PESCI D'ACQUA DOLCE E..PESCI DI MARE..

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  1. almamarina
     
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    un laghetto in giardino, quando lo spazio lo consente,con il suo eterno movimento,con il suono della sua cascata rende il relax durante le calde e afose serate estive il mio angolo privato un luogo di relax inimmaginabile

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    Carpe Koi
    ("Nishikigoi", o carpe colorate giapponesi)
    (Cyprinus carpio var.)
    Negli ultimi cento anni sono state create molte meravigliose varietà di carpe colorate
    tramite rigorose e pazienti selezioni, soprattutto dai giapponesi. Le vere carpe koi,
    selezionate e di qualità superiore, hanno colorazioni molto accese ed appariscenti.
    Ne esistono di colore bianco, bianco e rosso, arancio, giallo, bianco-rosso-nero, nero
    e bianco, blu, glicine, marrone, oro, ecc. spesso con più o meno evidenti riflessi
    iridescenti e metalllici.
    In base alla colorazione, al rapporto tra i vari colori, alla posizione e forma delle
    macchie, alla presenza o meno di iridescenza o di riflessi metallici, le koi vengono
    classificate in varietà dagli standard molto rigidi.
    I nostri riproduttori sono Koi di classe AA provenienti da Nigata, la provincia più
    famosa del Giappone, dove si allevano le carpe koi più belle al mondoLe koi sono molto rustiche, estremamente vigorose e molto socievoli; tanto che si
    possono addestrare a mangiare dalle proprie mani.
    Dimensioni: da 5 a 70 cm./ Temperatura: 0-35°C


    Pesci rossi
    (Carassius auratus var.)

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    I pesci rossi hanno una lunga tradizione come animali domestici: sembra siano stati
    addomesticati per la prima volta in Cina durante la dinastia Sung, nel 960 d.C.. E' un
    pesce facilissimo da allevare sia in acquari che all'aperto; ne esistono innumerevoli
    varietà dalle più disparate colorazioni.
    Oltre al comune pesce rosso (Carassius auratus) alleviamo e produciamo altre
    bellissime ed insolite varietà da laghetto e piccoli stagni da esterno.
    Queste le varietà di pesci rossi da noi allevate e riprodotte:
    Carassius auratus “Auratus”, comune pesce rosso, dalla livrea rosso aranciata.
    Carassius auratus "Shubunkin", dalle meravigliose macchie multicolore rosse nere
    e blu-azzurre ed indaco con vistose code.
    Carassius auratus "Sarasa" dalla colorazione di fondo bianco candido con vistose
    macchie rosso porpora e code a velo.
    Carassius auratus “Cometa” dalla colorazione arancio, con lunghe pinne a velo;
    Carassius auratus “Fantail”, dal corpo a forma ovoidale con bellissime doppie code
    che spesso sembrano preziosi ventagli di seta.
    Carassius auratus “Canarino”, dalla livrea gialla canarino (da cui l‘epiteto).
    Carassius auratus “Bombetta”, dal corpo ovoidale e ampie code, di molteplici
    colorazioni, simpatici e rotondetti, anch’essi resistenti al gelo.
    Carassius auratus “Ghost” dall’originale livrea bianca opalescente.

    Tutti i pesci rossi sono ottimi divoratori di larve di zanzara, quindi ideali per
    risolvere problema delle zanzare.
    Le molteplici varietà sono l’deale per piccoli bacini o tinozze dove si intenda
    coltivare un piccolo giardino acquatico.
    Dimensioni: da 3 a 25 cm / Temperatura: 0-38°C


