CASTORI, CONIGLI, SCOIATTOLI.

I RODITORI

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  1. tomiva57
     
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    I Topi


    il topo bianco

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    Chi è?


    DAL WEB -VITA DA TOPI

    I topini che potete adottare tramite Vita da Topi, nonché quelli che si trovano purtroppo nei negozi di animali (e che finiscono per lo più in pasto ai pitoni prigionieri nelle case di individui disprezzabili), sono piccoli topini bianchi, lunghi circa 5 cm, più la coda lunga altrettanto.

    Sono animali notturni, qundi di giorno dormiranno e di notte saranno più attivi.

    Quanto vive?

    Mediamente vive fino a 3 anni.

    Dove vive?


    In casa deve essere tenuto in una gabbia di vetro o di plexiglass. Le gabbie a sbarre per criceti non vanno bene, perché i topi, essendo molto piccoli, ci passano attraverso. Sul fondo va sistemata una lettiera fatta di legnetti o segatura, la sabbietta per gatti NON va bene.

    Nei negozi di prodotti per animali trovate facilmente queste gabbie.

    Molto spesso il problema di tenere tanti topi e' un problema di spazio, oltre che di costo delle gabbie, perche' tenere tante gabbiette con uno o pochi topi ciascuna e' un problema.

    Come VitaDaTopi abbiamo fatto costruire alcuni gabbioni che hanno le dimensioni di uno scaffale a ripiani, tipo una libreria, che quindi occupa "poco" spazio, perche' viene adossato a un muro.

    Il gabbione e' dunque a ripiani, e gli animali hanno molto spazio per muoversi, passando da un piano all'altro. In un gabbione cosi' possono stare comodamente 20-25 topi.

    Le dimensioni sono:
    altezza 125 cm
    larghezza 125 cm
    profondita' 75 cm
    I ripiani sono 3.

    Se avete una stanza (in cantina, in un magazzino, in casa) che potete usare per sistemare un gabbione del genere... scriveteci! Il gabbione ve lo portiamo noi, tutto gratuitamente! Voi dovete solo fornire lo spazio, e ovviamente poi il cibo e le cure ai roditori ospiti.

    Cosa mangia?

    Mangia verdura e frutta fresca - ne basta un pezzetto piccolissimo al giorno - e poi il mangime fatto di cereali e semi che vendono nei negozi di prodotti per animali. Una manciata gli basta per 2-3 giorni.

    L'acqua va posta in un beverino appeso a una parete e deve essere sempre disponibile.

    Igiene e cure

    La gabbia in cui il topino viene tenuto deve essere il più ampia possibile, e soprattutto deve essere arricchita con "giocattoli" vari: non deve mancare la ruota (come quella dei criceti) e varie strutture su sui il topo possa arrampicarsi.

    E' importante mettere striscie di giornale, che il topo userà per farsi il nido, e una scatolina di cartone (va bene anche il rotolo di cartone della carta igienica, chiuso da un lato) che gli servirà da casetta. Va sostituita quando risulta completamente rosicchiata :-)

    Mettere nella gabbia un legnetto che possano rosicchiare per consumarsi i denti.

    La lettiera va cambiata 1-2 volte la settimana.

    E' bene far uscire il topino qualche ora ogni tanto, mettemdolo in una stanza in cui non possa rosicchiare fili elettrici o infilarsi in anfratti da cui poi non si riesce a far uscire.

    Sistemare la gabbia in un posto NON soleggiato e non in corrente d'aria.

    Dal veterinario quando?

    Evitare gli sbalzi di temperatura, che possono far ammalare il topo di polmonite.

    Per evitare disturbi intestinali, dargli cibo sempre fresco: i pezzetti di frutta e verdura devono essere molto piccoli, in modo che li consumi tutti, e quel che avanza va buttato via il giorno dopo.

    Capita a volte che i topi soffrano di malattie della pelle: in quel caso, portarli dal veterinario e applicargli la pomata da lui consigliata, per qualche giorno, finché il problema scompare.

    Se il topino fa fatica a muoversi ed e' freddo al tatto, mettetelo SUBITO in uno scatolone con una borsa dell'acqua calda o una coperta termica. Lasciatelo al caldo fino a che si riprende del tutto (meglio un giorno intero).

    Se il topino inizia a essere poco vivace o a non mangiare, portarlo subito dal veterinario per un controllo.

    Le sue abitudini

    I topi sono animali inizialmente timidi, ma che si abituano presto a stare in contatto con le persone, e sono giocherelloni e affettuosi.

    Generalmente non mordono, lo fanno solo se particolarmente spaventati.

    Per abituarli alla compagnia umana occorre prenderli in mano tutti i giorni, delicatamente. Per sicurezza, oltre a tenerli sul palmo della mano, quando si trasportano è bene tenerli leggermente sulla base della coda, così se provano a buttarsi giù si può stringere la presa. Una volta abituati, farà loro piacere giocare con noi, o starci arrampicati addosso :-)

    IMPORTANTE: mai mettere topi maschi nella stessa gabbia, neppure se nati assieme. Possono diventare aggressivi e uccidersi tra loro. La probabilità che questo accada è molto alta, specie per quelli che arrivano dai laboratori (è praticamente certo che accada). Le femmine invece possono vivere tranquillamente assieme.

    Ovviamente, non mettete mai maschi e femmine assieme, perché occorre evitare di far nascere nuovi animali che saranno costretti a passare la loro vita in gabbia. Di animali di cui prendersi cura ce ne sono già anche troppi, pensiamo a loro e non facciamone nascere altri...





    Per proteggere e salvare gli unici esseri viventi che non hanno diritto a vivere.

    I criminali vivisettori li torturano.
    Non sono protetti da nessuna legge.
    Possono essere massacrati sempre e comunque.

    Per il 99 percento degli umani sono la causa di qualunque disgrazia.
    Ma non hanno costruito nessun armamento, né nucleare, né chimico.
    Non sono stati responsabili di nessuna guerra.

    Nessuno fino ad ora li ha difesi.

    Non sono responsabili né della deforestazione, né dell'effetto serra e nemmeno della desertificazione del nostro pianeta.
    Non hanno niente a che fare con l'inquinamento.
    Non hanno schiavizzato nessuna specie né si sono arrogati il diritto di usare la vita altrui.

    Abitano semplicemente da sempre la Terra.

    Hanno un solo difetto: SONO TOPI

    dal web

    io sono la prima a dire ...che ...non condivido certe scelte....ma in natura penso che la loro fine sia identica...e poi..non mi piacciono.proprio è più forte di me..


    Edited by tomiva57 - 16/6/2010, 07:52
     
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    La Storia Di Aochan E Gohan


    Questa storia è incredibile e al tempo stesso commovente.
    Allo zoo Mutsugoro Okoku di Tokio un serpente di circa 120 cm e il suo... pasto sono diventati amici.
    Al serpente, di nome Aochan, avevano dato in pasto un criceto nano vivo, dato che i topini congelati che quotidianamente gli mettevano nella teca non gli stimolavano più l'appetito.
    Ma Aochan invece di mangiarselo, come ci si aspetterebbe da un serpente di fronte ad un piccolo roditore, ha deciso di tenerlo come compagno di prigionia e ora passano le giornate a giocare e dormire insieme.
    Questo straordinario evento dura da ottobre e ormai il piccolo criceto, battezzato con il nome di Gohan, che in giapponese significa "pasto", non corre più alcun rischio.
    Aochan ha deciso, nel frattempo, di tornare a cibarsi di topi congelati.

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  3. tomiva57
     
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    CITAZIONE (Lussy60 @ 16/6/2010, 11:59)

    La Storia Di Aochan E Gohan


    Questa storia è incredibile e al tempo stesso commovente.
    Allo zoo Mutsugoro Okoku di Tokio un serpente di circa 120 cm e il suo... pasto sono diventati amici.
    Al serpente, di nome Aochan, avevano dato in pasto un criceto nano vivo, dato che i topini congelati che quotidianamente gli mettevano nella teca non gli stimolavano più l'appetito.
    Ma Aochan invece di mangiarselo, come ci si aspetterebbe da un serpente di fronte ad un piccolo roditore, ha deciso di tenerlo come compagno di prigionia e ora passano le giornate a giocare e dormire insieme.
    Questo straordinario evento dura da ottobre e ormai il piccolo criceto, battezzato con il nome di Gohan, che in giapponese significa "pasto", non corre più alcun rischio.
    Aochan ha deciso, nel frattempo, di tornare a cibarsi di topi congelati.

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    forse più di un pasto aveva bisogno di compagnia...
     
