Orchidee che passione!!!!!

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    Administrator
    Posts
    112,793
    Location
    Milano

    Status
    Offline


    LE ORCHIDEE


    Tecniche di coltivazione

    manutenzione-orchidee_NG1






    Noi siamo Orchidee - dicono da sole-, nulla ci può essere contrapposto capace di occultarci; nè occorre che spendiate molte delle vostre fatiche, o signori floricoltori, perchè noi si mostri le nostre virtù, non ci occorre terra, non ci necessita superficie, inutili le vostre premure, lasciateci quassù a cavallo di questo ospitale pezzo di legno morto, lasciate che le nostre radici penzolino nell'aria, lasciateci in gran pace, non desideriamo altro che acqua dalle vostre mani, visto che ci avete tolte dalle nostre patrie dove il cielo ci assisteva come ci conveniva; limitatevi a gustarci se avete occhi per vedere, narici per percepire, animo per sentire" (Masera - Floricoltura - Utet 1970)






    CLASSIFICAZIONE BOTANICA





    Famiglia: Orchidaceae
    Per quanto riguarda il Genere ne esistono circa 650 mentre le Specie sono circa 25.000. Gli ibridi sono innumerevoli (circa 100.000)
    CARATTERISTICHE GENERALI

    Pur appartenendo ad un'unica famiglia botanica, quella delle Orchidaceae, comprendono un elevato numero di specie, generi e varietà. sia spontanee che coltivate, che rende la loro classificazione estremamente complessa.

    Sono diffuse un po' ovunque ma per la maggior parte sono originarie delle zone umide della fascia intertropicale. In Italia abbiamo circa 85 specie spontanee, distribuite nelle zone umide sia di montagna che in prossimità delle coste, molte delle quali estremamente rare e in via di estinzione e come tali protette dalla raccolta indiscriminata.

    Le Orchidee hanno habitat molto differenti: la maggior parte sono epifite (posseggono solo radici aeree) o semi-epifite, per cui in genere vivono su rami e tronchi di altre piante o su rocce coperte da un sottile strato di frammenti vegetali, muschi e licheni; altre specie sono terrestri, come quelle diffuse nei climi temperati, mentre altre ancora sono sotterranee e semi-acquatiche.


    Lo stelo in genere è eretto, anche se in alcuni casi, come nella Vanilla Planifolia, dai cui frutti si ricava la vaniglia, è strisciante o rampicante. In diverse specie si trovano dei particolari steli tuberizzati, detti pseudobulbi, che fungono da organi di riserva dell'acqua e delle sostanze nutritive; per un buon accrescimento è indispensabile che l'Orchidea ne abbia almeno due. Leggi anche l'articolo "Anatomia delle Orchidee"

    Anche le radici hanno degli organi di riserva, i tubercoli radicali, dal cui particolare aspetto le orchidee prendono il nome (infatti in greco "orchis" significa testicolo); dei due normalmente presenti uno è bianco e turgido e serve ad alimentare il germoglio del successivo anno, mentre l'altro, scuro e grinzoso, ha nutrito la vegetazione in corso.

    Tutte le Orchidee, perlomeno negli stadi giovanili, stabiliscono una simbiosi con specifici funghi situati nelle radici, che le riforniscono di azoto e vitamine indispensabili per il loro sviluppo (nella pratica vivaistica vengono somministrate artificialmente).

    Le foglie sono per lo più semplici, allungate e prive di picciolo e nelle forme epifite partono dagli pseudobulbi.

    I fiori sono di forma, colori e dimensioni svariati, solitari o riuniti in infiorescenze, terminali o all'ascella delle foglie.

    Le orchidee sono quasi tutte allogame (cioè ad impollinazione incrociata), per cui in natura mettono in atto tutta una serie di stratagemmi per favorire il contatto del polline con i pronubi (insetti, colibrì, pipistrelli, lumache), dal momento che la scarsa produzione di nettare dei loro fiori non consente di attirarli in altro modo; ad esempio in molte specie hanno un aspetto che ricorda le femmine di certi insetti, oppure altre emanano odori caratteristici che richiamano i maschi e hanno il polline ricoperto da una sostanza vischiosa cosicchè aderisca al loro corpo.

    Le orchidee vengono coltivate per la spettacolare bellezza dei loro fiori; perdonerete l'espressione ma è ricorrente oramai chiamarle il Viagra delle piante. Vengono commercializzate principalmente come fiori recisi; tuttavia, diverse specie e varietà hanno nel complesso un notevole valore ornamentale per cui, allevate in appositi vasi o cestini sospesi, possono creare nei nostri appartamenti un angolo verde di particolare suggestione.




    il linguaggio dei fiori e delle orchidee



    Un'antica leggenda dell'Epiro racconta di un fanciullo bellissimo che si chiamava Orchide al quale erano spuntati due seni femminili. Orchide mano mano che cresceva pur essendo un maschio, assumeva le sembianze femminili diventando sinuoso e delicato. Per questo motivo era evitato sia dalle femmine che dai maschi trovandolo molto diverso da loro. La sua ambiguità fisica si ripercuoteva anche nel suo carattere alle volte timido e schivo e altre volte aggressivo e lussurioso. Un giorno disperato si gettò da una rupe e morì. Improvvisamente nel luogo della sua morte iniziarono a spuntare tantissimi fiori, tutti diversi tra loro ma allo stesso tempo simili nella loro grande sensualità.