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    Hanno un carattere pacioso, nuotano lentamente in branco, amano la
    compagnia degli uomini tanto da farsi prendere in mano senza timore.
    In genere tutti i carassi sono molto socevoli, hanno la capacità di riconoscere chi si
    occupa di loro e aspettano con ansia l’ora del pasto; questo ci permette di addestrarli
    a mangiare dalle nostre mani.
    Carassi quali gli Oranda, i Testa di Leone, Chicchi di Riso e altri non sono adatti ai
    nostri bacini poiché non tollerano le basse temperature degli inverni italiani.
    Spesso mi è capitato di vedere bei giardini acquatici, fossero questi laghetti, vasche o
    piccole tinozze.
    Poi, osservandoli meglio, mi accorgevo che mancava qualcosa: mancavano i pesci.
    Essi sono indispensabili poiché costituiscono un importante elemento dell’ecosistema
    acquatico: tengono pulita la vasca o il laghetto dalle larve di zanzara (ne sono
    ghiottissimi), con i loro escrementi forniscono nutrimento alle piante, e non per ultimo
    costituiscono un importante indicatore biologico rispetto all’ambiente in cui si trovano.
    Sono poco impegnativi da seguire: infatti quando si va in vacanza si possono lasciare
    tranquillamente da soli, poiché l’ecosistema che abitano gli fornisce il sostentamento
    necessario.
    L’aspetto più importante e al tempo stesso il meno conosciuto, che vorrei evidenziare
    è che i pesci sono dei simpatici compagni, che riescono a ricambiare in modo
    inimmaginabile l’affetto che ispirano. So che in questo momento molti staranno
    sorridendo di tale affermazione. Certo, il nostro pesciolino non ci porterà il giornale del
    mattino come Fido, ma sono altre le soddisfazioni che ci attendono. Ricordiamoci che
    soffrono la solitudine quindi mai un pesce solo, almeno due; il numero appropriato sarà
    da stabilire in base allo spazio disponibile



    Gambusino
    (Gambusia affinis)

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    Piccolo pesciolino originario dell'America settentrionale; è un buon divoratore di larve
    di zanzara e perciò valido per la lotta contro le zanzare stesse.
    Non sopravvive durante i rigidi inverni.
    Dimensioni: 3-6cm / Temperatura: 5-38°C.

    Lumache d’acqua dolce
    (Lymnaea, Planorbis, Planorbarius, Radix, Stagnicola spp.)

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    Questi piccoli graziosi gasteropodi hanno forme e colori diversi in base alle specie.
    Le lumache d’acqua dolce sono grandi divoratrici di alghe; ottime quindi per contrastare
    la crescita di fastidiose alghe filamentose ed alghe verdi, e per mantenere l’acqua
    pulita e trasparente.
    - Lymnaea stagnalis: conchiglia a forma di spirale conica appuntita, di colore bruno
    chiara o scura.
    Dimensione: fino a 5-6 cm. di lunghezza.
    - Planorbis planorbis: piccola conchiglia a forma discoidale spiralata, di colore
    marroncino.
    Dimensione: 1,4-1,5 cm di diametro.
    - Planorbarius corneus: mollusco a conchiglia grande, a forma discoidale spiralata, di
    colore rosso-bruna o brunastro-oliva.
    Dimensione: fino a 3 cm. di diametro.
    - Radix ovata: piccola conchiglia ovale spiralata, di colore bruno-giallo
    Dimensione: fino a 2-2,5 cm.
    - Stagnicola palustris: conchiglia a forma di spirale conica, di colore bruno rossiccia o
    bruno scura.
    Dimensione: fino a 3 cm.

    Bivalvi
    (Anodonta spp. ed Unio spp.)

    Bivalvi

    I bivalvi appartenenti ai generi Anodonta ed Unio, sono invertebrati d'acqua dolce
    (chiamate comunemente cozze o vongole di acqua dolce), hanno colorazioni marroni
    più o meno scure e dimensioni massime di circa 10-11 cm di lunghezza per l'Unio spp.
    e di circa 20-25 cm per l'Anodonta spp..Sono efficientissimi filtratori d'acqua: riescono
    a filtrare fino a 40 lt. d'acqua all'ora; si nutrono di fitoplancton e zooplancton oltre che
    di sostanze organiche di vario genere presenti in sospensione nell'acqua.
    Hanno bisogno di acque leggermente correnti e di materiale a granulometria fine sul
    fondo per muoversi agevolmente.



