L'Emilia Romagna ... Parte 1^

LA TERRA DEL “PASSATOR CORTESE”..DI FELLINI..LA ROMAGNA ..

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Administrator
    Posts
    13,795

    Status
    Offline


    BUONGIORNO ISOLA FELICE ... BUON RISVEGLIO A TUTTI


    “... Giovedì ... il Veneto è alle nostre spalle, e voliamo con la mongolfiera verso sud ... ogni regione che lasciamo ci dona uno scrigno da custodire fatto di emozioni e fantastiche e uniche bellezze ... la nostra Italia è fatta di storia antica e di tradizioni radicatissime, e ogni regione conserva nel suo dna quelle tracce che poi regala ai suoi abitanti rendendoli unici e diversi rispetto a tutti gli altri delle altre regioni italiane ... il nostro volo oggi ci condurrà in un’altra bellissima regione italiana ... l’emilia romagna ... Buon risveglio amici miei ... il nostro viaggio, la nostra mongolfiera ci attendono ..."

    (Claudio)



    LA TERRA DEL “PASSATOR CORTESE”, DI FELLINI ... DI RAUL CASADEI ... DEL FESTIVAL DELLE MONGOLFIERE ... LA ROMAGNA ...



    “Viaggiando s’impara la saggezza, come se nelle terre d’altri scoprissi verità che i luoghi conosciuti ti negano da sempre… E’ lungo le strade di lingue che non capisci dove impari i suoni del mondo… Dove impari i colori dei pensieri”

    “Romagna, la terra solatia, il dolce paese accogliente e caldo …. le fertili campagne piene di vigne, i romantici borghi medievali, e l'infinita vita notturna della riviera…La Romagna non è solo la terra del divertimento e del buon cibo, ma è anche la patria di molti artisti, primo fra tutti l’indimenticabile Federico Fellini, originario di Rimini…è anche terra di comicità, la genuinità dei romagnoli e del dialetto, la loro solarità, l’ospitalità ed il calore delle tradizioni, hanno sicuramente contribuito alla nascita di tanti comici dal barzellettiere Sgabanaza ai più famosi Fabio de Luigi e Daniele Luttazzi, entrambi originari di Santarcangelo di Romagna, fino al mitico Paolo Cevoli, originario di Riccione, famoso a Zelig come l’Assessore del comune di Roncofritto.”

    “….oltre al re del liscio Raoul Casadei, la Romagna è anche la patria della ormai famosissima Laura Pausini, originaria di Solarolo in provincia di Ravenna dove spesso fa ritorno, e del romantico Samuele Bersani originario di Rimini che porta la sua cultura popolare anche nei suoi testi proponendo addirittura in "Freak" l’esportazione della piadina romagnola…..”

    “Ma non tutti sanno che il vero eroe Romagnolo è il cosiddetto “Passator Cortese”, ricordato anche nella poesia di Giovanni Pascoli, il vero nome del passatore era Stefano Pelloni e la sua storia si mescola alla leggenda creando su di lui la figura del mitico ladro gentiluomo che nel XIX secolo rubava ai ricchi per donare ai poveri.”

    “In epoca bizantina Rimini fu una delle città della Pentapoli marittima, nel XII si affermò il governo comunale, Piazza Cavour divenne il centro cittadino e venne eretta un cerchia di mura attorno alla città….Nel XII secolo Rimini divenne il regno della famiglia Malatesta che alimentò il valore politico ed il prestigio culturale di Rimini richiamando a corte letterati, poeti e grandi artisti come Brunelleschi, Piero della Francesca e Leon Battista Alberti…… il Ponte di Tiberio, uno dei meglio conservati ponti romani, costruito fra il 14 ed il 21 d.c. a cinque arcate e lungo 62 metri… Castel Sigismondo fatto erigere da Sigismondo Malatesta come fortezza ed allo stesso tempo dimora signorile, e l'Arco d'Augusto eretto nel 27 a.c. in onore di Augusto, costruito in pietra d'Istria con i busti delle divinità tutelari Giove e Apollo nel fronte esterno e Nettuno e Minerva nel fronte interno.”

    “Cesenatico, cittadina di mare sulla riviera romagnola, da maggio a settembre si anima di luci, feste colorate al sapore di sale, ed aperitivi sulla spiaggia fra un chiosco di piadina ed un’osteria di solo pesce fresco…..La città natale del mitico ciclista Pantani, del famoso allenatore di calcio Zaccheroni e dell’intramontabile poeta Marino Moretti….sul porto canale….. il museo della marineria composto in parte dalle navi che sono qui ormeggiate, la più importante fra tutte è il Trabaccolo da trasporto…

    “L’entusiasmo e’ alle stelle e non vediamo l’ora di partire. Anche perche’ e’ la prima storica partenza e non sappiamo ancora cosa ci aspetta…Ho prenotato al Parco Urbano di Ferrara dove si terra’ la quinta edizione del Festival Internazionale delle Mongolfiere….vediamo che le Mongolfiere cominciano ad alzarsi in volo nonostante un po’ di foschia mattutina, cosi’ corriamo in fretta nell’area di volo e cominciamo ad ammirare questi palloni giganti che vengono gonfiati e spiccano il volo. Nel cielo ce ne sono tanti ormai, di ogni forma e colore……ci gustiamo il Parco Urbano, gli sbandieratori e i giullari nella cittadella medievale appositamente allestita dall’associazione del palio di Ferrara, i paramotoristi di Trieste, il mercatino, i cavalli, le varie associazioni sportive di Ferrara tra cui il golf, danza del ventre, danza artistica, pattinaggio sul ghiaccio, tornei di calcetto, beach volley, racchettoni, e tante altre. Il parco e’ ormai affollato…alle 20:30 nell’area delle mongolfiere dove ci sara’ il Night Clou, lo spettacolo delle mongolfiere illuminate in notturna. Ci sono 14 mongolfiere ancorate al terreno e con un gas particolare le fanno accendere come tante lampadine il tutto a ritmo di musica. L’atmosfera e’ perfetta, la serata anche la magia di quello spettacolo Stupendo!!! Rimaniamo a bocca aperta con il naso all’insu’….”

