FIORI, ALBERI....CURIOSITA' e NEWS

..... un po' di tutto sul pianeta verde....

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  1. gheagabry
     
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    PERVINCA






    È una erbacea perenne tipica del sottobosco, dove forma estesi tappeti sempreverdi, ma comune anche lungo i bordi delle strade. La pervinca è considerata una pianta tossica per il suo contenuto in vincristina, un alcaloide indolico.Cresce spontaneamente in quasi in tutta l'Europa.
    E' stato il fiore prediletto di Jean Jacques Rosseau.

    il nome latino deriva dal verbo "vincio", che significa "legare", sia in senso fisico, con "vincoli" e corde, che in senso morale e psicologico. Sicuramente il termine si riferisce al modo in cui i suoi fusti molli e prostrati abbracciano il terreno. La Pervinca è ritenuta da sempre una pianta magica, utilizzata per le "legature" d’amore: filtri capaci di far conquistare la persona amata.





    Petunia





    E' originaria del sud America. Il nome deriva dal brasiliano "petun", con il quale viene indicato il tabacco, pianta appartenente alla stessa famiglia. Giunse in Europa grazie all'audacia di botanici-esploratori che si addentravano nelle foreste allo scopo di scoprire appunto nuove piante.

    SHANIN (Petunia violacea) è uno degli allucinogeni recentemente segnalati. Viene usato dagli indios dell'Ecuador per indurre sensazioni di volo. In America la petunia viene chiamata con i nomi di "fiore degli Atzechi", "fiore dei Comanches" e "pianta dei Sioux". I fiori possono essere bianchi, porpora, lilla, viola, blu, screziati e variegati. La fioritura è molto abbondante e, proprio per questo, è il simbolo dell'amore che non si riesce a nascondere.








    PRIMULA



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    La primula è uno dei primi fiori ad annunciare la primavera, il risveglio e il rinnovamento della natura.

    Shakespeare in un verso recitava " Pallide primule che muoiono nubili", proprio perchè sboccia quando ancora non ci sono insetti per l'impollinazione.

    Fu una badessa benedettina a considerare la primula come pianta medicinale, come antiparalitico e un toccasana per la malinconia.

    La primula fu il fiore preferito dallo statista inglese Benjamin Disraeli e, in occasione della sua morte, i conservatori misero all'occhiello una primula e la sua tomba fu adornata con questi fiori.

    Narra una leggenda che un giorno S. Pietro gettò dal cielo le chiavi del paradiso appena seppe che il Signore ne aveva voluto un altro paio. Le chiavi caddero in una regione dell'Europa settentrionale. Dovespuntò la prima Prìmula verìs. Questo fiore nella regione inglese del Sommerset è ancora chiamato bunch of keys, " mazzo di chiavi".



    RANUNCOLO




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    Il nome deriva dal latino "piccola rana" ed è dovuto al fatto che questo fiore vive in zone paludose. E' conosciuto anche come "botton d'oro" perché i suoi fiori, in una forma che ricorda i bottoni, sono gialli.

    Il nome deriva dal latino "piccola rana" ed è dovuto al fatto che questo fiore vive in zone paludose. E' conosciuto anche come "botton d'oro" perché i suoi fiori, in una forma che ricorda i bottoni, sono gialli.




    RODODENDRO



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    Il suo nome deriva del greco "rhodon" (= rosa) e "dendron" (= albero), cioè albero delle rose. In Italia è detta anche "Rosa delle Alpi", perché cresce fino a duemila metri d'altezza. Di origine antica, sembra si conoscesse già nel cinquecento.

    Una leggenda racconta che una coppia passeggiava per un sentiero di montagna. La donna vide un bel fiore vicino ad un cespuglio e il giovane nel tentativo di raccoglierlo cadde in un burrone. All'improvviso su quel cespuglio le macchie di sangue si trasformarono in tanti fiori color porpora.

    Da tempi molto recenti si realizza la produzione di miele di rododendro ma alle quote più alte delle Alpi.



    ROSA



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    La rosa meriterebbe un dizionario a parte. Ogni colore porta con sè un messaggio diverso. Importante però è conoscere il significato che le accomuna tutte. Universalmente la rosa è simbolo del segreto, delle cose da non rivelare o da trattare con la massima discrezione. I suoi petali, infatti sovrapposti in modo concentrico, si raccolgono in un bocciolo centrale che in molte varietà non si schiude mai del tutto: un piccolo e delicato scrigno che non deve essere forzato per nessuna ragione. Non a caso, la rosa ancora chiusa incarna la castità femminile, mente quella aperta simboleggia le bellezza effimera della gioventù.


    E' coltivata dalla notte dei tempi.

    E 'il fiore più cantato dai poeti e nominato dagli antichi scrittori.

    Nella Bibbia si nomina questo fiore nel Cantico dei Cantici, mentre Omero apostrofa Aurora, la dea del mattino, dalle "dita di rosa". Dante paragona l'amore paradisiaco al centro di una rosa, mentre Shakespeare cita questo fiore nell'Enrico IV e in Molto rumore per nulla. Anche scrittori moderni come Eco e Saint-Exupéry hanno utilizzato questo fiore ed il suo potere evocativo e simbolico, sia in veste di personaggio di un romanzo, sia come titolo di un'opera.
    La rosa è sempre stata un elemento indispensabile di cerimonie religiose o laiche come i festini ed è passata indenne dai pagani ai cristiani, sempre con lo stesso significato di perfezione.
    La rosa è per gli occidentali quello che il loto è per gli orientali: insieme di spiritualità e di terreno. Designa la perfezione assoluta
    Nell'alchimia la rosa bianca e la rosa rossa sono il simbolo del sistema dualistico, dei due principi originari e una rosa con sette ordini di petali veniva posta in relazione ai sette metalli, ai sette pianeti conosciuti nell'antichità.
    Nell'iconografia cristiana la rosa rappresenta sia la coppa che raccoglie il sangue di Cristo sia la trasfigurazione di queste gocce di sangue. La rosa a cinque petali rappresenta le cinque piaghe di Cristo.
    Il rosone gotico e la rosa dei venti segnano il passaggio dal simbolismo della rosa a quello della ruota.
    Il roseto è il luogo della contemplazione anche nel misticismo musulmano, è l'immagine dell'uomo rigenerato. Ed è anche l'immagine del rosario: una serie di piccole rose che formano un roseto, appunto.


