IL TRENTINO ... Parte 1^

CATINACCIO ..MARMOLADA..SELLA ..PORDOI ..LE DOLOMITI ..

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    BUONGIORNO ISOLA FELICE ... BUON RISVEGLIO A TUTTI


    “... Martedì ... correnti ascensionali e lievi discese ... vortici d’aria segnano il cielo intorno la nostra mongolfiera che segue binari invisibili fatti di aria e sospiri di vento ... la nostra mongolfiera come rappresentazione fisica del desiderio e del sogno, sospinto dal vento dell’amore e della passione ... voliamo veso nord ovest, cime imponenti all’orizzonte si stagliano indicandoci la rotta ... il Trentino Alto Adige, ecco la nostra meta ... un abbraccio lungo quanto un sogno, forte quanto un desiderio ... ecco il nostro carburante ... ecco il nostro collante ...
    Buon riveglio amici miei e ricordate ...

    “UN SOGNO E' FACILE DESCRIVERLO ... SEMPLICE IMMAGINARLO ... MA VIVERLO E' DAVVERO UN'ALTRA COSA E NOI ... NE SIAMO LA DIMOSTRAZIONE VIVENTE ...”

    (Claudio)



    CATINACCIO ..MARMOLADA..SELLA ..PORDOI ..LE DOLOMITI ..IL TRENTINO CI ACCOGLIE ...



    “Chiudete gli occhi e immaginate un angolo di paradiso, sospeso tra un cielo azzurro intenso e alte vette che al tramonto si colorano di rosa. Aria frizzante ed un sole che ti scalda il cuore..Ora spegnete il vostro i Pod ed il cellulare e sintonizzatevi sul dolce rumore dello scorrere leggero dei sentieri dacqua, le risate di gente serena e piena di energia, i campanacci del bestiame al pascolo…non è un sogno, ma la Val di Fassa in Trentino, sulle Dolomiti, tra le montagne più belle del mondo….i gruppi più famosi delle Dolomiti: il Catinaccio, Marmolada, la Regina delle Dolomiti. Dal il Sella, il Pordoi, il S. Pellegrino”

    “Quello delle Dolomiti è un paesaggio che definirei "inumano" per tanta grandezza e complessità: è però un meraviglioso dono del creato per l'Uomo……Attraverso la complice costituzione geologica, principale responsabile, le Dolomiti ci offrono la suggestione delle grandi cime, delle splendide vallate, dei pittoreschi laghetti e di quell'incalcolabile quantità di verde….L'architetto della natura, che spesso, in tanti angoli d'Italia, ci viene rigorosamente concessa, qui appare sorprendente e supera ogni immaginabile forma divenuta un fantastico scenario quando sopra l'intenso verde di una valle, ecco, si stagliano massi angolosi e squadrati, tagliati da chissà quale mano a formare torri e bastioni merlati, cime aguzze e taglienti che si ergono quali poderose ed insuperabili pareti a difesa del cielo…E cosa dire dei meravigliosi colori con i quali si tingono le rocce? E' il colore del tempo, è il colore della forma che con la potenza del sole e al variare della sua posizione fa assumere alle rocce luminosità diverse, nelle varie stagioni e nelle varie ore del giorno. Quando al tramonto, il gruppo del Rosengarten assume un'intonazione rosata la prima volta si resta estasiati, poi non ci si abitua, è sempre un'emozione nuova che premia il tuo intimo, il gusto del raro e dell'esclusivo;…è uno spettacolo di fronte al quale non è dato di immaginare nulla di più emotivo ed entusiasmante, ma, nel contempo tranquillizzante e rilassante; qualche momento di contemplazione di quei colori, perché solo un momento è la durata del fenomeno, quasi un premio dopo la sana stancante passeggiata della giornata: è una riconciliazione…La serenità e la tranquillità è propria della gente delle Dolomiti, gente d'antica origine, severa custode sempre a difesa del proprio patrimonio culturale e naturale…”

    “Le Dolomiti hanno una caratteristica particolare, che le distingue da altre montagne. Sono formate da strati di diversi tipi di pietra..da pietra calcare ..da dolomit, che rende le montagne grige, gialle, rossastre..da pietra vulcanica…Circa 250 milioni di anni fa, la zona delle Dolomiti era coperta da un mare tropicale poco profondo (Tétide).
    Le sedimentazioni di calcare, dolomit, sabbia e cenere vulcanica, formavano il fondo marino. In questo mare vivevano: coralli, conchiglie, lumache, piante,... Questi organismi hanno contribuito alla formazione della pietra. Le montagne sono quindi di origine sedimentaria marina. Gli scienziati hanno scoperto,che 200 milioni di anni fa, vivevano dinosauri nelle Dolomiti. Sono state trovate diverse tracce di dinosauri (ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo ecc. ). Questi dinosauri erano erbivori ed il loro corpo misurava da due a tre metri. Non avevano niente a che fare con il feroce Tyrannosaurus…Di pochi anni or sono é il ritrovamento in grotta carsica delle Conturines di numerosi esemplari ossei di orso delle caverne….. L'orso speleo o delle caverne, era un parente stretto dell’odierno orso bruno; era però esclusivamente erbivoro.”

    “Trentino-Alto Adige: terra di valli e di monti. Poche parole sono sufficienti per riassumere le incontaminate bellezze naturali….Il piccolo comune di Moena, borgo montano in provincia di Trento popolato da poco più di duemila anime, non fa eccezione……La conca nella quale sorge la particolare cittadina è nella Val di Fassa, dove i fianchi sinuosi delle montagne – che s’ergono a schiere – si vengono incontro. Una distesa d’erba sottile e verdeggiante è il soffice tappeto su cui giacciono sparute case. I loro profili, tanto simili quanto affascinanti, spiccano nella luminosità della valle per i contrastanti colori dei tetti appuntiti. Sfumature varie di marrone dominano la scena, punteggiando di scuro le mura bianchissime delle abitazioni, macchiate soltanto dalle tinte vivaci dei fiori che sporgono curiosi dai balconi e dalle finestre rifinite in legno…..All’orizzonte le ombrose gobbe di altri monti si frappongono ad un cielo azzurro sporcato da bianche nubi. Il silenzio è una gradito ….udendo suoni che altrimenti passerebbero inascoltati. Il vento fresco dell’estate s’insinua tra gli acuminati aghi dei pini e degli abeti che si protendono, fitti, verso un sole mai così adirato. Una cadenzata cantilena si diffonde quindi dai boschi: un concerto di raro splendore.”

