FIORI, ALBERI....CURIOSITA' e NEWS

..... un po' di tutto sul pianeta verde....

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  1. gheagabry
     
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    “Il Pesco è un albero originario della Cina, dove è considerato simbolo d’immortalità, ed i cui fiori meravigliosi sono stati celebrati da poeti, pittori e cantanti. Dal lontano oriente, il pesco giunse al seguito delle carovane sino in Persia, da cui il cultivar prende il nome, e grazie ad Alessandro Magno, si diffuse in tutto il bacino del Mar Mediterraneo. In Egitto la pesca era sacra ad Arpocrate, dio del silenzio e dell’infanzia, tanto che ancora oggi le guance dei bambini vengono paragonate alle pesche, per la loro morbidezza e carnosità. Il frutto arrivò a Roma nel I secolo dopo Cristo.“

    Ancora oggi per noi il fiore di pesco ha un valore di purezza e semplicità.
     
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  2. gheagabry
     
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    Narciso



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    Il significato di questo fiore, ovvero autostima, vanità ed incapacità d'amare,

    medicina

    La pianta fresca in fiore viene usata in omeopatia per curare le infiammazioni delle mucose. Nella medicina popolare era usato come emetico. L'uso per scopi curativi deve erssere effettuato soltando dietro prescrizione medica.

    letteratura e mitologia

    Ovidio narra del Dio del fiume che violò la ninfa Liriope, così la fanciulla partorì Narciso. Questo magnifico adone fù condannato ad amare solo la sua immagine e per la disperazione morì, al posto del suo corpo trovarono il fiore del Narciso. Il Narciso riappare negli Inni omerici come fiore, nell'ambito del rapimento di Persefone. Solare è il simbolismo che assume nella bibbia, dove il Narciso ed il Giglio simboleggiano la primavera.

    in giro per il mondo

    In Cina il Narciso è simbolo di prosperità e felicità e viene donato in segno augurale di buon anno.













    OLANDA



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    Con i suoi 16 milioni di abitanti l'Olanda è uno dei Paesi più piccoli del mondo. Si trova nell'Europa Occidentale, fra la Germania (a Est) e il Belgio (a Sud) ed è lambita dal Mare del Nord (a Ovest). La sua capitale è Amsterdam.


    É rinomata per i fiori, i mulini a vento e le dighe. I campi di fiori nelle province settentrionali e meridionali sono al massimo del loro splendore in aprile e in maggio, quando sbocciano tulipani, narcisi e giacinti. L'Olanda produce il 55% dei fiori coltivati a scopi commerciali nel mondo ed esporta oltre l’80% della produzione mondiale.
    La coltivazione dei bulbi da fiore a scopo commerciale iniziò a Haarlem e nell'area circostante circa 400 anni fa. In seguito, la coltivazione si estese al nord e ancora di più verso sud. L'area fra Haarlem e Leida prese il nome di "De zuidelijke bollenstreek", il distretto dei bulbi. Per molti anni una grossa fetta della popolazione si guadagnò da vivere con i bulbi, lavorando nei vivai, nell'esportazione e nelle industrie dell'indotto. La città di Lisse, che si considerava al centro dell'area, vantava sui timbri postali: "Lisse, il centro del distretto dei bulbi".
    Oltre a questo, un secondo distretto si sviluppò durante la Prima Guerra Mondiale nell'area più settentrionale della provincia del nord, il polder Anna Paulowna. Inizialmente furono le grandi società vivaistiche ed esportatrici ad acquistare i terreni, a prezzi molto inferiori rispetto a quelli del distretto dei bulbi. Una vera e propria espansione dell'industria dei bulbi in questa regione si ebbe dopo la Seconda Guerra Mondiale. Dopo il 1945 nacque un nuovo centro nell'Noordoostpolder, il polder del nordest, dedicato a tulipani, gladioli e lilium.

     
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  3. gheagabry
     
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    Amicizia e fiori



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    Così come l’esistenza umana è in un giardino in Terra che, senza fiori, è desolato e incolore, altrettanto è la vita senza amici. L’uomo, in quanto essere comunicativo, solitamente tende a instaurare un rapporto di amicizia spinto dal bisogno inconscio di soddisfare il suo istinto a socializzare. Gli amici giocano un ruolo prezioso nella nostra vita e possono diventare tali nell'infanzia, oppure come compagni di scuola, colleghi di lavoro, vicini di casa, in vacanza, ma anche nei modi più impensati. Ogni giorno è adatto per ricordare loro che significano molto per noi, quanto veramente li apprezziamo e il legame speciale che ci lega, ma l’espressione più eloquente è quella fornita dal linguaggio dei fiori.

    L’amicizia e i fiori aggiungono un elemento di bellezza alla nostra quotidianità. I fiori possiedono un loro linguaggio speciale per dare voce alle profonde emozioni e ai sentimenti di riconoscenza verso un caro amico che non si riescono a spiegare a parole. Una composizione floreale può trasmettere loro il nostro messaggio di affetto incondizionato come in un tenero abbraccio, racchiudendo tutti quei momenti indimenticabili di divertimento e di risate, di segreti condivisi, di tempo trascorso insieme nei periodi più difficili. Come i fiori freschi, anche il legame particolare delle amicizie ha bisogno di cure per rivivere i momenti gioiosi o complessi della propria vita trascorsa insieme agli amici. Un mazzo di fiori freschi si consegna sempre con un sorriso, lo si riceve allo stesso modo ed è già di per sé un segnale amichevole. Con la loro moltitudine di colori, i diversi fiori testimoniano quello che proviamo e diventano una metafora delle sfaccettature dell’amicizia: la tonalità blu rappresenta la lealtà, il verde indica la vitalità, il giallo sprizza di gioia, il rosso tende al romanticismo. Fiori tradizionali dell’amicizia sono il Geranio rosa, o le Rose e i Tulipani, che si trovano in tutte le stagioni, quelli luminosi che irradiano letizia come le Margherite o i Girasoli. A un amico raffinato si potrà regalare una composizione di fiori tropicali ed erbe esotiche, a un’amica con l’hobby del giardinaggio sarà gradito inviare un innaffiatoio retrò contenente fiori di campo raccolti da un fiocco di rafia, se è romantica si potrà scegliere per lei un cesto in stile country stracolmo di fiori classici (margherite, rose, ecc.). Si può invece personalizzare ancora di più il proprio dono floreale individuando la varietà che sia l’espressione più eloquente per indicare il tipo di amicizia secondo la simbologia del linguaggio dei fiori.