     
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  2. gheagabry
     
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    STELLA DI NATALE



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    La pianta simbolo del Natale, la rossa "poinsezia" (Poinsettia pulcherrima), nota a tutti come "Stella di Natale", secondo la leggenda, ha origine da un miracolo. Un bimbo poverissimo, voleva fare un dono a Gesù nel giorno della sua nascita, ma non avendo nulla da offrire, raccolse in un campo delle fronde di arbusti e le compose in un mazzo. Entrò nella chiesa del suo villaggio, e, mentre si avvicinava all'altare, i rami si trasformarono in grandi fiori scarlatti.

    La realtà naturalmente è diversa: l'ambasciatore americano in Messico, Joel Robert Poinsett, notò nel 1829 le bellissime piante rosse e ne inviò alcuni esemplari negli Stati Uniti. Si ambientarono benissimo nelle sue serre, e da lui presero il nome.





    STERLIZIA



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    Originario del Sud Africa, questo fiore, dalla forma curiosa e simile ad un uccello in volo, appartiene alla famiglia delle Musacee. In Inghilterra viene chiamato "Uccello del Paradiso" oppure "lingua di uccello".

    La varietà più famosa e conosciuta è la Sterlizia Regina, creata in onore della regina Carlotta Sofia Mecklemburgh - Strelitz, consorte del Re Giorgio III d'Inghilterra.

    Per la sua bellezza, il suo carattere decorativo e imponente, il fiore è simbolo di nobiltà e maestosità.







    TULIPANO



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    Il nome deriva dal turco "tulband", turbante. probabilmente perché la sua forma ricorda quella del turbante Il tulipano è un fiore originario della Turchia. Infatti le sultane turche della stirpe di Osman usavano sigillare lettere e messaggi con un contrassegno a forma di tulipano. Fu introdotto in Europa nel 1500 dall'ambasciatore austriaco ad Istanbul e riscosse notevole successo presso le corti europee tanto che presso le classi borghesi i bulbi costituirono la dote di alcune ragazze in età da marito. Fu in Olanda che si creò ben presto un vero e proprio culto del tulipano. Fu, infatti, creata un'unità di misura che serviva appositamente per stimare la qualità dei bulbi, il "persit", ed inoltre, sempre i bulbi, furono oggetto di quotazioni in borsa.
    Da sempre, in tutti i giardini d'Oriente sono presenti i tulipani. A Costantinopoli, durante il mese di aprile, si celebra la festa del tulipano.

    Il sultano delle Mille e una notte lasciava cadere un tulipano rosso ai piedi di una donna dell'harem per farle capire che era la prescelta. Ma una leggenda popolare sostiene, al contrario, che erano le odalische a lanciarli oltre le sbarre dell'harem per mandare messaggi al fidanzato perduto. Comunque sia, in tutto il mondo il tulipano parla d'amore.

    La leggenda più antica, di origine persiana,sostiene che un giovane di nome Shirin partì in cerca di fortuna lasciando la sua amata Ferhad. La ragazza attese per lungo tempo il suo ritorno, poi, disperata, partì a sua volta alla ricerca dell'innamorato. Vagò per molto tempo e soffrì la fame, il freddo, la sete, finché un giorno non cadde su pietre aguzze e pianse con la consapevolezza che sarebbe morta senza rivedere Shirin. Le lacrime si mescolarono al sangue e cadendo in terra si trasformarono in fiori rossi: i tulipani.

    Il tulipano selvatico simboleggia il primo amore, mentre nell'arte e nella poesia questo fiore ha rappresentato spesso l'onestà, l'incostanza, l'amore perfetto, la mancanza di discernimento. L'apparente contraddizione dei significati attribuiti al tulipano forse va attribuita ai molteplici e contrastanti stati d'animo vissuti durante un amore.
    I colori del tulipano possono essere svariati e di tutte le tonalità. Essi possono essere sia nani sia alti, ma, in ogni caso, soavemente profumati.





    VIOLA DEL PENSIERO



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    E' originaria dell'Europa

    occidentale. Simbolo dell'Impero Napoleonico, la Viola del pensiero (detta anche viola tricolore, per i suoi colori) veniva usata come segno di riconoscimento tra i sostenitori dell'imperatore.

    Citata anche da Shakespeare che attribui' al fiore virtu' di filtro d'amore,
    pozione che fece innamorare la regina delle fate. Rappresenta infatti la potenza del pensiero amoroso.

    Leggenda

    Un giorno Demetra, dea della terra coltivata e delle messi, si accorse che le era stata rapita la figlia Persefone. Disperata vagò nove giorni e nove notti per tutta la terra, finché scoprì che Persefone era stata rapita da Ade, il dio che regnava nelle regioni buie d'oltretomba. Demetra si disperò al punto che tutta la terra diventò grigia e sterile. Finalmente Zeus convinse Ade ad un accordo: Persefone sarebbe ritornata ogni anno presso la madre per sei mesi, tra la primavera e l'autunno, per vivere con il marito durante gli altri sei mesi dell'anno. Demetra, placata, ritornò all'Olimpo e la terra fu di nuovo fertile e feconda. Quando, all'inizio della Primavera, Persefone tornò per la prima volta tra i vivi, la terra l'accolse creando per lei del fiorellini nuovi, festosi e delicati, vellutati come i suoi occhi, dei veri "pensieri d'amore" e inventò le "viole del pensiero". Da allora esse ritornano puntuali ogni anno, a Primavera, per festeggiare Persefone che ritorna sulla terra.