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  4. tomiva57
     
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    CRICETO DORATO O SIRIANO

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    DATI FISIOLOGICI
    Potenziale di vita: 2-3 anni (raramente arriva a 4)
    Peso da adulto: 100-150 grammi (le femmine sono più grosse dei maschi)
    Lunghezza: 18-20 cm
    Temperatura ideale dell'ambiente: 18-22° C
    Umidità ideale: 30-70%
    Maturità sessuale: 1 mese
    Durata del ciclo estrale: 94 ore
    Gestazione: 15-16 giorni
    Numero medio di cuccioli: 5-10 per parto
    Età dello svezzamento: circa 3 settimane

    DESCRIZIONE

    Il criceto dorato o siriano è una delle specie più diffuse in Italia ed all'estero. Originario da zone semidesertiche del Medioriente, viene erroneamente scambiato per "Criceto Comune" (vedi tabella degli errori sui nomi delle specie), e dal 1839 è considerato un vero e proprio animale domestico. Raggiunge facilmente i 20 centimetri di lunghezza ed il suo peso è all'incirca di 120 grammi; è un animale poco esigente e pulito, quindi può essere allevato tranquillamente in casa.

    Sia i maschi che le femmine hanno un paio di ghiandole cutanee (sebacee), da non confondersi con tumori o parassiti, poste sui fianchi e visivamente individuabili come macchie scure sulla pelle. Nei maschi le ghiandole sono più evidenti che nelle femmine. I criceti utilizzano le ghiandole per marcare il territorio e come richiamo sessuale.

    Possiedono 7-11 paia di mammelle e la temperatura corporea è di 36,5 - 37,5° C.

    Le zampe anteriori presentano 4 dita e le posteriori 5, tutte senza pelo.

    DURATA MEDIA DELLA VITA

    La durata media della vita di un criceto dorato è di 2 anni. Raramente raggiunge i 3-4 anni.

    HABITAT ADATTO

    L'habitat più adatto per questa specie di criceto è sicuramente un grande terrario in cui possa scavare gallerie sotterranee come farebbe in natura. In mancanza d'altro sono adatte anche gabbie a sbarre proporzionate alla sua stazza. Sconsigliati invece i box in plastica senza un adeguato ricircolo di aria per evitare l'effetto serra. La gabbia deve essere posizionata lontano da: stereo, televisori, luoghi polverosi, cucine, balconi, luoghi umidi e freddi o soleggiati. Il fondo ideale da inserire nella gabbia come lettiera è il tutolo di mais non profumato. Dannose la carta di giornale ed il polistirolo. Nella gabbia devono essere presenti: casetta, mangiatoie per cibi secchi ed umidi, beverino a goccia, tunnel di plastica o di cartone, legnetti o minerali da rosicchiare, ruota dimensionata alla stazza di questi criceti (ruota da 18 centimetri). Da evitare accuratamente i ripiani delle gabbie fatti a grate, le ruote a raggi e le scalette a pioli ravvicinati. Il materiale per il nido deve essere la carta igienica oppure lo scottex non profumato nè colorato. Dannosissimo il cotone/ovatta/bambagia anche se venduto dai negozi di animali.

    La temperatura ideale della zona in cui sono posizionati deve essere compresa fra i 18 e i 21°C e grazie alla loro folta pelliccia sopportano meglio il freddo che il caldo (muoiono a temperature superiori ai 38°C); non gradiscono affatto l'esposizione a correnti d'aria, al sole diretto o la permanenza in ambienti troppo umidi; al di sotto degli 8°C vanno in letargo (in questo stato possono sembrare comatosi o addirittura morti). La procedura con cui essi entrano in questo particolare stato è piuttosto lunga e complessa, quindi non provare mai a far andare in letargo un criceto semplicemente mettendo all'aperto la sua gabbia, si rischierebbe solo di farlo morire di freddo.

    CURA

    Pulire la gabbia con un panno umido e, se strettamente necessario, un disinfettante ad uso veterinario. Sciacquare sempre accuratamente gli oggetti ed il fondo della gabbia. Cambiare frequentemente la lettiera quando sporca e rimuovere sempre frutta e verdura non consumate. Non svegliare il criceto se dorme e non violare la sua privacy. Controllare la crescita di unghie e denti e, se troppo lunghi, rivolgersi solo a veterinari specializzati in animali esotici. I criceti sono animaletti molto indipendenti, hanno grandi capacità di adattamento e non necessitano di cure particolari. Non hanno bisogno di essere lavati o spazzolati. Non sono previste vaccinazioni.

    CARATTERE

    Il carattere dei criceti dorati o siriani varia da esemplare ad esemplare esattamente come negli esseri umani. Impossibile affermare con certezza che i maschi siano più docili delle femmine, anche se da una personale esperienza sono risultati più affabili e propensi a farsi accarezzare i maschi piuttosto che le femmine. Attenzione: se il criceto viene dato in affidamento ai bambini come animale domestico, accertarsi che vengano seguite le basilari norme comportamentali descritte nella pagina degli errori più comuni onde evitare spiacevoli sorprese e morsi indesiderati.

    Il criceto è un animale notturno, di giorno va lasciato dormire. Occorre prestare la massima attenzione quando si maneggia un criceto poichè, non avendo il senso dell'altezza spiccato, potrebbe lanciarsi dalle mani cadendo nel vuoto e ferendosi gravemente.

    Il criceto dorato o siriano NON deve convivere con altri criceti nè dello stesso sesso nè del sesso opposto, tantomeno di specie diverse. Essendo molto legato al suo territorio, è facile e frequente che litighi furiosamente con eventuali criceti presenti nella stessa gabbia arrivando persino ad uccidersi.
     
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  5. tomiva57
     
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    la cavia o porcellino d'india

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    le cavie sono dei roditori appartenenti alla famiglia delle Cavidae, diffuse in quasi tutto il continente sudamericano, in quanto l’habitat ideale delle cavie è costituito dalle zone con vegetazione bassa e abbondante, dove i roditori possono rifugiarsi tra i cespugli non appena sentono il benché minimo pericolo.

    La cavia domestica, meglio conosciuta col nome di Porcellino d’India, è originaria del Perù dove era allevata dagli Incas fin dall’antichità; le cavie sono state introdotte dall’uomo come animali da laboratorio e da compagnia. Questo roditori si riconoscono per il corpo tozzo, la testa piccola e tondeggiante, e la coda minuscola e atrofizzata; gli arti sono corti e robusti e sono provvisti di tre dita quelli posteriori e quattro quelli posteriori. La lunghezza della cavia varia da esemplare a esemplare, ma in generale va dai 20 ai 30 centimetri.

    Le razze maggiormente conosciute sono tre: la cavia comune o Porcellino d’India, la cavia abissina e la cavia peruviana. La cavia comune, che nonostante il nome non ha niente a che fare con l’India, è quella che si avvicina di più alla specie selvatica dalla quale differisce per il pelo più liscio e da una più ampia varietà cromatica, che va dal bianco al crema, dal grigio al nero, passando per tutte le varietà pezzate.

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  6. almamarina
     
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    Lo scoiattolo striato</p

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    Lo scoiattolo striato è un mammifero appartenente all’ordine dei Roditori (Rodentia) ed alla famiglia degli Sciuridi (Sciuridae). Nei negozi si incontrano due scoiattoli striati molto simili tra loro e che facilmente vengono confusi: uno è lo scoiattolo giapponese (Tamias sibiricus) conosciuto anche con il nome di scoiattolo coreano o Boronduk, l’altro è lo scoiattolo nordamericano (Tamias striatus) chiamato chipmunk. Entrambi hanno un mantello tendente al marrone con cinque strisce nere sulla schiena. Questo rende molto difficile distinguere i due animali ma pur vivendo in habitat così lontani tra loro in cattività la loro gestione ed alimentazione è assolutamente uguale.

    Questo scoiattolo è originario delle foreste della Siberia, Mongolia, Corea e delle regioni settentrionali di Cina e Giappone, fino a raggiungere, recentemente, la Finlandia. È un animale in grado di adattarsi bene nei territori sconosciuti.

    Il suo mantello è di colore marrone-rosso con cinque righe longitudinali nere che seguono tutto il corpo dal collo fino alla coda. Analoghe strisce longitudinali sono presenti anche attorno agli occhi E’ un animale diurno, vivace, agile e molto curioso.

    Il Tamias striatus vive nelle regioni orientali del Nord America. E’ diffuso nei territori orientali del Nord America, dalla Baia di Hudson fino al corso inferiore del Mississippi, ad occidente fino al Minnesota e allo Iowa, ad oriente fino all’Atlantico

    Il colore di base è marrone-grigio e sono presenti cinque righe nere che vanno dalle spalle alla coda. Il mantello di questo scoiattolo si differenzia da quello dello scoiattolo giapponese per la presenza, su ciascun fianco, di una riga più chiara, quasi bianca, racchiusa tra due righe nere. La pancia è bianca e la coda, dello stesso colore del mantello, viene tenuta eretta durante la corsa.