    Mentre le Rose rosa o arancio esprimono con delizia i nostri sentimenti per un amico in qualunque momento dell’anno, e una rosa Tea gialla con i petali bordati di rosso indica amicizia e innamoramento, la rosa gialla è diventata il fiore simbolo della popolare tradizione della ‘Giornata Internazionale dell’Amicizia’ che si celebra con entusiasmo, a livello nazionale, ma non ufficiale, in numerosi Stati e culture nel mondo (Stati Uniti, India, Bangladesh, Malesia, ecc.), in diversi modi e date stabilite. Il fiore di rosa è stato scelto in giallo per il motivo che così accende il cuore dichiarando quanta gioia e felicità ti arrechi quell’amico in particolare, gli ricorda quanto gli si vuole bene e gli si chiede di pensarci, ma invia anche un messaggio di speranza per un nuovo inizio. Nel corso degli anni, nei diversi Paesi, i giovani di entrambi i sessi hanno iniziato a scambiarsi a vicenda, con tutti i loro amici, dei mazzi di rose gialle fresche, mentre in India, per esempio, si regalano anche composizioni di Orchidee bianche e viola oppure di Rose rosa insieme a dolci al cioccolato. I fiori rientrano tra i doni, insieme ai biglietti di auguri e ai braccialetti, in occasione del ‘Giorno dell’Amico’ (Día del Amigo), che si tiene ogni anno il 20 luglio in un centinaio di nazioni (Argentina, Brasile, Uruguay, ecc.).


    Simbologia


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    Un messaggio di amicizia è inviato dai fiori di Acacia, di Glicine, dalla pianta dell’Amaranto, dall’Agave e dal Cedro bianco, mentre la Gerbera è uno dei più radiosi per esprimerla, soprattutto se è riferita a un’appartenente al sesso femminile. Un mazzo di Garofani rosa raffigura in maniera eloquente l'importanza di questo sentimento, insieme al senso di apprezzamento e ammirazione. Con il Non-ti-scordar-di-me si ricorda all’amico che lo si racchiude nel cuore. Il delizioso fiore dell’Alstroemeria (o Giglio peruviano o degli Incas) ha la caratteristica di illuminare con i suoi colori brillanti e di essere di lunga durata, per cui riscalda il cuore dell’amico che lo riceve, gli testimonia una profonda amicizia, la fiducia in questo legame duraturo e gli offre sostegno. L’amico onnipresente nel momento del bisogno è rappresentato dal Bucaneve, primo fiore dell’anno a spuntare, per poi restare aperto a lungo. La pianta rampicante sempreverde dell’Edera, affascinante ed idilliaca sui muri dove cresce con tenacia affondando le radici resistenti in profondità in modo, rappresenta la fedeltà nell’amicizia, nell’affetto e nell’amore. L’Orchidea di rara bellezza è il simbolo delle amicizie sincere nella cultura degli indigeni hawaiani mentre, in Occidente, l’infiorescenza a ventaglio e leggermente profumata dell’Iris impersona quella molto significativa. Il fiore blu di Pervinca (o Vinca), che spicca splendente tra il lucido fogliame verde scuro, indica un’amicizia precoce, quello della varietà bianca la ricorda con piacere. La Zinnia dai fiori quasi rotondi, scoperta in Messico dai primi esploratori europei, coltivata in diverse varietà colorate a partire dal XX secolo, è il simbolo della costanza, dell’affetto duraturo e del pensiero per l’amico lontano. Il fiore della pianta di Crisantemo – il cui nome deriva dal greco e significa ‘fiore d'oro’ – di grandi dimensioni, dai lunghi petali sovrapposti, ammirato universalmente, è il simbolo tradizionale dell’amicizia meravigliosa in Giappone, in onore del ‘Trono del crisantemo’ dell'Imperatore sul quale era istoriato. Questo fiore esprime anche un messaggio di allegro ottimismo, gioia, abbondanza, ricchezza, speranza, tanto che i giapponesi ne depongono un petalo sul fondo di un bicchiere di vino in augurio di una vita lunga e sana. In particolare, i crisantemi di colore giallo, che illuminano con una calda luce confortante, sono collegati agli ideali di una lunga relazione affettiva e fedele.






    Cultura



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    In ogni epoca, a partire dall’antichità, l’amicizia ha ricoperto un ruolo antropologico unico, senza eguali, ed è stata considerata una delle esperienze umane più fondamentali. Numerosi proverbi, miti e scritture religiose dimostrano che è stata considerata un valore inestimabile fin dall'inizio del mondo civilizzato. Il Fiordaliso (o Centaurea) – simbolo tradizionale di amicizia, tenerezza, affidabilità, fedeltà – era anche sinonimo di rinnovamento, dato che un tempo ricresceva ogni anno a tempo alle colture e spiccava tra i campi con le sue infiorescenze di un blu vivace. Di antica origine è anche proverbio ‘Chi trova un amico trova un tesoro’, ma ne esistono innumerevoli altri, per esempio quello che ricorda ‘L'amico si conosce al bisogno’.

