Liguria ... Parte 1^

LA COSTA LIGURE ..SARZANA..LE CINQUE TERRE..LA VIA DELL’AMORE..

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    BUONGIORNO ISOLA FELICE ... BUON RISVEGLIO A TUTTI


    "...Lunedì...inizia una nuova settimana di viaggio...il fine settimana ci ha regalato episodi che non posso non commentare...mi ero ripromesso di non parlare più di Ferdi e Francesca e lasciar loro risolvere il loro rapporto interpersonale...oggi farò la mia ultima eccezione...lo farò col mio stile ...

    ... Una lacrima scende dalla guancia, cade nel vuoto e prima di cadere a terra si trasforma in cristallo...schegge impazzite riempiono lo spazio tutt’intorno e lacerano sogni e parole sospese nel vento ... davanti ad uno specchio una coppia di ragazzi si specchia...vento freddo, buio improvviso...il ragazzo scruta lo specchio davanti a lui, si ritrova solo, cerca affannato l’altra immagine che era al suo fianco...risa lontane, graffi sull’anima...parole dure come pugni...un puzzle cade in terra, tesserine sparse che non si ricomporranno mai più...il ragazzo volta le spalle allo specchio, si incammina scrollando le spalle verso il futuro, sofferenza profonda...ma dignità intatta...risate lontane cancellano ricordi, annientano certezze ... un sorriso sulle sue labbra, improvviso...inesorabile...lui sa chi è e chi vuole essere...quel passato non gli appartiene più ...

    Riprendiamo il nostro viaggio... oggi voleremo verso sud ovest; lasceremo l’Emilia Romagna e ci dirigeremo verso il mare...Verso la Liguria...Buon risveglio amici mei...

    (Claudio)



    LA COSTA LIGURE ..SARZANA..LE CINQUE TERRE..LA VIA DELL’AMORE..



    "Riviere,bastano pochi stocchi d'erbaspada..penduli da un ciglione sul delirio del mare ..o due camelie pallide nei giardini deserti, e un eucalipto biondo che si tuffi tra sfrusci e pazzi voli nella luce [...]" di Eugenio Montale

    “…la costa ligure, lunga ben 300 km, caratterizzata da calette nascoste, promontori frastagliati, insenature delle scogliere, spiagge sassose, distese di sabbia, golfi e soprattutto un mare limpido e pulito…….le tipiche cittadine e gli accoglienti borghi.”

    “Immerso nel verde del Parco Regionale di Montemarcello, Sarzana è un borgo affacciato sulla Val di Magra ai confini con la regione Toscana: da una lato è circondato dai rilievi appenninici, dall’altro guarda verso il mare, sospeso in una terra di mezzo carica di fascino…..la Cittadella, arricchita dalla Fortezza di Sarzana, il cuore antico e prestigioso della città, racchiuso da mura e torrioni imponenti che continuano a conservare nel tempo l’immagine di un borgo medievale, che un tempo dominava prestigiose vie di comunicazione tra Liguria, la Toscana e l’Emilia-Romagna; conteso e dominato da più signori e famiglie, nel corso della sua storia ognuno ha lasciato un segno indelebile sulla città…Appena fuori dalla città, un po’ più in alto, tra le colline di uliveti, il magnifico complesso di Sarzanello domina la valle sottostante, dove un tempo sorgeva l’antico centro di Luni: proprio i suoi abitanti, per sfuggire alla decadenza della cittadina si rifugiarono sulle colline circostanti, dove fondarono il “Castrum Sarzanae, intorno al quale durante il I secolo fu costruita la cinta muraria e il castello di Sarzanello…Ad uno sguardo in lontananza, con le enormi torri merlate, il lungo ponte in pietra che lo collega alla terraferma – un tempo ponte elevatoio - imponente e solitario in mezzo al verde, la struttura ricorda un castello delle fiabe”

    “Riomaggiore, la prima delle Cinque Terre partendo da La Spezia, deriva il suo nome dal Rivus Major, un torrente il cui tratto terminale coincide con la strada principale del paese fiancheggiata da strette casette che danno il caratteristico fascino all'abitato, raffigurato addirittura nei dipinti di Telemaco Signorini…il mare blu cielo “

    “Il borgo di Corniglia, la terza delle Cinque Terre, si differenzia dalle altre poiché è l'unica non direttamente affacciata sul mate ma situata sulla cima di un promontorio fatto di vigneti …..Il paese è collegato al mare e alla stazione ferroviaria da una scalinata di 365 gradini…la piazzetta chiamata “fosso” dalla quale è riconoscibile la Torre, una delle pochissime rovine rimaste dalle fortificazioni genovesi risalenti al 1556. Se salite in cima al torrione vi godrete una vista fenomenale sul mare e sulla costa in direzione Menarola.”

    “Immaginate di fare colazione guardando i pescatori che tornano al porto, la luce fioca del mattino con quella foschia bassa che sapete si dissolverà lasciando spazio ad una giornata assolata.. i riflessi di giallo pallido del Sole del primo mattino, che si infrangono sul mare …il profumo del mare ..Gli alberi delle barche dondolano una vicino all'altra…Le case dietro di voi a picco sulla strada allineate una dopo l'altra, di vivaci colori pastello, arrampicate sulla scogliera a ridosso del mare….Scorci di costiera, piccole baie incantate, insenature dalla prorompente vegetazione mediterranea là dove il sole crea mille riflessi di luce sull'acqua che bagnano località incantevoli nello scenario incantato della liguria di levante, alle porte delle Cinque dove, nella parte più occidentale del golfo di La Spezia si trova Portovenere, luogo celebrato da poeti e pittori per la sua bellezza così evocativa e naturale circondata da una natura dai mille colori…..delizioso borgo che prende il nome da un tempio eretto in onore di Venere Ericina, in epoca romana, costruito sull'attuale promontorio di San Pietro. “

    “Isola Palmaria è separata dall'antico borgo medievale di Portovenere da uno stretto braccio di mare…. stupende passeggiate tra una rigogliosa macchia mediterranea e scogliere a picco sul mare….dove il profumo salmastro del mare si sposa con il profumo delle piante spontanee come salvia, corbezzolo, mirto, ginestre e acacie.... la Grotta Azzurra, nella quale si può accedere solo con barca a remi.”

    “La romantica Via dell'Amore è uno dei percorsi più spettacolari e famosi delle Cinque Terre…. inizia a Riomaggiore e finisce a Manarola lungo 4 km panoramici davvero meravigliosi fra mare blu e rocce a picco sul mare……Tutto iniziò agli inizi del 900 durante i lavori di ammodernamento della linea ferroviaria Genova-La Spezia quando si rese necessaria la creazione della galleria fra Riomaggiore e Manarola….Questa galleria poteva essere realizzata soltanto facendo uso delle mine e ciò rendeva necessaria la creazione di una polveriera lontana dai centri abitati, così furono scavati due sentieri a picco sul mare, uno da Manarola ed uno da Riomaggiore, per raggiungere un luogo sicuro ed inaccessibile….Quando i lavori finirono e la polveriera venne smantellata gli abitanti dei due borghi capirono che i due sentieri offrivano loro un'occasione da non perdere per unire con un bel percorso Riomaggiore e Manarola.”

    “Vernazza, il caleidoscopio delle Cinque Terre…Una virgola di terra su cui è stato messo ad asciugare una pezza di Arlecchino. Tra il verde di collina e l’azzurro mar Ligure a incunearsi nel porticciolo, come un abbraccio….Mediterraneo, quanto sai essere meraviglioso! …Tipico di una creuza de ma, la mulattiera di mare cantata da Fabrizio De Andrè nel suo famoso disco interamente in dialetto genovese. E quelle parole, quei suoni le ritrovo qui, barattate pari pari in sensazioni reali. Mi piacerebbe avere i suoi occhi, per rivivere proprio quelle sensazioni, ma anche le mie bastano e avanzano….Ah, Vernazza! Solo pronunciarlo ti riempie la bocca, mette allegria!... tutto è colorato: le casupole di pescatori, gli ombrelloni e le tovaglie dei ristoranti, i costumi dei turisti, le barche che oscillano poco al largo…..scivolare tra vicoli strettissimi, ad annusare l’aria, i bar ed i negozi che giocano a nascondersi dietro ogni cantone…. Un posto di mare non ti fa mai sentire solo!”

    “Meriggiare pallido e assorto..Presso un rovente muro d’orto,ascoltare tra i pruni e gli sterpi schiocchi di merli, frusci di serpi…” E. Montale…“I muri d’orti” cantati dal poeta sono quelli di Monterosso al Mare: uno dei paesi delle Cinque terre…. in provincia di La Spezia, nel tratto di costa ligure più ripido….Qui Montale trascorreva le sue vacanze di ragazzo nella villa liberty di famiglia, che lui chiamava la Pagoda giallognola o villa delle due palme. Una casa che esiste ancora …..a Monterosso è nato un Parco letterario dedicato al poeta…Tra il mare, gli scogli e orti terrazzati (i cosiddetti cian) Montale scrisse alcune delle sue poesie tra cui I Limoni, La casa dei doganieri, Punta del Mesco….Questo paesaggio, con le case aggrappate alla roccia, è stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco nel 1997…Monterosso è la prima terra che si trova a Levante, fra la punta di Mesco e l’isola del Tinetto. Qui si può arrivare in treno e, sempre in treno, si possono visitare tutti borghi delle Cinque Terre…… il Sentiero Azzurro….una gita a piedi dai ritmi lenti sul mare a strapiombo, in cui i paesi appaiono all’improvviso tra muri a secco, vigne ordinate come alveari e orti quasi sospesi sul vuoto. Da Monterosso a Riomaggiore è tutto un susseguirsi di salite, gradinate e discese.”
    “Nelle cantine dei carruggi si può bere un bicchiere di Sciacchetrà, vino tipico di questa zona di cui è diventato il simbolo, citato anche da Petrarca e Dante. È un vino passito, raro, che si ottiene da uve Bosco, Vermentino e Albarola. I grappoli sono raccolti un po’ prima della completa maturazione e fatti appassire al sole…..Parte dell’antico sistema difensivo di Monterosso, contro le frequenti incursioni saracene, ha resistito al tempo e alla salsedine: le mura della cittadella, per esempio, i resti del castello e la maestosa Torre Aurora sul promontorio del Colle di san Cristoforo.”

    “Camogli ha origini antiche, fin dalla preistoria…La successiva testimonianza storica è certificata da un documento di età medievale, tra il 1018 ed il 1045, nel quale compare il nome di Camogli come Villa Camuli….da Camulio, un dio etrusco della guerra o da Camolio, divinità solare Gallo-Celtica…Il primo nucleo del borgo risale all’età medievale e si sviluppa nella zona detta “Isola”, dove viene edificato Castel Dragone, rifugio degli abitanti durante le incursioni piratesche provenienti dal mare…..Dopo essersi dedicati principalmente all’attività della pesca, i camogliesi divengono, a partire dal XVII° secolo, esperti armatori; costruiscono velieri sempre più grandi coi quali solcano mari ed oceani per commerciare in ogni parte del mondo. Basti pensare che a Camogli nasce la prima Società di Mutua Assicurazione Marittima e che la città si fregia del titolo di “Città dei mille bianchi velieri”.”








