Catherine Deneuve

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    Catherine Deneuve

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    Catherine Deneuve - pseudonimo di Catherine Fabienne Dorléac - (Parigi, 22 ottobre 1943) è un'attrice francese.



    Biografia

    Figlia dell'attore Maurice Teynac (nato Dorléac) e di Renée Deneuve, ha debuttato nel cinema ancora adolescente nel 1956, nel film Le collegiali. Anche sua sorella maggiore, Françoise Dorléac, era un'attrice famosa, prima di perdere la vita in un incidente d'auto.

    Il successo le arrivò con il musical di Jacques Demy Les Parapluies de Cherbourg del 1964 e quindi con Repulsion di Roman Polanski (1965) ed il tardo-surrealista Bella di giorno di Luis Buñuel, nel 1967. Questa interpretazione è elencata nelle 100 miglior interpretazioni di tutti i tempi secondo il Premiere Magazine.

    Ha vinto il César come migliore attrice due volte: nel 1981 per la sua interpretazione in L'ultimo metrò di François Truffaut e nel 1992 con Indocina, parte che le valse nel medesimo anno anche una nomination all'Oscar.

    Tra le sue interpretazioni comiche è da citare quella accanto a Marcello Mastroianni in Niente di grave... suo marito è incinto.

    Tra le sue più recenti apparizioni si annovera quella in Dancer in the Dark di Lars von Trier, nel 2001.

    Ambasciatrice dell'UNESCO, è madre di due figli, Christian Vadim, nato nel 1963 dalla sua relazione con il regista Roger Vadim e Chiara Mastroianni, nata nel 1972 dalla sua relazione pluriennale con l'attore italiano Marcello Mastroianni. È stata sposata una sola volta, dal 1965 al 1972, con il fotografo britannico David Bailey.

    Catherine Deneuve nel 1998 è stata protagonista del video della canzone N'Oubliez Jamais di Joe Cocker.

    Inoltre è stata scelta come presidente della giuria della 63a Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia (2006).

    Nel 2008 era una delle possibili vincitrici del premio a miglior attrice al Festival di Cannes per Racconto di Natale, premio che successivamente andò a Sandra Corveloni. E' catalogata come una delle più grandi attrici francesi.