    Nella mitologia greca troviamo coppie di amici come Achille e Patroclo, Teseo e Piritoo. In uno dei maggiori poemi epici della mitologia indù e dei testi sacri, il Mahabharata, la Divinità Krishna spiega che l'amicizia è costituita da un insieme di affetto, amore, fratellanza, protezione, orientamento, intimità, oltre a molto altro. L’arciere Bhishma spiega a Yudhisthira quali sono le caratteristiche e l’affidabilità dei veri amici: sono felici di vederti tale e condividono la tua tristezza, non sono mai invidiosi dei successi che riporti e si preoccupano delle avversità che potrebbero a colpirti. La Sacra Bibbia della religione ebraica e cristiana induce a riflettere su come i legami di amicizia costituiscano il fondamento della fede umana, della fiducia e della compagnia. Nell’Antico Testamento, sono rilevanti le storie di amici e del loro affiatamento come quelle di David con Gionatan e con Barzillai, così come tra Ruth e Naome. Il Nuovo Testamento esemplifica, attraverso il rapporto tra Gesù – puro esempio di un amico vero, avendo dato la Sua vita per tutti i propri ‘amici’– e suoi discepoli, come le amicizie possano sempre nascere e crescere. Il Vangelo secondo Giovanni riporta, tra l’altro, ‘Leali sono le ferite di un amico, ingannevoli i baci di un nemico’.




     
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    GRAZIE
     
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  5. gheagabry
     
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    Le piante hanno una vita insospettata. Reagiscono alla musica, ai campi elettromagnetici, alle emozioni della gente. Penserete si tratti di congetture da casalinga che parla alle piante di casa. Non è così. Da tempo si svolgono esperimenti in tal senso alcuni dei quali molto sorprendenti. Alcuni scienziati hanno collegato apparecchiature solitamente usate per registrare le reazioni umane alle piante registrando fatti che non si sarebbero aspettati. Attraverso la macchina della verità le piante hanno rivelato di possedere emozioni e perfino memoria e di poter percepire sensazioni anche a notevole distanza dalla fonte.

    Queste ed altre teorie sono contenute nel libro “La vita segreta delle piante” che, a ragione, è ritenuto un must da chiunque abbia una visione della natura non del tutto materialistica. Il libro è un po’ datato (uscì nel 1973) ma resta comunque attuale. Nei suoi numerosi capitoli tratta diversi argomenti sintetizzando oltre duecento anni di esperimenti e teorie. Ci si rivela un mondo incredibile, dove quelle creature che da sempre sono considerate poco più che oggetti vengono rivalutate e messe al posto d’onore che spetta loro.

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    In particolare ho trovato interessanti alcuni punti. Molto ben fatto è il capitolo sulla percezione della musica da parte dei vegetali. Le piante amano la musica classica e odiano il rock. Messe in ambiente dove veniva diffusa della musica hanno reagito crescendo in maniera diversa rispetto agli esemplari di controllo che vivevano nelle stesse condizioni ma senza musica. Quelle che sentivano la musica classica sono cresciute più del normale mentre quelle che ascoltavano rock sono cresciute in un primo tempo per poi soffrire e morire. L’analisi si spinge oltre divagando sull’effetto delle diverse melodie in base alla loro struttura armonica e alla struttura della pianta stessa. Come reagirebbe una pianta dicotiledone, che cresce con un modello matematico di base cinque, se sottoposta a una musica basata su intervalli di terza? E viceversa una monocotiledone che cresce con modello in base tre?

    Altrettanto interessante è il discorso sulla connessione tra salute e crescita delle piante e degli organismi viventi in generale e le radiazioni. C’è, da quel che risulta, tutto un mondo di radiazioni dietro alla vita. molti esperimenti dimostrano come radiazioni di vario tipo possano sanare o uccidere un essere vivente fino ad evitare l’uso di pesticidi sulle colture. Gli autori, Peter Tompkins e Christopher Bird, parlano anche di analoghi esperimenti fatti su esseri umani e animali con risultati notevoli.

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    Al di là però dei fatti raccontati e degli esperimenti, ciò che risulta rivoluzionario nel libro è l’aspetto filosofico. Molti degli esperimenti fatti denunciano delle differenze a seconda dell’operatore. Una simile soggettività lede la ripetibilità del fenomeno così come concepita dalla scienza ufficiale. Per questo l’accademia si rifiuta di prendere in considerazione alcuni risultati benché evidenti. Già nel 1973 si denuncia quello che sempre più fisici sostengono: non si può continuare a considerare la natura solo dal punto di vista oggettivo, in una visione materialistica che vorrebbe ridurre l’universo a un semplice ammasso di fenomeni fisici o chimici. Le reazioni del mondo accademico, spesso incapace di andare oltre i propri pregiudizi è stato spesso, come dicono gli autori, forte e feroce, combattuto non con tesi scientifiche ma con la diffamazione degli autori degli esperimenti. Purtroppo molti scienziati attuali non differiscono da quegli astronomi che si rifiutarono di verificare le tesi di Galileo. Altrettanto accanita è stata la guerra sferrata contro queste novità dalle autorità spesso spinte dalle grosse ditte produttrici di prodotti chimici e farmaceutici. Un apparecchio basato su onde elettromagnetiche usato per curare il cancro dimostrò risultati incoraggianti. Nonostante questo fu bandito e messo illegale.