    Questo fiori furono chiamati Orchidee dallo sventurato Orchide. Per questo motivo gli efébi ateniesi (un efébo era giovinetto che si affacciava alla maturità ma non ancora uomo) vestiti di bianco cantavano le lodi agli dei con in testa una corona di orchidee.






    L'orchidea è anche stata da sempre considerata una pianta capace di allontanare le influenze nefaste ed in particolare la sterilità tanto è vero che nel Medioevo si usava per fare filtri d'amore.

    I Greci chiamavano l'orchidea "kosmosandalon = sandalo del mondo" per via di alcune specie che hanno il labello rigonfio che rassomiglia ad una scarpa.

    In ogni caso l'orchidea ha ispirato anche il simbolo dell'armonia e della perfezione spirituale come il corpo di Orchide che al di là dell'essere uomo o donna era comunque bellissimo in quanto l'armonia e la bellezza vanno al di là di ciò che la vista può suggerire.




    Edited by gheagabry1 - 24/10/2023, 17:58
     
    Top
    .
  2. gheagabry
     
    .

    User deleted


    Orchidaceae




    639px-BUGA_05_Orchidee_04


    Le Orchidacee (Orchidaceae Juss., 1789) sono una famiglia di piante monocotiledoni, appartenenti all'ordine delle Orchidales (o Asparagales secondo la classificazione APG ).
    I loro fiori sono comunemente chiamati orchidee.
    Questa famiglia è costituita da piante erbacee perenni, alcune delle quali sono in grado di assorbire dall'acqua presente nell'ambiente le sostanze necessarie alla loro sopravvivenza tramite le radici aeree (autotrofia) e capaci anche di nutrirsi assimilando sostanze da organismi in decomposizione (sapròfite).


    La maggior parte delle specie è originaria delle zone tropicali o sub-tropicali di Asia, America centrale e Sudamerica; solo il 15% di esse cresce spontaneamente nelle zone temperate e fredde. Aldilà di questo dato la famiglia può comunque ritenersi cosmopolita essendo diffusa nei cinque continenti, con un areale che si estende da alcuni territori a nord del circolo polare artico, sino alla Patagonia e all'Isola Macquarie, prossime all' Antartide.

    Le Orchidaceae sono in grado di adattarsi ad ogni genere di habitat fatta eccezione per i deserti e i ghiacciai.
    La maggior parte delle specie tropicali cresce sui tronchi degli alberi o sulle rocce (piante epifite).
    In Italia ne crescono spontaneamente circa 29 generi, per circa 189 tra specie e sottospecie.

    I fiori hanno una tipica struttura alata, con un perigonio di tre sepali superiori e tre petali inferiori; uno di questi, detto labello, si differenzia per formato dagli altri in modo da attirare gli insetti impollinatori. Le dimensioni e il colore del labello, unitamente alla forma dello sperone cavo in cui si prolunga la sua base, mutano a seconda delle diverse specie.
    Ogni fiore possiede organi maschili (androceo) e femminili (gineceo), riuniti in un solo corpo colonnare detto ginostemio, talvolta prolungato in un rostello carnoso. Il polline è agglutinato in masse a forma di clava (pollinodi), che si attaccano mediante la base gelatinosa (retinacolo o viscidio) alla testa degli insetti pronubi, permettendo così l'impollinazione dei fiori successivamente visitati.

    orchidee-sul-lago-vandax-bl



    Quasi tutti i fiori di orchidea al momento dello sviluppo compiono una torsione di 180° (resupinazione), così che il petalo posteriore diviene inferiore e il sepalo anteriore diviene superiore. I sepali e i petali laterali sono quasi sempre uguali tra di loro, mentre il petalo centrale (il labello) è sempre diverso e può assumere svariate forme; nello stesso tempo può o meno contenere nettare.

    le-orchidee




    Le foglie delle Orchidacee sono sempre intere e malgrado la loro natura polimorfa hanno una struttura lineare, che a volte può apparire carnosa e di forma tubolare; in questo caso alla base si sviluppano frequentemente dei tuberi con pseudobulbi i quali possono assumere forma corta e arrotondata, appiattita ed ovoidale, oppure lunga e cilindrica; sono tutti organi questi che hanno una funzione di assimilatori di riserva.
    La disposizione delle foglie è alternata o distica: solo di rado si presentano opposte. Possono presentarsi in coppia oppure solitarie e, all'apice degli pseudobulbi, a volte possono anche essere – specie nelle piante che crescono in piena terra - inguainate alla base; possono anche formare delle rosette basali da cui spunta il fiore. Nelle specie saprofitiche le foglie possono essere ridotte a semplici scaglie.


