Toscana... Parte 3^

VOLIAMO VERSO PISA..LIVORNO..L’ISOLA D’ELBA

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    BUONGIORNO ISOLA FELICE ... BUON RISVEGLIO A TUTTI

    “... Sabato ... inizia un’altro fine settimana ... la mongolfiera dell’Isola Felice lascia di prima mattina Firenze ... voliamo verso la costa, verso il mare ... nessuna regione in Italia racchiude in ogni provincia dei pezzi di storia e di arte come nella regione Toscana. Viaggiare in questa regione è come rileggere brani di storia, è come scorgere in ogni pietra, in ogni angolo, tracce di passaggi della storia ... Dopo tanti giorni di viaggio, il nostro bisogno di stupirci e di condividere emozioni è sempre più forte ... tutti noi siamo alla ricerca di quelle bellezze che sono nascoste dentro di noi ... questo viaggio ha proprio questo significato, avvicinarsi il più possibilie alla nostra essenza per far venir fuori dalle nebbie l’Isola Felice che è in noi ... Buon risveglio amici miei, la mongolfiera sta partendo ... aspetta voi per alzarsi in volo ..”

    (Claudio)



    UN’ANTICA REPUBBLICA..LA CITTA’ IDEALE..L’ISOLA DELL’ESILIO..VOLIAMO VERSO PISA..LIVORNO..L’ISOLA D’ELBA



    “Antica Repubblica marinara affacciata sul Mediterraneo e attraversata dal fiume Arno, Pisa è conosciuta in tutto il mondo per la sua Torre Pendente e sede di una delle più antiche Università Italiane, ma per apprezzarla bisogna incamminarsi per le vie del centro storico fino alla Piazza dei Cavalieri di Santo Stefano, al Mercato delle Vettovaglie, alle vie di Borgo e dei Mercanti. Bellissima l’area dei Lungarni, dove si trovano il Museo Nazionale di San Matteo e il Museo Nazionale di Palazzo Reale, oltre ai numerosi palazzi moderni, che lasciano intravedere le antiche strutture delle tipiche case torri medievali. Infine, nel giovane quartiere di Sant’Antonio, fa bella mostra di sé anche l’ultimo murale dell’artista americano Keith Haring.”

    “La Piazza dei Miracoli, nome con cui è nota Piazza del Duomo, è il centro artistico e turistico più importante di Pisa. Ci sono i monumenti che formano il centro della vita religiosa cittadina, detti appunto miracoli (da Gabriele d'Annunzio) per la loro bellezza e originalità: la Cattedrale il Battistero, il Camposanto, e la torre pendente…..il Duomo di Santa Maria Assunta.. cattedrale medievale…ha dato origine al distintivo stile Romanico Pisano…. marmi multicolori e vari mosaici. Gli archi a profilo acuto fanno riferimento ad infuenze musulmane …La porta principale in bronzo massiccio fu fusa nella bottega del Giambologna…La Torre di Pisa è la più famosa torre pendente del mondo... Iniziata nel 1173, cominciò a inclinarsi sul lato prima che fosse completato il terzo piano (1274), per via del suolo di limo sabbioso sul quale poggiano le fondamenta poco profonde, di solo tre metri. La costruzione continuò comunque fino al completamento nel 1350, quando fu ultimata la cella campanaria e vi furono poste le sette campane, essendo la torre il campanile della cattedrale.”

    “Piazza dei Cavalieri a Pisa si trova sul luogo dell'antico foro romano della città di Portus Pisanus…. era il cuore politico della Pisa medievale, luogo di celebrazioni e discussioni..Ricostruita nel Rinascimento da Giorgio Vasari per Cosimo I de' Medici, la piazza si arricchì della Chiesa di Santo Stefano, tempio del Santo Ordine Militare dei Cavalieri di Santo Stefano…. contiene gli stendardi presi ai Turchi durante la battaglia di Lepanto del 7 ottobre 1571…. Il maggior edificio della piazza è il Palazzo della Carovana, sede dei Cavalieri di Santo Stefano..La facciata è decorata a sgraffito e contiene due nicchie con busti di Granduchi di Toscana….Accanto al Palazzo della Carovana si trova il Palazzo dell’ Orologio, che si dice edificato sul luogo dove fu tenuto prigioniero il conte Ugolino della Gherardesca.”

    “Livorno è la città più sorprendente della Toscana … offre scorci originali ed affascinanti che finiscono per conquistare . Straordinariamente vivace e così autentica … nasce come “Città Ideale” creata dai Medici nel tardo Rinascimento… la prima città a sperimentare il porto franco, voluto dal Granduca di Toscana…..scoprire i tesori nascosti della città, come la pala d’altare raffigurante L’Incoronazione della Vergine di Vasari ed il Cristo Coronato di Spine del Beato Angelico…alcune sepolture “eccellenti”, come ad esempio quella dello scrittore scozzese Tobias Smollet nel Cimitero degli Inglesi, di William Magee Seton, il marito della prima santa americana Elizabeth Seton e del nostro Giovanni Fattori, leader indiscusso dei Macchiaioli.. un ricordo “ la beffa delle false teste di Modigliani”..”

    “Con questi versi del “Davanti San Guido” Giosuè Carducci decantò la bellezza di Castagneto Carducci………“I cipressi che a Bólgheri alti e schietti…Van da San Guido in duplice filar, Quasi in corsa giganti giovinetti..Mi balzarono incontro e mi guardar.”… Queste furono le parole che il celebre poeta ottocentesco adoperò per descrivere quei cipressi che ammirava da bambino durante le tante passeggiate nella campagna toscana. Proprio quei cipressi verdi e rigogliosi alti 10 e 15 metri, disposti ai lati di un viale lungo ben due chilometri nella splendida Bolgheri…Questo poetico paesaggio, reso immortale dal maestro, è solo una delle tante meraviglie di Castagneto Carducci, piccola cittadina immersa nel cuore della maremma livornese…Il comune ospitò il poeta negli anni dell’infanzia e non è un caso che Carducci abbia riportato nel cuore quelle strade e quella natura così ricca e variegata. La fantasia e l’ispirazione che quella terra gli aveva donato nel corso degli anni, sono stati tradotti in meravigliosa letteratura, quasi a volere rendere grazie per quei momenti felici trascorsi da bambino. E quasi come in un patto di reciproca gratitudine, Castagneto ha assunto il nome del poeta che l’ha resa celebre in tutta Italia.”

    “Isola d’Elba.. Profumi inebrianti dalle gradevoli essenze marine, specialità culinarie e maioliche artistiche… un’isola dai mille volti e dalle mille storie legate alle sue ricchezze minerarie…le sue spiagge….le sue coste pezzi di storia…. i suoi fondali trionfo di riserve marine… i panorami scorci di vita nei quali predominano tutte le tonalità dell’azzurro.”
    “Campo nell’Elba…. nei dintorni si scorgono vigneti ordinati e rigogliosi, dai quali si ricava un ottimo vino, per cui l’Elba è famosa, come per il miele….e poi una specie di giglio bianco, il Pancrazio marittimo, un fiore molto bello e delicato che è stato dichiarato specie protetta…Capoliveri fa parte del distretto minerario dell’Elba… il rosseggiante Monte Calamita….le spiagge spettacolari… sentieri che attraversano la fitta vegetazione.. scogliere a picco sul mare…Uno dei ricordi più nitidi di Capoliveri, è l’atmosfera che si trova nel centro storico durante la sera….Rio Marina si trova in una piccola insenatura, circondata da rocce splendide e spiagge bianchissime. Il suo edificio più importante è la poligonale torre Appiani, costruita nel cinquecento…al Museo minerario dell’Elba…una raccolta di tutte le ricchezze che l’isola ha offerto all’uomo, in una miriade di colori e di forme invitanti, venute alla luce dopo secoli di lavoro che hanno permesso scoperte affascinanti: un mosaico davvero sorprendente di quello che l’Elba ci ha donato fin dai tempi più remoti.”

    “Fra tutti i luoghi in cui ha soggiornato Napoleone Imperatore, l'Isola d'Elba è quello dove si è trattenuto più a lungo. Questo genio, che un'irrequietezza al limite del patologico costringeva a viaggiare senza sosta; questo frenetico giramondo che divideva la sua vita fra Parigi, Venezia, Fontainebleau, Boulogne, Milano, l'Aja, Berlino, Varsavia, Madrid, Vienna o Mosca; questo commesso viaggiatore che esportava gloria,…i dovette accontentarsi per 299 giorni galoppare in una arena di dimensioni così limitate….Napoleone rappresenta un mondo intero e non lo si conoscerà mai completamente.”

    “…l’isola di Pianosa, che fa parte anch’essa del territorio di Campo dell’Elba e dove si trovano grotte spettacolari, i resti di una necropoli e la villa di Agrippa Postumo…L’isola di Montecristo è uno dei luoghi più inaccessibili della nostra penisola. Situata quasi a metà strada tra la Toscana e la Corsica, è un tesoro naturalistico…Arrivando dal mare l’isola appare come un grosso macigno affiorante a pelo d’acqua, un grosso scoglio di granito grigio con al centro un pennacchio, meglio conosciuto come la Punta Del Diavolo…pareti ripide e lisce… avvolti dal più assoluto silenzio naturale. Su sentieri che si inerpicano tra i cespugli e i massi ..le capre, famose per essere le indiscusse padrone dell’isola e per la loro voracità, ma anche i conigli selvatici ..la foca monaca..il pesce palla…il Viale degli Sposi.. verso il vecchio monastero, dove la vegetazione si chiude sopra le teste, creando un suggestivo tunnel… Arrivati poi nei pressi dei ruderi del monastero, che fu costruito nel VII secolo da alcuni monaci, all’epoca padroni dell’isola, ci si rende conto di come gli eventi storici siano ormai parte integrante della struttura e di come la stessa leghi e faccia convivere periodi anche lontani tra loro…i resti del saccheggio fatto nel 1553 dall’ammiraglio ottomanno Dragut, che distrusse anche il mulino costruito dai monaci…ma la fortuna dell’isola fu quella di essere stata acquistata dalla famiglia Taylor che vi fece costruire la meravigliosa Villa Reale.”

