I NURAGHI

...in sardegna..

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  1. gheagabry
     
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    Il pozzo nuragico di Santa Cristina





    PERIODO: Età nuragica – Bronzo finale (tra il IX e l’XI secolo a.C. circa)

    Quella di Santa Cristina, nei dintorni di Paulilatino (OR), è una delle aree archeologiche più belle della Sardegna. Il complesso comprende il bellissimo pozzo nuragico, la capanna delle riunioni e un nuraghe monotorre circondato da capanne nuragiche. Il pozzo nuragico di Santa Cristina è probabilmente il più famoso dei pozzi sacri, anche perché nasconde un fascino misterioso, legato a suggestive e apparentemente inspiegabili coincidenze. I pozzi sacri, infatti, avevano originariamente una struttura di copertura, come dimostra la fonte di Su Tempiesu. Allora perché ogni 18 anni e 6 mesi, tra la fine di dicembre e inizio gennaio, la luna si specchia sul fondo del pozzo? Si tratta solo di una incredibile combinazione? Oppure la stessa copertura del pozzo aveva un’apertura perpendicolare al foro che sovrasta la tholos? Sono altri enigmi della cultura nuragica; altri misteri che affascinano, perché da millenni risultano lontani da una soluzione. Ma c’è anche un altro enigma: durante gli equinozi di primavera e d’autunno un tempo era il sole a illuminare il fondo del pozzo, facendo passare i suoi raggi attraverso la gradinata. Questo accadeva quando l’asse terrestre era inclinato in modo che dall’isola dei nuraghi fosse visibile Rigel Kent: il Piede del Centauro, o Alfa Centauri, la stella più vicina alla terra. Ancora una volta, quindi, il sole e la luna sono legati incredibilmente alle opere nuragiche; quasi come se queste fossero nate per celebrare un matrimonio, quello tra la luna e il sole, con la dea-madre terra che fa contemporaneamente da testimone e da officiante. Santa Cristina prende nome dall’omonima chiesetta campestre vicina al pozzo e circondata da piccole abitazioni (chiamate Muristenes o Cumbessias), utilizzate dai fedeli durante i festeggiamenti che si celebrano in onore della Santa nella seconda domenica di maggio e per l’Arcangelo Gabriele, nella quarta domenica di ottobre. Il pozzo Sacro è costituito da grandi blocchi basaltici e ha la classica struttura delle altre fonti nuragiche dell’isola, con un atrio, una scala discendente e una tholos sotterranea che custodisce la vena sorgiva. Ancora oggi, soprattutto in inverno e in primavera, dagli interstizi della muratura della camera filtra l’acqua sorgiva. La scala che porta alla tholos è costituita da 25 gradini ed è coperta da un soffitto che riproduce una sorta di scala rovesciata.




    da lweb

     
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  2. ZIALAILA
     
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    IL MISTERO DI CORAL CASTLE


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    La Storia che stiamo per raccontarvi è una Storia d’Amore. Una storia che sembra una favola, tanto è intrisa di magia. Ma tutto è incredibilmente vero.
    E’ la storia di un uomo che ha aspettato tutta la vita la ragazza di cui si era innamorato.

    Lui aveva 26 anni, veniva dalla Lettonia e si chiamava Edward Leedskalnin. Lei si chiamava Agnes Skuvst e aveva solo 16 anni. Lui era sicuro che lei avrebbe accettato di sposarlo. Perché per Lei, aveva deciso di costruire qualcosa di speciale. Qualcosa che non potesse dimenticare. Per Agnes Ed aveva deciso di costruire, da solo e con le sue stesse mani, un intero castello.

    Con questa idea in testa Ed era partito dalla Lettonia alla ricerca del posto giusto, del luogo ideale per il suo sogno d’amore. Girò Europa, Canada e Stati Uniti ma solo quando giunse in Florida capì che aveva trovato il luogo adatto. Come fa a capirlo? Perché in Florida scopre un particolare tipo di pietra locale. Una pietra bellissima ed estremamente pesante. Da queste parti la chiamano Coral Stone, la pietra di Corallo: Ed farà allora per Agnes un Castello di pietra solido che avrà un nome leggero: Coral Castle, appunto.


