FATE..FOLLETTI..ELFI e GNOMI....

UN MONDO FANTASTICO

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  1. gheagabry
     
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    " Fate, elfi e folletti...in pochi conoscono questa mia passione, forse perchè fa parte del mio immaginario e non ne parlo molto, è un po il mio mondo fantastico...mi piace andare tra i boschi e immaginare che tra gli alberi e le foglie si nasconda e mi spii qualche folletto simpatico e dispettoso, la natura è armonia e viverla con la fantasia la rende ancora più speciale... la fantasia è un ingrediente fondamentale che nessuno dovrebbe perdere col tempo, basta poco, bisogna coltivarla, vivere con ottimismo e pensare che tutto ciò che di bello ci circonda in natura sia un regalo per noi, ogni colore, ogni suono, ogni piccola semplice forma di vita che si respira in natura ha qualche messaggio positivo da cogliere! ...proviamo ogni tanto a sederci sull'erba e a chiudere gli occhi e ascoltare la nostra natura...forse proprio mentre non guardiamo un piccolo buffo folletto ci osserva stranito da dietro un ramo spezzato.... "


    da il mio mondofantastico

    Edited by gheagabry1 - 25/1/2023, 22:01
     
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  2. gheagabry
     
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    Ci sono Mondi sconosciuti all'uomo
    Mondi Magici ed incantati dove solo l'occhio dei bimbi può entrare
    Mondi di Mezzo senza confini



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    Esistono luoghi avvolti da un misterioso alone di magia, non visibili al normale sguardo dell'uomo, celati tra le acque trasparenti di fonti e di sorgenti o tra il vento impetuoso e sottile che fruga tra le foglie dei boschi.

    Dissimulati con la linea dell'orizzonte o mascherati sotto i nostri piedi, tra le fronde di un maestoso albero o tra l'acqua cristallina di una piccola cascata montana.
    Spazi dove le cose invisibili si svelano all'improvviso, dove il tempo è infinitamente possibile, dove non esistono limiti alla meraviglia e allo stupore.

    Universi che esistono al di là dei nostri normali sensi, oltre il tutto ...
    Sono i luoghi dell'incanto e dell'ispirazione, i mondi fantastici dove ancora vivono gnomi, folletti e fate ...

    Mondi paralleli senza nome, chiamati semplicemente Mondi di Mezzo





    DOVE VIVONO LE FATE ?



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    I regni fatati difficilmente appaiono ma soprattutto sono in pochi coloro che hanno il privilegio di vedere gli esseri che li animano.

    Durante certe particolari notti, quando la luna piena illumina il crepuscolo con una luce opalescente e dorata è più facile scorgere i luoghi abitati dalle Fate; se si osserva con attenzione, lasciandosi trasportare dalle dolci sensazioni che solo la natura sa donare, è possibile vedere nel buio della notte risplendere miriadi di luci scintillanti.
    Non abbiate timore: sono le fate che danzano alla luna.

    Gli affascinanti Regni in cui vivono le Fate sono stati da sempre cercati da tutti gli uomini e da tutti i popoli.
    Per molti secoli si è creduto che la misteriosa terra delle Fate si collocasse in una zona geografica reale, con il potere di spostarsi a seconda dei desideri dei suoi abitanti.
    I gallesi, pensavano fosse situata a nord della loro terra montagnosa e in seguito nella misteriosa penisola occidentale del Pembrokeshire, impervia e celata dalle nebbie.
    Più tardi la collocarono in un'isola del canale di San Giorgio dove si narra venisse a volte scorta dai marinai, per secoli sono stati riportati i racconti di chi vi sbarcò e non fece più ritorno.
    Gli irlandesi chiamarono Hy Breasail l'isola fantasma che, secondo loro, si trovava a ovest.
    Mentre i britanni sostenevano che l'isola fantastica fosse l'Isola di Man, ricchissima fonte di tradizioni elfiche.

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    Le isole abitate dalle fate non sono, tuttavia, tutte uguali: alcune di esse galleggiano sull'acqua, altre sono nascoste sotto la superficie; altre ancora compaiono una volta soltanto ogni sette anni.

    L’isola più magica di tutte è, senza dubbio, quella di Avalon.
    Qui, il mitico Re Artù fu portato ferito a morte per essere curato da quattro regine delle Fate. Tuttora si crede che il re giaccia ancora, con i suoi cavalieri, nel cuore di una collina immaginaria, immerso in un sonno profondo da cui si sveglierà nell'ora del bisogno per governare le sue terre.

