Il pozzo di Oak Island

6 luglio 2010

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  1. gheagabry
     
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    Il pozzo di Oak Island





    Ci possiamo solo chiedere che cosa sarebbe accaduto se il giovane Daniel McGinnis avesse scelto di andare ad esplorare qualche altra zona in quel fatidico giorno, nell'estate del 1795. Se lo avesse fatto, forse, nessun altro avrebbe camminato nei boschi all'estremità orientale di Oak Island per i 214 anni a venire. Nella foresta, una depressione nel terreno di 4 metri forse non sarebbe mai stata notata, molto probabilmente rami frondosi avrebbero oscurato il vecchio blocco che faceva da tappo al di sopra della buca. Senza queste indicazioni, non ci sarebbe stato nulla ad evidenziare che quello era un lavoro dell'uomo e, di conseguenza,non sarebba iniziata quella caccia al tesoro che,in più di 200 anni, è costata diverse fortune e molte vite.
    Ma McGinnis vide la strana composizione , la depressione ed aggredì il blocco. Visioni del tesoro del pirata riempirono la sua testa; tornò con due amici, John Smith, 19 anni, e Anthony Vaughan, 16 anni e insieme, con pale e picconi, iniziarono forse la più famosa caccia al tesoro dei tempi moderni.
    Indubbiamente, i tre pensarono che erano sul punto di scoprire il tesoro del capitano William Kidd. Storie riguardanti il fatto che il capitano avesse sepolto il suo tesoro su un'isola "ad est di Boston" circolavano già nel 1600. La leggenda narra che un marinaio morente nelle Colonie della Nuova Inghilterra confessò di aver fatto parte del famoso equipaggio di Kidd, ma non nominò mai una posizione esatta del bottino nascosto.





    L'isola di McGinnis è a forma di arachide ed è circa 1200metri di lunghezza per 1000 metri di larghezza. Smith e Vaughan abitavano in una delle 300 piccole isole nella Mahone Bay, Nova Scozia, Canada.
    Dopo aver tagliato i piccoli alberi per lavorare meglio, i tre giovani iniziarono a scavare la depressione. Dopo 60 cm colpirono un piano di pietre. Tolte queste scorsero il pozzo vero e proprio,le cui pareti erano state segnate dai colpi di piccone, una ulteriore prova che questa struttura era realizzata dall'uomo.
    A 3 metri di livello sentirono rumore di legno e furono sicuri di aver urtato lo scrigno del tesoro, ma si resero rapidamente conto che avevano trovato una piattaforma di tronchi di quercia affondati verticalmente. . Continuando a scavare, raggiunsero la profondità di 8 metri. A tale profondità decisero che non potevano continuare senza aiuto e senza migliorare l'organizzazione del lavoro. Di una cosa i tre erano certi... qualcosa ci doveva essere in fondo a quella maledetta buca, nessuno si sarebbe preso la briga di scavare un pozzo profondo oltre 8 metri a meno che non avesse avuto qualcosa di molto prezioso da nascondere.
    Non molto fu fatto per risolvere il mistero della buca fino al 1802 circa. Molte storie riguardano i tre amici in quegli anni, sembra probabile,però, che abbiano trascorso il tempo alla ricerca di un finanziatore che fornisse assistenza per una ricerca più professionale. Simeone Lynds visitò il luogo e ,colpito dalla storia, formò una società per sostenere lo scavo.
    Il lavoro fu avviato nell'estate del 1803. Dopo la pulizia del vecchio pozzo, la squadra iniziò a scavare verso il basso. La storia dice che colpirono un altra piattaforma di quercia a 30 metri sotto la superficie.Continuando a scavare continuarono a trovare qualcosa ogni 3 metri: carbone, stucco, pietre e più piattaforme . Infine, a 25 o 28 metri di livello, seconda una delle tante storie riportate ,fu rinvenuta una tavola do pietra, di tre metri di lunghezza per 50 cm di larghezza, con strane lettere e cifre intagliate. A 30 metri di profondità, il pavimento della buca cominciò a trasformarsi in fango morbido. Prima della fine della giornata gli scavatori sondarono il fondo del vano con pali con la speranza di trovare qualcosa e in effetti colpirono una barriera alla distanza della pertica. Il gruppo immaginò di aver finalmente raggiunto il tesoro e se ne andò a letto con la convinzione che l'indomani sarebbe stata una giornata fortunata.
    Ritornando il giorno dopo, la squadra restò allibita...: durante la notte l'acqua aveva riempito la buca con 20 metri di acqua. Tentare lo svuotamento fu inutile. Non appena l'acqua era tolta dalla buca, scorreva veloce a riprendere il suo posto. Si tentò di scavare un pozzo vicino per raggiungere il tesoro attraverso un tunnel parallelo che arrivasse sotto la buca allagata, ma anche quello fu invaso dall'acqua appena il tunnel si avvicinò al suo obiettivo.