    Edited by gheagabry1 - 22/1/2020, 17:15
     
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  2. tomiva57
     
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    grazie marina...li ho avuti anch'io...poi per motivi di spazio mio marito ha fatto una scelta o pesci o uccelli...
    a me davano il senso della libertà..anche se loro erano dentro a uno stagno..
     
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    l'acquario e i suoi pesci..............acqua dolce...... tropicali


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    BETTA SPLENDENS
    (osfronemidi)
    Pesce combattente
    Provenienza Malesia, Thailandia.
    Taglia Fino a 6 cm.
    Comportamento I maschi sono molto aggressivi tra di loro e non possono convivere nella stessa vasca, un solo maschio è adatto all'acquario di comunità. Le femmine non hanno alcun problema.
    Esigenze Acqua medio dura, pH 6,0-8,0.
    Temperatura 24-26°C
    Riproduzione Facile




    COLISA CHUNA
    (osfronemidi)
    Colisa sota

    Provenienza Bangladesh, India.
    Taglia Fino a 5 cm.
    Comportamento Tranquillo e pacifico adatto all'acquario di comunità con molta vegetazione ed altri ospiti tranquilli.
    Esigenze Acqua media, pH 6,0-7,5.
    Temperatura 24-28°C
    Riproduzione Facile.

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    COLISA FASCIATA
    (osfronemidi)
    Gurami striato

    Provenienza India, Birmania.
    Taglia Fino a 10 cm.
    Comportamento Leggermente aggressivo meglio se allevato in un acquario specifico con la presenza di una buona vegetazione.
    Esigenze Acqua media. pH 6,0-7,5.
    Temperatura 24-28°C
    Riproduzione Facile



    CTENOPOMA ANSORGEI

    Provenienza Zaire, Angola.
    Taglia Fino a 8 cm.
    Comportamento Pesce molto aggressivo e predatore evitare la convivenza con piccoli pesci, necessita di una fitta vegetazione con spazi per nuotare, si nutre esclusivamente di prede vive.
    Esigenze Acqua dolce, pH 6,5-7,5.
    Temperatura 25-28 °C
    Riproduzione Fac



    HELOSTOMA TEMMINCKII
    (elostomidi)

    Provenienza Thailandia, Sumatra e Giava.
    Taglia Fino a 10 cm.
    Comportamento Caratterizzato dai lunghi "baci" bocca a bocca (combattimento) infatti conosciuti come pesci baciatori. Molto vivace è preferibile non allevarlo insieme ad altre specie tranquille.
    Esigenze Acqua media, pH 6,5-7,5.
    Temperatura 23-28°C
    Riproduzione Difficoltosa.




    MACROPODUS CONCOLOR
    (osfronemidi)

    Provenienza India, Cina, Corea, Taiwan.
    Taglia Fino a 8 cm.
    Comportamento Relativamente tranquillo, può essere allevato con altre specie di pari dimensioni. Due maschi non possono convivere nella stessa vasca.
    Esigenze Acqua media, pH 6,5-7,5.
    Temperatura 20-27°C
    Riproduzione facile l



    TRICHOGASTER LEERI
    (osfronemidi)
    Gurami perlaceo

    Provenienza Thailandia, Borneo, Sumatra.
    Taglia Fino a 10 cm.
    Comportamento Tranquillo e socievole, ottimo per essere allevato in una vasca comunitaria con altre specie tranquille e socievoli.
    Esigenze Acqua media. pH 6,5-8,0.
    Temperatura 24-28°C
    Riproduzione Facile

     
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  4. almamarina
     
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    BROCHIS COERULEUS

    Provenienza Bacino del Rio delle Amazzoni (Brasile)
    Taglia Fino a 7 cm.
    Comportamento Tranquillo, ama scavare sul fondo alla continua ricerca di cibo, adatto per l'acquario di comunità, può convivere con soggetti di altre specie più grandi.
    Esigenze Robusto, pH 6,0-8,0.
    Temperatura 22-28 °C
    Riproduzione Difficoltosa.



