BEN AFFLECK

attore - regista

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    BEN AFFLECK



    Benjamin Geza Affleck (Berkeley, 15 agosto 1972) è un attore, sceneggiatore e regista statunitense.


    Dopo essersi diplomato alla Cambridge Rindge and Latin High School, arriva al grande schermo nel 1992 con Scuola d'onore. Grazie a questa apparizione ottiene un ruolo secondario in Generazione X di Kevin Smith; con questo regista resta amico, e comparirà anche nelle sue pellicole successive, In cerca di Amy (1997), Dogma (1999), Jay & Silent Bob... Fermate Hollywood! (2001), Jersey Girl (2004) e Clerks II (2006).

    Stimato anche come sceneggiatore, raggiunge il successo nel 1997 con Will Hunting - Genio ribelle con Matt Damon, in cui svolge il doppio ruolo di attore e sceneggiatore, vincendo l'Oscar alla migliore sceneggiatura originale.

    Cominciano le apparizioni in film di successo, tra cui Shakespeare in Love (1998), Armageddon dello stesso anno e Pearl Harbor (2001).

    Nel 1999 torna a recitare assieme a Matt Damon in Dogma, mentre sono più recenti le parti in Al vertice della tensione (2002) e Daredevil (2003).

    Nel 2006 vince la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile alla 63ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia per la sua interpretazione nel film Hollywoodland.

    Vita privata

    Ha un fratello minore, Casey, anch'egli attore. È stato fidanzato con l'attrice Gwyneth Paltrow, e successivamente ha avuto una turbolenta relazione con la popstar Jennifer Lopez. Dal giugno del 2005 è sposato con l'attrice Jennifer Garner da cui ha avuto una figlia, Violet Anne, e da cui aspetta il secondogenito.

    Curiosità

    La sua altezza ufficiale è di 189cm. Nei contenuti speciali del DVD di Daredevil, il regista Mark Steven Johnson afferma che scelse Ben anche per la sua altezza. Perchè era stufo di vedere supereroi "bassi".



    Filmografia

    Attore

    Buffy - L'Ammazza Vampiri (Buffy - The Vampire Slayer), regia di Fran Rubel Kuzui (1992)
    Scuola d'onore (School Ties), regia di Robert Mandel (1992)
    La vita è un sogno (Dazed and Confused), regia di Richard Linklater (1993)
    Ultimo appello (Glory Daze), regia di Rich Wilkes (1995)
    Generazione X (Mallrats), regia di Kevin Smith (1995)
    Vivere fino in fondo (Going All the Way), regia di Mark Pellington (1997)
    In cerca di Amy (Chasing Amy), regia di Kevin Smith (1997)
    Will Hunting - Genio ribelle (Good Will Hunting), regia di Gus Van Sant (1997)
    Phantoms, regia di Joe Chappelle (1998)
    Armageddon, regia di Michael Bay (1998)
    Shakespeare in Love, regia di John Madden (1998)
    200 Cigarettes, regia di Risa Bramon Garcia (1999)
    Piovuta dal cielo (Forces of Nature), regia di Bronwen Hughes (1999)
    Dogma, regia di Kevin Smith (1999)
    1 chilometro da Wall Street (Boiler Room), regia di Ben Younger (2000)
    Trappola criminale (Reindeer Games), regia di John Frankenheimer (2000)
    Bounce, regia di Don Roos (2000)
    Pearl Harbor, regia di Michael Bay (2001)
    Daddy and Them, regia di Billy Bob Thornton (2001)
    Jay & Silent Bob... Fermate Hollywood! (Jay and Silent Bob Strike Back), regia di Kevin Smith (2001) - Cameo
    Ipotesi di reato (Changing Lanes), regia di Roger Michell (2002)
    Al vertice della tensione (The Sum of All Fears), regia di Phil Alden Robinson (2002)
    Duetto a tre (The Third Wheel), regia di Jordan Brady (2002)
    Daredevil, regia di Mark Steven Johnson (2003)
    Amore estremo - Tough Love (Gigli), regia di Martin Brest (2003)
    Paycheck, regia di John Woo (2003)
    Jersey Girl, regia di Kevin Smith (2004)
    Natale in affitto (Surviving Christmas), regia di Mike Mitchell (2004)
    Fahrenheit 9/11, regia di Michael Moore (2004)
    Il diario di Jack (Man About Town), regia di Mike Binder (2006)
    Clerks II, regia di Kevin Smith (2006) - Cameo
    Hollywoodland, regia di Allen Coulter (2006)
    Smokin' Aces, regia di Joe Carnahan (2007)
    La verità è che non gli piaci abbastanza (He's Just Not That Into You), regia di Ken Kwapis (2008)
    State of Play, regia di Kevin Macdonald (2009)
    Extract, regia di Mike Judge (2009)
    The Company Men, regia di John Wells (2010)
    The Town, regia di Ben Affleck (2010)
    Argo, regia di Ben Affleck (2012)
    To the Wonder, regia di Terrence Malick (2012)
    Runner, Runner, regia di Brad Furman (2013)
    L'amore bugiardo - Gone Girl (Gone Girl), regia di David Fincher (2014)
    Batman v Superman: Dawn of Justice, regia di Zack Snyder (2016)

