MITOLOGIA EGIZIA

7 LUGLIO 2010

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  1. gheagabry
     
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    Caos







    Per gli Egizi, il Caos, come concetto astratto, era il determinismo associato al caso, prima della creazione del mondo e risulta dal concorso di più teorie intrecciate e provenienti da epoche diverse e da località differenti.
    Al naturale evolversi delle teologie, spesso senza continuità e permeato di apparenti contraddizioni, influivano, nei secoli ed in modo notevole, i templi, come veri e propri centri di potere, la casta sacerdotale più in auge in quel dato momento e la città di maggior rilevanza politica. Le principali dottrine sulla creazione fiorirono nei centri di Eliopoli, Ermopoli e Menfi. Ma non mancarono altri centri come Abydos e Tebe, ognuno con la propria organizzazione teologica. Ma tutti avevano in comune: il mondo creato da Ra, il Nun come elemento primordiale e la ricerca di Maat.
    Secondo la cosmogonia eliopolitana, dal Caos esistente nacque successivamente il Cosmo, inteso come Maat unica forza positiva in grado di contrastarlo nella sua casualità indifferenziata e nella sua causalità di distruzione.
    Questo equilibrio era molto delicato e l'antico popolo della valle del Nilo viveva nel terrore che la forza negativa Isef, contrapposta a Maat come manifestazione terrena del male, sopraffacesse quella positiva dando così origine alla distruzione del mondo.
    Questa perenne lotta, secondo la magia egizia o meglio la sacra scienza, era rappresentata da Ra, il dio supremo e dal serpente Apopi. Ogni giorno il dio, con l'aiuto della Luce, energia positiva identificata nella magica divinità di Heka, vinceva l'oscuro Caos, simboleggiato dal serpente nero e rigenerava il mondo.
    Così Atum-Ra percorreva il cielo durante il giorno sull'userhat o "barca di milioni di anni" fino al tramonto, quando ormai vecchio spariva dietro l'orizzonte dell'occidente. Per poter rinascere, si incarnava in Atum-If-Ra, divinità con testa di ariete, ed alla settima ora della notte affrontava il serpente Apopi che voleva impedire il rigenerarsi della Creazione. Sconfitto il serpente nero, Atum-If-Ra proseguiva il suo cammino fino a ricomparire all'alba come Kephre, una delle settantacinque forme di Ra-Harakhty. Apopi era un dio eterno e quindi doveva essere sconfitto ogni notte fino a quando, alla fine del tempo, il Nun non avesse di nuovo travolto il mondo.
    L'intervento della magia egizia aveva lo scopo di procrastinare il più possibile nel tempo questo infausto momento. Ma il Caos, con la sua costante azione di disgregazione, minacciava anche le divinità generate dalla Creazione che non vi si potevano recare salvo farsi rigenerare successivamente da Osiride con i suoi poteri.
    La sacra scienza per opporsi al Caos altro non era che la conoscenza donata da Ra all'uomo che per mezzo della sua mente poteva agire sulla causa delle forze senza più equilibrio ed il sovrano con il sacerdote divenivano quindi strumenti divini perché celebravano i riti della rigenerazione, ben rappresentati nel rituale della "Offerta a Maat". Ma il sovrano operava anche con le divinità, per la sopravvivenza di entrambi, nella difesa dell'armonia del Cosmo e della società umana, difesa che veniva attuata con particolari offerte nella "Sala delle due Maat", quella cosmica e quella umana.
    Secondo la cosmogonia ermopolitana, fin dalla V dinastia, fu il Caos che generò quattro coppie di divinità, l'Ogdoade, ognuna con una delle sue caratteristiche.
    Così la coppia Nun e Nunet era l'elemento di acqua primordiale, la coppia Huh e Huhet caratterizzava l'infinito, la coppia Kek e Keket impersonava le tenebre ed Amon con Amonet erano l'invisibile e quindi come corollario, il Caos era un liquido primievo, infinito nel tempo e nello spazio, buio ed invisibile.



    Mito della Creazione del mondo



    Nella religione egiziana sono diversi i miti che riguardano la creazione del mondo; ciascuna delle grandi città sede di culti religiosi tendeva con un proprio mito a far prevalere se stessa (il proprio dio "patrono") sulle altre.

    Eliopoli (oggi Tell Hist, un sobborgo de Il Cairo)

    Al principio sono le acque di Nun, il caos nelle cui profondità giace addormentato lo spirito del creatore. Da Nun emerge una collinetta sabbiosa (rappresentazione dell'Egitto), sulla quale, prendendo l'aspetto di una fenice, si posa il creatore, Atum-ra, il Sole. Atum-ra, "tenendo il fallo in pugno ed eiaculando diede vita ai gemelli Shu (dio dell'aria) e Tefnut (dio dell'umidità)". Versioni meno esplicite dicono che fu uno sputo o uno starnuto a dare vita ai gemelli. Dai due gemelli nascono Nut (il cielo) e Geb (la terra). Dice il mito che Geb e Nut, innamorati, se ne stavano tutto il tempo abbracciati, impedendo alla vita di germogliare. Atum-ra allora comanda a Shu di separarli. Shu calpesta Geb e con le mani solleva Nut (che infatti é sempre rappresentata inarcata e con le mani ed i piedi aggrappati a Geb).
    Da Geb e Nut nascono Osiride, Seth, Iside e Nefhti che con Horus (figlio di Osiride ed Iside) ed i quattro dei loro progenitori formano l'Enneade.

    Ermopoli (oggi El-Aschmuneim, anticamente era Khmum)

    Esiste una materia primordiale nella quale nuotano otto creature: Nun e Nanhet, le acque primigene, Het e Hanhet, lo spazio infinito, Kek e Hehet, l'oscurità, Amon e Amanuet, l'ignoto. Assieme formano l'Ogdoade. Essi fecero nascere il sole e crearono Atum. Si fusero in un grande uovo dal quale nacque il creatore. Dopo di ciò si estraniarono dall'universo creato. Questi otto dei quindi precedono l'Enneade.

    Menfi (oggi Mithahina)

    Dal caos (Nun) nasce l'idea di Atum-ra che prende corpo nel cuore divino di Ptah. Quindi l'idea viene espressa dalla bocca di Ptah. Segue la creazione di tutta l'Enneade.

    Teologia Predinastica

    Neith (in seguito signora dei mestieri) stende il cielo nel suo telaio. Con la navetta pazientemente vi tesse il mondo. Ultimata la tessitura Neith intreccia alcune reti con le quali pesca gli esseri viventi dalle acque primigene. Quindi inventa il parto e lo esperimenta su di sè per dare vita a Ra.




    Edited by gheagabry - 11/7/2010, 00:43
     
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  2. tomiva57
     
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    image Ra

    Personificazione del dio solare, associato ad Atum (il tutto) è, secondo le teologie Eliopolita ed Ermopolita, il creatore dell'universo. Viaggiava nel cielo con il suo equipaggio su due barche: quella del giorno e quella della notte. Veniva ingoiato la sera da Nut e partorito la mattina. Da lui era stata emanata una figlia, Maat.


    Ra (noto anche nella forma Re) è il Dio-Sole di Eliopoli nell'antico Egitto. Emerse dalle acque primordiali del Nun portato tra le corna della vacca celeste, la dea Mehetueret. È spesso rappresentato simbolicamente con un occhio (l'occhio di Ra).

    A partire dalla quinta dinastia (ca. 2400 a.C.) in avanti fu congiunto con il dio tebano Amon fino a diventare la più importante divinità del pantheon egizio con il nome di Amon-Ra. Egli rimase per secoli il dio supremo, tranne per un breve periodo durante il periodo di Akhenaton (1350 a.C. - 1334 a.C.) quando fu imposta nell'Egitto l'esclusiva adorazione di Aton, il disco solare stesso. In tempi più recenti, fu associato a Heryshaf.

    Fu anche il padre di Heget e di Bast.

    La teologia di Ra ebbe probabilmente un forte impulso a partire dal faraone Snefru, primo faraone della IV dinastia. Infatti per la prima volta dopo Snofru i Faraoni assunsero il titolo di Figlio di Ra, titolo che entrò a far parte dei cinque nomi tradizionali del Faraone.

    Ra è un dio creatosi da solo, essendosi formato da Mehturt, un tumulo (vedi Ogdoade) che diviene dalle acque di Nu, o un fiore di loto. Creò anche Shu e Tefnut dal suo sperma o muco, Hu e Sia dal suo sangue e l'umanità dalle sue lacrime.

    Il sole è il corpo di Ra, o solamente il suo occhio. In Eliopoli (la capitale del suo culto), Ra era adorato come Atum (il tramonto del sole), Ra-Harakhti (il pianeta Venere) e Khepri ("il sole che sorge") associato ad Harmakis (Horus sorge all'orizzonte). Più tardi fu associato ad Horus.
    L'Occhio di Ra, anche chiamato Occhio di Horus.

    Benché Ra e Atum ("colui che completa o perfeziona") fossero lo stesso dio, Atum era utilizzato in vari modi. Egli era primariamente il simbolo del sole che tramonta ed era anche un sostituto di Ra come creatore di Shu e Tefnut. In alcuni culti Atum era stato creato da Ptah. Atum era il padre di Hike.

    Atum era il capo dell'Enneade ed era rappresentato da Mnevis, il toro nero. Era associato al serpente, lucertola, scarabeo, mangusta e leone.

    Ra percorreva ogni notte il mondo degli inferi su una nave reale, dove navigava lungo il Nilo celeste attraversando la Duat, superando Caos per emergere ancora una volta all'alba, trionfante, protetto dal mostro Apep da Seth e Mehen. Durante il viaggio era noto come Auf o Efu Ra.

    È colui che ha creato l'uomo, fu il primo Faraone e stabilì i costumi degli Egizi.

    A Eliopoli la sua pietra Benben divenne oggetto di culto e di venerazione.

    Hathor e Ra una volta discussero e lei lasciò l'Egitto. Thot, travestito, riuscì a convincerla a tornare.

    L'identificazione di Amon-Ra con Zeus e Giove era riconosciuta dai Greci e dai Romani(Amon-Zeus e Giove Ammone). I Greci diedero il nome di Diospolis Magna, città di Zeus, a Tebe. Egli era anche associato con la Fenice.

    I simboli di Ra sono il disco solare o il simbolo Sun symbol.ant.png (Il simbolo astronomico del sole: un cerchio con un punto nel centro),


    image

    GEA

    Gea o Gaia (in greco attico Γῆ, in greco ionico Γαῖα) nella mitologia greca è il Titano femmina che impersona la Terra, identificata nella Dea

    Gea nella mitologia greca

    La Teogonia di Esiodo racconta come, dopo il Caos, sorse l’immortale Gea, progenitrice degli dei dell’Olimpo. Da sola e senza congiungersi con nessuno ella generò Urano (il cielo stellato), Ponto (le sterili profondità del mare) e le montagne. In seguito, racconta sempre Esiodo, si unì ad Urano dando alla luce i Titani Oceano, Ceo, Crio, Iperione, Giapeto, Teia, Rea, Temi, Mnemosine, Febe e Teti. Dopo di loro nacque Crono, il più giovane furbo e terribile dei suoi figli, che prese ad odiare il suo potente padre.

    Esiodo parla anche della successiva progenie di Gaia ed Urano, dapprima i Ciclopi, giganti con un solo occhio: Bronte, Sterope ed Arge. Poi i tre terribili Ecatonchiri dalle cento braccia: Cotto, Briareo e Gige, ognuno dotato anche di cinquanta teste.

    Urano rinchiuse i Ciclopi e gli Ecatonchiri nel Tartaro, in modo che non potessero vedere la luce, rallegrandosi di quest’azione malvagia. Questo fatto fece soffrire Gaia (il Tartaro si trovava infatti nelle sue viscere), che così creò un tipo di pietra focaia grigia (Adamantina) e con questa modellò una grande falce con cui radunò Crono e i suoi fratelli, chiedendo loro di obbedirle ed aiutarla. Soltanto Crono, il più giovane, ebbe il coraggio di prendere la falce di pietra che lei aveva fatto e servirsene per evirare il padre quando si avvicinò a Gaia per accoppiarsi con lei. Dalle gocce di sangue mischiato a sperma che la colpirono, Gaia generò le forti Erinni, i Giganti, tra cui Abseo, e le Ninfe del frassino dette Melie. Il membro reciso di Urano, gettato in mare, fecondò le acque dalla cui spuma sorse Afrodite. Urano venne quindi deposto da suo figlio Crono e, nel frattempo, i Titani liberarono i Ciclopi dal Tartaro: Crono divenne il loro re ed iniziò quella che fu chiamata l’età dell’oro.

    Dopo che Urano venne castrato, Gaia ebbe anche un figlio, Tifone dal Tartaro, mentre con Ponto generò le divinità marine Nereo, Taumante, Forcide, Ceto ed Euribia.

    Crono, però, assunse ben presto il medesimo comportamento del padre Urano e, nel timore di venire spodestato dai figli, divorò man mano che nascevano i figli partoriti dalla moglie Rea. Rea, disperata per i continui abomini compiuti dal marito, si rivolse proprio a Gea nel tentativo di salvare l'ultimo nascituro, Zeus. Gea allora consigliò alla figlia di fare ingoiare a Crono, con l'inganno, una pietra avvolta in fasce e di nascondere il piccolo Zeus presso il monte Ida, in modo tale che, una volta cresciuto, il Cronide, avesse potuto spodestare il padre a sua volta. Divenuto adulto, Zeus liberò con un farmaco dal ventre di Crono i suoi fratelli e, al loro fianco, ingaggiò con il padre una terribile battaglia che durò 10 anni, la Titanomachia. Gea, per favorire il Cronide ed ottenere la sua vendetta, consigliò a Zeus di liberare gli Ecatonchiri ed i Ciclopi, ancora imprigionati nelle sue tetre viscere, per dare una svolta decisiva al combattimento. Vinta la battaglia ed assunto il potere, Zeus punì i Titani sconfitti, gettandoli tutti nel Tartaro; atto che fece adirare Gea, la quale, furibonda per il trattamento serbato ai suoi figli, aizzò i terribili e poderosi Giganti a punire il Cronide e gli altri Olimpici, dando inizio alla guerra conosciuta come Gigantomachia. Grazie all'intervento di Eracle nello scontro, però, gli Olimpici si assicurarono la vittoria e Gea, ancora risentita, chiamò in difesa il figlio Tifone, generato in unione con il Tartaro. Anch'egli, però, dopo uno strenuo combattimento fu sconfitto e relegato in una montagna. Da quel momento in poi le terre furono condivise da tutti i fratelli di Zeus e dagli altri Olimpici.
     
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  3. gheagabry
     
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    LA RELIGIONE DEGLI ANTICHI EGIZI





    Gli antichi egizi praticavano una religione politeista, basata sul culto di divinità antropomorfe o zoomorfe, comunque raffigurate in immagini cariche di riferimenti simbolici. Agli dèi appartenenti alla cosmogonia ufficiale si aggiungevano, non meno importanti, alcuni dèi venerati in singole località. Spesso queste divinità, anche allo scopo di evitare contrasti politico-religiosi, finivano col fondersi con gli dèi originari (come Ra e Horus), divenendo culto generalizzato e assumendo su di sè le proprietà attribuite alle divinità originarie. Gli Egizi non ebbero quindi mai un'unica divinità nè una religione ufficiale nazionale.