    Non fu fatto nessun altro tentativo di trovare il tesoro fino al 1849. Una nuova società fu costituita per finanziare lo scavo. Questo gruppo non ebbe molto successo, si verificarono gli stessi problemi del 1802.Furono però avvantaggiati dall'utilizzo di un trapano per sondare ciò che c'era al di sotto del piano della buca . Una piattaforma fu costruita appena al di sopra del livello di acqua e il trapano fu gestito da lì. Il trapano praticò un foro attraverso livelli che parevano di quercia, abete rosso e creta. Fu recuperato un campione di ciò che sembrava essere un pezzetto di un catenina d'oro.
    Mentre si stava effettuando la perforazione , qualcuno notò che l'acqua nella buca era salata e calava con la marea. Ciò portò all'ipotesi che i costruttori del pozzo avessero concepito un abile trappola, progettata per alluvionare la buca con l'acqua, se qualcuno si fosse avvicinato troppo al tesoro.
    L'esistenza della trappola è stata confermata dalla scoperta che la spiaggia di Smith's Cove, situata a circa 500 metri di distanza dalla buca, è artificiale. L'esame ha dimostrato che l'originale creta della baia era stata scavata via e al suo posto sono state messe pietre rotonde di spiaggia, coperte da quattro o cinque pollici di erba secca, coperta poi con fibra di cocco per lo spessore di due pollici e, infine, la sabbia della spiaggia. In fondo a tutto questo sono state trovati cinque scarichi di fognature che, da qualche parte della costa,si fondevano in un unico tunnel che copriva la distanza tra la spiaggia e la buca. Il sistema è stato progettato in modo tale che la fibra di cocco e l' erba secca garantissero un operazione di filtraggio cosicchè gli scarichi non sarebbero stati intasati dalla sabbia o dalla ghiaia della spiaggia. Aveva funzionato bene.Si tentò allora di costruire una paratoia che bloccasse lo scorrimento sotterraneo dell'acqua ,ma, dopo infruttuosi tentativi ,anche questa volta, il pozzo del tesoro fu abbandonato.




    Il tentativo seguente è datato 1861 ed è costato la prima vita umana prima. I ricercatori cercarono di togliere l'acqua dal pozzo usando pompe azionate da un motore a vapore . Lo scoppio di una caldaia fu fatale ad un lavoratore ustionato a morte, mentre molti altri furono feriti. Altre vittime sono state evitate, quando una parete,probabilmente per una cattiva armatura della fossa, indebolita anche dai tentativi di arrivare al tesoro scavando fino sotto di altri alberi, è crollata. Se vi fossero stati scrigni del tesoro, inevitabilmente sono stati trasportati molto più in profondità dopo questo incidente. In questo periodo degli scavi si riuscì a scoprire dove le inondazioni del tunnel entravano , ma non fu trovato alcun modo per far cessare l'ingresso dell'acqua. Nel 1864 le ricerche furono sospese per mancanza di fondi.
    Nel 1866, 1893, 1909, 1931 e 1936 sono stati avviati ulteriori scavi. Sono stati utilizzati anche metodi estremi, compreso l'utilizzo della dinamite per bloccare l'inondazione della galleria, la costruzione di una diga per arginare l'acqua di Smith's Cove, e il ricorso a una gru con un secchio di scavo.Con nessuno di questi approcci è stata recuperata una sola moneta, mentre ai finanziatori questi sforzi sono costati una piccola fortuna e a un lavoratore la sua vita. Uno di questi tentativi ha prodotto il risultato di bloccare l'inondazione della galleria da Smith's Cove, solo per scoprire che entrava acqua anche dalla direzione opposta, attraverso un canale sotterraneo naturale o fabbricato dall'uomo arrivando anche dalla sponda meridionale.. Nel 1959 Robert Restall, ex motociclista , ha raccolto la sfida del pozzo con l'aiuto di suo figlio diciottenne e 2 aiutanti.In quel periodo la buca era relativamente asciutta ,ma quando si sono calati sono rimasti intossicati dal monossido di carbonio. Quel giorno il mistero di Oak Islannd ha preteso il tributo di 4 vite

