MITOLOGIA EGIZIA

7 LUGLIO 2010

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  1. gheagabry
     
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    29 luglio - Nascita di Horus il Vecchio



    Il secondo dei figli di Nut e Geb fu Horus il Vecchio, Heru-Wer, chiamato così per distinguerlo dal figlio di Iside e Osiride, Heru-sa-Aset: molti testi non citano questa differenza e la cosa può generare confusione, anche se comunque il culto del secondo si fuse a quello del primo in epoca recente.

    Dio guerriero dalla testa di falco, rappresentava la luce, e i suoi occhi erano il sole e la luna. Era il dio patrono della città di Nekhen (Hierakonpolis) ed è stato probabilmente la prima divinità protettrice dei faraoni, oltre ad essere patrono dei fabbri e dei guerrieri.

    Uno dei suoi principali aspetti è quello di Heru-Behdety, Horus della città di Behdet, raffigurato come un disco solare alato; si narra che in questa forma, datagli da Ra, abbia sconfitto Seth o il serpente Apofis.

    Sua moglie era Hator (il cui nome significa appunto Casa di Horus), la signora della bellezza e dell'amore; il loro matrimonio, detto Festa della Gioiosa Riunione, veniva festeggiato ogni anno intorno al solstizio d'inverno. I due generarono Ihy.



    Preghiera a Horus il vecchio


    Divino Falco
    Signore dei Cieli
    Possa Tu venire in pace
    La tua figlia ti chiama
    Tu che sei forza
    Tu che sei saggezza
    Dammi forza nelle avversità
    Dammi pace nel dolore
    E saggezza sopra tutto questo.
    Rimuovi ciò che acceca i miei occhi
    Affinchè possa vedere Chi mi cammina accanto
    Rimuovi i muri che ho costruito
    Distruggi la gabbia dove mi sono rinchiusa
    Affinchè possa sentire le Tue ali intorno a me
    E volare alta nei cieli con Te
    Mio amato Padre
    Signore del Sole e della Luna
    Rendimi degna del Tuo amore
    Aiutami a ricordare chi Sei
    Signore Luminoso dei Due Orizzonti









    27 luglio - Fine dell'anno egizio



    Con la giornata di oggi l'anno egizio aveva termine. C'erano, però, altri 6 giorni "fuori dal tempo", nati non per il solito cammino del sole nel cielo, ma per l'astuzia di Thot e l'amore di due fratelli...

    Accadde che Geb, dio della Terra, e Nut, dea del cielo, si innamorarono. Il loro amore era grande, ma Atum, il padre degli dei, non era d'accordo: se il cielo e la terra fossero rimasti così abbracciati, nulla sarebbe potuto crescere. I due dovevano essere separati, e così Shu, dio dell'aria e loro padre, pose Geb sotto i suoi piedi e sollevò Nut nell'aria. Oltre a questo, Atum lanciò una terribile maledizione: Nut non avrebbe potuto partorire i figli che crescevano nel suo grembo in nessun giorno dell'anno.

    Thot però fu mosso a compassione dal dolore della dea, e decise un piano.
    Sfidò la luna ad una partita di senet, un gioco simile agli scacchi: la luna mise in palio ogni volta un po' della sua luce. Il dio babbuino giocò e vinse per sei volte, ed ebbe così abbastanza luce per creare cinque giorni non colpiti dalla maledizione di Atum.
     
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