    "Ti dono una viola del pensiero, affinché tu sappia che non ti dimenticherò mai. Le persone sono come fiori. Il loro profumo rimane con noi anche quando esse se ne vanno ma sappiamo che possiamo ritrovarle accanto al nostro cuore ogni volta che vedremo un fiore dischiudere la propria corolla e un raggio di sole vincere la sua battaglia con le nuvole...."




    VIOLETTA



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    Da sempre la viola mammola è simbolo di pudore, modestia, timidezza. Il nome generico viola deriva dal latino, ma ha la sua prima radice nel greco íon, con significato di violetto. Nell'antichità questi fiori venivano usati per fare le corone.

    I fiori essiccati possono essere utilizzati per insaporire il tè nero.
    Molti poeti, tra cui Petrarca e Shakespeare, hanno celebrato nelle proprie opere la viola come uno dei fiori più belli e delicati. E' stata rivalutata durante la Belle Epoque per il suo profumo delizioso.

    Nell’immaginario popolare la piccola viola dal forte profumo è simbolo di modestia e di povertà, e come tale venne interpretata anche dai Padri della Chiesa. Ovviamente un fiore con simili caratteristiche viene associato all’immagine della Vergine Maria, ma anche a quella di Gesù che ha avuto l’umiltà di farsi uomo.





    ZINNIA



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    E’ originaria del Messico ed è stata introdotta in Europa verso la fine del 1700. Linneo la chiamò zinnia in onore di un suo discepolo, il botanico tedesco Johann Gottfried Zinn.

    Nel linguaggio dei fiori la zinnia rappresenta la semplicità, forse per la mancanza di profumo e per la sua struttura, non ha nulla di pomposo e anche perchè è facile da coltivare. Ha avuto un periodo di oblio ma ora torna ad essere apprezzata soprattutto per l'abbondante fioritura e i colori brillanti e vivaci, nei toni del giallo, dell'arancio e del rosso.
     
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    Il tulipano nel mondo orientale significa amore perfetto.
    In Occidente il significato del tulipano, nel linguaggio dei fiori, è quello dell'incostanza.

    In Occidente, i bulbi del tulipano giunsero intorno al 1550, grazie all'ambasciatore austriaco a Costantinopoli, che di ritorno dalla Turchia ne portò una quantità consistente a Vienna, dove però non seppero coltivarli adeguatamente. Il paese europeo dove i tulipani hanno avuto più successo è stato senza dubbio l'Olanda.

    •il tulipano rosso significa dichiarazione d'amore
    •il tulipano giallo significa che c'è il sole nel tuo sorriso
    •il tulipano violetto è significato di modestia
    •il tulipano screziato è per dire che hai degli occhi splendidi

    Leggende....

    Una leggenda narra che tanto tempo fa, in Olanda, viveva un giovane contadino, che un giorno attraversando dei campi vide un enorme prato pieno di fiori a lui sconosciuti. Questi erano i Tulipani. Sopra questi fiori danzavano delle creature alate bellissime: erano le Fate dei fiori. Il contadino si innamorò della più bella e rimase incantato a tal punto da trascorrere giorni e notti intere ad ammirarla. La Fata, però, non conosceva il sentimento dell’amore. L’amore non corrisposto per questa magica creatura consumò il contadino che un giorno si addormentò tra i Tulipani e non si svegliò mai più. La Fata capì di essere la responsabile della morte del giovane, così fece in modo che ogni anno, in primavera, i Tulipani, che erano la dimora delle Fate, fiorissero sui campi che il contadino tanto amava quando era in vita.
     
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    IRIS



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    Si narra che il re di Francia Luigi VII, dopo aver vinto un battaglia, vide che il campo di battaglia era copero di fiori di Iris. Decise allora di inserire il fiore dell'Iris nel suo stemma regale e da quel momento l'Iris si chiamo' anche "Fleur de Louis". COn il tempo avvenne una confusione il Fleur de Louis si tramando' come fleur de Lys, che in francese significa Giglio. Fu così che lo stemma regale cambio' ed ebbe un giglio al posto dell'originario Iris.