    Nel 1965 Robert Dunfield ha cercato di applicare i moderni metodi di estrazione a cielo aperto per la caccia al tesoro. Utilizzando una gru da 70-tonnellate ha scavato vicino al sito originale una buca profonda 140 metri con 100 metri di diametro. Il terreno rimosso è stato attentamente vagliato per trovare qualsiasi traccia del tesoro, ma sono stati trovati solo pochi frammenti di stoviglie in porcellana . Le forti piogge hanno fatto trascinare il lavoro per mesi fino a che anche Dunfield ha finito i soldi. Il pozzo, e il suo misterioso costruttore, avevano vinto di nuovo.
    Nel 1970 è stata costituita la Triton Alliance per proseguire la ricerca per il tesoro. Battaglie legali tra i proprietari delle diverse porzioni di isola ha portato a scarsi progressi. Un certo numero di fori sono stati fatti nel tentativo di trovare il tesoro e capire meglio la natura geologica di tutta l'isola, ma non è stato recuperato il fantomatico oro. Molte caverne, ritenute naturali, sono state trovate sotto l'isola. Una videocamera è stata calata attraverso un foro in uno spazio vicino al pozzo ed ha registrato un immagine che sembrava un petto e una mano umana a livello del polso. La qualità delle immagini era così scarsa, però, che era impossibile l'identificazione certa.




    Nel 1995 la Triton ha proposto al Woods Hole Oceanographic Institute di indagare sull'isola e rendere,così, un parere in merito alla possibilità che vi sia qualcosa di prezioso in fondo alla buca. La loro relazione in risposta è riservata,ma le persone che l'hanno vista possono solo dire che le sue conclusioni sono "non scoraggianti". Attualmente un po 'di lavoro è stato fatto per risistemare l'isola, e le controversie tra i proprietari della Triton sono stati risolti.Il mistero del pozzo di Oak Island resta però lontano da ogni soluzione.


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  2. gheagabry
     
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    L’ISOLA DEL TESORO






    Un bottino da nascondere, una flotta che salpa per le Americhe prima di Cristoforo Colombo, una battaglia vinta grazie ai Templari, una setta segretissima che si riunisce nelle foreste delle Ardenne, un’isola avvolta nella nebbia dove una grande caccia al tesoro, che dura da oltre 200 anni, coinvolge un presidente degli Stati Uniti, attori di Hollywood e vari milionari americani e canadesi. Sembra la sceneggiatura di un film di avventura ed invece è quello che è successo a OAK ISLAND.
    Un isola che a insieme a centinaia di altre formano la Nuova Scozia, provincia del Canada nell’oceano Atlantico.

    image Nel 1795 l’isola di Oak era completamente inaccessibile e per questo, forse, era un luogo ideale per nascondere qualcosa. I primi a scavare nell’isola furono tre ragazzi del luogo.
    Era il 1795 quando, per gioco, si misero a caccia di tesori nascosti perché da tempo si diceva che l’isola nascondesse il bottino di qualche pirata. Così, scelto il luogo che secondo loro era più propizio, cominciarono a scavare e dopo pochi metri trovarono delle pietre accuratamente disposte. Tre metri più sotto trovarono dei tronchi di quercia e dopo altri 10 metri un’altra piattaforma fatta di tronchi. A quel punto dovettero fermarsi, un impresa troppo ardua per loro. Ma, la febbre per la ricerca di un qualche tesoro si diffuse rapidamente e il pozzo fu chiamato “Money Pit”.



    Molte le persone interessate tra cui l’allora presidente Roosevelt e personaggi famosi come John Wayne e Errol Flynn. Negli anni, le società che hanno condotto e abbandonati gli scavi nel pozzo di Oak sono state più di dieci, di cui la prima nata nel 1795 e le ultime, la Triton alliance e la Blankenship, che proprio l’anno scorso hanno dichiarato di voler continuare gli scavi. Nel 1802 dando credito alle storie, gli scavi ripresero e a 30 metri di profondità il morale degli uomini andò alle stelle. Si trovarono di fronte a un'enorme lastra di pietra piana, di porfido egizio, materiale reperibile solo in Egitto, con una pietra che recava incisioni indecifrabili.
    Dopo accurati studi sui simboli si pensa che la scritta reciti: “Forty Feet Below Two Million Pounds Are Buried” (quaranta piedi più giù sono sepolti due milioni di sterline).