    L'ORIGINE DEL MONDO


    Le "scuole" religiose di alcuni centri, cercarono comunque di elaborare una dottrina organizzata che spiegasse gli attributi delle divinità e l'origine dell'universo. La prima di queste fu la scuola di Eliopoli. Secondo i suoi sacardoti, al principio di tutto era Nun, l'Oceano primordiale che racchiudeva in sè il principio di ogni cosa. Dalle sue acque emerse una collina sulla quale sorse per la prima volta il Sole Ra o Atum, che generò l'aria, Shu e l'umidità Tefnut . Queste due divinità, a loro volta, generarono la terra, Geb e il cielo, Nut. Da Geb e Nut nacquero quattro dèi: Osiride, Iside, Seth; Nefti. Tutte queste divinità primordiali costituivano la cosidetta "Enneade" (gruppo dei nove dèi).
    A Ermopoli, invece, nel Medio Egitto, la creazione venne spiegata dai sacerdoti con l'azione dell'"Ogdoade", gruppo di otto dèi in quattro coppie che impersonavano aspetti del Caos primordiale.
    A Menfi, il dio creatore era Path, colui che pensò nel suo cuore tutte le creature e diede loro vita con la parola.
    Si ebbero poi divinità locali elevate al ruolo degli dèi principali: Khnum, dispensatore dell'acqua e modellatore dei corpi umani; Min, signore della fertilità.

    LE DIVINITA' DELL'ANTICO EGITTO


    Gli Egiziani raffiguravano i loro dèi in forme che possono stupire: per lo più, essi hanno la testa di animale e corpo umano. Queste immagini, tipiche della religione ufficiale, volevano rappresentare le qualità divine e allo stesso tempo dare un aspetto reale a esseri soprannaturali.




    Amon/Ra





    In origine una delle otto divinità primordiali adorate ad Ermopoli. Diviene poi il dio supremo, la divinità solare Amon-Ra. La città di Tebe è il centro principale del suo culto. Il suo significa "il misterioso", assieme alla moglie Muth e al figlio Khons forma la triade di Tebe. Il suo animale è l'ariete, come si può intuire dal viale cerimoniale del suo tempio principale a Karnak.
    Divinità solare. Era simbolo di rinascita e rigenerazione. Il sole veniva chiamato KHEPRI all’alba, RA a mezzodì, ATUM di sera e assumeva forme diverse. Atum era raffigurato con aspetto umano con una corona doppia sul capo, Khepri aveva la forma di uno scarabeo sacro, mentre RA veniva rappresentato da un uomo con la testa di falco, sormontata da un cobra e dall’ureo. Ra veniva identificato anche con il dio Horus. In questa forma il dio era l’abitante dell’orizzonte e all’alba solcava il cielo a bordo della sua barca solare. Ra era presente nella cosmogonia di Eliopoli nella forma di Atum. Secondo alcuni miti PTAH aveva creato l’uovo da cui era nato Ra, mentre in altre leggende Ra era emerso dal caos delle acque primordiali. Il dio aveva generato a sua volta GEB, la terra, e NUT il cielo, da cui erano nati Osiride, Seth, Iside e Nephthys. Le fasi della luna segnavano il risanamento nell’arco di un mese dell’occhio di Ra, che divenne assieme all’occhio di Horus uno dei più noti simboli dell’antico Egitto. Durante il Nuovo Regno il dio Amon fu unito a Ra, creando così la divinità più potente del pantheon egizio.


    Deificazione del sole visibile, fu adorato in diverse località dell'Egitto prima che se ne prendesse possesso la teologia eliopolitana.
    Il primo aspetto del mito, è il dio che nella sua imbarcazione diurna percorre il cielo durante il giorno, per montare la notte nella barca notturna che percorre allo stesso modo il mondo inferiore. Per conciliare la sua esistenza con quella di altre due divinità solari, lo scarabeo Khepri e Atum, fu al mattino Khepri sotto forma d'un bambino ( ma soprattutto come scarabeo), a mezzogiorno Ra trionfante sotto forma d'un adulto, e la sera Atum, sole calante, sotto forma di un vecchio.
    Si trattava anche in questo caso di un richiamo al mito del regno terrestre di Ra.
    Dio creatore e padre dell'Enneade, Ra regnava sulla terra tra gli uomini e gli dei. Durante il suo regno, conobbe le vicende umane e invecchiò e fu in quel momento che approfittando della sua debolezza, gli uomini gli si rivoltarono contro ed egli dovette difendersi inviando il suo occhio (Hathor e Sekmet) per castigarli.
    Anche Iside approfittò della sua vecchiaia per rubargli la sua potenza magica.
    Stanco Ra si fece elevare al cielo sulla schiena di Nut.
    E' senza dubbio questo regno terreno all'origine dei tempi che giustificò l'appellativo di "Figlio di Ra" (Sa Re) che i faraoni prenderanno a partire da Chefren e che seguirà il loro nome, quinto del titolo.
    Durante tutta la storia egizia, Ra saprà conservare una sorta di preminenza, solarizzando il pantheon; i grandi dei saranno Amon-Ra, Mont-Ra, Khnum-Ra, Sobek-Ra.
    Nel suo destino solare, il re raggiunge Ra nel cielo e questi, prima signore dell'al di là, che attraversa nella sua corsa notturna, troverà il completamento in Osiride, che gli fu rivale.


    Amon: In origine era il dio locale delle tribù della zona di Tebe. Quando poi i principi di Tebe si impadronirono del trono d'Egitto divenne la suprema divinità del pantheon, assimilandosi al dio solare Ra sotto il nome di Amon-Ra. Il più grande tempio di Amon era quello di Karnak. I suoi sacerdoti rivaleggiarono in potenza con il faraone. A lui erano consacrati l’oca (secondo il mito infatti il sole nascerebbe da un uovo primordiale) e l’ariete dalle corna ricurve. Venne raffigurato in forme umane, come sovrano, con due alte piume sul capo, e talvolta con testa d'ariete.





    L'Occhio di Ra, o meglio l'occhio del sole, è un amuleto presente nella mitologia egizia.

    Le leggende relative a questo amuleto risalgono alle prime fasi della storia egizia ed hanno subito notevoli cambiamenti nel corso dei secoli. La tradizione più antica lo mette in relazione con il dio Horo i cui occhi erano ritenuti essere il sole e la luna.
    Quando la città di Eliopoli ebbe il sopravvento religioso su Menfi, Horo fu assimilato a Ra e il sole venne associato all'occhio di quest'ultimo lasciando all'altra divinità l'occhio lunare.

    Una diversa tradizione vuole che che l'occhio fosse stato tolto ad Horo da Seth durante una lotta tra i due. Una volta sconfitto Seth dovette restituire l'occhio che, secondo un'altra versione del racconto, sarebbe invece ritornato da solo ad Horo. L'occhio venne poi reimpiantato dal dio della magia Toth.

    In una forma più recente del mito, forma in cui ad Horo si era sostituito Ra, l'occhio, smarrito per una ragione non nota, sarebbe stato lo scopo di una ricerca affidata a Shu e Tefnet. A causa del protrarsi nel tempo di tale ricerca il dio del sole si sarebbe provvisto di un nuovo occhio che al ritorno del rivale non volle cedergli il suo precedente ruolo. Allora Ra avrebbe trasformato l'occhio in un serpente posto sulla sua fronte, l'ureo.

    L'amuleto, il cui nome significa, essere sano ebbe grande importanza e diffusione nella civiltà e venne posto, di regola, all'interno dei bendaggi che avvolgevano il corpo del defunto, oltre che su amuleti, rilievi, incisioni e papiri, in quanto simbolo di rigenerazione. Graficamente è costituito da un occhio sovrastato dal sopracciglio e sotto da una spirale, per alcuni il tratto residuo del piumaggio del falco, animale del quale Horus prende le sembianze.


    http://it.wikipedia.org/wiki/Occhio_di_Ra



    Edited by gheagabry - 11/7/2010, 01:07
     
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  4. gheagabry
     
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    ENNEADE





    Con Enneade..si intende un gruppo di nove dei che stanno alla base della cosmogonia egizia. Nella religione egizia si distingue una Grande Enneade, composta da Atum e da quattro coppie di dei: Shu e Tefnut, Geb e Nut, Osiride e Iside e Seth e Nefti; ed una Piccola Enneade, nella quale, oltre ai precedenti, o talvolta in sostituzione, sono presenti Anubi, Horo, Thot e Maat.
    Il centro di culto originario dell'Enneade fu a Eliopoli (dal greco: città del sole), uno dei maggiori luoghi di culto di tutto l'Egitto.

    Il mito della creazione legato all'enneade narra che:
    in principio vi era il Nun, il caos incontrollato, elemento liquido e turbolento, il non creato. Dal Nun emerse una collinetta dalla quale nasce Atum (visto come Atum-Ra). Quest'ultimo sputando o masturbandosi diede vita a Shu (l'aria) e Tefnut (l'umido), i quali a loro volta generarono Geb (la terra) e Nut (il cielo). Il mito racconta che questi ultimi se ne stavano sempre uniti e impedivano alla vita di germogliare, così Atum ordinò al loro padre, Shu, di dividerli. Con le mani Shu spinse Nut verso l'alto facendole formare la volta celeste e con i piedi calpestò Geb tenendolo sdraiato. In questo modo l'aria separò il cielo dalla terra. Geb e Nut, a loro volta, generarono quattro figli: Osiride, Iside, Nefti e Seth.


    Estratto da "http://it.wikipedia.org/wiki/Enneade"




    GEB







    Geb, il dio-terra, membro dell'Enneade eliopolitana.
    Nelle epoche primitive era credenza che insieme con Nut generasse il sole Ra.
    Nel sistema eliopolitano è figlio di Shu e Tefnut e padre di Osiride, Iside, Seth e Nefti.
    I testi delle Piramidi riportano che effettivamente regnò, succedendo a Ra.
    Adorato sotto le sembianze di un uomo, recante talvolta un uccello sulla testa, infatti il geroglifico che lo rappresenta è proprio quello di un uccello.
    Un santuario dedicato a Geb, si trova a Bata nei pressi di Eliopoli



    TEFNUT




    Dea di Oxyrhynchos. Dea dell'aria umida, figlia di Atum e gemella e sposa di Shu.

    Tefnut (anche Tefnet o Tphenis), dea della mitologia egizia, fa parte della grande Enneade di Eliopoli.

    Nacque, come suo fratellino e sposo Shu, dallo sperma o mucosa di Atum, il creatore. Tefnut e Shu formano la prima coppia divina. La prima è il simbolo dell’umidità e Shu quello dell’aria; rappresentano con i loro due figli, Geb (la terra) et Nut (il cielo), i quattro elementi primordiali.
    Tefnut, associata anche alla pioggia ed alle nuvole, simboleggia l’acqua ed il suo potere creatore. Era citata nei Testi delle Piramidi, come colei che dissetava i defunti.

    Era adorata ad Ossirinco e l'iconografia la rappresenta, per sincretismo con Sekhmet, come una donna con testa leonina, disco solare ed ureo. A Leontopoli, Shu e Tefnut erano venerati sotto forma di una coppia di leoni.

    Tefnut è anche la personificazione della dea lontana, assumendo l’aspetto e gli attributi delle dee pericolose e incarnando l’occhio di Ra, il ciclo del sole che brucia e devasta. Secondo il mito, Tefnut, figlia del sole, fuggì nel deserto della Nubia, dove lasciò libero corso alla sua ferocia. Ra incaricò Thot di andarla a riprendere e, ritrovato il suo aspetto benefico, Tefnut tornò in Egitto.




    SHU



    Dio dell'aria secca, figlio di Atum e gemello di Tefnut. Genera Geb e Nut.

    Il dio Shu fu creato dal respiro di Atum e rappresenta il primo oggetto della creazione, il vuoto, l’umidità dell’aria, ma è anche il soffio vitale che anima le creature.
    Soffio vitale che uscito dal naso di Atum ne fece battere il cuore risvegliandone la coscienza.
    Generato insieme alla sorella Tefnut formarono la prima coppia divina assimilata al sole e alla luna.
    Nella cosmogonia heliopolitana Shu e Tefnut diedero vita a Geb e Nut rispettivamente la terra e il cielo, i quali generarono Osiride, Iside, Seth e Nefhti che formarono, con il Demiurgo Atum, la Grande Enneade di Eliopoli.

    Il dio Shu è rappresentato con il capo sormontato da una piuma nell’atto di separare il cielo dalla terra.



    NUT





    Dea del cielo, sorella e sposa di Geb, madre di Osiride, Iside, Seth e Nefthi.

    Nut è figlia di Shu, dio dell’aria, e Tefnut, dea dell’umidità. Era una delle divinità dell’Enneade e suo marito era Geb, la terra, con cui ebbe quattro figli - Osiride, Iside, Seth e Nefti. La leggenda narra che Geb e Nut erano in origine uniti, fino a quando Shu li separò, creando lo spazio tra cielo e terra. Originariamente fu la dea del cielo diurno, ma più tardi rappresentò il cielo in generale. Si pensava che il dio-sole, Ra, nel suo viaggio notturno, fosse da lei ingoiato dopo il tramonto, per essere partorito di nuovo all’alba. Nello stesso modo, Nut divorava e faceva rinascere le stelle, e per questo motivo era considerata una divinità legata alla resurrezione. Come tale si trova spesso raffigurata all’interno dei sarcofaghi.




    Nut aveva una relazione particolare con il sole e con le stelle. Gli Egiziani ritenevano che Nut ingoiasse le stelle la mattina, e poi facesse nascere il sole. Durante il giorno, il sole avrebbe viaggiato attraverso il suo corpo, e la sera sarebbe stato anch’esso ingoiato così da permettere alle stelle di uscire fuori dal suo ventre. Questa immagine era paragonata a una scrofa che dava alla luce i suoi porcellini. Nelle sembianze di vacca o di donna, Nut era spesso rappresentata con le stelle sul corpo. Come scrofa era invece raffigurata mentre allattava i suoi “piccoli”. Questo ciclo diurno della morte e della rinascita creava una ovvia connessione tra Nut e i riti funebri egiziani. La camera funeraria e il sarcofago di un re o di un nobile erano spesso decorati con immagini di Nut o di stelle. Talvolta si credeva che il re defunto dimorasse presso la divinità del cielo Nut, che era perciò ritenuta il feretro dei cieli.
    Insieme al fratello e consorte Geb, Nut concepì le divinità dei miti di Osiride. Geb, il dio della terra, è spesso rappresentato sotto di lei con un braccio rivolto verso il basso e l’altro sollevato e spesso con il fallo eretto al cielo. Iside e Osiride, rispettivamente la prima femmina e il primo maschio da essi generati, divennero i primi governatori dell’Egitto. I loro fratelli più giovani erano Seth e Nefti. Seth, dio della distruzione, usurpatore del potere del fratello, sarebbe scaturito selvaggiamente dal ventre di Nut.