    Doppiatore

    Giuseppe il re dei sogni (Joseph: King of Dreams), regia di Rob LaDuca e Robert C. Ramirez (2000)

    Regista

    I Killed My Lesbian Wife, Hung Her on a Meat Hook, and Now I Have a Three-Picture Deal at Disney (1993) - cortometraggio
    Gone Baby Gone (2007)
    Gimme Shelter (2008) - cortometraggio
    The Town (2010)
    Argo (2012)
    Live By Night (2016)
    Sceneggiatore[modifica | modifica wikitesto]
    Will Hunting - Genio ribelle (Good Will Hunting), regia di Gus Van Sant (1997)
    Push, Nevada – serie TV (2002)
    Gone Baby Gone, regia di Ben Affleck (2007)
    The Town, regia di Ben Affleck (2010)

    Produttore

    Crossing Cord, regia di Soren Garcia-Rey (2001) - cortometraggio
    L'ultima estate (Stolen Summer), regia di Pete Jones (2002)
    Speakeasy, regia di Brendan Murphy (2002)
    Project Greenlight - serie TV, 12 episodi (2001-2002)
    Duetto a tre (The Third Wheel), regia di Jordan Brady (2002)
    Push, Nevada – serie TV (2002)
    All Grown Up (2003) - film TV
    Project Greenlight 2 - serie TV, 10 episodi (2003)
    La battaglia di Shaker Heights (The Battle of Shaker Heights), regia di Efram Potelle e Kyle Rankin (2003)
    Project Greenlight 3 - serie TV, 11 episodi (2005)
    Feast, regia di John Gulager (2005)
    Gone Baby Gone, regia di Ben Affleck (2007)
    Reporter, regia di Eric Daniel Metzgar (2009) - documentario
    Argo, regia di Ben Affleck (2012)


    Premi e candidature


    Premio Oscar[modifica | modifica wikitesto]
    1998 - Migliore sceneggiatura originale per Will Hunting - Genio ribelle
    2013 - Miglior film per Argo

    Premio Golden Globe
    1998 - Migliore sceneggiatura per Will Hunting - Genio ribelle
    2007 - Nomination miglior attore non protagonista per Hollywoodland
    2013 - Miglior film drammatico per Argo
    2013 - Miglior regista per Argo

    Premio BAFTA
    2013 - Miglior film per Argo
    2013 - Miglior regista per Argo
    2013 - Nomination miglior attore protagonista per Argo

    Directors Guild of America Award
    2012 - Miglior regista cinematografico per Argo

    Coppa Volpi
    2006 - Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile per Hollywoodland

    Blockbuster Entertainment Awards
    2000 - Nomination Migliore attore in una commedia romantica per Piovuta dal cielo

    Nickelodeon Kids' Choice Awards
    2000 - Nomination Migliore coppia condiviso con Sandra Bullock per Piovuta dal cielo

    Teen Choice Awards
    2013 - Nomination Migliore attore in un film drammatico per Argo






    Edited by gheagabry - 22/5/2015, 21:49
     
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    Ben Affleck
    Storia di un genio ribelle
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    Sei così bella che fa male guardarti!