    Habitat naturale

    Il tamia è uno scoiattolo terricolo. In natura vive nelle foreste decidue e le aree più cespugliose ai confini dei boschi. Una popolazione di scoiattoli solitamente ha una densità di cinque - dieci individui per ettaro di bosco; il territorio che controlla un adulto è di circa mezzo ettaro. Questi roditori, comunque, non si allontanano mai più di cinquanta metri dalla propria tana ed in caso di pericolo la raggiungono rapidamente. Questo sciuride scava la propria tana nel terreno. La tana è costituita da un insieme di gallerie scavate nel suolo da alcuni centimetri fino a due metri e profonde circa cinquanta centimetri che terminano in alcune camere: il "nido", la "dispensa". La prima camera è larga all’incirca quindici centimetri di diametro ed è rivestita di materiale soffice ed isolante come erba, muschio e foglie morte. In questa stanza il tamia dorme, trascorre le ore fredde dell’inverno, quelle troppo calde dell’estate ed accudisce i piccoli neonati.

    In un altro vano lo scoiattolo immagazzina tutto il cibo trovato durante la bella stagione che lo aiuterà a sopravvivere durante l’inverno.



    Caratteristiche fisiche

    Lo scoiattolo striato possiede un corpo tondeggiante ed affusolato con una struttura slanciata. La lunghezza massima che può raggiungere un adulto è di 20-25 centimetri di cui 10 solo per la coda.

    La testa è abbastanza grande ed unita al corpo da un collo corto e robusto. Il muso è appuntito e termina con baffi (chiamati vibrisse) posizionati lateralmente. Le orecchie sono piccole e tonde. Gli occhi, grandi e neri, sono posizionati lateralmente e permettono di avere un ampio campo visivo utile ad avvistare eventuali predatori.

    Anche questo roditore, come il criceto, possiede le tasche guanciali, estroflessione della parete interna delle guance. Sono da considerarsi delle vere e proprie borse in cui lo scoiattolo trasporta cibo e materiale per il proprio nido. Quando non vengono utilizzate non si notano ma in caso di necessità possono espandersi fino alle spalle e possono raggiungere un volume pari a quello della testa.

    Gli arti anteriori sono corti e tozzi, le mani hanno quattro dita con artigli lunghi e ricurvi. Gli arti posteriori sono molto più lunghi e robusti, i piedi terminano con cinque dita anch’esse dotate di artigli. Sia i piedi che le mani possiedono polpastrelli ben sviluppati suddivisi tra loro da pieghe profonde. Lo scoiattolo, quando mangia, afferra il cibo con gli arti anteriori sedendosi su quelli posteriori.

    Come gli altri mammiferi, il tamia possiede due cavità, quella toracica e quella addominale. La prima racchiusa tra le coste presenta una forma quasi piramidale e contiene il polmone destro che si compone di quattro lobi, il polmone sinistro, formato da un solo lobo ed il cuore che si trova tra i polmoni al centro del torace.

    La cavità addominale occupa uno spazio di dimensioni maggiori rispetto alla cavità toracica ed è separata da essa tramite il diaframma, muscolo che serve alla respirazione. L’addome racchiude tutti gli organi dell’apparato digerente, urinario e riproduttivo.

    Lo stomaco dello scoiattolo è formato da una solo camera e continua con l’intestino che è lungo tre volte e mezzo lo stesso animale. Il fegato è dotato di lobi ed è presente la cistifellea. Nell’apparato genitale incontriamo le peculiarità maggiori. La femmina presenta un utero doppio, con due corpi uterini che sboccano separatamente nella vagina. Il maschio presenta un osso, detto penieno, che attraversa il pene. Inoltre i testicoli, durante il periodo dell’accoppiamento, sono esterni e ben visibili, mentre durante il resto dell’anno risalgono nella cavità addominale.

    La dentatura degli scoiattoli è composta da incisivi, premolari e molari. In questi mammiferi manca una categoria di denti: i canini. Al loro posto c’è uno spazio senza denti denominato "diastema".

    Gli incisivi sono denti a forma di scalpello, sono a radice aperta e quindi a crescita continua. Durante tutta la vita dello scoiattolo la radice non si chiude ed il dente continua a crescere alla base Gli incisivi hanno lo smalto solo nella parte esterna, questa porzione del dente risulta essere più resistente rispetto a quella interna la quale si consuma più facilmente, conferendo al dente un taglio obliquo.

    I premolari ed i molari hanno radici chiuse e quindi non sono denti a crescita continua. I premolari dello scoiattolo giapponese sono quattro nell’arcata superiore e due in quella inferiore. Lo scoiattolo nordamericano, invece, ne ha solo due sia in quella superiore che inferiore. I denti del Tamia sono normalmente di colore giallastro


    Carattere

    Il tamia è un roditore diurno molto vivace e curioso che passa la maggior parte della giornata alla ricerca di cibo. E’ agile e veloce. Pur essendo terricolo è un eccellente arrampicatore e si muove con disinvoltura sia tra gli alberi che sul terreno. Diventa inattivo nei periodi in cui le temperature sono estreme sia in estate che in inverno. Generalmente è un animale solitario e molto territoriale. Non è aggressivo ma difende la propria tana ed il proprio territorio da qualsiasi intruso, e soprattutto da altri scoiattoli.

    In natura questi scoiattoli cadono in un sonno invernale nel periodo compreso tra ottobre ed aprile in relazione all’abbassamento delle temperature. Per prepararsi a questo periodo non accumulano grasso corporeo come accade ad altri mammiferi, ma immagazzinano cibo all’interno della propria tana durante la bella stagione. I tamia alternano periodi di sonno profondo (circa cinque - otto giorni) a brevi periodi di veglia durante i quali si nutrono o compiono brevi escursioni all’esterno.

    In cattività generalmente questo atteggiamento si manifesta meno. Le diverse temperature ambientali presenti nel nostro Paese fanno si che il tamia senta meno la necessità di rimanere nascosto nella propria tana per ripararsi dal freddo. Inoltre, la presenza del cibo che quotidianamente gli somministriamo fa sì che esca dalla tana almeno una volta al giorno.

    Sicuramente nel periodo invernale notiamo una minore attività del nostro scoiattolo, che è meno vivace e passa molte ore nascosto a dormire (questo atteggiamento è del tutto naturale e non deve essere confuso come uno stato di malattia) ma durante la giornata può capitare vederlo girare nella sua gabbia o all’interno della voliera alla ricerca del cibo che abbiamo lasciato apposta per lui. In ogni caso, per qualsiasi animale il sonno invernale è una dura prova. Per sopravvivere devono essere in piena salute. Se sono ammalati o magri o deboli non dovrebbero passare l’inverno fuori al freddo ma in un posto riscaldato.



    Distinzione dei sessi

    Gli scoiattoli raggiungono la maturità sessuale attorno agli undici mesi di vita. Diventando adulti le differenze sessuali sono più evidenti soprattutto nel periodo della riproduzione, tra febbraio e settembre. In questo periodo i testicoli del tamia maschio raggiungono dimensioni notevoli (circa tre centimetri e mezzo) rendendosi chiaramente riconoscibili. Nella femmina la vulva, posta immediatamente vicina all’ano, aumenta di volume divenendo rossa ed edematosa.

    Negli altri mesi dell’anno i testicoli, risaliti in cavità addominale, non sono più visibili e la vulva è meno evidente. In questo periodo, il sesso dell’animale si stabilisce in base alla distanza tra l’ano e gli organi genitali (vulva per le femmine e pene per i maschi). Questa distanza, detta appunto ano-genitale, nella femmina è più ridotta rispetto a quella del maschio.



    L’acquisto

    Gli scoiattoli si possono comprare nei negozi specializzati nella vendita di animali o direttamente da un allevatore. Possiamo valutare diversi negozi per vedere dove i piccoli roditori vengono meglio gestiti rispettando il loro benessere. Gli animali non devono mai essere stipati tutti insieme in una piccola gabbia, devono avere sempre cibo ed acqua a disposizione e la gabbia deve essere pulita ed accogliente.

    Una volta che abbiamo scelto il nostro negozio passiamo alla scelta del soggetto. Lo scoiattolo prescelto non deve correre per tutta la gabbia continuamente perché vuol dire che non si è abituato alla nuova condizione ed è sicuramente un soggetto stressato. Non deve stare raggomitolato in disparte rispetto al gruppo in quanto tale comportamento può far sospettare qualche problema di salute. Il pelo arruffato, le chiazze sul mantello o sulla coda con assenza di pelo o i fianchi incavati sono segni di una probabile malattia in corso. Le aree intorno all’ano e alla base della coda non devono essere imbrattate di feci, probabile segno di una diarrea causata da parassiti, batteri o problemi alimentari. Gli arti non devono essere trascinati segno di una possibile frattura o di un danno neurologico.



    L’alloggio

    La caratteristica di questi animali è che possono vivere tranquillamente senza problemi sia all’interno che all’esterno. Per vivere bene hanno bisogno di grandi spazi. Si adattano benissimo alla vita in appartamento se hanno a disposizione gabbie molto ampie. Se non c’è posto in casa sono animali che possono vivere anche all’esterno durante tutto l’anno, per cui voliere poste su un balcone o in un bel giardino possono risolvere questo problema di spazio.