    IRIS (Una fiaba di Hermann Hesse)
    Intanto venne un giorno in cui il signor Anselmo, ritornando da un viaggio solitario, ricevette un'accoglienza così fredda e opprimente dal suo appartamento di studioso che si precipitò dai suoi amici con l'intenzione di chiedere la mano della bella IRIS."IRIS" le disse "Non voglio più ...vivere così.Sei sempre stata la mia buona amica e devo dirti tutto.Devo avere una moglie, altrimenti la vita mi sembra vuota e senza senso. E chi dovrei desiderare in moglie se non te, caro fiore? Vuoi Iris? Avrai fiori quanti se ne possono trovare, avrai il più bello dei giardini.Vuoi venire da me?"Iris lo guardò a lungo e tranquillamente negli occhi, non sorrise e non arrossì, e gli rispose con voce ferma:"Anselmo, la tua domanda non mi stupisce.Io ti voglio bene, anche se non ho mai pensato di diventare tua moglie. Ma vedi, amico mio, io pretendo molto da colui che devo sposare.Pretendo più della maggior parte delle donne.Tu mi hai offerto dei fiori e la tua intenzione era buona. Ma io posso vivere anche senza i fiori, e anche senza musica, potrei rinunciare a tutto questo e a molto altro ancora, se fosse necessario. Ma una cosa non posso e non vorrò mai rinunciare: non potrò mai vivere neanche per un giorno senza che la musica che ho nel cuore sia per me l'essenziale.Se devo vivere con un uomo, bisogna che la sua musica interiore si accordi sottilmente con la mia, e bisogna che lui abbia un unico desiderio: che la sua musica sia pura e che si intrecci bene con la mia. Tu amico mio, ne saresti capace? Probabilmente non potresti accrescere la tua celebrità e conquistare altri onori, la tua casa sarebbe silenziosa, e le rughe che da parecchi anni vedo sulla tua fronte dovrebbero essere tutte cancellate.Ahimè, Anselmo, non sarà possibile.Vedi, tu sei fatto così: tu devi farti segnare la fronte da sempre nuove preoccupazioni, e quello che io penso e sono tu lo ami, certo, e lo trovi bello, ma per te come per i più è soltanto un delizioso giocattolo. Oh, ascoltami bene: tutto quello che per te è un giocattolo, per me è la vita stessa e dovrebbe esserlo anche per te, e tutto quello a cui tu dedichi fatiche e preoccupazioni, per me è un giocattolo e non merita che si viva per esso.- Io non cambierò più, Anselmo, perchè vivo secondo una legge che ho dentro. Ma tu sapresti cambiare? E dovresti cambiare completamente perchè io possa diventare tua moglie"Anselmo tacque, colpito da una volontà che aveva creduto debole e giocosa. Tacque e schiacciò sbadatamente nella mano eccitata un fiore che aveva preso dal tavolo.Allora Iris gli tolse dolcemente di mano il fiore-lui ne fu colpito al cuore come da un duro rimprovero-e a un tratto gli rivolse un sorriso luminoso e dolce, come se avesse insperatamente trovato una via d'uscita dall'oscurità."Ho un'idea " mormorò arrossendo. "La troverai bizzarr, ti sembrerà un capriccio.Ma non è un capriccio.Vuoi sentirla? E vuoi accettare che decida di te e di me?"Senza comprenderla, Anselmo guardò la sua amica, pallido d'ansia. Il sorriso di lei lo convinse ad avere fiducia e ad assentire."Vorrei darti un compito" disse Iris ridiventando rapidamente seria. "Fallo è tuo diritto" si arrese l'amico."Dico sul serio" continuò lei "ed è l'ultima parola.Vuoi accettarla così come mi viene dall'anima senza discuterla, anche se dapprima non la capirai?" Anselmo, lo promise. E lei disse, mentre si alzava e gli dava la mano:"Mi hai detto più di una volta che nel pronunciare il mio nome ti senti sempre richiamare a qualcosa di dimenticato che un tempo era stato per te importante e sacro. Questo è un segno, Anselmo, ed è ciò che ti ha attirato a me per tutti questi anni. Anch'io credo che nella tua anima tu abbia perduto e dimenticato qualcosa di importante e di sacro, qualcosa che deve ridestarsi prima che tu possa trovare la felicità e raggiungere ciò a cui sei destinato.- Addio, Anselmo! Ti dò la mano e ti chiedo: va' e cerca di ritrovare nella menoria quel qualcosa che il mio nome ti ricorda. Nel giorno in cui l'avrai ritrovato io sarò tua moglie, verrò con te dove vorrai e non avrò altri desideri se non i tuoi"..........
    a cura di Fiore di Loto
     
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    Perché le Rose Gialle sono simbolo di infedeltà e gelosia?
    L’origine del significato è nella storia del profeta Maometto e della sua favorita Aisha. Poiché egli sospettava che gli fosse infedele chiese all’Arcangelo Gabriele di aiutarlo a scoprire la verità. L’Angelo gli disse di bagnare le rose e, se avessero cambiato colore i suoi dubbi sarebbero stati fondati. Infatti quando Maometto tornò a casa Aisha gli offrì delle rose rosse e lui le ordinò di lasciarle cadere nel fiume. Le rose divennero gialle.


     
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    LA CALLA





    La calla è un fiore originario delle zone dell'Africa centro-meridionale che cresce spontaneo in varie regioni comprese fra Equatore e Capo di Buona Speranza, dove forma delicate piccole isole in cornici di paludi tropicali. è stata introdotta per la prima volta in Europa nel 1731.
    Il nome botanico ufficiale della Zantedeschia (prima dell'800 chiamata Richardia) proviene da un tributo allo scienziato italiano Francesco Zantedeschi, fisico, medico e botanico vissuto tra il 1773 e il 1846. Si tratta però di una denominazione per lo più inutilizzata; per una singolare coincidenza linguistica, il fiore è universalmente noto con il medesimo nome in numerosi idiomi differenti: calla (dal greco kalos, bello), facile da pronunciare e memorizzare.
    Nel linguaggio dei fiori la calla significa bellezza e instabilità. In età vittoriana, epoca ispirata alla riservatezza e gelosa delle tradizioni, la "bibbia del linguaggio muto dei fiori" di Miss Corruthers elesse la calla come simbolo della raffinatezza e della nobiltà: il fiore divenne il regalo adatto a suggellare un'amicizia importante o una dichiarazione di stima. I giardinieri del secolo scorso la chiamavano "il fiore della linearità modernista", poiché con il suo aspetto semplice e composto, incarnava un'idea sobria, diventando il fiore simbolo del periodo Liberty. E oggi, secondo le tendenze che valorizzano le linee pulite, discrete e misurate, la calla è considerata assolutamente trendy.

    Fonte: artefloreale.com
     
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    IL GIRASOLE






    Il girasole è il fiore simbolo dello Stato del Kansas (USA) e uno dei fiori simbolo della città di Kitakyshu (Giappone).
    La letteratura scientifica riporta che nel 1567 a Padova crebbe un girasole alto 12 m. I semi di identica provenienza generarono altri esemplari che crebbero fino ad 8 m d'altezza in altri luoghi (es. Madrid) ed altri periodi. Più recenti esemplari alti oltre 8 m sono stati ottenuti sia in Olanda che in Canada.
    Il girasole è originario delle Americhe dove fu coltivato fin dal 1000 a.C.. Francisco Pizarro scoprì che gli Incas consideravano il girasole l'immagine del loro dio delsole. All'inizio del XVI secolo furono portati in Europa sia riproduzioni in oro del fiore, sia semi dello stesso. Heliantus è invece il nome greco del girasole. Nella mitologia greca si racconta di come una ragazza di nome Clizia si fosse innamorata del dio del sole Apollo e non facesse altro che guardare il suo carro volare del cielo. Nove giorni dopo venne però trasformata in un girasole. Per questo motivo la parola girasole esisteva già molto tempo prima che l'"Heliantus annuus" venisse portato in Europa ed è evidente che il mito sopracitato (menzionato ne Le Metamorfosi di Ovidio) si riferisca più propriamente
    all'eliotropio.