    Le specie tropicali hanno spesso radici aeree carnose, rivestite di un velo radicale detto velamen che consente alla pianta di assorbire l'umidità atmosferica, che si sviluppano alla base delle foglie o fra di esse, e che possono presentare differenti modificazioni e adattamenti alla vita epifitica o saprofitica.
    Le Orchidaceae europee e mediterranee sono invece, con poche eccezioni, specie terricole, con apparato radicale sotterraneo, costituito da rizotuberi o bulbi, da cui si dipartono radichette o radici filiformi. La forma dei rizotuberi può essere tondeggiante o ovaliforme (come per esempio nei generi Ophrys, Orchis e Serapias), o più o meno suddivisa in digitazioni (Dactylorhiza, Platanthera, Spiranthes); in alcune specie sono presenti dei veri e propri rizomi, con radici filamentose (Listeria, Epipactis), in altre possono essere presenti radici coralliformi (Corallorhiza).


    La riproduzione delle Orchidaceae può essere sia sessuata che asessuata.
    La riproduzione sessuata può avvenire sia per impollinazione incrociata, cioè con trasporto del polline dall'antera di un fiore sullo stigma del fiore di un altro individuo, ovvero per autoimpollinazione, cioè il polline passa dall'antera allo stigma dello stesso fiore.

    L'impollinazione incrociata è la modalità di riproduzione più frequente tra le Orchidaceae ed è prevalentemente entomofila, cioè affidata agli insetti. Molte specie di orchidee hanno un rapporto specie-specifico con il loro insetto impollinatore, o insetto pronubo. Paradigmatico di questa stretta interdipendenza è il caso della cosiddetta "orchidea di Darwin" (Angraecum sesquipedale), una specie caratterizzata da uno sperone lungo circa 30 cm, per la quale Charles Darwin postulò l'esistenza di un insetto impollinatore dotato di una spirotromba di analoghe dimensioni [2]. A distanza di circa 40 anni dalla formulazione di una tale ipotesi fu effettivamente scoperto che l'impollinatore era uno sfingide, Xanthopan morgani, dotato di una spirotromba con analoghe dimensioni.

    copertina_orchidee_spontane



    Nonostante in casi sporadici si siano osservate impollinazioni da parte di coleotteri, ditteri, lepidotteri e ortotteri[4], la maggior parte degli insetti pronubi delle orchidee appartengono all'ordine degli Imenotteri, nella stragrande maggioranza dei casi alla superfamiglia degli Apoidei.
    Gli insetti impollinatori possono essere attratti con tre differenti meccanismi:
    attrazione alimentare: è il meccanismo messo in atto dalle specie in grado di produrre il nettare, ricco di sostanze zuccherine, molto appetibili per gli insetti; il nettare è solitamente custodito all'interno dello sperone, la cui forma limita l'accesso ad alcune specie di insetti; il prelievo del nettare porta l'insetto a contatto con le masse polliniche, che aderiscono al corpo dell'insetto mediante specifici organi adesivi detti viscidii o retinacoli.

    stanhopea2



    mimetismo: è il meccanismo messo in atto dalle specie non nettarifere, che attraggono gli insetti o grazie ad un'apparenza del fiore simile a quella di specie nettarifere (è quanto avviene, per esempio, in alcune specie di Orchis come O. mascula) o grazie ad un aspetto del labello che per forma, colore e pelosità ricorda la femmina dell'insetto impollinatore (tale meccanismo è comune a molte specie di Ophrys); le specie che utilizzano il mimetismo sessuale producono spesso feromoni simili a quelli delle femmine dell'insetto impollinatore, inducendo il maschio ad un tentativo di accoppiamento definito pseudo-copulazione; nel far ciò l'insetto entra in contatto con le masse polliniche che aderiscono alla testa (pseudo-copulazione cefalica) o all'addome (pseudo-copulazione addominale).
    trappola di odori: è il meccanismo tipico della scarpetta di Venere (Cypripedium calceolus) che attrae gli insetti nel fondo del labello a forma di tasca grazie a particolari sostanze profumate; nel tentativo di uscire dalla tasca il corpo degli insetti si cosparge di polline vischioso.

    La autoimpollinazione può avvenire con 3 differenti modalità:
    per semplice distacco dei pollinii che cadono sullo stimma sottostante
    per curvatura delle caudicole dei pollinii che depositano il polline sullo stimma sottostante - tale meccanismo si osserva per esempio in Ophrys apifera
    per cleistogamia ovvero per autofecondazione prima ancora che avvenga l'apertura del fiore - tale meccanismo si osserva per esempio in Limodorum abortivum o in Serapias parviflora.

    La riproduzione asessuata, ovvero senza necessità di fecondazione, può avvenire:
    per moltiplicazione vegetativa, con formazione di nuovi individui a partire da una suddivisione dei rizotuberi - tale meccanismo si osserva per esempio in Ophrys bombyliflora, Serapias lingua e Serapias politisii
    per apomissia, cioè con produzione di semi fertili senza necessità di fecondazione - tale fenomeno si verifica, per esempio, in alcune specie del genere Nigritella (ad es. Nigritella rubra).