    Uno dei temi che ricorrono più frequente nella mitologia europea è quello delle Isole dei Beati, o Isole Fortunate, che si trovano nel mare occidentale, oltre i luoghi dove tramonta il sole.
    Pare che gli irlandesi abbiano più isole, o almeno più nomi per le stesse isole, di chiunque altro. Alcune delle più note sono ; Tirfo Thuinn, la Terra sotto le Onde; Tire Nam Beo, la Terra della Vita; Tir Nang Og, la Terra della Gioventù; Mag Maor, la Grande Pianura; Tirn Aill, l'Altro Mondo; Mag Mell, la Pianura del Piacere; Tir Tairngire, la Pianura della Felicità.
    In questi magici luoghi tutto è felicità, pace e abbondanza.
    Non esistono l’inverno, il freddo la siccità, perché vi regna sempre la primavera.
    Non esistono malattie ne vecchiaia, non vi è la necessità di lavorare perché tutto cresce in abbondanza e gli alberi sono sempre carichi di frutti.

    Alcune di queste isole galleggiano, altre sono sommerse e spuntano in superficie solo di notte, oppure, una volta ogni sette anni.
    Si narra che l’unico modo per far si che le isole restino in superficie sia quello di portandovi sopra del fuoco o del ferro: Hy Breasail rimase a galla quando vi fu scagliata una freccia arroventata. Quest'isola continua tuttavia a eludere le ricerche, benchè sia stata segnata su antiche carte geografiche e siano state organizzate, anche dai mercanti di Bristol, parecchie importanti spedizioni per scoprirla. Viene di solito descritta come un'isola rotonda, divisa in due da un largo fiume e le sue caratteristiche sono assai simili all'Atlantide di Platone.

    Alcuni marinai passando vicino all'isola di Gresholm, al largo della costa del Galles, hanno scorto i "Verdi Prati dell'Incanto", una terra che si intravede appena sotto la superficie del mare.




    Una leggenda racconta di una città sommersa in uno dei numerosi laghi del Galles, alcuni hanno visto torri e spalti merlati sotto la superficie dell'acqua e hanno udito rintocchi di campana.

    Pare che la città si abitata dalle Gwragedd Annwn (Gwrageth anoon), Fate gallesi che regnano sulle acque, bellissime Fanciulle del Lago che a volte possono sposare un mortale.
    Un tempo, tutti i primi dell'anno, in riva a un lago del Galles, si apriva una porticina su una roccia. Era il passaggio segreto per arrivare a un'isoletta in mezzo al lago. Qui vi era un giardino abitato dalle Fate Gwragged Annwn che, ai visitatori, rivelavano i loro meravigliosi segreti e li invitavano a rimanere, guai però ad asportare qualsiasi cosa dall'isola. Un giorno un ospite del giardino magico si mise in tasca un fiore che gli era stato offerto. Ma appena l'uomo appoggiò di nuovo piede nella terra "sconsacrata" il fiore svanì e lui cadde svenuto.
    E da quel giorno la porta è rimasta saldamente chiusa.



    Edited by gheagabry1 - 25/1/2023, 22:21
     
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  3. gheagabry
     
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    Da sempre si narra che le fate possano prendere diverse forme, a seconda del luogo e del momento ma non solo, anche a seconda di chi sta loro innanzi. La materia di cui sono fatte è così sensibile e fluida da poter essere plasmata in qualsiasi forma, anche dal pensiero e dal sentimento umano, quindi esse possono assumere un aspetto o l'altro a seconda del preconcetto di chi le sta pensando; se sono immaginate bellissime ed eteree così esse diventano e, viceversa, se l’idea che si ha del loro essere è paurosa esse diventano terrificanti e spaventose.

    Nella realtà, esse sono splendide sfere di luce pulsante di vari colori che vanno dal bianco, all'azzurro al violetto con sfumature d’oro e d’argento. Le fate sono emanazioni della forza della natura, ad essa legate, proprio per questo motivo i tipi di fate sono diversi e dipendono dall’elemento da cui traggono origine. A seconda della tipologia avremmo dunque: Fate delle aria, dell’acqua, della terra e del fuoco.




    fonte fateefate.it

    Edited by gheagabry1 - 25/1/2023, 22:25
     
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  4. gheagabry
     
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    "Dai luoghi selvaggi venite o fate

    e per qualche istante a questa terra badate;

    venite danzande dall'irreale collina

    per risvegliare il potere e compiere

    la volontà divina;

    nel mio giardino gioite e danzate,

    possa la sua terra pullulare di fate!

    Erbe, fiori, piante del giardino,

    liberate ogni spirito divino!

    Brillio ovunque sfere di luce fluttuanti

    dalle terre degli Elfi belle e lucenti.

    Fate, accogliete il patto che vi detto,

    di onorarvi e trattarvi con rispetto!

    ("Parola di Fata"- Claire Nahmad)





    FATE DELL'ARIA




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    Dominatrici del cielo, spiriti elementali dell'aria.
    Aggraziate e femminili, ma turbolente come i venti
    che esse sollevano, libere come gli uccelli che
    sorreggono in volo, passionali e mutevoli come
    le condizioni atmosferiche che aiutano a creare.