    “La strada statale 346 attraversa queste suggestive distese e conduce verso un luogo assai conosciuto: il passo San Pellegrino. Si tratta di uno dei valichi più alti della nazione, che con i suoi 1918 metri sul livello del mare”

    “Il paesaggio di Pozza di Fassa è impresso come una fotografia nella mia mente. Un luogo verde, chiuso in una vallata fatta di boschi e prati e poi di monti, di roccia, le Dolomiti. Andavamo spesso a fare lunghe passeggiate, camminate, anche in arrampicata e dalla sommità di alcune montagne potevo vedere il paese, giù in fondo, che pareva uscire da una rivista….Una fotografia di un piccolo paesino con le sue case tipiche, in muratura con i tetti in legno sorretti da delle grandi travi e la chiesina con il suo campanile con il tetto verde. Sparse per i prati intorno al paese le malghe, dove si poteva trovare dell’ottimo gelato e del formaggio fresco……”

    “Nel centro urbano del noto borgo trentino ….Canazei, si snoda quella che un tempo era la strada statale delle Dolomiti. Da qui ha inizio la via …conosciuta in passato come statale 641 del passo Fedaia, poiché principale porta d’accesso all’omonimo valico alpino, uno dei più alti d’Italia……Ampie macchie scure, prodotte dai fitti boschi di conifere che compaiono alle spalle delle case, dei negozi e degli alberghi posti ai margini della via principale dell’abitato, delineano per risalto cromatico i confini delle piste sciistiche….Un tocco aggiuntivo di fascino ad un paesaggio dotato di un simile splendore è conferito dalla particolare grazia delle abitazioni, i cui tetti appuntiti e le cui facciate lignee – abbellite, in prossimità delle finestre, da vasi di fiori traboccanti di colore – non possono far altro che ammaliare gli increduli viandanti…Val di Fassa….. La generosità di Madre Natura, particolarmente magnanima in questo scorcio della provincia di Trento”

    “Un vento gelido spira impietoso, conferendo ulteriore severità al vespro. La Marmolada s’erge silente, di fronte ai miei occhi arrossati dal freddo, in tutta la sua straordinaria bellezza. La suggestione offerta dai ghiacciai che si scorgono compatti…. in lontananza.. il cartello che recita: “passo Fedaia – m. s.l.m. 2054“. In un lampo, il flash immortala l’attimo fugace. La sosta si prolunga finché il guardo non è sazio del panorama fatto di montagne, acque gelate, nude rocce, arbusti, alberi e prati. Una visione struggente da scolpire nella memoria per non correre il rischio di dimenticare.”

    “La splendida posizione nella quale si trova incastonato Molveno è una delle caratteristiche che maggiormente colpisce i visitatori che hanno la fortuna di aver scoperto questa graziosa località trentina. Il borgo si trova infatti placidamente adagiato in una suggestiva cornice paesaggistica formata dalla maestosa presenza delle Dolomiti del Brenta e dal massiccio della Paganella che si specchiano nelle limpidissime acque del lago che si è formato in questa conca meravigliosa 4.000 anni orsono”

    “Rovereto.. Tutto è curato, pulito, rinnovato. Le facciate dei palazzi, dei locali e degli altri edifici sembrano essere state appena ridipinte. Il pavé ed i lastroni che accolgono ospitalmente ogni passo dei viandanti sembrano essere le tessere pregiate di un gigantesco mosaico. Al calar della notte, poi, la quiete che avvolge l’intero quartiere sembra donare all’ambiente un’ulteriore tocco di magia. Il silenzio che regna sovrano è rotto soltanto dal piacevole scroscio dell’acqua che sgorga, linda e fresca, dalle numerose fonti posizionate ai bordi delle strade per regalare un po’ di refrigerio agli assetati passanti. Una fontana ornamentale che lascia di stucco è quella che si trova in uno slargo dove convergono numerosi vicoli, che ad un occhio inesperto sembra rivelare la figura di Poseidone….il maestoso Castello di Rovereto che dalla vetta di un’altura domina l’area circostante.….”

    "Dolomiti…La neve bianca è ancora là, sulle cime maestose…E splende nel sole come una coltre di diamanti….La guardo fra i rami fioriti ed i profumi accesi dei narcisi e dei giacinti...Passeggio sul verde fresco dell’erba e mi incanto dei versi allegri degli uccelli….Alzo lo sguardo per ubriacarmi dell’azzurro intenso del cielo….E gli occhi si posano di nuovo sul bianco scintillante della montagna….Si, il cuore gioisce di dolcezza e si riscalda al calore primaverile….Ma le tempie sono innevate da tutti gl’inverni che hanno vissuti…E, come li nevai, si sciolgono i pensieri ed i cuori rimanendo però una polvere fine di fredda ragione....A domare l’ardore dell’anima innamorata dell’Amore.

    Rodica Vasillu








    Da Augusto ...



    CANAZEI

    Canazei e' l'ultimo comune della Val di Fassa, sito tra i massicci del Sassolungo,della Marmolada e del Sella ad un'altezza di 1465 metri s.l.m. Stazione turistica tra le più affermate dell'arco alpino, incasellata tra le dolomiti e dominata dalle pareti del Vernel (3210 m)e del Sella (3152 m) nella zona dove la Val di Fassa si chiude nel grandioso rosa della Marmolada (3343 m), la regina delle Dolomiti. Da Canazei la strada delle Dolomiti sale al Passo Sella e al Passo Pordoi, dove una funivia consente di raggiungere i 2950 m del Sass Pordoi. Il lago artificiale della Fedaia corona i centri di Alba e Penia.Canazei rappresenta l'incontro ideale tra natura, tradizione, sport e relax.

    Anche la vita notturna e' movimentata da bar, ristoranti, pub e luoghi d'incontro dove ci si diverte estate e inverno. La estesissima rete di impianti permette di godersi le Dolomiti nella pieno della loro bellezza. Sul fondovalle si susseguono da monte a valle i pittoreschi villaggi di Gries, Campitello di Fassa, Fontanazzo, Campestrin, Mazzin, Pera, Pozza di Fassa, Vigo di Fassa, Soraga, Moena. La lingua parlata dai circa 10000 abitanti della Val di Fassa e' quella ladina.




    Il passo Pordoi è un valico alpino delle Dolomiti posto a 2.239 m s.l.m. e situato tra il Gruppo del Sella a nord e il gruppo della Marmolada a sud.

    Congiunge Arabba, nota stazione sciistica frazione del comune di Livinallongo del Col di Lana in Val Cordevole nella provincia veneta di Belluno, con Canazei, stazione sciistica altrettanto nota, posta in Val di Fassa in provincia di Trento

    L'Alta via n.2, che parte da Bressanone e arriva fino a Feltre, attraversa il passo Pordoi.

