Audrey Hepburn

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    Audrey Hepburn



    biografia..


    Audrey Hepburn, all'anagrafe Audrey Kathleen Ruston (Bruxelles, 4 maggio 1929 – Tolochenaz, 20 gennaio 1993), è stata un'attrice britannica.

    Cresciuta in Olanda sotto il regime nazista, durante la seconda guerra mondiale studiò danza per poi approdare al teatro e infine al cinema.

    Vincitrice di un Oscar, di un Golden Globe, di un Emmy, di un Grammy e di due premi Tony, la Hepburn fu una delle figure di spicco del cinema statunitense degli anni cinquanta e sessanta.

    Nel corso della sua carriera lavorò con registi come Billy Wilder, George Cukor e Blake Edwards e divenne famosa grazie a ruoli come quello della Principessa Anna in Vacanze romane (1953) (interpretazione che le valse l'Oscar come migliore attrice), di Holly Golightly in Colazione da Tiffany (1961) e di Eliza Doolittle nel film musicale My Fair Lady (1964).

    Negli anni settanta e ottanta apparve sempre più raramente sul grande schermo, avendo deciso di dedicarsi alla sua famiglia. Nel 1988 fu nominata ambasciatrice ufficiale dell'UNICEF e da quel momento, fino alla sua morte, si dedicò assiduamente al lavoro umanitario, in riconoscimento del quale ricevette la Medaglia Presidenziale della Libertà (Presidential Medal of Freedom) e il Premio umanitario Jean Hersholt (Jean Hersholt Humanitarian Award).

    Audrey Hepburn ha una sua stella sull'Hollywood Walk of Fame, al 1652 di Vine Street.




    Nata a Bruxelles come Audrey Kathleen Ruston, era figlia di Joseph Anthony Ruston, britannico, e della sua seconda moglie, la baronessa Ella van Heemstra[2], un'aristocratica olandese. Anni dopo, il padre della Hepburn aggiunse il cognome della nonna materna, Kathleen Hepburn, a quello della famiglia, trasformandolo così in Hepburn-Ruston[2]. Aveva due fratellastri, Arnoud Robert Alexander e Ian Edgar Bruce, che la madre ebbe dal suo primo matrimonio con un nobile olandese, Hendrik Gustaaf Adolf Quarles van Ufford[2]. La famiglia della Hepburn contava, tra i suoi avi, Edoardo III d'Inghilterra e James Hepburn, quarto Conte di Bothwell, dal quale potrebbe essere discesa anche Katharine Hepburn.

    Il lavoro del padre presso una compagnia di assicurazioni britannica obbligò la famiglia a frequenti spostamenti tra il Belgio, l'Inghilterra e l'Olanda. Nel 1935 i genitori della Hepburn divorziarono e suo padre, simpatizzante del Nazismo, abbandonò la famiglia. Più tardi l'attrice dichiarò che quello fu il momento più traumatico della sua vita. Anni dopo, tramite la Croce Rossa, riuscì a ritrovare il padre che si era trasferito a Dublino. Rimase in contatto con lui, aiutandolo anche finanziariamente, fino alla sua morte. Nel 1939, la madre si trasferì, insieme ai figli, nella città di Arnhem in Olanda, pensando di aver trovato un luogo sicuro dagli attacchi nazisti. Lì la Hepburn frequentò il Conservatorio di Arnhem dal 1939 al 1945, dove studiò danza. Nel 1940 i Tedeschi invasero Arnhem. Durante la guerra la Hepburn cambiò il suo nome in Edda van Heemstra, a causa del suono "inglese", considerato pericoloso, del suo vero nome.

    Verso il 1944 Audrey Hepburn era divenuta una ballerina a tutti gli effetti. Partecipava a spettacoli organizzati in segreto per la raccolta fondi a favore del movimento di opposizione al nazismo. Anni dopo disse:
    « Il miglior pubblico che io abbia mai avuto non faceva il minimo rumore alla fine dello spettacolo »


    Dopo lo sbarco in Normandia delle forze alleate, la situazione sotto gli occupanti nazisti peggiorò. Durante la carestia dell'inverno 1944, la brutalità crebbe e i nazisti confiscarono le limitate riserve di cibo e carburante della popolazione olandese. Senza riscaldamento nelle case o cibo da mangiare, la popolazione moriva di fame o congelata nelle strade. Sofferente per la malnutrizione, la Hepburn sviluppò diversi problemi di salute e l'impatto di quei tempi difficili avrebbe dato forma alla sua vita e ai suoi valori.

    L'Olanda viene liberata il 4 maggio 1945, giorno del suo sedicesimo compleanno. Anni dopo, parlando della liberazione di Arnhem, la Hepburn dirà:
    « ...l'incredibile sensazione di conforto nel ritrovarsi liberi, è una cosa difficile da esprimere a parole. La libertà è qualcosa che si sente nell'aria. Per me, è stato il sentire i soldati parlare inglese, invece che tedesco e l'odore di vero tabacco che veniva dalle loro sigarette »






    Dopo un soggiorno di tre anni ad Amsterdam dove continuò i suoi studi di danza, Audrey Hepburn si trasferì a Londra, nel 1948. Nella capitale inglese prese lezioni da Marie Rambert, insegnante di danza che contava tra i suoi allievi il famoso ballerino Vaclav Nižinskij. La Rambert spiegò alla futura attrice che, a causa della sua altezza (circa 1 metro e 70) e della malnutrizione sofferta durante il periodo bellico, le sue chances di diventare una prima ballerina erano minime. Forse anche in seguito a questa dichiarazione, la Hepburn si decise a tentare la carriera di attrice. Quando l'attrice divenne famosa nell'ambiente cinematografico, la Rambert, intervistata dalla rivista Time, disse:
    « Era un'allieva meravigliosa. Se avesse perseverato, sarebbe diventata un'incredibile ballerina »


    La sua carriera d'attrice iniziò con un documentario educativo: Nederlands in Sieben Lessen (L'olandese in 7 lezioni), del 1948[6]. Iniziò, poi, a recitare in teatro, in una serie di musical. Il suo primo ruolo per il grande schermo fu nel film a produzione britannica One Wild Oat, del 1951. In seguito interpretò una serie di ruoli minori in diverse produzioni cinematografiche. Durante le riprese di Vacanze a Montecarlo (Monte Carlo Baby) (1951), la scrittrice Colette, il cui romanzo Gigi era stato recentemente trasformato in una commedia per Broadway, la scelse per interpretare proprio la parte della protagonista. La commedia aprì i battenti il 24 novembre 1951, riscuotendo un discreto successo di critica e molte lodi per l'interpretazione della Hepburn. Le repliche a New York durarono sei mesi e la Hepburn vinse il premio Theatre World Award per il suo debutto.

    Il suo primo ruolo significativo, nel cinema, fu nel film del 1952 The Secret People, nel quale interpretava una talentuosa ballerina, ruolo che le permise di mettere a frutto le tante lezioni di danza ricevute.

    Hollywood

    Nel 1952 la Hepburn si sottopose ad un provino per il nuovo film del regista statunitense William Wyler, Vacanze romane.

    La Paramount Pictures, che produceva il film, voleva nel ruolo della protagonista l'attrice inglese Elizabeth Taylor ma, dopo aver visto il provino della Hepburn, Wyler si convinse ad assegnarle il ruolo principale, quello della Principessa Anna.

    Racconta Wyler: «All'inizio, recitò la scena del copione, poi si sentì qualcuno gridare 'Taglia!', ma le riprese in realtà continuarono. Lei si alzò dal letto e chiese, "Com'era? Sono andata bene?". Si accorse che tutti erano silenziosi e che le luci erano ancora accese. Improvvisamente, realizzò che la cinepresa stava ancora girando... Aveva tutto quello che stavo cercando, fascino, innocenza e talento. Inoltre era molto divertente. Era assolutamente incantevole, e ci dicemmo, "È lei!"».

    Le riprese iniziarono nell'estate del 1952. Dopo due settimane dall'inizio della lavorazione, Gregory Peck, che interpretava il ruolo maschile principale, chiamò il suo agente chiedendo che, nei titoli, il nome della Hepburn fosse grande e importante quanto il suo, perché, come racconterà ai giornalisti della rivista Entertainment Weekly: «Sono abbastanza intelligente da capire che questa ragazza vincerà l'Oscar nel suo primo film e sembrerò uno sciocco se il suo nome non è in cima, insieme al mio». Come da lui predetto, la Hepburn vinse l'Oscar come migliore attrice protagonista, nel 1954. Oltre all'Oscar, ricevette anche un BAFTA come miglior attrice.

    In seguito all'immediata celebrità raggiunta grazie al film, un'illustrazione del volto di Audrey Hepburn fu pubblicato sulla copertina di Time del 7 settembre 1953.