    Tra le mani dei registi indipendenti come Gus Van Sant ne è uscito vincitore di un Oscar. Era un teenager che amava le pellicole leggere, romantiche e un po' stupide e si è trasformato in un attore da paura, oggi più che mai alla disperata ricerca di quei martiri il cui dolore è messo in scena fin dalla prima inquadratura in cui appare. Un corpo che molti obiettano possa appartenere benissimo a un fotomodello ma che, intelligentemente, non è stato condannato a una carriera di tappezzeria, come molti si aspettavano e con l'andare del tempo, maturando, sta mostrando al mondo di che pasta è fatto.
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    La famiglia e gli esordi
    Fratello dell'attore Casey Affleck, figlio di un assistente sociale e di un'insegnante (che successivamente divorzieranno) Ben Affleck conosce fin dalla più tenera età colui che sarà il suo migliore amico, un bambino di due anni più grande di lui e che abita nel suo stesso quartiere. Di nome fa Matthew e di cognome Damon… Ma Ben fu il primo a poterlo chiamare semplicemente "Matt".
    Ha la sua prima esperienza recitativa in uno spot per Burger King, ma il debutto sul grande schermo avviene nella pellicola The Dark End of the Street (1981) di Jan Egleson, mentre a otto anni entra nella miniserie della PBS The Voyage of the Mimi (1984). Dopo aver frequentato l'Università del Vermont e il California's Occidental College, senza però aver terminato gli studi, cerca di proseguire la carriera di attore, affiancandosi all'amico del cuore, senza però grandi risultati. Fin da ragazzo è un rubacuori, la sua prima fidanzatina è Cheyenne Rothman, con la quale rimane legato per diversi anni. Provinato per il ruolo di Corey Haim in Licenza di guida (1988), entra invece del cast del pessimo Buffy – L'ammazzavampiri (1992) nel ruolo di un anonimo giocatore di basket e poi successivamente, affiancato a Matt Damon in Scuola d'onore (1992) di Robert Mandel.
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    Davanti e dietro la macchina da presa
    Nel 1993, sviluppa anche la passione per la narrazione audiovisiva che lo spingerà a correre dietro la cinepresa per firmare I Killed My Lesbian Wife, Hung Her on a Meat Hook, and now I Have a Three-Picture Deal at Disney, il suo film d'esordio come regista, dal titolo wertmulleresco. Tre anni più tardi si guadagna il suo primo ruolo da protagonista in Ultimo appello (1996) di Rich Wilkes, un film mediocre che sarà seguito da un altrettanto scostumato Pigs Today – Porcelli oggi (1997). Il successo di Ben Affleck emerge tutto nei film indipendenti, dove con il fratello Casey e Matt Damon danno il meglio di loro stessi, ed è appunto con Will Hunting – Genio ribelle (1997) di Gus Van Sant, che tratta la storia di un ragazzo che fa il bidello in una scuola, ma che allo stesso tempo è un genio della matematica, che si conquista un Oscar e un Golden Globe per la migliore sceneggiatura che Affleck ha scritto a quattro mani con Damon.
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    Il momento d'oro
    Attore che interpreta un attore in Shakespeare in love (1998) di John Madden, è su quel set che conosce la sua nuova fidanzata, l'attrice Gwyneth Paltrow. Si apre un momento d'oro per Affleck, che richiestissimo da Hollywood partecipa a pellicole commerciali come: il fantascientifico e catastrofico Armageddon – Giudizio finale (1998) di Michael Bay, il romantico Piovuta dal cielo (1999) di Bronwen Hughes (accanto a una più sempre strepitosa Sandra Bullock), il thriller Trappola criminale (2000) di John Frankenheimer, ma soprattutto il kolossal bellico Pearl Harbor (2001). Dopo la Paltrow, perde la testa per l'attrice Famke Janssen che poi lascia altrettanto velocemente dopo una scappatella con la lap-dancer Tammy Morris.