    Era ormai notte quando, sondando il terreno sottostante con un piede, sentirono qualcosa di resistente. Si dice che fosse lo scrigno di un possibile tesoro, o un'altra lastra.
    I lavoratori, esausti, decisero di rimandare la scoperta al giorno dopo, ma li aspettava una brutta sorpresa. Nel corso della notte l'acqua dell'Atlantico aveva completamente allagato il pozzo, e i tentativi di svuotarlo furono vani, il livello dell'acqua rimaneva costante. Era come se, per svuotare il pozzo, bisognasse svuotare l'intero oceano. Nel corso degli anni sono stati fatti circa centinaia di tentativi, l'ultimo dei quali, datato 1966, ma fu un ennesimo insuccesso.



    Si capì, però, che l’acqua che allagava il pozzo proveniva da alcuni canali laterali che sarebbero poi stati scoperti in seguito. Una struttura così complessa fece pensare che davvero quel luogo nascondesse qualcosa e così la sua fama si diffuse anche oltre i confini della Nuova Scozia.

    Il fosso è caratterizzato da innumerevoli trappole e barriere disposte ogni metro circa. La costruzione di questo fosso, dimostra che i costruttori erano abili ingegneri e che avevano conoscenze architettoniche avanzate. Il fosso non è ancora stato scoperto del tutto e gli scavi sono a circa 200 m. Oggi sul posto, le due società lavorano con approcci diversi dal passato mentre gli studi della Steel Company of Canada ha stabilito che la grande quantità di fibra di cocco non poteva provenire dall’isola (forse dai Caraibi o dalla Florida) e che i pezzi di metalli ritrovati a 30 metri risultano forgiati prima del 1790.

    La scoperta più interessante è stata quella che uno dei canali laterali è collegato ad una spiaggia artificiale dalla quale partiva una galleria di 150 metri con un portata di 8000 litri di acqua oceanica al minuto, completa di sistema di filtraggio (tronchi e fibre) che impediva al bacino di ostruirsi anche per secoli. Pertanto tale struttura è sicuramente opera dell’uomo indipendentemente se siano stati Vichinghi, pirati, Spagnoli o i Templari addirittura.

    Ma cosa c’entrano i Templari?

    E’ noto che nel 1307 Filippo il Bello di Francia si trovò col regno sull’orlo della bancarotta e cercò di ottenere un grosso prestito dall’ordine religioso dei Templari che però gli venne negato. Con strategia e forza militare decise di prenderlo lo stesso. Infatti, grazie ad un processo pilotato istituito nel 1307, fece accusare i cavalieri templari di eresia, arrestandoli in tutto il paese ed estorcendo sotto tortura confessioni per condannarli.
    Le accuse che investirono il Tempio erano infamanti: sodomia, eresia, idolatria. Vennero in particolare accusati di adorare una misteriosa divinità pagana, il Bafometto.
    Papa Clemente V, di fronte alle confessioni, con la bolla Pastoralis præminentiæ ordinò a sua volta l'arresto dei templari in tutta la cristianità.


    Il processo durò 7 anni terminando con l’uccisione al rogo dell’ultimo Gran Maestro Jacques de Molay e Filippo il Bello distrusse il sistema bancario dei templari, e, benché una bolla papale avesse trasferito tutti gli averi dei Tempari agli Ospitalieri, riuscì ad addurre a sé parte del tesoro. Ma si dice che già prima del 1314 alcuni Templari, consci della situazione, fuggirono dalla Francia svuotando i loro forzieri.
    Con alcune navi salparono dal porto di La Rocchelle e mentre alcuni andarono in Portogallo, cambiando il none del loro ordine in “Ordine dei Cavalieri di Cristo” venendo ben accolti, altri fecero rotta verso la Scozia. Posto ideale perché in quegli anni la Scozia era in guerra con gli inglesi il cui re Edoardo II era stato scomunicato dal papa e si dice che all’ultima battaglia gli scozzesi ebbero la meglio proprio grazie all'aiuto della cavalleria templare. In Scozia oltre a molte famiglie nobili soprattutto i Sinclair aiutarono i rifugiati e misero a loro disposizione la cappella di Rosslyn e le grotte circostanti, dove si pensa che i Templari nascosero il tesoro e le loro armi.