    Sono dotate di tutte le caratteristiche dell'elemento aria.
    Gemono nella brezza che sibila tra i campi di grano,
    sussurrano nel vento che fruscia tra le fronde,
    incitano i turbini di vento che preannunciano le tempeste
    di sabbia e urlano con le burrasche che flagellano
    i grandi mari. D'estate sonnecchiano sull'aria languida,
    carica di profumi e del ronzio delle api.




    Fonte baciofatato

    Edited by gheagabry1 - 25/1/2023, 22:32
     
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  5. gheagabry
     
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    Le fate dell'aria sono rappresentate come "creature alate" che spesso prendono le sembianze di splendide farfalle o di coloratissimi uccelli. Tutte le Fate che caratterizzano questo elemento hanno le ali, il loro compito è il più svariato: dal produrre la più dolce brezza al più violento uragano.

    Le Fate dell'aria sono le più evolute tutte le altre, perché in esse si possono trovare i quattro elementi: le ali, simbolo dell'aria; le gambe della terra; lo scintillio del fuoco ed infine la fluidità simbolo dell'acqua. Esse hanno la capacità di produrre dalla più dolce brezza al più violento uragano. Amano gli uomini creativi e, sotto forma di muse, donano loro l'ispirazione. Tra le più conosciute ricordiamo: le Sylphs e le Comeles.


    Sylphs



    Sono conosciute anche come Spose del Vento. Bellissime, molto simili alle ninfe, nelle leggende sono descritte come entità fatate con la capacità di trasformarsi da leggiadre fanciulle in terribili arpie dalla bocca sdentata. Parlano la lingua degli uccelli e la loro residenza tipica è sulla cima delle montagne.
    Nessuno può tenere loro testa quando si arrabbiano, almeno quattro volte l’anno, all'inizio delle quattro stagioni, si scatenano in sfrenate corse, facendo roteare l'aria in pericolosi mulinelli, facendo scatenare uragani e piovaschi tremendi.


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    Le Silfidi sono gli spiriti dell’elemento Aria, si tratta di creature evanescenti simili a piccole fatine, esse hanno la loro dimora all’interno delle correnti d’aria, dei venti e delle brezze, anche se si narra che amino vivere sulle vette delle montagne e nelle sconfinate pianure dove i venti possono soffiare veloci e senza ostacoli. Il loro sovrano viene chiamato Paralba e le leggende dicono che abiti sulla montagna più alta del mondo.
    Le Silfidi governano tutto ciò che appartiene al cielo, quindi si occupano di far soffiare il vento, di condensare o diradare le nuvole, di trasformare una giornata di sole in un momento di tempesta… regolano in pratica il tempo.
    Sono rapide e abilissime messaggere, in quanto, con l’utilizzo delle correnti d'aria, questi Spiriti veicolano informazioni quali pensieri, idee, archetipi, immagini e le diffondono attraverso le loro corse nel vento; leggerissimi, vivaci e inafferrabili, arricchiscono di energia vitale o prana il respiro di ogni essere vivente. Inoltre si dice possano fungere da tramite tra il Piano Angelico e il Regno Umano, diventando portatori di ispirazione e Grazia Divina...
    Esse vivono centinaia di anni, spesso raggiungendo i mille mantenendo comunque un aspetto sempre giovane. A volte assumono forma umana, ma solo per brevissimi periodi, le loro reali dimensioni variano molto: possono essere grandi quasi come un umano o piccole come lucciole, hanno ali delicati e visi soavi e allegri.
    Aiutano gli uomini a sviluppare la creatività e l’ispirazione artistica ma possono essere ingannevoli.
    Queste creature vengono evocate al mattino presto e rivolgendosi ad est, in luoghi particolarmente ventosi come le pianure o le alte montagne.
    Dalle leggende sulla loro esistenza sappiamo, anche, che esiste una loro sottocategoria le Villi. Le quali sono spiriti della notte che vagano attorno ai cimiteri o ai crocevia, indossano dei lunghi abiti bianchi e vaporosi e fanno impazzire gli uomini che trovano sul loro cammino, condannandoli a danzare fino a fargli scoppiare il cuore.

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    Comeles


    Sono le responsabili di fenomeni atmosferici come nebbia e foschia.
    Una volta l'anno, in autunno, escono dalle loro grotte per celebrare "La sera del Destino", rito durante il quale si dice giocassero con il destino e la ragione degli uomini.