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    La relazione con J.Lo e il crollo
    Il successo però produce anche degli effetti collaterali e la sua passione per il bere diventa una dipendenza dall'alcol fin troppo preoccupante. Dopo aver recitato per Billy Bob Thornton in Daddy and Them (2001) si fa volontariamente rinchiudere al Promises Rehabilitation Center di Malibù, California.
    Tornato sui grandi schermi un anno dopo, è scelto da John Woo per affiancare Uma Thurman nella pellicola di fantascienza Paycheck (2003) e poi per impersonare il supereroe cieco della Marvel Daredevil (2003) di Mark Steven Johnson, dividendo il set con Jennifer Garner. Ma prima di capitolare ai piedi della Garner, piomberà fra le gambe di un'altra Jennifer, la pop star nota come J.Lo: Jennifer Lopez. Come ammetterà lui stesso, la Lopez nuocerà gravemente alla sua carriera, provocando un collasso così pericoloso per il suo mestiere d'attore che neanche la canzone "Dear Ben", che lei ha scritto per lui, avrebbe potuto fargli fare marcia indietro. Fidanzati per due anni, talmente inseparabili da essere soprannominati dal gossip mondiale con il nomignolo di "Bennifer", i due appariranno in due flop terribili: Gigli (2003) di Martin Brest e Jersey Girl (2004) di Kevin Smith, che segneranno il tracollo di una tutta sommata buona carriera, costruita fino a quel momento.
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    La famiglia come motore di una straordinaria ripresa
    Lasciata la Lopez, dopo qualche avventura con l'attrice Krista Allen e con la presentatrice di televendite Enza Sambataro, comincia a frequentare la sua ex compagnia di set, Jennifer Garner. Poco devota al glamour, molto più riservata dalla precedente Jennifer, la Garner porterà all'altare il bel Affleck e avrà da lui una figlia: Violet Anne Affleck. Rifiutato il ruolo di Bobby Mercer in Four Brothers – Quattro fratelli (2005) perché il suo ruolo (che poi sarebbe andato a Mark Wahlberg) era ultraviolento per i suoi gusti, sceglie un più pacato George Reeves, interprete suicida di un Superman televisivo nella pellicola Hollywoodland (2006) di Allen Coulter, aggiudicandosi una meritata Coppa Volpi a Venezia e la conseguente nomination ai Golden Globe come miglior attore. Da quel momento torna dietro la macchina da presa due volte nel giro di tre anni. Nel 2007 dirige il fratello, Morgan Freeman ed Ed Harris in Gone, Baby, Gone e nel 2010 – dopo tre ruoli da inteprete (La verità è che non gli piaci abbastanza, 2008; State of Play 2009; Extract, 2009) – dirige se stesso in The Town (2010), thriller su un criminale dal cuore buono ambientato nel difficile quartiere di Charlestown, a Boston.
    Ben Afflek è oggi uno dei più bravi ed emergenti attori americani, che non sbaglia una battuta e padroneggia ottimamente lo spazio esattamente come un predatore della savana farebbe con la vittima di turno (in questo caso la cinepresa). I suoi occhi, che solo apparentemente sembrano inespressivi, lanciano sguardi da fiamma ossidrica, colpendo la sensibilità dello spettatore, aldilà di ogni effetto possibile.