    “Solo percorrere la strada che porta verso Grosseto è un motivo di gioia: i terreni coltivati e i casolari isolati, i viali con cipressi e le grandi querce isolate …”

    “Orbetello … magnificamente incastonata fra i tre lembi di terra che collegano l’Argentario alla frastagliata costa maremmana… la cittadina si presenta come se fosse sospesa a pelo d’acqua….la perfetta compenetrazione del centro storico nel circostante paesaggio lagunare….Ogni singolo edificio, sembra essere intento a compiacersi mentre si riflette placidamente nella laguna…il nucleo storico.. su una stretta lingua di terra…i lati che si affacciano sul mare, i resti appartenenti alle mura etrusche del IV secolo a.C….la piazza Eroe dei Due Mondi, che anticamente veniva denominata “piazza del Bivacco”…il Palazzo del Governatore, antica dimora dei vicerè spagnoli…svettante dall’alto dei suoi 25 metri…la torre dell’Orologio”

    “Castiglione della Pescaia….l’imponente Rocca Aragonese dalla particolare pianta triangolare, risalente al XIV secolo…da qui la vista di un panorama meraviglioso dal quale si scorge la piana di Grosseto, la fascia sabbiosa del litorale e le verdeggianti pinete che circondano le terre intorno alla cittadina….Verso sud si staglia l’Argentario con la sua mole e l’Isola del Giglio”

    “Il centro di Semproniano è stato costruito su uno sperone di travertino prima dell’anno Mille..Era pomeriggio inoltrato e molte persone stavano sedute a tavolino chiacchierando “Si, Si” rispose più di una persona, “…c’è la testa di Tiberio Sempronio!”…leggenda…la famiglia del tribuno della plebe Tiberio Sempronio Gracco fu costretta a scappare da Roma la sua figura si staglia sulla scena della storia romana per la sua grande umanità…i liberti e la famiglia del tribuno portarono con loro durante la fuga delle lastre, sulle quali erano scolpite le immagini di Tiberio e della madre Cornelia….si fermò sull’altura fertile dove sorse Semproniano… il paese iniziò a prosperare grazie alla protezione di Tiberio.. Questa storia si tramandò di generazione in generazione e sembrava essere divenuta così lontana che ormai la gente di Semproniano la raccontava senza credere che avesse un fondamento di verità. Ma qualche decennio fa ..il comune aveva intrapreso da poco gli scavi per le fondamenta, quando dalla terra emerse una lastra con sopra l’effigie di un uomo: era la testa del tribuno della famiglia dei Gracchi….”






    ** L'ISOLA D'ELBA **






    L'isola d'Elba è un'isola situata tra il Mar ligure ed il Mar Tirreno, posta a circa 10 chilometri dalla costa. È la più grande delle isole dell'Arcipelago toscano, e la terza più grande d'Italia (223 km²). L'Elba, assieme alle altre isole dell'arcipelago (Pianosa, Capraia, Gorgona, Montecristo, Giglio e Giannutri) fa parte del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano.


    Panorama del porto di Marciana Marina



    Portoferraio - Fortezza Napoleonica



    Capo d’Enfola



    Capoliveri - Forte Focardo



    Porto Azzurro


    Rio nell’Elba



    Lungomare e porto di Rio Marina



    L'isola è divisa in otto comuni, tutti afferenti alla provincia di Livorno: quello principale è Portoferraio, gli altri Campo nell'Elba, Capoliveri, Marciana, Marciana Marina, Porto Azzurro, Rio Marina e Rio nell'Elba, per un totale di circa 30mila abitanti, che aumentano notevolmente durante l'estate. Il turismo è la principale fonte di reddito dell'Elba. Grazie al turismo la popolazione in estate triplica.



    Ricca di spiagge e scogliere l'isola d'Elba offre un'ampia scelta per le immersioni subacquee, spaziando da immersioni accessibili ai principianti a quelle più impegnative.
    Alcuni esempi : lo Scoglietto di Portoferraio, un'immersione su una franata tra i 20 e i 35 metri, con scarsa corrente. Ricca di barracuda anche in numero considerevole, saraghi, orate, dentici, cernie, corvine, murene, mustelle.
    il relitto di Pomontevicino allo scoglio dell'Ogliera, posato ad una profondità di soli 10 metri sul fondale sabbioso, adatto anche ai neofiti della subacquea;
    Capo Stella, un'immersione impegnativa fino a 41 metri ricca di cernie, murene, gorgonie rosse e corallo rosso.


    Monte Capanne



    Caprile sul Monte Capanne



    Il Monte Capanne (il più alto in tutta la provincia di Livorno) offre la possibilità di numerose passeggiate e si può raggiungere la sua sommità, 1019 m s.l.m. - la più alta dell'isola - , durante l'estate, con una cabinovia che parte da Marciana (Italia). ll complesso del monte Capanne è la dimora di molte specie animali tra cui il muflone e il cinghiale che, nonostante il continuo afflusso di turisti, si nascondono nella moltitudine di ripari e di caverne ai piedi del monte.



    L'isola è collegata alla terra ferma tramite i traghetti di due compagnie marittime, la Toremar e Moby Lines, che effettuano rotte tra Piombino e Portoferraio, il capoluogo situato a nord, Rio Marina o Porto Azzurro, nella costa est dell'isola. La frequenza è oraria per ogni linea, in orari che vanno dalle 5.10 alle 20.30 in orario invernale e dalle 5.10 alle 23.00 in orario estivo. Nei mesi estivi è inoltre disponibile l'aliscafo con scalo a Cavo e destinazione Portoferraio.

    Repubblica di Pisa

    fu un antico stato indipendente, esistito dal XI al XV secolo. Nell’XI secolo Pisa divenne una delle quattro maggiori Repubbliche Marinare italiane, con Amalfi, Genova e Venezia. La Repubblica pisana nacque nel XI secolo. In questo periodo storico Pisa intensificò i propri commerci nel Mar Mediterraneo e finì per scontrarsi più volte con le navi saracene risultando vittoriosa nel 1005 a Reggio Calabria, nel 1034 a Bona nell'Africa settentrionale, nel 1063 a Palermo, nel 1087 a Mahdia nell'attuale Tunisia. In questa prima espansione Pisa si ritrovò spesso alleata con la nascente potenza dei Normanni del Regno di Sicilia (come ad esmepio nella presa di Palermo). Nel 1016 Pisa e Genova, tra loro alleate, sconfissero i Saraceni conquistando la Corsica e la Sardegna, oltre ad acquisire il controllo del mar Tirreno. Un secolo dopo liberarono le Baleari e questa spedizione fu celebrata nel Gesta Triumphalia per pisanos e in un poema epico il Liber Maiorichinus composti negli anni 1113-1115. La Repubblica di Pisa, il cui porto, alla foce dell'Arno, a quel tempo si affacciava sul mare, raggiunse così l'apice dello splendore tra il XII e il XIII secolo: le sue navi controllavano gran parte del Mediterraneo occidentale.





    Pisa

    è un comune italiano di 87.696 abitanti della Toscana ed il capoluogo dell'omonima provincia. Secondo una leggenda sarebbe stata fondata da dei mitici profughi troiani provenienti dall'omonima città greca di Pisa, posta un tempo nella valle del fiume Alfeo, nel Peloponneso. Tra i monumenti più importanti della città vi è - nella celebre piazza del Duomo, dichiarata patrimonio dell'umanità - la Cattedrale costruita in marmo tra il 1063 e il 1118, in stile romanico pisano, con il portale in bronzo di san Ranieri di Bonanno Pisano e il pulpito di Giovanni Pisano. Nella piazza svetta la caratteristica Torre pendente, campanile del XII secolo, alta 56 metri, che acquisì la sua caratteristica inclinazione dieci anni dopo l'inizio della sua costruzione, oggi uno dei monumenti italiani più conosciuti al mondo. Da notare la presenza di almeno tre torri inclinate: una, la più nota, appunto in piazza del Duomo; la seconda costituita dal campanile della chiesa di San Nicola, all'estremità opposta di via Santa Maria, vicino al Lungarno; la terza, a metà strada del viale delle Piagge (lungofiume situato nella parte est della città), è il campanile della chiesa di San Michele degli Scalzi (in questo caso anche la chiesa è pendente). Pisa ospita il più rilevante aeroporto della Regione, il "Galileo Galilei che vanta anche collegamenti intercontinentali diretti, ed è sede di ben tre tra le più importanti istituzioni universitarie d'Italia: l'Università di Pisa, la Scuola Normale Superiore e la Scuola Superiore Sant'Anna, e numerosi istituti di ricerca.





    Piazza dei Miracoli

    La piazza del Duomo è il centro artistico e turistico più importante di Pisa. Annoverata fra i Patrimoni dell'Umanità dall'UNESCO dal 1987, vi si possono ammirare i monumenti che formano il centro della vita religiosa cittadina, detti appunto miracoli (da Gabriele d'Annunzio) per la loro bellezza e originalità: la Cattedrale, il Battistero, il Campo Santo, e la Torre pendente, da cui il nome popolare di Piazza dei Miracoli diffusosi poi nel dopoguerra, era del turismo di massa. Spesso il termine "Piazza dei Miracoli" viene confuso con un altro: Campo dei Miracoli[1]. Quest'ultimo è un campo immaginario, presente nel racconto Pinocchio, dove il burattino veniva invitato dal Gatto e la Volpe a piantare degli zecchini d'oro per ottenere un albero delle monete. La piazza è pedonalizzata ed è ricoperta da un grande prato. Assunse l'aspetto definitivo solo nel XIX secolo,soprattutto ad opera dell'architetto Alessandro Gherardesca, che demolì alcune costruzioni preesistenti, innalzò la nuova residenza capitolare (abbattuta nel 1863) e si interessò al restauro dei celebri monumenti.





    Duomo

    Il cuore del complesso è la Primaziale, la cattedrale medievale. Dedicata a Santa Maria Assunta, è una chiesa a cinque navate col transetto a tre navate, architettonicamente è composta da tre basiliche (corpo centrale e i due transetti). Non e' consacrata come basilica (l'unica basilica di Pisa è San Piero a Grado). Il Duomo, costruito nel 1064, dal 1092 è una Chiesa Primaziale, essendo stato conferito il titolo di Primate all'arcivescovo Daiberto da Papa Urbano II, onorificenza oggi soltanto formale. Cominciata nel 1064 dall'architetto Buscheto, ha dato origine al distintivo stile Romanico pisano. La ricchissima decorazione comprende marmi multicolori, mosaici (importantissimo quello del catino absidale, eseguito da varie maestranze fra cui Cimabue) e numerosi oggetti di bronzo provenienti dal bottino di guerra, fra cui il Grifone utilizzato come acroterio est del tetto. Gli archi a profilo acuto fanno riferimento ad influenze musulmane e del meridione d'Italia, soprattutto la seconda Abbazia di Montecassino. Le porte sulla facciata in bronzo massiccio furono fuse da vari artisti fiorentini nel XVII secoli. Esse vengono a sostituire le originali porte distrutte dall'incendio che distrusse gran parte dell'interno della chiesa nel 1595. L'unica porta originale salvatasi è la cosiddetta Porta di San Ranieri, situata di fronte al campanile: essa venne fusa intorno al 1180 da Bonanno Pisano.
    L'interno è rivestito di marmi bianchi e neri, ha un soffitto a cassettoni dorati, alcuni affreschi. Fu ampiamente ridecorato dopo un incendio del 1595, che distrusse la maggior parte delle opere medievali; furono aggiunti allora gli altari laterali e i grandi dipinti lungo le pareti delle navate laterali. L'impressionante mosaico absidale del 1302, del Cristo in Maestà, affiancato dalla Vergine e da San Giovanni Evangelista, generalmente attribuito a Cimabue (ma che probabilmente fu autore solo del San Giovanni), sopravvisse comunque all'incendio. La cupola in legno strutturale, all'intersezione della navata e del transetto, dall'inusitato profilo ellittico, fu decorata da Riminaldi con l'Assunzione della Vergine. La leggenda vuole che Galileo abbia formulato la sua teoria sull'isocronismo del pendolo guardando l'oscillazione del lampadario per incenso che scendeva dal soffitto della navata. Il lampadario presente tutt'oggi, noto come Lampada di Galileo, non è quello che vide all'epoca lo scienziato, ma risale a qualche anno dopo. L'originale lampada, molto più piccola e semplice (e che quindi poteva oscillare col vento), è oggi presente nel Camposanto all'interno della cappella Aulla. Le impressionanti colonne granitiche in stile corinzio fra la navata e l'abside provengono dalla moschea di Palermo, bottino della battaglia nella Cala dai Pisani nel 1063.
    Il pergamo, capolavoro di Giovanni Pisano (1302-1310), sopravvissuto all'incendio, fu però smontato durante i lavori di restauro e non fu rimontato fino al 1926. Mostra nove scene del Nuovo Testamento, in formelle convesse, e si articola con grande libertà nello spazio, costituendo un progresso formale notevolissimo rispetto ai pergamidi Siena e del Battistero di Pisa, opera di Nicola Pisano, padre di Giovanni. Non essendoci documentazione di come fosse il pergamo prima dello smantellamento, esso è stato ricostruito in una posizione diversa da quella originaria e, sicuramente, con le parti non nello stesso ordine e orientamento di come era stato pensato. L'edificio, come la torre campanaria, è sprofondato percettibilmente nel suolo, e alcuni dissesti nella costruzione sono ben visibili, come le differenze di livello tra la navata di Buscheto e il prolungamento ad opera di Rainaldo (le campate verso ovest e la facciata).







