappell: fu proprio la casa di edizioni musicali a metterlo in contatto con una nuova casa discografica, la Ducale, fondata da Davide Matalon, ex padrone della Italdisc e scopritore di Mina, e a pagargli i tre giorni dello studio di registrazione di via Podgora.
Tre giorni sono veramente pochi anche per l'epoca, ed il risultato è evidente negli arrangiamenti delle canzoni, che non sono molto curati (nonostante la presenza di musicisti molto dotati come Franco Cerri o De Piscopo), e nelle sonorità, per nulla ricercate; inoltre la voce di Vecchioni spesso risulta impastata e tendente al singhiozzo.
Insomma, il risultato non rende giustizia alla scrittura delle canzoni, che sono invece in molti casi notevoli.
Gli arrangiamenti sono curati da Sergio Parisini, e il produttore del disco è Renato Pareti; la copertina è la rielaborazione di una foto di Maurizio Doglia.
All'interno della copertina è inserita una presentazione del disco scritta dal padre del cantautore, Aldo Vecchioni.
In questo album è presente il brano Luci a San Siro che è tra le canzoni più amate dai fan di Vecchioni: in realtà era già stata pubblicata qualche mese prima su un 45 giri inciso da Rossano, in una versione con il testo diverso, con il titolo "Ho perso il conto".
Nel nuovo testo Vecchioni ricorda il suo amore giovanile per Adriana, la sua vicina di casa e fidanzata dal 1964 al 1968, che diventerà la musa ispiratrice di moltissime sue canzoni (da "Mi manchi" a "Archeologia"), con cui si recava presso San Siro con la mitica Seicento grigio topo targata MI 860399 regalatagli nel luglio 1962 per il superamento a pieni voti dell'esame di maturità dal padre.
Il testo originale della canzone viene censurato nella strofa iniziale, e i versi "Hanno ragione, sono un coglione, / mi han detto «È vecchio tutto quello che lei fa, / parli di sesso, prostituzione, /di questo han voglia se non l'ha capito già...»" sono trasformati in "Hanno ragione, hanno ragione, / mi han detto «È vecchio tutto quello che lei fa, / parli di donne da buoncostume, /di questo han voglia se non l'ha capito già...»", mentre "tra le sue gambe" diventa "tra le sue braccia".
Lui se n'è andato è ispirata alla canzone "L'absent" di Gilbert Becaud, e nel ritornello contiene una citazione di Sera, scritta da Lo Vecchio e Vecchioni nel 1968 per Gigliola Cinquetti e Giuliana Valci.
Per la cruna di un ago, l'unico brano con un ritmo più vivace, affronta il tema della religione, che ricorrerà spesso nella produzione futura del cantautore, mentre Parabola, con la storia dei due fratellastri "Poeta" e "Ragioniere", sviluppa il tema del doppio, che diverrà un argomento ricorrente nella produzione di Vecchioni.
Povero ragazzo venne reincisa su 45 giri da Dori Ghezzi.
LATO A
1. Lui se n’è andato - 4:40 - Testo e musica di Roberto Vecchioni
2. Povero ragazzo - 3:23 - Testo di Roberto Vecchioni; musica di Andrea Lo Vecchio
3. Io non devo andare in via Ferrante Aporti - 2:25 - Testo di Roberto Vecchioni; musica di Andrea Lo Vecchio
4. Speranza - 3:42 - Testo di Roberto Vecchioni; musica di Renato Pareti
5. Improvviso paese - 4:43 - Testo e musica di Roberto Vecchioni
LATO B
1. Luci a San Siro - 4:18 - Testo di Roberto Vecchioni; musica di Andrea Lo Vecchio
2. Il tamburo battuto - 2:28 - Testo e musica di Roberto Vecchioni
3. Per la cruna di un ago - 5:25 - Testo di Roberto Vecchioni; musica di Renato Pareti
4. Parabola - 3:31 - Testo di Roberto Vecchioni; musica di Andrea Lo Vecchio
5. Cambio gioco - 3:22 - Testo e musica di Roberto Vecchioni
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tomiva57.
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Luci a San Siro
Hanno ragione, hanno ragione
mi han detto:"E' vecchio tutto quello che lei fa,
parli di donne da buon costume,
di questo han voglia se non l'ha capito già"
E che gli dico:"Guardi non posso, io quando ho
amato
ho amato dentro gli occhi suoi,
magari anche fra le sue braccia
ma ho sempre pianto per la sua felicità"
Luci a San Siro di quella sera
che c'è di strano siamo stati tutti là,
ricordi il gioco dentro la nebbia?
Tu ti nascondi e se ti trovo ti amo là.