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    L’OMBRA DELLO SCORPIONE, BEN AFFLECK DIETRO LA MACCHINA DA PRESA


    Finalmente ci siamo. Dopo anni di tentativi ed una miniserie tv del 1994, L’ombra dello scorpione, romanzo cult firmato da Stephen King, approderà al cinema. Sarà la Warner Bros a produrre l’adattamento del libro ed oggi viene reso noto il nome del regista che se ne occuperà: Ben Affleck.

    Dopo le ottime prove di Gone Baby Gone e The Town, l’attore ha ormai acquisito la fama di bravo regista e questo potrebbe davvero rappresentare il film della svolta.

    Questa la sinossi ufficiale de L’Ombra dello scorpione: “L'errore di un computer, l'incoscienza di pochi uomini e si scatena la fine del mondo. Il morbo sfuggito a un segretissimo laboratorio semina morte e terrore. Il novantanove per cento della popolazione della terra non sopravvive all'apocalittica epidemia e per i pochi scampati c'è una guerra ancora tutta da combattere, una lotta eterna e fatale tra chi ha deciso di seguire il Bene e appoggiarsi alle fragili spalle di Mother Abagail, la veggente ultracentenaria, e chi invece ha scelto di calcare le orme di Randall, il Senza Volto, il Male, il Signore delle Tenebre”.

    Il film verrà però girato solo dopo che Affleck avrà completato Argo, nuovo film che lo vede dietro la macchina da presa, un action thriller ambientato negli anni ’70. Lo vedremo recitare anche ne L’ombra dello scorpione?

     
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    ARGO



    Titolo originale Argo
    Paese di produzione USA
    Anno 2012
    Durata 120 min
    Colore colore
    Audio sonoro
    Rapporto 2,35:1
    Genere drammatico, thriller
    Regia Ben Affleck
    Soggetto Joshuah Bearman
    Sceneggiatura Chris Terrio
    Produttore George Clooney, Grant Heslov, Ben Affleck
    Produttore esecutivo Chris Brigham, Chay Carter, Tim Headington, Graham King, David Klawans, Nina Wolarsky
    Casa di produzione GK Films, Smoke House, Warner Bros.
    Distribuzione (Italia) Warner Bros.
    Fotografia Rodrigo Prieto
    Montaggio William Goldenberg
    Effetti speciali Brett Angelillis
    Musiche Alexandre Desplat
    Scenografia Sharon Seymour
    Costumi Jacqueline West
    Trucco Mike Westmore

    Interpreti e personaggi

    Ben Affleck: Tony Mendez
    John Goodman: John Chambers
    Alan Arkin: Lester Siegel
    Bryan Cranston: Jack O'Donnell
    Victor Garber: Ken Taylor
    Michael Cassidy: Analista
    Clea DuVall: Cora Lijek
    Rory Cochrane: Lee Schatz
    Tate Donovan: Bob Anders
    Kerry Bishè: Kathy Stafford
    Kyle Chandler: Hamilton Jordan
    Bob Gunton: Cyrus Vance
    Philip Baker Hall: Turner
    Chris Messina: Malinov
    Adrienne Barbeau: Nina
    Tom Lenk: Rodd
    Titus Welliver: Jon Bates
    Richard Kind: Max Klein
    Michael Parks: Jack Kirby
    Željko Ivanek: Robert Pender
    Keith Szarabajka: Adam Engell
    Scoot McNairy: Joe Stafford




    TRAMA



    Nel corso della rivoluzione islamica di Teheran, il 4 novembre 1979 alcuni militanti fanno irruzione all'ambasciata americana prendendo in ostaggio 52 persone del corpo diplomatico; riescono a sfuggire alla cattura solo 6 funzionari, che si rifugiano presso la residenza dell'ambasciatore del Canada Ken Taylor.

    Conscio del fatto che i rivoluzionari iraniani ben presto potrebbero rintracciare ed uccidere i fuggitivi, il governo statunitense – in collaborazione con le autorità canadesi – incarica l'agente della CIA Tony Mendez, esperto di operazioni sotto copertura, di organizzare un piano di liberazione. Per riportare negli Stati Uniti i connazionali, Mendez mette in piedi un ardito e difficile stratagemma, facendo passare il gruppo per membri di una troupe cinematografica canadese, in Iran in cerca di paesaggi da utilizzare come set per un fittizio film di fantascienza intitolato Argo.