    Nell’iconografia la volta celeste è rappresentata da Nut, solitamente raffigurata come una donna nuda, ricoperta di stelle, con le mani ed i piedi a terra, inarcata su Geb, dal quale è tenuta lontana da Shu, che la sostiene. I dipinti la raffigurano con un vaso d’acqua sulla testa, presente nel geroglifico del suo nome. A volte si presenta nella forma di una mucca, il cui grande corpo forma il cielo, di un albero di sicomoro, o come una grande scrofa mentre divora i suoi piccoli, che simboleggiano le stelle.
     
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  5. gheagabry
     
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    OSIRIDE





    Dio di Busiride.E' il dio-re dell'Egitto,lo sposo-fratello di Iside e il padre di Horus.
    Dopo la morte regna sull'aldilà dove, oltre che sovrano, è giudice supremo.
    Come dio della vegetazione viene spesso rappresentato in forma di mummia da cui germogliano delle piante.

    Osiride comparve per la prima volta a Busiris, dove prese il posto del dio-pastore Andjeti assimilandone tutti gli attributi.
    La più antica versione delle gesta osiriane si trova nei Testi delle Piramidi dove il dio viene integrato all'Enneade eliopolitana e presentato come figlio di Geb e di Nut e fratello di Iside, Seth e Nefti. Seth, aiutato da Thot, fa morire Osiride, succeduto a suo padre Geb, per usurpagli il trono celeste. Allora Iside e Nefti cercano il corpo del fratello e, ritrovatolo, lo consegnano ad altri dei perchè gli restituiscano la vita.
    Alcuni elementi della leggenda osiriana appaiono comunque in epoca più tarda, tra questi l'imbalsamazione ad opera di Anubis di cui si parla in uno dei Testi dei Sarcofagi ( Medio Regno ). Tuttavia, dal momento che i Testi delle Piramidi non pretendono di riportare la leggenda nel suo insieme, ma si limitano ad accennare ad alcuni dei suoi episodi, sembra che numerosi elementi, reperibili unicamente nel mito riportato da Plutarco ( trattato su Iside ed Osiride), debbano risalire ad un epoca più antica. Nell'opera plutarchiana, Geb e Nut hanno, oltre ai quattro figli di cui parlano i Testi delle Piramidi, un quinto figlio, Haroeris ( Horo il primogenito ) e i cinque parti divini avvengono uno dopo l'altro nei cinque giorni epagomeni. Presto Osiride succede la padre Geb e regna al fianco della sua sposa sorella-sposa Iside, apportando agli uomini la conoscenza dell'agricoltura e delle pratiche religiose. Geloso del regno benefico del fratello, Seth, assieme a sessantadue congiurati, richiude Osiride in un baule, nel corso di un banchetto, e lo getta nel Nilo. Iside parte alla ricerca della bara, che le onde hanno spinto fino alle sponde fenicie di Byblos dove un'erica vi ha germogliato. Il re di Byblos fa trarre dalla bella pianta un pilastro e Iside, giunta nella città, se lo fa offrire in dono insieme alla bara da cui l'erica era spuntata e lo porta con sè nelle paludi di Chemnis, presso Buto, dove ella dà alla luce Horo. Seth, essendo venuto al corrente dei fatti approfitta di una assenza di Iside per impossessarsi della bara, ridurre il corpo di Osiride in quattordici pezzi e spargerli per tutto l'Egitto. Iside, ricomincia il suo viaggio alla ricerca delle membra del suo sposo e ogni volta che ne trova un pezzo lo seppellisce sul posto e vi fa erigere dei santuari. A questo punto la leggenda conosce la possibilità di due epiloghi diversi: l'uno vuole che Osiride rimanga nel regno dei morti e ne diventi il sovrano; l'altro, che Thot, Anubi, Iside e Nefti riuniscano i pezzi del suo corpo smembrato e lo rendano immortale attraverso la mummificazione. Le due versioni, hanno fatto in modo che si costituisse la leggenda di un Osiride sovrano divinizzato ma, a questo punto, è intervenuto un fattore determinante: il sovrano Osiride comincia a distinguersi per il forte contrasto che intercorre tra la sua condotta in vita e l'efferatezza della sua morte, ed è esattamente questa componente a decretare la fortuna e la diffusione della sua leggenda. Gardiner ha sottolineato fortemente la relazione che intercorre tra il mito osiriano e il carattere specifico della monarchia egiziana. Infatti, il dio è sempre rappresentato come sovrano dell'Egitto nella sua interezza, nonostante non rechi che la corona bianca del Sud. Egli viene sempre considerato come il re morto che diventa dio, mentre il suo successore è l'incarnazione di Horo, il figlio di Osiride. Le feste osiriane, che si tenevano alla fine dell'inondazione,, assunsero soltanto tardivamente un carattere agrario, in quanto furono da principio celebrazioni della resurrezione del sovrano defunto in suo figlio. Il cerimoniale relativo alle feste di resurrezione dunque, rinnovava la storia mistica di osiride e di Horo, leggenda in cui trovavano la loro giustificazione e le loro radici altri elementi legati al culto osiriano. Osiride è in relazione con le acque del Nilo alle quali il suo corpo dona la forza fecondatrice. In alcune versioni della leggenda infatti, invece di discendere il Nilo in un bara di fortuna, Osiride viene direttamente annegato nel fiume; inoltre, quando Seth lo fa a pezzi, il suo membro virile non viene ritrovato perchè, caduto nel Nilo, è stato divorato dall'ossirinco, pesce che nel nomos omonimo veniva assimilato a Seth. Dio fecondatore, Osiride è anche signore della vegetazione e, come questa, muore nel periodo dell'inondazione per rinascere a primavera, dopo aver soggiornato sottoterra come il grano seminato., Questo specifico aspetto era tenuto in gran conto dagli Egiziani che, in occasione della festa del dio, che aveva luogo prima della semina, riproducevano con il limo un modello del suo corpo e vi ponevano all'interno dei semi destinati a germogliare ricoprendo la statuetta di fitte foglioline. Nelle tombe sono stati ritrovati numerosi esemplari di questo tipo di oggetto votivo. Inoltre, la speculazione eliopolitana ha fatto di Osiride un dio cosmico. Tale concezione si spiega solo se si ammette che, dall'epoca predinastica, il sovrano defunto fosse assimilato ad Osiride. Una simile assimilazione del resto fu subito inserita nel quadro del dogma del destino solare del re: quest'ultimo raggiunge Ra nel cielo, mentre Osiride riveste nello stesso tempo il carattere divino del re morto. Alla fine dell'Antico Regno Osiride venne anche assimilato al "Dio Grande" (dio celeste) come, prima di lui, Horo, Questa concezione è legata inoltre a quella di Osiride dio dei morti. Il re defunto continua a regnare nel mondo interno, che è immagine del mondo terreno, come Osiride morto regna in questo mondo "antipodico". D'altro canto visto che il sole illumina il mondo dei vivi e la luna quello dei morti, Osiride fu identificato anche con la luna (Aah). Sicuramente la dottrina del sovrano che continua a vivere e a regnare nell'al di là fece sì che alla fine Osiride diventasse anche dio dei morti e che venisse identificato con le divinità funerarie delle città egiziane, primo tra tutti Khentiamentiu, "il Signore (colui che presiede) degli Occidentali" ad Abido, nei pressi di This che sarà la culla delle prime dinastie tinite.
    La morte di Osiride e la sua resurrezione conoscevano una riproduzione rituale. La resurrezione in particolare era resa con la rappresentazione del ritorno del dio su di una barca sacra tra il gran giubilo della folla.

    Osiride: Una delle grandi divinità egizie, era adorato come dio della vegetazione e dell’agricoltura. Il suo centro di culto più importante era Abido. Rappresentato in forme umane, con il volto dipinto di verde, colore della rigenerazione, lo stretto mantello che ne fascia il corpo e gli dà l’aspetto di una mummia. Lo accompagnano i tipici attributi regali: scettro, flagello, pastorale e corona bianca dell'Alto Egitto affiancata da piume. Si credeva che in origine fosse stato un re umano, colui che aveva portato la civiltà in Egitto. Protagonista insieme alla moglie Iside di un famoso mito, divenne re dei morti e giudice degli inferi. Il faraone defunto fu con lui identificato. Il mito è raccontato nelle opere di Plutarco. Il culto di Osiride dava alla gente la speranza di continuare la vita dopo la morte.





    IL MITO DI OSIRIDE


    Numerose divinità erano protagoniste di miti che spiegavano le loro qualità e le loro realzioni. Il mito certo più famoso e rassicurante era quello di Osiride, considerato sovrano dell'Egitto e creatore dell'agricoltura: egli venne ucciso per gelosia dal fratello Seth, che, riuscito con l'inganno a chiudere Osiride in un meraviglioso sarcofago, lo fece gettare nel fiume. Ma, dopo lunghe e faticose ricerche, Iside sposa di Osiride, riuscì a ritrovare il corpo del marito e con la forza dell'amore ne ebbe un figlio,Horus. Horus divenuto grande affrontò il perfido zio Seth in una battaglia terribile e sanguinosa,durante la lotta, Seth tolse via l’occhio sinistro a Horus (eclisse di luna) . Gli dèi infine gli riconobbero il diritto di succedere al padre sul trono dell'Egitto, mentre Osiride divenne signora dell'oltretomba. E' dunque con Horus che si identifica il faraone regnante. Il mito di Osiride serviva a rassicurare gli Egiziani sulla possibilità di una nuova vita dopo la morte: in quanto signore della rinascita, Osiride rivelava la sua vittoria sulla morte nel rinnovarsi delle stagioni e della vita naturale della piante e degli animali. Iside, coraggiosa e sostenuta dalla forza dell'amore, era il simbolo della figura femminile e della maternità. Seth era invece la forza negativa che lotta eternamente col Bene.



    Osiride portò la civiltà agli uomini, insegnò loro come coltivare la terra e produrre il vino e fu molto amato dal popolo. Seth, invidioso del fratello, cospirò per ucciderlo. Egli costruì in segreto una bara preziosa fatta appositamente per il fratello e poi tenne un banchetto, nel quale annunciò che ne avrebbe fatto dono a colui al quale si fosse adattata. Dopo che alcuni ebbero provato senza successo, Seth incoraggiò il fratello a provarla.
    Appena Osiride vi si adagiò dentro il coperchio venne chiuso e sigillato. Seth e i suoi amici gettarono la bara nel Nilo, facendo annegare Osiride. Questo atto simboleggerebbe l’annuale inondazione del Nilo. Iside con l’aiuto della sorella Nefti riportò Osiride alla vita usando i suoi poteri magici. Prima che si potesse vendicare, Seth uccise nuovamente Osiride, fece a pezzi il suo corpo e nascose le quattordici (secondo alcune fonti: tredici o quindici) parti in vari luoghi. Iside e Nefti trovarono i pezzi (eccetto i genitali, che erano stati mangiati dal pesce Ossirinco).
    Ra mandò Anubi e Thot ad imbalsamare Osiride, ma Iside lo riportò in vita. Successivamente Osiride andò negli inferi per giudicare le anime dei morti, e così venne chiamato Neb-er-tcher ("il signore del limite estremo").



    Osiride, il sovrano dell'oltretomba





    All'origine Osiride era un modesto dio della fertilità e dello sviluppo vegetale. Il ciclo annuale della vegetazione che muore quindi riappare, concretizzò l'idea della resurrezione ed egli diventò il dio della morte e del risorgere alla vita eterna. Osiride era il padrone, il protettore ed il giudice del defunto.

    Osiride, Nefthi ed IsideOsiride era il primo figlio di Nut e Geb, il fratello di Seth, Nefthi ed Iside, che era anche sua moglie. Con Iside generò Horo e, secondo alcune leggende, Nefthi sotto forma di Iside, lo avrebbe sedotto e della loro unione sarebbe sorto Anubi.
    Osiride aveva numerosi nomi come, ad esempio, Ounennéfer o Ounnéfer che significa "essere perfetto" ed anche sotto questo nome che regnò e portò la pace e la prosperità al suo popolo, affiancato dal dio delle arti e della scienza Thot, inventò i segni della scrittura e si adoperò per civilizzare il resto del mondo, lasciando al governo dell’Egitto la moglie Iside.
    Bisogna ricordare, a questo punto, la leggenda del MITO DI OSIRIDE che ci è stata tramandata, sotto forma di un resoconto omogeneo, da Plutarco verso 100 d.C., poiché gli scritti egiziani contengono soltanto allusioni.
    Secondo questa versione, Geb e Nut misero al mondo, come riferisce la cosmogonia di Eliopolis, Osiride, Seth, Nefthi ed Iside, come Haroeris, che proveniva già da una relazione prenatale tra Osiride ed Iside.
    Osiride sposò sua sorella Iside e ricevette da Geb la valle ricca del Nilo mentre Seth e Nefthi ereditarono i vasti deserti circostanti. Diventato re, Osiride portò la civilizzazione agli egiziani. Insegnò loro a coltivare i campi e diede loro le prime leggi. Suo fratello e nemico, Seth, non poteva spodestarlo dal trono, poiché Iside sorvegliava attentamente il regno del suo coniuge.





    Seth ordì un inganno: con settantadue cospiratori, preparò una cassa splendida esattamente alle misure di Osiride. Durante un banchetto, promise di offrire la preziosa cassa a chiunque fosse riuscito ad entrarci del tutto. Nessuno dei partecipanti soddisfece a questa condizione, allora Osiride stesso si mise nella cassa.




    Immediatamente, Seth ed i suoi chiusero il coperchio, inchiodarono la cassa e lo gettarono nel fiume. Dopo lunghe ed inutili ricerche, Iside finisce per trovare la cassa a Biblos, riportò il corpo in Egitto. Seth lo scoprì in un momento di distrazione di Iside, tagliò il corpo di Osiride in quattordici (o sedici) pezzi che sparse per tutto l'Egitto. Dopo la morte divenne il sovrano dell'oltretomba e simboleggiava la continuazione della vita dopo la morte. Seth prese il potere ed il trono.

    In barche di papiro, Iside e Nefthi navigarono nelle paludi alla ricerca dei pezzi del corpo che raccolsero poco a poco. Ogni città rivendicava un pezzo di Osiride: così a Philae, si trovava una gamba, l'isola di Biggeh riparava una tomba di Osiride, Busiris possedeva la colonna vertebrale (pilastro djed), la spalla sinistra si trovava a Letopolis, ed a Abydos si trovava la sua testa. Eccetto il fallo che era stato gettato nel Nilo ed inghiottito dal pesce, Oxyrhynchus.
    Iside fabbricò la prima mummia quindi, grazie alla magia, riuscì a renderle la vita agitando le sue ali di falcone sopra di essa. Quindi scese sul corpo del coniuge il tempo necessario per concepire il loro figlio Horus.
    Dinanzi alle persecuzioni incessanti di Seth, Iside si nascose con il figlio nelle paludi del delta ed ivi lo allevò. Esortò Horus, una volta adulto, a vendicare suo padre e raccogliere l'eredità reale.

    Osiride è rappresentato avvolto di una coltre bianca dalla quale solo le mani e la testa emergono; il colore della sua pelle è sia verde per ricordare la sua azione sulla vegetazione sia nera come il colore delle mummie. Tiene in mano il flagello e lo scettro.