    Edited by gheagabry1 - 25/1/2023, 22:51
     
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  6. gheagabry
     
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    Dove si trova il regno delle Fate?
    A volte appena sopra l'orizzonte, a volte sotto i nostri piedi.
    Nel Galles pensano che il regno delle Fate si trovi in un'isola, nel canale di San Giorgio, al largo della costa del Pembrokeshire.
    Gli Irlandesi chiamarono Hy Breasail l'isola fantasma che, secondo loro, si trovava ad ovest e che secondo loro accoglieva il regno delle Fate.
    Mentre per i britannici l'isola fantastica è l'isola di Man.
    Ma la più famosa delle isole magiche è senz'altro l'isola di Avalon. Il leggendario Re Artù si dice vi sia stato incoronato e che in seguito, ferito a morte, e che sia stato portato per essere curato da quattro Regine delle Fate, e che il suo corpo immerso in un magico sonno sia nascosto nel cuore di una collina dell'isola.

    Terrapieni, forti e colli antichi sono le altre dimore tradizionali delle Fate, e a riprova di ciò, la parola gaelica che indica le Fate è Sidhe, che significa popolo delle colline.
    Le pareti delle caverne scelte dalle Fate per dimora,
    trasudano gocce dorate.
    Ogni collina ha il suo Re e la sua Regina;
    di solito, però, sono legati da un vincolo di fedeltà a un Gran Re, dei quali il più conosciuto,
    l' "Oberon " dei poemi cavallereschi medievali,
    deve la sua bassa statura ad una maledizione che gli fu lanciata durante il battesimo.


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    Le isole non sono tutte uguali, alcune galleggiano sull'acqua,
    altre sono appena sotto la superficie e spuntano solo di notte, o
    ppure una sola volta ogni sette anni.
    O ancora, parecchi metri sotto l'acqua, ma solo in apparenza,
    la zona dove sorge l'isola è completamente asciutta,
    ma circondata da un muro d'acqua a mò di scogliera.
    Al largo della costa del Galles, si dice che a volte si possano scorgere i
    " Verdi Prati dell'Incanto ", una terra che si intravede appena sotto la superficie del mare,
    ricoperta di alberi e fiori ed erba, fra gli steli e i fili nuotano i pesci.

    Molti laghi del Galles proteggono dal mondo esterno le dimore delle fate,
    nascondendole alla vista degli esseri umani.
    Oppure, come nel caso della Dama del Lago,
    la superficie d'acqua è solo un'illusione creata per proteggere da occhi estranei
    l'ingresso della propria dimora.



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    Secondo una leggenda raccontata dai montanari di Catenaia di Casentino,
    in un punto alto della montagna detto il Cardetto,
    si trova una grotta nella quale si ritiene abitino le Fate.
    Una di esse si innamorò un giorno di un giovane contadino che lavorava la terra in una campo vicino,
    il quale non rimase insensibile al fascino della bella creatura,
    ricambiandone appassionatamente i sentimenti;
    ma per un crudele incantesimo la Fata diveniva una splendida fanciulla per soli tre giorni
    e per altri tre un grosso serpente.
    Così quando il ragazzo scavava il solco con l'aiuto dei buoi,
    lei vi strisciava all'interno, per restargli vicino.
    Accadde dopo un po' di tempo che il giovane dovette allontanarsi per qualche giorno,
    per cui incaricò fratello di continuare i lavori, raccomandandogli di non temere,
    soprattutto, non molestare l'innocuo serpente che ormai per abitudine seguiva la terra scavata dietro l'aratro. Inizialmente il fratello lasciò che il serpente lo seguisse tranquillamente,
    ma l'ultimo giorno il rettile si accorse che non aveva davanti a se l'innamorato bensì un'altra persona,
    e sdegnato alzò la testa e spalancò le fauci minacciosamente nei confronti dell'agricoltore,
    il quale, spaventato, reagì colpendo violentemente l'animale, che fuggì e scomparve...
    Quando il fratello ritornò e fu informato dell'accaduto,
    cercò invano disperatamente per molto tempo di far tornare l'amata fata,
    chiamandola e implorandola senza pace, ma lei non apparve mai più.
    Allora lui, con il cuore spezzato, decise di rimanerle fedele per tutta la vita,
    e volle infine che la morte lo cogliesse nel sonno,
    alla grotta dove l'aveva conosciuta,
    per ritrovarla e amarla ancora e per sempre nel cielo delle Fate...




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    Cosa vede una fata quando si guarda allo specchio?
    A volte il viso di una ragazza, altre volte le rughe di una vecchia,
    la lingua biforcuta di una serpe, le ali bianche di una farfalla...
    non per niente la capacità di mutare d'aspetto e di dimensioni è una delle loro caratteristiche principali.
    Ma anche se si divertono a mostrarsi agli uomini nei più strani travestimenti,
    le Fate sono in genere bellissime ed eternamente giovani,
    risplendono lievemente al buio e amano portare ricchi gioielli e abiti sontuosi,
    lunghi fino a terra per mascherare uno dei loro grandi difetti (molte fate hanno zoccoli caprini al posto dei piedi).
    Ci sono tuttavia anche fate del tutto insensibili al fruscio e al luccichio delle gemme preziose:
    le timide e solitarie fate dei boschi e delle foreste.
    Indossano semplici tuniche bianche o verdi oppure abiti fatti di foglie e di fiori freschi,
    quando non vanno in giro coperte soltanto dai loro lunghissimi capelli.