    RECENSIONI



    Per la sua terza volta dietro la macchina da presa, Ben Affleck lascia l’amata Boston e veste i panni dell’esperto di “estrazioni” della CIA che ebbe l’idea di spacciarsi per un produttore cinematografico canadese, intenzionato a girare un film di fantascienza in Iran, e salvò le vite dei suoi connazionali in pericolo. E così facendo firma un film che, fin dalla grana della fotografia, guarda esplicitamente al cinema di solido e intelligente entertainment politico degli anni Settanta e a quello che i suoi produttori Clooney e Heslov hanno più recentemente rievocato e attualizzato con i loro film. Più ancora di fotografia e costumi è “l’effetto Mad Men” (l’esplicitazione oggi quasi scioccante di uso e abuso di alcool e sigarette in ogni dove e in ogni frangente) a funzionare da macchina del tempo. Ma per quanto la capacità di ricostruzione di Argo sia notevole, sarebbe sbagliato sostenere che quello di Affleck è un film ancorato unicamente al passato e allo specifico evento che racconta. Appoggiandosi infatti alla sceneggiatura classica e precisa di Chris Terrio, Argo è capace di tensioni contemporanee e complesse, di mettere in parallelo la situazione del mondo, degli Stati Uniti e dell’Iran, di allora con quella di oggi; e di non nascondersi dietro il dito della “ragione” e del patriottismo denunciando (anche) i limiti e le responsabilità del suo paese nelle derive fondamentaliste di quella parte del pianeta.
    Al contrario, senza far rumorosi proclami, il film suggerisce con evidenza l’impasse dell’ultimo trentennio di storia, quella per cui le contraddizioni e i conflitti del 1980 sono pressoché gli stessi di quelli odierni. Più ancora del dato storico-politico, però, a colpire in Argo è quello che nasce dalla storia bizzarra e drammatica che racconta e che viene rielaborata con intelligenza proporzionale alla sua apparente leggerezza. Si potrebbe dire che Affleck costruisce il suo film attorno al punto in cui s’incrociano due strade: la prima è quello che unisce Storia e Intrattenimento, la seconda quello che va dal Cinema allo Spionaggio.
    Decisamente migliore come regista che come interprete, l’americano non nasconde come quelle siano le sue direttrici principali: non lo fa quando utilizza il fenomeno Star Wars come sintesi e contestualizzazione storica, fluida come i tanti piani sequenza che costellano il film, e non lo fa ragionando sulle analogie e sull’attrazione reciproca di due mondi che, l’un nell’altro, rivedono se stessi e la loro natura intima (e contraddittoria negli scopi), quella di creare illusioni e mistificazioni, di affabulare e incantare chi guarda. Così, in Argo, i sei ostaggi sono sei attori che devono recitare per vivere, il racconto del retroscena (altro elemento che unisce questo ai film di Clooney e Heslov, da L’uomo che fissa le capre a Le idi di Marzo) è disvelamento implicito dei meccanismi del set, e non è un caso che nel momento di maggior rischio sarà proprio la capacità di sospendere l’incredulità del racconto cinematografico a garantire la salvezza.
    In un contesto del genere, non stonano (troppo) né le pensose retoriche a cui il film si abbandona, senza però perdere in mordente, nella sua parte finale, né tantomeno le ammiccanti (auto)ironie sul mondo del cinema e su Hollywood che arrivano per bocca dei sempre brillanti John Goodman e Alan Harkin. Perché se è vero che “perfino una scimmia impara a fare il regista in un giorno”, quelle di Affleck sono abilità superiori alla media. (Federico Gironi, gamesvillage.it)





    2013 - Premio Oscar
    Nomination Miglior film a Grant Heslov, Ben Affleck e George Clooney
    Nomination Miglior attore non protagonista ad Alan Arkin
    Nomination Miglior sceneggiatura non originale a Chris Terrio
    Nomination Miglior montaggio a William Goldenberg
    Nomination Miglior sonoro a John Reitz, Gregg Rudloff e Jose Antonio Garcia
    Nomination Miglior montaggio sonoro ad Erik Aadahl ed Ethan Van der Ryn
    Nomination Miglior colonna sonora ad Alexandre Desplat
     
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  5. gheagabry
     
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    Gli essere umani non hanno né la capacità uditiva
    né quella psicologica per sostenere
    il maestoso potere della vera voce di Dio.
    Sentendola la tua mente sprofonderebbe
    e il tuo cuore esploderebbe nel petto.
    Ci abbiamo rimesso cinque Adami prima di capirlo.
    (Metatron)