    Dal Passo si ha il più rapido accesso al gruppo del Sella (la cui maggior elevazione è il Piz Boè, 3152 m) per mezzo della Funivia del Sass Pordoi che, con un unico balzo raggiunge i 2950 msl dello sperone più meridionale del Sella, il Sass Pordoi appunto.

     
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    Da Giuly e Fabry ...



    ROVERETO ......VISTA DALLA NOSTRA MONGOLFIERA.....
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    CAMPANA IN MEMORIA DEI CADUTI DI GUERRA ......
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    STEMMA DEL COMUNE DI ROVERETO.......
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    Da Augusto ...



    Val di Fassa

    Costituita da sette comuni, è attraversata per intero dal torrente Avisio, un affluente di sinistra del fiume Adige. La valle è circondata da alcuni dei più importanti massicci delle Dolomiti: i Monti Pallidi, la Marmolada, il Gruppo del Sella, il Sassolungo, il Gruppo del Catinaccio, ma anche da montagne a litologia non dolomitica quali il Buffaure e i Monzoni.

    È l'unica valle trentina (assieme alle valli di Gardena e Badia in Alto Adige e alla valle di Livinallongo e parte della conca ampezzana in Veneto), dove tuttora si parla la lingua ladina (più precisamente il ladino dolomitico).

    La Val di Fassa è collegata alle altre valli dolomitiche attraverso numerosi valichi: il Passo San Pellegrino collega Moena con la Valle del Biois (BL) il Passo di Costalunga connette Vigo con la Val d'Ega (Alto Adige), mentre da Canazei è possibile raggiungere Livinallongo (BL) tramite il Passo Pordoi e la Val Gardena (BZ) tramite il Passo Sella.



    Le attività che si svolgono in valle sono legate principalmente al turismo, sia estivo che invernale. Le località sciistiche della valle fanno parte del consorzio Dolomiti Superski, il più esteso al mondo. Le ski aree della valle sono le seguenti:

    Catinaccio-Rosengarten, presso Vigo e Pera di Fassa.
    Buffaure, presso Pozza, collegata poi verso il Ciampac di Alba di Canazei.
    Belvedere/Col Rodella di Canazei/Campitello, di notevoli dimensioni, collegata con Val Gardena (BZ) e Arabba-Marmolada (BL). Da qui si può partecipare al giro del dolomitico Gruppo del Sella, chiamato Sellaronda.
    Tre Valli presso Moena e Passo San Pellegrino-Falcade(BL).
    Per quanto riguarda il turismo estivo, è possibile utilizzare i mezzi di risalita invernali per raggiungere i punti di accesso più comodi per numerose escursioni, caratterizzate da laghi alpini, boschi e pareti rocciose.

    Nella valle è molto forte la tradizione popolare, legata alla cultura ladina. In valle sono conosciute favole, leggende e racconti popolari legate ai maestosi monti che le fanno da contorno. A Vigo di Fassa, centro amministrativo della valle, hanno sede l'Istituto Culturale Ladino Majon di fascegn e il Museo Ladino. In ogni paese c'è una chiesa dall'architettura caratteristica della zona trentina e del vicino Alto Adige.

    I comuni che ne fanno parte sono, da sud a nord, Moena, Soraga, Vigo di Fassa, Pozza di Fassa, Mazzin, Campitello di Fassa e Canazei



    Da Rino ...






    Da Augusto ...



    Tre Cime Di Lavaredo



    Le Tre Cime di Lavaredo, Drei Zinnen in tedesco e Tré Thìme in ladino, sono tre delle cime più famose delle Alpi, e sicuramente le più famose delle Dolomiti (precisamente le Dolomiti di Sesto), una delle meraviglie naturali più conosciute nel mondo dell’alpinismo.

    Le Tre Cime si possono raggiungere dal lago di Misurina, da Auronzo di Cadore e dalla Val di Sesto e offrono ai visitatori una notevole vista panoramica delle cime circostanti e del Parco naturale Dolomiti di Sesto.

    Le Tre cime assomigliano vagamente a tre dita, che puntano verso il cielo compatte, armonicamente allineate, apprezzate dagli estimatori per forme e colori.


    La famosa parete settentrionale è situata completamente sul territorio di competenza del comune di Dobbiaco, anche se le Tre Cime di Lavaredo sono state da tempo immemorabile nel Comune di Auronzo di Cadore in provincia di Belluno, infatti dal 1752 il confine corre giusto sopra le cime, e 3/4 del massiccio è rimasto nel Comune di Auronzo.

    Fra il 1915 ed il 1917 le vette delle Lavaredo costituirono il fronte di guerra. Di questo periodo rimangono ancora evidenti resti (trincee, gallerie, baraccamenti) sul massiccio e sul vicino Monte Paterno.



    Da Rino ...




    Lago di Fedaia


    Cristallo



    Trentino: i sapori


    Elenco Vini



    Alto Adige Terlano Chardonnay
    Cabernet Alto Adige
    Cabernet Franc Trentino
    Cabernet Trentino
    Lagrein Trentino
    Marzemino Trentino
    Merlot Trentino
    Moscato Giallo Alto Adige
    Nosiola Trentino
    Pinot Bianco Alto Adige
    Pinot Grigio Alto Adige
    Pinot Nero Alto Adige
    Riesling renano
    Sauvignon Alto Adige
    Schiava Alto Adige
    Traminer aromatico Alto Adige
    Alto Adige Pinot Nero Schweizer 2002 - Franz Haas
    Trento Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 1996 - Ferrari
    Alto Adige Pinot Nero Schweizer 2002 - Franz Haas
    Amistar Rosso Edizione 2002 - Peter Solva & Sohne


    Il clima alpino della Regione non ha impedito al Trentino di impiantare numerosi vigneti
    da cui si ottiene una vasta gamma di pregevoli vini sia bianchi che rossi, naturalmente grazie
    alle capacità dei produttori che hanno saputo sfruttare le possibilità di questo territorio.






    Piatti tipici del Trentino

    Dai monti e dalle valli, diversità che sanciscono nettamente i sapori trentini, vigorosi e ancora padani, da quelli altoatesini, di marcata ascendenza oltralpina.
    I tipi di pane sono: I Bechi-panzalini, il Bina, il Gramolato, il Breatl, il Pag, il Pane ai semi di lino, lo Schüttelbrot, il Brezel e il Pan de molche.

    Gnocchi di Ricotta
    Primo piatto tradizionale molto diffuso anche in Alto Adige; si prepara impastando la ricotta, farina, uova e pane grattugiato. Si unisce poi burro e formaggio grana o ricotta salata.