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    Del bosco l'incanto è il silenzio;
    governano qui le scintille di rugiada,
    svolazzano sulla brezza,
    affinchè l'uomo le respiri e ne gioisca.
    Nella magia tutto ciò è spiegato,
    ma della natura è questo l'operato,
    che si svegli l'essere umano
    che il fatato deve esser salvato!
    Come vivrà "C'era una volta"
    se la piccola vita viene disciolta,
    nella soffitta di una memoria
    che di ricordare la gioia e l'ebrezza di un sogno,
    saperne non vuole!
    Voi che qui viaggiate
    perchè in esse credete e di loro vi fidate:
    Salvatele!
    Con un batter di mani,
    farete un batter d'ali rinascere;
    una fatina ritroverà la vita
    e la fantasia non sarà finita.
    In essa vivono le fate che van protette.
    Se dunque credete
    ecco la ricompensa di saper
    il numero di coloro che qua giù
    hanno salvato una creatura di lassù!





    dal web

    Edited by gheagabry1 - 13/10/2019, 22:22
     
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  7. gheagabry
     
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    Le fate sono esseri soprannaturali dotati di poteri magici singolari. Esse si prendono cura del Regno Vegetale nutrendo e sorvegliando la crescita delle piante, dei fiori, degli alberi. Tuttavia esistono diverse tipi di fate, come diverse sono le credenze a loro attribuite. Comunque, in linea generale, possiamo dire che esistono fate buone e fate cattive. Si nutrono di liquidi e grano e i loro corpi possono essere eterei, mezzi eterei o mezzi corporei o di nube condensata. Sono più facilmente visibili al crepuscolo.
    Si dice che le fate abitino in un mondo chiamato “Brugh”, nel quale il tempo si muove diversamente rispetto al nostro. Infatti, pochi minuti di questo mondo corrispondono a cent’anni del nostro. È impossibile accedervi, ma, una volta ogni cento anni, si apre un varco in un luogo sconosciuto all’uomo, che rimane aperto per pochi minuti. Una volta entrati nel loro cerchio non c’è più via di uscita: non si esce vivi dal cerchio delle fate!

    Secondo alcune tradizioni, le fate presenziano alla nascita degli uomini per conferire loro doni e influenzare la loro esistenza benevolmente o in modo negativo. Si dice anche che esse non abbiano sentimento e invidiano molto il genere umano.
    Alcune credenze affermano che le fate siano anime sospese in un limbo, angeli caduti non abbastanza cattivi da finire all’inferno, o esseri di altri mondi o, addirittura, superstiti di un’era leggendaria antecedente alla nostra, in cui gli umani convivevano con loro.

    Vedere le fate non è facile. Si dice che solo chi è predisposto, o con lo spirito puro come quello di un bambino, possa vederle. In generale, si dice che chi è veggente possa riuscire a vederle, o chi si cosparge gli occhi di un unguento a base di quadrifoglio tritato.


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    Non tutte le fate sono uguali. Esse variano in relazione al luogo di origine e, quindi, alle tradizioni e alle varie credenze popolari.

    L’Irlanda è il paese delle fate per eccellenza! Le più conosciute sono:

    * Maab: regina delle fate e dea celtica;
    * Morrigan: temibile fata una e trina;
    * Banshee: fata della morte! Essa segue i cortei funebri. Tante più Banshee sono presenti e tanto più il defunto era importante. Pare che queste creature viaggiassero su una carrozza trainata da cavalli neri senza testa! Il grido delle Banshee è famoso: esso annuncia l’aprirsi della porta tra il mondo dei vivi e quello dei morti. La Banshee è una messaggera dell’altro mondo: viene per annunciare la morte di qualcuno. La si può sentire mentre singhiozza vicino ad una casa, o negli ospedali quando la morte è vicina.

    Secondo la tradizione russa le fate possono essere spiriti di antenati, esseri magici in sembianze femminili, guaritrici misteriose e potenti. Ma anche per i russi non sono tutte uguali. Le più conosciute sono:

    * Ayami: fata bellissima dalle proporzioni minute e diafana. È l’incarnazione femminile dello spirito di un antenato, qualunque fosse il suo sesso. Ayami è leggiadra, sorridente, gaia, ma anche molto seria nell’insegnare la propria arte magica. Il suo insegnamento più prezioso è la TERAPIA. Può accadere che l’Ayami si innamori di un suo discepolo, in questo caso si accoppia con lui e dà origine ad una stirpe con una grande predisposizione per tutto ciò che è soprannaturale.
    * Vily: è un essere magico che si mostra solo ad alcuni privilegiati. Molto spesso sono le donne ad avere questo onore e si dice che colei che la vede acquisisce un fascino irresistibile. Vily può essere buona o cattiva. Nel primo caso, il fascino che dona alla donna sarà positivo; nel secondo caso sarà un fascino “nero” che porterà gli uomini alla rovina.