    L'interpretazione della Hepburn ricevette molte critiche positive:
    « Sebbene non sia nuova al lavoro cinematografico, Audrey Hepburn, l'attrice britannica che è stata la protagonista per la prima volta come la Principessa Anna, è una sottile, elfica, malinconica bellezza, al tempo stesso regale e infantile nel suo profondo apprezzare i semplici piaceri e l'amore. Benché sorrida coraggiosamente alla fine della storia, rimane una figura solitaria e penosa che deve affrontare un futuro soffocante. »

    (A. H. Weiler, New York Times, 28 agosto, 1953)

    Dopo la fine delle riprese, tornò a New York dove fu impegnata nelle repliche di Gigi per altri otto mesi. Le venne offerto un contratto per sette film con la Paramount, con pause di dodici mesi tra un film e l'altro per permetterle di recitare a teatro.

    Dopo l'esperienza di Vacanze romane, fu chiamata ad interpretare il ruolo della protagonista femminile nel film di Billy Wilder, Sabrina, accanto a Humphrey Bogart e William Holden. Il guardaroba della Hepburn venne affidato allo stilista francese Givenchy. Quando gli fu detto che la «signorina Hepburn» voleva incontrarlo, Givenchy pensò di veder arrivare Katharine Hepburn. Invece si trovò davanti Audrey Hepburn, ma non ne fu deluso. I due, infatti, strinsero da allora un'amicizia e un sodalizio professionale che sarebbero durati tutta la vita. Lo stilista ricordava bene il loro primo incontro:
    « Le dissi, "Mademoiselle, mi piacerebbe aiutarla, ma ho poche cucitrici e sto lavorando ad una collezione, non posso farle dei vestiti." Allora lei disse, "Mi mostri quel che ha creato per la collezione." Si provò i vestiti. "È esattamente ciò di cui ho bisogno!", esclamò, e le stavano davvero bene. Sapeva perfettamente ciò che voleva. »

    ( da L'Ange des enfants)

    Per Sabrina, la Hepburn ricevette nuovamente una nomination all'Oscar come migliore attrice protagonista, ma il premio andò a Grace Kelly. Il film ricevette un Oscar per i migliori costumi e lanciò la Hepburn nell'Olimpo delle star hollywodiane.

    Nel 1954 tornò sui palcoscenici interpretando il ruolo principale in Ondine, insieme all'attore e regista statunitense Mel Ferrer, con il quale si sarebbe sposata proprio quell'anno. Durante le rappresentazioni dello spettacolo teatrale, la Hepburn ricevette un Golden Globe come migliore attrice in un film drammatico, oltre al succitato Oscar per Vacanze romane. Sei settimane dopo aver ricevuto l'Oscar, fu premiata con un Tony Award quale migliore attrice per la sua interpretazione in Ondine.

    Verso la seconda metà degli anni cinquanta, Audrey Hepburn era diventata una delle più grandi attrici di Hollywood e un'icona dello stile. La sua figura snella e il suo ben noto buon gusto erano ammirati e imitati. Diventata una delle maggiori attrazioni del cinema hollywoodiano, continuò a lavorare con attori importanti, come Fred Astaire, Maurice Chevalier, Gary Cooper, Cary Grant e molti altri volti noti del cinema statunitense e internazionale.

    Cenerentola a Parigi (Funny Face), girato nel 1957 fu uno dei film preferiti della Hepburn, anche perché le offrì l'occasione, dopo tanti anni passati a studiare danza, di ballare insieme con Fred Astaire. La storia di una monaca (The Nun's Story), del 1959, vide l'attrice affrontare una delle sue interpretazioni più difficili. Films in Review scrisse: «la sua interpretazione chiuderà la bocca per sempre a quelli che pensavano a lei più come ad un simbolo di una donna sofisticata che come ad un'attrice. La sua interpretazione della Sorella Luke è una delle migliori mai viste sul grande schermo».



    Il personaggio di Holly Golightly, da lei impersonato nel film Colazione da Tiffany (Breakfast at Tiffany's), tratto dal romanzo di Truman Capote e diretto da Blake Edwards nel 1961, venne considerato come una delle figure più incisive e rappresentative del cinema statunitense del ventesimo secolo. Intervistata a proposito di un personaggio così insolito per lei, la Hepburn disse:
    « Sono un'introversa. Interpretare una ragazza estroversa è stata la cosa più difficile che io abbia mai fatto. »

    ( da With A Little Bit Of Luck And Plenty Of Talent, New York Times)


    Nel 1963 la Hepburn recitò in Sciarada (Charade), diretto da Stanley Donen, insieme a Cary Grant che aveva precedentemente rifiutato di recitare in Vacanze romane e Sabrina. Fu la prima e ultima volta che i due lavorarono insieme in un film. L'anno successivo, tuttavia, Cary Grant dichiarò scherzosamente:
    « L'unico regalo che desidero per Natale è un altro film con Audrey Hepburn! »

    (Cary Grant su Motion Picture, maggio, 1964)

    Nel 1964 fu impegnata in uno dei suoi ruoli più famosi, quello di Eliza Doolittle nel film musicale My Fair Lady. Venne scelta al posto dell'allora poco conosciuta Julie Andrews, che aveva interpretato il ruolo di Eliza a Broadway. Inizialmente la Hepburn rifiutò il ruolo e chiese che fosse assegnato alla Andrews, ma quando le dissero che la parte, in alternativa, sarebbe andata ad Elizabeth Taylor, e mai alla Andrews, decise di accettare. Durante la lavorazione del film, la Hepburn scoprì di essere stata doppiata nei pezzi musicali. In segno di protesta se ne andò dal set, per tornare il mattino seguente scusandosi per il suo comportamento. Solo due canzoni, nel film, sono effettivamente cantate dalla Hepburn. Doppiaggio a parte, molti critici ritennero l'interpretazione della Hepburn eccellente.





    Nel 1967, recitò in Due per la strada (Two for the Road), diretto da Stanley Donen, film strutturato in maniera piuttosto innovativa per l'epoca e che affrontava il tema del divorzio. Caso volle che, proprio in quel periodo, la Hepburn vivesse un momento di profonda crisi con il marito Mel Ferrer. Il film successivo, Gli occhi della notte (Wait Until Dark) fu per lei una prova difficile, sia per il ruolo particolarmente impegnativo (quello di una donna cieca), sia a causa dell'imminente divorzio da Ferrer che era il produttore del film. Per la sua interpretazione la Hepburn ricevette un'altra nomination come migliore attrice che, però, non vinse.
    La stella sull'Hollywood Walk of Fame
    La stella sull'Hollywood Walk of Fame

    Dal 1967 in poi, lavorò in maniera molto sporadica. Dopo il divorzio da Ferrer, la Hepburn aveva sposato uno psichiatra italiano, Andrea Dotti con il quale aveva avuto il suo secondo figlio, Luca. La gravidanza fu molto difficile e l'attrice dovette rimanere quasi tutto il tempo a letto. Con l'arrivo di Luca, la Hepburn decise di diminuire i suoi impegni di attrice e di dedicarsi alla famiglia. Tornò al cinema nel 1976, accanto a Sean Connery in Robin e Marian (Robin and Marian), film che ebbe un successo moderato. Nel 1979 interpretò il ruolo principale in Linea di sangue (Bloodline), ma il film fu un fallimento di critica e di botteghino.

    L'ultimo ruolo importante della sua carriera cinematografica fu nel 1981, accanto a Ben Gazzara, nella commedia ...e tutti risero (They All Laughed), diretta da Peter Bogdanovich che ricevette un buon successo di critica, ma che fu presente nelle sale per un periodo molto breve.

    La sua ultima apparizione sul grande schermo fu un cameo nel film di Steven Spielberg Always - Per sempre (Always), nel 1988. Nel film, che non ebbe un grande successo, interpretava il ruolo di un angelo. Negli ultimi mesi della sua vita, lavorò in televisione come presentatrice del programma Gardens of the World with Audrey Hepburn, la cui prima puntata andò in onda il giorno successivo alla sua morte e per il quale ricevette un Emmy postumo. In quest'ultimo periodo la Hepburn registrò anche un album di letture di fiabe, Audrey Hepburn's Enchanted Tales, che le valse un Grammy, anch'esso postumo.

    La vita privata
    « ...se fossi occupata a lavorare come attrice, mi sentirei come se stessi derubando la mia famiglia, mio marito e i miei figli, derubandoli dell'attenzione che dovrebbero ricevere »

    (da L'Ange des enfants)

    Agli inizi della sua carriera, Audrey Hepburn si fidanzò ufficialmente con l'imprenditore britannico James Hanson. Poco dopo aver preso la decisione di sposarsi, tuttavia, il matrimonio saltò, a causa del fatto che la carriera della novella attrice li avrebbe tenuti lontani troppo a lungo.