    Polenta di patate
    È un'antica ricetta contadina con farina gialla mescolata ad un soffritto di cipolla e patate bollite. Dopo aver ridotto a purea tutto il composto, viene utilizzato, come piatto unico, accompagnandolo con carni stufate o formaggi.

    Carne Salada e fagioli
    Tipico piatto della Valsugana. La carne salada è la coscia di bue conservata in salamoia, questa viene tagliata a fettine e scaldata leggermente sulla piastra. La si serve con fagioli bolliti e conditi con olio d'oliva. Nei ristoranti lo si serve spesso come antipasto.

    Ravioli della Val Pusterla
    La pasta è di farina di segale con la farcita composta da spinaci, ricotta ed erba cipollina oppure di verza od anche di crauti acidi appassiti nel burro. Si servono conditi con burro e pane grattugiato.

    Probusti
    Questo è un tipico piattodi Rovereto, si tratta di salsicce di coppa di maiale e polpa di vitello con una leggera aggiunta di aglio e poi insaccati e affumicati utilizzando legna di betulla. Si consumano bolliti con contorno di crauti.

    Kastanientorte
    Questa è una torta caratteristica della zona di Bolzano e si prepara con castagne bollite e poi schiacciate. Mescolare poi, unendo burro, zucchero, farina e uova. Il composto così ottenuto si cuoce nel forno e lo si serve coperto di panna montata.


    TRENTO

    Cenni storici

    Da parecchi anni gli archeologi trovano nell'ambito dei confini comunali e nell'immediata periferia un terreno fertile per i propri scavi e tali appassionate ricerche hanno gia' dato importanti risposte a chi si interrogava sul passato di Trento. Grazie in particolare ad alcuni ritrovamenti che hanno riportato alla luce reperti conservati perfettamente, e' possibile affermare che i primi insediamenti umani nel trentino risalgono al periodo neolitico. Gli uomini primitivi, che erano cacciatori e nomadi, vennero da sud-ovest (Ibero-Liguri), dai passi di Resia e del Brennero. Dalla preistoria alla storia, arriviamo al quinto secolo avanti Cristo, quando i Galli Cenomani si sovrapposero alla popolazione indigena. Il loro dominio duro' circa 3 secoli, cioe' fino all'epoca dell'avvento della civilta' romana che e' dato appunto nel secondo secolo a.C. I romani si fermarono a Trento a lungo, esattamente fino al quarto secolo d.C., periodo in cui iniziano le invasioni barbariche (nel 451 gli Unni di Attila, nel 480 i Goti, nel 539 i Franchi, nel 568 i Longobardi, net 770 nuovamente i Franchi. Un altro passaggio importante nella storia della citta' e' costituito dall'inizio del Principato Vescovile che, sotto la protezione degli imperatori tedeschi, caratterizzo' la societa' trentina dal 1027 al 1801, arco di tempo in cui, con alternate vicende e fortune, si sono susseguiti 51 principi vescovi. Tra i momenti di crisi possiamo annoverare l'occupazione da parte di Ezzelino da Romano (1239-1255), le lunghe lotte sostenute dai vescovi contro i conti di Tirolo e la minaccia dei Veneziani, gia' padroni della Valle Lagarina (1416-1487). Periodo particolarmente significativo e' il 1407 quando i cittadini capeggiati da Rodolfo Belenzani, insorsero contro l'oppressione del Principe Vescovo Giorgio di Lichtenstein e rimasero padroni di Trento per un paio di anni.

    Trento Piazza Dante


    Gli anni piu' felici, invece, furono quelli sotto il principe-vescovo Federico Vanga (1207-1218), che promulgo' lo statuto delle miniere argentifere del Calisio e che diede inizio alla fabbrica del Duomo; Bernardo Clesio (1514-1539), che resse il Magno Palazzo al Buonconsiglio e ne fece una residenza principesca e che nel 1525 soffoco' la guerra rustica (la sommossa dei contadini dei feudi); il cardinale Cristoforo Madruzzo che resse la diocesi nel momento piu' solenne, cioe' quello del Concilio Ecumenico (1545-1563). La fine di questa epoca comincia praticamente il 5 settembre 1796 con l'entrata in citta' di Napoleone che avrebbe poi secolarizzato il principato vescovile. Nel 1803 il trentino venne incorporato dal Tirolo e, fatta eccezione per due brevi parentesi (1810-1813), tutta la provincia di Trento rimase sotto l'impero austriaco fino al 1918.

    Trento Il Castello del Buon Consiglio



    Il Concilio

    Trento deve senza dubbio la sua fama mondiale al fatto di essere stata sede del XIX Concilio Ecumenico, noto appunto come Concilio di Trento. Il Concilio di Trento, che si svolse in 3 sessioni e' stato il piu' lungo, il piu' importante e il piu' carico di influenze tra quelli celebrati dalla Chiesa. Dal 1545 al 1563, tanto duro' l'eccezionale avvenimento, Trento fu' al centro dell'interesse mondiale e rappresento' il momento emblematico di confronto fra le varie correnti di pensiero religioso, comprese quelle alimentate dal Protestantesimo. Quello di Trento, fu' un Concilio travagliato fin dalla sua convocazione. L'assise si sarebbe dovuta tenere a Mantova a partire dal 23 maggio 1537, prima, a Vicenza dal 1 maggio 1538, poi. Una serie di gravi problemi interni ed esterni alla Chiesa (tra cui anche la guerra tra Francesco I e Carlo V ) provoco' pero' numerosi rinvii. Alla fine, anche se con qualche perplessita, Papa Paolo III convoco' il Concilio a Trento con la Bolla "Initio Nostri Huius Pontificatus" che fissava la data di inizio all'1 novembre 1542. Ma anche questo tentativo falli'.

    Dopo la pace di Crepy tra Francesco I e Carlo V, Paolo III riconvoco' il Concilio a Trento per il 15 marzo 1545 con la Bolla "Laetare Jerusalem" che mise a fuoco i temi dei lavori (la condanna degli errori nel campo della fede, la riforma degli abusi, la reintegrazione dell'unita' della Chiesa con rientro dei dissidenti, la crociata contro i Turchi). Di fatto, il Concilio si apri' con diversi mesi di ritardo. L'11 dicembre 1545 un messo papale porto' a Trento il Breve di Paolo III che indiceva l'apertura del Concilio per il giorno 13. L'assise si apri' con una lunga processione che si snodo' dalla Chiesa della SS. Trinita' fino al Duomo dove il Vescovo di Bitonto tenne l'omelia ufficiale. Erano presenti 4 cardinali, 4 arcivescovi, 5 generali di ordini religiosi, 42 teologi, 8 giuristi, 2 ambasciatori e 8 nobili locali. Le sessioni generali del Concilio si svolsero nella Cattedrale di San Vigilio; i lavori terminarono il pomeriggio del 4 dicembre 1563. Il papa Pio IV con la Bolla "Benedictus Deus" nel 1564 approvo' integralmente i decreti conciliari.