    Il culto di Osiride, originario di Abydos, dove si diceva che stava la sua tomba leggendaria, si sparge in tutto l'Egitto nel corso. La figura del dio si arricchisce secondo la sua estensione geografica. Osiride assimila gli attributi degli dei che man mano sostituisce e le sue concezioni funerarie eclissano gradualmente tutti gli altri.
    Da sempre nella storia egiziana, preghiere e suppliche sono state indirizzate ad Osiride nella speranza di garantire la sua benedizione ed entrare così nella vita ove regnava il dio. La sua popolarità aumentò considerevolmente nel corso del tempo. A partire dalla XVIII dinastia era, probabilmente, il dio maggiormente adorato in Egitto. La sua popolarità rimase fino alle ultime ore della storia egiziana; ed anche degli imperatori romani, conquistatori dell'Egitto, affascinati dai costumi tradizionali dei faraoni, gli fecero ancora offerte nei suoi templi.
    Le feste religiose in di Osiride erano molto popolari. Si tenevano in Abydos, ogni anno, nel corso del quarto mese della stagione dell'inondazione nel momento in cui ci si prepara a seminare i campi.


    Antonio Crasto ha scritto

    Nell'antico Egitto non era consentito parlare di Osiride. Erano i così detti misteri del grande dio.
    Io ritengo che il mito di Osiride abbia avuto varie valenze: una cosmogonica, una seconda allegorica e una terza mitologica.
    La prima è molto complessa e non viene quasi mai discussa. La seconda è, a mio parere, legata al "diluvio" del 5500 a.C. mentre la terza riguarda un mito costruito per far prevalere il bene sul male e creare una divinità dinastiaca che unisse tutto l'Egitto. Tutti i faraoni, tranne uno, furono infatti incoronati come nuovo Horus.
    Il mito di Osiride prevede l'eccezionale morte di un dio, la sua mummificazione e la sua rinascita come dio del Duat e dio dei morti.
    Il mito considerava che la mummia del dio fu suddivisa in quattordici pezzi dal fratello Seth e che questi pezzi furono sepolti in altrettante località.
    Ognuna di queste località divenne un luogo sacro a Osirde. Fra le località principali bisogna ricordare Abydos, dove si riteneva fossa stata sepolta la testa del dio, e Denderah, sul cui tempio furono realizzate sul terrazzo sei cappelle celebrative dei misteri del dio. In una di queste cappelle fu scolpito il famoso zodiaco circolare.



    28 luglio - Nascita di Osiride

    Nel primo dei giorni creati da Thot, nacque Osiride (Ws-ir per gli egizi; quello che noi conosciamo è il nome greco). Il suo nome, Trono dell'Occhio, riflette la sua autorità regale, come discendente di Atum e primo faraone d'Egitto.

    Il suo culto intreccia strettamente la credenza teologica del ciclo vita - morte - rinascita con il ciclo della vegetazione, come per altre divinità mediterranee (vedi Attis e Adone).
    Fu lui ad insegnare agli uomini la coltivazione dei cereali e della vite; il fratello Set, invidioso, lo uccise e usurpò il suo trono. La sorella e moglie Iside, aiutata da Nefti e da Anubis (che secondo alcune versioni sarebbe figlio dello stesso Osiride, avuto da Nefti) lo resuscitò creando la prima mummia e concependo con lui Horus, il figlio che lo avrebbe vendicato e che avrebbe ereditato il suo titolo. Osiride sarebbe poi diventato il sovrano e giudice del mondo dei morti; nell'Antico Regno, però, questo ruolo era assegnato ad Anubis, che perde d'importanza e diviene un subordinato di Osiride quando la città di Heliopolis (in cui si venerava l'Enneade) diviene più importante di Hermopolis (e dell'Ogdoade).

    Suoi attributi: la pelle di colore verde, simboleggiante la rinascita; porta il copricapo Atef, cioè la corona bianca dell'Alto Egitto affiancata da due piume di struzzo; in mano ha il flagello e lo scettro, simboli di regalità; la sua veste bianca prosegue fino ad avvolgere i piedi, come le bende di una mummia.

    La vicenda della sua morte e resurrezione veniva celebrata e rappresentata ogni anno, con varie feste divise tra novembre (il tempo della semina, in cui Osiride entrava nel mondo della morte) e la primavera (in cui si celebrava la rinascita della vegetazione come quella del dio.)

    Tra i greci il suo culto si fuse con quello di Dionisio, mentre nei regni ellenistici e tra i romani la sua figura si sovrappose con quella del bue Apis e con l'iconografia di Giove e Plutone, creando così Serapis (Serapide).




    Edited by gheagabry - 12/7/2010, 23:31
     
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    ISIDE






    L'archetipo
    Iside appartiene alla categoria delle grandi Dee Madri, in quanto Dea di fertilità che insegnò alle donne d'Egitto l'agricoltura.
    Tuttavia le sue imprese e i suoi attributi fanno di Lei l'archetipo per eccellenza dell'anima compagna. La sua devozione ad Osiride fu tale che Lei potè salvarlo dalla morte per ben due volte, ricomponendone i pezzi e restituendogli la vita.
    Iside rappresenta la ricerca suprema dell'anima gemella, l'uso consapevole del potere femminile dell'amore e del misticismo.


    Il mito
    Iside, originaria del Delta, è la grande Dea della maternità e della fertilità nella mitologia egizia.
    Forte dei suoi molteplici talenti e della sua magnificenza, Iside è altresì rivelatrice della forza di una donna che ama e del potere della sofferenza che tutto trasforma.
    Iside dalle braccia alate, prima figlia di Nut, il cielo che tutto abbraccia, e del dio della piccola terra Geb, nacque nelle paludi del Nilo il primo giorno di uno dei primi anni della creazione.
    Fin dal principio Iside rivolse un occhio benevolo sul popolo della terra, insegnando alle donne a macinare il grano, a filare il lino, a tessere e ad addomesticare gli uomini a sufficienza per riuscire a vivere con loro. La stessa Dea viveva col proprio fratello Osiride, dio delle acque del Nilo e della vegetazione che spunta dall’inondazione delle sue rive.
    Una volta raggiunta l’età adulta, Iside andò in sposa al fratello Osiride. L’armonia che li circondava era tale che tutti ne rimanevano piacevolmente coinvolti. Le loro giornate scorrevano all’insegna del nutrimento del mondo; i poteri di Iside associati a quelli di Osiride facevano sì che il cibo scaturisse a profusione dal ricco suolo egiziano e dal fertile Nilo.
    Le loro notti erano scandite dall’estasi dell’amore; non vi era luna o stella che potesse offuscare la loro passione.



    Tutti amavano Iside e Osiride – tutti tranne Set, il loro gelosissimo fratello.
    Per porre fine al loro dominio idilliaco, Set assassinò Osiride e ne depose il cadavere in una bara, intorno alla quale, col tempo, crebbe un grande albero.
    La Dea, travolta dal dolore si tagliò i capelli e si strappò le vesti soffrendo per la perdita subita. Setacciò ogni angolo alla ricerca del suo innamorato e dopo molto vagare giunse in Fenicia, dove la regina Astarte fu presa da pietà per lei senza tuttavia riconoscerla e la prese come nutrice del principe ancora bambino.
    Iside curò tanto bene il piccolo da metterlo come fosse stato un ciocco nel focolare del palazzo, dove la madre, terrorizzata, lo trovò fumante. Essa afferrò il piccolo e lo estrasse dalle fiamme, annullando in tal modo la magia che Iside stava effettuando su di lui per dargli l’immortalità. Iside fu chiamata a spiegare il suo comportamento e così venne rivelata l’identità della Dea e raccontata la sua ricerca. Allora Astarte ebbe a sua volta una rivelazione: che il fragrante albero di tamarindo nel giardino conteneva il corpo del perduto Osiride.
    Iside riportò finalmente il cadavere in Egitto per sepellirlo ma il malvagio Set non si diede per vinto: animato dalla più feroce crudeltà, tagliò Osiride in quattordici pezzi che sparpagliò attraverso l’Egitto.
    Senza perdersi d’animo, Iside si trasformò in uccello e percorse il Nilo in lungo e in largo, raccogliendo ogni frammento di Osiride. Nel collocare ciascun frammento l’uno accanto all’altro, servendosi della cera per unirli, Iside si accorse che mancava il fallo di Osiride; per questo motivo, essa ne plasmò uno nuovo usando l’oro e la cera.
    Successivamente, grazie ai suoi poteri magici, Iside fece rivivere Osiride per un breve lasso di tempo. Fu in questa occasione che inventò i riti di imbalsamazione per cui gli egizi sono ancora famosi e li eseguì sul corpo di Osiride, pronunciando delle formule magiche: il dio risorse vivo come lo è il grano dopo le inondazioni primaverili in Egitto. E la magia del loro amore le permettè di concepire un figlio suo.
    Quel bambino, il dio Horus con la testa di falco, divenne forte e possente – e la sua forza lo spinse a vendicarsi di Set per l’assassinio di Osiride. Ma Iside, madre di tutte le cose, non gli permettè di distruggerlo fino in fondo.
    Su Iside esiste un altro racconto.
    Decisa ad avere il potere su tutti gli altri dei, essa forgiò un serpente e lo mandò a mordere Rà, il maggiore degli dei. Ammalatosi e sempre più debole, Ra mandò a chiamare Iside perché applicasse i suoi poteri curativi alla ferita. Ma la Dea dichiarò di non avere il potere di liberarlo dal veleno se non sapeva il nome segreto del dio, il suo nome di potenza , la sua essenza. Ra esitò e tergiversò, ma diventava senpre più debole. Infine in preda alla disperazione fu obbligato a bisbigliare il nome a Iside. Lei lo guarì ma Rà aveva pagato il prezzo per darle un potere eterno su di lui.




    l culto
    Il culto e la religione di Iside-Osiride fu molto lunga (migliaia di anni) e subì forti variazioni fra la forma antica, 3000 AC e la forma ellenistica con misteri e iniziazioni (500 AC, di cui abbiamo notizie da Plutarco).
    Iside fu una delle divinità più famose di tutto il bacino del Mar Mediterraneo. Dall'epoca tolemaica la venerazione per la dea, simbolo di sposa e madre e protettrice dei naviganti, si diffuse nel mondo ellenistico, fino a Roma. Da qui il suo culto, diventato misterico per i legami della dea con il mondo ultraterreno e nonostante all'inizio fosse ostacolato, dilagò in tutto l'impero romano.
    Quando era nata in egitto, il nome della Dea era Au Set che significa regina eccellente o semplicemente spirito. Ma i greci colonizzatori alterarono la pronuncia fino a farne il nome familiare Iside, un nome che venne usato per generazioni allorchè il culto della Dea si diffuse dal delta del Nilo alle rive del Reno. Come Ishtar, anche Iside assume le identità di dee minori finchè fu riverita come la Dea universale della cui femminilità totale le altre dee rappresentavano solo dei singoli aspetti.
    Essa divenne la signora dai diecimila nomi il cui vero nome era Iside.
    Poi crebbe diventando Iside panthea (tutte le dee).
    Durante il suo sviluppo nell' impero romano il culto di Iside si contraddistinse per processioni e feste in onore della dea molto festose e ricche. Le sacerdotesse della dea vestivano solitamente in bianco e si adornavano di fiori; a Roma, probabilmente a frutto dell' influenza del culto autoctono di Vesta, dedicavano talvolta la loro castita' alla dea Iside.
    Nella forma più antica invece, Osiride era la Luna e Iside la natura, Urikkitu, la Verde. Ma in seguito essa divenne la luna – sorella, madre e sposa del dio della luna.
    Era la moglie dolente e tenera sorella, era colei che apportava la cultura e dava la salute.
    Era il trono e la quindicina di dee. Era una forma di Hathor oppure questa era una sua forma. Era anche Meri, la dea del mare e Sochit il campo di grano. Ma rimase eternamente per i suoi fervidi seguaci la venerata dea che era essa stessa tutte le cose e che aveva promesso: “vivrete nella grazia, vivrete gloriosi nella mia protezione e quando avrete compiuto tutto il tratto di via che vi è stato assegnato e scenderete nel mondo sotterraneo, anche lì vedrete me, così come mi vedete ora, splendente… e se vi mostrerete obbedienti alla mia divinità, saprete che io sola vi ho permesso di estendere la vostra vita al di là del tempo assegnatovi dal vostro destino”.
    Iside che vinse la morte per riportare il suo amato alla vita, può con altrettanta facilità abolire la morte per i suoi seguaci pieni di fede. Solo l’onnipotente iside era colei che poteva proclamare: io vincerò il fato.



    Attributi
    Iside, La luna, è anche Madre Natura, che è sia buona che cattiva. Tollera tutte le cose, proprio come nel mito non permette a Hor di distruggere fino in fondo il Tifone-Set, in quanto crescita e decadenza sono le componenti inevitabili della natura.
    Iside viene mostrata mentre decreta che non potrebbe esserci armonia perpetua, se il bene fosse sempre nell’ascendente. Essa, al contrario, delibera che vi sia sempre un conflitto fra le potenze della crescita e quelle della distruzione.
    Iside aveva due aspetti: Natura e Luna. Essa era la madre, la creatrice, la nutrice di tutto, ed era anche la distruttrice.
    Il suo nome, Iside, significa antico ed era chiamata anche Maat, che significa Conoscenza o Sapienza.
    Iside è Maat, la Sapienza Antica. Ovvero la sapienza delle cose come esse sono e come sono state sempre, la capacità innata, intrinseca di seguire la natura delle cose sia nella loro natura presente sia nel loro inevitabile sviluppo nel rapporto reciproco. E’ la sapienza dell’istinto.
    Iside era vergine e madre, spesso rappresentata col bimbo in braccio.
    Iside, nel periodo del lutto, era vestita di nero, oppure era essa stessa nera. Come la vergine nera dei santuari europei, che le è così strettamente collegata, essa era una Dea della guarigione.
    Di Iside era detto: “dove tu guardi pietosa, l’uomo morto ritorna in vita, il malato è guarito”.
    Le statue nere di Iside possiedono anche un altro significato. Plutarco dice che “tra le statue quelle con le corna sono rappresentazioni della sua luna crescente, mentre quelle vestite di nero i modi occulti e nascosti in cui essa segue il Sole – Osiride – e brama di unirsi con lui. In conseguenza a ciò essi invocano la luna per le questioni amorose e Eudosso dice che Iside regna sull’amore.”