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    Anche da un punto di vista ecologico il libro ha diversi risvolti. Si parla lungamente della coltivazione biologica e biodinamica e dei suoi effetti. I prodotti così coltivati sono più sani e portano a una vita migliore anche chi se ne nutre. Particolare risalto viene dato


    Rudolf Steiner, creatore della coltivazione biodinamica.
    alla teoria biodinamica di Rudolf Steiner che fonde la coltivazione biologica con concetti astrologici e fasi lunari che influenzerebbero positivamente le piante.

    Leggiamo:

    “Forse si avvicina il tempo in cui gli arbitri della politica nutritiva e agricola, che hanno costretto tutta la vita naturale, dai più piccoli microrganismi agli esseri umani, ad accettare una valanga di prodotti chimici al punto che l’unica risorsa contro i prodotti alimentari adulterati sta nel coltivarsi il proprio orticello in condizioni naturali, dovranno ascoltare i profeti che hanno lanciato un allarme contro l’avvelenamento chimico del suolo fino dall’inizio del secolo.”

    Era il 1973 quando gli autori dicevano questo. ora la situazione è cambiata. In peggio.

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    Da quel che ho detto fin qui potrebbe sembrare che “La vita segreta delle piante” sia un libro disordinato, un accozzaglia caotica di informazioni e temi diversi. In realtà è un testo armonico, di facile e piacevole lettura, dal quale traspare una visione olistica del mondo, della natura e dell’uomo, visione che forse dovremmo abbracciare per salvarci da una catastrofe ecologica sempre più vicina e sempre più inevitabile. Il libro è permeato di un ottimismo tipico dell’epoca, di una fiducia nell’umanità che purtroppo gli anni seguenti dovevano smentire. Gli autori sembrano essere certi che la società degli anni settanta stava cominciando a prendere coscienza delle problematiche ecologiche e si stava avviando verso un mondo migliore e più pulito. Sappiamo benissimo come è andata a finire. Il fatto che questo libro rimanga attuale nella descrizione di certi problemi dimostra tanto la validità del testo
    quanto la stupidità dell’uomo.

    Concludendo ne consiglio a tutti la lettura. Non è un libro per giardinieri o amanti delle piante. È un libro davvero per tutti, un libro che sa far riflettere


     
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  6. gheagabry
     
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    IL GALATEO DEI FIORI

    I fiori hanno il loro galateo che suggerisce alcune regole generali da tenere in considerazione tutte le volte che si intende regalare un fiore o un mazzo di fiori.
    Ecco alcuni suggerimenti per evitare di commettere errori.

    Il fiore giusto

    In alcune occasioni i fiori devono avere una certa importanza e allora la scelta cade sulle orchidee. In questo caso è meglio scegliere piccole orchidee su un lungo ramo: sono le più eleganti e leggere, anche se avranno una durata inferiore rispetto alle specie a grande fiore.
    L'orchidea può essere donata anche da sola soprattutto se in una elegante confezione.

    Un grande mazzo o un grazioso bouquet?

    Regalare mazzi enormi, soprattutto se particolarmente ingombranti, non è di buon gusto.
    Steli di rosa legnosi alti oltre un metro non serviranno; è meglio scegliere un piccolo bouquet, confezionato con cura, magari con qualche rosellina mignon. Qualche eccezione può essere fatta con la persona amata, alla quale anche un singolo fiore sarà sempre gradito.

    Fiori recisi o pianta verde?

    Non tutti amano i fiori recisi e spesso, se non si conosce bene il destinatario, è preferibile scegliere una bella pianta da appartamento o da balcone.
    Ad un professionista o ad una persona di riguardo che si desideri ringraziare è comunque sempre più opportuna la classica pianta verde.
    Attenzione anche ad omaggiare fiori ad una persona malata: in tale circostanza evitare assolutamente fiori profumati, preferendo, senza dubbio, specie completamente inodori o una pianta verde.

    L'importanza del colore……..

    Una certa attenzione va posta nella scelta del colore, perché anche a questo viene attribuita una certa simbologia.
    Le corolle rosse, in particolare se di rosa, hanno un significato ben preciso, quello di amore ardente.
    Attenzione anche a non regalare un fiore giallo alla fidanzata, perché è simbolo di tradimento.
    Il bianco, di solito, è invece riservato alle spose, o a ricorrenze quali battesimi, comunioni o cresime, ma è comunque sempre un colore raffinato.
    A Natale l'usanza vuole che la scelta cada sul colore rosso: tutto ciò che si trova di quel colore porta allegria.
    Nessun particolare problema, infine, per gli altri colori (rosa, azzurro, blu, giallo, arancione e lilla); hanno anch'essi un preciso simbolismo, ma in genere non presentano controindicazioni.

    ……. e del numero dei fiori: meglio dispari

    Come già accennato, un solo fiore è in genere indicato solo per la persona amata come simbolo d'affetto. In questo caso sarà apprezzata qualsiasi specie, anche una semplice violetta raccolta dal ciglio di un fosso.
    Nella maggior parte dei casi si regalano mazzi o grandi bouquet nei quali, chi li riceve, ben difficilmente va a contare il numero dei fiori, ma in alcune circostanze particolarmente sentite (anniversari, fidanzamenti, etc.) possono bastare pochi fiori, purché rari e pregiati.
    Se si offre un mazzo di fiori di una sola specie sarebbe comunque meglio che il numero dei fiori fosse dispari, soprattutto se il destinatario è un po' superstizioso.