    CORYDORAS ADOLFOI

    Provenienza Rio Negro, Rio Uaupés.
    Taglia Fino a 6 cm.
    Comportamento Tranquillo, vive sul fondo in piccoli gruppi, adatto per l'acquario di comunità, può convivere con soggetti di altre specie più grandi, sono ottimi pulitori del fondo.
    Esigenze Robusto, pH 6,0-7,5.
    Temperatura 22-26 °C
    Riproduzione Difficoltosa.



    CORYDORAS CAUDIMACULATUS

    Provenienza Rio Guapore (Brasile)
    Taglia Fino a 5-6 cm.
    Comportamento Tranquillo, vive sul fondo in piccoli gruppi di circa 6 esemplari, adatto per l'acquario di comunità, può convivere con soggetti di altre specie più grandi, sono ottimi pulitori del fondo.
    Esigenze Robusto, pH 6,5-7,5.
    Temperatura 22-26 °C
    Riproduzione Difficoltosa.
     
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  5. gheagabry
     
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    carpa-koi-herpesvirus-linee-guida




    Carpa Koi - Cyprinus carpio koi
    La Cyprinus carpio koi è una sottospecie della carpa comune. Apprezzata per la vivace colorazione delle squame, è allevata esclusivamente a scopo ornamentale in diverse varietà. Per i giapponesi la Koi simboleggia: forza coraggio, fortuna, prosperità, ricchezza, felicità. La Koi non è solo un pesce ornamentale d’acqua dolce, la sua sintonia con l’uomo e la necessità di attenzioni quasi lo avvicina a un animale domestico. Queste carpe sono creature socievoli, colorate, possono raggiungere il metro di lunghezza e vivere oltre 50 anni, si lasciano accarezzare e nutrire direttamente dalle mani dell’uomo, si affezionano al padrone e ne riconoscono le mani. Esistono moltissime varietà di Koy e si differenziano per colorazione, tipo di scaglie, grandezza; sono divise in varietà monocolori, bicolori e multicolori, possono avere poche scaglie ma grandi (Doitsu), oppure scaglie che sembrano delle pigne (Matsuba), se hanno un aspetto metallico si chiamano Kin-rin se le scaglie sono dorate, Gin-rin se sono argentate. Una varietà di “Koi dal volto umano” è il risultato di una selezione d'allevamento che ha come caratteristica quella di avere una faccia somigliante a quella degli uomini. Ottenuti in secoli di selezione questi pesci sono stati creati per essere guardati dall'alto, cioè mentre nuotano in una pozza o in un laghetto e andrebbero allevati in gruppi di almeno 8-10 esemplari compatibilmente con lo spazio a disposizione, infatti, l'unico inconveniente per poter ospitare il nuovo amico è avere un giardino e dover predisporre un laghetto.

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    Edited by gheagabry1 - 22/1/2020, 17:16
     
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  6. almamarina
     
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    Le meduse

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    Velella velella

    Non urticante
    Assolutamente innocua per l’uomo, anche se è bene non toccarla.

    Habitat
    Comune in Mediterraneo, non vive in sospensione nell’acqua, ma galleggia sulla superficie del mare. Può essere presente in sciami enormi e lunghi anche diversi chilometri. Inevitabilmente trovano una costa, e spiaggiano, ma questo di solito avviene alla fine del ciclo, quando le meduse si sono staccate dalle colonie.