    Il velo di Iside

    Il velo colorato di Iside è simile al velo di Maya di cui parla la filosofia indiana.
    Esso rappresenta le molteplici forme della natura nelle quali è rivestito lo spirito.
    L’idea è che lo Spirito Creativo si rivestì in forme materiali di grande diversità e che l’intero universo che noi conosciamo fu fatto in questo modo, è cioè la manifestazione, sotto forma materiale, dello spirito del Creatore.
    Plutarco disse : Iside è il principio femminile della natura e quello che è in grado di ricevere tutto ciò che è creato; a causa di ciò è stata chiamata “Nutrice “ e “Omni-ricevente” da Platone…
    Perciò la veste o velo di Iside è la forma continuamente mutevole della natura, la cui bellezza e tragedia vela ai nostri occhi lo spirito. Questo perpetuo gioco reciproco nel mondo manifesto, che comprende gli oggetti esterni, gli alberi, le colline, e il mare, come pure gli altri esseri umani ed anche noi stessi, i nostri corpi, le nostre reazioni emotive, l’intero dramma del mondo, ci sembra possedere una tale realtà assoluta che non pensiamo a metterla in dubbio. Tuttavia in alcuni momenti di particolare intuizione, indotti forse dal dolore o dalla sofferenza o da una grande gioia, possiamo improvvisamente renderci conto che ciò che costituisce l’ovvia forma del mondo, non è quella vera, quella reale.
    E’ detto che l’essere vivente viene afferrato nella rete o velo di Iside, e ciò significa che alla nascita dello spirito, la scintilla divina che è in ognuno, fu incorporata o afferrata nella carne.

    Iconografia

    Iside è spesso simboleggiata da una vacca, in associazione con Hathor, ed è raffigurata con le corna bovine, tra le quali è racchiuso il sole. Nell'iconografia è rappresentata spesso come un falco o come una donna con ali di uccello e simboleggia il vento. In forma alata è anche dipinta sui sarcofagi nell’atto di prendere l’anima tra le ali per condurla a nuova vita. Solitamente viene raffigurata con una donna vestita, con in testa il simbolo del trono, che tiene in mano un loto, simbolo della fertilità. Frequenti anche le rappresentazioni della dea mentre allatta il figlio Horo. Il suo simbolo è il tiet, chiamato anche nodo isiaco, che si trova utilizzato per assicurare le vesti egiziane. L'esatta origine del simbolo è sconosciuta, ma probabilmente rappresenta la resurrezione e la vita eterna.



    Simboli

    Nei rituali pubblici celebrati in suo onore, nella festa della fertilità, e nel mese di Hathor, novembre, erano portati in processione un fallo, rappresentante Osiride, e un vaso pieno di acqua che lo precedeva. La coppa e il fallo sono gli eterni simboli della generazione che ricorrono sempre. Li troviamo nei riti primitivi – la torcia, che è chiamata l’uomo, e la coppa in cui penetra, che è detta la donna. Il foro nella terra al centro dell’accampamento in cui ogni soldato romano gettava la sua lancia; il calice del santo graal, nel quale era conficcata una lancia che faceva gocciolare eternamente sangue, la sacra fonte battesimale fertilizzata dall’immersione della candela accesa.


    Tratto e riassunto da:
    "il dizionazio delle Dee e delle Eroine" di Patricia Monoghan
    " I misteri della donna" M. Esther Harding
    La Dea Interiore., Kris Waldherr
    Wikipedia




    Iside o Isis o Isi (in lingua egiziana Aset, ossia trono), originaria del Delta, è la dea della maternità e della fertilità nella mitologia egizia. Divinità in origine celeste, associata alla regalità (il suo geroglifico include la parola per "trono"), faceva parte dell'Enneade.

    Figlia di Nut e Geb, sorella di Nefti, Seth ed Osiride, di cui fu anche sposa e dal quale ebbe Horus. Secondo il mito, raccontato nei Testi delle Piramidi e da Plutarco nel suo Iside ed Osiride, con l'aiuto della sorella Nefti assemblò le parti del corpo di Osiride, riportandolo alla vita. Per questo era considerata una divinità associata alla magia ed all'oltretomba. Aiutò a civilizzare il mondo, ed inventò il sistro; istituì il matrimonio e insegnò alle donne le arti domestiche. Inoltre era la guardiana di uno dei vasi canopi: Hamset, il cui coperchio aveva la forma della testa di un uomo e che conteneva il fegato.

    Iside, la cui originaria associazione con Osiride fu sostituita dalla Dinastia tolemaica con quella al dio Serapide, fu una delle divinità più famose di tutto il bacino del Mar Mediterraneo. Dall'epoca tolemaica la venerazione per la dea, simbolo di sposa e madre e protettrice dei naviganti, si diffuse nel mondo ellenistico, fino a Roma. Il suo culto, diventato misterico per i legami della dea con il mondo ultraterreno e nonostante all'inizio fosse ostacolato, dilagò in tutto l'impero romano. Nel sincretismo tipico dell'epoca ellenistica e imperiale Iside venne assimilata con molte divinità femminili locali, quali Cibele, Demetra e Cerere, e molti templi furono innalzati in suo onore in Europa, Africa ed Asia. Il più famoso fu quello di File, l'ultimo tempio pagano ad essere chiuso nel VI secolo. Durante il suo sviluppo nell' Impero il culto di Iside si contraddistinse per processioni e feste in onore della dea molto festose e ricche.

    La Dea Iside era venerata anche nell'antica Benevento, dove l'imperatore Domiziano fece erigere un tempio in suo onore. Molti studiosi ricollegano il culto della dea egizia della magia alla leggenda delle Janare, che fa di Benevento la città delle streghe. All'interno del Museo del Sannio, un'intera sala è dedicata alla dea, Signora di Benevento.

    Le sacerdotesse della dea vestivano solitamente in bianco e si adornavano di fiori; a Roma, probabilmente a frutto dell' influenza del culto autoctono di Vesta, dedicavano talvolta la loro castità alla dea Iside. La decadenza nel Mediterraneo del culto di Iside fu per lo più determinata dall'avvento di nuove religioni quali lo stesso Cristianesimo.







    Inno a Iside - Tempio di Philae


    Lode a te Iside-Hathor,
    Madre di Dio, Signora del Cielo,
    Padrona di Abaton, Regina degli Dei.

    Tu sei la divina madre di Horus,
    Il Possente Toro, protettore di suo padre,
    Che fa cadere i ribelli.

    Lode a te Iside-Hathor,
    Madre di Dio, Signora del Cielo,
    Padrona di Abaton, Regina degli Dei.

    Tu sei la divina madre di Horus,
    Min-Horus, l'eroe che abbatte il suo nemico,
    E compie un massacro in ciò.

    Lode a te Iside-Hathor,
    Madre di Dio, Signora del Cielo,
    Padrona di Abaton, Regina degli Dei.

    Tu sei la divina madre di Horus,
    Khonsu-il-potente, il figlio reale del Signore dell'Eternità,
    Signore della Nubia, sovrano delle terre straniere.

    Lode a te Iside-Hathor,
    Madre di Dio, Signora del Cielo,
    Padrona di Abaton, Regina degli Dei.

    Tu sei la divina madre di Horus,
    Il Possente Toro, che ha costruito i templi dell'Enneade,
    E da forma ad ogni immagine divina.

    Lode a te Iside-Hathor,
    Madre di Dio, Signora del Cielo,
    Padrona di Abaton, Regina degli Dei.

    Tu sei la divina madre di Horus,
    Il Possente Toro che protegge l'Egitto,
    Signore del Nome*, sempre.

    Lode a te Iside-Hathor,
    Madre di Dio, Signora del Cielo,
    Padrona di Abaton, Regina degli Dei.


    Inno II

    Lode a te, Iside, la Grande,
    Madre di Dio, Signora del Cielo,
    Padrona e Regina degli Dei.

    Tu sei la Prima Sposa di Onnophris,
    La custode suprema dei Dorati nei templi,
    La figlia maggiore, la prima (nata) da Geb.

    Lode a te, Iside, la Grande,
    Madre di Dio, Signora del Cielo,
    Padrona e Regina degli Dei.

    Tu sei la Prima Sposa di Onnophris,
    Il Toro, il Leone che rovescia tutti i suoi nemici,
    Il Signore e sovrano dell'Eternità.

    Lode a te, Iside, la Grande,
    Madre di Dio, Signora del Cielo,
    Padrona e Regina degli Dei.

    Tu sei la Prima Eletta di Onnophris,
    La giovane perfetta che compie massacri tra i ribelli
    delle Due Terre.

    Lode a te, Iside, la Grande,
    Madre di Dio, Signora del Cielo,
    Padrona e Regina degli Dei.

    Tu sei la Prima Sposa di Onnophris,
    Colei che protegge suo fratello e veglia sullo stanco-di-cuore.

    Lode a te, Iside, la Grande,
    Madre di Dio, Signora del Cielo,
    Padrona e Regina degli Dei.

    Tu sei la Prima Sposa di Onnophris,
    L'Eterno che ringiovanisce se stesso, che si elevò sull'Eternità:
    Tu sei con lui a Biggeh.

    Lode a te, Iside, la Grande,
    Madre di Dio, Signora del Cielo,
    Padrona e Regina degli Dei.

    Inno III

    O Iside, la Grande, Madre di Dio, Signora di Philae,
    Moglie di Dio, Adoratrice di Dio, e Mano di Dio,
    Madre di Dio e Grande Sposa Reale,
    Adornamento e Signora degli Ornamenti del palazzo.

    Signora e desiderio dei Campi Verdi,
    Fanciulla che riempie il palazzo con la sua bellezza,
    Fragranza del palazzo, padrona della gioia,
    Che completa il suo corso nel Luogo Divino.

    Nube di pioggia che rende verdi i campi quando discende,
    Fanciulla, dolce d'amore, Signora dell'Alto e del Basso Egitto,
    Che dispensa ordini nella divina Enneade,
    In accordo a tali comandi si governa.

    Principessa, grande nella lode, signora di fascino,
    il cui viso apprezza il gocciolio della mirra fresca.


    Inno IV

    Iside, datrice di vita, che risiede nel Tumolo Sacro, Satis, Signora di Biggeh:
    Lei è quella che defluisce l'Innondazione
    Che fa vivere tutte le genti e crescere verdi pianti,
    Che fa offerte divine per gli dei,
    E invocazioni-offerte per i Trasfigurati.

    Perché lei è la Signora di Cielo,
    Il suo uomo è il Signore degli Inferi,
    Suo figlio è Signore della Terra,
    Il suo uomo è l'acqua pura, ringiovanendo se stesso a Biggeh nel suo tempo.

    (Invero), Lei è la Signora di Cielo, Terra, e degli Inferi,
    Avendo portato loro all'esistenza attraverso ciò che il suo cuore concepì e
    le sue mani crearono,
    Lei è il "Bai" che è in ogni città,
    Vegliando su suo figlio Horus e su suo fratello Osiride.


    Inno V

    Il re dell'Alto e Basso Egitto, Usikare-meramun, adora sua madre Iside, la Signora del Cielo:

    Possa ella venire alla sua casa per unirsi alla sua Immagine,
    La sua luminosità inondare i volti,
    Come (la luminosità di) Ra quando si mostra al mattino.

    L'Horus femmina, amata dal Grande Horus,
    Madre di Horus, creata da Atum,
    Grande Sposa Reale, unito con Ra,
    Che protegge suo fratello Osiride.

    Che prende possesso delle Due Terre,
    Sovrana di dei e dee;
    Che attacca i potenti,
    Più possente dei possenti, più forte dei forti;
    Che sbaraglia milioni tagliando (loro) la testa,
    Grande nel Massacro contro il suo Nemico.

    Signora della fiamma che assalta i ribelli,
    Che uccide Apophis in un istante,
    Uraeus di Ra, la Spirale sulla sua testa,
    Che da ordini nella barca del Re dell'Alto e Basso Egitto.

    O Iside, la Grande, Madre di Dio, Signora di Philae,
    Madre di Horus, figlia di Ra, amata molto dal suo cuore,
    Signora dei suoi aspetti nella Tenda Sacra,
    Adorata nei (suo) santuari:

    Rendi duraturi gli anni del Figlio di Ra, Signore delle Corone, Tolomeo,
    Stabile come il Falcone su Serekh,
    Possa egli gloriosamente apparire come Re dell'Alto e Basso Egitto sul trono di Horus,
    Eternamente, come Ra.


    Inno VI

    Il re dell'Alto e Basso Egitto, Usikare-meramun, adora sua madre Iside,la Signora -Wosret:

    Vieni al Palazzo, tu che fai vivere dei e uomini,
    (Tu) a cui Ka Heh di inchina,
    Che Ra ha innalzato sulla sua testa,
    Che brilla come un diadeda sulla sua fronte.

    Tu sei colei che solleva e disperde le tenebre,
    Scintillante qunado attraversa l'oceano primordiale,
    La Brillante nelle (celesti) acque
    Viaggiando nella barca di Ra.

    Horus dell'Est presenta a te la Grande the Great Oblazione,
    Ed il Posto che è in Eliopolis è in festa;
    Offerte sono tributate a Lei in Eliopolis nella Festa del sesto giorno,
    Gloriose sono le grandi feste quando molte festività sono celebrate per Lei
    Con ricche offerte a Biggeh.
    Per sempre per il Suo Ka, eternamente.

    Riposa nel grande, augusto Palazzo;
    Vieni al Palazzo dell Feste nel tempo delle solenni offerte;
    O Dorato, Ra, padrone delle Due Terre, non sarà mai lontano (da) te,
    Così che il Nobile possa circumnavigare il regno dei morti in compagnia di suo fratello Osiride.

    (O Iside), proteggi il figlio di Ra, Tolomeo, il Distinto,
    La Sua Maestosità (è) Horus sul trono del Fanciullo,
    Ora e per sempre.


    Inno VII

    Il re dell'Alto e Basso Egitto, Usikare-meramun, Figlio di Ra, Tolomeo,
    E' giunto davanti a te, O Iside, la Grande, Madre di Dio, portandoti i sistri per pacificarti con essi.

    Suono i sistri davanti al tuo bel volto,
    Iside, Datrice di Vita, che risiedi nel Sacro Tumulo,
    Occhio di Ra che non ha eguali in Cielo e in terra.

    Grande d'amore, signora delle donne,
    Che riempie Cielo e terra con la sua bellezza,
    Divina madre di Kamutef,
    Grande Sposa Reale di Onnophris.

    Augusta, Grande Signora nella Sala del Principe,
    Potente nella Magione della sacra pietra benben,
    Che governa la barca divina.

    Grande dea in Hikuptah,
    Signora di Ta-ankh,
    Padrona di Tebe e Signora di Isheru,
    Grande nelle manifestazioni a Biggeh:
    Grande Dea prima nell'Alto Egitto,
    Signora del Basso Egitto,
    Possa il tuo volto essere grazioso verso tuo figlio Horus, Tolomeo.

    Salve, Signora, Figlia di Menhyt,
    Signora di Buto, Signora di Pe, Padrona di Dep,
    Con l'alta Corona Bianca a El-Kab,
    Signora del Sacro Tumulo, Padrona di Philae,
    A cui appartiene Imu, tu che sei esaltata a Sais,
    Neith, Signora dell'inebriamento ne (la stagione de) le fresche acque dell'inondazione,
    Giubilio a Pe, ringiovanimento a Dep:
    Poteggi il Figlio di Ra, Tolomeo, per sempre.


    Inno VIII

    Il re dell'Alto e Basso Egitto, Usikare-meramun, adora sua madre:

    Salute a te, Iside, Grande nei poteri magici,
    La maggiore nel grambo di suo madre,Nut,
    Potente nel Cielo davanti a Ra.

    Adorazione per te nella barca notturna,
    Giubilio per te nella barca diurna,
    Tu che dai vita a tutti gli dei.