    “Ferrara una città piena di fascino fra Emilia e Romagna, ricca di storia..il Castello Estense, situato in pieno centro, prima fortezza poi sontuosa residenza ducale, dove si nasconde la storia della città dal Giardino degli aranci al Salone dei giochi….attraverso le piazze del nucleo medievale …il Palazzo comunale e la bellissima Cattedrale cittadina miscuglio di gotico e romanico, con la caratteristica facciata tripartita e l'interno a tre navate ricco di affreschi… corso Ercole I d'Este la via più interessante di Ferrara circondata da palazzi fino al quadrivio degli Angeli… Palazzo dei Diamanti ricoperto di luce con all'interno la Pinacoteca nazionale piena di opere che raccontano la storia della pittura ferrarese….. il Palazzo Schifanoia un'antica delizia di Alberto V d'Este dove si passava il tempo fra banchetti, divertimento e riposo dove all'interno è ancora conservato lo spettacolare Salone dei Mesi ricoperto di colorati affreschi sul tema zodiacale. poi una bici e via lungo le mura di Ferrara, conosciute come uno dei sistemi difensivi migliori del medioevo, tutte da percorrere fra bastioni, porte, torrioni ed un bellissimo paesaggio.”

    “Le Mura di Ferrara costituiscono uno dei sistemi difensivi più imponenti di tutto il medioevo e del Rinascimento, sono composte da una cortina di mattoni rossi e corrono lungo nove chilometri di lunghezza fra i terrapieni alberati…il sistema fu studiato anche dal grande Michelangelo poiché riassume tutte le tecniche di difesa del Quattrocento e del Cinquecento, fra baluardi, porte storiche, torrioni e cannoniere….”

    “….non tutti sanno che proprio a Ferrara è nato il grande regista Michelangelo Antonioni…a Ferrara visse per un periodo anche Torquato Tasso ,uno dei maggiori poeti italiani, del Cinquecento.. visse e morì anche Ludovico Ariosto, il grande poeta, scrittore e drammaturgo italiano, autore dell'Orlando furioso…”


    “Le Valli di Comacchio rappresentano il più importante relitto delle grandi zone umide che un tempo caratterizzavano la costa ferrarese. Anche se gli specchi d’acqua ai giorni nostri sono ridotti molto rispetto agli originari, le Valli di Comacchio rimangono un ambiente unico di eccezionale valore naturalistico per la flora e la fauna acquatica che qui vivono…. Il percorso storico - naturalistico nelle Valli, con partenza da Stazione di pesca Foce ….sull'acqua ….la visita ai "Casoni" di valle: Coccalino, Pegoraro e alla stazione di pesca Serilla. I Casoni, erano le strutture di pesca o di vigilanza.. che consentivano l'organizzazione delle attività vallive: riportati all'antico impianto conservano al loro interno strumentazioni e suppellettili utili alla pesca e le testimonianze della vita di valle…. scivolare in barca lungo i canali interni dello specchio vallivo su un circuito circolare …dà la possibilità di conoscere uno straordinario sito naturalistico”

    "Le origini di Ravenna sono molto incerte. Secondo Strabone, la città sarebbe stata fondata da popoli provenienti dalla Tessaglia: appare certo che - nel I millennio a.C. - la zona appartenne agli Etruschi. In ogni modo, Ravenna divenne importante in epoca romana e la sua storia è soprattutto la storia di un rapporto con il mare. La fortuna della città s’identifica difatti con le vicende del porto romano d’Augusto. Il porto ospitava una flotta di 250 navi e quindi garantiva la difesa dell'Adriatico e dei mari vicini….. Tra il 493 ed il 526 Teodorico stabilisce a Ravenna la sua corte. Sotto l'impero di Teodorico vengono promosse bonifiche e innalzati famosissimi monumenti….. la Basilica di Sant'Apollinare Nuovo, con il suo portico di marmo ed il campanile cilindrico del IX-X secolo, al cui interno sopravvivono magnifici mosaici; il Battistero degli Ariani, a forma ottagonale, nell'attuale piazzetta della Chiesa dello Spirito Santo; il Mausoleo di Teodorico, su due piani decagonali…. Famosissima la famiglia dei Traversari, che consegnerà la città alla Chiesa, ma su tutte prevale la famiglia dei Da Polenta, che per un secolo e mezzo detenne il potere della città e presso la quale trovò ospitalità lo stesso Dante Alighieri. Accanto alla Chiesa di San Francesco… la Tomba di Dante, piccolo tempio neoclassico che conserva le ossa del poeta.”

    “ Mirabilandia …..una magnifica giornata di spensierato svago in quella che viene letteralmente definita come la “terra delle meraviglie”. Mai come in questo caso, in effetti, l’etimologia del nome rappresenta un biglietto da visita tanto veritiero….“Niagara”, un percorso acquatico che si affronta su dei tronchi galleggianti e mi avventuro lungo un emozionante saliscendi. Ad un certo punto, sulla destra, scorgo un cartello che reca un invito. “Sorridi!”. Lo accetto ben volentieri. Poco dopo ecco il gran finale. Una salita ripidissima preannuncia una discesa dalle medesime caratteristiche. Rimango in vetta per un attimo e poi scendo a tutta velocità in un lago artificiale, sollevando un’onda che sfiora i 15 metri d’altezza……..”








    Da Giuly e Fabry ..

    image
    COMUNE DI FERRARA....
    image
    CASTELLO DI FERRARA....