    La gabbia non deve essere più piccola di 80 cm x 50 cm x 80 cm. Queste sono le dimensioni consigliabili per un solo scoiattolo ma se ne abbiamo una coppia queste dimensioni vanno almeno raddoppiate. Oltre ad essere ampie alla base, per poter correre in quanto scoiattoli terricoli, devono avere anche una certa altezza in modo da permettere al nostro amico di fare qualche salto tra i rami. Le gabbie rettangolari sono di solito le più consigliate. Vanno molto bene le voliere per pappagalli di media e grande taglia. La gabbia deve avere delle sbarre o una rete a maglie sufficientemente piccole per evitare le fughe, si consiglia che non superino il centimetro e mezzo. Il materiale può essere ferro plastificato. E’ importante che sia materiale resistente e facile da pulire. Inoltre la gabbia dovrebbe appoggiare su un fondo di plastica con bordi abbastanza alti da non consentire la fuoriuscita di urine, escrementi e scarti alimentari. La gabbia deve essere dotata di sportelli sufficientemente grandi, almeno due, che ci permettano di entrare con la mano e di fare piccoli lavori all’interno senza far fatica nell’infilare il braccio e che possano far passare la mangiatoia con il cibo. Se gli sportelli non sono dotati di un gancio che li chiuda bene è meglio fornirsi di piccoli moschettoni di metallo con chiusure di sicurezza o pezzi di fil di ferro, per essere sicuri che lo scoiattolo non esca dopo aver imparato ad aprire la porta. La stanza deve essere ben illuminata e con una temperatura costante. Deve essere lontana dalla televisione o dallo stereo per assicurargli un ambiente silenzioso e senza onde sonore, in quanto alcune frequenze danno molto fastidio agli scoiattoli striati. Anche il fumo di sigarette non è indicato. Inoltre, dobbiamo assicurargli un numero adeguato di ore di luce ed ore di sonno

    Le voliere all’esterno sono molto più grandi e possono ospitare molti più animali. La forma deve essere a base quadrata o rettangolare. La rete con cui vengono costruite deve avere una maglia molto piccola (non devono essere più di un centimetro e mezzo). Bisogna ricordarsi che questi roditori sono ottimi scavatori di gallerie, quindi la rete va posta anche sotto il terreno per evitare fughe spiacevoli. Altrimenti possiamo risolvere questo problema con una pavimentazione in plexiglas ricoperta di terra o paglia. Anche il cemento può essere utilizzato ma a volte può causare dei danni alle unghie e alle piante dei piedi degli scoiattoli. Il pavimento all’interno dovrebbe essere inclinato verso le pareti in modo da non creare ristagni di acqua. Le dimensioni della base dovranno essere almeno 1,80 x 1,80 m. Per l’altezza si consiglia che sia tale da potervi lavorare internamente senza dover piegare la schiena. La voliera dovrebbe essere dotata di una doppia porta d’accesso, avendo così la possibilità di entrare senza far scappare gli scoiattoli ospitati all’interno. La gabbia può essere dotata di un tetto sotto il quale si possano riparare durante il brutto tempo o il sole estivo. All’interno collocheremo ogni accessorio in numero pari a quello degli animali più uno per evitare liti e stress. Quindi abbeveratoi, ciotole per il cibo e rifugi devono essere almeno uno per animale.

    Durante l’inverno sarebbe meglio riscaldare i nidi in modo che gli scoiattoli riescano ad affrontare meglio il freddo. Per riscaldarli possiamo utilizzare dei tappetini o cavetti elettrici. I primi vanno posizionati sotto il nido. I secondi si possono fissare alle pareti esterne del nido collocandoli in un posto che non sia possibile da raggiungere per lo scoiattolo. Devono essere nascosti in intercapedini delle pareti o del pavimento delle tane e la spina deve uscire direttamente dalla rete in modo da non essere rosicchiata da questi sciuridi molto curiosi. Come lettiera, sia per gabbie che per voliere, si consiglia di utilizzare giornali, paglia, carta da cucina o foglie.



    Lo scoiattolo e gli altri animali

    Se possediamo altri animali, oltre al tamia, è necessario conoscere la natura di entrambi per imparare a gestire i rapporti tra il nostro scoiattolo ed i suoi nuovi "amici". Innanzitutto dobbiamo ricordare che per sua natura il tamia è un animale solitario, timoroso e non è facile da addomesticare, anche se seguendo delle regole sarà possibile. Prima di farlo conoscere agli altri animali dobbiamo dargli il tempo di ambientarsi nella sua nuova casa. È necessario che si crei un buon rapporto con il proprietario. Il nostro scoiattolo dovrà avere fiducia in noi e sentirsi sicuro tra le nostre mani. Appena avremmo raggiunto questo livello, impresa che richiede estrema pazienza, allora saremmo pronti a farlo conoscere agli altri animali allevati. Il consiglio è quello di procedere in modo graduale iniziando con brevi incontri che poi aumenteranno in durata e frequenza se le reazioni da entrambe le parti saranno positive. Naturalmente ci sono animali come boa e pitoni che non riconosceranno mai uno scoiattolo come amico ma bensì come "spuntino" per cui si consiglia di controllare che il loro terrario sia sempre ben chiuso e a prova di fuga.



    Alimentazione

    Lo scoiattolo è un onnivoro. E’ importante quindi un’alimentazione equilibrata e con un basso contenuto di grassi per evitare l’insorgere di problemi legati all’obesità.

    La sua dieta è costituita da frutta, semi, verdure e pochi alimenti di origine animale. Tra la frutta fresca sono particolarmente indicate le ciliegie (a cui è stato tolto il nocciolo che risulta essere tossico), le mele ma anche le pere, le pesche, le arance, i mandarini, le clementine e le melagrane. E’ sempre bene lavare ed asciugare questi frutti e somministrarli non freddi appena tolti dal frigorifero ma a temperatura ambiente. Tra la frutta secca, invece, le più gradite sono le arachidi, le noci, le nocciole, le mandorle, le castagne e i pinoli che non devono essere né tostati né salati.

    L'apporto di fibra e sali minerali viene fornito dalle verdure. Le più indicate sono le carote, molto apprezzate dallo scoiattolo, foglie e fiori di tarassaco, pomodori ed insalate come lattughe, indivia, cicorie e radicchi.

    In commercio si trovano mangimi confezionati appositamente per scoiattoli a base di semi e granaglie. Sono estremamente appetibili per il nostro amico ma se somministrati come unico alimento non soddisfano i suoi fabbisogni nutrizionali. Infatti, alcuni semi come quelli di girasole sono ricchi di grasso ma carenti di proteine, vitamine e calcio. Per questo motivo possono essere utilizzati saltuariamente ed in quantità ridotte.

    Una piccola quota di proteine viene fornita da alimenti di origine animale come larve di insetti (camole della farina), crocchette "light" per cani, petto di pollo e yogurt. Questa fonte deve essere incrementata per le femmine in gestazione e durante l'allattamento.

    L'acqua ha un ruolo fondamentale e deve essere sempre a disposizione dell'animale. Gli abbeveratoi a goccia sono da preferirsi alle vaschette poiché gli scoiattoli potrebbero sporcare l'acqua con la lettiera o con i loro escrementi. I beverini si applicano alla gabbia con estrema facilità e sono pratici da lavare e disinfettare. L'acqua va rinnovata tutti i giorni e deve essere sempre fresca e pulita. Se ci accorgiamo delle alghe sulle pareti del beverino vuol dire che non stiamo cambiando l’acqua così spesso come dovremmo. Dobbiamo semplicemente lavare bene il beverino e cambiare l’acqua più spesso.



    Riproduzione

    I tamia sono animali che si riproducono in cattività con relativa facilità. Per avere successo in questa impresa la coppia di riproduttori deve essere veramente a suo agio nell’ambiente che abbiamo allestito per loro. Dobbiamo sapere che sarà un periodo impegnativo in cui dovremo vigilare che i genitori siano sereni e che non vengano disturbati. In caso contrario è probabile che reagiscano allo stress con forme di cannibalismo nei confronti dei piccoli. Quindi dobbiamo evitare rumori molesti come televisione, radio e grida nelle vicinanze della gabbia o della voliera.

    Lo scoiattolo striato, in natura, nasce a maggio e si riproduce nell’aprile dell’anno dopo. Questo atteggiamento rimane inalterato anche nei soggetti che vivono in cattività. Il periodo dell’accoppiamento, che segue il sonno invernale, va da febbraio ad ottobre. In questo periodo la femmina ha un ciclo di dieci-dodici giorni ed è recettiva per due giorni, tre al massimo. I cambiamenti fisiologici che riscontriamo nel maschio sono la discesa dei testicoli dall'addome nello scroto. I testicoli si rendono ben evidenti. Inoltre fischia assiduamente come richiamo. Nella femmina la vulva risulta essere ingrossata ed edematosa. Entrambi sono più attivi e più agitati.