    Fiori anche agli uomini

    Anche agli uomini possono essere regalati fiori, purchè si evitino fiori fragili, dal significato romantico e di colori tenui. I colori devono essere decisi (rosso, giallo o arancio) così come deciso deve essere il disegno della corolla (tulipani, anthurium rossi o sterlizie).
    Andranno bene anche le rose purchè di colore vivace. Anche la confezione dovrà essere appropriata, evitando nastrini di velluto o di seta, ma preferendo una fettuccia di cotone opaco, possibilmente in accordo con il colore dominante dei fiori.
    Per i medici e gli altri professionisti, in ogni caso, una pianta verde rappresenta sempre un omaggio ben gradito da sistemare nell'anticamera, soprattutto se si tratta di una specie non particolarmente esigente di cure specifiche.



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  8. gheagabry
     
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    Sempre da che mondo è mondo ci è stato detto e tramandato anche dai nostri nonni che solamente le Rose rosse significano amore e passione, ma adesso anche il linguaggio dei fiori si è stravolto, non solo Rose rosse, ma se dobbiamo fare una bella dichiarazione d’amore ad un ragazzo altri fiori si sono inclusi nella nostra romantica lista.
    Ma di che fiori stiamo parlando? Stiamo parlando dei Tulipani.
    Sapete che nell’antica Persia regalare un Tulipano ad un uomo era segno d’amore ed era come fargli una dichiarazione di un amore vero e sincero?
    O se siete felicemente sposati il Tiglio è il simbolo d’amore tra marito e moglie?
    O se invece un ragazzo ti dona un Ribes sai cosa vuole dire? Che sei semplicemente deliziosa.
    Se invece ti dona un Garofano ti giura amore profondo.



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  9. gheagabry
     
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    Fior di giaggiolo è fior di tenerezza
    Fior di lillà è fior di cortesia
    Il ranuncolo è il fiore del sospiro
    Il ciclamino è il bacio
    E la violetta una carezza lieve
    La dalia è l’ossessione
    E il gelsomino l’insonnia
    Il fior dell’abbandono è la camelia
    Quello del melo la malinconia
    Il croco bucaneve è come il sogno
    La margherita è il dubbio
    L’anemone è il fior della pazzia
    Ed il giacinto quello del dolore
    Fiore di loto è il fiore dell’oblio
    La passiflora ha la passion nel nome
    La Bougainville è il fiore del ricordo

    Il rododendro il fior di gelosia
    L’ambiguità è la calla
    E il desiderio l’iris
    E l’orchidea il piacere
    Il tarassaco è il fiore del rimpianto
    Come il geranio è quello dell’attesa
    Dell’amarezza il fiore è la genziana
    Di vanità il narciso
    Nontiscordardime è il fior dell’ansia
    Il fiore del capriccio è la petunia
    E quel di devozione il girasole
    Il tulipano è il fiore del possesso
    Fior di dolc ezza è il bottoncino d’oro
    L’adorazione è il giglio
    Trepidazione la fresia
    La stella alpina è il fiore del mistero

    Fior di magnolia è fior di consunzione
    Fiore di pesco è fiore di speranza
    Il fior di ginestra è la poesia
    E quello della morte il crisantemo
    Ma quello dell’averno è l’asfodeo
    Fiore di cactus è fiore d’eroismo
    Fior d’oleandro è fior di malattia
    il gladiolo è fior dell’astinenza
    e quello del languore la bignonia
    la viola del pensiero è fior fastanticante
    la viola mammola è fior di timidezza
    la violaciocca è fior di frenesia
    ma per lo struggimento è la peonia
    come il garofano per il turbamento
    l’erica è il fiore degli highlanders

    fiore d’incantagione è la ninfea
    fior di cicliegio fiore dell’affetto
    fior di nasturzio fiore dell’affanno
    fior d’amaranto fiore foscoliano
    fiore d’arancio fiore di sponsali
    e la gardenia è la galanteria
    e il glicine è l’angoscia
    e la begonia il pianto
    l’olea fragrans ha i fiori dell’ipnosi
    ma il delirio è tutto dell’ortensia
    il mandorlo ha il fior della promessa
    la bocca di leone è l’ardimento
    la primula il presagio
    la clematide è il fiore dell’addio
    e la campanula il fior degli umiliati
    più bello della gerbera, che è orgoglio

    l’aconito è dei lupi
    dei gatti nipitella
    la tamerice è amica dei gabbiani
    ma la sassifraga vuole solo il falco
    il fiore del tormento è il biancospino
    il fiordaliso è un pegno
    e la lavanda inganno
    fiore d’ibisco è il fiore del sorriso
    fior di gaggia è il fiore dell’abbraccio
    il capelvenere è il fiore degli annegati
    e con il tradimento sta l’euforbia
    assegnata alle donne è la mimosa
    ma il colore dei vezzi è della fucsia
    il fiore del sonno è lo stramonio
    l’arnica è la bugia pietosa
    ma il colore dei vezzi è della fucsia

    il fiore del sonno è lo stramonio
    l’arnica è la bugia pietosa
    e la credulità il mughetto
    la tuberosa è fior di stordimento
    la commozione sta nella pervinca
    nell’azalea il sospetto
    fior di mortella è fiore di perdono
    fior di verbena è fiore di malizia
    e le schermaglie sono del corimbo
    e i finti crucci della zinnia
    ma la vaniglia è l’estasi
    e la melissa il palpito
    il calicanto è fior d’esitazione
    la portulaca è fior d’appartenenza
    ma il plagio è dell’acacia
    il fior dei disperati è la centaurea

    e la cicuta quello dei suicidi
    ma gli assassini scelgono il giusquiamo
    l’aster è il fiore dell’amor volgare
    il fiore del silenzio è l’aquilegia
    la cineraria degli amor perduti
    il dittamo degli amori proibiti
    l’adonide degli amor fatali
    l’elleboro di quelli inconfessati
    il caprifoglioè il fior della tenacia
    fior di morbosità è la digitale
    e l’achillea non è di questo mondo
    fior di sambuco è il fior dello stupore
    fior di viburno il fiore dell’incanto
    e la giunchiglia la sottomissione
    il fiore della supplica è il ligustro
    e il citiso quello dell’assenso

    il fascino è il lentisco
    la dulcamara la precarietà
    il fior della lusinga è l’ipomea
    la piantaggine è fior di fedeltà
    il fiore della fuga è nell’issopo
    la calendula è il fiore dell’omaggio
    fior di mentuccia è fior di seduzione
    il fior delle chimere è la nepente
    il fior più triste è dell’ippocastano
    e il nenufaro è amore e morte insieme.