    Da Lussy ..

    image
    PARMA..IL DUOMO...

    image
    PIACENZA..DUOMO

    image
    FERRARA..DUOMO

    image
    PONTE DI TIBERIO..
    Il famoso ponte riminese, pur essendo intitolato a Tiberio, fu realizzato per volontà di Augusto ed è un mirabile esempio di architettura romana. E' giunto ai nostri giorni in uno stato di conservazione ottimo, tale da consentire ancora la percorribilità della strada da esso sorretta. Le cinque arcate a tutto sesto in marmo bianco che lo compongono sono intervallate da piccole finestre cieche.



    Da Rino ..


    Ferrara, il Castello


    Ferrara, il Castello al tramonto


    Cimitero della Cerosa


    Ferrara, il Duomo




    Raduno di mongolfiere



    La nostra mongolfiera


    Tramandare una passione


    I bruciatori della nostra mongolfera...


    In azione



    Da Gabry ..




    Mare Romagnolo










    Da Lussy ..

    image
    CARTOLINA..STORICA..DI RIMINI....



    Comacchio






    image

    EMILIA ROMAGNA..GIARDINO..DUCALE...........

     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Administrator
    Posts
    13,795

    Status
    Offline



    Da Gabry ...















    Da Lussy ...

    I parchi naturali in Emilia Romagna

    L'Emilia Romagna è una regione in prima linea riguardo salvaguardia della natura, con i suoi 13 parchi naturali, 12 riserve e una quarantina di aree ecologiche (più diverse altre in corso di istituzione). Partiamo da Bologna, passando per il parco dei Gessi, il bosco della Frattona e concludiamo con il delta del Po.

    Quando la natura è spettacolo
    A sud di Bologna, nella zona compresa fra il fiume Savena e lo Zena e il monte Calvo (335 m), si estende il parco naturale dei Gessi bolognesi e dei Calanchi dell'Abbadessa comprensorio dalle caratteristiche eccezionali: comprende infatti le più importanti riserve italiane di gesso naturale, un grandissimo sistema di fenomeni carsici con molte grotte sviluppate su più livelli, e il meraviglioso complesso dei calanchi nei dintorni del passo della Badessa.



    Da Raff ...

    Il primo piano presenta un pezzo della Fontana del Nettuno, uno dei principali punti di riferimento di Bologna. La fontana è stata compiuta dal fiammingo Giambologna nel 1556 secondo i progetti dell'architetto bolognese di Laureti. In background è un frammento del campanile della Cattedrale di San Pietro, la cattedrale di Bologna.



    Da Rino ...


    Bologna, Piazza Maggiore


    vista dalla nostra mongolfiera


    la biblioteca comunale



    Da Raff ...


    BOLOGNA - Piazza S. Stefano in un giorno di pioggia...



    BOLOGNA-San Luca

     
    Top
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    moderatori
    Posts
    43,236

    Status
    Offline
    GRAZIE
     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Administrator
    Posts
    13,795

    Status
    Offline

    Casalecchio

    Casalecchio è una città di 35.000 abitanti, tra le colline e il nodo autostradale di Bologna. Nella foto potete vedere la diga sul fiume Reno, opera idraulica del 1500. La città ha grandi problemi di traffico, ma con le colline alle spalle e un grande parco è ancora possiibile di camminare nel verde....


     
    Top
    .
  5. tomiva57
     
    .

    User deleted


    BOLOGNA



    image

    Piazza Maggiore
    E’ il cuore della città ed è il risultato di secolari trasformazioni che la arricchirono via via di importanti edifici. Racchiude in sé la Basilica di S. Petronio e, dalla destra di questo edificio, il Palazzo dei Notai, il Palazzo d'Accursio, il Palazzo del Podestà e la scenografica facciata del Palazzo dei Banchi

    Piazza del Nettuno

    image

    In marmo e bronzo, fu costruita dal fiammingo Giambologna su progetto di Tommaso Laureti nel 1563. E’ il simbolo del potere papale: come Nettuno domina le acque così il Papa domina il mondo. Ai piedi del Dio sono infatti quattro putti, che rappresentano Gange, Nilo, Rio delle Amazzoni e Danubio, cioè i fiumi dei continenti allora conosciuti.



    palazzo re enzo

    image

    Detto Palatium Novum perché aggiunto al Palazzo del Podestà, più antico, fu poi ribattezzato Re Enzo , per essere stato la prigione del figlio dell'Imperatore Federico II, sconfitto dai bolognesi nella battaglia di Fossalta nel 1249. Il palazzo è visitabile in parte: si accede alla corte e di qui si sale ad una loggia panoramica.
    Visitabile solo in occasione di mostre ed eventi
     
    Top
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    moderatori
    Posts
    43,236

    Status
    Offline
    GRAZIE
     
    Top
    .
  7. tomiva57
     
    .

    User deleted


    PALAZZO DEL PODESTA’



    image
    Piazza Maggiore
    L'edificio attuale è la ricostruzione quattrocentesca dell'antico palazzo duecentesco. Progettato da Fioravanti fu realizzato in arenaria nel 1483. La torre medievale che si innalza è opera di mastro Alberto: vero capolavoro di ingegneria, non poggia a terra ma sui pilastri del voltone del Podestà.
    Visitabile solo in occasione di mostre ed eventi


    PALAZZO DEI BANCHI



    image

    Piazza Maggiore
    Fu l'ultimo edificio eretto nella Piazza: si tratta in realtà di una facciata scenografica per mascherare le viuzze del mercato retrostante. Progettato dal Vignola, risale alla seconda metà del XVI secolo . La facciata si basa su quindici archi , di cui due permettono il passaggio alle vie Clavature e Pescherie.
    Visitabile solo dall'esterno.



    PALAZZO DEI NOTAI


    via Pignattari, 1

    image

    Era la sede dell'antica e potente corporazione dei Notai. Si compone di due parti differenti: la prima, verso la Chiesa, fu edificata da Antonio di Vincenzo, la seconda, più recente, da B. Fioravanti verso il 1450. La differenza è riscontrabile nelle bifore. Per gli orari di apertura consulta Elenco delle ville, dimore e dei palazzi storici.
     