    Nel corso della sua vita si sposò due volte, nel 1954, con l'attore statunitense Mel Ferrer e nel 1969, con lo psichiatra italiano Andrea Dotti. Ebbe due figli, uno da ciascun matrimonio.

    Audrey Hepburn incontrò Mel Ferrer ad una festa organizzata da Gregory Peck. L'attrice lo aveva visto nel film Lili ed era rimasta colpita dalla sua interpretazione. Qualche tempo dopo la festa, Ferrer inviò alla Hepburn il copione della commedia teatrale Ondine e l'attrice accettò il ruolo offertole. Le prove iniziarono nel gennaio 1954 e i due si sposarono il 25 settembre dello stesso anno. La coppia divenne famosa per il suo affiatamento. Prima di riuscire ad avere il loro primo figlio, Sean, nel 1960, la Hepburn ebbe due aborti spontanei, uno in seguito ad una caduta da cavallo, durante la lavorazione del film Gli inesorabili (The Unforgiven). Durante la permanenza in ospedale a causa dell'incidente, Ferrer le regalò il cerbiatto che era stato usato nel film Verdi dimore (Green Mansions). Lo chiamarono Ip. L'attrice amava molto gli animali e ne ospitò diversi, in casa. Anche il cerbiatto fu tenuto come animale domestico. Sean è nato a Lucerna, e il suo padrino è stato A. J. Cronin, lo scrittore scozzese.

    La Hepburn ebbe altri due aborti spontanei, uno nel 1965 e l'ultimo nel 1974.

    Il matrimonio con Ferrer durò 14 anni, fino al 1968. Negli ultimi anni della loro unione, si diceva che Ferrer vedesse altre donne, mentre al tempo stesso molti giornali riportarono una presunta relazione della Hepburn con l'attore Albert Finney, con il quale aveva interpretato Due per la strada (Two for the Road). Lei negò decisamente. Prima di divorziare, la coppia aveva comunque deciso di separarsi. Durante questo periodo l'attrice aveva incontrato lo psicanalista italiano Andrea Dotti durante una crociera e se ne era innamorata. La Hepburn pensò di poter finalmente smettere di lavorare e di poter avere altri figli. Si sposarono il 18 gennaio 1969 ed ebbero un figlio, Luca, nato nel 1970. Sebbene probabilmente Dotti amasse sua moglie, il matrimonio fu ben presto rovinato dalle numerose relazioni extraconiugali del medico. Il matrimonio durò, tuttavia, 13 anni e finì nel 1982 quando i due figli della Hepburn furono grandi abbastanza per vivere con una madre single. Mentre con Ferrer l'attrice aveva rotto quasi completamente ogni rapporto, rimase in contatto con Dotti, per il bene del figlio Luca, ancora adolescente.

    Mentre era ancora sposata con Dotti, aveva incontrato l'attore olandese Robert Wolders, vedovo dell'attrice Merle Oberon. Sei mesi dopo la fine del matrimonio con il medico italiano, la Hepburn e Wolders si incontrarono nuovamente e poco tempo dopo iniziarono a convivere, trasferendosi in Svizzera. Non si sposarono mai. I due affrontarono insieme molti viaggi, per conto dell'UNICEF.

    Nel 1992, tornata da un viaggio in Somalia, la Hepburn soffrì di forti dolori allo stomaco. Dopo essere stata visitata da un medico svizzero, in ottobre, volò a Los Angeles per consultare specialisti più esperti. I dottori che la visitarono scoprirono l'esistenza di un cancro che era cresciuto lentamente, nel corso di anni, all'interno del suo colon. Fu operata a novembre. Un mese più tardi dovette essere operata una seconda volta a causa di nuove complicazioni, e i medici giunsero alla conclusione che il cancro era ormai troppo esteso per essere curato. A causa delle sue condizioni, la Hepburn fu impossibilita a utilizzare un volo di linea per tornare a casa, quindi il suo vecchio amico Givenchy chiese ad un conoscente di inviarle un jet privato che l'avrebbe riportata in Svizzera. L'uomo fece riempire di fiori la cabina che l'avrebbe ospitata.

    Audrey Hepburn morì il 20 gennaio 1993 a Tolochenaz (Canton Vaud, Svizzera), dove fu sepolta. Aveva sessantatré anni. Al funerale, oltre ai figli e a Wolders, erano presenti Mel Ferrer, Andrea Dotti, Hubert de Givenchy, rappresentanti dell'UNICEF e gli attori e amici Alain Delon e Roger Moore. Ad officiare il funerale era il sacerdote Maurice Eindiguer che, trentanove anni prima, aveva sposato la Hepburn e Ferrer.

    Lo stesso anno della sua morte, il figlio Sean fondò l'Audrey Hepburn Children's Fund per favorire la scolarizzazione nei Paesi africani.

    Il lavoro per l'UNICEF
    « Chi non crede nei miracoli, non è un realista. »

    (da L'Ange des enfants)

    Poco tempo dopo la sua ultima apparizione cinematografica nel 1988, Audrey Hepburn fu nominata ambasciatrice speciale dell'UNICEF. Da quel momento fino alla sua morte la Hepburn si dedicò all'aiuto dei bambini dei paesi poveri del mondo. I suoi viaggi intorno al mondo furono facilitati anche dalla sua conoscenza delle lingue (oltre all'inglese, parlava fluentemente il francese, l'italiano, l'olandese e lo spagnolo).

    La sua prima missione su campo fu in Etiopia, nel 1988. Visitò l'orfanotrofio di Mek'ele e fece in modo che l'UNICEF inviasse cibo ai 500 bambini che vi erano ospitati. Del suo primo viaggio la Hepburn disse:
    « Mi si è spezzato il cuore. Non posso sopportare l'idea che due milioni di persone stiano morendo di fame. [...] Il termine "Terzo Mondo" non mi piace perché siamo tutti parte di un mondo solo. Voglio che la gente sappia che la maggior parte degli esseri umani sta soffrendo »

    (da L'Ange des enfants)

    Negli anni a seguire, la Hepburn visitò, in veste di ambasciatrice, molti altri paesi, come la Turchia e diversi stati dell'America del Sud e del Centro America.

    Nel 1989 si recò con Robert Wolders in missione in Sudan. A causa della guerra civile era difficile far arrivare cibo alla popolazione. La missione aveva come scopo quello di far giungere rifornimenti su un treno che arrivasse alla parte meridionale del paese. Sempre in compagnia di Wolders, quello stesso anno si recò in Bangladesh, mentre l'anno successivo la sua missione la portò in Vietnam, nel tentativo di collaborare con il governo su programmi di immunizzazione e di pulizia dell'acqua.

    Nel settembre 1992, quattro mesi prima della sua morte, la Hepburn arrivò in Somalia. Definì quel suo viaggio "apocalittico", affermando che di tutte le situazioni difficili viste durante i suoi viaggi, quella della Somalia era infinitamente peggiore.
    « Ci sono tombe ovunque. Lungo la strada, sulle rive dei fiumi, vicino ad ogni campo... ci sono tombe ovunque. »

    (da L'Ange des enfants)

    Nel 1992 il Presidente degli Stati Uniti, George H. W. Bush, la premiò con uno dei più importanti riconoscimenti attribuibili ad un civile statunitense, la Medaglia Presidenziale della Libertà (Presidential Medal of Freedom)[15], a riconoscimento del suo impegno con l'UNICEF e, poco dopo la sua morte, l'Academy of Motion Picture Arts and Sciences la premiò con il Premio umanitario Jean Hersholt (Jean Hersholt Humanitarian Award) per il suo contributo all'umanità, premio ritirato da suo figlio Sean Hepburn Ferrer.