    Probabilmente, verso la metà del 1400 tale nascondiglio non dovette essere più sicuro e con l’aiuto della nobile famiglia Sinclair si misero in cerca di un nuovo posto più lontano e poco raggiungibile. Nell’anno 1398 dodici navi con a capo Herry Sinclair, signore delle Orcadi e Cavaliere del Tempio partirono verso rotte sconosciute (note ai Vichinghi) verso la Groenlandia per approdare molti giorni più tardi in quella terra che ricerche e studi moderni, identificano nella Nova Scotia. Tale viaggio, avvenuto cento anni prima di quello di Cristoforo Colombo, è raccontato e documentato in un diario dell’allora noto navigatore Nicolò Zeno che partecipò al viaggio insieme al fratello Antonio. Il resto è leggenda e si suppone che sull’isola il pozzo possa essere stato il nascondiglio cercato, d’altronde Sinclair e Templari avevano i mezzi e le capacità per farlo.

    Il mistero rimane!


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  3. gheagabry
     
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    OAK ISLAND IL POZZO DEL TESORO


    oakisland

    Oak Island, letteralmente "l'isola della quercia", è una piccola isola situata nel Canada orientale. Tutto ha inizio nel 1795, quando il giovane Daniel McGinnis, mentre passeggiava tranquillo, venne incuriosito da una depressione del terreno situata vicino a una vecchia quercia, tra i rami della quale spiccava un palanco, cioè una sorta di carrucola, simile a quella usata sulle navi. Il giorno dopo Daniel, in compagnia di due amici che erano al corrente delle leggende locali su pirati e tesori nascosti, iniziarono gli scavi.
    Ma ben presto si resero conto che quella depressione nascondeva un pozzo molto particolare.
    Andando in profondità, ogni tre metri trovarono una piattaforma di tavole in legno di quercia ma, arrivati al terzo strato, furono costretti ad abbandonare l'impresa, troppo faticosa per loro.
    Nacque così la leggenda di Oak Island. Quel pozzo, si sarebbe chiamato per sempre "Money Pit", cioè il pozzo del denaro.
    Agli inizi del 1800, un'impresa privata, la Onslow Company, dando credito alle voci su un tesoro nascosto, riprese gli scavi. Furono trovati anche strati di carbone e di argilla ma, soprattutto, fibre di cocco che, sicuramente, arrivavano da terre molto lontane, perché in Canada la palma da cocco non cresce. A trenta metri di profondità il morale degli uomini arrivò alle stelle. Si trovarono di fronte a un'enorme lastra di pietra che recava incisioni indecifrabili. Era ormai notte quando, sondando il terreno sottostante la lastra con un piede di porco, colpirono qualcosa di resistente. Era forse lo scrigno del tesoro?. Gli operai, esausti, decisero di riprendere il lavoro il giorno seguente, ma li aspettava una sorpresa. Nel corso della notte l'acqua dell'Atlantico aveva completamente allagato il pozzo. I tentativi di svuotarlo non ebbero alcun risultato, il livello dell'acqua rimaneva costante. Era come se, per svuotare il pozzo, si dovesse svuotare l'intero oceano. Nel corso degli anni furono fatti vari tentativi di cui l'ultimo, in ordine di tempo, è del 1966, anche questo senza risultati soddisfacenti.
    Lo scrigno irraggiungibile
    Sono state avanzate varie ipotesi sul presunto tesoro che il pozzo di Oak Island custodirebbe gelosamente. C'è chi pensa si tratti del tesoro della Corona francese, o del tesoro dei Templari o, addirittura, del Santo Graal. Alcuni studiosi, invece, hanno evidenziato singolari analogie tra i particolari di tutta la vicenda, quali i tre ragazzi e le caratteristiche del pozzo, e la massoneria, in particolare con le allegorie che parlano del Tempio di re Salomone. Inoltre, a Oak Island, sono frequenti pozzi naturali con le stesse caratteristiche del Money Pit.
    Quale che sia la verità, la leggenda del tesoro nel pozzo ha fatto di Oak Island una meta turistica. Forse, almeno per gli abitanti, è questo il vero tesoro.
    Tesori sommersi
    Sono molti i tesori che, da secoli, giacciono in fondo al mare. Oggi, con l'aiuto delle moderne tecnologie, è relativamente semplice localizzare il relitto di una nave affondata, meno agevole, invece, è il recuperarla. Un esempio è il caso della Flor de la Mar, partita nel 1512 dalla penisola malese con a bordo un tesoro il cui valore, oggi, è stimato intorno ai nove milioni di dollari. Naufragata a causa di una tempesta al largo di Sumatra, nel secolo scorso il relitto è stato localizzato a soli 36 metri di profondità, ma sotto a 15 metri di fango. La spedizione che ha cercato di recuperare il carico della nave, pur con l'aiuto di sofisticate attrezzature, è riuscita a portare in superficie solo alcune statuette e pochi monili.
     
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    grazie gabry
     
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