    Monumenti e itinerari turistici

    Da piazza Duomo verso via Cavour, via Belenzani, piazza Pasi, via S.Vigilio si apre il centro storico, parte del quale e' chiuso al traffico. Lasciando alle spalle la Cattedrale, la Torre Civica, Palazzo Pretorio (Museo diocesano di arte sacra), la Fontana del Nettuno e le case affrescate che fanno di piazza Duomo una delle piazze piu' belle d'Italia, ci si immette in via Belenzani, che termina sulla facciata della chiesa di S.Francesco Saverio o dei Gesuiti e lungo la quale si ergono Palazzo Thun (sede comunale), ed alcune residenze nobiliari ricche di ornamenti. Proseguendo sulla sinistra si arriva in via Roma (dove c'e' la biblioteca comunale) che a ovest finisce con la Torre Vanga, antico caposaldo romano che prende il nome dal vescovo Federico vanga che la fece ricostruire. Proseguendo invece a destra si passa in via Gianantonio Manci, da cui si puo' iniziare quello che i trentini chiamano il "Giro al Sass". Si tratta di una tradizionale passeggiata, animata per lo piu' nel tardo pomeriggio in prevalenza dai giovani, che porta in via San Pietro, Largo Carducci, via Oriola e via Oss Mazzurana.

    Trento Piazza Duomo


    Al centro di questa area c'e' Piazza Cesare Battisti, che e' stata ricavata dopo lo smembramento del quartiere popolare di San Benedetto (due affreschi della galleria ad ovest della piazza ricordano questa parte della perduta della citta'). Piazza Cesare Battisti, che risale all'epoca fascista (1923-38) e piazza Duomo rappresentano i due punti della Citta' dove si sono svolte e si svolgono tuttora le piu' importanti manifestazioni religiose, politiche e sociali. L'abbazia di S. Lorenzo, stupendo esempio dell'architettura romana del XII secolo, si erge sul lato di piazza Dante tra la stazione ferroviaria e quella delle auto corriere. La chiesa di S.Maria Maggiore (1520-1524) si erge nell'omonima piazza stretta tra via Prepositura e via Cavour. Il Castello del Buonconsiglio, residenza dal 1255 dei principi vescovi di Trento e oggi sede del Museo Provinciale d'arte e del Museo Storico in Trento, deve la sua denominazione al dosso roccioso su cui venne eretto a ridosso delle mura urbane duecentesche, che era denominato "Malconsey



    Da Raffaele ...



    MOLVENO E' INCANTEVOLE !!!

    ci troviamo in riva al lago di Molveno.. Il paese, come altri in Trentino, è assai evoluto dal punto di vista turistico ed il suo caratteristico centro storico è tenuto come un gioiellino: puoi fare ogni genere di sport, prendere il sole al lido, immergerti nei boschi, gustare i piatti tipici dei rifugi, fare escursioni sulle Dolomiti di Brenta o sulla Paganella, passare il tempo nei negozi o nei pub, assistere alle manifestazioni e agli eventi musicali.

    Molveno ti coccola con la sua aura magica, ti avvolge in una sensazione di ritrovato benessere, un riemergere di emozioni perdute, qualcosa che ti tocca dentro e non riesci a capire:

    sarà il sole del meriggio che tinge d’argento le onde di questo lago verde azzurro, sarà questo arcano amalgamarsi di acque, di bosco di brezze e di cieli, sarà il senso di infinito di queste cime altissime che si frangono nella volta del cielo....

    Molveno ti ammalia con la bellezza dei suoi paesaggi...

    Molveno visto dalla località Spizoclin


    Molveno e il lago da nord-est


    Molveno e il lago da Località Cros


    Dolomiti di Brenta e Molveno dalla riva del Lago in località Lasta


    Il lido di Molveno e il paese visti dal sentiero 332


    Panorama dalla cabinovia Molveno- Pradel


    Molveno e il Lago dal Ponte Romano


    Vespro..



    Rovereto
    Rovereto è una bellissima città della val Lagarina che ho imparato a conoscere da quando mi sono appassionato alla storia della Grande Guerra.
    Il castello di Rovereto ospita uno dei più importanti musei di guerra, il Museo Storico Italiano della Guerra, ricchissimo di reperti delle due guerre mondiali.
    Nella base del roccione su cui sorge il castello, durante la Seconda Guerra Mondiale vennero scavate delle gallerie allo scopo di servire da rifugi antiaerei, dove oggi è ospitata un'interessante esposizione di artiglierie della Grande Guerra.
    Sul vicino Colle di Castel Dante che deve il suo nome ad una permanenza in loco del Sommo Poeta che lasciò tracce del suo passaggio anche ai vicini Lavini di Marco, sorge il Sacrario di Castel Dante dove riposano più di ventimila Caduti della Grande Guerra.

    Rovereto Sacrario di Castel Dante a Rovereto

    Rovereto Museo dell' Artiglieria di Rovereto
    Dal Sacrario parte la strada degli Artiglieri, segnata da una serie di lapidi a ricordo degli artiglieri caduti e insigniti di medaglia d'oro al valor militare.
    La strada degli artiglieri termina in un piazzale con un rifugio, da dove parte un sentiero che in pochi minuti porta alla caverna dove fu catturato dagli austriaci il martire roveretano Damiano Chiesa. Nella caverna è ancora piazzato un cannone da 149/G che sparava sulle posizioni austriache oltre Rovereto. Ritornando dalla medesima strada non si può non fermarsi in uno spiazzo ben segnalato e andare a vedere i famosi Lavini di Marco (L'infernale ruina di Dante Alighieri) dove, oltre alle orme dei dinosauri, si possono osservare dei resti di muretti e trincee, perché si è combattuto anche lì.




    Da Lussy ...



    image.DUOMO DI TRENTO...

    image.LA STATUA DI DANTE...



    Da Raffaele ...



    Passo del Tonale - Trentino Alto Adige



    Da lussy ...



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    PANORAMA..DI TRENTO...


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    QUESTA..E' BELLA...CASTELLO CON ARCO...

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    S.GIORGIO...

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    .......LE MONTAGNE...

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    Da Raffaele ...



    MARMOLADA






    Da Lussy ...



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    Da Raffaele ...