    Il Figlio di Ra, Tolomeo, è giunto davanti a te, Signora della Vita,
    In questo giorno in cui sei gloriosamente apparsa,
    Per legare a te il Diadema Uraeus,
    Per fissare a te il Possente,
    Usirkare-meramun, tuo figlio Horus.

    Possa il tuo Ka essere in pace, O Signora della Vita,
    In questo giorno in cui sei gloriosamente apparse,
    Tu che gli dei hanno propiziato dopo la (tua) ira.

    O amata di Ra che sei nella sua barca,
    Respingendo Apophis con l'efficacia della tua parola,
    Guarda, Tolomeo è giunto davanti a te,
    Che, purificato, possa adorare la tua bellezza.

    I mali dell'anno passato che hanno aderito a lui sono stati mandati via,
    I suoi mali di questo anno, sono stati scacciati,
    La sua schiena è volta ad essi;
    Egli ha presentato offerte propiziatorie per loro conto,
    E la sua faccia è volta alla Signora:
    Quanto sei di nuovo benvenuta.

    Egli non ha fatto nulla di abominevole contro gli dei di questa città,
    Egli non ha commesso alcun male;
    Nulla sarà detto contro di lui dagli assessori e dagli scribi delle Due Terre,
    Quelli che infliggono ferite come parte annuale,
    Che guidano e tirano gli armenti al blocco sacrificale del dio.

    Egli è protetto per quest'anno,
    Dagli incantesimi ostili che (lo) accompagnano,
    In pace, in pace, O Felice Anno Nuovo,
    Egli soddisferà pienamente il tuo Ka con le offerte, (O Iside).
    Il suo volto è (permeato) di vita.





    ISIDE "REGINA CAELI"







    I nomi della Grande Madre sono tanti: Inanna per i Sumeri, Ishtar per gli Accadi, Anat ad Ugarit, Atargatis in Siria, Artemide-Diana ad Efeso, Baubo a Priene, Aphrodite-Venere a Cipro, Rea o Dictinna a Creta, Demetra ad Eleusi, Orthia a Sparta, Bendis in Tracia, Cibele a Pessinunte, Ma in Cappadocia, Bellona a Roma.

    In Egitto il suo nome è Iside. Figlia di Nut, dea del Cielo, e di Geb, dio della Terra. Sposa di Osiride, ucciso da Seth, dio del deserto, e risorto per opera della stessa Iside.

    Iside è la madre di Horus, il dio fanciullo che appare in numerose rappresentazioni in braccio ad Iside che lo allatta. Osiride si reincarna in Horus, nato dall'unione con Iside dopo la resurrezione.

    La triade Iside, Osiride ed Horus rappresenta la continuità della vita, la vittoria sulla morte, la vita oltre la morte.

    Con l'avvento della dinastia tolemaica (323 a.C.) il culto di Iside si diffuse in tutto il Mediterraneo. Iside divenne il prototipo della Madre e del Figlio.

    Si trovano testimonianze del culto di Iside ad Atene, a Titorea presso Delfo (dove si trovava il più sacro dei santuari greci di Iside), in molti centri della Grecia, nelle isole dell'Egeo (in particolare a Delo), in Asia Minore, in Africa settentrionale, in Sicilia, in Sardegna, in Spagna, in Italia (soprattutto in Campania a Pompei, Pozzuoli, Ercolano), in Gallia e in Germania.

    A Roma il culto ebbe un grande successo. Verso l'88 a.C. era in funzione a Roma un collegio di pastophori: una confraternita di sacerdoti che portavano nelle processioni piccole edicole con le immagini divine.

    Nel 65 a.C. un altare dedicato ad Iside sul Campidoglio venne distrutto per ordine del Senato.

    I seguaci di Iside, appartenenti a tutte le classi sociali, furono coinvolti nelle lotte politiche e sociali degli ultimi tempi della Repubblica. Il Senato ordinò la distruzione di templi, altari e statue della dea nel 58, nel 54, nel 50 e nel 48 a.C.

    Nel 50 a.C. il console Emilio Paolo non trovò nessun operaio disposto ad abbattere il santuario di Iside.

    Nel 43 a.C. i triumviri (Antonio, Ottaviano e Lepido) promisero di consacrare un tempio isiaco a spese della Repubblica. Ma la promessa non venne mantenuta.

    Dopo la battaglia di Azio (31 a.C.) e la morte di Cleopatra (69 a.C.-30 a.C.) e di Antonio (81 a.C.-30 a.C.) le persecuzioni contro i culti greco-egiziani ripresero.

    Nel 28 a.C. Augusto (63 a.C.-14 d.C.) proibì il culto di Iside entro il recinto sacro della città (pomoerium).

    Nel 21 a.C. Agrippa, in assenza di Augusto, proibì i culti alessandrini entro un chilometro e mezzo dalla città.

    Nel 19 d.C. Tiberio (42 a.C.-37 d.C.) fece demolire il tempio di Iside e gettare nel Tevere la statua della dea.

    La situazione cambiò con Caligola (12-41), pronipote di Augusto e di Antonio, che costruì un grande tempio dedicato ad Iside in Campo Marzio: l'Iseo Campense.

    Claudio (10 a.C.-54 d.C.), Nerone (37-68) e Vespasiano (9-79) diedero il loro appoggio al culto della dea. Vespasiano, prima di festeggiare insieme al figlio Tito la vittoria sugli ebrei ribelli, trascorse una notte di preghiera nell'Iseo per ringraziare la grande dea. Nel 71 venne coniata una medaglia con l'Iseo Campense.

    Domiziano (51-96) si salvò dai partigiani di Vitellio nascondendosi in una processione isiaca. Quando l'Iseo Campense venne distrutto da un incendio nell'80 d.C. Domiziano lo ricostruì.

    Nel secondo secolo d.C. Roma divenne il centro della religione di Iside: divenne la sacrosancta civitas secondo la denominazione di Apuleio nelle Metamorfosi.

    Adriano (76-138) volle costruire nella sua villa imperiale di Tivoli un Canopo in miniatura culminante in un Serapeo. Nel 126 inaugurò un santuario dedicato ad Iside a Luxor. Nel 127 fece costruire ad Ostia un Iseo.

    Marco Aurelio (121-180) invocò l'ausilio degli dei egiziani per salvarsi durante una crisi militare in Bosnia.

    Commodo (161-192) si fece rasare come un pastoforo. Le monete del suo tempo lo mostrano in compagnia di Iside e di Serapide.

    Settimio Severo (146-211) favorì il culto isiaco. Sulle monete di Julia Domna, seconda moglie dell'imperatore, si vede Iside che allatta Horus.

    Caracalla (188-217) riammise il culto isiaco entro i confini sacri della città di Roma. La religione della grande dea raggiunse il suo apogeo.

    Alessandro Severo (208-235) restaurò l'Iseo Campense e gli altri templi della dea.

    Diocleziano (245-316), che regnò fino al 305 d.C. quando decise di abdicare, costruì probabilmente l'Iseo della III Regio (quartiere) di Roma. Fece coniare molte monete con la dea Iside.

    In tutto l'Impero Romano si ritrovano simboli della dea su gioielli, spille, fermagli, anelli. Vennero costruiti santuari, statue e monumenti in molte località.

    Due solenni festività legate a Iside venivano celebrate nell'Impero Romano: il Navigium, o vascello di Iside, il 5 marzo e l'Inventio di Osiride, dal 29 ottobre al 1° novembre.

    Questa felice era ebbe termine nel 312 con l'avvento al trono di Costantino (280-336).

    Dopo l'editto di Costantino (313 d.C.) i cristiani iniziarono a perseguitare le altre religioni.

    Nel 380, con l'editto di Tessalonica, Teodosio (347-395) dichiarò il cristianesimo religione di stato. Tutti gli altri culti furono proibiti, i templi distrutti, le statue abbattute, i sacerdoti e i fedeli processati dalle autorità o linciati dalle folle guidate da vescovi e monaci fanatici.

    Nel 391 Teofilo, il patriarca cristiano di Alessandria, chiamò i monaci a "purificare" la città del Serapeum.

    Nel 394 vennero celebrati gli ultimi riti ufficiali in onore di Iside a Roma.

    Nel 396 il barbaro Alarico, re dei Goti, al cui seguito erano gli "uomini vestiti di nero" (i monaci cristiani), incendiò il santuario di Eleusi.

    Nel 415 un gruppo di monaci cristiani, seguaci del patriarca di Alessandria, Cirillo, linciò Ipazia (370-415), donna che aveva raggiunto una grande fama nella filosofia e nella matematica, figura rilevante della scuola neoplatonica, esponente del mondo intellettuale pagano. Con la sua morte iniziò il declino di Alessandria come centro culturale.

    Nel 536 l'imperatore Giustiniano (483-565) ordinò la chiusura dell'ultimo tempio di Iside, situato nell'isola di File sul Nilo ai confini con la Nubia, e lo fece trasformare in una chiesa cristiana.

    Era finito per sempre il culto della "Dea dai molti nomi"?

    Nel 431 i vescovi cristiani si erano riuniti ad Efeso, la città sacra alla dea Artemide, una delle manifestazioni della Grande Madre. Il Concilio decretò che Maria, madre di Gesù, doveva essere chiamata Theotokos, Mater Dei, Madre di Dio. L'antico titolo della grande dea Iside.




    Iside Regina
    (Apuleio, Metamorfosi XI, 5)






    Io sono la genitrice dell'universo,
    la sovrana di tutti gli elementi,
    l'origine prima dei secoli,
    la totalità dei poteri divini,
    la regina degli spiriti,
    la prima dei celesti;
    l'immagine unica di tutte le divinità maschili e femminili:
    sono io che governo
    col cenno del capo
    le vette luminose della volta celeste,
    i salutiferi venti del mare,
    i desolati silenzi degli inferi.

    Indivisibile è la mia essenza,
    ma nel mondo io sono venerata ovunque sotto molteplici forme,
    con riti diversi, sotto differenti nomi.


    Perciò i Frigi, i primi abitatori della terra, mi chiamano madre degli dei [Grande Madre, Cibele],
    adorata in Pessinunte;

    Agli Attici autoctoni, Minerva Cecropia;

    i Ciprioti bagnati dal mare,
    Venere di Pafo;

    i Cretesi abili arcieri, Diana Dictinna;


    i Siciliani trilingui, Proserpina Stigia;


    gli abitanti dell'antica Eleusi,
    Cerere Attea;

    alcuni Giunone; altri Bellona;

    Ma le due stirpi degli Etiopi,
    gli uni illuminati dai raggi nascenti
    del dio Sole all'alba,
    gli altri da quelli morenti al tramonto,
    e gli Egiziani
    valenti per l'antico sapere,
    mi onorano con riti che appartengono a me sola, e mi chiamano
    col mio vero nome:
    Iside Regina.







    Preghiera a Iside
    (Apuleio, Metamorfosi XI, 2)



    O Regina del cielo,

    tu feconda Cerere,
    prima creatrice delle messi,
    che, nella gioia di aver ritrovato
    tua figlia, eliminasti l'antica usanza
    di nutrirsi di ghiande come le fiere, rivelando agli uomini un cibo più mite, ora dimori nella terra di Eleusi;

    tu Venere celeste,
    che agli inizi del mondo congiungesti
    la diversità dei sessi
    facendo sorgere l'Amore
    e propagando l'eterna progenie
    del genere umano,
    ora sei onorata nel tempio di Pafo
    che il mare circonda;

    tu [Diana] sorella di Febo,
    che, alleviando con le tue cure il parto alle donne incinte,
    hai fatto nascere tanti popoli,
    ora sei venerata nel tempio illustre
    di Efeso;

    tu Proserpina,
    che la notte con le tue urla spaventose
    e col tuo triforme aspetto
    freni l'impeto degli spettri
    e sbarri le porte del mondo sotterraneo,
    errando qua e là per le selve,
    accogli propizia
    le varie cerimonie di culto;

    tu [Luna] che con la tua femminile luce rischiari ovunque le mura delle città
    e col tuo rugiadoso splendore
    alimenti la rigogliosa semente
    e con le tue solitarie peregrinazioni spandi il tuo incerto chiarore;

    con qualsiasi nome, con qualsiasi rito,
    sotto qualunque aspetto
    è lecito invocarti:

    concedimi il tuo aiuto
    nell'ora delle estreme tribolazioni, rinsalda la mia afflitta fortuna,
    e dopo tante disgrazie che ho sofferto dammi pace e riposo.







    INNO A ISIDE



    Perché io sono la prima e l’ ultima
    Io sono la venerata e la disprezzata,
    Io sono la prostituta e la santa, Io sono la sposa e la vergine,
    Io sono la madre e la figlia,
    Io sono le braccia di mia madre,
    Io sono la sterile, eppure sono numerosi i miei figli,
    Io sono la donna sposata e la nubile,
    Io sono Colei che dà alla luce e Colei che non ha mai partorito,
    Io sono la consolazione dei dolori del parto.
    Io sono la sposa e lo sposo,
    E fu il mio uomo che nutrì la mia fertilità,
    Io sono la Madre di mio padre,
    Io sono la sorella di mio marito,
    Ed egli è il mio figliolo respinto.
    Rispettatemi sempre,
    Poiché io sono la Scandalosa e la Magnifica

     
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    Dopo aver ucciso Osiride Seth rinchiuse Iside in carcere, dove riuscì ad evadere; con lei si unirono sette scorpioni.
    Nella stele Mettermich, datata circa 370 a.C., Iside parla delle sue compagne.
    " Le due scorpione Tefen e Befen erano dietro di me; Mestet e Mestetef erano ciascuna ai mie lati; Petet, Thetet e Matet mi precedevano per prepararmi la strada".
    Queste dee guardiane punirono una donna che rifiutò alloggio a Iside, dando fuoco alla sua casa, tuttavia Iside, turbata dalla disperazione della donna, fece piovere spegnendo così l'incendio.
    A questo punto, la donna la riconobbe come dea e decise di darle aiuto.
    Iside a volte era chiamata lo "scorpione di Behdet" soprattutto insieme ad Horus di Edfu.
    Selkis (o Selqet o Serket) era un'altra dea scorpione vicina a Iside.
    In una sua rappresentazione, la si vede come una donna sfinge con corpo di scorpione, coda arcuata al di sopra del corpo e testa coronata con le corna e con il disco lunare di Iside.
    La dea Iside-Selkit è un aspetto estremamente protettivo della dea, tuttavia sotto queste sembianze ha una natura piuttosto irascibile
     
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    ISIDE
    Incantesimo terapeutico
    dal papiro Ebers

    Possa Iside guarirmi
    come guarì suo figlio Horus
    di tutti i dolori
    inflittigli
    da suo fratello Seth
    quando uccise suo padre Osiride.
    O Iside!
    Grande incantatrice, guariscimi,
    salvami da tutte le male cose del buio:
    Dalle epidemie e dalle malattie mortali
    e da infezioni di ogni genere che
    mi balzino addosso,
    come tu salvasti e liberasti tuo figlio Horus.
    Perché sono passato attraverso il fuoco
    e sono uscito dall’acqua;
    Possa io non giungere mai al giorno
    in cui dirò
    ”Non sono buono a niente, né degno di compassione”.
    O Ra
    che ha parlato per il tuo corpo,
    O Osiride,
    che prega per la tua manifestazione.
    Ra parla per il corpo, Osiride prega per la manifestazione
    liberami da ogni possibile male
    da tutte le cose nocive del buio,
    da epidemie e febbri mortali
    di ogni genere

     
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  9. gheagabry
     
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    31 luglio - Nascita di Iside

    Cosa dire di Iside che non sia già stato detto o scritto? Eppure l'essenza della più famosa delle dee egizie, la quarta figlia di Nut e Geb, rimane ancora ammantata dal mistero, sempre affascinante, sempre con qualcosa da scoprire.