    Del suo lavoro per l'UNICEF il figlio Sean, durante un'intervista, dirà: «Dopo una vita vissuta in parte come una tortura e una lotta per riuscire ad avere una carriera indipendente e l'autonomia finanziaria per sé e la sua famiglia, senza capire mai fino in fondo quello che la gente vedeva in lei - quello che era il suo fascino - ha trovato nella missione per l'Unicef il modo di ringraziare il suo pubblico e "chiudere il cerchio" della sua esistenza così breve».


    filmografia


    Carriera

    Cinema

    * One Wild Oat, regia di Charles Saunders (1951)
    * Racconti di giovani mogli (Young Wives' Tale), regia di Henry Cass (1951)
    * Risate in paradiso (Laughter in Paradise), regia di Mario Zampi (1951)
    * L'incredibile avventura di Mr. Holland (The Lavender Hill Mob), regia di Charles Crichton (1951)
    * Vacanze a Montecarlo (Monte Carlo Baby), regia di Jean Boyer e Lester Fuller (1951)
    * Nous irons à Monte Carlo (versione francese di Vacanze a Montecarlo), regia di Jean Boyer (1952)
    * The Secret People, regia di Thorold Dickinson (1952)
    * Vacanze romane (Roman Holiday), regia di William Wyler (1953)
    * Sabrina (Sabrina), regia di Billy Wilder (1954)
    * Guerra e pace (War and Peace), regia di King Vidor (1956)
    * Cenerentola a Parigi (Funny Face), regia di Stanley Donen (1957)
    * Arianna (Love in the Afternoon), regia di Billy Wilder (1957)
    * Verdi dimore (Green Mansions), regia di Mel Ferrer (1959)
    * La storia di una monaca (The Nun's Story), regia di Fred Zinnemann (1959)
    * Gli inesorabili (The Unforgiven), regia di John Huston (1960)
    * Colazione da Tiffany (Breakfast at Tiffany's), regia di Blake Edwards (1961)
    * Quelle due (The Children's Hour), regia di William Wyler (1962)
    * Sciarada (Charade), regia di Stanley Donen (1963)
    * Insieme a Parigi (Paris - When It Sizzles), regia di Richard Quine (1964)
    * My Fair Lady (My Fair Lady), regia di George Cukor (1964)
    * Come rubare un milione di dollari e vivere felici (How To Steal a Million), regia di William Wyler (1966)
    * Due per la strada (Two for the Road), regia di Stanley Donen (1967)
    * Gli occhi della notte (Wait Until Dark), regia di Terence Young (1967)
    * Robin e Marian (Robin and Marian), regia di Richard Lester (1976)
    * Linea di sangue (Bloodline), regia di Terence Young (1979)
    * ...e tutti risero (They All Laughed), regia di Peter Bogdanovich (1981)
    * Always - Per sempre (Always), regia di Steven Spielberg (1988)

    Teatro e Televisione

    * High Button Shoes (musical teatrale) (1949)
    * Sauce Tartare (musical teatrale) (1949)
    * Sauce Piquante (musical teatrale) (1950)
    * Gigi (spettacolo teatrale) (1951)
    * Rainy Day at Paradise Junction (serie TV) (1952)
    * Ondine (spettacolo teatrale) (1954)
    * Mayerling (film tv) (1957)
    * Amore tra ladri (Love Among Thieves), regia di Roger Young (film tv) (1987)
    * Gardens of the World with Audrey Hepburn (programma televisivo) (1993)

    Curiosità

    # Nel film Cenerentola a Parigi, la madre della Hepburn apparve nel ruolo della padrona di un caffè sulla strada.
    # Secondo Gregory Peck la poesia preferita della Hepburn era Amore senza fine di Rabindranath Tagore.
    # Audrey Hepburn ha ispirato la figura della criminologa Julia Kendall, protagonista della serie a fumetti Julia, creata da Giancarlo Berardi, pubblicata dalla Sergio Bonelli Editore.
    # Nel 2000 la Hepburn è stata impersonata da Jennifer Love Hewitt nel film per la tv The Audrey Hepburn Story.
    # Nel 2003, il Servizio Postale degli Stati Uniti stampò un francobollo illustrato da Michael J. Deas, raffigurante il volto dell'attrice.
    # In Cina, alcune immagini della Hepburn in Vacanze romane sono state ricolorate ed utilizzate per la pubblicità di un tè verde.
    # Nel 2006, il grande magazzino GAP produsse uno spot pubblicitario, utilizzando spezzoni della Hepburn mentre danza in Cenerentola a Parigi.
    # Il vestito nero di Colazione da Tiffany, creato da Givenchy, fu messo all'asta da Christie's nel 2006 e venduto per la cifra di 467.200 sterline (circa 712.000 euro). Si trattava, però, di una copia del vestito utilizzato nel film, copia custodita da Givenchy, mentre quello realmente indossato dalla Hepburn si trova nel Museo del costume di Madrid.
    # Non fu Marilyn Monroe l'unica a cantare i famosi auguri di compleanno al Presidente degli Stati Uniti, John Kennedy. Anche la Hepburn, il 29 maggio 1963, ultimo compleanno di Kennedy, cantò "Happy Birthday, dear Jack" al Presidente, che la considerava una delle sue attrici preferite.
    # I compagni di danza del 1948 dicevano che la Hepburn era comunque di una eleganza innata : possedeva 2 gonne e 2 camice ma aveva decine di foulard da abbinare, in questo modo era sempre perfetta




    Edited by Lussy60 - 17/10/2011, 11:45
     
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  2. gheagabry
     
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    Vacanze romane





    Vacanze romane (Roman Holiday) è un film del 1953 diretto da William Wyler, interpretato da Gregory Peck e Audrey Hepburn.
    Il film rese famosa in tutto il mondo la Hepburn, che prima di allora aveva interpretato ruoli secondari in varie produzioni britanniche ed era conosciuta dal pubblico statunitense per la sua interpretazione di Gigi, nell'omonima commedia teatrale. Le riprese del film iniziarono nell'estate del 1952 e terminarono a settembre dello stesso anno.
    Interamente girato a Roma e negli studi di Cinecittà, il film di Wyler capovolge la storia di Cenerentola. Uscito nelle sale statunitensi nell'agosto 1953, il film ebbe un grande successo di pubblico e di critica, rendendo famoso lo "stile" di Audrey Hepburn che, dopo poco tempo, verrà pubblicizzato e seguito da tutte le riviste di moda del mondo, grazie alle splendide e note immagini del fotografo di scena Augusto Di Giovanni.




    Trama




    La Principessa Anna (Audrey Hepburn), reale di una nazione non specificata, affronta un viaggio diplomatico, visitando le grandi capitali del mondo, inclusa Roma. Una notte, sfinita dalla serie di obblighi che il suo ruolo le richiede, ha un collasso nervoso. Il suo medico le somministra un sedativo, ma, appena si ritrova sola nella sua stanza, la Principessa decide di fuggire e inizia a vagabondare per le strade di Roma.



    L'effetto del sedativo non tarda a manifestarsi e la Principessa si addormenta in una via, dove viene trovata da Joe Bradley (Gregory Peck), giornalista statunitense che lavora per un'agenzia di stampa a Roma. Joe cerca di farsi dare il suo indirizzo per accompagnarla a casa in taxi, ma la Principessa si rifiuta di confessare la sua identità e chiede di essere portata al Colosseo. Visto lo stato confusionale in cui versa la ragazza, il giornalista la crede ubriaca, non ha il coraggio di lasciarla sola e la porta a casa sua.




    Il mattino seguente, recandosi al lavoro, Joe scopre che tutte le agenzie stampa hanno ricevuto un dispaccio in cui è comunicata la notizia di un improvviso malessere della Principessa Anna. Joe, che doveva recarsi ad una conferenza stampa per intervistare proprio la Principessa, vede la foto di Anna sul giornale e riconosce in lei la ragazza "ubriaca" che ha ospitato a casa sua. Immediatamente capisce di poter scrivere un articolo sensazionale e promette al suo capo (Hartley Power) di portagli un'intervista esclusiva e delle immagini della Principessa a Roma, facendosi promettere un largo compenso ed arrivando perfino a scommettere 500 dollari con l'incredulo principale sulla riuscita dell'impresa.
    Joe chiama il suo amico e fotoreporter Irving Radovich (Eddie Albert) e gli comunica di avere per le mani un sensazionale scoop. Subito dopo si precipita a casa sua, dove trova la Principessa ancora addormentata. Al suo risveglio, la ragazza ricorda poco della notte precedente e Joe non dà segno di aver riconosciuto in lei la Principessa Anna, che si presenta con il nome di Anya Smith. Dopo averlo ringraziato per il suo disturbo la Principessa si avvia per le strade di Roma, comportandosi come una normale turista, lasciandosi trasportare dai suoni e dai rumori di una Roma molto "popolare". In un mercato acquista dei sandaletti, si compra un gelato e osserva la città assolata. Decide di entrare nel negozio di un parrucchiere (Paolo Carlini) e di farsi tagliare i lunghi capelli. Il parrucchiere, affascinato dalla ragazza, la invita ad una serata danzante su un barcone lungo il Tevere.