    Oggi andremo a caccia di emozioni in uno dei posti più e incantati d'Italia,buon viaggio sulla nostra mongolfiera postatandovi alcune foto delle Cinque Terre











    La via dell'amore



    di sera


    di giorno



    Cinque Terre

    Paesaggio roccioso e austero, asilo di pescatori e di contadini viventi a frusto a frusto su un lembo di spiaggia che in certi tratti va sempre più assottigliandosi, nuda e solenne cornice di una delle più primitive d'Italia.

    Monterosso, Vernazza, Corniglia, nidi di falchi e di gabbiani, Manarola e Riomaggiore sono, procedendo da ponente a levante, i nomi di pochi paesi o frazioni di paesi così asserragliati fra le rupi e il mare.
    (Eugenio Montale, "Fuori di casa")



    Le Cinque Terre (in ligure Çinque Taere) sono un frastagliato tratto di costa della riviera ligure di levante situato nel territorio della Provincia della Spezia tra Punta Mesco e Punta di Montenero, nel quale si trovano cinque borghi o, come si diceva anticamente, terre, ossia Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore.

    Le Cinque Terre, grazie alle caratteristiche geografiche ed antropomorfiche del territorio dove sorgono, costituiscono una delle principali attrattive turistiche della Riviera spezzina e in generale della Liguria. Infatti il contesto orografico è molto particolare, ossia un territorio collinare naturalmente aspro ed accidentato, addolcito dalla costruzione di terrazzamenti o fasce per la coltura, che cala verso il mare con forti pendenze.

    L'opera dell'uomo, nei secoli, ha modellato il territorio senza alterarne i delicati equilibri ecologici, ma esaltandone la bellezza, come la necessità di terrazzare i declivi, dovuta alla particolare tecnica agricola tesa a sfruttare per quanto possibile i terreni posti in forte pendenza che degrada verso il mare, facendone così uno dei più caratteristici e affascinanti paesaggi della Liguria.


    Vernazza

    Nel 1997, su istanza della provincia della Spezia, le Cinque Terre, insieme a Porto Venere ed alle isole Palmaria, Tino e Tinetto, sono state inserite tra i Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.

    Nel 1998 il Ministero dell'Ambiente istituisce l'Area naturale marina protetta Cinque Terre[1] per la protezione ambientale, la tutela e la valorizzazione delle risorse biologiche, per la divulgazione e promozione di uno sviluppo socio-economico compatibile con la rilevanza naturalistico-paesaggistica dell'area.

    Nel 1999 è stato istituito il Parco Nazionale delle Cinque Terre per la conservazione degli equilibri ecologici, la tutela del paesaggio, la salvaguardia dei valori antropologici del luogo.

    Le Cinque Terre fanno parte della Comunità Montana della Riviera Spezzina.

    Monterosso

    Monterosso è la più occidentale e la più popolosa delle Cinque Terre. La sua posizione geografica ne fa il borgo più strategico dei cinque, infatti Monterosso sorge ai piedi del crinale su cui convergono le tre direzioni stradali principali del comprensorio: la S.P. 36 dalla Val di Vara (che collega con l'Aurelia), la statale Litoranea e la S.P. 43 (da Levanto alla Litoranea).



    Monterosso è ubicato al centro di un piccolo golfo naturale, protetto da una modesta scogliera artificiale. Ad ovest del paese, al di là del Colle dei Cappuccini, si trova l'abitato di Fegina, naturale espansione turistica e balneare del piccolo borgo originario, dove è ubicata la stazione ferroviaria e si trovano spiagge di ghiaia sottile. Rispetto agli altri borghi marinari che costituiscono le Cinque Terre, a Monterosso si trovano le spiagge relativamente più estese, in virtù dell'ampiezza del golfo su cui si affaccia il paese.

    Vernazza

    Procedendo da ovest verso est, dopo Monterosso al Mare si trova Vernazza. Il borgo sorge su un piccolo promontorio che si incunea nel mare, raggiungibile con una strada che scende dalla S.S. "Litoranea".

    Si ritiene che il nome derivi dall'aggettivo latino "verna"[4], ossia "del luogo", "indigeno", ma è plausibile anche che possa essere legato al più celebre prodotto locale: il vino denominato "Vernaccia". Secondo altri la derivazione sarebbe da attribuire al prediale latino (Gens) Vulnetia[5], che designerebbe una famiglia proprietaria di fondi.



    Il suo porticciolo garantisce un sicuro approdo, sin dai tempi delle Repubbliche marinare, in un'insenatura naturale che permette l'attracco di mezzi natanti e rende ancora più caratteristico e suggestivo quello che è considerato uno dei borghi più belli d'Italia

    Corniglia

    Corniglia è in posizione centrale rispetto agli altri abitati delle Cinque Terre, situata ad est del capoluogo comunale di Vernazza e di Monterosso, e ad ovest di Manarola e Riomaggiore.

    Si differenzia dagli altri paesi delle Cinque Terre in quanto è l'unico borgo che non si affaccia direttamente sul mare, ma si trova sulla cima di un promontorio alto circa cento metri, circondato da vigneti posti su caratteristici terrazzamenti a fasce tranne sul lato che guarda verso il mare.



    Per raggiungere Corniglia è necessario salire una lunga scalinata detta Lardarina, costituita da 33 rampe con 377 gradini oppure percorrere la strada che la collega alla stazione ferroviaria. Inoltre Corniglia è unita a Vernazza da una suggestiva passeggiata posta a mezza costa fra la vetta e il mare.

    Manarola

    Manarola (Manaèa in Lingua ligure) nasce dallo spostamento di popolazioni che dalla Val di Vara si mossero verso il mare per sfruttarne le risorse. Il suo nome deriva, forse, dal latino Manium arula, che significa "piccolo tempio dedicato ai Mani.
    Posto su un promontorio in alto rispetto al mare, il paese si sviluppa nella gola, chiusa tra due speroni rocciosi, che scende verso il mare ospitando un piccolo approdo. Ad ovest di Manarola troviamo altri tre borghi delle Cinque Terre, ossia Monterosso, Corniglia e Vernazza, mentre a est si trova solamente Riomaggiore. Fra i cinque borghi è il più piccolo dopo Corniglia.



    Il borgo sorge nel tratto terminale della valle del torrente Groppo. Le abitazioni si affacciano una ridosso all'altra sulla via principale, sorta in seguito alla copertura del corso d'acqua e chiamata perciò dagli abitanti U Canâ


    Riomaggiore

    Riomaggiore, (Rimasùu /rima'zu:/ nel dialetto locale della lingua ligure), è la più orientale delle Cinque Terre. Il centro storico, il cui nucleo originario risale al XIII secolo, è situato nella valle del torrente Rio Maggiore, l'antico Rivus Major dal quale il borgo prende il nome.

    L'abitato è composto da diversi ordini paralleli di case torri genovesi che seguono il ripido corso del torrente. Il nuovo quartiere della Stazione, così chiamato in quanto sviluppatosi a partire dalla seconda metà del XIX secolo in seguito all'arrivo della ferrovia, è situato invece nell'adiacente valle del torrente Rio Finale (Rufinàu), così denominato in quanto segnava un tempo il confine tra le terre di Riomaggiore e quelle di Manarola



    Le due vallate su cui si estende l'abitato sono separate dalla ripida costa di Campiòne (Canpiòn). La valle del Rio Maggiore è sormontata dal Monte Verugola (Verügua), le cui tre cime, raffigurate nello stemma comunale, rappresentano da sempre il simbolo del borgo.





    Parco naturale regionale di Montemarcello-Magra

    si trova in Liguria, nella Provincia della Spezia, e comprende il promontorio di Montemarcello, il basso corso del fiume Magra e il basso e medio corso del fiume Vara, suo principale affluente. Istituito nel 1995, il parco comprende un'area vasta di 2.726,00 ettari d'estensione,distribuita nei territori amministrativi di 22 comuni. Il 15 gennaio 2007 il presidente dell'ente, alter Baruzzo,in rappresentanza dei 22 Comuni, delle 2 Comunità Montane e del Parco, ha ricevuto l'attestato di certificazione ambientale di Distretto Amministrativo. Tutti gli Enti che generano impatti diretti e indiretti sull’asta dei fiumi Magra e Vara hanno infatti ottenuto la certificazione ambientale UNI ISO 14001 o la registrazione EMAS condividendo politiche ambientali integrate.




    Dalla cima del promontorio del Caprione, immerso nella vegetazione mediterranea, lascia senza fiato il panorama del golfo di La Spezia a ovest, e della fertile piana del fiume Magra, a est. Apprezzata dai Romani, che vi fondarono l'insediamento di Luni, l'area fluviale alterna coltivazioni e zone umide, ove nidificano uccelli acquatici, a settori assai compromessi. Il parco, nato dalla fusione del precedente parco fluviale e dell'area protetta di Montemarcello, rappresenta quindi un esperimento di riqualificazione di zone degradate. Il tratto fluviale più integro del parco è costituito dal Vara, affluente del Magra. Nella valle dominano nuclei storici e castelli, nonchè antichi mulini ad acqua.









    Alcuni scatti dei paesi dell Cinque Terre con la premessa che le foto sono talmente tante e belle che è stato difficile fere una cernita, comunque ho estrapolato quelleche mi hanno colpito

    Monterosso








    Vernazza






    Corniglia








    Fortezza di Sarzanello

    è una fortificazione militare che sorge sulla collina di Sarzanello, nei pressi di Sarzana, in provincia della Spezia, e domina, dall'alto, la Val di Magra. La sua natura e la sua posizione ne fanno uno dei simboli della città di Sarzana. Il colle nel quale sorge la fortezza di Sarzanello già alla fine del X secolo è occupato da un insediamento fortificato, punto strategico per il controllo della città di Sarzana e della pianura del fiume Magra. Tra la fine del X secolo e il XIII secolo l'insediamento abitativo si sviluppa attorno alla collina. Nel 1493 vennero intrapresi i lavori di rifacimento della fortezza su progetto di Arancione, e mantenne la funzione bellica sino all’ultima guerra.
    La fortezza, unica nel suo genere, è caratterizzata da una forma romboidale, costituita da due triangoli equilateri della cinta muraria, munita di torri circolari. La purezza della geometria planimetrica rendono questo edificio un esempio straordinario di architettura militare rinascimentale, ben assimilabile alle teorie di Franceso di Giorgio e dei più grandi dell'epoca. La fortificazione è circondata da un fossato protetto da una scarpata in terra, lungo la cui sommità si trova il cammino di ronda protetto da una cortina muraria intervallato da piazzole per il posizionamento dell'artiglieria.