    Iside, la verde terra d'Egitto, fecondata ogni anno dal fiume Nilo.

    Iside la maga, colei che è riuscita a conoscere il nome segreto di Ra grazie alla sua astuzia.

    Iside la sposa affettuosa di Osiride, piangente sul suo corpo senza vita, poi trionfante e vittoriosa persino sulla morte.

    Iside la madre amorevole e coraggiosa, che lotta per i diritti del figlio.

    Iside la dea dai mille nomi e dai mille volti, che dall'Egitto passa a Roma e da dea della terra diventa una dea universale, portatrice di salvezza e speranza, e poi arriva al Rinascimento mantenendo intatte le sue prerogative (venendo addirittura ritratta in Vaticano dal Pinturicchio!)



    Iside, madre e protettrice di tutti coloro che cercano di svelare i misteri nascosti nel cuore del mondo, della natura e dell'umanità stessa...o semplicemente di ricordarli e celebrarli. Il numero di coloro che si rivolgono a Lei cresce ogni giorno, tra Kemetici, neopagani e Wiccan.




    LA DEA MADRE
    TITOLI CONFERITI A ISIDE


    Abile nel calcolo
    Abile nella scrittura
    Abitatrice a Netru
    Afrodite
    Agape
    Alto faro di luce
    Ankhet (produttrice e dispensatrice di vita)
    Anqet (colei che abbraccia la terra, produttrice di fertilità nelle acque)
    Arbitro in faccende di amore
    Aset (un modo di pronunciarne il nome egizio)
    Ast (un altro modo di pronunciarlo)
    Atena
    Base del più bel triangolo
    Bellicosa
    Benefattrice del Tuat (gli inferi)
    Colei che abbraccia la terra
    Colei che muove (ovvero potere che interviene)
    Comprensiva
    Consacrata
    Cornucopia di tutti i nostri beni
    Corona di Ra – “Heru”
    Creatrice
    Creatrice dell'inondazione del Nilo
    Dalla bella forma
    Datrice di luce del cielo
    Datrice di vita
    Dea degli incroci
    Dea della rugiada
    Dea di tutte le dee
    Dea madre di Dio
    Dea madre
    Dea Stella maris
    Dea verde
    Diadema di vita
    Dea della pace
    Divina
    Donna trono
    Dynamis
    Epekoos - colei che tutto ode
    Era - Iside identificata con Era
    Estia - Iside identificata con Estia
    Euploia - dispensatrice di buona navigazione
    Figlia di Geb
    Figlia di Neb- Er - Teher
    Figlia di Nut
    Figlia di Ra
    Figlia di Seb
    Figlia di Thot
    Fruttificatrice
    Galactotrouphousa - Iside che allatta, che concede il miracolo del latte della vita
    Generatrice di monarchi
    Generatrice di re
    Gentile
    Gioia
    Gioiello del vento
    Giustizia - Iside di giustizia
    Grande dea
    Grande dea degli inferi
    Grande maga che guarisce
    Grande signora
    Grande signora degli inferi
    Grande vergine
    Grandissima
    Guardiana
    Guida
    Guida delle Muse
    Hent - Regina
    Heqet - Iside grande maga
    Horus femmina
    Immortale
    Ineffabile signora
    Inventrix - inventrice delle cose
    Iside - Afrodite
    Iside - Afrodite - Astarte
    Iside - Afrodite - Pelagia
    Iside - Astarte
    Iside - Fortuna - dea del fato e della fortuna
    Iside - Hathor
    Iside - Inanna
    Iside - Nike - Iside associata alla dea della vittoria
    Iside - Tyche
    Khut - la dispensatrice di luce
    Kourotrophos
    La bella dea
    Libertà
    Linopeplos - Iside vestita di lino
    Lochia
    Luna
    Lydia educatrix - Iside educatrice di Lydia
    Madre degli dei
    Madre dell'Horus d'oro
    Madre divina
    Maia
    Massima degli dei
    Materia
    Mediatrix tra il celestiale e il terreno
    Medicina Mundi - il potere che guarisce il mondo
    Menouthis - questo aspetto di Iside era adorato sia a Menouthis sia ad Alessandria dove era considerata una dea dalle potenti capacità terapeutiche
    Meri - Iside come dea del mare
    Myrionymos - Iside dalla miriade di nomi, Iside dei diecimila nomi
    Multiforme
    Multinominata
    Nanaia - Iside identificata con la dea Nanaia
    Nascosta
    Natura
    Nepherses - la bella Nome del sole
    Noreia - Iside identificata con la dea Noreia
    Nutrice
    Occhio di Ra
    Onnidea
    Onnimunifica
    Onniricevente
    Onniudente
    Onnivedente
    Panthea - la dea di tutte le dee
    Pantocrateira l'onnigovernante
    Pelagia - Iside del mare cioè protettrice di navi
    Persefone
    Pliaria - Iside dell'isola di Faro ad Alessandria
    Phronesis - personificazione della sapienza
    Placidae Reginae - la Regina della pace
    Ploutodotai - Iside dispensatrice di ricchezze
    Pluonumos - Iside dai molti nomi
    Polyonimos - dai molti nomi
    Potentissima
    Potere che guarisce il mondo
    Potere che sorge dal Nilo
    Prima delle muse a Heropolis
    Primo principio femminile in natura
    Primo figlio del tempo
    Pterophoros - l'Iside alata
    Quella dalle grandi ali e dalla falce di luna
    Quella della luna
    Quella dalle lodi innumerevoli
    Ra femmina
    Regina del cielo
    Regina della pace
    Regina del sole
    Regina del sud e del nord
    Regina della terra
    Regina d'Egitto di lino vestita
    Renenet - dea del raccolto
    Risurrezione e vita
    Saeculi Felicitas - felicità dell'età nostra
    Salvatrice
    Salvatrice dell'umanità
    Salvatrice di marinai
    Selene - la luna
    Sesheta - dea della letteratura e della biblioteca
    Signora degli incantesimi
    Signora dell'anno nuovo
    Signora del caldo e del fuoco
    Signora del mare
    Signora del mondo
    Signora del pane
    Signora del tuono
    Signora del vento del nord
    Signora dell'abbondanza
    Signora dell'amore
    Signora delle api
    Signora della bellezza
    Signora della birra
    Signora della casa di fuoco
    Signora della crescita e del declino
    Signora dell'eternità
    Signora della fiamma
    Signora della gioia e dell'allegria
    Signora della grande casa
    Signora della guerra e regola
    Signora della luce
    Signora della tessitura
    Signora della pace
    Signora della parola del principio
    Signora della piramide
    Signora della terra
    Signora della terra delle donne
    Signora della terraferma
    Signora della vita
    Signora delle bocche dei mari e dei fiumi
    Signora delle due terre
    Signora delle messi verdi
    Signora delle parole di potere
    Signora di ogni paese
    Signora di tutti gli elementi
    Signora Iside
    Signora ricca di nomi
    Signora sempiterna di tutte le cose
    Signora su un carro a forma di fuoco
    Sophia - Iside come sapienza divina
    Sothis - Iside dea della stella Sothis (Sirio) e dell' anno nuovo
    Sovrana del mondo
    Sposa di Dio
    Sposa di Ra
    Sposa del signore (Osiride)
    Sposa del signore dell'abisso
    Sposa del signore dell'inondazione (Osiride)
    Trono - Iside colei che assegna il trono
    Uadyet - Iside dea cobra
    Una
    Unica
    Urthekau - colei che è in magici incantesimi
    Usert - Iside dea della terra, dispensatrice di vita

    Raffigurata con un manto azzurro, cosparso di stelle, una falce di luna ai piedi, la corona, mentre allatta Horus



    Edited by gheagabry - 11/3/2011, 01:40
     
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    29 luglio - Nascita di Horus il Vecchio



    Il secondo dei figli di Nut e Geb fu Horus il Vecchio, Heru-Wer, chiamato così per distinguerlo dal figlio di Iside e Osiride, Heru-sa-Aset: molti testi non citano questa differenza e la cosa può generare confusione, anche se comunque il culto del secondo si fuse a quello del primo in epoca recente.

    Dio guerriero dalla testa di falco, rappresentava la luce, e i suoi occhi erano il sole e la luna. Era il dio patrono della città di Nekhen (Hierakonpolis) ed è stato probabilmente la prima divinità protettrice dei faraoni, oltre ad essere patrono dei fabbri e dei guerrieri.

    Uno dei suoi principali aspetti è quello di Heru-Behdety, Horus della città di Behdet, raffigurato come un disco solare alato; si narra che in questa forma, datagli da Ra, abbia sconfitto Seth o il serpente Apofis.

    Sua moglie era Hator (il cui nome significa appunto Casa di Horus), la signora della bellezza e dell'amore; il loro matrimonio, detto Festa della Gioiosa Riunione, veniva festeggiato ogni anno intorno al solstizio d'inverno. I due generarono Ihy.



    Preghiera a Horus il vecchio


    Divino Falco
    Signore dei Cieli
    Possa Tu venire in pace
    La tua figlia ti chiama
    Tu che sei forza
    Tu che sei saggezza
    Dammi forza nelle avversità
    Dammi pace nel dolore
    E saggezza sopra tutto questo.
    Rimuovi ciò che acceca i miei occhi
    Affinchè possa vedere Chi mi cammina accanto
    Rimuovi i muri che ho costruito
    Distruggi la gabbia dove mi sono rinchiusa
    Affinchè possa sentire le Tue ali intorno a me
    E volare alta nei cieli con Te
    Mio amato Padre
    Signore del Sole e della Luna
    Rendimi degna del Tuo amore
    Aiutami a ricordare chi Sei
    Signore Luminoso dei Due Orizzonti









    27 luglio - Fine dell'anno egizio



    Con la giornata di oggi l'anno egizio aveva termine. C'erano, però, altri 6 giorni "fuori dal tempo", nati non per il solito cammino del sole nel cielo, ma per l'astuzia di Thot e l'amore di due fratelli...

    Accadde che Geb, dio della Terra, e Nut, dea del cielo, si innamorarono. Il loro amore era grande, ma Atum, il padre degli dei, non era d'accordo: se il cielo e la terra fossero rimasti così abbracciati, nulla sarebbe potuto crescere. I due dovevano essere separati, e così Shu, dio dell'aria e loro padre, pose Geb sotto i suoi piedi e sollevò Nut nell'aria. Oltre a questo, Atum lanciò una terribile maledizione: Nut non avrebbe potuto partorire i figli che crescevano nel suo grembo in nessun giorno dell'anno.

    Thot però fu mosso a compassione dal dolore della dea, e decise un piano.
    Sfidò la luna ad una partita di senet, un gioco simile agli scacchi: la luna mise in palio ogni volta un po' della sua luce. Il dio babbuino giocò e vinse per sei volte, ed ebbe così abbastanza luce per creare cinque giorni non colpiti dalla maledizione di Atum.
     
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    SETH








    Seth è il terzo figlio di Nut e Geb. E' conosciuto sopratutto per il suo acerrimo odio verso il fratello Osiride e il suo erede Horus, quando in realtà la leggenda riflette una realtà storica.
    Infatti in principio Seth è una divinità del deserto dell'Alto Egitto, e, per estensione, divinità dei morti, perchè è nella sabbia del deserto che sono scavate le prime tombe. Inoltre il suo nome, in varie forme, è associato alla forza regale e alla maestà, dunque era anche protettore dei re. Con l'unificazione dell'Egitto questo ruolo passa a Osiride per quanto riguarda il regno dell'Oltretomba, e ad Horus per il regno sulla terra. Nonostante questo, il suo potere non viene dimenticato e torna, a volte nei nomi reali (Seti,per esempio) o associato a divinità straniere, come il dio hurrita della tempesta Teshup o il mostro greco Tifone.
    Uno dei suoi ruoli più importanti è stare sulla prua della Barca Solare ogni giorno, durante il suo cammino nel cielo, e difenderla dal mostruoso serpente Apopi che tenta ogni giorno di impedire il suo passaggio.

    Il suo volto è quello di un animale, nonostante sia difficile identificare esattamente quale: è stato definito sciacallo, asino, levriero e gazzella. La forma allungata del muso viene ripresa poi nel bastone detto Was, simbolo di forza e di potere.

    Nonostante abbia sposato la sorella Nefti, non hanno figli, perchè Seth essendo il deserto è sterile. Nefti riuscirà ad avere un figlio giacendo con Osiride (ubriaco); secondo alcune versioni è questo a scatenare l'ira di Seth contro Osiride. Gli sono state attribuite varie altre mogli, tra cui Neith (che avrebbe concepito Sobek, il dio coccodrillo), Tauret, o anche le dee caananite Anat e Astarte.


    Seth (anche Sutekh, Setesh o Set) è il dio del deserto nella mitologia egizia, secondo la teogonia menphita sviluppata nel periodo tardo. Viene, di norma, raffigurato come un uomo con testa di animale, talvolta identificato con lo sciacallo, più generalmente indicato semplicemente come "animale di Seth"; nelle raffigurazioni più antiche è invece raffigurato come animale.
    Figlio di Geb, la terra (principio maschile) e Nut, il cielo (principio femminile), fratello di Osiride, Iside e Nefti (di cui era anche lo sposo), per gelosia organizzò una congiura mortale nei confronti del fratello Osiride che sarà poi vendicato dal figlio di quest'ultimo, Horo.

    In origine Seth è una delle maggiori divinità dell'Alto Egitto del Periodo Predinastico, con la funzione di benigna divinità dei morti. La sua importanza diminuisce quando i re dell' Alto Egitto unificano le Due Terre ed impongono il loro dio, Horo, come divinità principale. Comunque per tutto il Regno Antico Seth mantiene una certa importanza e sul finire della II dinastia sostituisce il rivale nella titolatura reale (Peribsen), oppure si affianca ad Horo (Khasekhemwy).

    Durante il periodo hyksos Seth verrà prescelto quale Dio dinastico ed associato alla divinità hurrita della tempesta Teshup.

    Durante la XIX dinastia il nome di Seth torna a comparire nelle titolature reali come nomen (Seti I e Seti II). In questo periodo veniva raffigurato a prua dell'imbarcazione notturna di Ra, impegnata nella cattura del mostro serpente.

    Raffigurazione di Seth in una tomba egiziaÈ stato la maggiore divinità degli Hyksos, come pure il protettore dei sovrani condottieri Ramessidi, divenendo infine la divinità dei paesi stranieri e quindi un dio ostile.

    Seth è anche detto l'Ombita dalla città di Ombos sede originaria del suo culto.