    Come riconoscerla
    Detta anche “barchetta di San Pietro”, non è una medusa ma una colonia galleggiante di polipi. La colonia è di circa 3-7 cm, e i polipi blu sono attaccati a un galleggiante chitinoso munito di una "vela" che porta la colonia a spasso con l’aiuto del vento.
    La colonia, verso la fine della sua vita che dura pochi mesi, produce meduse di pochi millimetri, gli adulti sessuati, che con la fecondazione produrranno altre colonie galleggianti di polipi.



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    Physalia physalis

    Urticante
    Chi viene colpito raramente vede l’animale, sente solo una fortissima scarica. In alcuni casi, l’incontro con Physalia può essere fatale. L’estate scorsa, alcuni bagnanti colpiti da Physalia sulle nostre coste sono stati ricoverati in ospedale.

    Habitat
    Physalia, pur essendo stata segnalata anche in passato, non si incontra di frequente. Nel 2009, però, ha colpito diverse volte nel Mediterraneo Occidentale, in Corsica, in Liguria e lungo le coste della Toscana. Gli esemplari di Physalia (detta anche Caravella portoghese) non vivono in sospensione nell’acqua, ma galleggiano sulla superficie del mare. Inoltre non sono individui singoli, come le meduse, ma sono colonie.

    Scheda
    Physalia non è propriamente una medusa, ma una colonia di forme polipoidi e medusoidi che coesistono.
    Una grande vescica piena di gas, detta pneumatofora, fa galleggiare la colonia composta da polipi dotati di bocca, che ingeriscono le prede, e polipi armati di cnidocisti dotate di un potentissimo veleno, molto efficace anche nei nostri confronti. La pneumatofora di Physalia può misurare 15 centimetri, ma i tentacoli possono raggiungere anche i 20 o 30 metri, se completamente estesi.


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    Pelagia noctiluca

    Urticante

    Habitat
    Nei primi anni Ottanta Pelagia è stata molto abbondante nel Mediterraneo, poi è scomparsa e riapparsa a intervalli più o meno decennali, ma dal caldissimo 2003 la sua presenza è quasi costante nel Mediterraneo occidentale. Pelagia, in piena estate, può formare dei banchi estesi che flagellano le coste anche per mesi.
    La stragrande maggioranza delle punture di meduse sono ascrivibili a questa specie.

    Come riconoscerla
    L’ombrello misura circa 10 cm, è armato di otto lunghi tentacoli che, estesi, possono raggiungere anche i dieci metri. La bocca è dotata di otto lunghe braccia orali, il colore del corpo è violetto. I banchi sono molto fitti e se arrivano a un impianto di maricoltura, i pesci in allevamento possono essere uccisi. Dato che le meduse mangiano anche uova e larve di pesci, l’impatto sugli stock ittici e sulla pesca può essere devastante.


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    Chrysaora hysoscella

    Urticante
    Simile alla Pelagia ma molto meno urticante.

    Habitat
    Vive in Atlantico e si spinge molto a Nord, per esempio nei fiordi norvegesi, dove può raggiungere grandissime densità. In Mediterraneo non è abbondante ma frequente.

    Come riconoscerla
    L’ombrello può raggiungere i 30 cm di diametro, il manubrio (la parte centrale dove c'è la bocca della medusa) presenta quattro braccia orali che possono raggiungere anche un metro di lunghezza. La faccia superiore dell’ombrello è decorata con 16 bande a forma di V che partono dal centro dell’ombrello e raggiungono il margine, dove sono presenti 24 tentacoli, in gruppi di tre.
    Si tratta di un animale molto elegante, un soggetto perfetto per la fotografia subacquea.


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    Cassiopea andromeda

    Urticante
    Non è pericolosissima, ma è meglio non toccarla perché produce muco nel quale sono presenti le cellule urticanti, e se si entra in contatto con quest'ultimo, si possono avere irritazioni.