    La gravidanza ha una durata di circa trenta - trentadue giorni. Durante la gestazione e l’allattamento, dobbiamo allontanare il maschio o aggiungere un nido in più in modo che non debba disturbarla e non diventi aggressivo nei suoi confronti o nei confronti dei neonati.

    Al termine della gestazione nasceranno da due a nove piccoli, in media sono quattro o cinque. I neonati (definiti prole inetta) nascono senza pelo, con le orecchie e gli occhi chiusi. Pesano circa tre – quattro grammi. Lo sviluppo, nelle settimane successive alla nascita, è molto rapido. I piccoli rimangono con la madre all’incirca otto settimane durante le quali raggiungeranno un adeguato sviluppo corporeo ed inizieranno a mangiare da soli. All’ottava settimana possono già essere staccati dalla madre.

    Queste settimane sono molto delicate perché i neonati sono indifesi e la madre è molto aggressiva. La mamma scoiattolo non va disturbata con rumori molesti ed è meglio non maneggiarla e lasciare stare la gabbia limitandoci a cambiare solo il cibo e facendole trovare sempre acqua fresca e pulita. In questa maniera sarà più tranquilla ed eviteremo che aggredisca i suoi piccoli a causa dello stress.
     
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  7. tomiva57
     
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    sai marina..mio marito li ha allevati per un decennio ..poi si è stancato ..erano carinissimi
     
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  8. almamarina
     
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    CITAZIONE (tomiva57 @ 18/6/2010, 19:22)
    sai marina..mio marito li ha allevati per un decennio ..poi si è stancato ..erano carinissimi

    si sono carinissimi......ho un'amica che li alleva e mi affascinano molto,mi ricordano gli scoiattoli che osservavo da bambina in montagna a casa mia
     
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  9. almamarina
     
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    In zoologia:
    Tipo: Cordati

    Sottotipo: Vertebrati

    Superclasse: Tetrapodi

    Classe: Mammiferi

    Ordine: Roditori

    Famiglia: Sciuridi

    Genere: Sciurini

    Specie: Scoiattolo rosso (Sciurus vulgaris)



    Nella "Lista rossa" per il 2006 della IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura), tra le 16.119 specie a rischio di estinzione, sorprendentemente compare anche lo Scoiattolo rosso, oltre ad altri animali sorpresa nella Lista rossa ci sono animali che ancora consideriamo comuni come il ghiro e molte specie di pipistrelli.

    Per lo Scoiattolo l'ultimo pericolo in ordine di tempo ed anche il più pressante è rappresentato dall'introduzione dello Scoiattolo grigio (Sciurus carolinensis) proveniente dal Nord America e presente in Gran Bretagna sin dall'Ottocento. Le due razze non convivono e dove compare il più massicco Scoiattolo grigio lo Scoiattolo rosso è destinato a scomparire. Difficili le scelte da attuare e difficile anche da parte di tutte quelle istituzioni che difendono l'Ambiente e la Natura prendere una posizione.


    COM'E' FATTO

    Lungo circa circa 25 cm, con una fluente coda di altri 20 cm, che ha sia la funzione di bilanciarlo nei salti che di scaldarlo, avvolgendolo, durante la stagione rigida, ed un peso di 230 -480 g., è caratterizzato da un particolare dismorfismo stagionale e climatico fa variare il colore del suo pelo dal rosso al grigio fino ad una tonalità che si avvicina al nero: in genere i colori più chiari sono riscontrati d'estate e negli individui che vivono al nord, durante i periodi invernali anche questi esemplari sfoggiano un manto nettamente più scuro, ma non arrivano mai alle colorazioni degli individui che stanziano al sud. Ventre e le parti inferiori rimangono sempre nettamente più chiare.

    Sempre presenti, invece, i lunghi ciuffi di peli sulle orecchie. La forma è snella, con arti anteriori più corti dei posteriori che sono strutturati perfettamente per i salti. Arrampicatore incredibile, riesce nelle sue imprese anche grazie agli artigli aguzzi e ricurvi di cui è dotata. Inoltre non c'è alcuna differenza di stazza tra maschio e femmina.


    NEMICI NATURALI

    Vista la sua modesta taglia, lo Scoiattolo rosso è tra le prede preferite di vari predatori, dal falco al gatto selvatico alla volpe. Il più temuto, però, è la martora che, grazie alle sue doti di arrampicatrice, riesce ad inseguirlo fino nel nido.


    DI COSA SI NUTRE

    Si nutre di ghiande, faggiole, nocciole, noci e semi in genere, gemme e ramoscelli di pini, larici o abeti, ma non disdegna uova, piccoli uccelli ed insetti.

    Previdentissimo, se ha a disposizione una quantità di cibo eccessiva ne ricovera immediatamente una parte in cavità degli alberi o in buche che scava appositamente. E' una pura questione di sopravvivenza, visto che il periodo cruciale per questo animaletto è l'inverno durante il quale muoiono ben il 75 - 85% dei nuovi nati ed il 50% degli individui che lo attraversano per la seconda volta.


    RIPRODUZIONE

    Non esiste vista sociale e, quindi, neppure vita di coppia per gli Scoiattoli: durante la stagione degli amori, che ha inizio in primavera, i maschi inseguono le femmine sperando di riuscire ad accoppiarsi almeno con una di esse. Come in molte altre specie il maschio dominante, quello più grosso e resistente, ha le maggiori possibilità di successo.

    Quindi è la femmina ad occuparsi della preparazione del nido, utilizzandone di abbandonati o costruendone uno nuovo nella cavità di qualche albero. Poi la gestazione lunga quasi cinque settimane e la nascita di un numero tra i 3 ed i 7 piccoli. In estate la femmina è di nuovo pronta per la seconda nidiata stagionale.

    E' solo la madre ad occuparsi dei piccoli che nascono ciechi, sordi e con un peso che si aggira tra i 10 ed i 15 g. Dopo una ventina di giorni ai cuccioli inizia a crescere il pelo e poi iniziano a vedere. La dentatura si sviluppa completamente dopo 42 giorni e solo a questo punto il piccolo potrà nutrirsi di cibi solidi che inizierà a cercarsi anche da solo.

    La vita media di uno Scoiattolo rosso è di 3 anni, mentre in cattività può raggiungere i 10.


    DOVE VIVE

    Per prima cosa "DA QUANDO" vive.... sono stati, infatti, ritrovati dei reperti fossili che attestano la sua esistenza già nel Pleistocene medio-superiore (400.000 –700.000 anni fa).

    Il suo habitat preferito sono i boschi di conifere o di caducifoglie, ma frequenta anche i parchi ed i giardini delle nostre città.

    Specie autoctona europea, è possibile trovarlo in tutta l'Eurasia, in Asia settentrionale fino alla Kamciatka, in Corea e sull'isola di Hokkaido in Giappone. Ma il territorio dov'è presente, malgrado ciò che sembra, si è decisamente rimpicciolito negli ultimi anni ed in Inghilterra è ormai in serio pericolo la sua presenza.

    Dicevamo che il maggior pericolo, attualmente, deriva dalla presenza sempre più pressante dello Scoiattolo grigio, ma non vanno trascurati, tra i motivi di possibile estinzione, anche le zone boschive sempre più ristrette, le sostanze chimiche che, usate in agricoltura, spesso diventano il motivo della sua morte. Fortunatamente già dal 1977 la caccia a questo splendido roditore è stata messa al bando.


     
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    Quel batuffolo di peli: Il Porcellino d’India
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    Fa parte della famiglia dei Caviidi è un mammifero dell’ordine dei roditori.
    E’ originario dell’America Meridionale ed è lungo circa 25-30 centimetri circa, è uno tra i roditori più conosciuti ed addomesticati per poter stare in casa con noi. Sono stati denominati così dai primi visitatori del Sud America che li hanno portati in Europa, un appellativo fuori luogo poichè come somiglianza non hanno niente a che vedere con i maialini e non sono neanche originari dell’India.
    Hanno orecchie molto corti, gli arti posteriori con tre dita, a differenza degli anteriori che hanno quattro dita. Tra le razze selvatiche il pelo è molto lungo ed abbastanza ruvido, in quelle allevate la pelliccia è morbidissima, moltissimi i colori e le specie con caratteristiche diverse.
    Preferiscono nel suo habitat naturale zone rocciose vicino magari alle paludi , e scavano tane sotteranee dove di giorno si riuniscono in gruppo tra di loro. La riproduzione avviene dopo una gestazione di circa due mesi ed a ogni parto nascono dai due ai quattro esemplari già in grado di camminare con gli occhi aperti ed il corpo già coperto di peli.
    Sono animaletti molto docili e pazienti , e purtroppo gli indigeni li allevano per mangiarli, hanno pochissime esigenze e sono soprattutto vegetariani.