    La struttura ha visto la luce nei primi anni del novecento e l’artefice dell’edificio è un unico minuto grande uomo : il suo nome è Edward Leedskalnin. Egli, con la sola forza delle sue braccia e con l’ausilio di pochi rudimentali attrezzi come carrucole, corde, martelli e scalpelli ha estratto e scolpito più di 1.100 tonnellate di roccia corallina. Ancora nessuno tra scienziati ed ingegneri che hanno studiato e tuttora studiano il Coral Castle è riuscito a dare una spiegazione fisica sul metodo di costruzione usato da Leedskalnin; l’unica affermazione sul metodo di costruzione proviene dal costruttore stesso il quale affermò: “Ho scoperto i segreti delle piramidi. Ho trovato come gli egizi e gli antichi costruttori in Perù, Yucatan e Asia, unicamente con attrezzi primitivi, trasportarono ed eressero blocchi di pietra pesanti parecchie tonnellate.”

    Molte affascinanti teorie vennero formulate negli anni per cercare di dare una spiegazione quantomeno plausibile alla straordinaria opera del piccolo lettone.

    Molti ricercatori o meglio “para”ricercatori ipotizzano che Ed abbia in qualche modo scoperto il funzionamento delle “World Grid” ovvero uno schema invisibile di linee energetiche circondanti la terra che concentrano grosse quantità di energia tellurica nei punti di intersezione. Quindi Ed avrebbe sfruttato l’energia dell’intersezione di queste linee per riuscire a spostare questi enormi blocchi di pietra. .

    Bruce Cathe, nel suo “The Energy Grid” uno dei più importanti libri del settore, afferma che “il sito “Coral Castle”, è matematicamente relazionato alla griglia energetica terrestre, come lo sono le altre importanti strutture antiche. .”

    Nonostante la vasta quantità di studi e teorie formulate su questo complesso, nessuno è ancora riuscito a capire non solo i modi e i metodi di costruzione ma nemmeno il significato stesso dell’opera. A che scopo costruire questa enorme struttura? Per quale motivo Leedskalnin “sacrificò” vent’anni della sua vita nella progettazione e realizzazione dell’edificio? A queste e ad altre innumerevoli domande ancor oggi molti studiosi e ricercatori stanno cercando di dare una risposta.

    La storia di Coral Castle si chiude con un’ultima beffa del destino. Superati i 60 anni, Ed aveva dato segni di voler rivelare il segreto della sua costruzione. Sembra che avesse addirittura invitato alcuni amici stretti per il racconto finale. Era il 7 novembre del 1951. Ed andò a farsi controllare un piccolo dolore al Jackson Memorial Hospital. All’entrata del castello lasciò un cartello per gli amici con scritto: “Right Back”, torno subito. Ma Ed non torno né subito né mai più. Quel dolorino era un male al fegato che lo portò via per sempre, insieme al segreto del Castello di Corallo…



    Oggi il Coral Castle attira turisti e curiosi da ogni parte del mondo rivelandosi come una delle opere architettoniche più straordinarie e misteriose del XX secolo