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    Foto di Pisa "Interno del Duomo di Pisa" a cura di Globopix.




    indovinate che Città è?....



    Livorno


    Livorno, villa sul mare

    Ciao Giuly, Ciao Fabry, buona giornata e buon fine settimana



    Battistero

    Il Battistero, dedicato a San Giovanni Battista, s'innalza di fronte alla facciata ovest del Duomo. L'edificio fu iniziato a metà del XII secolo: "1153 Mense Augusti fundata fuit haec..." (Nel mese di Agosto 1153 fu fondata...). Sostituisce un precedente battistero, più piccolo, che si trovava a nord della Cattedrale. Fu costruito inizialmente in stile romanico da Diotisalvi e nella struttura originaria, voleva essere un misto tra l'Anastasis del Santo Sepolcro in Gerusalemme e la Moschea d'Omar, sempre in Gerusalemme e ritenuta all'epoca il Tempio di Salomone. Presenta una curiosa cupola troncoconica, come quella della chiesa degli Ospitalieri a Pisa, che copre solo il giro interno di pilastri (la tecnica costruttiva per una cupola emisferica o poligonale di grandi dimensioni, come a Firenze, era quasi ignota): originariamente la parte superiore era aperta lasciando un osculo, ma a differenza del Pantheon) da cui entrava la pioggia per andare a riempire la fonte battesimale, qui era solo simbolico, dato che il fonte è privo di scarichi per l'acqua. In epoca posteriore la cupola fu mascherata da un'altra calotta emisferica e l'osculo fu chiuso. Rimase incompiuto fino al XIV secolo, quando la loggia, il piano superiore e la cupola furono terminati in stile gotico da Nicola Pisano e il figlio Giovanni, modificando quindi il progetto di Diotisalvi. La struttura è fortemente simbolica, infatti al suo interno presenta: 12 colonne come il numero degli apostoli; una fonte battesimale a 8 lati, numero che indica il giorno non creato, posta su 3 scalini, a simbolo del Padre del Figlio e dello Spirito Santo. È il più grande battistero in Italia: la sua circonferenza misura 107.25 m. L'interno, sorprendentemente semplice e privo di decorazioni, ha inoltre una eccezionale acustica (è famoso in tutto il mondo l'eco che si forma e che ricorda il suono dell'organo). Spicca il pergamo, scolpito fra il 1255 e il 1260 da Nicola Pisano. Le scene sul pergamo e specialmente la figura dell'Ercole nudo e di Marina (nel bassorilievo con i 3 magi) mostrano bene come l'influsso classico rendesse Nicola una precursore del Rinascimento.





    Fonte battesimale di Guido Bigarelli da Como



    Pergamo di Nicola Pisano



    Vetrate




    Torre pendente di Pisa

    La cosiddetta torre pendente di Pisa (chiamata semplicemente torre pendente o torre di Pisa) è il campanile della Cattedrale di Santa Maria Assunta, nella celeberrima Piazza dei Miracoli di cui è il monumento più famoso per via della caratteristica pendenza. Si tratta di un campanile a sé stante, alto circa 56 metri e costruito nell'arco di due secoli, tra il dodicesimo e il quattordicesimo. Pesa 14.453 tonnellate, predomina la linea curva, con giri di arcate cieche e sei piani di loggette. La sua pendenza è dovuta ad un cedimento del terreno verificatosi già nelle prime fasi della costruzione. L'inclinazione dell'edificio attualmente misura 5°30' rispetto all'asse verticale. La torre di Pisa rimane in equilibrio perché la verticale che passa per il suo baricentro cade all'interno della base di appoggio.



    I lavori iniziarono il 9 agosto del 1173 che, secondo il calendario pisano, era il 1174, in quanto l'anno iniziava il 25 marzo. Come era solito compiere con i fari, e con le costruzioni adiacenti al mare in genere, le fondazioni vennero lasciate a riposare per un anno intero. Alcuni studi tra i più recenti attribuiscono la paternità del progetto a Diotisalvi, che nello stesso periodo stava costruendo il Battistero. Le analogie tra i due edifici sono infatti molte, a partire dal tipo di fondazioni. Altri suggeriscono invece Gherardi, mentre secondo il Vasari i lavori furono iniziati da Bonanno Pisano. La tesi del Vasari è basata sul ritrovamento nelle vicinanze della torre di una pietra tombale col nome del Bonanno, che oggi si trova murata nell'atrio della torre; inoltre nell'Ottocento fu rinvenuto sempre nei dintorni un frammento epigrafico di materiale rosa, probabilmente un calco su cui venne fusa una lastra metallica, che attualmente trova collocazione sullo stipite della porta di ingresso dell'edificio. Su tale frammento si legge, ovviamente rovesciato: "cittadino pisano di nome Bonanno". Tale calco con tutta probabilità era relativo alla porta regia del Duomo, distrutta durante l'incendio del 1595. La prima fase dei lavori fu interrotta a metà del terzo piano, a causa del cedimento del terreno su cui sorge la base della torre. La cedevolezza del terreno, costituito da argilla molle normalconsolidata, è la causa della pendenza della torre e, sebbene in misura minore, di tutti gli edifici nella piazza. I lavori ripresero nel 1275 sotto la guida di Giovanni di Simone e Giovanni Pisano, aggiungendo alla costruzione precedente altri tre piani. Nel tentativo di raddrizzare la torre, i tre piani aggiunti tendono ad incurvarsi in senso opposto alla pendenza. La torre fu completata alla metà del secolo successivo, aggiungendo la cella campanaria. Dalla sua costruzione ad oggi lo strapiombo è sostanzialmente aumentato ma nel corso dei secoli ci sono stati anche lunghi periodi di stabilità o addirittura di riduzione della pendenza. Negli ultimi decenni del XX secolo l'inclinazione ha subito un deciso incremento tanto che il pericolo del crollo si era fatto concreto. Nel 1993 lo spostamento dalla sommità dell'asse alla base era stato valutato in circa 4,47 metri [1], ovvero 5,5 gradi. Durante i recenti lavori di consolidamento, iniziati nel 1990 e terminati alla fine del 2001, la pendenza della torre è stata ridotta tramite cerchiatura di alcuni piani, applicazione temporanea di tiranti di acciaio e contrappesi di piombo (fino a 900 tonnellate) e sottoescavazione, riportandola a quella che presumibilmente doveva avere 200 anni prima. La base è stata inoltre consolidata e secondo gli esperti questo consentirà di mantenere in sicurezza la torre per almeno altri tre secoli, permettendo così l'accesso ai visitatori. Dal marzo 2008 la torre ha raggiunto il livello definitivo di consolidamento sotto il profilo dell'inclinazione, tornato ad essere di 3,99 metri (ovvero 5 gradi[2], con uno spostamento alla cima della torre di quasi mezzo metro) e tale valore dovrebbe rimanere inalterato per almeno altri 300 anni. Il successo dell'operazione è legato al nome di Michele Jamiolkowski, benemerito docente del Politecnico di Torino e presidente del Comitato internazionale per la Salvaguardia della Torre di Pisa dal 1990 al 2001, a quello di Carlo Viggiani, docente del Dipartimento di Ingegneria Geotecnica dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e Presidente del Comitato Internazionale per la Conservazione dei Monumenti e dei Siti Storici ed a quello di J. B. Burland, professore del Dipartimento di Ingegneria Civile dell'Imperial College di Londra. Attualmente vi si svolgono dei lavori di restauro delle superfici lapidee, sia negli esterni che negli interni, che dovrebbero concludersi entro il 2010. La struttura del campanile incorpora due stanze. Una alla base della torre, nota come Sala del pesce, per via di un bassorilievo raffigurante un pesce. Tale sala non ha soffitto, essendo di fatto il cavo della torre. L'altra invece è la cella campanaria, al settimo anello. Delimitata dalle mura del camminamento superiore, è anch'essa a cielo aperto ed al centro, tramite una apertura, è possibile vedere il pian terreno della torre. Sono inoltre presenti tre rampe di scale: una ininterrotta dalla base fino al sesto anello, dove si esce all'esterno; una, a chiocciola più piccola che porta dal sesto anello al settimo; infine una ancor più piccola, sempre a chiocciola, che porta dal settimo anello alla sommità. È stata proposta come una delle sette meraviglie del mondo moderno.






    Università di Pisa

    La storia dell'Università di Pisa
    L'Università di Pisa è una delle più antiche Università italiane e ancora oggi vanta un posto prestigioso tra gli atenei d'Europa, insieme ad altre istituzioni universitarie, come la Scuola Normale Superiore di Pisa e la Scuola Superiore Sant'Anna.


    L'istituzione ufficiale dello Studio viene fatta risalire, quindi, al 3 settembre 1343 per volontà di Papa Clemente VI, con la bolla "In supremae dignitatis" emessa a Villanova presso Avignone, che prevedeva gli insegnamenti di teologia, di diritto canonico e civile, di medicina "et qualibet alia licita facultate".



    Il 2 dicembre 1343, con un'altra bolla, Clemente VI permette agli ecclesiastici di frequentare lo Studio e nel 1355 lo Studio venne riconosciuto anche dall'imperatore Carlo IV.

    A causa delle guerre contro Firenze e per le pestilenze che devastarono tutto il paese, seguirono lunghi periodi di degrado. Nonostante ciò nell'ottobre 1369 venne creato un consiglio di Savi per restaurare ed accrescere lo Studio, così per la prima volta si ebbe l'inizio ufficialmente dell'insegnamento della grammatica.



    Ciò non bastò ad evitare la chiusura dell'Università dopo il 1406 sotto la dominazione dei conquistatori fiorentini.

    L'Accademia fu riaperta il 1 novembre 1473 per volontà di Lorenzo dè Medici, il quale dispose anche l'edificazione di un apposito ed idoneo edificio in Pisa, la Sapienza, che avrebbe dovuto comprendere non solo i locali per gli insegnamenti delle varie facoltà, ma anche che fosse dimora dei docenti e degli studenti.

    Dopo la tentata ribellione della città contro il dominio fiorentino in occasione della venuta di Carlo VIII (1494-1509) l'Università fu trasferita a Firenze. Lo Studio fu poi di nuovo riaperto nel 1515 ma dovette affrontare anni di triste decadenza.