    Altra caratteristica biologica importante è la necessità, per completare il ciclo biologico di alcune orchidee, della presenza di una micorriza endotrofica che collabori in simbiosi per lo sviluppo del loro seme, il quale al momento della dispersione è privo di albume e con embrione appena abbozzato.

    La famiglia delle Orchidacee veniva suddivisa in passato in due sottofamiglie:
    Diandrae – caratterizzata dalla presenza di 2-3 stami fertili e impollinabili
    Monandrae – caratterizzata dalla presenza di un solo stame fertile.

    Per la maggior parte piante epifite, le orchidacee sono coltivate in particolare nei paesi tropicali e sub-tropicali. Le specie cosiddette terricole (cioè che crescono su un substrato terroso) possono essere coltivate anche nelle zone temperate ma necessitano però di particolari cure e strutture, come serre caldo-umide.

    Edited by gheagabry1 - 24/10/2023, 18:01
     
    Top
    .
  3. tappi
     
    .

    User deleted


    GRAZIE...BELLISSIME
     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    moderatori
    Posts
    43,236

    Status
    Offline
    grazie molto belle
     
    Top
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    Administrator
    Posts
    112,793
    Location
    Milano

    Status
    Offline
    image
     
    Top
    .
  6. almamarina
     
    .

    User deleted


    ORCHIDEA VANDA



    vanda4


    CARATTERISTICHE GENERALI

    Al genere Vanda appartengono circa ottanta specie originarie dell'Arcipelago Malese, della Cina, dell'India, dell'Australia, dell'Indonesia comprese alcune specie originarie delle zone himalayane.
    Il loro nome deriva dalla lingua indiana che vuol dire "gradita alle persone per la loro fragranza, forma e colore".
    Sono le orchidee più EPIFITE che esistano e in alcuni casi anche LITOFITA a sviluppo MONOPODIALE e sono sprovviste di pseudobulbi.
    Le foglie possono avere forme diverse; infatti a seconda della loro conformazione vengono classificate in tre grandi gruppi a cui corrispondono anche esigenze colturali diverse:
    Vanda con foglie piatte, a nastro: con sezione a V dove ritroviamo la Vanda sanderiana, la Vanda coerulea, Vanda luzonica, Vanda merrillii, Vanda tricolor, Vanda dearei, ecc. Sono orchidee che si adattano meglio delle altre ad essere allevate in casa anche se necessitano di sole al mattino per essere poi ombreggiate durante il resto della giornata nei mesi estivi;
    Vanda con foglie cilindriche: In questo gruppo ritroviamo Vanda teres, Vanda hookeriana, ecc. Queste specie di Vanda per crescere hanno necessità di una grande quantità di luce ed infatti crescono molto bene alle Hawai ed in Florida. Sono piante che devono essere allevate all'esterno. In casa hanno poche possibilità di sopravvivere;
    Vanda con foglie intermedie: tra le nastriformi e le cilindriche.
    Le radici di Vanda sono grosse e carnose e si sviluppano dal fusto e raramente sono ramificate. Crescono libere all'aria e questo consente loro, nel loro ambiente naturale, di poter accedere a tutta l'umidità atmosferica possibile. Non amano pertanto i vasi.
    Sono le orchidee ideali per i panieri appesi.
    Le infiorescenze della Vanda sono a spiga e producono dai 10 ai 12 fiori e compaiono lungo l'asse fiorale in sequenza e durano diverse settimane.
    La fioritura può avvenire durante tutto l'arco dell'anno con punte maggiori durante la primavera e l'inizio dell'estate.
    I fiori di Vanda hanno i sepali uguali fra loro e molto aperti, attenuati alla base. I petali sono della stessa forma dei sepali, il labello e a sperone, trilobato e di forma variabile da specie a specie.
    Sono piante che crescono continuamente durante tutto l'arco dell'anno e amano la luce. Hanno bisogno infatti di una grande quantità di luce e se le condizioni sono ottimali, possono fiorire anche tre volte l'anno con fioriture che durano parecchie settimane.
    Le Vanda preferiscono essere allevate su cestini sospesi di legno e con non troppo terriccio tra le radici ed il cestino e con umidità e concimazioni costanti durante l'arco dell'anno.
    La maggior parte delle Vanda ama la luce diretta del sole ed alcune la possono tollerare anche tutto il giorno. In particolare le Vanda a foglie tubolari gradiscono maggiormente la luce solare diretta e per maggior tempo delle Vanda a foglie nastriformi.
    La Vanda può produrre, in genere dal gambo principale, dei germogli laterali che si sviluppano in nuove piantine che emetteranno radici e si svilupperanno indipendentemente dalla pianta madre (comunemente chiamati keiki) che, una volta cresciuti, possono essere staccati dalla pianta madre e allevati autonomamente.
    Le orchidee Vanda si prestano molto bene agli incroci non solo tra le diverse specie dello stesso genere ma anche con generi affini e questo ha consentito di creare una grande quantità di ibridi dalle forme e dai colori più svariati.
    Sono noti gli ibridi ottenuti da incroci tra Vanda x Ascocentrum (famiglia di Orchidee che raggruppa circa una decina di orchidee epifite originarie dell'India, del Nepal e di Taiwan di aspetto simile alle Vanda, ma con dimensioni molto più ridotte ed esigenze colturali meno "estreme"). Gli ibridi ottenuti si chiamano Ascocenda, ed hanno i fiori simili alla Vanda ma conservano le dimensioni e le esigenze colturali dell'Ascocentrum che sono molto limitate.