    DOGMA


    Paese di produzione Stati Uniti d'America
    Anno 1999
    Durata 130 min
    Colore colore
    Audio sonoro
    Genere commedia, avventura, fantastico
    Regia Kevin Smith
    Soggetto Kevin Smith
    Sceneggiatura Kevin Smith
    Effetti speciali Mark Alfrey
    Musiche Alanis Morissette, Howard Shore
    Scenografia Diana Stoughton

    Interpreti e personaggi

    Ben Affleck: Bartleby
    Matt Damon: Loki
    Linda Fiorentino: Bethany Sloane
    Jason Mewes: Jay
    Chris Rock: Rufus
    Alan Rickman: Metatron
    Jason Lee: Azrael
    Salma Hayek: Serendipity
    Kevin Smith: Zittino Bob
    Janeane Garofalo: Liz
    George Carlin: cardinale Ignatius Glick
    Alanis Morissette: Dio



    Incipit - Avvertenza ai titoli di testa

    Benché dopo dieci minuti diventi evidente, View Askew dichiara che questo film è, dall'inizio alla fine, una commedia surreale che non va presa sul serio. Insistere sul fatto che quanto segue sia incendiario o provocatorio significa fraintendere le nostre intenzioni ed emettere un giudizio inopportuno; emettere giudizi spetta solo e unicamente a Dio (questo vale anche per i critici cinematografici... scherziamo). Quindi, per favore, prima che pensiate che questa sciocchezza di film possa nuocere a qualcuno, ricordare: anche Dio ha un senso dell'umorismo... Prendete l'Ornitorinco. Grazie e buona visione.
    P.S. Porgiamo le nostre sincere scuse a tutti gli amanti dell'Ornitorinco che si sono offesi per questo sconveniente commento. Noi di View Askew rispettiamo il nobile Ornitorinco e non è nostra intenzione mancare in qualche modo di rispetto a queste stupide creature. E non si offendano gli estimatori dell'Ornitorinco, scherzavamo. Non è affatto stupido"

    TRAMA


    Due angeli ribelli cacciati dal paradiso sono costretti a trascorre la loro esistenza in un particolare inferno: lo stato americano del Wisconsin. Il loro maggior desiderio è quello di tornare a casa, in paradiso. Per fare ciò sono disposti a tutto. Anche a sacrificare l'esistenza stessa del mondo. Trovata una piccola scappatoia nel dogma dell'infallibilità divina essi vi si infilano, ben consapevoli delle gravi e luttuose conseguenze che questo gesto comporta. Nel momento stesso in cui l'infallibilità divina viene ad essere sconfessata per il mondo non vi è più scampo...

    ...recensione...



    Il Vangelo secondo Kevin Smith.
    Angeli, diavoli, profeti, muse, il 13º apostolo, e Dio in persona, costellano l'ennesima opera buffa di Kevin Smith, uno dei più originali registi americani degli ultimi anni. Questo e tanto altro in "Dogma", realizzato nel 1999.
    Il talentuoso Kevin conferma tutte le sue doti di bizzarro affabulatore, farcendo il suo film di miriadi di improbabili personaggi che discutono con estrema seriosità - e non è una frase fatta - sul sesso degli angeli. Ci avesse provato qualsiasi altro cineasta a realizzare un film come questo, pregno di barbose citazione bibliche, saremmo usciti dalla sala con un vago senso di nausea. Ma l'autore di "Clerks" lo fa con estrema leggiadria e noncuranza, con una tale leggera indifferenza, che è una piacevole sorpresa scoprire che Dio è femmina, che è un tipo solitario ma spiritoso e, soprattutto, che ha le fattezze di Alanis Morrissette. Così come ci si sorprende ad apprendere che gli angeli hanno la faccia stupidamente divertita di Matt Demon e Ben Affleck, che Linda Fiorentino è l'ultima discendente di Gesù Cristo e che Salma Hayek è una splendida e affascinante Musa che ha deciso di mettersi in proprio invece che favorire le ispirazioni artistiche altrui.
    Ottimo autore, discreto direttore, Smith si concede anche qualche preziosismo, come ad esempio le lunghe carrellate con una teoria di ridicoli personaggi sullo sfondo. Tutto ciò per raccontare una trama che riassumere è una prova ardua. Perché è difficile compendiare una storia dove la premessa è costituita da due angeli i quali, scacciati dal cielo perché stufi di sterminare torme di peccatori, dopo millenni, decidono di tornare in Paradiso attraversando la porta di una chiesa del New Jersey che un cardinale rampante della East Coast ha dichiarato avere le stesse proprietà salvifiche di quelle delle basiliche romane. Quindi ci rinunciamo.
    In definiva, "Dogma" è un film con tanti personaggi e tanti attori, ma, nonostante i nomi altisonanti, quelli che ci piacciono di più sono gli eroi dell'ormai saga di Kevin Smith. Ci riferiamo, naturalmente, agli ineffabili Jay (Jason Mewes) e Bob "Zittino" (come noto, lo stesso Kevin Smith).
    Tutto sommato, in un film che comunque risulta un pò dispersivo e disorientante, è confortante e tranquillizzante avere due punti fermi come loro. Logorroico e inconcludente Jey, silenzioso e concreto Bob, due certezze in questo mondo ricco di dubbi e insicurezze!! (Daniele Sesti, http://filmup.leonardo.it/)