Ma stai barando, tu stai gridando,
così non vale, è troppo facile così
trovarti amarti giocare il tempo
sull'erba morta con il freddo che fa qui
Ma il tempo emigra mi han messo in mezzo
non son capace più di dire un solo no
Ti vedo e a volte ti vorrei dire
ma questa gente intorno a noi che cosa fa?
Fa la mia vita, fa la tua vita
tanto doveva prima o poi finire lì
ridevi e forse avevi un fiore
ti ho capita, non mi hai capito mai
Scrivi vecchioni, scrivi canzoni
che più ne scrivi più sei bravo e fai danè
tanto che importa a chi le ascolta
se lei c'è stata o non c'è stata e lei chi è?
Fatti pagare, fatti valere
più abbassi il capo più ti dicono di si
e se hai le mani sporche che importa
tienile chiuse e nessuno lo saprà
Milano mia portami via, fa tanto freddo,
ho schifo e non ne posso più,
facciamo un cambio prenditi pure
quel po' di soldi quel po' di celebrità
ma dammi indietro la mia seicento,
i miei vent'anni e una ragazza che tu sai
Milano scusa stavo scherzando,
luci a San Siro non ne accenderanno più.
cambio gioco. -
family.
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DI RABBIA E DI STELLE, ALBUM DEL 2007
Il disco è saturo di dolore e disillusione e, dopo l'ascolto, la sensazione è che, nella quotidianità, la visione della realtà sia troppo ottimistica ovvero che ci sia la voglia di non soffermarci troppo sugli eventi negativi del nostro tempo. Il tentativo quindi è quello di illuminare la realtà per essere più sinceri, prima di tutto con se stessi. Il dito è puntato oltre che sulle ingiustizie del tempo anche al rapporto con i figli e all'amore. Questa volta però l'amore è un amore in declino, un amore che sconta le illusioni della gioventù, un amore che vive una realtà pensata diversa alla sua nascita. Il disco però non è "triste" ma risulta "vivo" e, tra filastrocche, spunti romantici e invenzioni, si fa ascoltare. Gli arrangiamenti sono di Lucio Fabbri e, per l’altra a metà, di Patrizio Fariselli.
1 La ragazza col filo d'argento
2 Non lasciarmi andare via
3 Neanche se piangi in cinese
4 O amore amore amore
5 Comici spaventati guerrieri
6 Amico mio
7 Questi fantasmi
8 Non amo più
9 Mond lader (mondo ladro)
10 Tu, quanto tempo hai?
11 Il cielo di Austerlitz
12 Il violinista sul tetto
13 Le rose blu
BRANO NUMERO 1 DI QUESTO SPLENDIDO ALBUM
LA RAGAZZA COL FILO D'ARGENTO
In questa canzone si apprezza la capacità di Vecchioni di scrivere testi che possono essere interpretati in più modi nella migliore tradizione di Bob Dylan e di Francesco De Gregori. La ragazza, come affermato da Vecchioni durante il tour 2008, è sua moglie con il "suo" filo d'argento sulla fronte che indossava il giorno che si sono conosciuti.
LA RAGAZZA COL FILO D'ARGENTO
E la ragazza aveva un filo d’argento sulla fronte
Bucava l’aria con due occhi perduti all’orizzonte
Giocò le carte con un mezzo sorriso
Dio lo sa cosa aveva in mano,
puntò con una maschera in viso
la sua bellezza il suo destino
ed io che avevo un “asso”
tristemente solo,
andai a vederlo al volo
E la ragazza aveva il nome dei figli sulle mani
E tutto questo, disse, capita solo se mi ami
Tirò fuori da chissà quale sogno
Un fiore bianco ed uno nero,
mi disse: “scegli tu cosa è meglio,
ce n’è uno falso ed uno vero”
ed io senza nemmeno pensarci su
le corsi dietro al volo.
Io non so chi sei
Né quante cose mi darai
Da questa notte:
io non so chi sei
né quante cose ti darò
da questa notte;
t’innamorerai
non t’innamorerai di me
da questa notte,
m’innamorerò
non m’innamorerò di te
da questa notte…
e il sole, mandate via questo sole,
sto fottutissimo sole…
E la ragazza con il filo d’ argento sulla fronte
Mi portò via con le sue ali di vento fino al ponte,
e disse:”scegli tu dove vivere
con me o col mondo intero”,
poi mi cullò con la sua voce di mare
per farmi addormentare.