    TEMPERATURE E VENTILAZIONE

    Come principio generale quasi tutte le specie di Vanda sono a "serra calda" vale a dire alte temperature e molta umidità.

    I limiti termici sono pertanto, d'estate di giorno temperature tra i 28-30°C e di notte 20-25°C; d'inverno di giorno 15-18°C e di notte 12-14°C. Non tollerano per lungo tempo temperature più basse. A queste condizioni crescono continuamente durante tutto l'anno.

    Considerando le alte temperature le Vanda hanno necessità di un'ottima ventilazione per evitare danni alle foglie per il caldo eccessivo.

    LUCE

    La Vanda è un'orchidea che ha necessità di tantissima luce.

    Le necessità sono differenti a seconda che si tratti di Vanda a foglie nastriforme o Vanda a foglie cilindriche.

    Le Vanda a forma cilindrica o semi cilindrica sono quelle che più di ogni altra hanno necessità di luce, devono stare al sole tutto il giorno. Viceversa le Vanda a foglie nastriformi richiedono la luce diretta del sole per alcune ore la mattina, ma non nelle ore di punta. Possono pertanto vivere in serra o dentro casa se comunque viene rispettata la loro necessità di luce.

    Il principale motivo della non fioritura di queste piante è la carenza di luce.


    ANNAFFIATURE ED UMIDITA'

    Le Vanda richiedono notevole umidità e frequenti annaffiature. Se sono allevate in panieri sospesi le annaffiature devono essere quotidiane nel periodo primaverile - estivo. Durante gli altri periodi dell'anno, si annaffia più moderatamente in modo da mantenere le radici umide.
    E' buona norma annaffiare sempre nelle prime ore della giornata, per consentire alle foglie di asciugarsi al sopraggiungere della sera.
    Necessitano di frequenti nebulizzazioni, con acqua a temperatura ambiente e possibilmente non calcarea. Teniamo presente che l'umidità ottimale per questa orchidea è intorno al 80%. Pertanto va nebulizzata quotidianamente se non anche due volte al giorno.


    CONCIMAZIONE

    La Vanda va concimata con generosità. Una volta alla settimana durante il periodo di maggiore crescita, vale a dire in primavera - estate mentre durante gli altri periodi dell'anno una volta ogni due settimane.
    Per questa pianta che fiorisce spesso vanno evitati i concimi con titolo di Azoto più alto che inibirebbero la fioritura ma vanno usati dei concimi bilanciati del tipo 20:20:20 (20 parti di Azoto, 20 parti Potassio, 20 parti di Fosforo) nelle dosi di 1 gr per litro di acqua.
    Per favorire la fioritura una volta al mese è opportuno fare una concimazione con un concima con titolo 10:30:20.

    Data la frequenza delle concimazioni è consigliabile che una volta alla settimana la pianta venga annaffiata abbondantemente solo con acqua in modo da eliminare i sali minerali in eccesso.
    E' fondamentale che le concimazioni siano effettuate con il substrato bagnato per evitare pericolose concentrazioni di sali minerali che potrebbero danneggiare le radici.
    E' importante non lasciare mai asciugare completamente il substrato in quanto si avrebbe una eccessiva concentrazione dei sali minerali.
    Altra cosa importante per le Vanda è quello di seguire un regime di concimazione regolare.


    TIPO DI TERRENO E RINVASO

    La Vanda non ama decisamente i rinvasi e poichè sono piante a sviluppo monopodiale non richiedono spesso questa pratica. Si rinvasa quando il cestino o il substrato si deteriora o quando la pianta è diventata troppo grande per essere contenuta nel suo contenitore.
    La loro sistemazione ideale sono in cestini a listarelle di legno molto duro quali il tek o il cedro che non si deteriorano facilmente o comunque in qualunque supporto che permetta alle radici di respirare e di stare libere, non costrette o inzuppate d'acqua. L'ideale sono i panieri di legno sospesi. Possono essere allevate anche sulle cortecce di sughero con le radici che penzolano nell'aria.

    Per non creare troppo stress alle radici e se il contenitore non è deteriorato è consigliabile mettere il tutto in un contenitore più grande senza togliere le piante dal loro vaso originale. Al momento del rinvaso, con questa soluzione si aggiunge del carbone di legno, del bark e della fibra di felce arborea tra un vaso e l'altro. In questo modo la pianta non ne risente minimamente.
    Se però dobbiamo necessariamente cambiare il contenitore perchè danneggiato o marcio, in questo caso per ridurre al minimo lo stress, è opportuno immergere le radici con il vecchio supporto in acqua appena tiepida in modo da rendere più elastiche le radici e rimuoverle con la massima cautela, usando eventualmente attrezzi puliti e disinfettati (come le mani) e aggiungendo all'acqua un fungicida ad ampio spettro.
    E' fondamentale che il substrato sia sistemato in modo che le radici non stiano strette, che ci sia una buona aerazione e che possa trattenere la necessaria umidità. Facciamo in modo di lasciare le radici libere di sistemarsi e non costringetele avvolgendole.
    I vasi vanno appesi e le radici devono essere lasciate libere di muoversi nell'aria. Se le appoggiate su un ripiano, le radici si attaccheranno ad esso e quando dovrete spostarle, si danneggeranno.
    Il periodo migliore per effettuare il rinvaso è la fine della primavera e l'inizio dell'estate.
    Dopo aver effettuato il rinvaso le piante vanno tenute in leggera ombra fino a quando sono si sono stabilizzate.