     
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  11. almamarina
     
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    CANE DELLA PRATERIA




    Classe: Mammiferi
    Ordine: Roditori
    Famiglia: Sciuridi
    Genere: Cynomis
    Specie: Cynomis Ludovicianus


    Storia e origini del Cane Della Prateria

    Il cane della prateria, viene chiamato così per il suo verso molto simile all’abbaiare di un cane, proviene dall'Ovest degli Stati Uniti e alcuni range del Canada e del Messico. Predilige le pianure erbose ma puo vivere anche in zone desertiche, collinose e montuose generalmente dal clima asciutto. La sua tana è costituita da un intricato sistema di cunicoli e gallerie, dove sono presenti stanze selezionate in base alle esigenze: parto, feci, piccoli, cibo.
    Le galleria possono essere profonde fino a 5 metri e lunghe più di 50 metri.
    Il cane della prateria è un animale sociale e gregario, normalmente un solo maschio maturo con cinque sei femmine piu la prole forma una famiglia. Quindi i cani della prateria soffrono di solitudine se lasciati soli per molto tempo. Essendo dotati di un ottimo spirito gregario cercheranno sempre di affezionarsi ai loro nuovi compagni umani.
    Solo il Cynomis Ludovicianus (il cane della prateria dalla coda nera) è legale detenerlo le altre specie sono illegali e per chi le detiene vi sono multe salatissime.


    Carattere

    Il cane della prateria è un animale che ha bisogno del contatto dei suoi simili. Il maschio e la femmina si scambiano anche effusioni da veri amanti, famoso il loro bacio. Con gli umani, se viene acquistato da piccolo, stabilisce un fortissimo legame affettivo, preso da adulto legherà anche con i proprietari ma ci vorranno anche un paio di mesi affiche abbia una grande fiducia. Amano essere coccolati, aver grattato il pancino e adorano riposarsi con il proprietario possibilmente vicino il grembo cosi da sentire la respirazione. E’ molto protettivo e territoriale come alcuni cani: gonfia la coda addirittura tutto il pelo e arriva a fare dei salti per mordere gli estranei. La femmina, in generale, è sempre piu nervosetta del maschio (ma queste sono solo regole in linea di massima, ogni cane della prateria ha un carattere a se stante). Se tenuto troppo in gabbia avrà un atteggiamento aggressivo anche con il padrone. Per questo si consiglia di tenere il cane della prateria libero il piu tempo possibile. Durante il periodo del calore il maschio puo essere molto nervoso aggressivo e avere degli strani atteggiamenti. L'aggressività è anche nei confronti della femmina a volte costretta da lui a rimanere nella tana per giorni. Con la sterilizzazione queste fasi di aggressivita dovrebbero scomparire. Tenere un cane della prateria a casa vi costerà molto in fatto di arredamento! infatti alcuni aspetti negativi sono: il danneggiamento dei mobili, rosicchiamento dei fili della luce (attenzione la morte prematura dei cani della prateria è data proprio dalla scarica di corrente), ricordate che è un animale selvatico richiede molto affetto e cure e soprattutto non sopporta la solitudine ha bisogno di trascorrere il maggior tempo fuori dalla gabbia.


    L'acquisto

    Il 99% dei cani della prateria in vendita non possono essere piu di cattura poiche è stata chiusa l'importazione, a causa del vaiolo delle scimmie, dal 2002 si trova quelli nati in cattività. E’ consigliabile prenderne due perché si facciano compagnia. L’ideale è acquistare animali giovani. Se presi da adulti i primi mesi saranno molto aggressivi con voi, per cui il consiglio è che sia lui a venire da voi piuttosto che il contrario questo per evitare che vi attacchino e vi diano morsi. L’animale deve essere vivace e curioso non devono essere presenti chiazze senza pelo, i denti incisivi devono essere dritti e della giusta lunghezza, le narici devono essere pulite, le feci devono essere compatte e senza le presenza di diarrea.


    Alloggio

    Hanno bisogno di gabbie spaziose 80x50x70, possibilmente a piu piani, ma attenzione, i cani della prateria non percepiscono la profondita, quindi si potrebbero lanciare da grandi altezze provocandosi frature (attenzione quindi ai balconi). Il fondo deve essere solido, sono maestri della fuga quindi la chiusura deve essere particolarmente robusta. Sul fondo deve essere presente una lettiera, sconsiglio quella per gatti, ottimo il tutolo di mais. Nella gabbia deve esserci:
    Beverino per l’acqua, ottimo quello per conigli.
    Ciotolina per il mangiare (non in plastica poiche la divorerebbe).
    E’ importante fornire loro una tana(una scatola di scarpe (ma attenzione che non la mangi), un vaso in coccio o in legno) con all’ interno del fieno abbondante, dei tubi in PVC, delle corde con nodi (passerà il tempo a snodarli), un tronco ma fate attenzione che non sia velenoso per lui (vedremo successivamente quel’e’ idoneo), delle rocce dove si posera sopra per l’avvistamento. La gabbia deve essere pulita una due volta alla settimana, questo significa rimuovere tutto il tutolo di mais fieno residui di feci e urina, si lava con acqua e varichina diluita. E’ consigliabile cambiare l’acqua dal beverino giornalmente e di togliere le feci cosi da non esserci troppi residui che provocano cattivi odori. Per gli odori consiglio un po’ di bicarbonato agli angoli dove sopra metterete la lettiera. I cani della prateria tendono a fare i loro bisogni sempre nello stesso punto. La gabbia puo essere vicino anche ad una finestra chiusa, loro amano guardare il cielo (se notano un uccello fuggono velocemente nella tana), attenzione ai colpi di sole e al vento troppo forte e alle temperature troppo basse. Potete,infine,creare una grande gabbia all’esterno del vostro giardino ma attenzione che non mangi nulla di velenoso per lui e che ci sia sottoterra una rete che gli impedisca la fuga scavando.


    In libertà

    Si consiglia di tenere il vostro amico il piu allungo possibile liberi poichè la gabbia risulta un grande stress. Liberi pero sono soggetti a molti pericoli, due occhi non bastano mai quindi devono essere sempre sorvegliati. I pericoli sono fili elettrici, con un solo morso possono rimanere stecchiti, sostanze o piante tossiche, le cadute da grandi e piccole altezze, balconi.







    Alimentazione

    La dieta naturale dei cani della prateria è fatta di radici, funghi, fieno, foglie erba piccolissimi insettini e fiori. E’ difficile trovare in commercio un alimento specifico per cani della prateria soprattutto al sud Italia. Tendono molto ad ingrassare e quindi a diventare obesi. La cosa più importante è che tutto contenga molte fibre.
    Il giusto alimento per un cane della prateria giornalmente deve avere:

    Fieno fresco SEMPRE,
    A pranzo somministrare tra questi alimenti:


    Verdura fresca (lattuga tipo una decina di foglie) ben asciutta e a temperatura ambiente oppure

    Cetrioli, carota, germogli di soia,dente di leone,ravanelli,fagiolini, barbabietola. a temperatura ambiente.( se non li mangia crudi sbollentarli leggermente).

    Frutta fresca di stagione.

    La mattina un cucchiaio di pellets per cdp.
    A volte preferisco le verdure cotte piuttosto che fresche.


    MAI prendere dal frigo gli alimenti e somministrarli, potrebbe provocare una cattiva digestione causando forti diarree. Quindi dovranno essere a temperatura ambiente.
    Buona norma sarebbe somministrare anche giornalmente: trifoglio e il dente di leone.
    Ogni tanto lo si può premiare con una nocciolina, noce ,fiocco di mais.
    I cani della prateria bevono molto poco perchè traggono il liquido necessario dal cibo (non dal pellettato che al contrario provoca molta sete).


    Alimenti tossici per il Cane Della Prateria

    L’oleandro, ippocastano, tasso, tutte le siepi, rododendro azalea. Ce ne saranno altri ma di sicuro non sono velenosi gli aceri, melo, pero, melograno, ulivo, castagno.


    Cure

    Non richiedono vaccinazioni. E’ giusto fare periodicamente un esame delle feci per verificare la presenza di parassiti intestinali. Non è necessario lavarli; in caso di necessità il metodo migliore per lavarli è di utilizzare un panno bagnato con acqua poi li avvolgerete in un asciugamano caldo, non utilizzate l’asciugacapelli, oltre a spaventarli il pelo gli si puo arruffare. Le unghie è consigliabile accorciarle periodicamente tagliando la punta, se si taglia troppo in basso si può tagliare il nervo causando la fuoriuscita di sangue nonchè dolore e sofferenza per l’animale.


    Riconocere il sesso

    Maschi e femmine esteriormente sono uguali tranne che per i genitali esterni. La caratteristica principale che permette di distinguere maschi e femmine è la distanza che c’è tra l’ano e l’apertura genitale. Nel maschio è il doppio rispetto alla femmina.