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    CORNIGLIA..

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    RIO..MAGGIORE

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    imageVERNAZZA

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    ..VERNAZZA...

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    MONTEROSSO...

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    MONTEROSSO...

    (IMG:www.cinqueterreresidence.it/cinque_...rosso_aerea.jpg)
    MONTEROSSO...
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    MONTEROSSO..SPIAGGIA...

    L’isola Palmaria

    si trova nel Mar Ligure, all’estremità occidentale del Golfo della Spezia; con la sua area di 6,5 km quadrati è di fatto la più grande isola dell'Arcipelago Spezzino e di tutte le cinque isole liguri. Posta di fronte al borgo di Porto Venere, da cui è separata da uno stretto braccio di mare detto Le bocche, è parte di un arcipelago costituito anche dalle isole del Tino e del Tinetto. Il suo territorio fa parte del comune di Porto Venere. Dal 1997 l'isola Palmaria, insieme alle altre isole Tino e del Tinetto, Porto Venere e le Cinque Terre è stata inserita tra i Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.



    L’isola Palmaria con la sua superficie di 6,5 km², è la più grande delle tre isole del Golfo della Spezia e dell'intero territorio ligure; le altre due isole, Tino e Tinetto, si incontrano scendendo di pochissime centinaia di metri in linea retta verso Sud. L’isola ha una forma triangolare: i lati che si affacciano verso Porto Venere e il Golfo della Spezia sono quelli più antropizzati e degradano dolcemente sino al livello del mare, ricoperti dalla tipica vegetazione mediterranea; il lato che guarda verso Ovest, ossia verso il mare aperto, è caratterizzato invece da alte falesie a picco sull’acqua, nelle quali si aprono molteplici grotte. I lati più antropizzati vedono la presenza di alcune abitazioni private, di una trattoria (in località Pozzale) e soprattutto di stabilimenti balneari, sia pubblici sia riservati ai dipendenti di Marina Militare e Aeronautica Militare. Per quanto riguarda il lato occidentale, ovvero quello più difficilmente accessibile, sono degne di nota la Grotta Azzurra, visitabile in barca, e la Grotta dei Colombi, che si può raggiungere solo calandosi con delle corde. Quest’ultima in particolare si è rivelata molto importante nello studio delle vicende storiche del Golfo, in quanto al suo interno sono state ritrovate ossa fossili di animali pleistocenici, quali il camoscio e il gufo delle nevi, ma soprattutto resti di sepolture umane, che attestano la presenza dell'uomo ad almeno cinquemila anni fa. Sull'isola sono presenti inoltre molte costruzioni di carattere storico: sulla sommità, inaccessibili in quanto territorio militare, il Forte Umberto I e il Forte Cavour; presso punta Scuola, un carcere dell'inizio del Novecento da pochi anni parzialmente ristrutturato e convertito a museo; sparsi nell'intero territorio dell'isola, svariati bunker risalenti alla Seconda Guerra Mondiale e resti di postazioni d'artiglieria costiera e contraerea per lo più inaccessibili in quanto abbandonati e sommersi dalla vegetazione. Vicino al forte Umberto I è presente un Semaforo. Degna di nota, infine, è la presenza (nella parte meridionale dell’isola, denominata Pozzale) di una cava abbandonata, utilizzata un tempo per l’estrazione del pregiato marmo nero con striature dorate detto portoro. Sono ancora presenti i resti delle gru e dei paranchi utilizzati per la movimentazione dei blocchi di marmo, nonché i muri delle abitazioni dei minatori. Il 22 maggio 2009 è stato abbattuto con 672 candelotti di esplosivo gelatinato (per un totale di circa 50 chili), l'ecomostro che da anni rendeva brutta la vista della costa dell'isola da porto Venere. Il cosidetto "Scheletrone" era stato costruito nel 1968 con regolare concessione edilizia. A Luglio 2009 è stata presentata una variante al Piano Regolatore e un progetto di riqualificazione e valorizzazione turistica dell'isola. Intorno al 2011, dovrebbero essere dismesse le aree militari della Palmaria, ed è prevista la costruzione di una passeggiata a mare davanti a Portovenere, attrezzata con palme e panchine, un significativo aumento delle volumetrie per l'ampliamento dello stabilimento balneare e, al centro dell'isola, la creazione di agriturismi con coltivazioni di ulivo e vite, che beneficiano dei contributi regionali e dell'Unione Europea. Il progetto di cementificazione, inizialmente osteggiato dalle associazioni ambientaliste, ha incontrato il favore di Comune, Provincia, Regione ed Ente Parco.






    Porto Venere

    (Portivène in ligure) è un comune italiano di 3.952 abitanti della provincia della Spezia in Liguria.

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    Il paese sorge all’estremità meridionale di una penisola, la quale, staccandosi dalla frastagliata linea di costa della riviera ligure di levante, va a formare la sponda occidentale del Golfo della Spezia. Alla fine di questa penisola si trovano tre piccole isole: la Palmaria, il Tino e il Tinetto; solo l'isola Palmaria, che sorge proprio di fronte al borgo di Porto Venere al di là di uno stretto braccio di mare, è in piccola parte abitata. Alla città è stata conferita nel 2006 la Bandiera Blu per la qualità dei servizi del porto turistico (Marina di Porto Venere). E' alle fasi di avvio un progetto per l'installazione di un sistema di depuratori, ancora assente, in località Calata Paita, nei pressi della Chiesa di S. Pietro e la Grotta Byron, dove si trova lo scarico in profondità della rete fognaria locale. Nella vicina località di Panigaglia, si trovano una centrale a turbogas e il più grande rigassificatore italiano. Per entrambi gli impianti è in discussione l'ampliamento.







    LERICI - CASTELLO



    LERICI - DAL CASTELLO




    LERICI - TELLARO




    PORTOVENERE - NOTTE



    PORTOVENERE - GIORNO



    Qualcuno vuole un pezzo di focaccia genovese??




    LUNGOMARE DI LA SPEZIA



    Portofino



    Buonissima pure la farinata



    Il poeta scapigliato Lorenzo Stecchetti, meglio conosciuto come Olindo Guerrini (1845-1916), seduto una sera nel genovese quartiere di Ponticello (Piazza Dante) a un tavolino di marmo dell’osteria Bedin, famosa per la sua ottima farinata, compose direttamente sul marmo del tavolo un sonetto intitolato Farinata senza Uberti, che venne poi trascritto su un pezzo di spessa carta bigia e porosa: la carta in cui si serve la farinata, appunto.

    Dante mal festi quando, nei tuoi versi,
    parlando d’Ugolin preso alla magra
    chiamasti quei di Genova “diversi
    d’ogni costume e pien d’ogni magagna”.
    Ora davvero essi son pel mondo spersi,
    dall’uno all’altro polo, in Francia e in Spagna,
    in America, in Cina, fra perversi
    selvaggi e fra civili, e niun si lagna.
    Dell’ingiusto giudizio or la più fina
    vendetta sui tuoi canti hanno inventata
    e te la fanno sotto gli occhi aperti.
    Tu celebrasti il grande degli Uberti
    ed essi, in Ponticel, dalla Bedina,
    celebrano ogni dì la Farinata.

    CARTOLINA DI VERNAZZA.... DI NOTTE[/size][/color]





    ....siamo in Liguria.........
    ....abbiamo pensato che sarebbe stato bello noleggiare il veliero ...
    ........e come non pensare all'Amerigo Vespucci.........






    Un veliero.... in porto.





    ...posso farvi vedere poche foto dell'interno.....





     
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  2. tomiva57
     
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    RIOMAGGIORE



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    Riomaggiore

    Riomaggiore è la più orientale delle Cinque Terre, primo borgo che si incontra arrivando da La Spezia, situato nella stretta valle del torrente Rivus Maior, ora coperto. Strutturato a gradoni come i borghi situati in valli torrentizie il paese risale secondo la tradizione all'VIII secolo, fondato da un gruppo di profughi greci in fuga dalla persecuzione iconoclasta di Leone III l'Isaurico.
    Le abitazioni, tinteggiate con i tipici colori liguri, seguono lo schema delle case-torri, sviluppate in altezza su tre o quattro piani, legate le une alle altre in schiere parallele. L'accesso alle case è possibile oltre che dall'ingresso principale, dal retro all'altezza dei piani superiori.
    Nella parte alta si trova la chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, costruita nel 1340 per ordine del vescovo di Luni. L'oratorio dei Disciplinati è del XVI secolo, mentre dalla parte opposta in posizione elevata vi sono i resti del castello del XV-XVI secolo.
    A Riomaggiore ha inizio la Via dell’Amore, fino a Manarola, una strada pedonale molto suggestiva, dove si ammirano splendidi paesaggi, tra il rumore delle onde che si infrangono sugli scogli e l’aria salmastra.






    IL PATRIMONIO ARTISTICO DELLE CINQUE TERRE




    Le Cinque Terre non sono solo natura, sole e spiagge. I cinque borghi marinari racchiudono piacevoli sorprese nella loro tipica architettura in cui si evidenzia la storia di queste terre. I santuari mariani innanzitutto, collegati tra loro da sentieri e raggiungibili anche in macchina, i resti dei castelli e delle fortificazioni murate eretti per contrastare la minaccia saracena e le chiese nel tipico stile gotico-ligure che le contraddistingue.


    IL CASTELLO DI RIOMAGGIORE



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    Il castello di Riomaggiore

    Il castello di Riomaggiore, cosiddetto "Castellazzo di Cerricò", si trova sull’omonimo colle, una fortificazione risalente al XIII secolo. Edificato nel 1260 dai marchesi Turcotti, signori di Ripalta, fu completato dai Genovesi nel XV-XVI dopo il dominio di Nicolò Fieschi. Fu costruito su base quadrilatera con i lati maggiori leggermente convergenti verso il mare. La cinta muraria presenta due grosse e tozze torri circolari. Agli inizi del1800 la parte interna fu riempita di terra e il castello fu destinato a cimitero.Rrecentemente ristrutturato, rimangono le cortine murarie e due torri rotonde. Oggi un centro di accoglienza dove si organizzano attività didattiche e culturali.
    Il castello è raggiungibile dal paese, risalendo la via dal sagrato della Chiesa di San Giovanni Battista, oppure dalla stazione ferroviaria o anche scendendo i gradini che lo separano da piazzale Kennedy.