    Di tutti i fiori la rosa è la regina
    che è il fiore dell’amore
    ma il fiore mio più bello
    il fior della mia vita
    il fior che non sfiorisce
    è il fiore che non sfioro.

    Michele Mari




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    Tutti gli esseri viventi, siano essi uomini, animali oppure piante, si esprimono nel modo a loro più consono, comunicano con il mondo che li circonda, a volte volontariamente altre in maniera inconscia. Anche i fiori hanno una propria intrinseca capacità comunicativa che dipende dal tipo, dalla varietà e dal colore che li contraddistingue. Queste valenze sono state attribuite ai fiori nel corso dei secoli da poeti, da leggende tramandate di generazione in generazione, da studiosi.
    I fiori comunicano attraverso un proprio linguaggio, frutto dei valori assegnati loro dall’uomo


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  12. gheagabry
     
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    L'enigma delle foglie d'autunno rosse negli Usa, gialle in Europa
    Le prime settimane d'autunno sono state calde, quasi un'estate prolungata. Ora le temperature sono tornate nella norma. Alberi e arbusti hanno iniziato ad accendersi di colori vivaci prima che giunga il momento di perdere le foglie. Non c'è infatti niente di meglio di una successione di giornate calde e soleggiate, con notti non ancora troppo fredde, per esaltare la spettacolarità dei colori delle foglie. Queste infatti continuano a produrre molti zuccheri, importanti per la produzione di pigmenti, le antocianine, che faranno assumere alle chiome di alberi e arbusti un variegato campionario di tinte rosse, viola e cremisi.C'è però una domanda che attende ancora una risposta certa. Perché tra le foglie autunnali in Nord America (per esempio la quercia rossa, l'acero da zucchero o la vite americana, da noi spesso coltivate) prevale il colore rosso mentre tra quelle europee domina il giallo? Su questo argomento non c'è accordo tra i biologi. E' un dato di fatto che le foglie delle specie d'Oltreoceano, se non altro per l'alta frequenza con cui l'aggettivo rosso compare nei loro nomi, virano spesso verso questo colore, mentre in Europa la frequenza del fenomeno è decisamente inferiore e prevale il giallo.Prima di rispondere, ecco cosa accade in una foglia. Durante il periodo vegetativo la clorofilla viene continuamente prodotta e il colore è verde. In autunno, con l'aumentare della lunghezza della notte, la produzione di clorofilla rallenta, poi si arresta e la clorofilla viene distrutta. E' a quel punto che altri pigmenti, i carotenoidi, responsabili del colore giallo, che erano già presenti nella foglia ma venivano mascherati dalla clorofilla, riescono a farsi vedere. Ma per il rosso il processo è diverso: col diminuire della clorofilla vengono prodotti altri pigmenti che non erano presenti prima: le antocianine. Alcuni ricercatori israeliani e finlandesi sostengono che i forti colori autunnali sono il risultato della lunga guerra evolutiva tra gli alberi e gli insetti. Gli insetti tendono a succhiare gli amminoacidi dalle foglie nella stagione autunnale a scapito degli alberi. Gli afidi, per esempio, sono attratti dalle foglie gialle più che da quelle rosse. E concludono che in America questa guerra non si è mai interrotta. Nemmeno quando le glaciazioni hanno costretto le piante a spostarsi a latitudini inferiori. In America e nell'Asia orientale infatti le catene montuose, poste da nord a sud, non hanno impedito a piante e insetti di rifugiarsi in posti più caldi ed è continuata la produzione del pigmento rosso «difensivo». Nell'Europa continentale, invece, le principali catene montuose, come le Alpi, che si sviluppano da est a ovest, avrebbero creato una barriera alle migrazioni verso sud durante i periodi freddi. Così molte specie non sono sopravvissute, insieme agli insetti che da esse dipendevano. E' andata bene invece a quelle meglio adattate, che hanno superato i periodi freddi e che si sono trovate avvantaggiate: senza più insetti la lotta era finita e non avevano più bisogno di produrre il pigmento rosso. Ma la teoria è controversa.
    «Non mi convince - commenta Patrizio Giulini, botanico dell'Università di Padova -. E' vero che nel Nord America prevale il rosso d'autunno. Ci sono però piante che hanno scavalcato le Alpi e si sono diffuse fino al Mediterraneo e oltre, altrettanto libere di espandersi. Credo che i fattori climatici abbiano ben altra importanza: l'Europa è baciata dalla Corrente del Golfo che mantiene di gran lunga le escursioni termiche più limitate rispetto al Nord America. La storia genetica delle piante perciò è diversa». (Massimo Spampani, corriere)