    Top
    .
  8.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    moderatori
    Posts
    43,236

    Status
    Offline
    GRAZIE
     
    Top
    .
  9. tomiva57
     
    .

    User deleted


    BASILICA DI S.PETRONIO



    image

    Piazza Maggiore
    Edificata a partire dal 1390 per celebrare la vittoria dei bolognesi sui fiorentini e il Papa, è tempio civico, cioè dei cittadini. Mai completata, i lavori si protrassero fino al XVII secolo. All'esterno facciata in marmo bianco e rosa e mattoni, portale centrale di Jacopo della Quercia, che rappresentò scene del Vecchio e Nuovo Testamento. All'interno: la luminosità della chiesa è dovuta all'orientamento nord-sud. La meridiana, la più grande in un luogo coperto, fu costruita dal geografo Cassini nel XVIII secolo. Tra le cappelle spicca la IV da sinistra (Bolognini) che conserva affreschi di Giovanni da Modena: il pittore rappresentò a sinistra l'Inferno , il Paradiso e l'Incoronazione della Vergine; a destra il viaggio dei Re Magi. Per gli orari di apertura consulta Elenco delle principali chiese d'interesse turistico



    PALAZZO D'ACCURSIO



    image

    Piazza Maggiore, 6
    Consta di due nuclei distinti, quello di sinistra , più antico, fu nel XII secolo sede della famiglia Accursio (da cui derivò il nome l'intero edificio), poi della magistratura comunale degli Anziani dal 1336. La torre dell'orologio fu costruita ad opera di A. Fioravanti, nel 1425. La parte di destra, pienamente gotica, è caratterizzata da otto finestre bifore e da una finestrona nella parte bassa, costruita nella metà del Cinquecento da Galeazzo Alessi. Questi edificò altresì l'ingresso trionfale, la cui parte superiore ospita la statua di Gregorio XIII, autore della riforma del calendario. Il palazzo, ora sede del Comune, fu, dal XVI al XIX secolo, sede del Legato papale. All'interno, visitabili la Cappella e la Sala Farnese, la Sala D'Ercole, la Sala del Consiglio Comunale e l'Ex Sala Borsa - Centro della nuova biblioteca comunale dove sono visibili gli scavi archeologici (entrata da Piazza Nettuno). Il palazzo ospità anche due importanti musei d'arte: Museo Morandi - inaugurato nel 1993, e sorto in seguito alla donazione delle sorelle del pittore bolognese, comprende circa 200 opere che coprono l'intera carriera dell'artista dagli anni venti fino alla maturità. La mostra propone acquerelli, acqueforti, disegni e una ricostruzione dello studio di Via Fondazza. Collezioni Comunali D'Arte Antica - Comprendono opere provenineti da raccolte private (Palagi, Pepoli), disposte nell'ex appartamento dei Cardinali Legati e nelle sale Rusconi. Fra le altre, opere del trecento bolognese, di Tintoretto, dei Carracci. Per gli orari di apertura consulta Elenco delle ville, dimore e dei palazzi storici e Elenco dei musei e collezioni.




    LE DUE TORRI



    image

    Piazza di Porta Ravegnana
    Sono il simbolo della città, che peraltro contava nel Medioevo circa una settantina di torri e case-torri. La costruzione della Garisenda fu iniziata intorno al 1120 per festeggiare la cacciata del legato imperiale, ma fu ben presto abbandonata per la pendenza del terreno. Fu allora iniziata l'Asinelli, cosiddetta dal nome della famiglia cui fu affidata. Alta 97 metri (498 gradini), con la Garisenda (47 metri) è sotto costante osservazione. Per gli orari di apertura consulta Elenco delle ville, dimore e dei palazzi storici.




    PALAZZO DELLA MERCANZIA



    image

    Piazza della Mercanzia, 4
    Detto anche LOGGIA DEI MERCANTI. Costruito da Antonio di Vincenzo nel 1384 in cotto e marmo nelle bifore e nel baldacchino. In stile gotico, è caratterizzato da due archi a sesto acuto e, in alto, da un lungo fregio con gli stemmi delle corporazioni cittadine. Le nicchie ospitano a destra e a sinistra i protettori della città, al centro la giustizia. Distrutto dai bombardamenti nella seconda guerra mondiale, è stato ricostruito. Per gli orari di apertura consulta Elenco delle ville, dimore e dei palazzi storici.




    BASILICA S. STEFANO



    image

    Via S. Stefano, 24
    E’ in realtà un complesso di chiese detto "Santa Gerusalemme", poiché richiama la passione di Gesù. Fu edificata a partire dall'VIII secolo per volontà dei Longobardi che ne fecero la loro chiesa. Da sinistra: chiesa di S. Vitale e Agricola, cosiddetta per le reliquie dei protomartiri bolognesi un tempo qui conservate; chiesa del santo Sepolcro, che custodisce le spoglie di S. Petronio e chiesa di S. Giovanni Battista. All'interno: due chiostri medievali, chiesa della Trinità e museo di S. Stefano.




    PALAZZO DELL'ARCHIGINNASIO



    image

    Piazza Galvani, 1
    Fu sede dell'Università di Bologna dal XVI secolo all'arrivo di Napoleone nel 1803: egli trasferì lo Studio a palazzo Poggi (Via Zamboni 33) e trasformò l'Archiginnasio in biblioteca comunale. Il palazzo fu costruito ad opera dell'architetto Francesco Terribilia. All'interno Teatro Anatomico, in legno di cedro e abete, del XVII secolo, fu sede degli esperimenti settori della facoltà di Medicina.