    Nel frattempo, però, Joe non ha perso di vista la ragazza e l'ha seguita di nascosto. Quando Anna si siede sulle scalinate di Piazza di Spagna, il giornalista finge di incontrarla per caso. Iniziano a parlare e Anna confessa di essere scappata da un collegio e di voler provare, una volta nella vita, tutto quel che nella sua "prigione" non le è permesso fare. Joe le propone di accompagnarla e di esaudire il suo desiderio di "normalità".
    Incontrano anche Irving, il quale usa un finto accendino per farle delle foto. La Principessa, in compagnia di quelli che lei crede due imprenditori di fertilizzanti, fuma la sua prima sigaretta, visita il Colosseo, prova ad andare in Vespa, finendo perfino in questura con i due compagni. Tutto viene fissato sulla pellicola di Irving.




    Nel frattempo, i tutori della Principessa, preoccupati dalla sua scomparsa, richiamano a Roma un enorme numero di agenti in borghese che iniziano a cercarla in tutta Roma.
    Dopo una giornata di allegri vagabondaggi, la ragazza propone di trascorrere la serata sul barcone lungo il Tevere di cui il parrucchiere le ha parlato la mattina. Giunti lì, Joe e Anna iniziano a ballare e, trovandosi stretti l'uno nelle braccia dell'altra, dai loro sguardi incomincia a trapelare un tenero sentimento reciproco. Durante la festa, però, gli agenti in borghese notano la Principessa e cercano di convincerla a tornare al palazzo. Joe interviene e immediatamente si scatena una rissa che vede la stessa Anna rompere bottiglie e chitarre in testa agli agenti, mentre Irving documenta il tutto con la sua macchina fotografica.
    Joe e Anna riescono a fuggire, tuffandosi nelle acque del Tevere e, quando ne riemergono, divertiti ed eccitati dall'accaduto, si baciano sulle sponde del fiume. Tornati a casa, rivestiti e asciugati, i due sono costretti a salutarsi. Joe accompagna Anna nei pressi della sua ambasciata e, dopo un triste addio, la ragazza scompare nelle vie di Roma.



    Rientrata a palazzo, Anna mostra un profondo cambiamento. Da giovane e quasi infantile sognatrice, si è trasformata in una vera e propria Principessa conscia dei suoi doveri.
    Il giorno seguente, il principale di Joe si precipita da lui per richiedergli la famosa intervista esclusiva, ma il giornalista sostiene di non essere riuscito a ottenerla e, quando anche Irving arriva a casa sua con le foto in mano, Joe spiega all'incredulo amico di non voler più vendere l'articolo.
    Qualche ora più tardi, entrambi si recano alla conferenza stampa organizzata per far incontrare la Principessa Anna con i giornalisti stranieri. Appena entrata, Anna riconosce immediatamente Joe e Irving e ne rimane delusa. Ma durante l'intervista Joe riesce, indirettamente, a comunicarle che non tradirà la sua fiducia. Quando la Principessa scende dal trono per salutare personalmente alcuni giornalisti intervenuti, fermatasi davanti a Joe e ad Irving riceve da quest'ultimo le foto della sua "Vacanza romana", prova ulteriore della loro correttezza. Felice e sollevata, dissimulando i suoi sentimenti, Anna saluta Joe con un ultimo sorriso, per poi sparire per sempre dietro una porta.
    La conferenza è finita e i giornalisti si allontanano. Joe rimane qualche momento nel palazzo, poi si avvia per il lungo corridoio, lancia un ultimo sguardo dietro di sé, ed esce.



    CURIOSITA'




    - Inizialmente la regia del film era stata affidata a Frank Capra.

    - Il ruolo di Joe Bradley era stato proposto a Cary Grant, il quale aveva rifiutato, affermando di essere troppo vecchio per recitare un ruolo sentimentale accanto ad Audrey Hepburn. Grant reciterà a fianco alla Hepburn, comunque, nel 1963, in Sciarada (Charade)

    - Per il ruolo della Principessa Anna i produttori avevano preso in considerazione Elizabeth Taylor.

    - Il provino di Audrey Hepburn è diventato leggendario. Dopo aver provato su copione, mentre veniva ripresa, le fu detto che la scena era finita e che poteva rilassarsi. In realtà la telecamera era ancora in funzione. La Hepburn, ignara, si alzò dal letto e sorridente ed emozionata chiese come era andata. Poco dopo si accorse che tutta la troupe la guardava silenziosamente e che le luci erano ancora accese. Dopo aver visto la reazione fresca e spontanea della giovane attrice, Wyler si convinse di aver trovato la sua Principessa Anna.

    - In una delle scene più famose, Joe, Anna e Irving visitano la Bocca della Verità. Il momento in cui Gregory Peck infila la mano nella bocca, facendo finta di averla persa, nascondendola nella giacca non era preventivata. Fu una trovata dell'attore che non aveva, però, avvisato la Hepburn. La reazione dell'attrice che possiamo vedere nel film, mentre grida e cerca di aiutare Peck è reale.

    - Durante le scene girate in esterni, assistevano alle riprese migliaia di romani. Gregory Peck racconta che, dopo ogni scena, Wyler ascoltava le reazioni della gente. Se sentiva dire "un'altra, giratela un'altra volta", lo faceva, se sentiva commenti come "buona, questa è buona" si fidava del pubblico e teneva la scena.

    - La casa in cui Joe ospita la principessa Anna si trova in via Margutta, 51.

    - Nel film ricopre una piccola parte la nota attrice teatrale Paola Borboni, nel ruolo della donna delle pulizie, scandalizzata nel trovare la Hepburn a casa di uno scapolo.

    - Il film rese famosa in tutto il mondo la Vespa.

    - Tania Weber, stella del cinema italiano popolare dell'epoca, appare nella parte di Francesca.
    Nel 1987 è stato realizzato un remake del film per la televisione.




    Il film ha ricevuto dieci nomination ai Premi Oscar 1954, tra cui quelle per miglior film e miglior regista, vincendo i premi per la miglior attrice (a Audrey Hepburn), il miglior soggetto e i migliori costumi bianco e nero. Per la sua interpretazione la Hepburn ha vinto anche il Golden Globe e il Premio BAFTA.
    Nel 1953 il National Board of Review of Motion Pictures l'ha inserito nella lista dei migliori dieci film dell'anno.
    Nel 1999 il film è stato scelto per la preservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.
     
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  3. gheagabry
     
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    Colazione da Tiffany






    Colazione da Tiffany è un film americano del 1961 con Audrey Hepburn e George Peppard, tratto dall'omonimo romanzo di Truman Capote. È stato diretto da Blake Edwards.
    L'interpretazione della eccentrica, ingenua e mondana Holly Golightly è generalmente considerata la miglior performance di Audrey Hepburn. Lei stessa disse che quello fu uno dei ruoli più difficili da recitare, perché lei era timida e doveva interpretare un'estroversa. La scena in cui la Hepburn canta Moon River sicuramente aiutò Henry Mancini e Johnny Mercer a vincere l'Oscar per la miglior canzone. Inoltre il film segna il culmine della carriera cinematografica di George Peppard.




    Trama



    Holly (Lulamae Barns, alias Holiday Golightly) è una giovanissima ragazza di grande fascino e spontaneità, per vivere fa la prostituta d'alto bordo e chiama le sue prestazioni "fare la toeletta". Questa sua attività le permette una vita mondana e la frequentazione dell'alta società e per risolvere definitivamente i suoi numerosi problemi economici, è decisa a rinunciare all'amore (o almeno a viverne uno fittizio) sposando un uomo ricco, che la renda soprattutto felice materialmente regalandole gioielli dell'amato negozio Tiffany ("Non ci può capitare nulla di brutto là dentro, non con quei cortesi signori vestiti così bene, con quel simpatico odore d'argento e di portafogli di coccodrillo" dice Holly a Paul durante una loro conversazione, quando lei ha ' le paturnie ').



    Un giorno giunge in città un giovane uomo di nome Paul, scrittore introverso ed apparentemente freddo, in cerca d'ispirazione. Anch'egli non naviga nell'oro, scrivendo e cercando lavoretti per vivere o addirittura aspettando che i genitori gli mandino qualche soldo per il suo compleanno.
    Le personalità di Paul e Holly inevitabilmente si scontreranno: lui cercherà di sgretolare il mondo etereo ed artificiale nel quale Holly ama rifugiarsi per sfuggire alla sua realtà di persona estremamente pratica, e lei saprà fargli abbandonare il suo cinismo, donandogli oltretutto l'ispirazione per il suo nuovo libro.



    Soggetto



    La sceneggiatura di George Axelrod, nominata all'Oscar, segue poco la novella di Capote.
    Capote, una volta venduti i diritti del libro alla Paramount Pictures, avrebbe preferito Marilyn Monroe nel ruolo di Holly Golightly. Barry Paris ricorda di aver sentito dire Capote, una volta: "Marilyn è sempre stata la mia prima scelta per interpretare la ragazza, Holly Golightly". Quando la Hepburn venne scelta nel cast, Capote accusò la Paramount di averlo scavalcato su tutti i fronti. Comunque, la scelta della Hepburn fu quanto mai azzeccata: ancora oggi vengono prodotte infinite quantità di accessori che raffigurano la celebre immagine di Audrey con la sigaretta in mano in abito scuro.