    Lago Bissina



    Trento....Panorama



    Trento -lago di Garda - panorama




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    Da Lussy ...



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    IO NN STO METTENDO..NEPPURE PIU'..I LUOGHI.SONO AFFASCINATA..DALLA LORO BELLEZZA....

    image.LE..MUCCHEEEEEEEEEEEEEEEE......

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    ..VALLE ISARCO.....

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    IL LAGO.....



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    Da Mela ...



    ** MADONNA DI CAMPIGLIO **





    Panorami Dolomiti




    Madonna di Campiglio - centro




    Panorama




    La Madonna di Campiglio



    Madonna di Campiglio è una località turistica della provincia di Trento. È costituita dall'abitato di Madonna di Campiglio, frazione del comune di Pinzolo, e dalla limitrofa Palù di Madonna di Campiglio, frazione di Ragoli. È situata a 1.522 m s.l.m. nell'Alta Val Rendena, a poca distanza da Campo Carlo Magno, fra le Dolomiti di Brenta e il Gruppo dell'Adamello.
    Nota stazione di soggiorno, estiva ma soprattutto invernale, disponendo di numerosissimi impianti di risalita per la pratica dello sci alpino e dello snowboard, è uno dei maggiori poli sciistici a livello nazionale. La località può essere raggiunta tramite la Strada Statale 239 di Campiglio che collega la Val di Sole con le Valli Giudicarie passando tramite il valico alpino di Campo Carlo Magno.


    Piloti sui campi da sci



    È sede ogni anno, intorno a Febbraio, della Settimana WROOM, in cui i piloti di Formula 1 della Ferrari si trovano nella località e sciano sulle piste o partecipano ad eventi che li vedono coinvolti, come il lancio di nuove vetture della Fiat.




    Ogni anno è sede del cosiddetto Carnevale Asburgico, manifestazione culturale e turistica denominata "Campiglio Asburgica" che, giunta nel 2009 alla sua 26° Edizione, vede fra i numerosi eventi sia rievocazioni in costume del periodo asburgico, sia conferenze e incontri culturali che mirano ad approfondire la conoscenza della vita a Campiglio nel periodo dell'imperatore Francesco Giuseppe, periodo in cui la grandiosità dei monti ha spesso incontrato felicemente la grandeur della Corte asburgica. Meta dell'aristocrazia europea, la località conosce un vero e proprio revival turistico quando l'imperatrice Elisabetta d'Austria-Ungheria, nota come Sissi, decide di trascorrervi un periodo di villeggiatura, prima nel 1889 e poi nel 1894. Sissi risiede all'Hotel des Alpes, affittando i due piani superiori, e percorre instancabile i sentieri circostanti affetta da un irrimediabile senso di solitudine dovuto alla morte del figlio arciduca Rodolfo.


    Sissi e Francesco Giuseppe



    La Principessa Sissi



    Campiglio Asburgica" dedica a Sissi le sue manifestazioni più delicate, divertenti o pittoresche e si delinea pertanto come una delle mete più indicate per coloro che non sfuggono al fascino di un mito tutto Ottocentesco. Nel 2009, Campiglio offre per il carnevale asburgico anche un cuore culturale rappresentato da una conferenza dedicata agli Asburgo e alla loro memoria, intervengono, infatti, Paolo Bisti, studioso di Madonna di Campiglio, e Matteo Tuveri, scrittore e studioso degli Asburgo, uno dei massimi esperti italiani dell'imperatrice Sissi.

    Tuttavia, attratti dalla sua storia e dalla sua cornice naturale e mondana, convergono a Campiglio nuemerose altre personalità del jet-set come Valentino Rossi e altri personaggi celebri sportivi ma ancor più curioso il fatto che ogni anno sono ospiti personaggi dalla celebrità mondiale come Paris Hilton e Naomi Campbell.


    Pista 3 TRE



    Famosa la sua pista 3-Tre (il nome sta a significare "3 gare nel Trentino"), nella quale vengono disputate gare di slalom speciale della Coppa del Mondo di sci alpino, e anche la pista Spinale direttissima che ha nella parte finale pendenze molto alte; in particolare è stato intitolato a Michael Schumacher l'ultimo tratto di pista.

    Si concluse a Campiglio una delle tappe alpine del Giro d'Italia 1999 con la vittoria di Marco Pantani, escluso il giorno dopo dalla competizione poiché fu trovato con un tasso d'ematocrito superiore al consentito per la sicurezza dell'atleta.



    Da Ganry ...



















    stavo cercando un video sulla val d'ega...la mia preferita......quando torno dalle dolomiti.. ....devo assolutamente farla................ragazzi che bella ..... non pensate a paesaggi ..........è come entrare in un luogo.........insomma è una valle infernale.........che brividi...solo una strada in mezzo alle pareti della montagne e sotto di un fiume molto arrabbiato...mi piace tanto....






    Da Rino ...




    La Vermigliana



    Il torrente Noce



    Da gabry ...



    un laghetto famosissimo.....dove si specchia il gruppo "LATEMAR"








    Da Rino ....





    Da Gabry ...



     
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  5. tomiva57
     
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    grazie claudio ..bellissime le foto di raffaele :36_1_11.gif:

    Una città romana sotterranea da visitare, Trento

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    Trento ha una storia tutta sua di città romana prima, medievale poi, e infine città baluardo della italianità anche quando rimase sotto il dominio asburgico. Ma una pagina importante della sua storia è quella del famoso Concilio di Trento, di cui sono rimaste tracce evidenti, più che nell'abitato, nelle biblioteche e nelle chiese. La pagina più interessante della storia di Trento, però, stranamente è stata riaperta o riscoperta grazie agli scavi portati avanti nel centro della città. Qui è venuta alla luce, casualmente, una città antica con tracce molto evidenti della civiltà romana. Il passato di Trento, attiva e prospera città di confine, ma aperta al mondo romano e ricca di testimonianze storiche, si è aperta agli occhi del pubblico da qualche tempo, così come è successo per la capitale, Roma. Sotto i piedi dei Trentini e del pubblico, dunque, c'è una città viva da visitare e ammirare. Da notare che è stato predisposto anche lo spazio per i piccoli visitatori e per gli studenti.
    Dopo il S.A.S.S. (Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas) in piazza Cesare Battisti, Porta Veronensis sotto la Torre civica e la Basilica paleocristiana del Duomo, la Tridentum romana si arricchisce di un nuovo importante tassello.

    Nell’ambito del progetto “Tridentum. La città sotterranea” sono stati infatti ultimati dalla Soprintendenza per i Beni archeologici della Provincia autonoma di Trento i lavori di allestimento dell’area archeologica di Palazzo Lodron, nell’omonima piazza nel centro cittadino.