    BASILICA DI S. DOMENICO



    image

    Piazza S. Domenico, 13
    La sua costruzione fu iniziata poco dopo la morte del santo (1220circa). La bellezza della chiesa è dovuta soprattutto alla tomba di S. Domenico, all'interno. Fu costruita in vari momenti: il sarcofago (XIII secolo) di Nicola Pisano, Arnolfo di Cambio e allievi, che rappresentarono episodi della vita del santo. Il coronamento (o cimasa) è di Niccolò, detto dopo il capolavoro "Dell'Arca". L'angelo ceriforo di destra è di Michelangelo. Da visitare anche il coro ligneo di Fra Damiano Zambelli (1525 - 45), lo "Sposalizio di S. Caterina" di F. Lippi, il "Crocefisso" di Giunta Pisano e i "Quindici misteri" del Rosario, opera collettiva dei più importanti pittori bolognesi (Cesi, Carracci, Reni, Sirani).
    All'esterno: tomba del giurista Rolandino de' Passeggeri, addossata al muro a sinistra la tomba di Egidio Foscherari.


    image
    image



    Le vie d'Acqua e l'Architettura urbana sotterranea di Bologna



    "Le città nascono lungo i fiumi, portatori di acqua, primordiale e atavico motore di vita e di attività"

    E' vero che molte importanti città sono nate e cresciute lungo un fiume, portatore al tempo stesso di utilità (navigazione, forza motrice) e di bellezza (slarghi naturali, affascinanti prospettive). Non è il caso di Bologna che invece è collocata tra due fiumi, il Reno e il Savena... In verità, un corso d'acqua segreto attraversa proprio il centro della città: Aposa...
    Aposa - canale sotterraneo

    image



    Cera una volta...

    Le città progredite e industriose avevano bisogno di acqua e Bologna riuscì ad imporre ai suoi fiumi e torrenti un dominio tecnico vicino alla perfezione imbrigliandoli in una serie di canali, di chiuse e di chiaviche che consentiva la navigazione mercantile e l'attivazione di opifici e mulini...

    image



    Oggi...

    Della fitta rete di canali che attraversavano la città, in superficie restano i nomi delle vie (Via del Porto, Riva di Reno, Val D'Aposa, Via delle Moline, Via Savenella) ed alcuni suggestivi scorci come la "finestrella di Via Piella" (piccola finestra che si affaccia sul canale delle Moline).


    image



    I percorsi dei canali Bolognesi sono sotterranei... ma restaurati, consolidati e resi accessibili ai visitatori...
    Si organizzano gli eventi e le visite guidate che consentono di ripercorrere la gran parte dei canali sotterranei.

    image
    Informazioni:
    UISP - Settore Vie d'Acqua:
    www.uispbologna.it/uisp/Vie-d-Acqua/Home.html






     
    Top
    .
  10. tomiva57
     
    .

    User deleted


    Itinerario Storico-Religioso lungo la Valle del Samoggia
    Da percorrere in auto: si segue S.P. della Val Samoggia, a Castel d'Aiano si prende la S.S. 623 e poi da Gaggio Montano la S.S. 64

    Il nome di questa strada è quello che si incontra in numerosi documenti medievali e che esiste ancora sia come nome di alcune località che di stradelli campestri nella zona attorno alla via Emilia e la via Bazzanese fra Zola Predosa e Piumazzo: si tratta probabilmente della persistenza nel diminutivo del nome di Cassia che i Romani diedero ad una direttrice Modena-Pistoia che percorreva il crinale fra Samoggia e Panaro. Nel Medioevo permetteva di recarsi sia da Modena che da Bologna verso la città toscana e di raggiungere poi Lucca e il Tirreno; da Lucca si poteva imboccare la via Francigena o imbarcarsi per mare per giungere a Roma.

    image

    Le principali tappe nel Bolognese comprendono Bazzano , che con il suo castello ricorda la sua antica funzione guerresca, al confine fra i territori di Modena e Bologna, ma con la sua chiesa di S. Stefano (oggi ricostruita) risalente almeno all'871, attesta l'antichità dell'insediamento religioso. L'uomo però abitò il poggio su cui sorge Bazzano (il cui nome si fa risalire al gentilizio romano Badianus, della gens Badia) fino dall'età del Bronzo, continuato poi nel Villanoviano (età del Ferro).


    image

    Monteveglio è un altro castello (o meglio, un abitato fortificato), famoso per essere appartenuto alla contessa Matilde di Canossa e avere sopportato vittoriosamente l'assedio di re Enrico IV nell'inverno del 1092. La sua pieve di S. Maria Assunta, ricordata nel 973, dava ospitalità ai pellegrini che vi si fermavano.

    image

    Castello di Serravalle era posto su un ramo alternativo più occidentale della strada e anch'esso era un abitato fortificato dai Bolognesi nel 1227 e conteso a lungo ai Modenesi; oggi conserva un suggestivo aspetto antico e resti del castello.

    La pieve e il castello di Samoggia (ricordato addirittura nel VII secolo fra i castelli bizantini che si opponevano all'avanzata longobarda, e la pieve almeno dal 1012) costituivano un'altra tappa del percorso, con la possibilità di sostare presso la pieve, che contava fra i suoi doveri anche l'ospitalità ai pellegrini. S. Prospero era il luogo dove sorgeva l'antico castello di Savigno , presso il quale si trovava anche un ospizio od ospedale per pellegrini, dove questi trovavano rifugio e ospitalità per un massimo di tre giorni. La strada proseguiva per la chiesa della SS. Trinità (oggi privatizzata e adibita a magazzino agricolo), ricordata già nel 1068 e posta in un crocevia naturale con le strade che salgono dalle vicine valli del Lavino e del Reno, e per Tolè.