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  13. gheagabry
     
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    I NOMI DEI FIORI


    Fu Linneo nel lontano 1753 a inventare la nomenclatura binomiale latina (per es. Rosa canina), valida in tutto il mondo e in tutte le lingue, per definire ogni singola pianticella. Prima di allora, i botanici di professione utilizzavano una lunga perifrasi, del tipo “pianta arbustiva, con lunghi tralci glabri e spinosi, alta fino a 2 m, con foglie composte da 5 foglioline, fiori a coppa di 5 petali bianco-rosati”, che si rivelava non solo poco pratica, ma anche fonte di confusione tra diverse piante e nei vari Paesi.
    Invece il popolo utilizzava denominazioni di fantasia, ovviamente differenti tra una nazione e l’altra, mutuate dalle piante stesse: loro caratteristiche anatomiche (es. coda cavallina, Equisetum arvense, per la somiglianza con la coda del cavallo) o biologiche (es. cedrina, Lippia citriodora, dal profumo di cedro), capacità di curare un malanno (es. erba delle verruche, Chelidonia majus), tipo di impiego (es. erba vetriola, Parietaria officinalis, utilizzata per pulire l’interno delle bottiglie di vetro), ed epoca di fioritura. In quest’ultimo caso la pianta prendeva il nome dal calendario, ossia dal santo festeggiato in prossimità dello schiudersi delle corolle.
    Ed ecco la confusione: trattandosi di santi la cui conoscenza doveva essere diffusa in tutto il Paese, il nome era uno solo, ma le piante con quel nome erano tante. Così capitava, e capita ancora oggi, che con uno stesso nome comune vengano indicate specie differenti: l’erba di santa Maria, per esempio, può essere l’elicriso (Helichrysum italicum, fioritura giallo oro in luglio-agosto, ideale su terreni aridi o nella roccaglia), la balsamita (Chrysanthemum balsamita = Tanacetum b. = B. major, fioritura gialla in giugno-luglio, per bordure alte in giardino), la menta (Mentha piperita, fioritura bianco-rosata in luglio-agosto, meglio in vaso in modo che non diventi infestante) o il timo (Thymus serpyllum, fioritura bianco-rosata in aprile-settembre, perfetto in vaso e in terra, dalla Sicilia a Bolzano).
    Si ingenera così una buona dose di incertezza sull’identificazione, soprattutto quando l’indicazione rimbalza tra il Nord e il Sud, dove l’epoca di fioritura cambia in base al clima mentre i santi rimangono fermi sul calendario… Vediamo ora le piante che portano i nomi di due santi famosi, rimandando all'articolo completo sul numero di dicembre di Giardinaggio per scoprire tutti gli altri...


    ...I santi più famosi...


    San Giuseppe .. Tra le piante che fioriscono appena prima dell’inizio della primavera si annoverano il gelsomino di san Giuseppe (Jasminum nudiflorum, arbusto a volte coperto di corolle gialle già in gennaio, e J. mesnyi, che in genere attende marzo per colorarsi, ambedue adatti a vasche o alla piena terra, anche sulle Alpi, spesso coltivati come ricadenti), e due fiori di san Giuseppe (Bergenia cordifolia, perenne adatta a climi freschi che si copre di vistose infiorescenze rosa tra fine febbraio e fine marzo, e Anemone nemorosa, l’anemone dei boschi dalle timide corolle candide che a volte compaiono già a fine gennaio, perfetto sotto alberi ombrosi d’estate). Ma esistono anche due erbe di san Giuseppe: Saxifraga latina, un endemismo delle Apuane reperibile fra 1.600 e 2.500 m, dai piccoli fiori rosa a inizio marzo alle quote più basse; e Achillea millefolium, comunissima erba dei campi, in fiore già in marzo nel Sud Italia, ma da giugno in poi nel Nord.

    Sant’Antonio da Padova dona il proprio nome a tre specie: il famosissimo giglio di sant’Antonio (Lilium candidum), dai nivei fiori aperti a metà giugno (ma se ritarda fino al 21 giugno diventa il fiore di san Luigi…) a simboleggiare la purezza (e quindi viene anche chiamato giglio della Madonna), coltivabile in tutta Italia, meglio se in piena terra; il fiore di sant’Antonio (Spartium junceum), una rustica ginestra dai fiori giallo uovo, profumatissimi, aperti dall’inizio di giugno lungo i pendii di tutta Italia fino alla Pianura Padana; e l’erba di sant’Antonio (Epilobium angustifolium), perenne che ama l’umidità, dalla ricchissima fioritura in pannocchie color rosa carico che in collina parte da metà giugno, ma in montagna dai 1.000 m in su si attarda sino alla fine di luglio (per questo vanta un secondo nome, quello di fiore di sant’Anna, onorata il 25 luglio).
    (L'articolo di E.Tibiletti, "Quelle piante in odore di santità")