    Fu merito di Cosimo I se si ebbe la riapertura dell'Università il 1 novembre 1543 ed il raggiungimento degli antichi splendori.



    Curiosità:Alcuni studiosi ritengono che la sua origine storica appartenga al XI secolo, ma i primi dati certi risalgono alla seconda metà del XII secolo con la presenza di scuole di diritto sia laiche che monastiche.










    Fondata nel 1173 con funzione di campanile annesso al Duomo (iniziato nel 1064 dall'architetto Buscheto) e al Battistero (iniziato nel 1152 dall'architetto Deotisalvi) nella "Piazza dei Miracoli", la "torre pendente" viene generalmente ritenuta opera di Bonanno.
    Nel corso di alcuni scavi condotti nel XIX sec. alla base del campanile, infatti, è stata ritrovata un'urna con questo nome, che si è ritenuto fosse allusivo al costruttore della torre.





    Dopo appena 12 anni (1185), tuttavia, si verificano i primi segni di cedimento del terreno, che causano l'inclinazione della torre e provocano l'interruzione dei lavori alla metà del terzo piano.
    La costruzione viene ripresa solo nel 1275 da Giovanni di Simone e portata a termine nella seconda metà del XIV secolo.





    A pianta circolare, essa ripropone il tema delle loggette aperte ad archi su colonne, che costituirà uno dei motivi di maggior fortuna del Romanico pisano. Nel primo ordine alla base è il motivo, ugualmente ripreso dal Duomo, delle arcate cieche su semicolonne che inquadrano losanghe. In alto termina con la cella campanaria cilindrica di diametro inferiore rispetto al corpo centrale della torre.







    Sopra alla porta d'ingresso era collocata una scultura raffigurante la Madonna con il Bambino, attribuita ad Andrea Guardi e ora conservata al Museo dell'Opera del Duomo. Negli ultimi anni la torre di Pisa è stata oggetto di interventi di stabilizzazione che hanno permesso di ridurne la pendenza: d'altra parte il cedimento del terreno è un fenomeno che interessa anche altri monumenti pisani, quali ad esempio i campanili delle chiese di S. Michele degli Scalzi e di S. Nicola.



    image.PUNTA ALA....

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    CASTIGLIONE DELLA PESCAIA...image

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    Amedeo Clemente Modigliani (Livorno, 12 luglio 1884 – Parigi, 24 gennaio 1920) è stato un pittore e scultore italiano, noto con lo pseudonimo di Dedo (e Modì) e celebre per i suoi ritratti femminili caratterizzati da volti stilizzati e da colli affusolati. Morì all'età di trentacinque anni. È sepolto nel cimitero parigino Père Lachaise.


    Autoritratto



    Madame Pompadour


    Mendicante a Livorno


    ritratto di donna



    La città di Volterra (in etrusco Velathri) sorge sulla sommità di una collina posta sullo spartiacque fra le valli dei fiumi Era (a Nord) e Cecina (a Sud). Nella zona a NO si denota un forte movimento franoso, che ha dato origine al fenomeno delle "Balze" e che ha coinvolto nei secoli parte dell'abitato suburbano.

    Volterra fu un' importante città etrusca e, al contrario di quanto avvenne per altri centri abitati dell' epoca, è stata abitata anche in età romana e medievale






    Il colore di Volterra, quello che si apprezza passeggiando per i borghi, è tenue, l’ocra chiaro della pietra arenaria locale, il panchino, di cui sono costruite le mura delle abitazioni, dei grandi palazzi pubblici, delle numerose case torri trecentesche, fino alla pavimentazione delle strade (generalmente proibite alle auto). Sulle strade del centro si aprono le botteghe degli artigiani dell’alabastro, che espongono prodotti che sono piccole opere d’arte.


    cava..



    La varietà di alabastro che si lavora in questa zona è il solfato di calcio idrato, chiamato alabastro gessoso per il colore latteo; viene estratto più ad ovest, nelle cave vicino a Castellina Marittima, da cui si ricava una delle varietà più pure di questo minerale, resistente ma morbida e facile da lavorare.
    La lavorazione dell’alabastro nel territorio di Volterra affonda le radici nell’antichità, sviluppata con raffinata tecnica dagli artigiani etruschi; gli etruschi ed i romani raggiunsero una perfezione nella lavorazione di questa pietra che non ha avuto eguali nel corso dei secoli. Col medioevo, infatti, le cave vennero abbandonate, ed è solo nel corso del XVIII che il settore è stato riscoperto e valorizzato. Oggi, di nuovo, gli artigiani di Volterra sono capaci di dare un’anima alla pietra, creando veri e propri ricami nelle morbide lastre di alabastro bianco

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    Roselle - Rusel
    La storia della città di Rusel

    La Rusel etrusca sorge sopra un altura del sistema collinare di Montebrandoli - Poggio di Moscona.

    La posizione di Rusel era ideale in quanto da lassù si dominava tutta la piana di Grosseto all'epoca occupata dal "lago" Prile e poco a sud c'era la foce dell'Ombrone sul lago stesso.

    Per questo la zona risulta abitata fin dalla preistoria e protostoria come dimostrato dai ritrovamenti di Poggio Calvello e del Fosso delle Caldanelle.



    le mura



    Nel VI sec. a.C. Rusel ebbe il suo massimo sviluppo.

    Le botteghe di ceramica ed i ricchi commerci con le altre città Etrusche e con le città puniche in Sardegna fecero di Rusel un importante centro urbano.

    Risale al VI sec. a.C. la seconda cinta muraria, costruita con blocchi di arenaria in opera poligonale, ancora oggi visibile per lunghi tratti, sopra la struttura di pietrame irregolare e mattoni crudi della prima cinta muraria.

    Le abitazioni di Rusel erano realizzate con mattoni di argilla e/o murature a secco.





    questo tipo di muratura a losanghe....l'ho trovata anche a Delphi in grecia





    pavimento a mosaico


    ...è una sensazione strana percorrere le strade di Roselle....ferite dai solchi lasciati dai carri......calpestare i pavimenti delle case...ed allora basta chiudere gli occhi e sembra di sentire la città viva....il traffico..le chiacchere...sembra di essere in in mezzo a loro.....come se il tempi non fosse passato...








    Giovanni Fattori (Livorno, 6 settembre 1825 – Firenze, 30 agosto 1908) è stato un pittore italiano. È considerato, insieme a Silvestro Lega e a Telemaco Signorini, tra i maggiori esponenti dei Macchiaioli. Caso unico fra gli artisti più conosciuti, tutta la sua produzione pittorica nota è posteriore ai suoi quaranta anni.


    Soldati di vedetta


    La scolarina


    La battaglia di Magenta
    (un omggio alla città di Lussy)







    ISOLA..D'ELBA..MARCIANA MARINAimage

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    BELLISSIME FOTO DI PISA..BELLISSIMA CITTA' ..VISITATA DI RECENTE
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    PORTOFERRAIO



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    Portoferraio è la cittadina più popolosa dell'Isola d'Elba e per questo ne è considerata il capoluogo. Situata a centro-nord della stessa, il territorio comprende anche l'isola di Montecristo.

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    Storia

    Il distretto di Ferraio fu ceduto dagli Appiani per ordine dell'imperatore Carlo V ai Medici nel 1547.

    Portoferraio fu fondata per volere di Cosimo I, granduca di Toscana, da cui la città prese il primo nome, "Cosmopoli", nel 1548, concepita come presidio militare con lo scopo di difendere le coste del Granducato e dell'isola d'Elba.

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    La città, exclave toscana nel Principato di Piombino, all'inizio era poco più che un insieme di fortificazioni (ancora tutt'oggi visitabili e ben conservate), come i tre forti: Forte Stella, Forte Falcone e la Linguella (mentre Forte Inglese fu realizzato successivamente per rinforzare la cittadina da parte in vista dell'assedio della flotta britannica) e la bellissima cinta muraria, i cui resti, ancora in buono stato e resi abitabili, circondano il centro storico di Portoferraio.

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    Rimase sotto il controllo del Granducato di Toscana fino al XVIII secolo quando l'isola, per la sua posizione strategica, fu al centro di una guerra tra Francia, Austria e Inghilterra. Nel 1814 l'isola fu affidata a Napoleone Bonaparte come sede del suo primo esilio. Napoleone scelse Portoferraio come capoluogo dell'isola; nella città sono ancora presenti e visitabili le due ville che furono sua residenza, quella di San Martino e la Villa dei Mulini.

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    Fu grazie al regno dell'imperatore francese, seppur breve (1814-1815), che Portoferraio crebbe in importanza e modernità in maniera esponenziale, come tutta l'isola del resto, grazie alle infrastrutture create e alla valorizzazione delle miniere di ferro di Rio Marina. In questo periodo Portoferraio divenne il porto adibito al trasporto del ferro dalle miniere elbane al continente, e da ciò deriva il nome attuale.

    Successivamente Portoferraio tornò sotto il dominio del Granducato di Toscana fino all'unità d'Italia nel 1860. Nel carcere della città fu rinchiuso e morì il noto brigante Carmine Crocco di Rionero in Vulture, ricordato per le sue rivoluzioni contro il governo sabaudo di Vittorio Emanuele II.

    Portoferraio conobbe un periodo economicamente stabile, come tutta l'isola, grazie alle miniere di ferro fino agli inizi degli anni '70, quando l'industria del ferro entrò in crisi. Rapidamente le miniere vennero smantellate (l'ultima venne chiusa nel 1981), ma Portoferraio, grazie alle sue spiagge, seppe riciclarsi nell'industria del turismo, che ancora oggi rappresenta la principale fonte di ricchezza.


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    Fortezza del Volterraio



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    Il Fortezza del Volterraio, nota anche come Castello del Volterraio, è una fortificazione costiera situata a Portoferraio, sull'Isola d'Elba. La sua ubicazione è in posizione dominante sulla vetta dell'omonima collina che si eleva a est dell'abitato.


    Il complesso fortificato fu costruito attorno all'anno Mille, nel punto in cui sorgeva una preesistente struttura di epoca etrusca, successivamente rafforzata dai Romani. La fortezza venne ristrutturata in epoca tardoduecentesca, più precisamente nel 1281, su progetto di Vanni di Gherardo Rau, per adeguarla alle esigenze difensive dell'epoca. Il complesso architettonico militare svolgeva funzioni di avvistamento ad ampio raggio lungo il tratto costiero settentrionale dell'isola e verso il mare prospiciente; quando la zona entrò a far parte del Granducato di Toscana, la fortezza fu integrata, seppur ubicata in posizione isolata, al sistema difensivo che veniva allestito dai Medici nel cuore della cittadina di Portoferraio. Il complesso continuò a svolgere le proprie funzioni anche in epoca settecentesca sotto i Lorena, per poi divenire un presidio delle truppe napoleoniche sul finire del secolo. Proprio nel 1798 vi fu un'insurrezione contro i militari Francesi che portò alla semidistruzione del complesso, da allora definitivamente abbandonato. Una serie di restauri condotti a partire dalla seconda metà del secolo scorso hanno permesso di recuperare ciò che restava dell'antica fortificazione.