    image

    S. Lucia di Roffeno fu un importante monastero benedettino dipendente per lo spirituale dal vescovo di Bologna ma in possesso della ricca e potente abbazia di S. Silvestro di Nonantola; esistente almeno dal 948, quando anzi la chiesa venne restaurata dal pontefice Agapito Il, il monastero era dotato di un ospedale per i viaggiatori. Anche la Pieve di S. Pietro di Roffeno svolse certamente questo ruolo di assistenza ai viandanti: le sue severe forme romaniche appaiono al visitatore entro un cortile rimasto intatto e molto suggestivo.
    Castel d'Aiano è ricordato nel 969 in una ricognizione dei confini fra i vescovati di Modena e Bologna con il nome di Fontana Longobardorum; nei suoi pressi nel XIII secolo sorgevano ben due ospedali per pellegrini, uno dei quali al passo della Canovaccia: acqua e un tetto per coprirsi e riposare erano elementi fondamentali per i viaggiatori.

    image

    La strada si dirigeva poi a Bombiana, dove nel Trecento esisteva un ospedale per viandanti dedicato a S. Biagio, e di lì a Gaggio Montano , località ricordata già in età longobarda come Gaium Regine, il bosco riservato alla regina. Si percorreva ancora una volta il confine sempre conteso fra i territori bolognesi e quelli modenesi - tanto che lo storico della montagna; bolognese Arturo Calmieri, la chiamò la strada del confine bolognese-modenese - e si raggiungeva Rocca Corneta , che dai Monti della Riva domina la val Dardagna presso i più alti valichi appenninici.

    image

    Da qui ci si portava poi in territorio modenese a Trignano, Serrazzone e Fanano, per giungere al Passo della Croce Arcana e Cutigliano o a quello più alto e impervio della Calanca verso Lizzano Pistoiese.



     
    Top
    .
  11.  
    .
    Avatar


    Group
    moderatori
    Posts
    19,944
    Location
    Zagreb(Cro) Altamura(It)

    Status
    Offline
    grazie isolani..e fantastico far conoscere italia e croazia tramite nostre letture..
     
    Top
    .
  12. tomiva57
     
    .

    User deleted




    La via dello Stale o via degli Dei



    image

    Questo percorso escursionistico è noto anche come Via degli Dei ed è segnato con i segni rossi e bianchi del C.A.I. (Club Alpino Italiano): può quindi essere seguito con sicurezza, tenendo d'occhio sempre i segnavia.

    Nel Medioevo aveva vari nomi: via mulattiera per Monzuno, via di Barberino e altre, a seconda della meta che si voleva indicare, mentre la denominazione turistica di Via degli Dei richiama la presenza di montagne con nomi di divinità pagane (Monte Adone, Monte Venere) che la caratterizzano. Il nome convenzionale di via dello Stale indica il passo che veniva utilizzato, vicino alla Futa, detto dello Stale come trasformazione linguistica di un ospedale benedettino detto di S. Salvatore che vi sorgeva e assicurava ai viandanti assistenza e rifugio. Molto probabilmente la mulattiera medievale che correva sul crinale fra Savena e Setta congiungendo Bologna a Firenze attraverso il Mugello occidentale ricalcava in parte una strada romana, segnata dai toponimi miliari Sesto, Ottò e None nel versante occidentale della val di Savena, ma se ne discostava proprio perché, a partire almeno dal VI secolo, saliva sul crinale e toccava Pieve del Pino e Brento.

    image

    Brento fu infatti uno dei castelli costruiti dai Bizantini per fronteggiare l'avanzata longobarda alla fine del VI secolo, ma in epoca successiva mantenne la sua funzione difensiva venendo in possesso del vescovo di Bologna e infine del Comune. Anche nella vicina Badolo sorse un abitato fortificato presso la chiesa e una rocca in cima al Monte ancor oggi detto la Rocca, la prima comunità rurale che, insieme alla vicina Battedizzo, si arrese nel 1164 al Comune di Bologna, giurando fedeltà ed obbedienza.


    La strada medievale continuava sul crinale, toccando l'importante centro feudale di Monzuno , i cui signori erano in rapporti con i conti AIberti, i conti di Panico e poi con il Comune di Bologna; il castello si trovava forse nella località Castellaccio, mentre l'abitato, chiamato il Trebbo, fu connotato piuttosto come centro di mercato fra le valli del Setta e del Savena, raggiungibile da entrambe. Nei suoi pressi, in località Ospitale, sorgeva almeno dal XIII secolo un ospedale vallombrosano per pellegrini, ancora oggi visibile nel suo aspetto risalente a lavori di rifacimento quattrocenteschi e settecenteschi. La prima tappa può terminare a Madonna dei Fornelli.


    image

    image

    Una particolare attrattiva di questo percorso sono i reperti viari di Monte Bastione, la cui suggestione è indubbia, ma che non possono essere riferiti all'età romana, principalmente a causa del materiale di cui sono costruiti (lastre di arenaria locale), né alla via Flaminia tracciata nel 187 a.C. da Bologna ad Arezzo a causa di indubitabili testimonianze del percorso di essa sul crinale fra Idice e Sillaro. Comunque la mulattiera di Monte Bastione, di cui sono stati ritrovati vari tratti ben conservati, offre un bell'esempio di strada di lunga percorrenza e di grande traffico di età post-medievale. Al passo della Futa può terminare la seconda tappa.


    image
    passo della futa cimitero di guerra tedesco

    CITAZIONE (ginakarlo @ 7/9/2010, 13:45)
    grazie isolani..e fantastico far conoscere italia e croazia tramite nostre letture..

    hai ragione gina



    La via di Castiglione



    image


    E' possibile oggi ripercorrere in parte con mezzi pubblici e in parte a piedi la via di Castiglione, quella che da Sasso Marconi permetteva, restando sul crinale fra Setta e Reno e poi fra Brasimone e Limentra, di raggiungere Castiglione dei Pepoli, Montepiano e infine Prato.
    La zona era controllata dai conti Alberti, vassalli imperiali che tuttavia nel 1192 dovettero promettere al Comune di Bologna di tenere sicura e percorribile la strada che portava a Castiglione de' Gatti (dal longobardo gahagium, bosco riservato), di lì al valico di Capodisetta, dove sorse alla fine dell'XI secolo l'abbazia vallombrosana di Montepiano, e infine al castello di Prato. E' ovvio che ai Bolognesi interessava la transitabilità della strada, non tanto perché portava a Prato, allora semplice castello dei conti, sottomesso all'imperatore, ma perché era una via per Firenze e perché i possessi dei conti Alberti attraversavano come un lungo e largo corridoio il cuore della montagna bolognese.