    Riproduzione

    I cani della prateria raggiungono la maturità sessuale all’età di 1-2 anni (in cattivita). Vanno in calore una volta all’anno, tra gennaio e marzo. I maschi diventano aggressivi sia con la femmina che a volte con i proprietari. Si puo riconoscere una femmina gravida da un piccolo cerchietto di pelo bianco che viene a crearsi attorno i capezzoli. La riproduzione in cattività è piuttosto difficile. La gravidanza dura 30-35 giorni, con un numero medio di 3 piccoli. I piccoli vengono allevati in comune da tutte, nascono nudi e con gli occhi chiusi; aprono gli occhi dopo circa 35 giorni. Usciranno dalla tana intorno alla sesta settimana di vita.
    Notizie generali

    In commercio esistono anche i Citelli o mini cani della prateria molto simili sia fisicamente che caratterialmente ai cdp ma forse un pochettino piu selvatici. Ma attenzione alcune specie di Citelli sono illegali.

     
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  12. tomiva57
     
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    Lunkarya, porcellini d’India col pelo da pecora

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    Hanno uno stranissimo pelo, lungo e talmente arricciato che spazzolarli è praticamente impossibile. Le cavie lunkarya sono una “scoperta” molto recente, mai viste fino al 1986. Un giorno, a Stoccolma, in Svezia, Monica e Annika Lundgvist scovarono uno strano porcellino d’India in saldo in un negozio di animali. Era l’unico dell’intera cucciolata ad avere quello stano pelo, così, anche se non era in programma, decisero di adottarlo. Una volta cresciuto lo fecero accoppiare con una cavia peruviana, e tutti i loro cuccioli nacquero con il pelo del papà: lungo e riccio.
    Colpa di un “gene dominante”, venne loro spiegato, ma a loro piacque talmente che pensarono, a quel punto, di farne una nuova razza. Sì, perché quello che con il tempo accertarono, è che oltre ad essere dominante, quel gene era anche unico al mondo e dava origine a un pelo completamente diverso da quello delle altre cavie a pelo lungo: invece di essere morbido e setoso, assomiglia tantissimo a quello … delle pecore!
    PetPassion avverte: le lunkarya sono bellissime, ma a differenza delle altre cavie soffrono molto il caldo: per loro, d’estate, è d’obbligo un po’ d’aria condizionata. (B.P.)
     
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  13. almamarina
     
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    Il Coniglio da compagnia

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    Caratteristiche biologiche

    Il coniglio, Oryctolagus cuniculus, appartiene alla Famiglia Leporidi dell'Ordine dei Lagomorfi, come la lepre. I conigli sono originari dell'Europa centrale e meridionale e dei Nord Africa; I conigli sono animali gregari; vivono in gruppi in tane che scavano nel terreno con le unghie. Generalmente durante il giorno restano nascosti nelle tane ed escono la sera per alimentarsi. Si muovono con una serie di salti che eseguono con le lunghe zampe posteriori.

    La struttura dei corpo e la taglia variano considerevolmente secondo la razza. Si va dalle razze giganti come il gigante fiammingo che può arrivare a 8 kg, al nano olandese che pesa meno di un kg. Le razze riconosciute sono più di 60, e i mantelli e i tipi di pelo comprendono moltissime varietà.
    La durata della vita è di 5-10 anni, raramente può arrivare fino a 15.



    Caratteristiche anatomiche e fisiologiche

    I conigli hanno una vista eccellente, con un campo visivo di quasi 1 900 che permette di vedere in tutte le direzioni senza muovere la testa.
    Le orecchie, essendo molto vascolarizzate, hanno un ruolo importante nella termoregolazione; sono delicate e sensibili, e non devono assolutamente essere utilizzate per afferrare il coniglio. I conigli sono incapaci di vomitare.

    I conigli sono coprofagi e mangiano direttamente dall'ano un tipo particolare di feci e costituisce un'importante fonte di proteine, vitamine e minerali. Lateralmente al pene o alla vulva sono presenti due tasche inguinali che contengono ghiandole odorifere utilizzate per marcare l'ambiente. Diversi giorni prima dei parto la coniglia inizia a strapparsi il pelo dall'addome e dalla parte ventrale dei torace per imbottire il nido, e si tratta quindi di un comportamento normale. Tuttavia in alcuni conigli lo strapparsi il pelo può rappresentare un vizio di comportamento.
    I maschi adulti sono piuttosto aggressivi e marcano l'ambiente con l’urina.



    Alloggio

    La gabbia deve essere sufficientemente spaziosa, robusta, priva di elementi taglienti e facile da pulire. Le dimensioni minime per un coniglio nano alloggiato da solo sono di 0,3 M2 . L'altezza deve essere sufficiente da permettere al coniglio di alzarsi sugli arti posteriori, quindi di 45 cm circa per le razze nane.

    Il pavimento può essere costituito in parte di rete e in parte solido (plexigias, metallo) per prevenire lesioni ai piedi, o tutto solido. La parte solida deve essere ricoperta di lettiera (stracci, segatura, paglia o fieno). Assolutamente da evitare in tutti gli animali da compagnia è la segatura o i trucioli di cedro. Nel caso la gabbia sia sistemata all'aperto occorre che sia almeno in parte protetta dalla luce solare diretta per evitare i colpi di calore, cui i conigli sono facilmente soggetti.

    All'interno della gabbia va posta una casetta che funga da tana, in cui il coniglio, animale timido per natura, possa nascondersi quando si sente minacciato. Il resto dell'arredo sarà rappresentato da recipienti per l'acqua e il cibo che non possano essere rovesciati. L'abbeveratoio ideale è quello a goccia, facile da mantenere pulito.
    La pulizia della gabbia deve essere molto frequente, se possibile quotidiana.

    I conigli possono essere facilmente addestrati ad utilizzare una cassetta per i bisogni, come i gatti, il che permette di lasciarli liberi per casa. Se il coniglio ha già spontaneamente scelto una zona per sporcare, la cassetta va posta in quella zona.
    I conigli non devono mai essere lasciati liberi di girare per la casa senza sorveglianza, in quanto amano rodere e possono non solo rovinare il mobilio ma anche rosicchiare fili elettrici, con immaginabili conseguenze.



    Alimentazione

    I conigli sono erbivori stretti. In cattività la dieta ideale è costituita da fieno di buona qualità (di trifoglio, erba o erba medica), che deve essere sempre a disposizione, e da una piccola parte di verdure ed erba fresca e da mangime in pellet. I conigli da compagnia tendono all'obesità, per cui la quantità di pellet va eventualmente razionata.L'acqua, fresca e pulita, deve sempre essere disponibile. Meglio utilizzare un recipiente a sifone, che non può essere rovesciato o sporcato. Si possono offrire in piccole quantità alimenti freschi (insalata, spinaci, germogli di soia, foglie di carota, carote, mele, ecc.) purché ben lavati, asciugati e soprattutto non freddi di frigorifero.



    Riproduzione

    I conigli si riproducono molto in fretta; la stagione riproduttiva va da febbraio a settembre e nei climi miti dura tutto l'anno. La maturità sessuale si verifica tra i 4 e i 6 mesi di età.
    La coniglia può avere da 4 a 8 cucciolate all'anno, e da 3 a 12 piccoli per cucciolata. La gravidanza dura mediamente 31-32 giorni.I piccoli nascono nudi, ciechi e con le orecchie chiuse. Dopo il parto il nido con i piccoli non deve essere toccato, e la coniglia va disturbata meno possibile.



    Contenimento

    I conigli sono in genere piuttosto docili, ma occasionalmente si incontrano individui aggressivi che possono mordere o graffiare.

    Non si deve mai cercare di immobilizzare un coniglio che lotta e si divincola.Funziona bene avvicinare il coniglio in modo calmo, usando un tono di voce rilassato, ed eventualmente coprirgli occhi e carezzarlo dolcemente.
    Come già detto, non lo si deve mai afferrare per le orecchie.



    Dati fisiologici del coniglio
    Temperatura rettale 38,5°- 39,5° C
    Frequenza respiratoria adulti 50/60 minuto
    Frequenza cardiaca adulti 120/150 minuto

    Ginecologia:

    le coniglie non hanno un vero e proprio calore, ma sono sessualmente recettive tutto l'anno, perché l'ovulazione é indotta dal coito. La data ottimale per l'accoppiamento, è a 8 mesi per la femmina e a 7 per il maschio.
    La gestazione dura mediamente 28-31 giorni, nei conigli nani può protrarsi fino a 35 gg.
    L'età media della pubertà è di 10/14 settimane (sia per il maschio che per la femmina).