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    filmografia

    1956
    Les Collégiennes di André Hunebelle
    1959
    Les Petits Chats di Jacques R. Villa
    1960
    Les Portes claquent di Jacques Poitrenaud, Michel Fernaud
    L'Homme à femmes di Jacques-Gérard Cornu
    1961
    Les Parisiennes di Marc Allégret
    1962
    Et Satan conduit le bal di Grisha M. Dabat
    Il vizio e la virtù di Roger Vadim
    1963
    Vacances portugaises di Pierre Kast
    Le più belle truffe del mondo, episodio "L'uomo che vendette la torre Eiffel" di Claude Chabrol
    1964
    Les Parapluies de Cherbourg di Jacques Demy
    La Chasse à l'homme di Edouard Molinaro
    Un monsieur de compagnie di Philippe de Broca
    La costanza della ragione di Pasquale Festa Campanile
    1965
    Le Chant du monde di Marcel Camus
    Repulsione di Roman Polanski
    La Vie de château di Jean-Paul Rappeneau
    Das Liebeskarussel di Rolf Thiele
    1966
    Les Créatures di Agnès Varda
    1967
    Bella di giorno di Luis Buñuel
    Les Demoiselles de Rochefort di Jacques Demy
    Benjamin ou les Mémoires d'un puceau di Michel Deville
    Manon 70 di Jean Aurel
    1968
    La Chamade di Alain Cavalier
    Mayerling di Terence Young
    1969
    La mia droga si chiama Julie di François Truffaut
    Folies d'avril di Stuart Rosenberg
    1970
    Tristana di Luis Buñuel
    Peau d'âne di Jacques Demy
    1971
    Ça n'arrive qu'aux autres di Nadine Trintignant
    La cagna di Marco Ferreri
    1972
    Un flic di Jean-Pierre Melville
    1973
    Non toccare la donna bianca di Marco Ferreri
    Niente di grave... suo marito è incinto di Jacques Demy
    1974
    Fatti di gente per bene di Mauro Bolognini
    ZIG-ZIG di Laszlo Szabo
    La Femme aux bottes rouges di Jean-Luis Bunuel
    L'Agression di Gérard Pirès
    1975
    La Cité des dangers di Robert Aldrich
    Le Sauvage di Jean-Paul Rappeneau
    1976
    Si c'était à refaire di Claude Lelouch
    Anima persa di Dino Risi
    1977
    Il était une fois la Légion di Dick Richards
    Casotto di Sergio Citti
    1978
    L'Argent des autres di Christian de Chalonge
    Écoute voir... di Hugo Santiago
    Ils sont grands ces petits di Joël Santoni
    1979
    À nous deux di Claude Lelouch
    Courage fuyons di Yves Robert
    1980
    L'ultimo metrò di François Truffaut
    Je vous aime di Claude Berri
    1981
    Codice d'onore di Alain Corneau
    Hôtel des Amériques di André Téchiné
    1982
    Il bersaglio di Robin Davis
    1983
    L'Africain di Philippe de Broca
    Miriam si sveglia a mezzanotte di Tony Scott
    Le Bon plaisir di Francis Girod
    1984
    Fort Saganne di Alain Corneau
    Paroles et musique di Elie Chouraqui
    1985
    Speriamo che sia femmina di Mario Monicelli
    1986
    Le Lieu du crime di André Téchiné
    1987
    Agent trouble di Jean-Pierre Mocky
    Drôle d'endroit pour une rencontre di François Dupeyron
    1988
    Fréquence meurtre di Elisabeth Rappeneau
    1991
    La Reine blanche di Jean-Loup Hubert
    1992
    Indocina di Régis Wargnier
    1993
    Ma saison préférée di André Téchiné
    1995
    Les Cent et une nuits de Simon Cinéma di Agnès Varda
    I misteri del convento di Manoel de Oliveira
    1996
    Court toujours: L'inconnu di Ismaël Ferroukhi
    Genealogia di un crimine di Raoul Ruiz
    Les Voleurs di André Téchiné
    1998
    Place Vendôme di Nicole Garcia
    1999
    Pola X di Leos Carax
    Belle Maman di Gabriel Aghion
    Le Vent de la nuit di Philippe Garrel
    Est-ovest - Amore-libertà di Régis Wargnier
    Il tempo ritrovato di Raoul Ruiz
    2000
    Dancer in the Dark di Lars von Trier
    2001
    8 donne e un mistero di François Ozon
    D'Artagnan di Peter Hyams
    Pollicino di Olivier Dahan
    Ritorno a casa di Manoel de Oliveira
    2002
    Au plus près du paradis di Tonie Marshall
    2003
    Princesse Marie di Benoît Jacquot
    Un film parlato di Manoel de Oliveira
    2004
    Les Temps qui changent di André Téchiné
    Rois et reine di Arnaud Desplechin
    Palais Royal! di Valérie Lemercier
    2006
    Le concile de Pierre di Guillaume Nicloux
    Le Héros de la famille di Thierry Klifa
    2007
    Racconto di Natale di Arnaud Desplechin
    Après lui di Gaël Morel
    Persepolis di Marjane Satrapi
     
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    Dio esiste e vive a Bruxelles




    locandina


    Un film di Jaco Van Dormael. Con Pili Groyne, Benoît Poelvoorde, Catherine Deneuve, François Damiens, Yolande Moreau.