    Il romanzo fu ampiamente modificato per dar spazio alle convenzioni cinematografiche del periodo. Il libro conteneva, ad esempio, parole che per il film vennero smorzate, il personaggio di Liz (Patricia Neal) fu completamente inventato. Mag Wildwood, la modella, verso metà del libro si trasferisce nell'appartamento di Holly, mentre nel film compare brevemente solo come ospite al party di Holly.
    L'allusione alla bisessualità di Holly, che nel libro è un elemento fondamentale, nel film viene rimossa per rendere il personaggio più adatto alla Hepburn.
    Il cambiamento che più disturbò Capote, comunque, fu quello che riguardò il finale. Il libro, infatti, non ha un lieto fine: il bacio che si vede alla fine del film, che fa presagire una romantica vita di Holly e Paul insieme, non c'è, e Holly di fatto prende quell'aereo per il Sud America. Nell'incipit del romanzo infatti, troviamo Paul, a parecchi anni di distanza, che si chiede dove sia finita Holly, e se mai la rivedrà.



    Colonna sonora



    La colonna sonora di Colazione da Tiffany vinse l'Oscar nel 1962, venne interamente composta e selezionata da Henry Mancini, celeberrimo compositore vincitore di quattro premi Oscar. La canzone Moon River fu composta da Mancini (musica) e Johnny Mercer (testo), e vinse anch'essa un Oscar.




    Curiosità

    - La gioielleria Tiffany aprì di domenica per la prima volta nella sua storia, per permettere le riprese del film.

    - Audrey Hepburn odiava i danesi, dolcetti che il suo personaggio mangia a colazione, il che rese le riprese della scena iniziale piuttosto ardue per lei.

    - Mickey Rooney interpreta lo scorbutico signor Yunioshi in quanto all'epoca era prassi di Hollywood non utilizzare attori orientali

    - La scena di Audrey Hepburn davanti alla vetrina della gioielleria è stata utilizzata in uno spot pubblicitario della Lancia Musa del 2010.

    - L'abito da sera nero indossato da Audrey Hepburn è stato venduto all'asta per 467.200 sterline






    C'è poco da dire che non si sia già detto, ma mi ha colpito, questa volta, il modo in cui viene rappresentata la figura femminile.
    E' forte, determinata, risoluta, autonoma, fiera.
    Fa quello che vuole, bacia chi vuole, non si cura delle conseguenze, degli sconquassi che crea in quegli uomini prima timorosi, rispettosi, cortesi ma che poi, consumato l'atto amoroso, diventano invadenti, pretendono, tendono a legare.
    Holly, lo "spirito libero", invece non ci sta a chiudersi in una gabbia.



    Mamma mia quanto è pazza. Mamma mia, quanto incapace sono di capirla. E mamma mia, come Fred, quanto ne sono magneticamente attratto. E' un meraviglioso mistero che ci uccide ogni volta.
    Ma l'uomo è troppo razionale e anche Fred, di fronte all'ennesima pazzia (l'abbandono del gatto) decide di rinunciare, affidandosi però all'ultima chance: il melodrammatico lancio dell'anello. Oh, un anello di poco valore, regalo in una confezione di noccioline, nulla a che vedere con i diamanti di Tiffany.



    La Holly che abbiamo visto per tutto il film lo avrebbe messo da parte, forse un po' intristita certo, ma fermamente convinta che sarebbe bastato un colpo di telefono, un invito a pranzo, un ampio sorriso, una corsa mano nella mano... e nell'uomo Fred sarebbe scomparso ogni rancore.
    Invece Holly si ferma e torna indietro: lo spirito libero si scopre debole, il tentativo finale dell'uomo è riuscito.
    Purtroppo capita solo nei film.



    Nella maggior parte delle volte le due strade si dividono. I due mondi, radicalmente opposti e esasperatamente esposti in Colazione da Tiffany, non riescono e non possono convergere. Altrimenti, che gusto ci sarebbe?

    Poi sono film come questi, che ci fanno innamorare di quel genio folle che alberga nelle nostre Audrey di periferia e ci danno la forza di provarci, come Fred.
    Perchè si possa continuare a sentirci romantici cavalieri con l'impermeabile fradicio, che tirano calci alle pozzanghere rimuginando le proprie miserie, sperando che alla fine Holly ci ripensi, scenda da quel taxi e, inzuppandosi un po' anche lei, ci baci, con le lacrime che si confondono con la pioggia.





    Le immagini e la colonna sonora del classico di Blake Edwards sono da tempo entrati nell'iconografia della storia del cinema. Il fascino luminoso che scaturisce dai primi piani degli splendidi Audrey Hepburn e George Peppard, la loro bravura, il sottofondo di "Moon River", la magia di New York. Tutto perfetto.



    La commedia sentimentale non è mai stata il mio genere, ma questo film ne rappresenta un esempio unico, perché non ci sono mai cadute nella melassa, l'interpretazione di George Peppard è misurata e sorridente e accompagna con classe la sofisticata ed irresistibile leggerezza emanata dalla protagonista. A differenza di altri film del genere, anche recenti, questo è riuscito a segnare un'epoca con pochi, riuscitissimi tocchi: il look pazzesco di Audrey, gli occhi mozzafiato di George Peppard, la musica da Oscar.



    Ogni volta che rivedo "Colazione da Tiffany" mi chiedo tristemente perché George Peppard abbia buttato via l'occasione di diventare un altro Paul Newman, abusando dell'alcol che ha minato il suo fisico e gli ha segnato prematuramente la carriera, distruggendolo lentamente. E' stato un vero, grande peccato. Qui era una favola vederlo e purtroppo il suo nome oggi viene ricordato raramente e magari più per un telefilm realizzato quando era ormai alla fine della sua vita, piuttosto che per i suoi bellissimi esordi cinematografici.
    Ogni volta che rivedo "Colazione da Tiffany" non posso fare altro che restare incantata dalla grandissima Audrey Hepburn, diversa da tutte le sue colleghe dell'epoca, immensa nella recitazione, essenziale ed emozionante. All'epoca erano in voga le maggiorate e lei ha creato un modello vivente con il suo fisico minuto e magrissimo ed i suoi occhi parlanti.





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  4. gheagabry
     
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    IL LIBRO " Colazione da Tiffany"






    Colazione da Tiffany (Breakfast at Tiffany's) è un romanzo di Truman Capote pubblicato nel 1958. Da esso, nel 1961, fu tratto l'omonimo film con Audrey Hepburn.

    Trama



    La vita di Holly Golightly, una ragazza al tempo stesso dolce, caparbia, cinica e sognatrice, è raccontata da un aspirante scrittore, suo amico e vicino di casa.
    La storia prende inizio dal ritrovamento, da parte del barista Joe (innamorato di Holly), di una strana foto che ritrae una statua africana dalle fattezze della ragazza. Da qui si dipana un lungo flashback nel quale l'autore ricorda gli anni precedenti, quando conobbe Holly, sua vicina di appartamento nell'Upper East Side di New York. Ella era alla ricerca del suo posto nel mondo, un posto come la gioielleria Tiffany, dove si sarebbe sentita protetta e al sicuro e avrebbe smesso di avere quelle che chiama le sue "paturnie". Nel frattempo, però, vive una vita altamente sregolata, fatta di mondanità, eccessi e di espedienti atti a mantenerla sempre così. Tra di essi ci sono quelli di accompagnarsi a dei ricchi facoltosi di cui non è assolutamente innamorata, e di andare a trovare ogni giovedì Sally Tomato, gangster mafioso in cella a Sing Sing e riferire al suo avvocato delle misteriose '"previsioni del tempo". Unica compagnia fissa è quella di un gatto rosso senza nome.