    FIORITURA
    Le Vanda essendo piante che crescono continuamente possono fiorire anche 3-4 volte l'anno con fioriture che durano parecchie settimane.
    CURIOSITA'
    Sono coltivate non solo come piante da vaso ma anche come fiore reciso.

    La Vanda Miss Joachim (foto a lato), da Miss Agnes Joachim che nel 1893 la scoprì, è diventata il fiore nazionale di Singapore.
    Alcune specie di Vanda sono molto profumate

    Edited by gheagabry1 - 24/10/2023, 18:03
     
    Top
    .
  7. ZIALAILA
     
    .

    User deleted


    UNA CURIOSITA' ....



    Dall'era dei dinosauri: orchidee in una goccia d'ambra

    image


    Anche i tirannosauri fiutavano le orchidee! È ciò che affermano alcuni biologi dell'Università di Harvard, secondo cui le orchidee sarebbero nate tra 76 e 84 milioni di anni fa, quando il pianeta era ancora abitato dai dinosauri. Molto prima di quanto si pensasse. Sul dorso di un'ape estinta, conservata in una resina, gli scienziati hanno infatti trovato tracce fossili di un'orchidea della specie estinta Meliorchis Caribea. Una successiva analisi molecolare li ha portati alla conclusione che le orchidee abbiano cominciato a fiorire appena dopo la grande estinzione di massa avvenuta tra il Cretaceo e il Terziario. La scoperta pubblicata su Nature mette forse fine al mistero sull'origine di quella che oggi è la più ampia famiglia di piante presente in natura. Perché mentre per le altre piante è facile stabilire le origini, per le orchidee no, a causa della loro concentrazione nelle aree tropicali, dove caldo e umidità prevengono la "fossilizzazione".



    image
     
    Top
    .
  8. tappi
     
    .

    User deleted


    GRAZIE
     
    Top
    .
  9.  
    .
    Avatar


    Group
    moderatori
    Posts
    19,944
    Location
    Zagreb(Cro) Altamura(It)

    Status
    Offline
    i fiori che regalo spesso..
     
    Top
    .
  10.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    moderatori
    Posts
    43,236

    Status
    Offline
    GRAZIE
     
    Top
    .
  11. gheagabry
     
    .

    User deleted




    Angraecum sesquipedale




    image


    Angraecum sesquipedale Thouars, 1822 chiamato volgarmente anche "Angreco" o "Angraco", è una pianta appartenente alla famiglia delle Orchidaceae, nativa del Madagascar.
    È chiamata anche orchidea di Darwin, perché colpì la fantasia del celebre naturalista il quale, analizzando il lungo sperone del fiore di questa orchidea, ipotizzò l'esistenza di un lepidottero con una spirotromba lunga a sufficienza per raccoglierne il nettare. Soltanto 40 anni dopo (Darwin era nel frattempo deceduto) fu individuata come impollinatore di questa specie la falena sfingide Xanthopan morganii praedicta che confermava tale ipotesi.

    È una pianta erbacea alta 30-40 cm, con foglie carnose che crescono appaiate lungo il fusto. Usualmente cresce come epifita sulla corteccia dei rami e dei tronchi degli alberi , ma talora può anche svilupparsi come pianta litofita o anche come semi-terrestre . Possiede lunghe radici aeree, di colore verde-argento. È priva di pseudobulbi.
    I suoi fiori sono di colore bianco-verdastro, molto profumati, soprattutto durante le ore serali. I sepali e i petali formano una grande stella a sei braccia; dalla base del labello parte un grande sperone verdastro, lungo da 25 a 30 cm, la cui estremità è ripiena di nettare.
    Fiorisce da giugno a novembre.