    La storia della “Pratolina”






    In primavera i prati si coprono spontaneamente di migliaia di margheritine. Forse non tutti sanno che tale fiore, detto anche “Pratolina” e cosi’ comune alle nostre latitudini, ha una storia molto antica. Il suo nome scientifico e’ “Bellis” e deriva da una leggenda che vi espongo qui di seguito. Bellis era la figlia del dio Belus. Un giorno, mentre danzava con il suo fidanzato, attiro’ l’attenzione del dio della primavera a causa della sua bellezza. Il dio tento’ di strapparla al fidanzato, quest’ultimo reagi’ con violenza e la poveretta, per salvarsi da entrambi si trasformo’ in una margheritina.
    La Pratolina fu molto amata nei tempi antichi. Quando Margherita di Valois, sorella di Francesco I sposo’ Emanuele di Savoia, fu presentata a corte con un cesto di margherite. Luigi IX di Francia amava tanto questo fiore e si era fatto fare un anello a forma di margherita. Margherita d’Angio’, moglie di Enrico VI d’Inghilterra, era solita far ricamare margheritine sulle vesti dei cortigiani: aperte indicavano la vita, chiuse, la purezza.
    In inglese la Margherita si chiama “Daisy” e deriva dall’espressione “Day’s eye”, occhio del giorno.
     
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    Tutte le ricette da realizzare con le rose



    Olio essenziale Si ottiene mediante distillazione a vapore dei petali freschi. Si trova già pronto nette erboristerie e nelle farmacie specializzate.
    Sfiammante purificante Gli oli essenziali presenti nella rosa svolgono un’azione antibatterica, antivirale, astringente e cicatrizzante.

    Mal di testa di origine psicosomatica Massaggiate più volte al giorno le tempie con una goccia di olio essen ziale di rosa, fino a miglioramento.

    Artriti artrosi indolenziementi articolari Massaggiare con un batuffolo di cotone, imbevuto di olio essenziale, il centro delle ginocchia, Si prevengono artriti, artrosi e dolenzie articolari.

    Profumare la casa Raccogliete i petali e metteteli in un vaso di vetro a chiusura ermetica. Per ogni manciata di petali aggiungete un cucchiaino di saLe fino e 1/2 cucchiaino di chiodi di garofano in polvere. Lasciate riposare per qual che giorno, quindi, quando volete rendere più profumata l’aria della casa, prendete un pò del contenuto del vaso e fatelo scaldare su una piastra elettrica oppure su una di ghisa posta sul fuoco.

    Capillari fragili Si consiglia un massaggio con l'essenza di rose. Tre goccie sciolte in un cucchiaio di olio vegetale per massaggiare le gambe.

    Energia psichica e depressione Ogni fiore è anche energia psichica e la rosa accomuna all'intensità del suo profumo la freschezza della rugiada: è sentimento, ma è anche distacco. Si consiglia alle persone tormentate, che vivono amori sofferti, passionali, dai quali escono depresse, irrequiete, stressate e fisicamente sciupate. La rosa dona a queste persone l'equilibrio, la saggezza e anche la freddezza necessaria per non farsi travolgere dalle passioni. Massaggiate con due goccie di olio essenziale all'altezza del cuore prima di dormire, scioglierete i dolori e l'amarezza legati a dispiaceri e a perdite affettive, delusioni, alla sensazione di non sentirsi amati e accettati.

    Pediluvio Mettere nell'acqua tiepida di una bcinella 4 goccie di olio essenziale di rosa (circa 3 fiori). Lasciar riposare alcuni minuti e immergervi i piedi per almeno 5 minuti. In pochi attimi svanirà l'affaticamento.

    Tisana versate 100 ml di acqua bollente su un cucchiaio di petali freschi di rosa, meglio se gallica o comunque selvatica, coprite, lasciate riposare per dieci minuti e filtrate, spremendo bene il residuo.
    Colite e infiammazioni intestinali Bevete 2 tazze di tisana al giorno, lontano dai pasti, fino a miglioramento.
    Infiammazione di gengive e mucose della bocca Ogni giorno fate frequenti risciacqui o gargarismi con la tisana, fino a miglioramento.

    Tonificare e purificare la pelle Usate l’acqua di rose come tonico al mattino e alla sera. Rende la pelle vellutata e morbida, profumandola leggermente.

    Sport
    Per chi fà sport è indicato un cucchiaio al giorno di centrifugato di miele millefiori con petali di rosa, ed uno dopo ogni sforzo sportivo. Quantità: 50 gr. di petali di rosa per ogni vasetto di miele da 500 gr.