Io non so chi sei
Né quante cose mi darai
Da questa notte:
io non so chi sei
né quante cose ti darò
da questa notte;
t’innamorerai
non t’innamorerai di me
da questa notte,
m’innamorerò
non m’innamorerò di te
da questa notte…
e il sole, mandate via questo sole,
sto fottutissimo sole…
Ma la ragazza aveva il nome dei miei figli sulle mani,
E nel suo cuore di cristallo aveva tutti i miei domani,
e tutti i nostri possibili giorni
nella tempesta e nella neve,
le lacrime, i sorrisi e i ritorni
gli inverni e le primavere,
e la ragazza tolse il filo d’argento che aveva sulla fronte
e la ragazza tolse il filo d’argento e attraversammo il ponte
BRANO NUMERO 2
NON LASCIARMI ANDARE VIA
Questo è uno dei pezzi "importanti" dell'opera, il testo è struggente e la musica è appropriata.
NON LASCIARMI ANDARE VIA
Il dolore è una vela
così incredibilmente lieve
che nemmeno lo senti,
comincia con la cadenza
dolce della neve,
ed è lì che ti perdi.
Ha la faccia di un bambino
e gli occhi di un lupo triste
che ti lecca la mano,
conosce ogni parola che non esiste
e te le insegna una per una
piano piano
Ed improvvisamente ecco che hai dimenticato
com’era bello l’amore,
e te ne vai in giro
come un vecchio cane sfiancato
che non sente più nessun odore,
torni a casa con la divisa di un soldato
che non crede più nell’onore
Non lasciarmi andare, non lasciarmi andare,
non lasciarmi andare via,
non lasciarmi andare, non lasciarmi andare,
non lasciarmi andare via
Il bambino rincorreva
la sua barca di carta,
che ci vedeva la vita,
ma il tempo non ha tempo,
l’orologio s’incarta,
la bussola è impazzita
cammini dentro una nebbia
di persone e di cose
che ti facevano sognare,
e hai voglia di andar via
senza accampare scuse
per non aver saputo amare,
quando hai finito tutte le più inutili scuse
per potere restare
Non lasciarmi andare, non lasciarmi andare,
non lasciarmi andare via,
non lasciarmi andare, non lasciarmi andare,
non lasciarmi andare via
Non ne ho la forza né la voglia di provarci
e neanche le ragioni,
altro che balle, sentimenti, tuffi al cuore
e piagnistei per scrivere canzoni;
vorrei guardare più lontano,
ma lontano adesso è un tempo
spaventosamente breve,
vorrei sparire, cancellarmi, non amarmi,
risvegliarmi che non so nemmeno dove
non lasciarmi andare, non lasciarmi andare,
non lasciarmi andare via,
non lasciarmi andare, non lasciarmi andare,
non lasciarmi andare via
BRANO NUMERO 3
NEANCHE SE PIANGI IN CINESE
Con questa canzone si riprende fiato, il pezzo è scanzonato e ironico, vi si sottolinea tutta la diversità maschile e la voglia di autonomia ma con una chiusura, forse un po' annunciata, ma apprezzabile.
NEANCHE SE PIANGI IN CINESE
Ti ho dato il mio cavallo bianco, che galoppava e non galoppa più
e ti ho passato il tema sotto il banco e il cuore acceso del bambin Gesù
per non parlare della panna , che ti montavo e non ti monto più
ma c'è una cosa che mi tengo , perdonami ma non puoi averla tu
Neanche se piangi in cinese, neanche se piangi in cinese
neanche se piangi in cinese, neanche se piangi in cinese.
Ti ho dato il mio portafortuna, che fa gli straordinari coi tuoi guai
e l' altra faccia della luna, che lasci in giro e che non trovi mai
ti ho dato Pippo e Topolino e Paperino e tutto quel che ho
ma c'è una cosa nel taschino, qualcosa bella mia che non ti do
Neanche se piangi in cinese, neanche se piangi in cinese.
Nina Nina Nina Nina nelle lunghe sere, lunghe sere
Nina Nina Nina Nina nelle mille sere, mille sere
Nina Nina Nina Nina non tentarmi , non mi provocare
Nina Nina Nina Nina non spogliarti Nina che non vale.
Ti ho dato il salto della quaglia, per stare sopra un piede come sto
ti ho dato il mio lavoro a maglia, per riscaldarti amore come so
ti ho dato il cuore con la aorta, che inteso senza peso ti ho difeso come un samurai
ma ho ingoiato la chiave della porta e quella cosa amore non l' avrai
Ma tu sei capace di tutto, perfino di pianger cinese
perfino di prender sul serio sta serie di palle palesi
perfino di non perdonarmi, neanche se piango in cinese.
continua...
Edited by family - 15/11/2010, 11:08. -
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GRAZIE UMBERTO .