    La morfologia del fiore di Angraecum sesquipedale colpì l'attenzione di Charles Darwin che nel 1862 scriveva :

    « Questa specie, i cui grandi fiori esameri, simili a stelle formate di candida cera, hanno destato nel Madagascar l'ammirazione dei viaggiatori, non può non essere notata. Sotto il labello pende al basso un nettario verde di straordinaria lunghezza e simile ad una frusta. In parecchi fiori, che mi furono spediti dal signor Bateman, ho trovato nettarii lunghi undici pollici e mezzo, e solo la porzione inferiore fino alla lunghezza di un pollice e mezzo ripiena di nettare. Si può domandare, a quale scopo possa servire un nettario di una lunghezza tanto sproporzionata. Io penso che noi arriveremo a persuaderci, che la fecondazione della pianta è condizionata ad una tale lunghezza e alla presenza del nettare solo nella porzione inferiore. Restiamo stupiti che un insetto qualsiasi possa essere capace di raggiungere questo nettare. Le nostre specie inglesi di Sphingidae hanno proboscidi lunghe quanto il loro corpo; ma nel Madagascar devono esistere farfalle notturne la cui proboscide può essere allungata sino a dieci o undici pollici! »




    L'ipotesi di Darwin, sulle prime accolta con sufficienza dagli entomologi, ricevette conferma nel 1873 in seguito alla scoperta in Brasile di alcune specie di sfingidi con spirotromba di dimensioni compatibili. Nel 1871 Alfred Russel Wallace arrivò a proporre che l'insetto impollinatore potesse essere la falena africana Xanthopan morgani , ma solo nel 1903 gli entomologi Lionel Walter Rothschild (1868-1937) e Karl Jordan (1861-1959) individuarono il lepidottero sfingide impollinatore di questa orchidea, descritto come una sottospecie di X. morganii. La falena fu da loro battezzata Xanthopan morganii praedicta, dove l'epiteto praedicta costituiva un riconoscimento alla "predizione" di Darwin. Successivamente la validità della sottospecie malgascia è stata messa in discussione, in quanto assimilabile alla specie continentale.

    È un endemismo del Madagascar, diffuso nelle foreste pluviali della costa orientale dell'isola, in aree con clima caldo ed abbondanti precipitazioni, dal livello del mare sino a circa 100 m di altitudine.


     
    Top
    .
  12. tappi
     
    .

    User deleted


    GRAZIE
     
    Top
    .
  13.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    Administrator
    Posts
    112,793
    Location
    Milano

    Status
    Offline

    TEMPERATURA E VENTILAZIONE DELLE ORCHIDEE

    TEMPERATURA

    La temperatura regola il ritmo di vita della pianta: una temperatura troppo bassa rallenta i ritmi vitali mentre una temperatura troppo alta li aumenta facendo aumentare la respirazione e conseguentemente viene inibito lo sviluppo della pianta.

    La temperatura ottimale delle orchidee varia da specie a specie e saranno prese in dettaglio nelle schede delle singole specie. In generale possiamo affermare che tutte le orchidee, essendo piante originarie di climi tropicali, necessitano di caldo.

    Le temperature ottimali per le orchidee Cymbidium, Oncidium, Masdevallia, Miltonia, Odontoglossum, Paphiopedilum sono:
    - temperatura massima di giorno: 27 °C
    - temperatura minima di notte: 10 °C

    Le temperature ottimali per le orchidee Cattleya, Dendrobium, Brassavola, Epidendrum, Laelia sono:
    - temperatura massima di giorno: 30 °C
    - temperatura minima di notte: 13 °C

    Le temperature ottimali per le orchidee Phalaenopsis, Vanda sono:
    - temperatura massima di giorno: 32 °C
    - temperatura minima di notte: 15 °C



    Edited by gheagabry1 - 24/10/2023, 18:04
     
    Top
    .
  14. gheagabry
     
    .

    User deleted


    Calypsoeae



    istockphoto-628836172-612x612



    Calypsoeae Dressler, 1979 è una piccola tribù di piante spermatofite monocotiledoni appartenenti alla famiglia delle Orchidaceae composta circa da una dozzina di generi e oltre 70 specie.

    Il nome di questa tribù (Calypsoeae) deriva dal nome greco della ninfa marina Calipso che intrattenne (e nascose) Ulisse per diversi anni durante il suo lungo viaggio di ritorno da Troia verso Itaca. Questo nome è stato ripreso dal suo genere più importante (Calypso - “genere tipo”), denominazione a sua volta creata dal botanico britannico Richard Anthony Salisbury (1761 - 1829) nel 1806 probabilmente alludendo alle località piuttosto nascoste nelle quali si trovano queste piante.
    Questa tribù venne creata dal botanico studioso soprattutto delle orchidee Robert Louis Dressler (1927 - ) in una pubblicazione (Selbyana) del 1979.



    I dati morfologici si riferiscono principalmente ai due generi europei: Calypso e Corallorhiza.
    Sono piante non molto alte. La forma biologica prevalente è geofita rizomatosa (G rhiz), ossia sono piante perenni dotate di rizoma, un fusto sotterraneo dal quale, ogni anno, si dipartono radici e fusti aerei. Sono orchidee terrestri in quanto contrariamente ad altre specie, non sono “epifita”, ossia non vivono a spese di altri vegetali di maggiori proporzioni.

    Le radici sono secondarie da rizoma oppure sono assenti (piante provviste nel sottosuolo di solo rizoma). Queste piante vivono in simbiosi con altri organismi per cui le radici sono ricche di ife fungine (le stesse che servono a far germogliare i semi – vedi “Riproduzione”). Questo particolare tipo di micorriza endotrofica si chiama “micotrofia”



    Fusto
    Parte ipogea: la parte sotterranea del fusto consiste in rizomi carnosi a forma conica, oppure in bulbi (pseudobulbi).
    Parte epigea: la parte aerea del fusto può essere afilla, in tutti i casi è semplice, glabra ed eretta. In alcuni generi (Corallorhiza) il fusto è di colore bruno-rossiccio in quanto povero di pigmento fotosintetico – clorofilla.