    Lassativo La conserva di cinorrodi di R. Canina può essere usate come lassativo o per liberare l’intestino dei bambini dai vermi (Acaris Lombricoides)

    Marmellata di petali di rose Ingredienti: gr 200 di petali di rosa gr 500 zucchero 6 dl acqua 1/2 limone. Lavare i petali e triturarli con la mezzaluna (non tropo fini perchè non vada via il succo), mescolarli con lo zucchero (200 gr), e il limone (impastandoli con le mani e mescolandoli a lungo). Fate scaldare l’acqua con il resto dello zucchero e con l’impasto, fate bollire fino ad avere uno sciroppo denso. Quando diventa vischiosa la marmellata è pronta.
    Marmellata di rose Lavate e sciugate 1 kg. di frutti (bacche) di rosa. Tagliateli in due per il lungo ed eliminate i filamenti e i semi. Metteteli in una pentola e coprite con poca acqua. Fate cuocere per 20 minuti circa, quindi pesateli: unite circa 400 gr. di zucchero per ogni 500 gr. di frutti. Proseguite la cottura finchè la marmellata sarà pronta. Si conserva per un anno

    Confettura di viole e rose INGREDIENTI: 300 ml di acqua, 300 g di zucchero, 90 g di petali di rose, 90 g di petali di viole, I limone
    Raccogliete i petali di rosa e quelli di viola in una ciotola e copriteli con 100 g di zucchero e il succo del limone. Strofinate i petali con lo zucchero fino a ottenere una specie di poltiglia. Raccogliete in un tegame l’acqua e lo zucchero rimasto. Portate a bollore per ottenere uno sciroppo al quale unite il composto di fiori. Cuocete a fuoco medio fino a quando il composto avrà la consistenza giusta e velerà il dorso di un cucchiaio. Ripartite la confettura in vasetti sterili che sigillate e lasciate raffreddare capovolti.

    Marmellata di mele e bacche di rosa Bollire per 1/2 ora 1 kg. Di mele sbucciate e fatte a pezzi, passare al setaccio e filtrare per una notte il succo, mescolarlo il giorno seguente al purè di bacche di rose (vedi ricetta precedente), aggiungere 1 kg. Di zucchero e portare a ebollizione fino a che la marmellata non diventa consistente, mettere nei vasetti subito ancora calda.

    Confettura di viole e rose INGREDIENTI: 300 ml di acqua, 300 g di zucchero, 90 g di petali di rose, 90 g di petali di viole, I limone
    Raccogliete i petali di rosa e quelli di viola in una ciotola e copriteli con 100 g di zucchero e il succo del limone. Strofinate i petali con lo zucchero fino a ottenere una specie di poltiglia. Raccogliete in un tegame l’acqua e lo zucchero rimasto. Portate a bollore per ottenere uno sciroppo al quale unite il composto di fiori. Cuocete a fuoco medio fino a quando il composto avrà la consistenza giusta e velerà il dorso di un cucchiaio. Ripartite la confettura in vasetti sterili che sigillate e lasciate raffreddare capovolti.

    Confettura di rose Ingredienti:
    mele Kg 2
    zucchero Kg 1,400
    petali di rosa g 500
    un limone
    2 bustine di pectina (g 40 cad.)
    Procedimento:
    Sbucciare, tagliare a pezzetti piccolissimi e mettere in una casseruola le mele; unirvi il succo e a scorza grattugiata del limone. Lavare i petali di rosa in acqua fredda, quindi scolarli, togliendo il peduncolo giallo, e unirli alle mele, rimestando. Aggiungere le bustine di pectina. Porre il tutto sul fuoco e bollire per un minuto, mescolando, poi unire gradatamente lo zucchero; alzare il fuoco al massimo e cuocere per 12 minuti, senza aggiungere acqua alla frutta. Togliete la pentola dal fuoco, scolando per circa un minuto, quindi schiumare. Questa marmellata non deve essere lasciata addensare troppo, perché cristallizza facilmente. perciò, quando raggiunge la densità del miele, versarla, ancora calda, nei vasi, sterilizzati e caldi, che vanno subito chiusi e quindi conservati rigorosamente al buio.

    Marmellata di rosa canina e miele Novembre è il momento giusto per raccogliere te bacche di rosa canina a giusta maturazione, e quindi vi do subito una ricetta deliziosa per un’ottima conserva di questo frutto, che oltretutto ha un contenuto di vita mina C veramente enorme. Raccogliete le bacche (attenti alle spine!!) quando sono così mature che si staccano facilmente dal ramo, e raccoglietene tante, perchè ogni bacca contiene poca polpa. Pulitele e togliete loro il puntino nero che sta ad una delle estremità e che altro non è che il resto del fiore (ovvero della rosa). A questo punto divertitevi ; a passare al passaverdure le bacche, in modo da eliminare bucce e semi, raccogliendo la polpa. Pesate la polpa ottenuta ed aggiungete uguale peso di miele (consiglio un miele di acacia o un millefiori, comunque fluido e non troppo aromatico). La vostra conserva è pronta, travasatela nei contenitori e gustatevela !! Tenete presente che non essendo cotta contiene ancora tutta (a sua vitamina C, quindi, se è in arrivo un raffreddore vi consiglio una cura intensiva. I frutti di rosa (soprattutto di R. Rugosa e di R. canina) sono molto ricchi di vitamina C infatti contengono soprattutto quelli di Rugosa, da 2200 a 7000 mg. di vitamina C per 100 gr. di polpa, polpa che si può ricavare passandoli al setaccio dopo una bollitura. Considerate che l’arancia ne contiene soltanto 50 mg. per 100 gr. di polpa.

    Mostarda di picecui Tagliate a metà le bacche (200 gr.), togliete i semi e lavate con cura per eliminare i peli irritanti. Fate bollire insieme (senza le bacche) tutti gli ingredienti (1 dl. di aceto bianco-1 dl di vino bianco-100 gr. di zucchero- 1 pezzetto di cannella- 4 chiodi di garofano - la scorza grattugiata di un limone) fino a ridurre il liquido alla metà. Filtrate il composto, unite le bacche, salate e lasciate bollire ancora per 5 minuti. Versate la salsa in un vaso a chiusura ermetica e conservate in frigorifero.

    Liquore di rosa canina Lasciate macerare fino a pochi giorni prima di Natale 1 kg. di bacche di rosa nell'alcool (1 lt.) e nello sciroppo preparato a parte ottenuto facendo bollire lo zucchero (400 gr.) e l'acqua (8 dl.). Pressate con molta forza nella tela fine e imbottigliate. Scrivete sull'etichetta: da consumarsi dopo pasqua.