    LA CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA DI RIOMAGGIORE



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    La chiesa di San Giovanni Battista

    La Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista si trova nella parte alta del paese. Costruita nel 1340 da Antonio Fieschi vescovo di Luni, come segnalato nell'iscrizione sulla lapide in facciata, è opera degli Antelami. All’impianto originale appartengono le monofore e le due porte gotiche aperte sul fianco destro, decorate con elementi zoomorfi e antropomorfi. Nel 1870 la chiesa subì un’importante ristrutturazione, venne allungata e la facciata fu rifatta in stile neogotico, ricollocandovi il rosone originario.
    L’interno ha pianta basilicale a tre navate, separate da eleganti archi ogivali. Contiene un crocifisso ligneo del Maragliano, la “Predicazione del Battista” attribuita a Domenico Fiasella e un trittico nella navata destra attribuito all’Antelami. Il pulpito del 1530 con bassorilievo raffigurante San Martino è di pregevole fattura


    L'ORATORIO DEI DISCIPLINATI DI RIOMAGGIORE



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    Riomaggiore

    Il cinquecentesco oratorio dei Disciplinanti detto anche “chiesa della Confraternita dell’Assunta” si trova nel rione “La Compagnia” e conserva all’interno un trittico a tempera raffigurante una "Madonna col Bambino fra i Santi Giovanni e Domenico" della seconda metà del XV secolo e una statua lignea detta “Madonna delle catene” che ricorda il periodo buoi degli uomini del luogo razziati e incatenati durante le incursioni barbaresche. Sulla facciata è murata una lapide in marmo recante la data 1476, a testimonianza delle indulgenze concesse dal Papa Gregorio XIII alla Confraternita.


    L'ORATORIO DI SAN ROCCO DI RIOMAGGIORE




    L’oratorio di San Rocco venne edificato a fianco del castello, edificato nel 1480 in seguito alla peste, i cui segni sono mostrati dal santo scolpito nell’architrave. Al suo interno si trova un trittico raffigurante la Vergine con il Bambino e i Santi.


    IL SANTUARIO DI NOSTRA SIGNORA DI MONTENERO




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    Il santuario di Montenero

    Secondo la tradizione, un primitivo edificio religioso risalente all’VIlI secolo sarebbe stato il progenitore dell’attuale santuario, ma le prime notizie documentate sono del 1335. Il santuario passò per diverse ristrutturazioni, che nel 1740 e nel 1847 lo trasformarono profondamente. Oggi si presenta con una pianta a tre navate con un affresco del XVIII secolo del pittore Battaglia da Castelnuovo Magra.
    La tradizione vuole che la prima icona venerata nel santuario fosse bizantina, come per il santuario di Nostra Signora di Soviore. Sotterrata per salvarla dai Longobardi di Rotari, fu poi ritrovata più tardi nel luogo in cui, vicino a una sorgente scaturita all’improvviso, venne costruito l’edificio sacro. L’attuale immagine dell’Assunzione viene portata in solenne processione il lunedì di Pentecoste.


    IL PATRIMONIO ARTISTICO DI MANAROLA



    LA CHIESA DELLA NATIVITÀ DI MARIA VERGINE O DI SAN LORENZO



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    La chiesa di San Lorenzo

    La chiesa parrocchiale della Natività di Maria Vergine viene comunemente indicata come chiesa di San Lorenzo, patrono del paese, festeggiato ogni 10 agosto. L’edificio risale al 1338, come indica la lapide posta nella parte destra della facciata, ed è opera in stile gotico ligure dei Maestri Antelami.
    La facciata presenta un portale con arco ogivale e una lunetta con bassorilievo raffigurante il martirio di San Lorenzo. Il rosone è decorato da dodici colonnine con capitelli fogliati e da una corona esterna adornata con teste umane e leonine. L’opera è attribuita agli autori del rosone di San Pietro a Corniglia. Il campanile trecentesco, a pianta quadrata, separato dalla chiesa, venne ricavato da un’antica torre di avvistamento e fu quindi soprelevato e cuspidato.
    L’interno a piata basilicale a tre navate è barocco con volta a botte. Sull’altare maggiore troviamo un trittico del XIV secolo raffigurante la Madonna con Bambino e i Santi Lorenzo e Caterina e nella navata sinistra un trittico a fondo oro, appartenente alla Chiesetta di Volastra, che nello scomparto centrale, rappresenta San Lorenzo e, nei pannelli laterali, i Santi Domenico e Giovanni Battista. Entrambe le opere sono attribuite al “Maestro delle Cinque Terre”.
    Il santuario si trova in località Volastra, una borgata collinare di Manarola, disposta ad anfiteatro sopra un poggio. Le case sono in parte molto antiche e presentano alcuni portali rustici formati da blocchi di pietra. Il nome deriva dal latino Vicus oleaster, cioè paese degli ulivi.


    L’ORATORIO DEI DISCIPLINATI DI MANAROLA



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    L'oratorio dei Disciplinati

    Nella piazza della parrocchia di Manarola si trova il quattrocentesco oratorio dei Disciplinanti della SS. Annunziata o degli Azzurri. All’angolo con la strada principale si trova l’edificio del Lazzaretto, o antico ospedale di San Rocco.


    IL BASTIONE DI MANAROLA



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    Il bastione di Manarola

    Il castello di Manarola è oggi del tutto scomparso, se non per alcuni resti di un bastione, probabilmente risalenti a periodi antecedenti il XIII secolo. I ruderi sono inglobati nelle murature che sostengono le case affacciate sulla falesia verso il mare.


    IL SANTUARIO DI NOSTRA SIGNORA DELLA SALUTE



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    Manarola


    Il santuario di Nostra Signora è a una sola navata a pianta rettangolare. Di forme romaniche, ha facciata a conci squadrati e portale con arco ogivale in arenaria, sovrastato da una bifora gotica. Sui fianchi dell’edificio si trovano strette monofore. L’interno è coperto da una volta a botte.
    L’immagine venerata della Madonna venne incoronata nel 1891. La festa del santuario cade la prima domenica di agosto.
    Il santuario si trova in località Volastra, una borgata collinare di Manarola, disposta ad anfiteatro sopra un poggio. Le case sono in parte molto antiche e presentano alcuni portali rustici formati da blocchi di pietra. Il nome deriva dal latino Vicus oleaster, cioè paese degli ulivi.



    IL PATRIMONIO ARTISTICO DI CORNIGLIA




    LA CHIESA DI SAN PIETRO



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    La chiesa di San Pietro

    La chiesa parrocchiale di San Pietro si trova situata nella parte alta di Corniglia. L'attuale edificio cominciò a costruirsi nel 1334 inglobando nel fianco settentrionale la facciata di un edificio sacro più antico, antecedente all'anno mille. I Fieschi la vollero in stile gotico ligure, ma lo stile predominante è il barocco. La facciata trecentesca in pietra fonte locale è ornata da una cornice a denti di sega, sorretta da archetti e soprattutto da un prezioso rosone in marmo bianco di Carrara del 1351. L’interno a pianta basilicale a tre navate, è sorretto da una volta a botte barocca. Conserva un fonte battesimale del XII secolo ed un polittico sull'altare in fondo alla navata destra.


    IL SANTUARIO DI NOSTRA SIGNORA DELLE GRAZIE



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    Il santuario di Nostra Signora delle Grazie

    Il santuario di Nostra Signora delle Grazie è il risultato della ristrutturazione ottocentesca di una precedente cappella, forse di origine tardomedievale. L’icona venerata è una tela della Madonna con Bambino, originariamente raffigurata tra San Bernardo da Chiaravalle e San Bernardino da Siena. L’opera fu poi divisa e la tela con la Madonna, incoronata nel 1874, fu collocata sopra l’altare, mentre due ovali alle pareti ritraggono le immagini dei santi.
    La festa del santuario è celebrata l’8 settembre.


    L'ORATORIO DEI DISCIPLINATI DI SANTA CATERINA



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    L'oratorio dei Disciplinati

    L'oratorio dei Disciplinati di Santa Caterina sorge nel borgo su un lato della piazzetta di Largo Taragio. È di origine settecentesca e nella sua parte posteriore si apre una panoramica terrazza sul mare


    MANAROLA



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    Manarola ha origini molto antiche, fondato dagli abitanti dell'insediamento, forse romano, di Volastra. Il suo nome deriva dal latino "Manium arula", cioè tempietto dedicato ai Mani, ma le informazioni storiche finiscono qui per mancanza di fonti precise.
    Come gli altri paesi delle Cinque Terre, a Manarola è formata da case-torri arroccate su uno scosceso promontorio di roccia scura, con il porto racchiuso tra questo e lo sperone dove si trova il cimitero. Il borgo si struttura attorno al corso principale, ora coperto del torrente Groppo. Parallelamente si trova la via di Mezzo, che un tempo rivestiva grande importanza nel borgo prima della copertura del torrente, mentre a monte dell'abitato si trova la piazza in cui sono concentrati gli edifici religiosi, tra cui la chiesa di San Lorenzo in stile gotico, l’oratorio del Disciplinati e la torre campanaria.
    Curiosa è la piramide bianca in cemento che spunta tra le case, segnale trigonometrico per i naviganti.
    Si può godere la natura con piacevoli passeggiate rilassanti alla portata di tutti, soprattutto la Via dell'Amore, che unisce Manarola e Riomaggiore, una strada tagliata nella roccia a picco sul mare.





    VERNAZZA



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    Vernazza fu fondata intorno all’anno Mille. Il suo nome deriva dalla "Gens Vulnetia", antica famiglia romana alla quale appartenevano gli schiavi che, una volta liberati, fondarono il paese. Un tempo più prospera degli altri paese delle Cinque Terre, Vernazza ospita elementi architettonici di pregio, come logge, porticati, portali. Il borgo, nobile ed elegante, si sviluppa lungo il torrente Vernazzola, ora coperto, arroccandosi sulle pendici di uno sperone roccioso. Percorsa da ripide e strettissime viuzze che scendono verso la strada principale che finisce in una piazzetta situata di fronte al porticciolo, Vernazza è punteggiata da costruzioni difensive, case-torri, il Torrione e il castello dei Doria, símbolo dell’importanza economica avuta nell’antichità e protetta dai Genovesi contro i Saraceni e le invasioni barbariche.



    IL PATRIMONIO ARTISTICO DI VERNAZZA



    LA CHIESA DI SANTA MARGHERITA D’ANTIOCHIA



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    La chiesa di Santa Margherita d'Antiochia

    La chiesa parrocchiale di Santa Margherita d'Antiochia venne costruita nel 1318 in stile gotico-ligure dai Maestri Antelami su un preesistente edificio, del quale solo resta l’abside con decorazioni ad archetti pensili e lesene. Sorge su una roccia a picco sul mare protetta da una fila di scogli, sul lato dell'insenatura verso Monterosso. La torre nolare ottagonale, alta 40 metri è coronata da archetti e termina con una cupola di forma ogivale. Tra il 1500 ed il 1600 venne ampliata, prolungando di due campanate per navata l'aula e distruggendo la facciata medievale originaria. All’interno presenta una pianta basilicale a tre navate.
    Secondo una leggenda, nell’antichità venne trovata lungo la costa del paese una scatoletta di legno contenente le ossa di un dito della mano di Santa Margherita. La popolazione decise quindi di innalzare una chiesa in onore della Santa dove oggi sorge un quartiere chiamato l'isolotto. A causa di una forte mareggiata, la reliquia sparì e apparve tempo dopo nello stesso punto in cui venne trovata la prima volta. La gente decise allora di costruire la chiesa a picco sul mare dove si trova oggi.