    Le foglie sono poche oppure sono assenti (generi Corallorhiza, Wullschlaegelia e in parte Yoania), in questo caso sono sostituite da alcune guaine squamose di colore bruno-rossastro. Queste piante non avendo foglie verdi sono saprofite (non sono quindi capaci di produrre sostanze organiche tramite la fotosintesi clorofilliana). Nelle piante con foglie la lamina fogliare a forma più o meno lanceolata è quella tipica delle Monocotiledoni, ossia con nervature longitudinali (parallelinervie), mentre sulla superficie possono essere presenti dei peli (generi Calypso, Govenia, Tibulaira e altri) oppure assenti (Aplectrum). Alcune specie (genere Tipularia) producono le foglie in autunno, rimangono persistenti in inverno e appassiscono in primavera. L'anatomia degli stomi di queste foglie è spesso studiata a fondo in quanto presenta delle caratteristiche utile per la filogenesi.




    L'infiorescenza è una spiga semplice con pochi (1 o 2 fiori - infiorescenza lassa) o tanti fiori (40 fiori - infiorescenza densa). I fiori possono essere sia grandi (Capypso) che piccoli (Corallorhiza). In genere sono inoltre posti alle ascelle di brattee sia di tipo fogliaceo che squamiforme e membranose. I fiori possono essere resupinati, ruotati sotto-sopra tramite torsione dell'ovario, in questo caso il labello è volto in basso; oppure no.

    Il frutto è una capsula a forma più o meno ellissoide. Al suo interno sono contenuti numerosi minutissimi semi cilindrico-fusiforme. Questi semi sono privi di endosperma e gli embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto formati da poche cellule. Queste piante vivono in stretta simbiosi con micorrize endotrofiche, questo significa che i semi possono svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di funghi micorrizici (infestazione di ife fungine). Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno poche sostanze di riserva per una germinazione in proprio

    La riproduzione di queste piante avviene in due modi:
    per via sessuata grazie all'impollinazione degli insetti pronubi ( imenotteri, ditteri e coleotteri); la germinazione dei semi è tuttavia condizionata dalla presenza di funghi specifici (i semi sono privi di albume – vedi sopra). Queste piante possono anche essere autogame.
    per via vegetativa in quanto il rizoma possiede la funzione vegetativa per cui può emettere gemme avventizie capaci di generare nuovi individui.



    La tribù delle Calypsoeae appartiene alla sottofamiglia chiamata Epidendroidea (una delle cinque sottofamiglie in cui è suddivisa la famiglia delle Orchidaceae – si tratta del gruppo più numeroso con circa 4/5 delle specie dell'intera famiglia) che da un punto di vista filogenetico (insieme alla sottofamiglia delle Orchidoideae) rappresentano l'ultima fase dello sviluppo delle Orchidee. Insieme alla sottofamiglia più primitiva delle Vanilloideae (priva di pollinii) fanno parte del ben distinto clado delle “Monandrae” (vecchia definizione di sottofamiglia delle Orchidee) caratterizzato dalla presenza di un solo stame fertile. Mentre la presenza dell'antera inclinata sopra l'apice del ginostemio e provvista di becco è un carattere tipico delle Epidendroideae e quindi delle Calypsoeae



    Attualmente la tribù delle Calypsoeae, in base alle ultime analisi sia morfologiche che molecolari, viene divisa in due gruppi:
    primo gruppo: Aplectrum, Corallorhiza, Cremastra, Govenia e Oreorchis;
    secondo gruppo: Calypso, Changnienia, Tipularia e Yoania.

    Molti generi della tribù Calypsoeae sono monotipici come Aplectrum, Calypso e altri, mentre il genere più ampio è Govenia con una ventina di specie.
    La tribù comprende i seguenti generi:
    Aplectrum Nutt. (1818) - 1 specie
    Calypso Salisb. (1806) - 1 specie
    Changnienia S.S.Chien (1935) - 1 specie
    Corallorhiza Gagnebin (1755) - 11 specie (unica specie presente sul territorio italiano: Corallorhiza trifida)
    Cremastra Lindl. (1833) - 3 specie
    Dactylostalix Rchb.f. (1878) - 1specie
    Ephippianthus Rchb.f. (1968) - 2 specie
    Govenia Lindl. (1832) - 19 specie
    Oreorchis Lindl. (1859) - 18 specie
    Tipularia Nutt. (1818) - 7 specie
    Yoania Maxim. (1873) - 3 specie
    Wullschlaegelia Rchb.f. (1863) - 3 specie

    Edited by gheagabry1 - 24/10/2023, 18:06
     
    Top
    .
  15.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    moderatori
    Posts
    43,236

    Status
    Offline
    GRAZIE GABRY
     
    Top
    .
35 replies since 11/9/2010, 15:18   11987 views
  Share  
.