    La Fortezza del Volterraio, che si presenta sotto forma di imponenti ruderi alla sommità dell'omonimo poggio, si articola a pianta esagonale ed è caratterizzato da strutture murarie interamente rivestite in pietra, alla cui base sono visibili in alcuni punti tracce di più antiche mura di epoca etrusca e romana. Nonostante lo stato di rudere, è ancora oggi visibile parte dell'aspetto imponente che originariamente caratterizzava il complesso difensivo.


    Forte Stella (Portoferraio)



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    Il Forte Stella è una fortificazione costiera situata a Portoferraio, sull'Isola d'Elba. La sua ubicazione è in posizione dominante su un promontorio che domina da nord l'intera rada del porto.

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    L'imponente complesso fortificato fu realizzato nel 1548, su progetto di Giovanni Camerini e di Giovan Battista Belluzzi, per svolgere funzioni di avvistamento e di difesa nell'ambito del massiccio sistema difensivo, voluto dai Medici, che caratterizzava la cittadina elbana ed era costituito dall'insieme di varie strutture fortificate che, di fatto, rendevano il luogo inespugnabile. Il complesso continuò a svolgere le originarie funzioni a cui era adibito fino ad epoche relativamente recenti.

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    Il Forte Stella si presenta come un'imponente struttura fortificata che si articola a pianta stellata, nell'insieme riconducibile ad un poligono dalla forma pentagonale irregolare. Esternamente, l'intero complesso è cinto da una serie di cortine murarie rivestite in laterizi che poggiano su possenti basamenti a scarpa ed originariamente erano ulteriormente prottette da una serie di fossati che le delimitavano esternamente. L'intero complesso si adatta all'orografia scoscesa del promontorio sul quale è situato ed è dotato di numerosi passaggi ed ambienti sotterranei, che in passato potevano essere adibiti a rifugi di emergenza in caso di attacco nemico proveniente dal mare. Ai vertici della fortezza spiccano i cinque bastioni angolari, che hanno conservato anche una parte delle originarie garitte delle sentinelle; al vertice nord-orientale si trova anche lo storico faro di Portoferraio, a pianta circolare, che fu costruito dai Lorena nel 1788 per poter segnalare la presenza del promontorio antistante al porto nelle ore notturne. All'interno del complesso fortificato sorgono vari fabbricati, che in passato ospitavano la polveriera, l'armeria, magazzini di deposito, gli alloggi delle guarnigioni e un presidio ospedaliero; tra essi fu costruita anche una cappella come luogo di preghiera per le sentinelle che prestavano servizio presso il forte.



    Forte Falcone



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    Il Forte Falcone è una fortificazione costiera situata a Portoferraio, sull'Isola d'Elba. La sua ubicazione è poco a ovest del Forte Stella, in posizione dominante su un promontorio che domina da nord l'intera rada del porto.

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    Il complesso fortificato fu realizzato in più riprese a partire dal 1548, su progetto di Giovanni Camerini, che all'epoca stava lavorando anche alla realizzazione di altre strutture militari del sistema difensivo della cittadina elbana voluto dai Medici. Rimasto parzialmente incompleto in alcuni suoi punti, venne ultimato soltanto nel 1701, dopo la ripresa dei lavori avvenuta soltanto nel tardo Seicento. Le funzioni della fortificazione erano quelle di avvistamento e di difesa, che potenziavano notevolmente il sistema difensivo che era costituito da diverse strutture fortificate che operavano in perfetta sinergia tra di loro; la sua dismissione dalle funzioni militari è avvenuta in epoca relativamente recente.

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    Il Forte Falcone si presenta come un imponente fortificazione situata in posizione dominante nella parte occidentale del promontorio che chiude a nord la vasta area del porto di Portoferraio. La struttura architettonica militare si articola a pianta quadrangolare irregolare, ai cui vertici è presente un bastione originariamente munito di garitta. Esternamente, il forte è racchiuso all'interno di una cortina muraria di cinta, che si dispone lungo un perimetro trapezoidale, che venne ultimata soltanto all'inizio del Settecento. Le strutture murarie della fortificazione si presentano rivestite prevalentementi in laterizi e poggiano su possenti basamenti a scarpa che si adattano all'orografia scoscesa del promontorio. All'interno del forte si trovano alcuni edifici che in passato ospitavano gli alloggi delle guarnigioni, la polveriera e l'armeria.



    Ville napoleoniche di Portoferraio



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    Villa di San Martino

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    Villa dei Mulini

    A Portoferraio esitono almeno due Ville Napoleoniche.

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    Napoleone Bonaparte fu esiliato sull'Isola d'Elba dal 1814 al 1815. A Portoferraio, la cittadina che scelse come capoluogo, egli possedeva due residenze principali: la Palazzina dei Mulini e la Villa di San Martino, rispettivamente la residenza pubblica e quella privata dell'Imperatore in esilio.

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    Altre residenze in tutta l'isola vennero inoltre periodicamente abitate: a Portolongone, a Rio Marina e nel Romitorio della Madonna del Monte a Marciana.


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    All'Elba Napoleone ricostruì in piccolo l'apparato tecnico-burocratico con il quale aveva costruito l'Impero. Ebbe però numerose limitazioni, soprattutto a causa degli ostacoli continuamente posti da Luigi XVIII di Francia, che si rifiutò di rilasciargli la provvisione prevista dal trattato di Fontainebleau, dovendo quindi contare solo sulle risorse locali e sulla tassazione delle comunità dell'isola.

    Oltre alle dimore oggi restano quali tracce della presenza dell'imperatore sull'isola strade, le fortificazioni restaurate e una scuola d'arte.


    villa dei mulini
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    La villetta fu costruita a partire da un edificio già usato dai Medici, formato da un corpo centrale a un unico piano che metteva in comunicazione due padiglioni laterali; sul retro c'erano due giardini e alcuni terrazzamenti fino al soprastante Forte Stella, mentre su un altro lato esisteva un edificio adibito a teatro.

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    Napoleone affidò i lavori di ristrutturazione all'architetto lucchese Paolo Bargigli, su consiglio di sua sorella Elisa Bonaparte Baciocchi. Il bastione venne recintato e ristrutturato, mentre il teatro divenne il salone delle feste della villa; sul lato che degrada verso il mare l'imperatore volle un viale di aranci e altre piante aromatiche.

    All'interno la villa era arredata con mobilio proveniente dal palazzo di Elisa di Piombino, ma è andato purtroppo disperso: oggi vi si trovano pezzi presi da Palazzo Pitti e dai depositi della Soprintendenza di Pisa.

    Quando i Lorena tornarono al potere il teatro venne unito alla palazzina e poi trasformato in caserma e in carcere.

    Durante l'ultima guerra ospitò un rifugio.



    Chiesa di San Marco alle Grotte


    La chiesa di San Marco alle Grotte è un edificio sacro che si trova in località Le Grotte a Portoferraio.

    Fu edificata nel 1619 in memoria di un episodio delle guerre contro i Turchi. Agli inizi del XVIII secolo la proprietà passò dai Roncisvalle ai Lambardi che edificarono la villa attigua e restaurarono la cappella dotandola del quadro di San Marco, commissionato al fiorentino Giuseppe Bezzuoli nel 1824.

    La grande pala d'altare raffigura l'Evangelista che, alzando lo sguardo alla fonte della sua ispirazione, scrive sul rotolo appoggiato sulle sue ginocchia, fulcro luministico della composizione. Dopo i Lambardi, di cui rimangono in San Marco alcune pietre sepolcrali, la chiesa insieme con tutto il fondo passò per eredità ai Lambardi-Duchoquè e poi fu venduta alla famiglia Gasparri.


    Chiesa di Santo Stefano alle Trane

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    La facciata dell'edificio

    La chiesa di Santo Stefano alle Trane è un edificio sacro che si trova in località Magazzini a Portoferraio.

    La chiesa, pertinente allo scomparso insediamento delle Trane, si avvicina per struttura e apparato decorativo all'architettura romanica pisana. La facciata è spartita in basso da arcate cieche su paraste e conclusa da un timpano sottolineato da cornici. La decorazione, che segue schemi neoantichi sul fianco, riprende invece repertori estranei alla cultura pisana nell'abside, decorata da archetti pensili sui cui peducci compaiono motivi zoomorfi e protomi. Restaurata dopo anni di rovina, è nuovamente officiata.



    Grotta di San Mamiliano

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    Le rovine della grotta

    La grotta di San Mamiliano è un luogo sacro che si trova sull'Isola di Montecristo nell'Arcipelago Toscano nei pressi del soprastante eremo e del Monastero di San Mamiliano.

    Storia

    La vocazione monastica dell'isola affonda le proprie radici nella metà del V secolo ed è legata alla figura di San Mamiliano, il vescovo di Palermo che, secondo la tradizione, per sfuggire ai Vandali, sarebbe qui approdato con altri monaci. Lungo le pendici del Monte della Fortezza, dominato dai resti di un fortilizio fatto costruire dagli Appiani alla fine del XIV secolo, è la Grotta che la devozione popolare ha sempre identificato come dimora del santo eremita e luogo nel quale, egli, facendosi scudo della croce, avrebbe ucciso un drago, simbolo evidente del paganesimo. Al suo interno numerosi ex voto costituiscono la testimonianza del passaggio di generazioni di pellegrini e di marinai.


    Monastero di San Mamiliano

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    Le rovine del monastero

    Il monastero di San Mamiliano è un edificio sacro che si trova sull'isola di Montecristo, nel comune di Portoferraio, nell'Arcipelago Toscano.

    Storia

    Originariamente intitolato a San Salvatore, ma da sempre indicato con il nome di San Mamiliano, è ricordato fin dal VI secolo e diverrà, a partire dal X secolo, uno dei più richi della Toscana.

    Nel XIII secolo, all'originaria regola fu sostituita la riforma camaldolese. Il crollo del sistema feudale, le scorrerie saracene e le mire della Repubblica pisana furono le cause principali della graduale decadenza del monastero che, dal XVI secolo, dopo un'ultima devastante incursione dei pirati turchi, venne abbandonato definitivamente dai monaci e fu, fino alla prima metà dell'Ottocento, saltuariamente abitato da eremiti che cercavano un luogo di silenzio e di preghiera.



    Chiesa del Santissimo Sacramento (Portoferraio)



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    La facciata della chiesa

    La chiesa del Santissimo Sacramento è un edificio sacro che si trova in via Garibaldi a Portoferraio.

    Edificata nel 1551, il suo aspetto attuale è frutto della ricostruzione dopo i bombardamenti bellici. Il soffitto dell'unica navata (1731), decorato a cassettoni con motivi floreali, porta al centro l'Incoronazione di Maria attribuita a Giovanni Camillo Sagrestani. Sul barocco altar maggiore in marmi policromi e stucchi è la pala dell'Assunta, copia (1930) di Giuseppe Mazzei da Guido Reni; alle pareti, i dipinti tardo-settecenteschi di Cristino Giannetti con Il sacrificio di Abramo e Il sogno di Elia. La cappella dedicata ai caduti della Grande Guerra è opera (1934) di Severino Crott; gli affreschi sono di Giuseppe Mazzei. Sopra il ciborio e l'altare marmoreo si trova il Crocifisso ligneo che si vuole ritrovato sotto le rovine dell'antica Fabricia.


    Chiesa di San Crispino


    La chiesa di San Cristino o San Crispino, detta anche chiesa della Misericordia, è un edificio sacro che si trova a Portoferraio.