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    Anche l’Italia ha le sue tradizioni fatate…
    Secondo una leggenda raccontata dai montanari di Catenaia di Casentino, in un punto alto della montagna detto il Cardetto, si trova una grotta nella quale si ritiene abitino le Fate. Una di esse si innamorò un giorno di un giovane contadino che lavorava la terra in una campo vicino, il quale non rimase insensibile al fascino della bella creatura, ricambiandone appassionatamente i sentimenti; ma per un crudele incantesimo la Fata diveniva una splendida fanciulla per soli tre giorni e per altri tre un grosso serpente. Così quando il ragazzo scavava il solco con l'aiuto dei buoi, lei vi strisciava all'interno, per restargli vicino. Accadde dopo un po' di tempo che il giovane dovette allontanarsi per qualche giorno, per cui incaricò fratello di continuare i lavori, raccomandandogli di non temere, soprattutto, non molestare l'innocuo serpente che ormai per abitudine seguiva la terra scavata dietro l'aratro. Inizialmente il fratello lasciò che il serpente lo seguisse tranquillamente, ma l'ultimo giorno il rettile si accorse che non aveva davanti a se l'innamorato bensì un'altra persona, e sdegnato alzò la testa e spalancò le fauci minacciosamente nei confronti dell'agricoltore, il quale, spaventato, reagì colpendo violentemente l'animale, che fuggì e scomparve... Quando il fratello ritornò e fu informato dell'accaduto, cercò invano disperatamente per molto tempo di far tornare l'amata fata, chiamandola e implorandola senza pace, ma lei non apparve mai più. Allora lui, con il cuore spezzato, decise di rimanerle fedele per tutta la vita, e volle infine che la morte lo cogliesse nel sonno, davanti alla grotta dove l'aveva conosciuta, per ritrovarla e amarla ancora e per sempre nel cielo delle Fate.


    Si narra inoltre che anche il lago di Subiolo, in Valstagna, sia un luogo abitato da Fate e da altri spiriti che nottetempo si manifestano con lamenti, grida e sibili inquietanti; pare tra l'altro che lo stesso nome del lago derivi da questi strani rumori, simili al suono dello zufolo, detto in dialetto locale subio. Il seguente è uno dei racconti più interessanti raccolti nella zona: un giovane falegname ritornava una sera sul tardi alla sua casa vicina al ponte Subiolo, dopo aver fatto visita alla fidanzata, quando si sentì ripetutamente chiamare per nome... Con sgomento si accorse allora alla luce dei raggi lunari che un gruppo di Fate danzava sulle acque del lago! Vieni con noi - gli dicevano - tu non hai mai provato la felicità che ti offriamo, vieni a danzare con noi finché splende la luna... No, no - rispose il giovane terrorizzato - laggiù c'è l'acqua e se scendo annegherò. Hai paura? - Gli chiesero le Fate ridendo - allora guarda, l'acqua è sparita vieni! Infatti anche i sassolini del fondo erano asciutti e i massi rivestiti di muschio porgevano il soffice divano alle Fate. No, no! - ripeté il giovane, ma come soggiogato non poteva staccarsi dal parapetto del ponte - Non vuoi? - le Fate ripresero - ebbene perché tu abbia a ricordarti di noi, t'offriamo una grazia: chiedi! Ed egli tremante domandò: Che io possa con le mie mani eseguire qualunque lavoro d'intaglio. Concessa - si sentì rispondere - ma non sarai mai ricco! Alla mente del falegname balenò forse l'idea di opere grandiose, l'artista ebbe forse la sua prima visione. Intanto l'acqua tornava ad uscire impetuosa e spumeggiante dal laghetto, stormivano per il vento le fronde dei faggi e la montagna proiettava l'ombra sua immobile, poiché la luna era calata dietro la cima. Le Fate erano sparite. Da quel giorno il giovane falegname realizzò opere in legno meravigliose e di rara bellezza per tutte le chiese del paese e di altri villaggi vicini, ma morì povero come era vissuto e come gli avevano predetto le Fate...




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    Anche in Val d'Aosta è presente una Dama Bianca, una bella ed amabile Fata benefica che appare con lunghe vesti bianche nei prati, sulle alture, ai margini dei boschi. In particolare, protegge gli abitanti di Issime e se proprio non le è possibile evitare sventure o disgrazie, cerca di avvisare pastori e paesani con lamenti e grida acuti e prolungati. Altre dame bianche sono segnalate sul Monte Bianco, sul Monte Rosa e in varie altre località delle Alpi. E a proposito di Alpi, non possiamo dimenticare che secondo una poetica leggenda biellese le magnifiche stelle alpine, che ostentano la loro fragile grazia sull'orlo di insidiosi crepacci, ebbero origine dalle lacrime di una Fata innamoratasi di un mortale.