    IL CASTELLO DEI DORIA DI VERNAZZA



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    Il castello di Vernazza

    Il Castello dei Doria di Vernazza, proteso sul mare verso il Mesco, oggi appare come un imponente bastione da cui s'innalza una torre cilindrica su un basamento quadrangolare, il Belforte. Vernazza risultava essere paese fortificato già nel 1080.


    IL TORRIONE DI VERNAZZA



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    Vernazza

    Sul versante opposto al castello esiste una suggestiva opera fortificata,"Il Torrione", di origini cinquecentesche, che si erge all'interno del giardino dei Padri Minori Riformati di San Francesco. Da qui partiva la cinta muraria che difendeva il monte di Vernazza.



    IL SANTUARIO DI NOSTRA SIGNORA DI REGGIO



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    Vernazza

    Le origini del santuario della Madonna di Reggio sono molto antiche. L’edificio dell’XI secolo fu costruito su una preesistente cripta associata a un cimitero. Le prime notizie scritte risalgono al 1248. Il santuario è a tre navate e nel XIV secolo venne trasformato in pianta a croce latina. Dell’originario impianto romanico resta la facciata.
    Vi si venera l’immagine di una Madonna Nera con Bambino, detta “l’Africana”. La festa del santuario è celebrata la prima domenica di agosto.


    Edited by tomiva57 - 22/9/2010, 19:26
     
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  3. tappi
     
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    GRAZIE
     
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  4. tomiva57
     
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    CORNIGLIA



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    Corniglia

    Le origini di Corniglia risalgono all'epoca romana, come dimostra il nome, da "Gens Cornelia", famiglia romana padrona del luogo. Corniglia si trova su un promontorio roccioso a picco sul mare, alto un centinaio di metro, dal quale si possono ammirare tutti gli altri quattro borghi delle Cinque Terre.
    Per arrivarci bisogna salire la caratteristica 'Lardarina', una lunga scalinata di mattoni formata da 33 rampe e 377 gradini oppure la strada carrozzabile che dalla ferrovia conduce al paese.
    Più legato al territorio che al mare, Corniglia ha vocazione agricola ed ha una tipologia urbana simile a quella dei centri rurali dell'entroterra, con case più basse, sopraelevate solo recentemente.
    Il borgo si sviluppa lungo via Fieschi, con le case affacciate sulla via da un lato e dall'altro guardando il mare. Rimangono i ruderi di una rocca risalente al 1556, su una rupe a strapiombo sul mare. La chiesa parrocchiale di San Pietro è una bellísima testimonianza gotico-ligure delle Cinque Terre, edificata nel 1334 sui resti di una cappella del XI secolo.



    MONTEROSSO AL MARE



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    Monterosso al Mare

    Monterosso al Mare è il paese più occidentale delle Cinque Terre. A ridosso di colline coltivate a vite ed olivo, Monterosso ha stupende spiagge, scogliere a picco e acque cristalline.
    La torre Aurora, sopra il colle di San Cristoforo, separa il borgo antico medievale, sviluppatosi lungo le sponde del torrente Branco, ora coperto, da quello moderno e residenziale che si estende lungo la spiaggia. Monterosso Vecchio è dominata dalla mole dei resti del castello obertengo a strapiombo sul mare, le tipiche case-torri attraversate da stretti carruggi. Nella chiesa di San Francesco sono custodite importanti opere tra cui la Crocifissione, da molti attribuita al Van Dyck. Nel XVI secolo Monterosso era cinta da ben tredici torri, della quali restano tre torri rotonda nel castello, la torre medievale, oggi campanile della chiesa di San Giovanni, e la torre Aurora.
    La spiaggia di Monterosso è la più estesa delle Cinque Terre e perciò il paese ha una vocazione prettamente turistica. Monterosso ha la maggior ricettività alberghiera delle Cinque Terre e della riviera del levante spezzino.
    Da segnalare i carruggi del paese vecchio.



    IL PATRIMONIO ARTISTICO DI MONTEROSSO AL MARE




    LA CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA



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    La chiesa di San Giovanni Battista

    La chiesa di San Giovanni Battista fu costruita fra il 1244 e il 1307, data inscritta su un rocchio della seconda colonna a sinistra guardando verso l’altare. È uno splendido esempio di gotico ligure.
    La facciata è a paramenti alternati di marmo bianco e serpentino verde scuro, con un portale ogivato leggermente strombato, affiancato da una doppia coppia di colonnine in marmo e arricchita da un rosone centrale traforato in marmo bianco, splendido esempio di gotico ornato, attribuito a Matteo e Pietro da Campiglio.
    A pianta basilicale a tre navate, come le chiese di Vernazza e Corniglia presenta un progressivo restringimento della larghezza delle navate verso l’ingresso, con il duplice effetto di creare un’illusione prospettica e favorire la propagazione delle onde sonore.
    Il campanile merlato è formato dall’antica torre medievale di controllo in pietra verde, a pianta rettangolare, sopraelevata nel XV secolo.


    L’ORATORIO DELLA CONFRATERNITA DEI NERI



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    L'oratorio dei Neri

    L'oratorio della Confraternita dei Neri "Mortis et Orationis" si trova dietro la chiesa di San Giovanni Battista. Di stile barocco, conserva al suo interno una statua di Sant'Antonio Abate, proveniente dallo scomparso convento dedicato al Santo, presente verso l’anno Mille sul promontorio di Punta Mesco. Risale al XVI secolo, quando durante la Controriforma, nacquero associazioni di devoti laici che si occupavano di opere di bene. Solitamente ogni borgo accoglieva almeno due confraternite, come nel caso di Monterosso con la Confraternita di Santa Croce o dei Bianchi, con l’omonimo oratorio.



    IL SANTUARIO DI NOSTRA SIGNORA DI SOVIORE



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    Il santuario di Soviore

    Il santuario di Nostra Signora del Soviore è il più antico santuario mariano ligure. Secondo le fonti storiche, il luogo dove fu costruito fu rifugio degli abitanti dello scomparso villaggio di Albareto, distrutto dal re longobardo Rotari nel 643. L’antichità delle origini è confermata dalle strutture murarie tuttora risalenti alle originarie e dalla documentazione datata 996 allorchè l’imperatore Ottone III volle visitarlo. Nel santuario si venera una statua lignea della Pietà attribuibile al XV secolo, di scuola nordica. La costruzione attuale è frutto di numerosi rifacimenti, che tuttavia lasciano intuire le origini romaniche, gli interventi gotici e gli ampliamenti settecenteschi. Il campanile a tre piani, coronato da una guglia, è aperto da bifore. Dal piazzale, nelle giornate limpide, si abbraccia con la vista dal promontorio di Portofino alla Riviera e alle Alpi Liguri verso ponente, dal Monte Pisano all’Arcipelago Toscano e alla Corsica a levante e di fronte.
    La festa del santuario si svolge il 15 agosto. Feste minori sono celebrate il 7 luglio e la prima domenica dopo l’8 settembre.

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    IL CONVENTO DEI CAPPUCCINI E LA CHIESA DI SAN FRANCESCO

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    La chiesa del convento dedicato a San Francesco

    Sul colle di San Cristoforo, che divide la parte vecchia di Monterosso da quella nuova di Fegina, sorgono il convento dei Cappuccini e la chiesa di San Francesco. Il complesso si raggiunge da entrambe le parti attraverso una scalinata che si unisce nei pressi della statua di San Francesco davanti alla Torre Aurora e la vista delle Cinque Terre. Eretto a partire dal 1619, la costruzione visse periodi duri, come la cacciata dei frati con Napoleone nel 1810, la trasformazione in lazzaretto e quindi in magazzino. Nel 1894 Don Giuseppe Policardi, sacerdote del luogo, comprò la struttura, la restaurò e la donò ai Cappuccini. Per il Giubileo del 2000 avvenne l’ultima ristrutturazione.
    La chiesa dedicata a San Francesco è molto suggestiva, ad un’unica navata circondata da altari in legno. All’interno si conserva una tela rappresentate la Crocifissione, attribuita a Van Dick, un San Girolamo penitente del Cambiaso ed una Madonna degli Angeli del 1896 di Oldoino Multedo.
    Sulla destra della chiesa si entra nel suggestivo cimitero, posto dove sorgeva il castello Doria.

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    L'ORATORIO DEI BIANCHI O DI SANTA CROCE

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    L'oratorio dei Bianchi

    Nel centro storico di Monterosso, oltre la chiesa di San Giovanni Battista, prendendo a destra, ci si imbatte nell’oratorio della Confraternita dei Bianchi o di Santa Croce. Deve il suo nome al colore della veste usata dai confratelli durante le processioni. Le confraternite nacquero a partire dal XVI secolo, durante la Controriforma, periodo a cui corrisponde la costruzione dell’oratorio, per fomentare opere di carità. Come a Monterosso, solitamente in ogni paese venivano formate almeno due confraternite, come testimonia l’oratorio della Confraternita dei Neri.
    All'interno è custodito un organo ottocentesco di scuola pistoiese ed una cantoria lignea con parapetto dipinto.


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  5. ringo47
     
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    Grazie Claudio, Grazie Ivana. E' bello sorvolare nuovamente i luoghi visitati e conoscere nuovi posti con la loro cultura e la loro storia
     
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  6. tomiva57
     
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    grazie a te che ci segui..rino

    LA CUCINA DELLE CINQUE TERRE



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    La cucina delle Cinque Terre è arrivata fino ai giorni nostri mantenendo intatte le caratteristiche di una lunga tradizione. Naturalmente il pesto, fatto con basilico, olio e formaggio grattugiato. Tra i diversi tipi di pasta, spiccano le troffie, di farina di frumento o di castagne, le tagliatelle, da condire con funghi, cavoli patate, fagioli, e ceci.
    Le erbe sono un elemento fondamentale della cucina delle Cinque Terre. Le torte di verdura vengono preparate con borragine, bietole, carciofi, zucchini o patate e porri. La torta di riso rappresenta un’altro piatto tipico, con l’aggiunta di funghi secchi.
    Il pesce non può mancare in questi borghi marinari. Le cotolette di acciughe, ovvero acciughe ripiene e fritte, le frittelle di bianchetti, il novellame di acciughe e sardine, o rossetti, le seppie di scoglio di zimino, il polpo all'inferno. E i re dei crostacei nelle Cinque Terre sono i muscoli, cozze alla marinara, con qualche goccia di limone e un po’ di prezzemolo, oppure ripieni, con tonno, salumi, formaggio, uova, maggiorana. Buoni da soli o in insalata con totani, gamberi e polpo. I totani e i calamari poi sono buonissimi fritti o bolliti pochi minuti in acqua aromatizzata, con un filo d'olio d'oliva. I totani di grande dimensioni possono essere farciti con tentacoli scottati in olio d'oliva e tritati, piselli o verdure, formaggio grattugiato, mollica bagnata e strizzata. Quelli di media grandezza si possono cuocere in olio d'oliva, aglio, prezzemolo, un bicchiere di vino bianco secco, o con pomodoro. I “gianchetti” sono piccolissimi pesciolini serviti caldi bollenti, appena estratti dalla friggitrice.
    Assolutamente imperdibili sono le zuppe di pesce, le focacce, le farinate.