    Un'opera che muove al riso e al pianto e ha gli strumenti emozionali per diventare oggetto di inesauribile passione.
    Marzia Gandolfi


    Dio esiste e vive a Bruxelles con una moglie timorosa e una figlia ribelle. Il figlio, più celebre di lui, è fuggito molti anni prima per conoscere gli uomini più da vicino, morire per loro e lasciare testimonianza e testamento ai suoi dodici apostoli. Egoista e bisbetico, Dio governa il mondo da un personal computer facendo letteralmente il bello e il cattivo tempo sugli uomini. Ostacolato da Ea, decisa a seguire le orme del fratello e a fuggire il 'suo regno', la bambina si 'confronta' con JC (Jesus Christ) ed evade dall'oblò della lavatrice. Espulsa dentro una lavanderia self-service infila la via del mondo, recluta sei apostoli e si prepara a combattere l'ira di Dio, a cui ha manomesso il computer e di cui ha denunciato il sadismo, spedendo agli uomini via sms la data del loro decesso.
    Sei anni dopo Mr. Nobody, che gettava un dubbio sul punto di vista assunto dal film (è quello di un bambino che anticipa un vecchio o quello di un vecchio che (in)segue il bambino che è stato?), Jaco Van Dormael ci mostra il punto di vista onnipotente di chi governa il mondo e il destino degli uomini. Rispolverando la voce off (e infantile) di Toto le héros, il regista belga realizza una commedia surreale e inconcludente in cui riconosciamo comunque il suo sguardo singolare e visionario. Perché Le Tout Nouveau Testament, dentro un prologo esilarante, dichiara l'impianto e getta le premesse di un discorso che poi dimentica di svolgere, limitandosi a esiliare Dio in Uzbekistan e a supplirlo con una dea svampita che decora il cielo con cornici digitali. Ordinato secondo i libri che compongono la Bibbia (Genesi, Esodo, Levitico etc) e apprestato a rispondere a una domanda esistenziale (che cosa fareste se conosceste in anticipo la data della vostra dipartita?), Le Tout Nouveau Testament finisce per perdersi in un bicchiere d'acqua e in un impegno evidentemente troppo ambizioso. Il dispositivo, appena collaudato nell'incipit, non riesce a correggere le fragilità congenite e a sostenere l'intenzione 'rivoluzionaria' di partenza, ripiegando su una serie di ritratti e personaggi dismessi che lasciano tutto e intraprendono un viaggio in un mondo sconosciuto, dove ritroveranno naturalmente quello che hanno perso. Tutti tranne dio, interpretato da Benoït Poelvoorde con nervosa immedesimazione, che finirà per condannarsi, disegnando un percorso in forma di deriva. Il problema col cinema di Van Dormael è che tutto quello che lo rende spettacolare e sorprendente, l'umorismo, l'oniricità, il lirismo, le sospensioni, le metafore, le incursioni nel fantastico, i folgoranti intermezzi, finisce quasi sempre per annullarne la profondità e la sostanza anche quando a reggere i destini del mondo (e del film) ci sono attori efficaci e imprevedibili come Benoît Poelvoorde e Yolande Moreau. Diffusa di una saggezza popolare e naïf e stordita da effetti digitali, la nuova commedia di Van Dormael è un incrocio singolare tra Il favoloso mondo di Amélie e Una settimana da Dio, a cui si aggiunge una colonna sonora composta da 'brani facili' e più adatti ad accompagnare intervalli pubblicitari. Furbo e didascalico, Le Tout Nouveau Testament galleggia su un immaginario di riporto che oscilla tra la legge di Dio e quella di Murphy, tra sentenza e motto, tra autocitazione e citazione ammiccante, su tutte quella 'bestiale' che innamora Catherine Deneuve di un gorilla, omaggio evidente a Max amore mio di Nagisa Oshima. Nondimeno, come tutti i film di Van Dormael, Le Tout Nouveau Testament muove al riso e al pianto e ha gli strumenti emozionali per diventare oggetto di inesauribile passione, fosse solo per quel dio 'umano troppo umano' che osserva il mondo in cattività e dentro un'orizzontalità assunta come asse espressivo della messa in scena. Una splendida operazione di 'abbassamento' che purtroppo non riesce a innalzarsi oltre l'universo artificiale che Van Dormael dispiega davanti ai nostri occhi. Amen.


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