    Per il parto la prima cosa da approntare é la gabbia:
    deve essere abbastanza grande da ospitare la femmina con i piccoli. A questa va aggiunto il nido. Spesso basta una scatola di legno, con un foro per l'entrata. Ovviamente se il nido viene collocato all'interno della gabbia quest'ultima deve essere sufficientemente, grande per non togliere spazio vitale all'animale.
    Per foderarlo la femmina utilizza della paglia, che le forniremo un paio di settimane dopo l'avvenuto accoppiamento, oltre alla lanugine che si strappa dal ventre. Così facendo essa scopre meglio i capezzoli e rende morbido il nido. Le coniglie sono molto prolifiche, possono arrivare fino ad un numero di 12 nati. Bisogna ricordare che le conigli nane, soprattutto al primo parto, possono mettere al mondo coniglietti morti.
    Anche i conigli possono avere le false gravidanze. I segnali invece più sicuri dell'avvenuto accoppiamento sono l'ingrossamento dei ventre e il turgore dei capezzoli.

    Per l'accoppiamento il modo più naturale per permettere agli animali di corteggiarsi é di consentire loro la libera uscita in casa. In caso contrario é sempre meglio immettere la femmina nella gabbia del maschio e non viceversa.
    Durante il periodo della gestazione bisogna trovare una collocazione definitiva alla gabbia che non va più spostata; in caso contrario la femmina potrebbe risentirsi e abbandonare il nido.

    I coniglietti aprono gli occhi al 10° giorno di età. A 12-14 giorni imparano ad uscire dal nido. La temperatura ambiente deve favorire, l'uscita dei coniglietti dal nido. Si consigliano i 18-20° evitando di scendere sotto i 15°C.
    Lo svezzamento é da realizzare tra il 30° e il 40° giorno.

    L'alimentazione deve essere sana e la più varia possibile: verdure fresche e ben asciutte, carote, pane secco, fieno di qualità, mele, cavolfiori, non pomodoro, ne agrumi.
    Un'integrazione a questo tipo di alimentazione e data dai mangimi industriali, pellet, complessi vitaminico - minerali, attenzione o non esagerare con i semi di girasole.
    ATTENZIONE a non cambiare in modo brusco l'alimentazione!

    L'acqua deve essere fresca ma non troppo, va tenuto presente che il coniglio beve molto frequentemente di notte, nelle ore nelle quali l'acqua é più fredda. Sempre pulito e sempre a disposizione,(abbeveratoi a ciuccio o a valvola ).
    La coprofagia, che e in pratica una doppia digestione, inizia verso la terza settimana.

    Dal punto di vista sanitario sarà il vostro Medico - Veterinario che vi informerà al meglio.
    Ricordiamo comunque che l'igiene, é la salute e il benessere del vostro Amico.

     
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  14. gheagabry
     
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    Il ghiro sardo non è estinto





    Dopo l´ultimo avvistamento che risale alla fine degli anni ottanta, un esemplare di Ghiro sardo, della sottospecie di Glis glis melonii, è stato catturato nel Supramonte da una naturalista di Urzulei. Si tratta di un maschio di circa tre mesi di età, appartenente ad una sottospecie di Ghiro europeo, il Glis glis melonii, della quale non si avevano più informazioni dalla fine degli anni ´80.

    Il ritrovamento risale a qualche giorno fa ed è frutto di due anni di ricerche condotte da Maria Agostina Cavia, naturalista di Urzulei che, dando credito ad alcuni recenti avvistamenti avvenuti nel Supramonte, ha intrapreso la ricerca del roditore. “L´individuazione di una tana è stato l´elemento decisivo”, racconta Cavia senza rivelare la località del ritrovamento, “tuttavia la cattura dell´esemplare è stata possibile solo in un momento successivo e in una zona distante dalla tana stessa, in modo da non disturbare la famiglia dei roditori”.

    Prima della reintroduzione nell´ambiente naturale, l´esemplare verrà sottoposto ad una serie di indagini molecolari, che verranno svolte in collaborazione con la prof.ssa Deiana del dipartimento di Zoologia della facoltà di Biologia e Scienze Naturali di Cagliari, atte a stabilirne la precisa classificazione

    L´Ente Foreste collaborerà al progetto per la tutela del Glis glis melonii, nell´ambito dei programmi di salvaguardia degli endemismi naturali, a supporto delle azioni di monitoraggio, censimento e ripopolamento della specie.
     
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  15. gheagabry
     
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    Glis glis






    Il ghiro (Glis glis, Linnaeus, 1766) è un roditore della famiglia dei Gliridi; unica specie del genere Glis.

    Lungo circa 30 centimetri di cui 13 (circa) di coda, pesa in media 75 grammi.
    Ha una pelliccia di colore grigio castano sul dorso, mentre il ventre è bianco; il muso è caratterizzato da due grandi occhi e da folte e lunghe vibrisse (lunghi peli a lato del muso con funzione tattile), le orecchie, di forma rotondeggiante, sono piuttosto piccole e fuoriescono di poco dalla pelliccia. Può essere confuso con uno scoiattolo, da cui può essere distinto osservando la coda che mantiene sempre lunga e distesa.



    Il ghiro ha un areale che comprende Europa e Asia.
    In Europa è presente dal nord della Spagna fino all'Ucraina. In Italia è molto comune, tranne che nella Pianura Padana, nella penisola salentina, e nella Sicilia occidentale. È segnalato sulle Alpi fino ai 1500 metri di quota. In Sardegna è presente assieme ad una sottospecie locale che si credeva scomparsa. È inoltre presente in molte isole mediterranee tra cui l'isola d'Elba e l'isola di Salina.
    Predilige gli ambienti boschivi, a quote tra i 600 ed i 1500 m.
    Solitamente frequenta parchi, giardini e boschi, in particolare quelli ricchi di sottobosco e caratterizzati dalla presenza di vecchi alberi dove può reperire facilmente numerose cavità, all'occorrenza adibite a rifugio o nido. Soprattutto durante i mesi invernali, può servirsi delle case rurali come momentaneo riparo.



    Il ghiro è generalmente notturno: di solito esce dal proprio nascondiglio poco dopo il tramonto per poi ritornarvi prima dell'alba. Durante il giorno sta nascosto in cavità di alberi, in anfratti oppure in nidi, dalla forma rotondeggiante, che egli stesso costruisce con foglie, fronde e muschio.
    In autunno l'animale aumenta notevolmente di peso, accumulando così una notevole quantità di grasso che gli sarà essenziale per sopravvivere durante il lungo letargo invernale (resta in letargo per 6 mesi). Per il letargo possono essere contemporaneamente usati da più individui gli stessi ripari.

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    La dieta del ghiro, basata essenzialmente sui vegetali, varia durante l'arco dell'anno ed è costituita principalmente da castagne, ghiande, nocciole, bacche, frutti di bosco; in autunno vengono consumati anche i funghi. Una minima parte dell'alimentazione del ghiro può comprendere anche animali, in particolare alcuni invertebrati (insetti e molluschi).



    Il periodo riproduttivo si situa in primavera, al risveglio dal letargo. Le femmine partoriscono una sola volta all'anno, da 2 a 8 piccoli, dopo una gestazione di circa un mese. Può accadere che più femmine utilizzino contemporaneamente una cavità di un albero o lo stesso riparo per partorire ed allevare la prole; questo fatto accade generalmente quando in una zona si verifica una riduzione di rifugi naturali. In caso di pericolo o di eccessivo disturbo la femmina abbandona la tana e trasporta i propri piccoli in un luogo più sicuro.




    Una rara sottospecie, il ghiro sardo (Glis glis melonii), ritenuto estinto, è stato avvistato da una naturalista di Urzulei, a distanza di 25 anni dall'ultima segnalazione, nell'estate del 2006, nel Supramonte. È visibile anche nei boschi di Ollolai.






    Nell'immaginario collettivo il ghiro e' un animale che viene associato ai dormiglioni, ma per gli agricoltori di Ucria, un piccolo comune del messinese sui monti Nebrodi, questo piccolo roditore notturno si e' trasformato in un incubo che non permetto loro di dormire sonni tranquilli. L'economia della zona si basa infatti sulla produzione di nocciole, di cui i ghiri sono molto ghiotti. Con il risultato che gli agricoltori hanno chiesto alle autorita' competenti la dichiarazione di calamita' naturale perche' l'80% della produzione e' andata perduta a causa della voracita' di questi animali. Il comune ha inoltre invitato l'ente di sviluppo agricolo ''ad intraprendere ogni utile iniziativa al fine di monitorare la popolazione dei ghiri e di studiare lotte biologiche per il contenimento della stessa popolazione di roditori, informando gli agricoltori di ogni utile tecnica''.

    Dal 1992, infatti, il ghiro, e' annoverato tra le specie protette della fauna selvatica e pertanto non e' possibile utilizzare metodi e strumenti per reprimerlo. L'unica arma, spiegano al Comune di Ucria, consiste nell'adottare tecniche di coltivazione del nocciolo ''non lesive del sistema agroambientale e metodi di difesa della cultura con sistemi dissuasivi per l'animale nonche' interventi legislativi di compensazione del mancato reddito degli agricoltori''.





     
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46 replies since 15/6/2010, 07:14   44002 views
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