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  14. gheagabry
     
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    Gli alberi avvolti dalle tele di ragno.
    A Sindh, milioni di ragni si sono rifugiati sugli alberi per sfuggire all'alluvione che ha devastato il Pakistan nel 2010 e li hanno trasformati in enormi bozzoli. Gli alberi muoiono... ma anche le zanzare.
    Nel villaggio pakistano di Sindh, ai margini di una fattoria allagata, si allunga una fila di alberi avvolti in una sorta di sudario spettrale creato dalle tele di milioni di ragni in fuga dall'alluvione che ha devastato il paese nel 2010. Iniziato nel luglio scorso, il monsone ha rovesciato sul Pakistan l'equivalente di 10 anni di piogge in una sola settimana. L'acqua ha impiegato molto tempo a ritirarsi, creando vaste zone di acqua stagnante nelle campagne. "È una specie di disastro al rallentatore", dice Russell Watkins del Department for International Development (DFID), l'organizzazione inglese per la cooperazione internazionale. Secondo Watkins, che ha fotografato gli alberi, prima dell'alluvione la gente di Sindh non aveva mai assistito a un fenomeno del genere. Al culmine dell'alluvione, l'area allagata era vasta quanto l'Inghilterra. Quasi 2.000 persone sono morte nel disastro che ha coinvolto 20 milionid i pakistani. "L'alluvione ha colpito un numero di persone superiore a quello dello tsunami in Indonesia, del terremoto in Pakistan del 2005 e di quello di Haiti, e dell'Uragano Katrina messi assieme" ha dichiarato John Barrett, capo del Flood Response Team del DFID, che finora ha condotto la più massiccia operazione umanitaria nella storia della Gran Bretagna.
    Per quanto inusuali, il fenomeno degli alberi imbozzolati dalla tela di regno è già stato osservato in altre parti del mondo, soprattutto ai Tropici. Non è ancora noto quale specie di ragno abbia realizzato i "bozzoli” in Pakistan. Ma le tele hanno prodotto pare anche un effetto positivo: per un po' è sembrato che le tele intrappolassero un maggior numero di zanzare, diminuendo di fatto il rischio di contrarre la malaria. Dopo un'inondazione, l'acqua stagnante fa aumentare le possibilità riproduttive delle zanzare; gli abitanti del villaggio riferiscono di aver notato nell'area una minore quantità di insetti rispetto al solito. Secondo Russell Watkins, autore di queste immagini, la morte degli alberi coperti dalle tele di ragno ha creato nuovi problemi agli abitanti di Sindh. "In zona d'estate fa molto caldo, ma il fogliame che offriva un riparo dal sole cocente è estremamente ridotto", dice l'esperto. Gli alberi che emergevano dall'acqua hanno offerto una sorta di zattera per i ragni che vi si sono rifugiati. A Sindh e nelle zone circostante le acque dell'alluvione si sono lentamente ritirate, e la popolazione sta tornando in ciò che è rimasto dei loro villaggi. "Circa il 90 per cento degli sfollati in Pakistan sono tornati ai luoghi d'origine, ma gran parte delle comunità in cui vivevano sono completamente distrutte”. "Ufficialmente, la fase di emergenza in Pakistan è conclusa", dice Watkins. "Il problema ora è riportare queste persone a una vita normale. Stiamo lavorando con il governo pakistano, l'ONU e le organizzazioni locali perché questo possa accadere”.[/color]
     
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    La poesia del ciliegio

    Ciliegio, bellezza e caducità


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    I fiori di ciliegio rappresentano, per il popolo giapponese, l’avvio della stagione primaverile che sboccia e che si manifesta per le strade e nei giardini con un esplodere di petali profumati che, mossi dal vento, ricordano i fiocchi di neve, ma che, illuminati dal fresco sole della bella stagione, manifestano le loro bellissime sfumature dorate.

    Ogni anno, nei primi giorni di aprile, i giapponesi si riversano nei parchi delle loro città per ammirare i bellissimi fiori di questo albero, chiamati sakura, simbolo di fragilità, ma anche di bellezza dell’esistenza. Pur non essendo un albero così comune, come nel Paese del Sol Levante, il suo significato è il medesimo anche da noi e i giardini che posseggono un ciliegio, normalmente, sono i più belli in primavera. I rami fioriti di ciliegio, poi, sono splendidi se recisi e utilizzati come elemento decorativo in casa, infilati

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    Caratteristiche della pianta
    Il ciliegio ha dimensioni solitamente maestose e il suo legno rossiccio è comunemente utilizzato in ebanisteria e nell’artigianato del legno, per rifiniture, parquet e mobilia. Piantato in autunno, i suoi fiori bianchi, riuniti in mazzetti anche di 6, compaiono prima delle foglie e spuntano proprio agli arbori della primavera, nei primi giorni di aprile, per cadere solo qualche giorno più tardi, mal sopportando l’eccessivo calore della stagione che avanza.

    I frutti del ciliegio si raccolgono, invece, solo a giugno, all’inizio dell’estate, e vanno raccolte mature direttamente sulla pianta, ma non si conservano allo stato fresco se non per pochi giorni. Tradizione vuole che la scadenza per gustare le ciliegie sia il 24 giugno, giorno di San Giovanni, ed è questo il motivo per cui i bachi che si trovano nei frutti maturi vengono detti “giovannini”. Le ciliegie, da non confondere con le amarene o ciliegie acide, sono ideali per la trasformazione in confetture, ma anche candite o sotto spirito, per la loro consumazione durante tutto l’anno.

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    Un bonsai di fiori
    Che tu sia un’esperta nell’arte del bonsai o meno, e pur non avendo a disposizione lo spazio necessario per coltivare un ciliegio nel tuo giardino, soprattutto se non ne possiedi uno, quest’arte ti viene in soccorso e ti permette di custodire preziosamente un ciliegio in miniatura direttamente sul terrazzo.

    Procurati un vaso di 30-40 cm; del concime; un buon substrato di scorza di pino; pozzolana e Akadama, una terra argillosa e drenante.

    Procedimento:
    1) Inizia lavorando un ciliegio da fiore quando iniziano a cadere i suoi fiori;
    2) Parti dalle radici ripulendole dalla terra e accorciandole della metà. Osserva con attenzione il tronco e pota la corona di rami, il tutto entro luglio, quando si formano i boccioli e non dovrai più intervenire.

    Gli interventi:
    ogni stagione richiede interventi mirati e ben precisi.
    In primavera è necessario tagliare i rami e legare i rami per dare forma e movimento. D’estate, la stagione in cui l’arbusto soffre maggiormente, è bene bagnare regolarmente con un getto delicato.
    L’autunno è la stagione del rinvaso, operazione da ripetere per circa 5-7 anni.
    Anche se il ciliegio ama particolarmente il freddo, d’inverno non puoi fare a meno di interrare il vaso o, comunque, di proteggerlo molto bene.

     
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44 replies since 4/9/2010, 23:14   9944 views
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