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    La Chiesa di San Crispino o Cristino

    Sede della confraternita omonima, custodisce le reliquie di San Cristino, a cui la chiesa è intitolata. Nella navata unica, dove si trovava una statua della Madonna col Bambino attribuita a Tino da Camaino, ora nel Museo napoleonico, domina l'altare marmoreo con la tela settecentesca della Madonna della Misericordia. La volta fu affrescata nel 1765 col trompe l'oeil di una balaustra su cui si imposta un loggiato terminante in una falsa cupola. L'organo del 1850 è di Michelangelo Paoli. In un armadio è conservata la copia in bronzo della maschera di Napoleone e il calco della mano. Nel 1746 fu aperta accanto alla chiesa una cappella dedicata alla Vergine di Loreto per ospitare la statua della Madonna proveniente dalla cappella della Linguella.



    Chiesa di San Rocco (Portoferraio)

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    La facciata della chiesa

    La chiesa di San Rocco è un edificio sacro che si trova a Portoferraio.

    È officiata dal 1804 dalla Confraternita della Misericordia, e aveva annesso il cimitero settecentesco riservato alle vittime della peste e ai giustiziati non ammessi all'interno della città. L'edificio, iniziato a spese dei cittadini nel 1584, fu terminato col contributo del granduca Ferdinando I nel 1592.

    La facciata attuale risale alla fine del XVIII secolo, quando venne costruito anche il cimitero. All'interno si trova un altare marmoreo ornato da una moderna statua di San Rocco, che sostituisce quello originario. Delle memorie passate rimangono solo le tombe di due Cavalieri di Santo Stefano.




    Propositura della Natività di Maria

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    L'esterno della propositura

    La propositura della Natività di Maria è un edificio sacro che si trova in piazza della Repubblica a Portoferraio.

    La chiesa come appare oggi corrisponde alla struttura dell'inizio del XIX secolo, quando le due cappelle laterali, aggiunte nel 1623 all'edificio costruito in età cosimiana, vennero trasformate in navate. All'interno, l'altare settecentesco dedicato alla Madonna del Buon Viaggio richiama la vocazione della città marinara che affida la propria navicella a Maria; nella pala la navicella ricompare come aggiunta votiva in argento che un angelo porge alla Madonna.

    Tra i dipinti, la Madonna del Rosario è attestata già dal 1632. L'altare dell'Immacolata conserva la statua settecentesca di cartapesta raffigurante la Vergine; nella navata opposta, l'altare con il Crocifisso ligneo risalente al 1549, già collocato sul marmoreo altar maggiore.

    Teatro dei Vigilanti

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    Il Teatro dei Vigilanti è un teatro di Portoferraio (LI).

    Storia

    La settecentesca chiesa del Carmine venne trasformata, proprio alla fine dell'età napoleonica, in uno spazio teatrale su progetto dell'architetto Paolo Bargigli, professore di architettura presso l'Accademia di Belle Arti di Carrara, e progettista, oltre che di molti interventi napoleonici all'Isola d'Elba, anche dei teatri degli Impavidi di Sarzana e del Teatro Regio di Lucca.

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    Il nuovo teatro venne inaugurato il 24 gennaio 1815 e presentava l'aspetto tipico dei teatri moderni all'italiana: pianta a ferro di cavallo con 65 palchi distribuiti su 4 ordini sormontati da un loggione. Le decorazioni pittoriche interne e il sipario furono realizzati dal pittore piemontese Antonio Revelli, quelle a stucco dallo stuccatore livornese Campolmi. Dopo la definitiva caduta di Napoleone, nel maggio del 1815 il teatro venne nuovamente inaugurato con l'odierna denominazione.

    Per tutto l'Ottocento in questo spazio si alternarono rappresentazioni di prosa, di lirica e feste da ballo. All'inizio del Novecento la situazione economica livornese e la diminuzione di spettatori peggiorarono sensibilmente il deficit di bilancio e nel 1920 il teatro venne chiuso. Fu poi restaurato fra il 1922 e il 1923 su progetto dell'ingegner Visioli. In questa occasione vennero sostituiti con un nuovo loggione il quarto ordine di palchi e il vecchio loggione; furono rinnovati la tappezzeria, i camerini, il palcoscenico e la buca dell'orchestra.

    Dopo nuovi restauri, nel 1937 il teatro venne utilizzato prevalentemente come cinematografo fino al 1952. Seguì un lungo periodo di abbandono interrotto alla metà degli anni ottanta da un vasto intervento di recupero su progetto dell'architetto Maria Berta Betazzi, reso possibile anche grazie ai finanziamenti del progetto regionale FIO. A lavori ultimati il teatro risulta recuperato non solo all'attività teatrale ma anche ad attività di tipo congressuale.



    Torre della Linguella

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    La Torre della Linguella, nota anche come Torre del Martello, è una torre costiera situata a Portoferraio, sull'Isola d'Elba. La sua ubicazione è all'estremità settentrionale della rada.


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    La struttura fortificata fu costruita agli inizi del Cinquecento nel luogo in cui sorgevano i resti di un preesistente edificio risalente addirittura al periodo romano. La sua costruzione fu voluta dai Medici per avere una struttura difensiva in più a protezione del porto di Portoferraio, che tuttavia veniva utilizzata in modo promiscuo essendo anche adibita a magazzino per la conservazione del sale. La torre continuò a svolgere sia le funzioni di avvistamento che quelle di magazzino fino alla seconda metà del Settecento, epoca in cui i granduchi di casa Lorena decisero la sua dismissione e la susseguente trasformazione in prigione, rimasta in funzione fino all'apertura tardoottocentesca del più ampio carcere all'interno del Forte Longone di Porto Azzurro. Dopo essere andata incontro ad un periodo di degrado a seguito della sua definitiva chiusura, la torre è stata riportata agli antichi splendori grazie ad un attento lavoro di restauro effettuato alla fine degli anni settanta del secolo scorso.

    La Torre della Linguella presenta una caratteristica pianta ottagonale, con una cordonatura che si articola nella parte bassa delimitando il sottostante basamento, che su sei degli otto lati poggia direttamente sulla riva scogliosa del mare. La parte superiore della struttura turriforme risulta nettamente più sporgente di quella inferiore, culminando nella parte sommitale con alcuni possenti beccatelli che delimitano la terrazza originariamente utilizzata per le funzioni di avvistamento, al centro della quale è presente una piccola struttura a base circolare non visibile dall'esterno del complesso. Le strutture murarie si presentano quasi interamente rivestite in laterizi, con tratti di cortine murarie di cinta in pietra che si addossano all'angolo nord-occidentale della torre, andando a delimitare esternamente una struttura bastionata con basamento a scarpa, che in passato conferiva un ulteriore elemento di sicurezza all'intero complesso.
     
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    MARCIANA



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    Arrivare a Marciana dalla strada che forma l'anello costiero del monte Capanne, subito dopo un tramonto invernale, con le prime luci accese, magari con le pendici della vetta pi alta dell'isola imbiancate dalla neve, fa apparire questo paese un paesaggio da presepio. Completamente cinto da castagni, alcuni anche di notevoli dimensioni, ai piedi della sua rocca, di costruzione pisana, appare severo come tutti i borghi montani (anche se la sua altitudine non è poi cos elevata: 375 metri), ma allo stesso modo anche conservato di quella inalterabilità che solo questi paesi possiedono. Per questo appare ritirato al caotico tran-tran estivo dei villaggi rivieraschi, e quindi godibile di una visita tutta calma. E strutturato a gradoni, per seguire l'altimetria delle pendici su cui sorge, ma anche perché le case formassero tanti fronti in caso di assalti nemici.

    Di origine romana, ha rivestito una grande importanza in epoca medievale e rinascimentale, sia sotto i pisani che sotto i signori di Piombino, Appiani. Quest'ultimi lo consideravano quasi un buen retiro, tanto da possedervi una residenza (oggi vi si nota una graziosa cappellina in via del Giardino, quasi sotto il castello) e avervi impiantato la zecca di stato.


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    Notte a Marciana Isola d'Elba foto Flickr



    Dirimpetto a Marciana vi è il paese di Poggio. I due sono uniti da una strada ombreggiata da castagni, che passa davanti alla fonte detta di Napoleone. La bontà di quest'acqua spinse i primi promulgatori dell'immagine Elba nel mondo a far conoscere il piccolo paese vicino come Poggio Terme.

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    Non che avesse particolari qualità termali, ma di sicuro l'acqua di questi posti è sempre stata apprezzata. E anche un bel motivo coreografico per le valli circostanti, dove forma straordinarie cascatelle e pittoreschi paesaggi quasi alpini, con torrenti che corrono per buona parte dell'anno. E lo sciabordio dell'acqua è un motivetto gradevole anche nella piazzetta di Poggio, la pi bella piazza dell'Elba, con la sua fontana in ghisa al centro, lastricata di granito locale: un angolo tranquillo e fresco anche in estate.

    Poggio ha una struttura urbana molto simile a quella di Marciana, e anche qui è un piacere percorrere le sue viuzze scalinate, totalmente immuni da motorizzati. Nel paese risaltano le due grandi strutture delle chiese di San Niccolò e di San Defendente, quasi a voler caratterizzare questo paese con due campanili.


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    Il comune di Marciana copre un'ampia fascia costiera, intervallata dal porto di Marciana Marina e i suoi dintorni, La spiaggia più importante della costa nord è Procchio, un arenile ben riparato dal golfo, conosciuto fin dai tempi antichissimi come rifugio sicuro dalla burrasche. Non è un caso se nell'angolo più riparato di esso, detto Porto di Procchio, sia stata trovato il relitto di una piccola oneraria romana, con lo scafo ottimamente conservato e un carico prezioso. A Procchio i romani estraevano anche il marmo cipollino, onde decorare i propri monumenti. Il paese è tuttavia modernissimo e ben integrato nel circuito turistico isolano.


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    La costa nord-occidentale è invece alta e dirupata, ma non manca di offrire una bella spiaggia come quella di Sant'Andrea, circondata da scogli lisci e dalle forme bizzarre, che ogni primavera lacrimano di stelle rosse dei fichi degli ottentotti.

    I paesini di Zanca, Patresi e Colle d'Orano sono quasi fuori dal tempo in inverno. In un passato non troppo remoto erano collegati al capoluogo comunale solo da tratturi, serpeggianti tra terrazzamenti e vigne, oggi divenuti percorsi apprezzati da trekkers.

    Sul mare sono invece Chiessi e Pomonte, al termine di valli prima coltivate a viti, su terrazzamenti strappati quasi incredibilmente a fianchi granitici. Questi paesi si godono i tramonti (pose di sole, secondo i locali) pi spettacolari di fronte a un immenso interrotto solo dalla silhouette della Corsica.
     
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  8. tomiva57
     
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    Il marcianese è anche la zona più bella per le escursioni. Soprattutto quella regina per il tetto dell'isola, il monte Capanne, ma anche per le alture circostanti, dove si incontrano sovente mufloni e si possono notare rarità flogistiche per questi luoghi, come il tasso, l'albero della morte a causa della tossicità delle sue bacche rosse, relitto di un'epoca geologica molto pi fredda. E piacevole incontrare su queste pendici graziose chiese: il santuario della Madonna del Monte, con la sua spettacolare esedra delle fonti e l'elegante campanile, teatro dell'ormai trito racconto sull'incontro tra Napoleone e Maria Walewska; l'eremo di San Cerbone, che ci ricorda dei tempi in cui le invasioni longobarde costringevano i fedeli, come il santo patrono della diocesi, a scappare verso luoghi impervi; e se abbiamo fortuna potremo scorgere tra le folte macchie i resti di chiese romaniche antiche, come San Frediano e San Biagio, ormai beantesi della sola presenza di pernici rosse e lepri.