    Esistono film che, una volta usciti, fanno giustamente discutere e, meno giustamente, vengono condannati dalla morale comune o da quella cristiana a prescindere, e alla fine censurati o comunque vietati. Dopo averlo visto per ben due volte, mi chiedo cosa possa aver spinto, all'epoca, l'opinione pubblica a demolire ed additare come sovversivo o blasfemo un film come Dogma (1999) di Kevin Smith, che è poco più di un simpatico e fumettistico divertissement. - [..]Aggiungeteci demoni fatti letteralmente di merda, una discendenza di Gesù Cristo, cartoni animati assunti a nuovi vitelli d'oro, angeli ubriachi e fatti di marijuana, un Dio donna, un apostolo nero, un Cristo Compagnone simbolo del movimento Cattolicesimo Wow! e una musa spogliarellista, insieme a mille altre cose altrettanto "blasfeme" e vi sarete fatti un'idea del perché questo film non possa essere additato come peccaminoso, rivoluzionario o pericoloso per la Chiesa. Sono invenzioni volutamente estreme e goliardiche, nate dalla mente di un regista cresciuto leggendo fumetti, fumetti e ancora fumetti.

    Assolutamente nulla di quello che viene mostrato sullo schermo viene preso sul serio da Kevin Smith, che comincia il film con un'avvertenza in tal senso. Nessuna intenzione di offendere i credenti perché in fondo "Dio ha il senso dell'umorismo. Ha creato un animale stupido come l'Ornitorinco. E non si offendano gli estimatori dell'Ornitorinco, scherzavamo. Non è affatto stupido". Insomma, il furbone immaginava già come avrebbero reagito bigotti e puritani. E ci ha marciato sopra, infischiandosene, a ragione. [...] Tornando poi al messaggio "blasfemo", in realtà gratta gratta questo film è assolutamente ottimista e molto religioso, nel senso più giusto del termine. Non rinnega la presenza di Dio né addita le persone che credono in lui (o lei?). Quello che traspare è una critica feroce contro la strumentalizzazione che viene fatta della Fede proprio da parte di coloro che dovrebbero renderla non più attuale o moderna ma più vera e spirituale, sviluppandone i concetti, le idee, i messaggi di speranza, e non le regole, i divieti, le imposizioni, assurdi da rispettare e a volte anche banali nella loro stupidità. Se lo spettatore è in grado di superare le baracconate e le battute, troverà che il senso del film è molto semplice, ingenuo e "sano": ognuno creda al Dio che vuole, e rispetti chi non la pensa come lui. Porti avanti le sue idee, confrontandosi con gli altri, senza chiudersi in quella che rischia di diventare una prigione di preconcetti. - http://bollalmanacco.blogspot.it


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