    A GRANUNA


    Impasto di farina di granoturco con cipolla cotte sui testi, scodelle di terracotta di verie dimensioni, molto usati nella cucina lunigianese. I testi si scaldano nel forno e raggiunta una temperatura molto alta e si tolgono dal fuoco. Si riempiono quindi dell'impasto si coprono con foglie di castagno. I testi vengono poi messi uno sopra l'altro fino alla completa cottura delle focacce.


    PULENTA E COI


    Si fa bollire una pentola con acqua e sale, e si getta il cavolo nero. Una volta cotti i cavoli si aggiunge lentamente farina di granoturco, circa 300 grammi per ogni litro d'acqua. Mescolare continuamente e procedere con le modalità proprie della polenta. Condire con olio delle Cinque Terre e formaggio grattugiato. Va mangiata caldissima.

    BUDELLINE ALL'USO DELLE CINQUE TERRE



    Ingredienti: 1 kg di axelle di vitella da latte, dieci cl di olio extra vergine di oliva, sale e pepe.

    Lavare le budelline più volte, in acqua e aceto, rovesciarle e liberarle dei grumi di grasso interni. Conficcarle in piccoli spiedi di legno, ripiegandole come serpentelli o lasciarle sciolte. Metterle ad arrostire, rigirandole spesso, e passarle quindi nel piatto di portata, condendole abbondantemente con olio, sale e pepe appena macinato.


    TAGIAIN CUN ER PISTU CRUDU (Tagliatelle al pesto crudo)



    Tagliare a pezzettini le verdure di stagione come zucchine, fiori di zucca, fagioli verdi e in grana, piselli e patate. Metterli a bollire in una pentola con acqua fredda. A parte, prepare le tagliatelle senza usare le uova, impastando solo farina, acqua e sale. Una volta cotte le verdure, aggiungere nella pentola le tagliatelle e, dopo poca cottura, scolarle e versarle. Condire con pesto alla genovese, olio extra vergine e formaggio parmigiano.

    FARINATA



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    Dosi per 4 persone Ingrediente: 1 litro di acqua, 250 gr di farina di ceci, 10 cucchiai di olio d'oliva, sale abbondante, 20 gr di burro.

    In una terrina mescolare farina, acqua, sale e metà dell'olio fino a ottenere un composto omogeneo, anche se piuttosto liquido.
    Versare in una teglia, se possibile di rame stagnato di 50 cm di diametro, l'olio rimasto e l'impasto. Spianarlo bene ad un'altezza di 3 mm circa.
    Cuocere in un forno per 10 minuti solamente con il grill superiore.


    MUSCOLI RIPIENI



    Ingredienti: 1 kg di muscoli, 1 uovo, 100 g di mortadella, la midolla di un panino bagnata nel latte, 1 ciuffo di prezzemolo, un po' di timo, un po' di maggiorana, 2 spicchi d'aglio, 100 g di parmigiano grattugiato, 30g di pecorino fresco grattugiato, 1 cipolla, 300 g di pomodori pelati, mezzo bicchiere di vino bianco, sale e pepe, 4 cucchiai d'olio d'oliva.


    Raschiare, lavare bene e aprire a crudo con un coltellino, senza allargare troppo le valve, circa i 2/3 dei muscoli e metterli a scolare su un piano inclinato. In un tegame, a fuoco medio per circa 4 minuti, fare aprire gli altri muscoli previamente lavati. Estrarre i corpi carnosi dai muscoli cotti e tritarli con la mortadella, la midolla del panino, gli spicchi d'aglio e le erbette odorose. Amalgamare il tritato con l'uovo, i formaggi, un po' di pepe e un po' di sale. Mescolare bene fino a raggiungere un impasto omogeneo. Distribuire il ripieno nei muscoli e richiuderli.
    In una casseruola a bordi alti scaldare l'olio d'oliva e fare imbiondire la cipolla tritata, bagnare con vino bianco e lasciare sfumare per circa 3 minuti a fuoco dolce. Versare i pomodori pelati passati al setaccio, alzare la fiamma (fuoco medio) e lasciare concentrare per circa 5 minuti. Togliere dal fuoco e sistemare i muscoli ripieni nella casseruola. Rimettere al fuoco, aggiustare con sale e pepe, coprire con un coperchio e completare la cottura per circa mezz'ora.


    TORTA DI RISO DI SOVIORE



    Ingredienti: 300 g di riso, 8 cucchiai di salsa di pomodoro, 4 uova più un altro uovo a parte, 2 sfoglie pertorte di verdura, 2 cucchiai di funghi secchi, 80 g di parmigiano grattugiato, olio per la teglia, sale e pepe bollire il riso in acqua salata.

    Scolare il riso molto al dente e metterlo in una zuppiera. Versare il sugo di pomodoro preparato in precedenza come per una pasta, le uova sbattute, il parmigiano, il sale e il pepe, i funghi fatti opportunamente rinvenire in acqua tiepida. Mescolare il tutto fino ad ottenere una consistenza omogenea dell'impasto. Stendere l'olio sul fondo di una teglia da forno. Sistemare la sfoglia più grande sul fondo della teglia e disporre il ripieno. Sbattere appena l'uovo rimasto e distribuirlo sulla superficie della torta. Ricoprire con l'altra sfoglia e curare la chiusura dei bordi. Forare con le punte della forchetta la sfoglia superficiale, ungerla con un filo d'olio e cuocere in forno a 190-200 gradi per trenta minuti circa.


    FRISÉ DE BURBUGIUN (frittelle di fiori di zucchino)


    Preparare un impasto liquido di acqua, farina e fiori di zucchino. Metter una padella con olio sul fuoco e una volta caldo aggiungere sale all'impasto. Colarlo poi nell'olio con un cucchiaio, poco per volta. Far dorare le frittelle, sgocciolarle e mangiarle calde.


    STUCAFISSU A ZEMIN (Stocafisso con le bietole)



    Far rosolare mezza cipolla e aggiungere lo stocafisso a tocchetti, ammollato in precedenza, con aglio e prezzemolo tritati. Aggiungere un po' di vino e lasciarlo evaporare. Versare le bietole e la salsa di pomodoro aggiungendo acqua e un po' di sale. Infine mettere le patate tagliate a tocchetti e qualche oliva salata. Lasciare cuocere lentamente.


    le trofie



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    Non tutti sanno che le Trofie sono un tipo di pasta che si realizza con grande facilità, anch’io credevo ci volesse chissà quale strumento per prepararle e invece bastano le mani! Da fare da soli o in compagnia, fare le Trofie diventa un modo per condividere il piacere di stare assieme e preparare una pasta tanto deliziosa, aiutati da grandi e bambini. In questa ricetta ho inserito il condimento classico quello del Pesto Genovese, ma ci sono tanti altri modi per gustarle, la pasta è delicata e consistente allo stesso tempo, insomma da provare!

    Ingredienti per le Trofie per 4 persone :

    250 gr di farina tipo 0
    un pizzico di sale
    acqua tiepida

    Impastare la farina e il sale, con l’acqua tiepida aggiunta un poco per volta, fino a ottenere un impasto liscio. Coprire con una ciotola la palla di pasta e lasciare riposare 10 minuti.
    A questo punto prepare le trofie staccando dei piccoli pezzi di pasta grandi come ceci e strofinarli fra i palmi delle mani, così da formare dei piccoli fusi.

    Mettere le trofie a riposare su un canovaccio per un paio d’ore



    Ingredienti per il sugo:



    Pesto Genovese

    Ingredienti:

    30 foglie circa di basilico fresco
    90 gr di olio extravergine di oliva
    100 gr di parmigiano
    40 gr di pinoli
    1 pizzico di sale
    2 spicchi d’aglio (per chi lo desidera, io non l’ho messo)

    Preparazione:

    Utilizzando un mortaio con pestello di legno, è bene seguire quest’ordine: aglio, basilico e pinoli, e solo successivamente il parmigiano e l’olio extravergine d’oliva.

    Utilizzando invece il frullatore, mettere i pinoli e aggiungere subito un po’ d’olio, poi il basilico, l’aglio, e infine il parmigiano.
    L’olio e il sale è meglio aggiungerli in una ciotola a parte, non nel frullatore, così il basilico resterà a pezzetti più simile a un pesto che a una crema o frullato.

    Il pesto puo’ essere conservato in frigo per alcuni giorni coperto sotto uno strato d’olio, oppure comodamente congelato in freezer in vasetti di vetro e scongelato in frigo all’occorrenza!

    1 patata media o 2 piccole

    Prepare il Pesto Genovese , nel frattempo scaldare l’acqua per le trofie, sbucciare e tagliare le patate a dadini piccoli e metterle nell’acqua. Portare a bollore, aggiungere una manciata di sale grosso e a questo punto mettere le trofie lasciandole cuocere finchè non vengono a galla.
    In una padella mettere il pesto, scolare le trofie assieme ai pezzetti di patata e saltare il tutto.
    Servire fumante.


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  7. gheagabry
     
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    « Riviere, bastano pochi stocchi d'erbaspada penduli da un ciglione sul delirio del mare
    o due camelie pallide nei giardini deserti,
    e un eucalipto biondo che si tuffi tra sfrusci e pazzi voli nella luce[...] »
    (da Riviere di Eugenio Montale)




    LA RIVIERA DEI FIORI



    Avara di spazi e terre rubate al mare e alla montagna la Liguria è una terra che ha del miracoloso, abitata fin dall'antichità da un popolo fiero, che ha saputo rendere fertile la roccia, coltivando tenaci ulivi e scenografici vigneti aggrappati agli strapiombi sul mare, là dove il territorio avrebbe scoraggiato qualsiasi iniziativa.
    La posizione geografica del sottile arco montuoso affacciato sul Golfo di Genova, le bellezze del suo ambiente naturale, la mitezza del suo clima, il mare cristallino, le antichissime testimonianze storiche...La duplice anima della Liguria, contesa fra i borghi rurali dell'entroterra e l'intraprendenza dei centri marittimi, aperti ai traffici e ai contatti internazionali, è all'origine del carattere dei suoi abitanti.