    Tra il protagonista e Holly nasce un rapporto di difficile interpretazione: amore platonico, amicizia tra uomo e donna, complicità che a volte sembra alludere all'omosessualità del narratore. Lui è ammirato dal carattere e dallo stile di vita della ragazza, finché fa la conoscenza di un veterinario del Texas che gli rivela molte cose su Holly: la ragazza si chiama in realtà Lula Mae ed è sua moglie. Il dottore dice di averla sposata quando ancora era una ragazzina, un'orfana che lui aveva adottato assieme al fratello Fred. Doc tenta di riportarla a casa, ma lei rifiuta.
    Questo episodio, assieme alla relazione di Holly con Rusty Tawler, un miliardario immaturo e antipatico, porta a diversi attriti tra il protagonista e la ragazza, che sfociano in una rottura. Che però si acquieta quando lui la soccorre in seguito a una crisi dovuta alla morte di suo fratello Fred in guerra. In seguito alla fine della relazione con Rusty, Holly si fidanza con un politico brasiliano, Jose, gentile ma molto attaccato all'immagine politica. Ben presto Holly rimane incinta di Jose, e questi decide di portarla con sé in Brasile per sposarla.
    Quando ormai tutto sembra essere stato deciso, Holly invita il protagonista ad una cavalcata nel parco; il cavallo di quest'ultimo si imbizzarrisce e, per salvarlo, Holly perde il bambino. Al ritorno, Holly viene però arrestata: le "previsioni del tempo" che lei portava da Sally Tomato al suo avvocato erano in realtà istruzioni spionistiche e mafiose. Solo grazie all'intercessione del suo ex manager Holly viene liberata, ma Jose la abbandona dicendo di non voler essere vittima di uno scandalo, sposandola. Holly tuttavia decide di non rinunciare ad andarsene in Brasile, e così abbandona il suo gatto a Spanish Harlem, sulla via per l'aeroporto. Solo poco prima di partire lei ha dei ripensamenti e, in lacrime, corre a cercare la bestiola, capendo quanto fossero in realtà legati e si appartenessero (e, indirettamente, lei fosse legata allo scrittore). Ma purtroppo non riesce a ritrovarlo e, dopo aver strappato al suo amico la promessa di ritrovare il gatto, parte per il Brasile.
    Il protagonista non sentirà mai più Holly se non da una sola lettera pochi mesi dopo. Ritroverà il gatto, che adesso abita in una famiglia, e spera che anche Holly abbia trovato il suo posto nel mondo.




    Differenze tra libro e film

    Il film e il romanzo da cui è tratto, pur appartenendo alla cultura americana ed essendone specchi, sono molto diversi: la stessa Holly è infatti trattata in maniera diversa nel passaggio tra i due media, e questo fu in effetti motivo di risentimento per Capote, che aveva sempre identificato la sua creatura con Marilyn Monroe.
    Nel film il narratore del libro diventa un co-protagonista a tutto tondo, con un nome (Paul Vorjak) e un background inventato totalmente ex-novo: egli è infatti sì uno scrittore squattrinato, ma mantenuto da una donna sposata con la quale ha una relazione in cambio di denaro. Anche la sessualità di Holly, che Capote descriveva gentilmente nel romanzo, viene quasi del tutto annullata, omettendo la gravidanza di Holly e un personaggio, la modella balbuziente Mag Wildwood, che dava ai lettori l'indizio di una presunta bisessualità della protagonista. La modifica più sensibile è sicuramente quella apportata al finale, reso meno aperto e più "lieto" per essere adattato al grande pubblico: Holly ritrova il gatto e rimane a New York con Paul.





    Moon River (brano musicale)





    Moon River è un brano musicale composto da Johnny Mercer e Henry Mancini nel 1961. Fa parte della colonna sonora del film Colazione da Tiffany con Audrey Hepburn e ha vinto l'Oscar per la migliore canzone nell'edizione 1962.
    Mercer e Mancini scrissero la canzone appositamente per la Hepburn in modo che fosse adatta alla sua estensione vocale. Moon River viene cantata dall'attrice nella scena in cui il personaggio interpretato da George Peppard, Paul "Fred" Varjak, scopre Holly Golightly (Audrey Hepburn) che canta accompagnandosi con una chitarra alla finestra.
    In origine, le parole iniziali scritte da Mercer erano "I'm Holly, like I want to be, like Holly on a tree back home. ...", ma in seguito vennero modificate e rese più adatte al tema del film.
    La versione originale cantata da Audrey Hepburn non è inclusa nell'album della colonna sonora di Breakfast at Tiffany's; una versione registrata Mancini e il suo coro fu pubblicata come singolo ed entrò nella Top 40.
    In seguito, fu registrata dal cantante sudafricano Danny Williams, che raggiunse il n. 1 nelle classifiche britanniche. Poco dopo, Andy Williams ne registrò una versione famosa, che costituì il suo più grande successo. Molti altri artisti ne hanno fatto una cover, tra cui Jerry Butler, Ray Conniff, Frank Sinatra, Bobby Darin, Perry Como, Louis Armstrong, Paul Anka, Sarah Vaughan, Sarah Brightman, Billy Eckstine, Liz Callaway, Westlife, The Afghan Whigs, Morrissey, R.E.M., Judy Garland, Patsy Ann Noble, Victoria Williams, Barbra Streisand, Bradley Joseph, The Innocence Mission, Ania Dąbrowska, James Last, Andrea Ross, Katie Melua ed Elton John (dal vivo).
    Solo dopo la morte della Hepburn nel 1993 venne finalmente pubblicata la versione originale della canzone nell'album Music from the Films of Audrey Hepburn. Nonostante il successo delle versioni di Danny Williams e Andy Williams (nessuna parentela fra i due), per molti la semplice registrazione della Hepburn rimane la più riuscita.
    Un'insenatura vicino Savannah, in Georgia, città natale di Johnny Mercer, è stata chiamata "Moon River" in suo onore. Andy Williams diede questo nome alla sua compagnia di produzione di Branson, Missouri.



     
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  6. gheagabry
     
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    Sabrina (film 1954)




    Sabrina è un film del 1954 diretto da Billy Wilder, interpretato da Audrey Hepburn, Humphrey Bogart e William Holden.
    Nel 1995 ne è stato realizzato un remake diretto da Sydney Pollack, interpretato da Julia Ormond, Harrison Ford e Greg Kinnear.

    Trama





    Sabrina Fairchild (Audrey Hepburn) è una timida e graziosa ragazza, figlia dell'autista di una famiglia miliardaria di Long Island, i Larrabee. Da sempre innamorata del secondogenito David (William Holden), il classico dongiovanni perdigiorno, il quale però non ha molta considerazione di lei, la giovane passa le serate arrampicata su un albero da dove può assistere alle feste e ai ricevimenti della famiglia, e da dove può vedere David mentre balla in compagnia di altre belle ragazze provenienti da famiglie facoltose.



    Una volta di più frustrata a causa del suo amore non corrisposto, Sabrina tenta di uccidersi rinchiudendosi nel garage e accendendo i motori delle otto auto di famiglia. Casualmente salvata da Linus (Humphrey Bogart) fratello maggiore di David, il giorno seguente Sabrina parte per Parigi, dove rimarrà due anni a frequentare una prestigiosa scuola di cucina.
    Nella magica città francese la giovane ritrova la gioia di vivere, ma il suo cuore rimane pur sempre per David, al quale non smette di pensare. Al ritorno a casa, Sabrina appare trasformata: da una ragazza un po' goffa e impacciata è divenuta una splendida ed elegante giovane donna; anche David non la riconosce quando la vede davanti alla stazione e le offre un passaggio in auto. Solo al momento dell'arrivo sul piazzale di casa, vedendo la festosa accoglienza da parte degli altri domestici, David si rende conto di chi è in realtà la ragazza.
    Impressionato dal grande cambiamento di Sabrina, David si mostra molto interessato a lei e la invita la sera stessa al ricevimento che si terrà nella villa. Il giovane Larrabee è però fidanzato ed in procinto di sposarsi per la quarta volta. Infatti Linus, grande uomo d'affari che dirige l'azienda Larrabee, gli ha combinato il matrimonio con Elizabeth Tyson, erede di una famiglia che possiede vaste piantagioni di canna da zucchero, materia prima indispensabile per la nuova invenzione firmata Larrabee. Quella sera David riesce a liberarsi della fidanzata con uno stratagemma, per dare appuntamento a Sabrina al campo da tennis della villa, ma la situazione si fa tragicomica quando Linus (che fino a poco prima saltellava su una lastra, dando dimostrazione ai presenti sulla nuova invenzione della ditta) non lo conduce dal padre, il quale non è affatto contento del comportamento del figlio, che si sta compromettendo con una domestica.



    Linus finge di prendere le parti del fratello, ma in realtà intende rispedire Sabrina a Parigi in modo da poter concludere l'accordo con l'azienda dei Tyson; viene facilitato nel suo piano, in quanto David rimane ferito e costretto a rimanere a casa, dopo essersi accidentalmente seduto mentre portava in tasca i bicchieri per lo champagne.
    Durante la convalescenza di David, Sabrina trascorre quindi molto tempo insieme a Linus rendendosi conto che egli non è un freddo uomo d'affari, anzi una persona molto cara. Lei ama raccontargli di Parigi, pensando che anche lui quella città possa piacere; un giorno gli sistema anche il suo classico cappello nero secondo la moda parigina. Così la giovane comincia ad accorgersi che forse non è David l'amore della sua vita. Nel frattempo anche Linus si è innamorato di Sabrina e si sente in colpa, perché il piano da lui progettato prevede di farla imbarcare per Parigi da sola, e ciò non solo significa ferirla ma anche mentirle, perciò le rivela tutto.