    Per concludere, ve detto che le Fate non risultano sempre e soltanto legate a zone particolarmente suggestive e misteriose della natura, o ad antichi castelli e rovine, ma anche a semplici abitazioni. Una consolidata tradizione, nota soprattutto nelle regioni del sud, ci conferma infatti che ogni casa possiede una propria Fata, la quale ama manifestarsi in vario modo, ovviamente secondo i meriti di coloro che vi abitano, proteggendo o aiutando la famiglia perfino con interventi ultraterreni.
    Questa italica Fata della dimora appare periodicamente in occasione di avvenimenti di rilievo o per salutare coloro che credono o confidano nei suoi benefici poteri, ma si allontana o scompare per sempre quando all'interno della casa si verificano fatti di sangue o di grave violenza.



    Infine segnalo un gruppo di Fate particolari, conosciute col nome di Sibille in tutte le regioni della catena appenninica. Da un libro di Dario Spada traiamo le seguenti informazioni:
    “La sibilla dell'Appennino si identifica in Cibele, la nota divinità mitologia. Ai tempi di Virgilio il monte della Sibilla, consacrato alla Gran Madre (Cibele), si chiamava Tetrica e oggi quella cima è stata identificata con quella del monte Vettore dov'è situata la grotta della Sibilla a 2.175 m di altezza nel territorio di Norcia (Perugia). Parimenti, la catena dei monti sibillini prende il nome proprio dalla Sibilla a dimostrazione di come sia popolare questo personaggio.” Si racconta che una volta alle falde del monte Vettore, c'era un paese dal nome ridente, Colfiorito; i suoi abitanti erano spesso visitati dalle Fate che abitavano sulle montagne le quali insegnavano alle donne cose utili e agli uomini il ballo. Un brutto giorno però le amabili creature furono scacciate da Colfiorito e ricorsero alla loro regina, la Sibilla, la quale provocò una grande caduta di massi e di detriti tanto che il borgo scomparve sotto la frana. In genere però le Sibille sono Fate belle e buone e non disdegnano di mescolarsi con la gente comune; spesso lavorano su telai d'oro e insegnano l'arte della tessitura e della filatura ai mortali. Alcune volte si divertono ad ammaliare i baldi giovanotti spingendoli alla lussuria e alla perdizione. Naturalmente tutte costoro sono abili nella divinazione...

    Willow

    Edited by gheagabry1 - 25/1/2023, 23:23
     
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    ...Favole...


    Un mondo infantile
    d'elfi
    di fate
    di streghe,
    narrato
    su tronchi di legno
    e bevuto
    dall'innocenza
    di occhi attoniti.
    Ero condotta per mano
    in luoghi inesistenti,
    nei prati ricamati sui lenzuoli
    ed il principe azzurro
    aspettavo
    sopra bianchi cavalli...
    Grido di civetta sinistro,
    latrato di volpe cacciata.
    Diventai principessa
    milioni di volte
    in barba
    al destino ignoto,
    tra lampade magiche,
    orchi mostruosi e
    gnomi burloni.
    Sono tempi lontani,
    finiti,
    coperti di polvere,
    ma il c'era una volta
    può riaprire la storia!!!




    dal web

    Edited by gheagabry1 - 25/1/2023, 23:24
     
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    C'è un mondo dal quale proviene il mio nome.
    Odeline proviene dal mondo mitologico legato agli elfi.
    Odeline è un'elfo.

    Gli elfi sono sono simboli degli elementi della natura.
    Sono legati al fuoco, all'acqua, al vento, alla terra e a tutte le manifestazioni atmosferiche in generale.
    Sono descritti come alti e magri ma forti e velocissimi, volto pulito, sereno, orecchie leggermente a punta. Posseggono una grande vista e un udito molto sensibile. Non hanno barba, hanno capelli perlopiù biondi e occhi chiari che si dice penetrino la persona fino a conoscerne i pensieri, si dice che siano dotati di telepatia.
    Hanno voce splendida e chiara. Sono intelligenti ed armoniosi, con grande rispetto per i quattro elementi e per la natura. Magia

    Talvolta alcuni possono essere capricciosi e talvolta benevoli con l'uomo che li rispetta, possono donare oggetti magici a coloro che sono puri di cuore e spirito e che desiderano aiutare. Sanno forgiare spade e metalli, fino alla conoscenza della magia.

    Le loro compagne, al contrario, sono esseri graziosi. In origine pare che gli elfi siano stati concepiti come anime di defunti, poi furono venerati anche come potenze che favorivano la fecondità.