    Habitat
    Entrata in Mediterraneo dal Canale di Suez, sta risalendolungo le coste turche. All’inizio del 2010 è stata segnalata a Malta, e quindi è arrivata alle porte di casa nostra. Di solito si trova su fondi sabbiosi, ma può essere presente anche su quelli rocciosi.

    Come riconoscerla
    Piccola, massimo 30 cm, sta posata sul fondo marino. L'ombrello è rivolto verso il basso, mentre bocca e tentacoli verso l’alto: per questo Cassiopea viene chiamata in inglese "medusa al contrario". Sta rivolta verso l’alto perché possiede alghe unicellulari come quelle dei coralli delle formazioni coralline che vivono in simbiosi con la medusa e che quest'ultima deve esporre alla luce che filtra nell'acqua.


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    Aurelia aurita

    Non urticante
    Il veleno di Aurelia è innocuo per l’uomo e questa medusa può essere toccata (in Cina è persino un piatto molto popolare (Guarda i piatti etnici più strani del mondo)) anche se come tutte le meduse è molto delicata e i contatti possono danneggiarla.

    Habitat
    Aurelia vive in tutti gli oceani dell’emisfero settentrionale, dove può essere molto abbondante.

    Come riconoscerla
    L’ombrello misura 30-40 cm, ha tentacoli sul margine, il corpo è discoidale, biancastro, con gonadi disposte in quattro cerchi visibili in trasparenza. Il manubrio ha quattro lunghe braccia orali. Molti canali radiali collegano il centro e la periferia dell’ombrello. A differenza di altre specie, molto più delicate, questa medusa vive bene in acquario e quindi può essere osservata negli acquari marini di tutto il mondo.


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    Cotylorhiza tuberculata

    Non urticante
    Innocua per l’uomo, anche se è bene non toccarla, e per le sue caratteristiche probabilmente innocua alla maggior parte dei pesci. Come Rhizostoma, è spesso associata a pesci più o meno grandi che la adottano come rifugio.

    Habitat
    Molto abbondante nel Mediterraneo, specie nelle baie. Nel 2009 è stata frequente nei mari italiani più meridionali, quasi a mostrare una preferenza per le acque più calde.

    Come riconoscerla
    Una delle più belle meduse del Mediterraneo: l’ombrello può misurare anche 30 cm, è molto rigido e tondeggiante al centro, dove ha colorazione rossastra o gialla. La parte più esterna è mobile e la fa procedere con le sue vigorose pulsazioni. Sotto l’ombrello, il manubrio assomiglia a un bouquet di fiori di campo, con bottoni blu-viola, inseriti su tozze braccia. Alcuni tentacoli, anch’essi terminanti con bottoni blu, fuoriescono dal manubrio.
    Cotylorhiza può presentare microalghe che vivono in simbiosi sui propri tessuti, proprio come i coralli delle formazioni coralline tropicali. Funzionalmente, quindi, si può definire una "pianta" anche se si può nutrire di zooplankton


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    Phyllorhiza punctata

    Non urticante
    Come Rhizostoma, non infligge punture dolorose e quindi non costituisce una minaccia per i bagnanti.

    Habitat
    Originaria dell’Australia. Nel 2009 un esemplare è stato visto per la prima volta lungo le coste italiane, precisamente all’isola di Tavolara, in Sardegna

    Come riconoscerla
    Biancastra e coperta di macchie bianche, da cui il nome: una medusa a pois. Appartiene alla stessa famiglia di Rhizostoma, in comune con la quale ha le dimensioni (anche più di 50 cm) e la struttura generale. Si nutre di plancton di crostacei e, probabilmente, di uova e di larve di pesci: è dunque sia un predatore che un competitore dei pesci e può causare l'impoverimento dei mari. Qualche anno fa ha invaso le coste della Florida, causando un improvviso crollo della fauna marina.
    Come Rhizostoma, è commestibile.