    CHE ANIMALE RAFFIGURA SETH? è UN VERO MISTERO..questo dio venerato dagli Hyksos e dai popoli del mare dell'Haou-nebout apparentemente non è riconducibile a nessun animale che gli egizi abbiano mai incontrato..allora occorre cercare l'animale al di fuori della sfera egizia e vedere "dove si trova qualcosa che ci assomiglia" per capire FORSE da dove provenivano i popoli del mare, che hanno sempre pregato il dio Seth.







    Seth (anche Sutekh, Setesh o Set) è il dio della pioggia e del cattivo tempo nella mitologia egizia, secondo la teogonia menphita sviluppata nel periodo tardo. Viene, di norma, raffigurato come un uomo con testa di animale, talvolta identificato con lo sciacallo, più generalmente indicato semplicemente come "animale di Seth"; nelle raffigurazioni più antiche è invece raffigurato come animale.
    Figlio di Geb, la terra (principio maschile) e Nut, il cielo (principio femminile), fratello di Osiride, Iside e Nefti (di cui era anche lo sposo), per gelosia organizzò una congiura mortale nei confronti del fratello Osiride che sarà poi vendicato dal figlio di quest'ultimo, Horo.
    In origine Seth è una delle maggiori divinità dell'Alto Egitto del Periodo Predinastico, con la funzione di benigna divinità dei morti. La sua importanza diminuisce quando i re dell' Alto Egitto unificano le Due Terre ed impongono il loro dio, Horo, come divinità principale. Comunque per tutto il Regno Antico Seth mantiene una certa importanza e sul finire della II dinastia sostituisce il rivale nella titolatura reale (Peribsen), oppure si affianca ad Horo (Khasekhemwy).
    Durante il periodo hyksos Seth verrà prescelto quale Dio dinastico ed associato alla divinità hurrita della tempesta Teshup.
    Durante la XIX dinastia il nome di Seth torna a comparire nelle titolature reali come nomen (Seti I e Seti II). In questo periodo veniva raffigurato a prua dell'imbarcazione notturna di Ra, impegnata nella cattura del mostro serpente.

    Seth (anche Sutekh, Setesh o Set) è il dio della pioggia e del cattivo tempo nella mitologia egizia, secondo la teogonia menphita sviluppata nel periodo tardo. Viene, di norma, raffigurato come un uomo con testa di animale, talvolta identificato con lo sciacallo, più generalmente indicato semplicemente come "animale di Seth"; nelle raffigurazioni più antiche è invece raffigurato come animale.
    Figlio di Geb, la terra (principio maschile) e Nut, il cielo (principio femminile), fratello di Osiride, Iside e Nefti (di cui era anche lo sposo), per gelosia organizzò una congiura mortale nei confronti del fratello Osiride che sarà poi vendicato dal figlio di quest'ultimo, Horo.
    In origine Seth è una delle maggiori divinità dell'Alto Egitto del Periodo Predinastico, con la funzione di benigna divinità dei morti. La sua importanza diminuisce quando i re dell' Alto Egitto unificano le Due Terre ed impongono il loro dio, Horo, come divinità principale. Comunque per tutto il Regno Antico Seth mantiene una certa importanza e sul finire della II dinastia sostituisce il rivale nella titolatura reale (Peribsen), oppure si affianca ad Horo (Khasekhemwy).
    Durante il periodo hyksos Seth verrà prescelto quale Dio dinastico ed associato alla divinità hurrita della tempesta Teshup.
    Durante la XIX dinastia il nome di Seth torna a comparire nelle titolature reali come nomen (Seti I e Seti II). In questo periodo veniva raffigurato a prua dell'imbarcazione notturna di Ra, impegnata nella cattura del mostro serpente.

    È stato la maggiore divinità degli Hyksos, come pure il protettore dei sovrani condottieri Ramessidi, divenendo infine la divinità dei paesi stranieri e quindi un dio ostile.
    Seth è il Signore del deserto, adorato dai carovanieri che si spostavano tra un'oasi e l'altra. Seth è una divinità a tutti gli effetti, di pari potere agli altri e che merita adorazione per la sua possanza. Assolve, inoltre, anche compiti fondamentali: è il dio della guerra e della forza bruta, che insegna ad asservire nella lotta violenta per vincere in battaglia e trovare l'onore.
    Seth è anche detto l'Ombita dalla città di Ombos sede originaria del suo culto.

    Nelle versioni ellenistiche della mitologia egizia è noto come Tifone.
    Nel Vecchio Testamento Seth è Satana il signore del male e dell'oscurità.
    Alla figura di Seth si richiamano esplicitamente i satanisti del Temple of Set.

     
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    NEFTI



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    Nella mitologia egiziana Nefti, che fa parte dell'Enneade di Eliopoli, è la dea dell'oltretomba, oltre che del parto. Il nome veniva utilizzato anche per identificare la donna più anziana della famiglia.
    È la figlia di Nut e Geb, e sorella di Osiride, Iside e Seth, del quale è moglie. È madre di Anubi, frutto dell'unione con Osiride, circuito con l'inganno. Nell'iconografia, il suo vestito è simile al sudario utilizzato per i cadaveri. È raffigurata con il simbolo geroglifico del palazzo sulla testa, ed a volte come un nibbio, falco o altro uccello. È rappresentata spesso con la sorella Iside, che aiuta a resuscitare Osiride. È talvolta raffigurata al capo del sarcofago di Osiride, mentre Iside vigila ai piedi del fratello/consorte.


    Nefti (nome originale: Nebet-het), è l'ultima figlia di Geb e Nut, sorella gemella di Isis e in alcune versioni moglie di Seth. Nonostante le leggende l'abbiano relegata sopratutto verso quest'ultimo ruolo, in realtà il suo culto era molto più esteso e variegato.
    Era la nutrice del faraone, come lo era stata del nipote Horus; il suo latte donava all'uomo le prerogative proprie del dio.
    Oltre a questo ruolo amorevole, Nefti ne aveva anche un altro, feroce e indomabile contro i nemici del faraone, capace di incenerirli con il suo respiro; una protezione che, anche se attribuita ad altre dee in ambito locale, era largamente e ufficialmente riconosciuta in tutto l'Egitto.
    Il suo nome significa Signora della Casa, e più in esteso, dei muri e del pilastro, insomma è associata con ciò che protegge e sostiene.
    Come la sorella Iside sovrintende alle nascite, lei sovrintende alle morti, ed è spesso raffigurata nelle tombe e nei sarcofagi mentre protegge il morto aprendo le sue ali di falco su di lui, ed è solo emergendo da esse come la farfalla dalla crisalide che il morto può accedere all'aldilà. Perchè ali di falco? Perchè le grida del rapace risuonavano come quelle delle donne colpite dal lutto...
    Nel corredo funebre, oltre al sarcofago, era ritratta anche sul vaso canopo che proteggeva i polmoni, assieme ad Hapii, figlio di Horus; erano le sue ali a soffiare l'aria nella bocca del defunto per portarlo a nuova vita.
    Con queste premesse ci appare strano che sia la moglie di una divinità "terribile" come può essere Seth, ma è probabile che il legame tra i due risalga a quando Seth era "solo" colui che difendeva la barca di Ra dal serpente Apofis, o sia un collegamento tra i defunti (Nefti) seppelliti nel deserto (Seth).

    Preghiera a Nefti

    Signora della Casa,
    Duellante dentro Senu,
    Santa Nebet-het, custode del mistero,
    Oscura sorella della benedetta Isis,
    Madre di Anubis, guida dei morti,
    Signora del Setaccio
    Che prende le anime sofferenti
    Dalla grande massa,
    Lascia che le tombe dei benestanti
    Glorifichino tua sorella le cui braccia
    Stringono solo chi è alto e nobile;
    Le tue ali avvolgono i senza nome,
    I sepolti avvolti in miseri stracci
    Che hanno risparmiato in una vita umile.
    Coloro i cui corpi sono asciugati dalle sabbie,
    Piegati come bambini nel grembo,
    E sepolti nelle infinite sabbie del deserto.
    Tu sei l'Oscura della decadenza e della corruzione.
    Sei la Signora delle sterili margini del deserto
    Che nel tempo dell'inondazione
    Fioriscono di nuova vita.
    Amica e consigliera dei nuovi morti,
    Tu che conforti chi piange il suo lutto,
    Tu che dai coraggio alle madri in travaglio,
    Nibbio che piange attraverso il cielo,
    Tu che capisci cosa vuol dire
    Essere sottomessi alla tirannia
    E avere il coraggio di volare,
    Aiuto a chi il mondo non da' onore
    Con gloria e ricchezze: ricordati di noi
    Quando verrà il nostro tempo.

    Liberamente tradotta dal breviario dell'Ordine delle Horae per Devarakadus.







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    Edited by gheagabry - 11/3/2011, 01:33
     
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    Il mito di Horus, il dio falco





    Figlio di Osiride e Iside, Horus era un dio potente dell'antico Egitto, conosciuto sin dai tempi predinastici. Egli era una divinità celeste che aveva la sua personificazione terrena in una forma di falco. Ha suscitato grande devozione ed i suoi seguaci hanno costruito templi in suo onore in tutto l'Egitto, espandendo il suo culto per il Mediterraneo.

    Suo padre Osiride era stato ucciso da suo fratello Seth ma Iside, con l’aiuto della sorella Nefti, riportò in vita Osiride usando i suoi poteri magici e, successivamente, ha dato alla luce Horus. Dinanzi alle persecuzioni incessanti di Seth, Iside si nascose con il figlio nelle paludi del delta ed ivi lo allevò. Esortò Horus, una volta adulto, a vendicare suo padre e raccogliere l'eredità reale.
    Determinato a riconquistare il trono, Horus sfidò Seth e, nella violenta battaglia, il giovane dio ha perduto un occhio. La battaglia continuò, finché l'assemblea degli dèi è intervenuta e ha proclamato Horus come unico legittimo sovrano d'Egitto.

    Un'antica dottrina diceva che gli occhi di Horus erano il sole e la luna, ma i sacerdoti di Eliopoli assegnato il sole a Ra, lasciarono per l'unico l'occhio di Horus la luna. Una versione dice che, sconfitti dai giudici, Seth è stato costretto a recuperare l'occhio che Horus aveva perso in battaglia.
    Il dio ha deciso di offrire l'occhio a suo padre Osiride per ripristinarne la vista ed ha coperto la ferita con un serpente divino chiamato Ureo, che poi è diventata l'emblema dei faraoni egiziani. Infine, sembra che la lotta che non è ancora finita e, quando Horus batterà Seth, Osiride tornerà alla terra dei vivi e governerà. In altre parole, quando il bene trionferà sul male la morte verrà sconfitta.
    Un'altra versione ci dice che l'occhio di Horus reimpiantato dal dio della magia Toth venne sostituito dal Udjat, un occhio magico, che diventò un amuleto popolare in Egitto; si riteneva che rafforzasse la vista, e proteggesse e curasse gli occhi. Anche oggi il Udjat simboleggia la salute, la prosperità, l'indistruttibilità del corpo e la capacità di rinascere.

    Horus è diventato il nuovo re d'Egitto. Da parte sua, Seth venne a governare il deserto, simboleggiando così la lotta tra la fertilità della valle del Nilo e il deserto arido.

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    Horus è raffigurato con la corona doppia con testa di falco o di un falco solare alato, che serviva come simbolo di protezione delle porte e dei corridoi dei templi. Con suo padre Osiride e Iside, formò la triade più importante nella mitologia egizia.




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    Il dio Horus si identifica, sia in Egitto sia in Nubia, con diverse divinità locali:
    Come divinità solare è Haroeris,Harakhthe, Harmakhis, Horo di Behedet.
    Come figlio di Iside è Arpocrate (Horus bambino) Harsiesi, (figlio di Iside) Harendotef (Horus vendicatore del padre).
    Horus è soprattutto il dio dinastico, è "colui che siede sul trono di suo padre Osiride e nel quale ogni sovrano vivente si identifica.
    L'origine di questo dio è oscura, proprio perchè esistevano numerosissimi santuari e in ognuno aveva un nome diverso.
    Sembra che all'inizio sia esistito sottoforma di falcone, che identificato nei testi dell'Antico Regno con il "Dio Grande" veniva considerato dio del cielo e perciò assimilato ad un animale che viveva nel cielo.
    Parallelamente all'unificazione politica dell'Egitto, ci fu un'unificazione anche degli dei e Horus venne identificato con RA nella forma Ra-Hrakhte (Horus dell'orizzonte) rappresentato in epoca tinita come un uomo dalla testa di falcone, che sembra sia stato l'Horus di Letopolis (II nomos del Delta) chiamato Hor Khenti irti, "Horo che preside ai due occhi, cioè il sole e la lna.
    A Behedet (l'attuale Damanhur, nel XVII nomos del Delta) troviamo un Horus chiamato l'Antico (o il Grande) Horoeris confuso con l'Horus di Chemmis detto il Giovane (o il Fanciullo) Arpocrate.
    Questo Horus, figlio di Iside ed Osiride, ebbe un ruolo determinante nella lotta tra Seth ed Osiride.
    Un'antica leggenda che si trova nei Testi delle Piramidi, racconta che Iside sotto forma di avvoltoio si posò sul cadavere di Osiride, concepì Horus e lo allevò perchè vendicasse la morte di suo padre.
    Horus, diventano adulto, provocò Seth che reagì strappandogli un occhio durante un combattimento, ma Horus lo riprese, vinse Seth e lo evirò.
    A questo punto l'assemblea degli dei pose Horus sul trono di suo padre, mentre per Seth ci fu la condanna a portare Osiride eternamente.
    Quando l'Egitto si divise nuovamente alla fine del periodo predinastico, Horus rimase divinità ufficiale dell'Alta Egitto, a Nekhem (Hierakonpolis).
    In Alto Egitto c'era un altro santuario di Horus, quello di Edfu.
    Il faraone era considerato l'incarnazione di Horo e ciò legittimava il suo regno.


    dal web



    L'occhio di HORUS






    Horus, Dio dalla testa di Falco, figlio di Iside e Osiride era considerato il Dio della preveggenza. Il suo occhio simboleggia la spietata acutezza dello sguardo giustiziere cui nulla sfugge. Grazie a lui Iside riuscì a vendicare il marito e a scacciare Seth, dando inizio al Regno dei Faraoni.
    Secondo la mitologia l’occhio di Horus è l’occhio che “tutto vede” . Veniva impresso all’ingresso delle case, sui sarcofagi e sulle tombe, per contrastare il maligno o per proteggere il viaggio del defunto verso l’aldilà.


    Su questo argomento molti calcoli si sono susseguiti in quanto l’ occhio di Horus è l’ insieme di più frazioni, ognuna con un suo significato:

    Il racconto egizio riferisce che un allievo scriba della Casa della Vita, facendo notare al suo maestro che il totale delle frazioni ottenute sommando i valori dell’Occhio di Horus si dava nell’espressione 1/2 + 1/4 + 1/8 + 1/16 + 1/32 +1/64 = 63/64 ebbe per risposta che il sessantaquattresimo mancante a completare l’unità sarebbe stato donato dal dio Thoth allo scriba che si fosse messo sotto la sua protezione.







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