    Salse

    Aperitivi

    Digestivi

    I frutti delle rose selvatiche, in particolare i cosiddetti “grattaculi”che colorano di rosso vivo i cespugli della comunissima Rosa canina e abbondano un pò ovunque ai margini dei boschi e nei giardini, sono ottimi ingredienti di salse agrodolci e confetture. Non è difficile trovarle anche già confezionate soprattutto nei negozi specializzati in prodotti naturali o nelle aziende agrituristiche. Per le marmellate e le salse passate (ottenute cuocendo le bacche con zucchero e acqua o vino rosso), i “grattaculi” vanno raccolti dopo le prime gelate, quando sono leggermente appassiti. Se utilizzati interi, dopo cotti devono sempre essere passati al setaccio fine in modo da eliminare i pelucchi irritanti. Macerandoli nel vino bianco per 15 giorni e filtrando l’infuso, si ottiene un’ottima base per fantasiosi aperitivi. Dalla macerazione in Armagnac, grappa o brandy si ottengono invece stimolanti liquorini da fine pasto.


    Crostata di Frutta, Rose e Calendule Ingredienti:
    • Per 4-6 persone:
    • i confezione di pasta frolla surgelata
    • 500 gr. di frutta mista preparata con frutta e fiori canditi
    • 30 gr mandorle
    • 30 gr. pistacchi tritati insieme ai petali di 2 rose
    • 20 gr. di petali di calendula
    Foderate una tortiera da crostata con carta apposita, stendetevi sopra La pasta frolla tirata col matterello, n voltate all’interno la pasta eccedente formando un cordone, metteteci sopra carta da forno con riso o fagioli, cuocete a forno pre-riscaldato a 180° per venti minuti. Togliete dal forno, togliete i fagioli o il riso, spolveratela con le mandorle e i pistacchi, versatevi la frutta che avrete cotto con i petali di rosa a striscioline e i petali di calendula. Infornate di nuovo per una ventina di minuti, servite freddo.

    Crostata di rose e frutti di bosco
    Fa parte di una serie di ricette antiche, dei monasteri napoletani, per l’occasione i menu, venivano realizzati da noti ristoranti napoletani.
    Impastate 400 gr. di farina bianca con 100 gr. di miele, 50 di zucchero, 4 uova, una bustina di lievito in polvere e petali di due rose tagliati a striscioline, un pizzico di fiori d’erica e 2 bicchieri di latte. Lavorate L’impasto versatelo in uno stampo unto di burro e spolveratelo di farina. Infornatelo per mezz’ora a calore moderato, poi togliete la torta per farla raffreddare. Preparate un composto di pesche, ciliege, fragole, melone, fiori d’erica e i succo di limone e d’arancia, petali di rosa canina. Un bicchiere di vino bianco ed uno di maraschino. Fate cuocere il composto per 10’, fatelo raffreddare e stendetelo sulla torta. Decorate con fragole e ciliege e rimettete in forno per 15’; poi fate raffreddare per almeno 3 ore. Questa ricetta, del 1590, e composta con le rose del Chiostro di Regina Coeli ed i frutti del Borgo Sanità, allora campagna.

    Drink delle Rose Ingredienti per 4 porzioni
    5 bicchieri di gin
    I bicchierino di succo di limone
    2 cucchiai di sciroppo di rose
    petali di rose per decorare
    Amalgamate bene gli ingredienti e servite decorando con petali di rosa.

    Elisir di rose Ingredienti:
    15 gr petali di rose profumate
    400 gr alcol a 95’
    350 gr zucchero
    350 gr acqua
    Dopo aver scelto i petali delle rose più profumate del vostro giardino, poneteli in un mortaio con una manciata di zucchero e pestatele fino ad ottenere una pasta che porrete a macerare per una decina di giorni in un vaso di vetro ermeticamente chiuso, nel quale avrete aggiunto anche l’alcol. Durante questo periodo avrete cura di agiteremo deratamente una volta al giorno il vaso con il suo contenuto. Dopo il tempo prescritto aggiungete L’acqua ed il rimanente zucchero. Lasciate macerare ancora nel vaso per una settimana agitando ogni tanto e, trascorso questo tempo, filtrate per tela, imbottigliate e tappate con ceralacca e sughero. Aspettate almeno due mesi prima di consumare questo elisir che gratificherà il palato vostro e dei fortunati ospiti.

    Petali canditi Stendere uno ad uno i petali di rosa profumata o di varietà Damascena su dei vassoi di cartone ponendoti in pieno sole. Spruzzare subito con acqua di rose e ricoprire i petali umidi con zucchero a velo, meglio con un setaccio finissimo (tipo quello da farina). Ripetere l’operazione sul retro quando il sole avrà candito il pri mo Lato. A questo punto ripetere ogni tanto l’operazione precedente (acqua di rose + zucchero a velo) fino a quando non si sarà formata una pellicola con lo zucchero cristallizzato. Posizionare in un barattolo ben sigillato e asciutto, e assaggiare per credere. In alternativa si possono bagnare i petali nell’albume di uovo sbattuto per poi cospargerli di zucchero a velo (quindi senza preparare l’acqua di rose), facendoli asciugare come sopra.

    Frittata di rose 20 minuti
    ATTREZZATURA
    Padella in ferro
    INGREDIENTI
    6 uova
    2 cucchiai di zucchero
    10 foglie di menta
    3 rose (meglio rosse)
    2 cucchiai di olio extravergine di oliva
    Sbattete le uova con lo zucchero. Tagliate a listerelle i petali di rose e tritate la menta. Unite rose e menta alle uova e cuocete la frittata, sulle due facce, in una padella di ferro ben unta con l’olio.La frittata si serve anche su crostoni di pane ben imburrati

    Aceto di rose Aceto di miele (o di mele), 1 1.
    Petali freschi di 5-6 rose rosse
    Mettete a macerare, nell’aceto di miele, i petali delle rose rosse. L’infusione deve durare almeno 10 giorni poi potrete colare ed eliminare i petali. Il liquido deve essere conservato in una bottiglia scura a chiusura ermetica. E adatto ad eliminare acne o altre impurità della cute, disinfettare piccole ferite, asciugare i foruncoli che stanno per formarsi o calmare il dolore di una contusione.