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    Carybdea marsupialis

    Urticante
    Carybdea marsupialis è un cubozoo, come le meduse mortali per l’uomo che abitano lungo le coste australiane. Fortunatamente il suo non è un veleno mortale: le sue punture sono molto dolorose, ma gli intensi effetti sono brevi.

    Habitat
    Presente nelle aree più settentrionali dei mari italiani, sempre più frequente lungo le nostre coste. Carybdea è attratta dalla luce e si avvicina alla costa durante la notte

    Come riconoscerla
    Molto piccola, trasparente, con l’ombrello cubico che misura dai 4 ai 5 cm circa, è armata da 4 lunghi tentacoli. Nuota in modo molto vigoroso e si sposta facilmente. Come Pelagia è tipicamente mediterranea e tra le meduse più urticanti dei nostri mari.


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    Rhopilema nomadica

    Urticante
    Fortemente urticante, può essere confusa con Rhizostoma (che è innocua) ma si riconosce perché non ha il caratteristico bordo blu dell’ombrello.

    Habitat
    Il genere Rhopilema è tipico dell'oceano Indiano e Pacifico e non ha rappresentanti atlantici né mediterranei. Non è mai arrivata nei mari italiani, forse perché le temperature non sono abbastanza alte per questa specie tropicale. Negli anni '80 una specie di Rhopilema è diventata improvvisamente molto abbondante lungo le coste israeliane del Mediterraneo: si ipotizza che sia migrata all’interno del Mediterraneo a partire dal Mar Rosso, attraverso il Canale di Suez (da qui il nome di nomadica). Nel Mar Rosso ha causato molti danni alla pesca e al turismo.

    Come riconoscerla
    Le dimensioni non la fanno passare inosservata: può raggiungere gli 80 cm di diametro dell’ombrello e di solito forma sciami estesi. Come detto, Rhopilema non sopravvive a temperature simili a quelle del Mediterraneo occidentale anche se il riscaldamento globale potrebbe spianare la strada all’espansione di questa medusa.


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    Drymonema dalmatinum

    Molto urticante
    Fortemente urticante e pericolosa dato le sue grandi dimesioni.

    Habitat
    Heckel, un grande naturalista tedesco, la descrisse per la prima volta nel 1880: una grande medusa nelle coste della Dalmazia, in Adriatico, e la chiamò Drymonema dalmatinum. Per molti anni quella descrizione fu l'unica testimonianza della esistenza di questa specie, ma nel 1940 un altro ricercatore (Stiasny) la ritrovò, sempre sulle coste orientali dell'Adriatico. Poi più nulla, per decenni. Fino a quando Drymonema non diventò un flagello, per qualche tempo, lungo le coste di Puerto Rico. Ora è riapparsa lungo le coste croate e quindi potrebbe facilmente arrivare in acque italiane.

    Come riconoscerla
    Drymonema è una specie molto rara, molto simile alla medusa più grande del mondo, la Cyanea capillata dei mari nordici che raggiunge anche i 2 metri. Anche Drymonema è di notevoli dimensioni: può arrivare fino a 1 metro di diametro ed è la più grande medusa del Mediterraneo.
    Come è possibile che un animale così grande possa passare inosservato per decenni? Probabilmente trascorre questi lunghi periodi sul fondo del mare, in forma di piccoli polipi attaccati alle rocce. I polipi possono vivere (come piccoli coralli) per decenni e poi, all'improvviso, produrre meduse. A volte poche, quel tanto che basta per formare nuovi polipi con i processi riproduttivi. Ma se le condizioni diventano favorevoli, le meduse possono diventare miliardi


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    Olindias phosphorica

    Urticante
    Leggermente urticante, quel tanto che basta per rovinare una giornata.

    Habitat
    Negli anni scorsi è stata molto abbondante lungo le coste della Tunisia e ha causato problemi all’industria del turismo. Nel 2009 la presenza di queste meduse lungo le nostre coste è stata sporadica. Non formano mai banchi estesi, ma possono essere localmente abbondanti.