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    Chiessi Marciana Isola d'Elba












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    Senz'altro da visitare sono i due borghi medievali di Marciana e Poggio. Una visita rilassante tra scalinate e serpeggianti vicoli, dove le auto sono off limits.

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    Fortezza pisana (Marciana): fu edificata nel XII secolo per difendere il paese. E di forma quadrilatera, con lati tanagliati. Destate fa da suggestivo scenario a spettacoli.

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    Chiesa di Santa Caterina (Marciana): la parrocchiale del paese è stata edificata nel XVII secolo, con all'interno una vasca battesimale del 1435 e la pregevole statua del Battista.


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    Chiesa di San Liborio (Marciana): del XII secolo, forse in origine privata.



    Museo archeologico (Marciana): piccolo ma ben organizzato antiquarium, che custodisce reperti preistorici e antichi dell'Elba occidentale. Particolarmente interessante è la sala dedicata al relitto romano di Procchio.

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    Casa del parco: appena sotto il castello, una delle due presenti all'Elba.



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    La Casa del Parco di Marciana si trova nei pressi della Fortezza Pisana e si raggiunge dirigendosi verso la parte alta dell'abitato di Marciana. La Casa del Parco ha una superficie di circa 300 mq ed è suddivisa in due sale principali dedicate agli ambienti terrestri e marini del Parco Nazionale.
    All'interno troveremo tutte le informazioni desiderate tramite i depliants, la collaborazione del personale addetto, dispositivi informatici multimediali che ci aiutano nella visita con immagini, testo, suono e filmati.

    Nella prima sala, dedicata all'ambiente terrestre, ci sono riferimenti alla genesi e all'evoluzione geomorfologica dell'Elba occidentale e del Monte Capanne, con esposizione di alcuni minerali rappresentativi, che si possono toccare, e riferimenti alla storia e alla cultura locale, come le attività agro-silvo-pastorali e gli accessori e manufatti della vita quotidiana contadina; inoltre, sono presenti in questa zona dei diffusori di odori di essenze botaniche significative del territorio, per coinvolgere anche un altro senso del visitatore: l'olfatto. Infine, un ecorama raffigurante un paesaggio a macchia mediterranea descrive le piante caratteristiche della vegetazione. Dopo la parte iniziale dedicata alla zona occidentale dell'Elba, si passa ora alla zona orientale dell'isola, rappresentata da immagini e fotografie, con l'esposizione finale di sabbie di varia (es. ematite) natura provenienti da tali zone dell'isola.

    Dopo un passaggio attraversato da una cascata di acqua, si entra nella seconda sala della Casa del Parco, dedicata all'ambiente marino. All'ingresso si trovano due computer con collegamento al sito internet del Parco, alle pareti le immagini che illustrano alcune specie endemiche sia vegetali che animali. Nella parete opposta un ecorama raffigura la flora e la fauna del mare e delle coste sabbiose e rocciose dell'Arcipelago Toscano. Inoltre uno spazio dedicato al raro gabbiano corso, adottato come simbolo del Parco, con una nota sull'ecologia di questo uccello a rischio di estinzione, numerose immagini richiamano alla varietà di vita animale e vegetale che popola il Parco, un acquario marino con specie del mediterraneo ed un pannello con immagini dei cetacei. Infine la sala proiezioni, dove possono essere trasmessi i video del Parco: il video istituzionale, il filmato della foca monaca e quello del gabbiano corso.

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    Casa degli Appiani (Marciana): in via del Giardino. Non è per visitabile. Bella è la cappella privata consacrata a San Francesco.
    Un po' di storia. Marciana svolse un ruolo importante nella vita del Principato degli Appiani a Piombino e all'Elba. Il personaggio più illustre della casa fu Donna Paola Colonna, moglie di Gherardo Appiani. Fu lei, come si legge nelle cronache, a trasformare il piccolo centro contadino in uno dei più importanti paesi dell'Elba.
    Marciana fu scelta dagli Appiani come luogo di rappresentanza dei loro interessi nel versante occidentale per la sicurezza delle fortificazioni esistenti, per l'ampia visuale che permetteva di controllare un buon tratto di mare del canale di Piombino e per l'ormai consolidata amministrazione di questo centro già dai tempi della dominazione pisana. Amata dal popolo marcianese per la sua saggezza e per la sua abilità politica, Donna Paola dette il via a opere importanti in epoca rinascimentale, quali la creazione di una zecca per battere moneta, il rafforzamento della fortezza pisana risalente all'XII secolo, la Casa Appiani.
    Fu in questo periodo che il commercio si diffuse notevolmente. Da qui la necessità di allestire una zecca. Stando a quanto ha scritto Guido Antonio Zanetti in "Nuova raccolta delle monete e zecche d'Italia" (1775) si battevano diverse monete con minerali vari dell'isola: ferro, rame e argento.


    Chiesa di San Niccolò (Poggio): di origine appianea, bastionata. Conserva begli arredi sacri settecenteschi.




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    Chiesa di San Defendente (Poggio): Edificata all'inizio del XVI secolo, apparteneva alla confraternita del Santissimo Sacramento, e venne ristrutturata nel 1786. La facciata è mossa da quattro lesene con capitelli corinzi, la porta in ghisa è ornata di bassorilievi e l'interno, in cui la navata unica si sviluppa in altezza, conserva un organo tardo settecentesco.

    La zona presbiterale è sottolineata da colonne neoclassiche sulle quali si imposta l'arco che divide il soffitto a semicalotta sferica del presbiterio dalla volta a botte della navata. Tra le opere conservate il dipinto dei primi dell'Ottocento raffigurante la Madonna Assunta con in basso le anime del Purgatorio tra le fiamme, e le statue di Cristo morto e della Madonna col cuore trafitto da spade.


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    spiaggia di Procchio



    Monte Castello di Procchio: vi sorge una fortezza d'altura etrusca, utilizzata per un breve tempo anche dai romani.

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    Scoglio della Paolina: davanti la spiaggia di Redinoce, si chiamava in passato Castiglioncello. Gli fu cambiato nome per la leggenda che qui vi facesse i suoi bagni la sorella di Napoleone.

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    Fonte di Napoleone: tra Poggio e Marciana sulla provinciale.Fonte di Napoleone, una sorgente da cui sgorga un'acqua oligominerale, molto indicata nella cura dell'uricemia e delle calcolosi.

    Le sue proprietà curative, note da secoli, furono ufficialmente riconosciute solo nel dopoguerra, quando al primo toponimo di Poggio fu aggiunto l'appellativo di Terme.

    Nello stesso periodo fu aperto lo stabilimento per l'imbottigliamento della preziosa acqua da tavola, ma al concessionario fu imposto di lasciare attingere liberamente alla vicina fontanella, in rispetto a un antico diritto dei viandanti tuttora in vigore.





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    Monte Capanne: è il tetto dell'isola con i suoi 1019 metri. Raggiungibile anche con una cabinovia da Marciana.

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    Chiesa di San Lorenzo: romanica pisana del XII secolo, lungo la provinciale della Civillina.

    Romitorio di San Cerbone: qui si rifugi il santo patrono della diocesi per sfuggire ai longobardi. Si dice essere il più antico luogo di culto all'Elba, addirittura del VI-VII secolo.


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    Santuario della Madonna del Monte: ristrutturato nei vari secoli, ha il suo impianto moderno nel XVI secolo. Al suo interno sono stati trovati recentemente affreschi attribuiti a Sodoma. Si raggiunge tramite un sentiero fiancheggiato da tredici cappelle della via crucis. Napoleone si incontrò con la sua amica polacca Maria Walewska, raggiungibile unicamente a piedi in meno di un' ora percorrendo un suggestivo sentiero immerso nella natura che parte dalla Fortezza Pisana.

    Chiesa di San Bartolomeo: sul colle omonimo, che separa Chiessi da Pomonte. Romanica pisana è oggi visibile solo un muro perimetrale. Nei pressi anche i ruderi di altre romaniche: San Frediano e San Biagio.
     
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    Porto Azzurro


    Da Wikipedia

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    Frazioni: Reale, Terranera, Barbarossa, Monserrato, Mola (parte), Gelsarello, Botro, Puntecchio, Burraccio(parte)
    Comuni contigui: Capoliveri, Portoferraio, Rio Marina, Rio nell'Elba

    Nome abitanti: longonesi, portoazzurrini; vaporini
    Santo patrono: San Giacomo
    Giorno festivo: 25 luglio


    Porto Azzurro è un comune di 3.211 abitanti della provincia di Livorno, situato sulla costa dell'Isola d'Elba e bagnato dal Canale di Piombino.

    Il nome è un chiaro riferimento al colore del mare.

    In origine la località si chiamava Longone e dal 1873 prese il nome di Porto Longone. Nel 1906 perse Capoliveri che formò il comune ononimo. Nel 1947 fu dato al comune elbano il nome attuale.
    Nuovo nome di Portolongone, Porto Azzurro è il salotto buono dell'isola d'Elba, collocato ai piedi del promontorio culminante la Fortezza di Longone, detta anche di San Giacomo. Il piccolo centro, porto turistico, sorge in una protetta insenatura, la maggiore del versante orientale che già dall'antichità veniva sfruttato come scalo naturale nelle rotte marittime tirreniche. Porto Azzurro ha un aspetto veramente pittoresco, con le sue casine dai colori pastello che fanno da cornice al porto, che recentemente ha restituito anche i resti di un antico molo romano. Caratterizzato da piccole stradine in salita e dai suoi numerosi angoli suggestivi che sfociano nell'animatissima Piazza "Matteotti", dove le luci al calar del sole si specchiano nelle acque del mare circostante, rappresenta il cuore della mondanità Elbana.

    Luoghi d'interesse

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    La piazza principale



    Santuario della Madonna di Monserrato



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    Santuario della Madonna di Monserrato - lasciando il centro del paese di porto Azzurro, a 1 km in direzione dei paesi di Rio Marina e Rio nell'Elba, una deviazione a sinistra conduce al piccolo santuario della Madonna di Monserrato, costruito nel 1606 dal governatore José Pronce de Léon a somiglianza del Monastero di Montserrat, vicino a Barcellona. Situato su un'altura, che si raggiunge con un ripido percorso a piedi, circondato dalla valle del Calcare, oggi valle di Monserrato, dalle scoscese pareti rocciose rivestite di macchia, il santuario conserva un dipinto che raffigura la Vergine nera che si festeggia ogni 8 settembre. Per lunghi periodi l'Eremo della Madonna del Monserrato, tra i più suggestivi luoghi di culto dell'isola d'Elba, fu abitata da monaci e ancora oggi è meta di pellegrinaggi. Dalla piccola terrazza di fronte al santuario, ombreggiata da cipressi, si gode, nel silenzio, un serena vista sulla spiaggia di Barbarossa.


    Cappella del Sacro Cuore di Maria



    La cappella del Sacro Cuore di Maria è un edificio sacro che si trova a Porto Azzurro.