    Gelato alle rose 50 minuti
    ATTREZZATURA: Gelatiera
    INGREDIENTI
    500 ml di latte, i rosa molto grande o 2 rose piccole,8 tuorli
    130 g di zucchero, 250 ml di panna montata, petali di rosa per decorare
    Lavate, snocciolate e tagliate a metà 500 g di ciliegie. In una terrina, mettete 3 cucchiai di farina e incorporatevi 3 uova intere, un pizzico di sale, 6 cucchiai di zucchero a velo e 3 cucchiai di rum. Stemperate il tutto con il latte per ottenere una pastella (poco più densa della pasta per le crépes) senza grumi. Imburrate uno stampo rotondo e disponetevi la frutta. Coprite con la pastella senza riempire la piastra perché cuocendo si gonfierà. Cuocete per circa 20-25 minuti nel forno già caldo a 190 gradi. Togliete lo stampo dal forno e spolverizzate con altro zucche ro a velo. Lasciate intiepidire nel forno spento. Servite il calfoutis tiepido e guarnito con margherite glassate. Portate a ebollizione il Latte, mette in infusione i petali di rosa e Lasciate macerare per 20 minuti. A parte, lavorare i tuorli con lo zucchero per ottenere un composto soffice e chiaro. Aggiungere a filo un po’ di latte per diluire la crema e poi uni re tutto il latte filtrato. Senza mai smettere di mescolare, scaldate il composto fino al punto di ebollizione del latte e prolungate la cottura fino a quando la crema è abbastanza densa da velare il dorso di un cucchiaio. Inglobate la panna montata, riversate il composto nella gelatiera e procedete secondo Le istruzioni fornite dal vostro elettrodomestico. A piacere, guarnite con petali di rosa. Senza l’aggiunta di coloranti alimentari, questo gelato è bianco.

    Orecchiette con lompo e nero di seppia Ingredienti:
    350 g di orecchiette Buitoni Fresco, 100 g di uova di Lompo, 3 dl di panna fresca, 3 bustine di nero di seppia, 2 rose bianche, uno scalogno, un bicchiere di vino bianco secco, olio extravergine d’oliva, pepe, sale.
    Preparazione
    In una padella fate rosolare in poco olio lo scalogno tritato, bagnate con il vino e aggiungete la panna. Unite 2 bustine di nero di seppia, salate e pepate e continuate la cottura, fino a far addensare la salsa. Lessate le orecchiette in acqua bollente con l’aggiunta del restante nero di seppia, scolate e passate nel tegame con la salsa. Versate nei piatti e decorate con le uova di lompo e i petali di rosa.

    Gelatina struccante all’acqua di rose Acqua di rose 2 cl.,Amido di riso 6 gr.,Glicerina 25 gr Olio essenziale di rosa. 2 gocce
    Versate l’amido di riso in un contenitore in vetro (resistente al calore) posto a “bagnomaria” ed aggiungete poco a poco la glicerina, sempre mescolando, finchè si forma una gelatina uniforme e densa. Togliete dal fuoco, lasciate intiepidire ed aggiungete l’acqua di rose e l’olio essenziale di rosa mescolando energicamente. Applicate questo gel sul contorno occhi con tocchi leggeri senza tirare la pelle. Risciacquate con acqua tiepida o con acqua di rose. Conservate in frigorifero per max 10 giorni.

    Acqua di rose “hand-made” • Acqua distillata, i Litro
    • Petali freschi di 5-6 rose rosse
    Versate l’acqua bollente sui petali, lasciate raffreddare, filtrate e versa te il liquido in un flacone di vetro scuro a chiusura ermetica e conserva te in frigorifero. In questo modo si conserva solo pochi giorni. Se volete aumentare la durata del prodotto (fino ad un mese) potete adottare uno dei seguenti accorgimenti:
    • versate l’acqua di rose fredda in un contenitore per il ghiaccio e mettetelo in freezer, quando vi serve l’acqua di rose estraete un cubetto e lasciate sciogliere a temperatura ambiente o passate lo sul viso ancora congelato.
    • Alla soluzione fredda aggiungete 10 ml. di alcool da dolci e conservate sempre nella bottiglia di vetro scuro a chiusura ermetica ed in frigorifero.
     
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    Le curiosità su piante e fiori di Saixché

    a simpatica trasmissione tv Saixché, che risponde alle domande sul mondo e sulle cose, va in onda anche fuori dalla tv, via sms sul cellulare. Ecco alcuni tra i questiti più “verdi” degli ultimi mesi…

    Perchè il legno del larice è molto apprezzato?
    La sua durabilità lo rende ideale per usi esterni: traversine ferroviarie, ponti e fasciame di barche.

    Perchè il calicanto si chiama così?
    Dal greco cheimon=inverno+anthos=fiore, questo arbusto fiorisce in pieno inverno fra gennaio e febbraio.

    Perchè la bergenia è detta fiore di S.Giuseppe?
    E’ una piantina sempreverde solita fiorire intorno al 19 marzo, S.Giuseppe e Festa del papà.

    Perchè l’ontano è una pianta utile?
    I batteri presenti nelle radici fissano nella terra l’azoto aereo bonificando terreni umidi e malsani.

    Perché i frutti maturi e quelli acerbi hanno sapori diversi?
    Contengono sostanze chimiche differenti: negli acerbi ci sono molti acidi.

    Perché si usa l’abete rosso per la realizzazione di alcuni strumenti a corda?
    Il suo legno ha ottime proprietà di amplificazione del suono.

     
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