    Sabrina si prepara tristemente alla partenza dell'indomani, giorno in cui è fissata la firma del contratto tra le aziende Larrabee e Tyson. Dopo aver appreso dal fratello che Sabrina sta partendo sola, David ha ormai capito quello che c'è tra i due e incita Linus a seguirla. David si è reso conto di amare Elizabeth e di voler stare con lei per tutta la vita. Linus non è convinto e perciò ripete al fratello che è lui, David, quello che deve andare con Sabrina, sicuro che egli partirà.
    In seguito, al momento della firma dell'accordo, David non si presenta alla riunione e dalla finestra Linus assiste alla partenza della nave su cui è imbarcata Sabrina... ma proprio quando Linus sta per rivelare a tutti dove si trova veramente il fratello, ecco David Larrabee che piomba nella stanza scusandosi per il ritardo. Linus, ormai incastrato dal fratello, non può più negare di amare Sabrina e così abbandona l'ufficio di corsa, scusandosi con i presenti, e si precipita al porto dove sale sul suo rimorchiatore con cui potrà raggiungere la nave.



    Intanto Sabrina sta tranquillamente prendendo il sole sul ponte, quando un membro dell'equipaggio le porta un cappello e le riferisce che un uomo che si trova a bordo ha chiesto che sia lei a sistemarlo. La giovane si guarda intorno, quand'ecco che spunta Linus, impeccabile come al solito. I due si abbracciano, felici di ritrovarsi di nuovo, pronti a passare la vita insieme.




    La parte di Larry (Linus), interpretata da Humphrey Bogart, era in origine destinata a Cary Grant.

    Il film ha ricevuto sei nomination ai Premi Oscar 1955, vincendo il premio per i Oscar per i migliori costumi. Ha vinto anche il Golden Globe per la migliore sceneggiatura.
    Nel 1954 il National Board of Review of Motion Pictures l'ha inserito nella lista dei migliori dieci film dell'anno e ha premiato John Williams come miglior attore non protagonista.


     
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    GRAZIE GABRY....GRANDE ATTRICE
     
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  8. tomiva57
     
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    My fair lady



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    My Fair Lady è un film del 1964 diretto da George Cukor, tratto dal musical del 1956 di Alan Jay Lerner e Frederic Loewe, tratto a sua volta dall'opera Pigmalione di George Bernard Shaw.

    Trama

    Il professor Higgins (Rex Harrison), glottologo britannico di fama internazionale, scommette con l'amico Pickering (Wilfrid Hyde-White) di riuscire a trasformare la povera fioraia Eliza Doolittle (Audrey Hepburn) in una dama di alta classe, entro sei mesi. Dopo estenuanti tentativi ed un fallimento iniziale, Eliza viene apprezzata per i modi e l'eleganza dall'alta società londinese. Concluso l'esperimento la fioraia dovrebbe tornare al suo contesto sociale, ma i cambiamenti avvenuti e l'innamoramento verso il suo mentore Higgins, fanno sì che Eliza decida di restare in casa del professore. Rifiutata da quest'ultimo fugge disperata, e solo allora Higgins si rende conto quanto ella sia diventata importante per la sua vita. Dopo un breve periodo di separazione i due torneranno finalmente a vivere assieme.

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    QUESTE SONO ALTRE IMMAGINI DI MY FAIR LADY










     
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  10. gheagabry
     
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    Nel film "Colazione da Tiffany" del 1961 accanto a Audrey Hepburn e George Peppard compare un altro personaggio fondamentale: è Gatto, uno splendido micione rosso tabby che la protagonista definisce "povera creatura senza nome". Nel film Gatto salta sulle spalle del protagonista, sveglia la padrona mentre dorme, appare patetico sotto la pioggia, abbandonato in strada dalla sua umana, per poi trionfare tra i due innamorati nella iper-romantica scena finale. Ma nella realtà Gatto non era affatto senza nome, né tantomeno una povera creatura. Si trattava infatti di Orangey, la più famosa star felina del cinema e della tv americana. Orangey esordisce subito da protagonista nel 1951 con il film "Rhubarb", in cui è un gatto che eredita una fortuna colossale e acquista una squadra di baseball. Per quell'interpretazione Orangey fu il primo gatto vincitore del Patsy Award, l'Oscar destinato agli attori animali, che ottenne un'altra volta nella sua più che decennale carriera. Nonostante il musetto sparuto e lo sguardo languido Orangey rimane famoso tra gli addetti ai lavori per il suo pessimo carattere: appena poteva malmenava tutto e tutti, perfino Frank Inn, il suo addestratore. Ma una volta dato il ciak si trasformava in un grande attore. Al punto, sostengono i critici, da mettere in secondo piano i colleghi umani che lo affiancavano.

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  11. tappi
     
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  12. gheagabry
     
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    Lei- Nessuno appartiene ad un altro, non voglio farmi mettere in gabbia... Lui- Io non voglio metterti in gabbia io voglio amarti! Lei- E' la stessa cosa... Lui- No non lo è! Olly... Lei- Non sono Olly! E non sono neanche Lullaby, non so chi sono! Io e il mio gatto siamo 2 randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene ecco qual'è la verità! Lui- Vuoi sapere qual è la verità sul tuo conto? Sei una fifona, non hai un briciolo di coraggio, neanche quello semplice ed instintivo di riconoscere che a questo mondo ci si innamora! Che si deve appartenere a qualcuno perché questa è la sola maniera di poter essere felici! Tu ti consideri uno spirito libero, un essere selvaggio e temi che qualcuno voglia rinchiuderti in una gabbia! E sai che ti dico? Che la gabbia te la sei già costruita con le tue mani... ed è una gabbia dalla quale non uscirai, in qualunque parte del mondo tu cerchi di fuggire, perché non importa dove tu corra, finirai sempre per imbatterti in te stessa!
    ~ Colazione da Tiffany ~



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  13. gheagabry
     
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    L'attrice inglese Audrey Hepburn che possiamo vedere in uno stupendo primo piano , in una foto, virata in color seppia, scattata dal fotografo delle dive di Hollywood Sam Shaw nel Bois de Boulogne a Parigi nel 1957 durante la lavorazione del film "Love In The Afternoon" (il titolo in Italia fu "Arianna") con la regia di Billy Wilder, quando l'attrice aveva 28 anni. Questa volta il riconoscimento dell'albero sul quale Audrey Hepburn poggia il suo esile corpo è cosa più semplice, dalla corteccia screziata e a placche del suo tronco possiamo infatti affermare che si tratta di un Platano , molto probabilmente Platano ibrido ovvero Platanus x hyspanica o come sinonimo Platanus x acerifolia. La foto, inedita per più di cinquant'anni, è stata pubblicata ad Aprile dello scorso anno in Inghilterra all'interno di una mostra fotografica realizzata in occasione dell'ottantesimo anniversario della nascita dell'attrice.


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  14. gheagabry
     
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  15. gheagabry
     
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    Nel 1988, quasi sessantenne, scoprì che grazie alla celebrità conquistata avrebbe potuto contribuire a proteggere e aiutare i bambini dei paesi più poveri, e accettò con entusiasmo l’invito a diventare Ambasciatrice dell’Unicef. Così negli ultimi cinque anni, affiancata dal compagno Robert Wolders che ne condivideva gli ideali, dedicò tutte le sue energie a questa missione umanitaria. La sua opera intelligente e preziosa fu fermata soltanto dalla malattia, diagnosticata troppo tardi, quando ormai era incurabile. Nel 1994, dopo la sua scomparsa, i figli Sean e Luca, assieme a Wolders, hanno creato l’ “Audrey Hepburn Children’s Fund”; uno dei programmi, All Children in School, mira a garantire un’educazione di base e di qualità a centoventi milioni di bambini nel mondo.
    Audrey fu una stella ignara del proprio splendore, tanto che attribuiva il merito di ogni successo al sostegno delle persone che la circondavano. Secondo la testimonianza di Gregory Peck, non conosceva meschinità o cattiveria, emergendo al di sopra di tutti in un ambiente in cui tradimento, avidità e pettegolezzi erano di casa. Barry Paris, uno dei suoi migliori biografi, scrisse: “Sotto quella superficie gentile e umana c’erano altri strati di gentilezza e umanità, fino in fondo”. Non si poteva non volerle bene.




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26 replies since 23/9/2010, 13:24   5966 views
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