    Dal 11 giugno del 2008 il sito, situato negli spazi interrati della sede trentina della Banca Popolare Volksbank, è aperto al pubblico grazie anche al sostegno dell’istituto di credito che ha contribuito finanziariamente alle ricerche e all’allestimento.

    Le indagini, avviate nel 2000 in concomitanza dei restauri di Palazzo Lodron hanno richiesto 8.000 ore di ricerca archeologica su una superficie di circa 500 mq. Sono state condotte da Cristina Bassi, archeologa della Soprintendenza, mentre l’allestimento è stato curato dall’architetto Andrea Bonazza, direttore dei lavori di restauro del palazzo.

    Iniziate nel corso dell’anno 2000, in concomitanza con i lavori di restauro dell’edificio, le ricerche hanno permesso l’individuazione di una porzione del quartiere sudorientale di Tridentum, con una sequenza cronologica che si articola dalla metà del I secolo a.C. fino al periodo tardo-romano, alto medievale (VI/VII sec. d. C.).

    I resti murari pertinenti agli edifici sono conservati per un’altezza che varia dai 30 cm a circa 2 metri, hanno uno sviluppo chiaro ed articolato.
    Straordinario è risultato lo stato di conservazione della prima cinta muraria cittadina (I sec. a.C.) di cui è visibile complessivamente un tratto di circa 9 metri mentre, sul fronte esterno dell’interrato del palazzo, non visitabile per ragioni di sicurezza, è riconoscibile il lato verso la campagna della seconda e più tarda cinta (III sec. d.C.), addossata alla quale si è rinvenuto un cimitero databile fra VI e VII sec., con una tomba di donna gota con un ricco corredo funebre.

    Accanto alla cinta urbica, che comprende una torre/porta, si trovano una significativa porzione di strada lastricata, completa di marciapiede in blocchi di pietra e terra battuta e resti di edifici privati. Fra questi spicca una caupona, bottega per la vendita di vino, con la presenza di grandi fosse circolari adatte a contenere tini o botti. Il tutto riveste notevole importanza perché costituisce un ulteriore tassello per la ricostruzione dell’impianto urbano e nel contempo ci permette di individuare ulteriori attività che si svolgevano all’interno della città.

    Fondata dai Romani verso la metà del I sec. a.C. e definita splendidum municipium dall’imperatore Claudio nel 46 d.C., Tridentum è stata inglobata nel corso dei secoli nella Trento medievale e moderna.

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    palazzo_lodron Uno spazio per i più piccoli

    E’ rivolto ai visitatori più piccoli, ma riserva curiosità e spunti interessanti anche per gli adulti, lo spazio bimbi realizzato nel vano di accesso al sito. Arredato in maniera giocosa e colorata, lo spazio mette a disposizione racconti, libri e pubblicazioni ricchi di immagini dalla preistoria all’età romana e al medioevo. Un angolo per leggere, guardare e imparare a conoscere in modo quasi naturale il mondo dell’archeologia per poi, se si desidera, visitare lo spazio archeologico sottostante. Le pubblicazioni sono particolarmente adatte ai ragazzi in età scolare, ma anche i bimbi più piccoli che assieme alle loro mamme frequentano lo spazio giochi di piazza Lodron possono entrare e soffermarsi a guardare immagini e farsi leggere racconti adatti a loro ambientati nella romana Tridentum.

    Tanti i temi trattati, con informazioni sulla città antica, sulle case, sulle tecniche costruttive, sulla vita quotidiana, sull’abbigliamento, l’alimentazione, la scrittura…. e tante altre curiosità per viaggiare nella storia.

    Orario di apertura:
    L’area archeologica è aperta al pubblico, con accesso gratuito, nei giorni di mercoledì, giovedì e venerdì (non festivi) con orario 10-12 / 14.30-16.30.
     
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  6. tomiva57
     
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    Turismo: terrazza su Marmolada,vista mozzafiato su Dolomiti
    Su tetto stazione funivia a 3.265 metri; impatto ambientale zero






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    (ANSA) - BELLUNO, 19 LUG - Il tetto delle Dolomiti, la Marmolada, ha ora un 'balcone'. Una terrazza mozzafiato realizzata a 3.265 metri di quota sul tetto della stazione d'arrivo della funivia da cui dominare, da Punta Rocca, l'arco dei 'monti pallidi''.

    Dalla terrazza, che puo' accogliere 70 persone e di fatto e' a impatto ambientale zero, sara' facile sentirsi come dei Messner poggiando lo sguardo sul Sassolungo, sul Sella, sul Civetta, sul Pelmo. Le Dolomiti sono patrimonio dell'umanità grazie all'Unesco.









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    (ANSA).

     
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  7. tomiva57
     
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    Passo Pordoi
    Da Wikipedia,


    Panorama_Sass_Pordoi


    Il passo Pordoi (in tedesco Pordoijoch, in ladino Jouf de Pordou) è un valico alpino delle Dolomiti posto a 2.239 m s.l.m. e situato tra il Gruppo del Sella a nord e il gruppo della Marmolada a sud.

    Congiunge Arabba, nota stazione sciistica, frazione del comune di Livinallongo del Col di Lana in Val Cordevole nella provincia veneta di Belluno, con Canazei, stazione sciistica altrettanto nota, posta in Val di Fassa in provincia di Trento

    L'Alta via n.2, che parte da Bressanone e arriva fino a Feltre, attraversa il passo Pordoi.

    Dal Passo si ha il più rapido accesso al gruppo del Sella (la cui maggior elevazione è il Piz Boè, 3152 m) per mezzo della Funivia del Sass Pordoi che, con un unico balzo raggiunge i 2950 msl dello sperone più meridionale del Sella, il Sass Pordoi appunto.

    Sport



    Io_al_Sass_Pordoi


    Sci alpino

    La zona intorno al passo è sede di numerosi impianti e piste da sci, che fanno parte del famoso Sellaronda e del comprensorio sciistico del Dolomiti Superski.


    Alpinismo

    Il Sass Pordoi è un sottogruppo montuoso del Gruppo del Sella, alto 2950 m s.l.m., ubicato subito a nord del passo, famoso in ambito alpinistico per le vie di arrampicata storiche che sono state create su di esso: una fra tutte la "via Maria", creata dalla guida Tita Piaz negli anni trenta.




    pordoi



    Ciclismo





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    Monumento in onore di Fausto Coppi sul Passo Pordoi.