    Abitano principalmente sugli alberi o in alcune foreste nascoste. Non danneggiano mai e in nessun modo la natura perché per loro è parte basica della loro vita ed esistenza. La considerazione che nutrono per la natura, concepita come una entità, un gran spirito eterico, madre di tutti gli esseri.

    Essi riescono a camminare senza lasciare tracce, immuni alle malattie, resistono alle temperature estreme. Gli elfi hanno vita lunga invecchiando senza che la loro bellezza venga intaccata dal tempo. Si dice che siano immortali tranne quando si è in guerra.

    Molteplici sono le leggende legate a questa figura mitologica, alcune delle quali parlano delle cattiverie che essi compiono nei confronti degli uomini e dei rapimenti dei bambini umani. Gli elfi hanno una forte gerarchia al capo della quale stanno le regine e i re delle colline delle fate, riconoscibili perché spesso ricoperti da un fresco manto di biancospini.


    "La tua virtù mi rassicura: non è mai notte quando vedo il tuo volto; perciò ora a me non sembra che sia notte, né che il bosco sia spopolato e solitario, perché tu per me sei il mondo intero; chi potrà dunque dire che io sono sola se il mondo è qui a guardarmi?"

    Sogno di una notte di mezza estate -William Shakespeare



    Edited by gheagabry1 - 25/1/2023, 23:28
     
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    FATA: Spirito, olà! dimmi un po' dove vai?
    FOLLETTO: Su monti e vallate, fra i pruni e le fronde, su parchi e steccate, per fiamme, per onde, vago ognor, più che la sfera della luna, a vol leggiera; per servir la reginetta, colla guazza, fra l'erbetta, i suoi cerchi d'orme irroro.
    Scortan lei, in assise d'oro, dell'auricola i fiorellini; le lor chiazze son rubini, sono efelidi odorate, cari doni delle fate.
    Le stille di rugiada ho da cercare, le orecchie delle auricole a imperlare.
    FATA: Addio, sguaiato spirito, vo via:
    viene cogli elfi la regina mia.
    FOLLETTO: Stanotte qui gran festa avrà il Sovrano; badi Titania di restar lontano.
    Oberone dall'ira è quasi pazzo, perché lei, come paggio, ha un bel ragazzo che a un principe dell'India fu rapito, ed è il suo più soave favorito.
    Questi il geloso re vorrebbe avere, fargli batter le selve qual scudiere.
    Ella a forza trattiene ii giovinetto, l'inghirlanda di fiori, e ogni diletto ripone in lui che fa il suo cor beato.
    Ed or non più nel bosco, né sul prato, or non più presso chiare fontanelle, né al lume brillantato delle stelle, incontransi que' due senz'aspre liti; onde i lor elfi, tutti impauriti, in cupole di ghiande lesti vanno a rannicchiarsi, ed ivi ascosi stanno.
    FATA: O io travedo in te forma ed aspetto, o sei l'astuto e maligno folletto che chiamano Bertino Buontempone.
    Non sei tu forse chi desta apprensione tra le fanciulle del villaggio, affanna a volte nella mola, il latte spanna dalla massaia ansante rimestare fa la zangola invan; né fermentare lascia la birra; e a notte i peregrini svia, per ridere poi di quei meschini?
    Se un ti chiama "Bertin, folletto caro", tu stesso il suo lavor gli metti in paro, e provvedi sia sempre fortunato.
    Dimmi, sei lui?
    FOLLETTO: Hai proprio indovinato; io sono quel nottambulo burlone.
    Faccio il giullare pel mio re Oberone; e ride lui, se stallon ben nutrito di fave inganno, imitando il nitrito della puledra. Entro il boccal m'acquatto, di mela cotta in guisa, a volte, e scatto in bocca alla comare, quando beve, e lei la birra rovesciarsi deve sulla giogaia vizza. Assai tremende storie narrando, savia zia mi prende a volte per un trespolo: di sotto, ecco, le sfuggo, lei casca di botto, e "birba" strilla fra colpi di tosse; tengonsi i fianchi, prorompendo in grosse risate, allora, e gongolan gli astanti, e starnutano, e giuran tutti quanti, che non mai più bell'ora hanno passata.
    Ohè, largo: arriva il mio sovrano, fata!
    FATA: Ed ecco pure la sovrana mia.
    Or voglia il cielo ch'egli vada via!

    W. Shakespeare "Sogno di una notte di mezza estate"



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    Per monti e burroni, per siepi e giardini, tra fiori e tra spini, tra flutti e tra tuoni, più lieve d'un raggio del sole di maggio volando viaggio al comando della divina che delle Fate è la regina.
    D'una primula dorata nella campanula fatata troverò nascosta la stilla incantata.


    (Shakespeare)

     
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