    image

    La strada sfruttava fino oltre Sasso Marconi la via del Reno, poi attraversava il fiume al ponte di Panico. Qui il viaggiatore trovava il castello dei conti omonimi, consorti degli Alberti e del loro stesso ceppo familiare, a incutergli paura, ma anche la pieve di S. Lorenzo per la solita ospitalità; presso il ponte esisteva però anche, almeno dall'inizio del XIII secolo, l'ospedale di S. Antonio, per aiutare i viaggiatori in difficoltà in un punto così critico come l'attraversamento di un fiume, soprattutto se il ponte stesso era interrotto o non era in buone condizioni.

    Il viaggiatore moderno può lasciare il treno della linea Porrettana a Lama di Reno e di lì raggiungere la bella pieve romanica di Panico, restaurata dopo l'ultima guerra, e salire sul crinale retrostante, fino a raggiungere il Parco di Monte Sole , dove può visitare il memoriale dell'eccidio di Casaglia di Caprara. La tappa seguente è Grizzana Morandi , dove è possibile pernottare, per poi proseguire il giorno seguente per Monteacuto Ragazza. Questa località è famosa per i ritrovamenti delle statuette etrusche raffiguranti un giovane in atto di offerta votiva, oggi conservate al Museo Civico Archeologico di Bologna, che attestano la vicinanza di un luogo sacro e la capillare presenza degli Etruschi nella nostra montagna: nel Medioevo era compresa nel feudo che i conti Alberti si fecero confermare nel 1164 dall'imperatore Federico I.

    image

    Seguendo sempre il crinale fra il Brasimone e la Limentra orientale si raggiunge il santuario di Montovolo , ricordato come Monte S. Maria ma anche con il nome di Monte Palense, ricordo di un precedente santuario pagano dedicato alla dea delle messi e dei raccolti. Pale. S. Maria della Consolazione di Montovolo era posseso dei vescovi e poi del Capitolo della Cattedrale di Bologna fin da quando la vediamo comparire nei documenti medievali, nell'XI secolo, e divenne una meta devozionale molto conosciuta anche in età Moderna, quando le feste della Natività della Vergine, l'8 settembre, e la vicina della Santa Croce, il 14 dello stesso mese, richiamavano numerosissimi fedeli da tutta la provincia. Là giunti, i pellegrini trovavano il santuario di S. Maria, gestito da conversi, persone che avevano dedicato la loro vita e i loro beni al servizio della chiesa, e l'oratorio di S. Caterina d'Alessandria, che mostra ancora i suoi pregevoli affreschi romanici di stile bizantineggiante con le storie della santa, il Giudizio Universale e Profeti.

    image

    Attraverso Traserra si raggiunge Castiglione dei Pepoli, feudo degli Alberti e poi da XIV secolo dei Pepoli, che con il suo palazzo municipale, quattrocentesco con aggiunte del Cinquecento, mostra ancora il ruolo di piccola capitale del feudo imperiale. Oltre Castiglione la strada si fa alpestre, diventa sentiero e corre fra i boschi alle pendici del Monte Gatta, fino all'abbazia vallombrosana di S. Maria di Montepiano. Qui il paese offre varie possibilità di pernottamento e di ritorno con l'autobus di linea a Castiglione e di qui pure con autobus.


    image
     
    Top
    .
  13. tomiva57
     
    .

    User deleted




    La via di Toscana



    image
    Veduta di Barbarolo

    La via detta di Toscana per essere stata a partire dal Duecento la strada ufficiale per Firenze, fu chiamata in varie occasioni Romea, ad indicare che poteva condurre a Roma, e può vantare diverse località ricordate molto precocemente e di grande importanza nel Medioevo: in città partiva dal trivio di Porta Ravegnana
    image

    e toccava l'antichissima abbazia di S. Stefano, dotata anche, dal secolo XI, di un ospedale per viaggiatori. Ricalcava la via S. Stefano e di nuovo incontrava un ospizio per pellegrini presso la chiesa di S. Giuliano, posseduta dai Vallombrosani di S. Maria di Opleta (presso Castiglione dei Pepoli).

    image

    A San Ruffillo la chiesa omonima era dotata di un ospedale per pellegrini fin dal 1143, mentre la tappa seguente era ancora più antica: il monastero di S. Bartolomeo di Musiano infatti fu fondato nel 981 dalla famiglia dei conti di Bologna con una ricca dotazione di terreni, ma con l'esplicito impegno per i monaci di pregare giorno e notte per le anime dei fondatori e dei loro genitori e di ospitare gratuitamente i viandanti. La chiesa è ancora esistente, anche se rimaneggiata in varie occasioni, mentre del chiostro resta solo il pozzo.

    image

    In località Carteria di Sesto la chiesetta di S. Maria di Meleto di Sesto, già esistente nel 1116, per un certo periodo, nella seconda metà del Trecento, svolse attività di ricovero per pellegrini e oggi è stata restaurata nelle sue semplici forme romaniche.

    image

    Pianoro è la tappa seguente, dove un ospedale intitolato a S. Giacomo, esistente almeno dal 1094, permetteva ai pellegrini di riposare per affrontare il tratto montano della strada. La pieve di S. Pietro di Barbarolo ospitava anch'essa pellegrini, almeno da quando ne abbiamo notizia, dal 1034, ma la località dove sorge ci parla di un insediamento ben più antico, di un probabile stanziamento di barbari giunti insieme ai Longobardi. Nel IX secolo Barbarolo era centro di un pago, circoscrizione amministrativa di origine romana, di una iudiciaria, il suo equivalente longobardo, e sede di un castello.

    image

    Loiano , che nel nome ricorda un fondo rustico di un proprietario romano, il fundus Lollianus, nel Medioevo si trovava stretto fra i barbari di Barbarolo e i Goti di Mons Gothorum, Monghidoro.

    image

    A Monghidoro sorgeva la pieve di S. Maria, ricordata solo nel 1232 per la prima volta, ma punto chiave per il passaggio del valico appenninico. Era infatti l'ultimo luogo abitato dove si poteva sostare prima di arrivare al passo della Raticosa e di lì in Toscana.



    image
     
    Top
    .
  14. tomiva57
     
    .