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    La chiesetta, adiacente a quella della Madonna del Carmine, fu completata nel 1727 e comprendeva originariamente un porticato. All'interno, oltre al monumento del generale spagnolo Diego de Alarcon, si trova il quadro con la Madonna in ginocchio di fronte al Crocifisso, che insieme al cuore rosso in campo nero raffigurato sull'altare giustifica la titolazione della chiesa, mentre è andata distrutta per l'umidità la statua in cartapesta raffigurante Gesù morto.
    Oratorio del Sacro Cuore di Maria - attiguo alla chiesa parrocchiale, che si trova a poche centinaia di metri più all'interno del paese è l'Oratorio del Sacro Cuore di Maria, costruito nel 1727 da Diego Dell'Arçon, governatore spagnolo della piazza di Longone. E' un edificio sobrio in stile Barocchetto con un leggero accenno neoclassico. Al suo interno è conservato il monumento funebre dello stesso governatore, opera di notevole pregio.

    Chiesa della Madonna del Carmine



    La chiesa della Madonna del Carmine è un edificio sacro che si trova a Porto Azzurro.

    La chiesa era nata per servire gli abitanti della marina che alla sera non potevano accedere alla parrocchiale interna al forte. Nel 1752 essa ottenne un cappellano per concessione del Re e dell'Arcivescovo di Napoli che contribuirono ad arricchire l'antica chiesa costruita dai pescatori.

    Chiesa di San Giacomo Maggiore



    La chiesa di San Giacomo Maggiore è un edificio sacro che si trova all'interno del forte omonimo a Porto Azzurro.

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    La chiesa fu terminata intorno al 1656, secondo la data scritta sulla tela raffigurante Santa Barbara con la fortezza in mano. Nel Settecento la chiesa fu rinnovata e arricchita da decorazioni ispirate al barocco catalano, poi distrutte nel Novecento e sostituite dagli affreschi dell'elbano Eugenio Allori. Un busto d'argento di Santa Barbara, i dipinti con i Santi Giuseppe e Simeone, oltre alle lapidi di generali spagnoli che comandarono la piazza di Longone, rimangono a testimonianza dell'assetto originario.

    Forte Longone

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    Il Forte Longone, o Forte di Longone, è una fortificazione costiera situata nel comune di Porto Azzurro, lungo la costa sud-orientale dell'Isola d'Elba rivolta verso il Canale di Piombino. La sua ubicazione è sul promontorio che domina da est la baia del porto.

    L'imponente complesso fortificato venne edificato dagli Spagnoli all'inizio del Seicento, per potenziare il sistema difensivo costiero dello Stato dei Presidii, il cui territorio inglobava anche parte della costa orientale e meridionale dell'isola. L'intera struttura fortificata fu realizzata in soli due anni, tra il 1603 e il 1605. Le originarie funzioni di avvistamento e di difesa furono svolte fino alla metà dell'Ottocento, quando gradualmente la struttura militare fu dismessa per essere convertita in carcere, funzione che svolge tuttora.

    Il Forte Longone si presenta come un'imponente fortificazione situata in posizione dominante alla sommità del promontorio di Porto Azzurro. La denominazione gli è stata conferita dall'antico nome della località in cui sorge, che prima di assumere l'attuale denominazione era appunto chiamata Porto Longone. La fortificazione si presenta a pianta stellata convenzionalmente riconducibile ad un poligono dalla forma pentagonale irregolare; le cortine murarie esterne di cinta, rivestite in alcuni tratti in mattoni e in altri in pietra, si caratterizzano per la presenza di possenti basamenti a scarpa, che lungo i lati rivolti verso terra erano originariamente delimitati da fossati per aumentare le garanzie di sicurezza alla struttura difensiva costiera. Nell'area compresa all'interno della fortificazione si trovano vari fabbricati, che in passato ospitavano il palazzo del governatore, tre polveriere, un'armeria, gli alloggi delle guarnigioni, alcuni magazzini, un ospedale e un mulino a vento. Nell'area compresa all'interno del complesso fortificato furono edificate anche due chiese, la chiesa di San Giacomo Maggiore, in stile barocco, oltre alla cappella di Santa Barbara nella piazza d'Armi.

    Nel secolo scorso sono state costruite altre strutture all'interno del complesso, più funzionali per lo svolgimento delle funzioni a cui è attualmente adibito il complesso.


    Laghetto di Terranera

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    Il Laghetto di Terranera è un lago di origine mineraria situato sull'Isola d'Elba, nel comune di Porto Azzurro,in prossimità della costa bagnata dal Canale di Piombino.

    Il lago, di acqua dolce, si è formato per riempimento del pozzo minerario di scavo, da cui venivano estratte adularia, goethite, magnetite, pirite e tormalina. La denominazione del lago è stata conferita proprio dalla vecchia miniera dismessa.

    Lo specchio d'acqua, data la vicinanza alla costa, è circondato da vegetazione spontanea tipica della macchia mediterranea. L'acqua del lago presenta caratteristiche sulfuree.


    Miniere di Terra Nera e Capo Bianco

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    A nord-est di Porto Azzurro, a poco più di un chilometro in linea d'aria l'una dall'altra, ci sono le miniere di Terra Nera e Capo Bianco. La miniera di Terra Nera, da cui si estraeva pirite, ematite e magnetite, è diventata, in seguito agli scavi, un laghetto di acqua dolce prossimo al mare. Dalla miniera di Capo Bianco, così chiamata per il colore delle sue rocce, si ricavava soprattutto limonite.


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    SPIAGGE DI PORTO AZZURRO: tra le spiagge di Porto Azzurro, ricordiamo la piccola spiaggia della Pianotta a due passi dalla Piazza del paese, la spiaggia nera del laghetto di Terranera, la spiaggia di Mola una tra le poche spiagge per cani con spazi adibiti agli animali, la spiaggia di La Rossa e la rinomata spiaggia di Barbarossa che prende il nome dal pirata che, narra la leggenda, vi sbarcò prima di perpetrare razzie sull'isola e la distruzione di Grassera. La spiaggia è un ideale punto di partenza per appassionati subacquei: i fondali di fronte a Porto Azzurro sono un paradiso per gli esploratori del mare che potranno vedere grandi ventagli di gorgonie rosse, immense distese di posidonia e sorprendenti spirografi multicolori. Più a fondo cernie giganti, saraghi e aragoste.

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    Spiaggia La Rossa: Iniziamo dal paese, per quelli che hanno poco tempo e non desiderano allontanarsi troppo si può usufruire della spiaggia "La Rossa". Questa si trova prima del Centro di Porto Azzurro, con una lunghezza di circa 100 mt. Caratteristica l'ubicazione all'interno del porto, ma che mantiene le sue acque limpide. Composta da ghiaia fine e sabbia e confina con la bassa scogliera del Fanaletto che è possibile frequentare tra uno scoglio e l'altro.


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    La spiaggia della Pianotta: si trova dal lato finale del porto, dopo il lungomare. La spiaggia in questi ultimi anni si è organizzata bene con ghiaia e sabbia. Continua lungo la passeggiata a mare con grossi massi utilizzabili da prendisole. La Pianotta offre nelle vicinanze tutte le comodità turistiche (bar, wc, pizzeria, negozi, ecc.) e naturalmente un acqua limpida oltre al fondale azzurro, stupendo per i sub.

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    Scogliera de La Grotta: continuando lungo gli scogli della Pianotta e inserendoci nella "Passeggiata Carmignani", possiamo dopo 200 metri circa, riscendere il promontorio e sostare in una insenatura denominata…della Grotta. Sono scogli grandi praticabili a tutti con la piccola spiaggetta utilizzabile. Il mare e il fondale sono cristallini.

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    Spiaggia di Barbarossa: Proseguendo la Passeggiata Carmignani o arrivando dalla Provinciale verso Rio, troviamo la spiaggia di Barbarossa, con ghiaia fine scura e anche sabbia fine riportata. Attrezzata di ogni confort e vicina a Campeggi, bar, ristoranti e appartamenti. Ha una lunghezza di circa 150 metri e abbastanza ampia.

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    La Costa di Capo Bianco e la Caletta di Barbarossa: Si può proseguire lungo gli scogli praticabili e raggiungere la Caletta di Barbarossa, piccola spiaggetta riparata dalla collina e dagli scogli circostanti, infatti è difficile raggiungerla, meglio se a nuoto. La costa di Capo Bianco, fra insenature e scogli, comunque praticabili e acqua limpida, permette di arrivare alla Spiaggia di Reale.


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    Spiaggia di Reale: In questi ultimi anni si è organizzata con strutture balneari e molto conosciuta anche dal passato. Ha un fondo di ghiaia fine grigia raggiungibile anche dalla Provinciale per Rio, dopo Barbarossa, bivio a destra per Reale. Molto ampia, lunga circa 110 metri e quindi sempre affollata. Dalla spiaggia si può proseguire sulla costa, praticabile e trovare le spiagge di Terranera.

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    - Spiaggette di TerraneraTerranera e il suo Laghetto verde: si possono raggiungere a piedi, sono spiagge derivate dagli scavi e dal trasporto delle vecchie cave di ferro. Infatti sono formate da residui brillanti di pirite e di ghiaia scura e chiara, portata dal mare. Da qui, si arriva al Laghetto verde di Terranera, formatosi nel tempo dopo l’abbandono delle estrazioni di pirite e ematite. La sua colorazione verde dovuta alle infiltrazioni di Porto azzurro - Spiaggia del Laghetto di Terraneraacqua dolce con l’acqua marina e i residui di zolfo dell’ex cava. Nei tempi passati si poteva fare il bagno e si diceva che l’acqua era ottima per la pelle. Purtroppo alcuni incidenti gravi, hanno portato alla chiusura del laghetto, dove oggi è proibita la balneazione.


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    Spiaggia di Mola: si trova sotto la provinciale PortoAzzurro-Portoferraio. Composta da un tratto di bassa scogliera che possiamo scendere dalla "curva del Fanaletto" e proseguire sul bagnasciuga. Piccole insenature e scogli e si arriva davanti alla spiaggetta di Mola.


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    Spiaggia per i cani a MolaLa Dog Beach: Spazio verde, sottostante dal Residence Cala di Mola che in questi ultimi anni, il Comune di Porto Azzurro, ha allestito la "Dog Beach", prima all'isola d'Elba che ha suscitato soddisfazione dei residenti e turisti e degli amici a quattro zampe che possono avere cosi un tratto di arenile tutto loro. Le spiagge della baia di Mola e la Dog Beach si raggiungono anche in auto tramite la stessa provinciale per Porto Azzurro.

    Altre spiagge nelle vicinanze di Porto Azzurro: La posizione centrale del paese nel versante dell' Elba Orientale, permette di arrivare in pochi minuti ad altre spiagge nel Comune di Capoliveri. In evidenza, la spiaggia del Lido a 3 Km, molto affollata, lunga e sabbiosa. Praticata anche da chi non sa nuotare in quanto il suo fondale non è molto rapido. Dal lato opposto a Porto Azzurro ecco la spiaggia di Naregno 4,5 km., con sabbia e ghiaia e raggiungibile anche dal porto del paese con un Battello in A/R.



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    Lido di Capoliveri Naregno di Capoliveri e sullo sfondo Porto Azzurro



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