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  3. tappi
     
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  6. gheagabry
     
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    I NURAGHE, OPERA DI ATLANTIDE?
    I Nuràghe sono uno dei più grandi misteri dell'archeologia. Secondo gli archeologi, risalirebbero al II millennio a.C. e sono da attribuire alle popolazioni sarde che occupavano l'isola in quel periodo. Ma molti sono scettici a proposito. Come avrebbero fatto, infatti, popolazioni primitive ad erigere opere così complesse e megalitiche. Una recente teoria vede i Nuràghe essere opera dell perduta civiltà di Atlantide. E, secondo alcuni, proprio la Sardegna non sarebbe altro che l'isola di cui Platone racconta nei suoi Crizia e Timeo. Infatti, nell'antichità, le famose colonne d'Ercole non erano situate dove noi le collochiamo oggi, cioè presso lo stretto di Gibilterra, ma altrove e più precisamente, tra la Sicilia e la Tunisia, in quanto il mondo di allora, del II millennio a.C., arrivava proprio lì. Fu Alessandro Magno il macedone ad estendere i confini del mondo conosciuto verso ow, così che gli uomini del suo tempo si videro costretti a spostare le colonne, ponendole tra l'Africa e la Penisola Iberica. Così, quando Platone dice: "oltre le colonne d'Ercole...", dobbiamo intendere, oltre il canale di Sicilia. La Sardegna potrebbe essere stata al tempo, l'isola di Atlantide. Ma potrebbe anche esserci stata un'altra isola, ora scomparsa, tra questa e l'Africa. I sostenitori della teoria che vede la Sardegna essere stata Atlantide, pone l'accento sul fatto che il lato ow dell'isola sia stato devastato in tempi remoti da una gigantesca inondazione, probabilmente provocata dalla caduta di un meteorite nel Mediterraneo, più o meno tra la Spagna e la Sardegna. Inoltre, osservando le costruzioni etrusche in Toscana, non può passare inosservato il fatto che assomiglino molto, se viste dall'alto, ai circolari Nuraghe. Un caso? Non potrebbe invece essere che i superstiti di Atlantide emigrarono in Italia, dando vita così alla civiltà degli Etruschi? Ma sono solo ipotesi. In nord Europa, specialmente in Inghilterra, esistono molte antiche opere in pietra, monumenti megalitici (dal greco mégas = grande, lìthos = pietra) risalenti all'età preistorica (precisamente al periodo neolitico, 8.000/3.000 a.C.). Più precisamente, si distinguono in:

    - dolmen (dal bretone doul = tavola, men = pietra), costituiti da due grosse pietre verticali e da un architrave appoggiata sopra su di esse e destinati a servire da camere funerarie;

    - trulli (dal greco trùllos = cupola), a forma cilindrica e dal tetto a cono, usati come abitazioni;

    - menhir (dal bretone men = pietra, hir = lungo), blocchi monolitici isolati l'un l'altro, alti alcuni metri. Ne conosciamo un esempio importante in Bretagna, a Carnac, circa 120 km a nor-ow di Nantes, dove i molti menhir allineati per lunghe file (alignements) devono essere serviti come monumento/osservatorio.

    Più recenti, dell'età del bronzo (3.000/1.200 a.C.), sono i nuràghe, torri cilindriche dal diametro di circa 10 mt, dotate di uno o due piani comunicanti tra loro mediante una scala a spirale interna. Si pensa potessero servire come punti di difesa e come abitazioni dei capi locali. Uno tra i più conservati è quello di Torralba (Sassari). La Sardegna è la terra dei nuràghe. sull'isola ve ne sono stati eretti circa 7.000, tutti risalenti all'età del bronzo. L'astronomia, per gli antichi, è stata una scienza fondamentale. Essi seguivano i movimenti degli astri nel cielo così come noi oggi sfogliamo il nostro calendario. avere tali punti di riferimento stagionali era molto utile per sapere quando seminare, quando raccogliere, mietere e celebrare certi riti. L'agricoltura era fondamentale nell'antichità, così come lo sarà ancora fino all'età moderna ed ancor oggi, riveste una certa importanza. Così come, era fondamentale rispettare i propri dei, svolgendo rituali legati al movimento degli astri, in particolar modo del Sole e della Luna. Non solo in Inghilterra, anche in Mesopotamia si adorava la dea della Luna (Sin) e, così come in Egitto, il disco solare (Aton). Ma il nome di queste divinità cambiava da tempo a tempo e da luogo a luogo. anche Stonehenge si pensa fosse legato in qualche modo al movimento degli astri ed al cambio delle stagioni e dopotutto, come abbiamo visto, tale cosa non può che sembrarci normale.
    (Giorgio Pastore)

     
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5 replies since 18/8/2010, 22:11   601 views
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