    User deleted




    La via Flaminia minore



    image
    San Pietro di Ozzano dell'Emilia


    Sul crinale fra l'Idice e il Quaderna e poi, più a sud, il Sillaro, con inizio sulla via Emilia presso il ponte dell'ldice, correva nel Medioevo una strada che si dirigeva verso il Mugello orientale e la val di Sieve, per giungere, da un lato, a Firenze, oppure, dall'altro, ad Arezzo, comunemente chiamata nei documenti medievali Fiamenga o Flamegna o simili. Questo nome così particolare, dotato di una persistenza secolare, dal momento che lo si ritrova dal 1105 fino al catasto del 1924 in vari punti del crinale, ha fatto pensare che si trattasse della via che ereditava percorso e funzione della strada romana tracciata fra Bologna e Arezzo dal console Gaio Flaminio nel 187 a.C., nello stesso anno in cui il suo collega al consolato Marco Emilio Lepido tracciava quella che si chiamerà poi e fino ad oggi via Emilia.

    Nel Medioevo questa strada fu costellata di fondazioni religiose che svolgevano attività di cura e di assistenza ai viandanti, a cominciare dall'ospedale di S. Giacomo dell'ldice, ricordato fin dall'inizio del XII secolo e ancora esistente come abitazione privata, ma che reca ben visibili nella muratura del fianco resti romani di reimpiego, come esagonette pavimentali, mattoni, blocchi di selenite, e decorazioni romaniche, come un archetto mutilo e tamponato, decorato a scacchiera.

    image

    Da qui la strada risaliva la costa fra Idice e Quaderna, toccando Castel de'Britti, castello ricordato già nel 776, ma presso il Quale, nella valle, era esistito un insediamento romano di pregio, fra cui una villa con impianti produttivi rustici. Alla pieve di S.Giovanni di Pàstino i resti della chiesa con cripta ricordano la sua funzione itineraria; mentre il ritrovamento nei suoi pressi di svariate sepolture romane, fra cui la lastra scolpita con figura femminile di Ulpia Psiche, oggi al Museo Civico Archeologico di Bologna, prova la sua collocazione lungo un'arteria di grande traffico.

    image

    Nella vicina Settefonti l'abside della chiesa distrutta dalla guerra restituisce ancora mattoni manubriati romani, mentre nell'Ottocento uno scavo occasionale per lavori agricoli mise in luce nel campo presso Casa Torre un vero e proprio sepolcreto, purtroppo oggi disperso. Era possibile salire sul crinale anche da Ozzano , passando per il suo nucleo abitato originario di S. Pietro, dotato ancora di una torre di guardia dell'abitato, o da Varignana, dove la chiesa di S. Lorenzo mostra ancora spiccati caratteri romanici e una cripta unica nella storia dell'arte medievale bolognese. Il punto d'incontro di questi tracciati alternativi, fra cui elencheremo anche Maggio, dove la scomparsa pieve di S. Stefano era l'erede della città romana di Claterna, era Settefonti.

    image

    Il percorso seguente, a monte di Settefonti, toccava l'abbazia vallombrosana di Monte Armato, nella quale l'ospitalità ai poveri viandanti era regola di vita per i monaci. La vocazione alla gestione di veri e propri ospedali per viaggiatori per questa abbazia era evidente: nel 1161 ottenne l'ospedale di S. Giorgio del Ponte Santo, di Imola, poi, nel 1174, ebbe quello di Sellustra, sulla via Emilia nella valle omonima. Non bisogna però dimenticare che all'intento caritativo era unito anche il desiderio di controllare, tramite un punto chiave della viabilità, il traffico lungo la strada stessa, le elemosine degli ospitati, nonché patrimoni terrieri a volte ingenti.

    image

    Monterenzio era un'altra tappa del cammino, dove all'inizio del Trecento funzionava un albergum, probabilmente una struttura privata di accoglienza a pagamento e dove anche oggi, nel centro moderno in fondovalle e non nell'abitato antico di crinale, conviene sostare per la prima tappa.
    Dopo Monterenzio l'unico luogo dove nel Medioevo era possibile la sosta era lo Spedaletto, l'ospedale di S. Baltolomeo de Fiamenga, che oggi è una semplice casa colonica abbandonata ma che dal Medioevo fino alla fine del Settecento svolgeva questo importante compito di servizio alla viabilità, collocato com'era poi esattamente sul confine fra lo Stato Pontificio, la contea di Tossignano e il Granducato di Toscana. Ormai in vista del passo della Raticosa, un impressionante ofiolite, il Sasso di S. Zanobi, ricordava al viandante la leggenda della gara fra il santo vescovo fiorentino e il diavolo, gara di lancio dei macigni più grandi e pesanti, vinta dal santo, che in tal modo scacciò il diavolo da quelle contrade.

    image


    Il ritorno dal passo non è possibile con mezzi pubblici, mentre una corriera di linea si può prendere a Frassineta, scendendo dal crinale in corrispondenza del Parco provinciale La Martina, seguendo la strada di accesso al parco.


    image
     
    Top
    .
  15. tappi
     
    .

    User deleted


    GRAZIE
     
    Top
    .
15 replies since 8/8/2010, 11:21   6151 views
  Share  
.