    Da Capo Cervo al confine francese e' un continuo rincorrersi di baie, porti e insenature marine che a 300 m di altitudine diventano valli, gole e picchi montagnosi...non sai bene cosa scegliere nella Riviera dei Fiori... le spiagge, il sole, i colori del mare.. le città della costa vivaci di giorno e di notte.... la montagna, le passeggiate nei boschi, l'aria pura... paesini medievali arroccati sui pendii con le torri, le case storiche, le vecchie chiese....
    Il mare é speciale.... è tiepido persino d'inverno. Ha una luce splendente che brilla ad ogni onda per i fondali colore smeraldo vicino agli scogli. Ha le spiagge di sabbia dorata e le rocce grigie a picco con il loro verde cappello di pini. Ha le rosse buganvillea che si affacciano sulla costa.
    Ce n'è per tutti i gusti.... cosa si nasconde a pochi chilometri dietro le colline? Qui gli uomini da tempo non hanno messo le mani, la natura si è sistemata da sola e ha prodotto boschi belli e fitti. Le valli si intersecano l'una nell'altra. Una si chiude e l'altra si apre, ora scoscese, ora dolci.....l'aria deliziosamente pulita e profumata, che sa di pini e di erba. Il fascino è quello di un mondo rimasto alle proprie origini, giunto miracolosamente fino a noi.... aggrappato al costone di un monte un paesino medievale con le sue antiche case in pietra e le viuzze acciottolate, il campanile in vetta e un castello diroccato.... i vecchi frantoi, le trattorie di campagna con la tradizionale cucina genuina e le verdure prese dall'orto. E ulivi, lecci, castagni, vigne, cespugli di rovo, noccioli, pini, canneti: dietro ogni curva c'è una sorpresa. Un mondo verde.
    Qui è diverso. Il tempo non conta. Anche gli uomini sono diversi: hanno costruito chilometri di muretti in pietra per sostenere le "fasce" coltivate in pendenza sulla montagna. Hanno ritagliato rettangolini di orto, dissodato terreni sassosi per piantarci olivi e viti. Ma soprattutto hanno rispettato la natura e l'ambiente.



    La Riviera ligure di ponente è la regione geografica che comprende il tratto di costa posto nella parte occidentale della Liguria noto nella sua totalità come riviera ligure. Si estende dai quartieri occidentali di Genova fino al confine francese, in prossimità della città di Ventimiglia.

    L'Africa in giardino, senza dimenticare l'Oriente, strizzando un occhio alle specie esotiche più ricercate. I proprietari dei giardini incantati che si affacciano sulla Riviera di Ponente erano sì letterati e artisti, ma in alcuni casi anche diplomatici e commercianti. In questo senso i viaggiatori inglesi e tedeschi che per primi hanno valorizzato questo tratto di costa hanno ricreato qui i paesaggi esotici che avevano ammirato nei loro viaggi. Un esempio per tutti il londinese Lord Thomas Hanbury, commerciante di seta e di tè con Shangai, che a partire dal 1867, ha dato vita agli splendidi giardini che prendono il suo nome, posti sul promontorio della Mortola, non lontano dalla frazione di Latte di Ventimiglia.

    Albium Intemelium è l'antico nome di Ventimiglia. Le tribù locali, fiere e indipendenti, nel 180 a.C. pagarono con l' occupazione romana la scelta di allearsi con i Cartaginesi nella seconda guerra punica. E Ventimiglia che già era un importante centro nevralgico dell'epoca ante-romana continuò a prosperare, anzi, nell'89 a. C. ottenne il riconoscimento del diritto romano e l'elezione a municipium cum suffragio. La zona medioevale è costruita secondo il caratteristico assetto urbanistico dei borghi liguri: vicoli stretti e passaggi coperti nell'ambito di un possente recinto di mura...Non lontano dalla città, in direzione del confine francese meritano una visita le grotte dei Balzi rossi , dove visse l'homo erectus circa 200 mila anni fa....Una fitta rete di vicoli e piazzette si apre allo sguardo dei visitatori, in quello che è rimasto un borgo praticamente immutato da 100 anni a questa parte. Siamo nella parte antica di Bordighera. Al borgo fortificato, a pianta pentagonale, si accede attraverso tre differenti porte, a sud la secentesca Porta del Capo, a ovest la Porta Sottana e a est la Porta Soprana, rifatta in epoca barocca......Icone di Sanremo sono anche le numerose architetture della Belle Epoque che costeggiano il mare o si integrano perfettamente nel centro abitato come nel caso di Villa Ormond. Talvolta alberghi e ville assumono forme classicheggianti, in altri casi ricordano lo stile medioevale, così come anche quello esotico con un continuo richiamo a stucchi, marmi e legni intagliati. Ne sono un esempio le ville Angerer, Zirio, del Sole, Nobel, a fianco a tanti altri piccoli edifici riservati al culto per le comunità straniere che qui soggiornano da tempo. Nella strada di mezza cornice, il corso degli Inglesi, si incontra Villa Bel Respiro, dallo stile neorinascimentale, oggi sede dell'Istituto sperimentale per la Floricoltura e poco oltre il castello Devachan – che in lingua indiana significa "Porta del Paradiso"- il cui primo proprietario, era stato un conte inglese vissuto per molti anni in India. In prossimità del Casinò un altro nobile straniero, il barone tedesco Thiem, fece costruire Villa Noseda, la sua dimora in stile gotico.......Bussana Vecchia e la comunità di artisti che ci vive. Un paese unico. "Morto" perché distrutto da un rovinoso terremoto nel 1887, abbandonato dai suoi abitanti e ricostruito più a valle. E' poi tornato alla vita negli anni Sessanta, quando un gruppo di artisti lo scelse come luogo del proprio lavoro. Da allora la magia di Bussana continua. Gli artisti, in silenzio, continuano a lavorare nelle sue vie e nelle sue piazze fra gli antichi ruderi, e turisti di tutto il mondo arrivano a cercare di capire i segreti di questo paese....



    La Riviera ligure di levante è la regione geografica che comprende il tratto di costa posto nella parte orientale della più vasta riviera ligure. Secondo la definizione corrente, si estende dalla foce del fiume Magra in Provincia della Spezia fino ai quartieri orientali di Genova.
    Stretta fra la montagna e il mare, avara di spazio e di terra, quella parte del Levante ligure, conosciuta come Cinque Terre e Golfo dei Poeti, è uno degli angoli d'Italia più remoti e segreti. Una terra che ha del miracoloso, abitata fin dall'antichità da un popolo fiero, che ha saputo rendere fertile la roccia, coltivando scenografici vigneti aggrappati agli strapiombi, là dove il territorio avrebbe scoraggiato qualsiasi attività agricola. Eppure qui si fa vino dal tempo dei romani, nonostante la salsedine e il libeccio tagliente.

    Da Castelnuovo Magra, percorrendo un breve tratto di pianura in direzione della costa, si giunge alle Rovine di Luni, città romana che in origine si affacciava sul mare (oggi il mare è a 2 km). Gli scavi archeologici hanno rivelato che la città era molto ricca e che il tenore di vita era alto. La decadenza di Luni iniziò quando il porto non poté più essere sfruttato a causa delle continue piene del fiume Magra, che trasportavano alla foce terra e detriti provocando l'interramento del bacino. Oltre a ciò, le invasioni di Longobardi e Normanni e la perdita della sede vescovile, trasferita a Sarzana nel 1204, segnarono definitivamente la rovina della città......Le origini della città risalgono al X secolo, quando gli abitanti in fuga da Luni si stabilirono in cima al colle dove sorge oggi Sarzana. Nel centro storico ...gli antichi palazzi di piazza Matteotti e di via Mazzini, strada principale ricca di botteghe, dove si trovano i resti di una costruzione, del XIV secolo, appartenuta alla famiglia Buonaparte....Le origini di La Spezia, affacciata sull'omonimo golfo, risalgono al XIII secolo, ma la sua crescita economica iniziò nella seconda metà del XIX secolo, quando divenne base militare del Regno di Sardegna e vi fu impiantato l'Arsenale Militare...il castello di San Giorgio e il duomo, dedicato all'Assunta, del XIV secolo, riedificato dopo l'ultima guerra in stile romanico, al cui interno sono notevoli tele e sculture risalenti al XVI secolo. L'Arsenale Militare, ricostruito dopo la seconda guerra mondiale, è il più importante in Italia.....Attraversata La Spezia, si imbocca la salita che conduce a Riomaggiore, porta d'ingresso, da sud, alle Cinque Terre. Ci si trova a circa 300 m di quota e, dalla strada panoramica, la costa appare in tutta la sua bellezza. La montagna sembra precipitare nel mare e nei pochi anfratti delle scogliere si celano cinque borghi marinari, appunto le "cinque terre": Riomaggiore, Manarola, Corniglia, Vernazza e Monterosso al Mare. Riomaggiore è il principale centro di produzione vinicola della zona. L'ambiente è spettacolare, le case sono addossate l'una all'altra, tra le scogliere e un anfiteatro di vigneti, orti e oliveti......Manarola è la seconda borgata delle Cinque Terre, successiva a Riomaggiore e punto d'arrivo dell'imperdibile passeggiata chiamata la "Via dell'Amore", stretto camminamento lungo un chilometro e mezzo, intagliato nella roccia a strapiombo sul mare.....Da Manarola si giunge a Corniglia, un paese contadino, ricco di scalinate interminabili e costruito a 100 m sul livello del mare. È l'unica delle Cinque Terre a non avere un accesso diretto alla costa e il mare è lontano dal borgo, in fondo a 360 scalini.
    Anticamente Corniglia era munita di fortificazioni, possedeva un castello e tutta una parte di borgo, con la chiesa dedicata a Santa Maria Maddalena. L'erosione marina però nei secoli ha fatto franare tutta questa parte. Ne rimangono soltanto i resti delle fortificazioni e, presso l'attuale cimitero, le rovine del castello....Vernazza, l'unico delle Cinque Terre ad avere un piccolo porto.
    In epoca romana da qui partivano i carichi che trasportavano il vino bianco detto Vernaccia, da cui deriva il nome Vernazza. Si tratta di un tipico borgo di origine medievale, con stretti vicoli che portano ai terrazzamenti coltivati a vite. Delle fortificazioni costruite per difendere il paese dalle incursioni saracene, rimane la torre di avvistamento, posta su uno sperone di roccia da cui si ha una visione panoramica di tutta l'area circostante.......Monterosso al Mare. Il colle San Cristoforo lo divide in due parti collegate dal tunnel della vecchia ferrovia: da una parte c'è il borgo vecchio, dall'altra la spiaggia di Fegina, dominata dalla celebre statua del Gigante che sorregge sulle spalle la terrazza di una villa. L'opera, realizzata all'inizio del Novecento dall'architetto Levacher e dallo scultore Minerbi, rappresenta il dio del mare Nettuno ed è diventata il simbolo di Monterosso....




    ....mitologia....