    Il Passo Pordoi è stato più volte arrivo di tappa del Giro d'Italia:

    1990 (6 giugno): 16ª tappa, vinta dal francese Charly Mottet.
    1991 (12 giugno): 17ª tappa, vinta da Franco Chioccioli.
    1996 (7 giugno): 20ª tappa, vinta da Enrico Zaina.
    2001 (1 giugno): 13ª tappa, vinta dal messicano Julio Alberto Pérez Cuapio.

    Inoltre è entrato nella leggenda del Giro in quanto, dal 1965, anno di istituzione della Cima Coppi, è stato per ben 13 volte il passaggio più alto del Giro d'Italia, l'ultima delle quali nel 2002, con il passaggio di Pérez Cuapio. Sul passo si trova inoltre un monumento a Fausto Coppi.

    Tra i cicloamatori è famoso anche per essere uno dei passi compresi nel Sellaronda e nella gara di granfondo ciclistica, Maratona delle Dolomiti.

    Dal 2006 è anche teatro della cronoscalata amatoriale valida per l'AmaTour (la Coppa del Mondo Cicloamatori): la Arabba - Passo Pordoi.

    Pordoi

    Curiosità

    Spettacolare è la Funivia Sass Pordoi che dal Passo Pordoi sale al Sass Pordoi: poco meno di 900 metri di dislivello in 4 minuti. Da qui, con una camminata di circa un'ora, si può raggiungere il Piz Boè, 3152 m s.l.m., che è la cima più alta del gruppo del Sella.
    Nel versante veneto del passo si trova un ossario che raccoglie, in una tomba comune, i resti di 454 caduti germanici e di 8.128 austro-ungarici caduti nel corso della Grande Guerra, provenienti dai vari cimiteri di guerra. Nei ripiani esterni sono invece tumulati, in tombe singole o combinate, i resti di 842 caduti tedeschi della Wehrmacht della Seconda guerra mondiale, provenienti dai cimiteri ubicati nella zona di Belluno.






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    Cimitero militare tedesco del Passo Pordoi


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    Tipo militare
    Ubicazione
    Nazione Bandiera dell'Italia Italia
    Luogo Passo Pordoi
    Costruzione
    Data apertura 19 settembre 1959

    Il Cimitero militare tedesco del Passo Pordoi è un cimitero che si trova al Passo Pordoi sulle Dolomiti a 2.239 m di altitudine, ufficialmente aperto il 19 settembre 1959.

    Nel cimitero sono presenti 8582 salme di tedeschi e austriaci caduti durante la Prima guerra mondiale e 847 salme dei caduti della Seconda guerra mondiale.




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    Passo Sella
    Da Wikipedia


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    Il Passo Sella, (in ladino Jëuf de Sella, in tedesco Sellajoch) è un valico alpino delle Dolomiti posto a 2240 m s.l.m., fra il Sassolungo e il Gruppo del Sella. Mette in comunicazione Canazei, in Val di Fassa con Selva di Val Gardena, in Val Gardena.

    Situato al confine fra le province di Trento e di Bolzano, è un’apprezzata meta turistica sia invernale che estiva.



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    Sci alpino

    I suoi numerosi impianti di risalita fanno parte del comprensorio sciistico del Dolomiti Superski e del famoso Sellaronda di cui è uno dei punti più spettacolari.



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    Trekking e alpinismo

    Per la bellezza del paesaggio e delle montagne circostanti è una delle mete preferite dagli escursionisti.



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    Nella zona del passo si trova l'area naturalistica nota come Città dei Sassi, un labirinto di massi e alberi che, negli ultimi anni, è diventato uno dei luoghi culto per tutti gli amanti dell'arrampicata libera.


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    Ciclismo

    Il passo di Sella è una delle mete più ambite dei ciclisti di tutto il mondo, in quanto è stato più volte scalato dal Giro d'Italia e rappresenta uno dei passi leggendari a cui sono legate le vicende agonistiche dei più forti ciclisti di tutte le epoche.

    Nonostante non sia particolarmente ostico come altri valichi alpini, può essere inserito in un circuito unico al mondo e imperdibile per le sue caratteristiche sia dal punto di vista tecnico che paesaggistico noto come Sellaronda (o giro del Gruppo del Sella o dei quattro passi), che prevede la scalata in successione dei passi Campolongo, Pordoi, Gardena e Sella appunto.


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    Al Giro d'Italia è stato per due volte Cima Coppi, cioè la più alta cima scalata in quell'edizione del Giro: per la prima volta nel 1969, quando fu Claudio Michelotto a passarvi per primo, una seconda nel 1998 con Marco Pantani a conquistare questo prestigioso traguardo.




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    Passo San Pellegrino

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    Il Passo San Pellegrino (pas de Sén Pelegrin in ladino) è un valico alpino delle Dolomiti posto a quota 1.918 m s.l.m.


    Caratteristiche

    È attraversato dalla strada statale 346 che collega i paesi di Moena (1.184 m), in Val di Fassa, in provincia di Trento, e Falcade (1.297 m), nella Valle del Biois, in provincia di Belluno. La statale raggiunge su entrambi i versanti una pendenza del 18%. Nella parte bellunese (Falcade) tale pendenza è altrernata a tratti al 15%.
    Il confine tra il Trentino-Alto Adige ed il Veneto non è come d'abitudine situato proprio sul passo; si trova invece a circa quattro chilometri dal valico nel versante orientale, verso l'abitato di Falcade.
    Dal punto di vista orografico il passo separa le Dolomiti di Gardena e di Fassa (a nord) dalle Dolomiti di Feltre e delle Pale di San Martino (a sud).


    Storia

    Numerose testimonianze storiche della zona sono legate ai fatti risalenti alla prima guerra mondiale che si è combattuta tra queste montagne.


    Lo sport

    L'area del Passo San Pellegrino fa parte del comprensorio sciistico Trevalli (Falcade-San Pellegrino, Moena-Lusia) che comprende anche il Passo Valles (2031 m s.l.m.), oltre che del Dolomitistars (Ski Civetta, Falcade, Arabba, Marmolada) e del più ampio Dolomiti Superski e ne fa un'ottima stazione di sport invernali.
    Presso il passo passa l'Alta via n. 2, che da Bressanone arriva a Feltre.




    da wikipedia


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    Le cime dolomitiche della Punta del Ciadin, la Cima dell’Uomo e il Sass de Tascia, meta di interessanti escursioni e salite alpinistiche




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    Chiesetta e impianto di risalita presso il passo con Cima dell’Uomo sullo sfondo


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    La catena di Costabella – Cima Uomo a nord del Passo di San Pellegrino


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    Il lago di San Pellegrino


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    Il lago di Pozze




    foto -miafassa.it






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    Cima Uomo


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    foto web
     
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