    Misteriosi e enigmatici, i Liguri attirarono l'attenzione dei maggiori cronisti del tempo per due caratteristiche della loro indole lontanissime fra loro: la forza fisica e la sensibilità musicale.
    Eschilo, Apollodoro e Ovidio ci raccontano che: i fratelli Albione e Ligure, figli di Poseidone e quindi incarnazione di forze telluriche, erano re dei Liguri quando rubarono i buoi di Eracle.
    Arrabbiatissimo, il semidio (che aveva dato gran prova di forza e coraggio con le sue dodici fatiche) li inseguì per castigarli, ma si trovò a combattere contro degli avversari fortissimi e per nulla intimoriti.
    Eracle stava per arrendersi, quando Zeus stesso intervenne in soccorso del figlio, e per mezzo di una pioggia di sassi fece strage dei Liguri.
    Successivamente Zeus avrebbe avuto di nuovo a che fare con questo popolo, ma in circostanze alquanto diverse.
    In seguito alla perdita improvvisa dell'amico Fetonte, Cicno, un altro re dei liguri, morì di dolore.
    I lamenti struggenti, a cui Cicno si era lasciato andare, raggiunsero Zeus che, commosso, tramutò il corpo del re in cigno dal dolce canto, mentre le sorelle del defunto diventavano filari di pioppi (tipici del paesaggio della pianura padana) e le loro lacrime ambra.
    Proprio per la loro sensibilità al canto i Liguri si chiamerebbero così, dall'etimo greco liguò, che significa canoro, sonoro.
    Una sensibilità che, molti e molti anni dopo Cicno, avrebbe avuto ben altri miti e leggende nei cantautori della cosiddetta scuola genovese (Fabrizio De Andrè, Bruno Lauzi, Luigi Tenco, Umberto Bindi, Paolo Conte, Gino Paoli).
    Mentre c’è anche chi fa risalire il nome di questo popolo alla radice lig-, che in ligure antico significherebbe fango





    ....Triora, la Salem d'Italia....



    Sul finire dell’estate del 1587 a Triora, millenario borgo di montagna del Ponente ligure, tirava una brutta aria; da circa due anni la gente non aveva più di che sfamarsi e nel giro di pochi giorni alcune donne che abitavano alla periferia del paese furono ritenute responsabili di questa presunta carestia. L’accusa? Essere streghe, o meglio bagiué, secondo il dialetto locale.
    Queste sono le premesse con le quali ha inizio uno dei più feroci processi alle streghe in Italia, per nulla inferiore in quanto a drammaticità a quelli di Loudun e di Salem, rispettivamente in Francia e in America.
    Il nome Triora deriverebbe dal latino “tria ora”, cioè “tre bocche”, esattamente come le tre bocche di cerbero, il cane infernale posto a guardia degli inferi e raffigurato sullo stemma comunale di Triora.
    Secondo la tradizione la chiesa della Collegiata sorgerebbe su un precedente “fanum” pagano.
    Nei pressi di Triora, al passo della Mezzaluna, si erge un antichissimo “menhir”, testimonianza di precedenti culti pagani.



    Liguria terra mia..E sempre mi commuovo quando torno!
    Mia terra, che mi appari da lontano come cornice d’oro
    adagiata sull’azzurro mare!




    .....una favola.....


    C'era una volta una ragazza che non aveva nessuno al mondo e abitava da sola. Abitava in fondo al bosco; andava ogni giorno in paese a cercare lavoro. Per arrivare in paese a cercare lavoro.
    Per arrivare in paese, la ragazza passava sempre nel bosco dove c'era una casetta in cui si diceva che abitasse uno stregone. Un giorno la ragazza, passando davanti alla casetta dello stregone, vide un uomo che in braccio aveva una gallina magica e le accarezzava le piume. L'uomo che era lo stregone chiese alla ragazza: " Dove vai ?" La ragazza rispose : " Sto andando in paese in cerca di lavoro."
    "Potresti vivere con me, ho giusto bisogno di una donna che mi faccia le faccende di casa!"
    La ragazza accettò. Un giorno, mentre la ragazza faceva da mangiare una carrozza si fermò davanti alla casetta. Lo stregone entrò in cucina e disse alla ragazza: " Se qualcuno ti chiede se abiti con qualcuno tu rispondi di no." Lo stregone prese la gallina e sfregandole le piume disse: " Giorno davanti, notte di dietro, fai che nessuno ci veda." E scomparì, diventò invisibile!
    Bussarono alla porta, la ragazza aprì. Erano due viaggiatori che chiedevano di riposarsi un po' e la ragazza li fece entrare. Uno dei due chiese se con lei abitava qualcuno e lei rispose di no .
    Dopo un po' i viaggiatori uscirono per ripartire e videro che il denaro e gli oggetti di valore erano spariti, così ripartirono avviliti. Lo stregone riapparve in casa con denaro e oggetti rubati.
    Un giorno la ragazza prese la gallina, le accarezzò le piume, ripeté le parole magiche e scappò.
    La ragazza camminò a lungo e poi vide una fortezza circondata dai soldati.
    Dentro la fortezza c'erano imprigionati un re e una principessa.
    Essendo invisibile la ragazza sentì tutto quello che dicevano i soldati: avrebbero tagliato la testa al re e alla principessa il giorno dopo. La ragazza allora riuscì ad entrare nella fortezza, arrivò dal re e dalla principessa, posò la gallina e gli disse: "Maestà, io vi porterò in salvo!"
    La ragazza sfregò le piume della gallina e disse : " Giorno davanti, notte di dietro, fai che nessuno ci veda." Diventarono invisibili e scapparono. La ragazza andò a vivere a palazzo insieme al re e alla principessa, così visse felicemente e ricca , grazie alla gallina magica!
    (fiaba ligure)





    E' la Liguria una terra leggiadra.
    Il sasso ardente, l'argilla pulita
    s'avviano di pampini al sole.
    E' gigante l'ulivo... A primavera
    appar dovunque la mimosa effimera.
    Ombra e sole s'alternano
    per quelle fonde valli
    che si celano al mare,
    per le vie lastricate
    che vanno in su, fra campi di rose,
    pozzi e terre spaccate,
    costeggiando poderi e vigne chiuse.
    In quell'arida terra il sole striscia
    sulle pietre come un serpe.
    Il mare in certi giorni
    è un giardino fiorito.

    Vincenzo Cardarelli





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  8. tomiva57
     
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    Maltempo, l’alluvione a Monterosso: le strade diventano fiumi –

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    Scene apocalittiche quelle che ieri sera sono state registrate a Monterosso, una delle località più colpite dall'alluvione che per diverse ore ha messo in ginocchio larga parte delle aree intorno a La Spezia.
    Tra i gravissimi danni, causati dalle forti piogge che negli ultimi giorni si sono abbattute in Liguria e Toscana, si contano anche nove morti, ma il timore è quello che vedrebbe la cifra delle vittime crescere.
    Il sindaco di Monterosso, uno dei borghi che costituiscono le visitatissime Cinque Terre, Angelo Betta ha dichiarato: "Qui manca tutto, viveri, acqua, energia elettrica. La gente entra nelle case passando dai terrazzi, è tutto allagato".
    Lo stesso primo cittadino ha poi aggiunto: "Monterosso non esiste più".
    Nonostante le parole dei testimoni e i resoconti fatti dai soccorritori risultano già sufficienti a capire di quale portata sia la calamità che ha colpita le zone interessate dall'alluvione, nel video a fondo pagina si può constatare con i propri occhi l'impressionante fiume d'acqua che ha travolto Monterosso.
    Le immagini, girate da un videoamatore, riprendono quando succede pochi metri più in basso dall'abitazione in cui lo stesso si trovava.


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    Liguria: tragico bilancio



    6 morti e 8 dispersi - E' questo il bilancio accertato fino a questo momento del disastro provocato dalle inondazioni degli ultimi due giorni. Oltre all'apocalittico panorama di case semidistrutte dalla furia dell'acqua, ci sono località in cui le persone hanno perso tutto: ammonta a 350 il numero di persone sfollate e ospitate in edifici messi a disposizione dai comuni, tra cui edifici comunali, campi sportivi e palazzo dello sport di La Spezia.

    Servono generi di prima necessità - Moltissimi abitanti delle Cinque Terre sono isolati, senza luce e gas e raggiungibili solo dal mare, perciò i comuni e la prefettura hanno richiesto l'intervento di volontari per far fronte alla grave emergenza e per riuscire a raggiungere tutte le persone isolate portando loro i generi di prima necessità. Più di venti strade provinciali restano ancora chiuse compresa l'unica via d'accesso al paese di Vernazza che è completamente isolato. Si prevede di riuscire a riaprire entro domani la A15 e la A12, mentre ci vorrà altro tempo per riuscire a ripulire dai detriti la linea ferroviaria interrotta nel tratto tra Monterosso e Corniglia.

    Più fondi alla Protezione Civile -C'è grande preoccupazione da parte del governo per la mancanza di fondi da destinare alla Protezione Civile e alla difesa del suolo, forze fondamentali in queste situazioni di grave emergenza.

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    Alluvione Liguria: gli sfollati al freddo, riaperta la Cisa



    Venerdì 28 ottobre
    Sale a sette il bilancio delle vittime dell'alluvione in Liguria e Toscana. I pompieri hanno estratto dalle macerie di una casa a Cassana, frazione di Borghetto Vara, il corpo di un uomo, un romeno che era ospite di un amico anch'egli morto. Sono sette anche i dispersi. Il Consiglio dei Ministri è convocato in mattinata alle 11 a Palazzo Chigi per decidere lo stato di emergenza. Hanno trascorso la terza notte all'addiaccio gli sfollati del Levante ligure, infatti mancano ancora corrente elettrica, gas e acqua in molti paesi. Mancano anche cibo e acqua.



    Giovedì sera 250 persone hanno dovuto lasciare le loro abitazioni nel centro storico di Mulazzo, a una decina di km da Aulla. Una verifica aerea dei tecnici dei vigili del fuoco e di alcuni geologi, difatti, ha evidenziato diversi movimenti franosi che minacciano l'agglomerato storico del paese. Le persone evacuate sono state ospitate nel Palazzetto dello Sport e in alcune strutture alberghiere.

    E' attesa per la mattinata la colonna mobile dell'Esercito inviata dal Ministero della Difesa per contribuire alla messa in sicurezza di Borghetto Vara e Brugnato. Restano isolate Vernazza e Monterosso. E' stata riaperta al traffico in serata l'autostrada A-15 Parma-La Spezia, chiusa in seguito all'ondata di maltempo che ha colpito parte della Liguria e della Toscana del nord. Attualmente l'autostrada è percorribile in entrambe le direzioni di marcia, ma solo su un'unica carreggiata. Resta invece chiusa l'uscita di Aulla. È stata riaperta nella notte anche l'autostrada A12, sia in direzione Nord che in direzione Sud su un'unica corsia alternata. Per quanto riguarda le ferrovie, è ripresa anche la circolazione dei treni-merci.

    da:netribe.it



     
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7 replies since 20/9/2010, 09:54   3780 views
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