    Come riconoscerla
    Come Aequorea forskalea è un’idromedusa ma a differenza di quest'ultima è urticante e più piccola: arriva a 6 cm. Gemma lateralmente da forme polipoidi che vivono fissate al fondo. Dopo un periodo di riposo, batte vigorosamente l’ombrello e sale verso la superficie, per poi lasciarsi cadere di nuovo verso il fondo con i tentacoli espansi. Durante la discesa la medusa pesca e cattura il plancton di cui si nutre. Vedendole salire dal fondo. si ha l’impressione che queste meduse ci stiano attaccando ma non è così.


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    Mnemiopsis leidyi

    Non urticante
    Gelatinosa come gli cnidari, ma non ha cnidocisti e quindi non è velenosa. Innocua per l’uomo, ma molto dannosa per per l’ecosistema marino.

    Habitat
    Arrivata nel Mar Nero negli anni ‘80 trasportata dalle acque di zavorra delle petroliere americane, è rimasta confinata in quel bacino per decenni. Nel 2009, però, è entrata in grandi quantità in tutto il Mediterraneo e ora ha invaso la laguna di Orbetello.

    Come riconoscerla
    Mnemiopsis leidy è uno ctenoforo, un organismo gelatinoso lungo poco più di 10 cm e con il corpo lobato di forma ovale. Non nuota con le pulsazioni del corpo (come fanno le meduse), ma è dotato di otto bande ciliate che, battendo, fanno da propulsori. Nel Mar Nero, dove l’ecosistema era già indebolito da inquinamento e sovrappesca, Mnemiopsis leidyi ha depauperato le risorse ittiche mangiando le uova e le larve dei pesci (e anche le prede planctoniche delle larve stesse). Non si sa se il suo impatto nel Mediterraneo sarà come quello subito dal Mar Nero ma gli effetti sono subdoli, perché questi predatori non fanno scomparire i pesci con la loro presenza bensì i futuri pesci.


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    Rhizostoma pulmo

    Non urticante
    I tentacoli sono corti e non sono armati di cnidocisti pericolose per noi. Non ci può far male, e guardarla nel suo ambiente è uno spettacolo.

    Habitat
    Vive in abbondanza lungo le nostre coste. Queste grandi meduse, spesso presenti in grandissima quantità, diventano dei microcosmi utilizzati da altri organismi e quindi riparo per pesci che vengono trasportati dalle correnti. tra le sue braccia orali si possono trovare anche piccoli granchi che vivono comodamente.

    Come riconoscerla
    La medusa più grande del Mediterraneo (dopo Drymonema): il diametro del suo ombrello può arrivare a 60 cm e può pesare fino a 10 chili. Il colore è bianco, con un orlo blu lungo il margine dell’ombrello. Il manubrio è grande: assomiglia a un cavolfiore bianco. Non ha una sola grande bocca, ma tante piccole bocche.
    Il portamento di Rhizostoma è maestoso, le pulsazioni sono lente e possenti. Per molti popoli del sud est asiatico, soprattutto i cinesi, è un piatto prelibato


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    Aequorea forskalea

    Non urticante
    Piccola e innocua perché priva di cnidocisti pericolose per noi.

    Habitat
    Mai molto abbondante lungo le nostre coste, anche se localmente può presentarsi in grosse concentrazioni.

    Come riconoscerla
    E' un’idromedusa che gemma da forme polipoidi che vivono sul fondo marino. Non ha grandi dimensioni: raggiunge al massimo 10 cm di diametro. Si distingue facilmente dalle altre meduse per i tantissimi canali radiali che congiungono il centro e il margine dell’ombrello appiattito. La bocca e il manubrio sono inseriti in un bulbo gelatinoso che parte dal centro dell’ombrello e si proietta verso il basso. Ha permesso l’isolamento della proteina verde fluorescente (GFP), una sostanza alla base della fluorescenza di molte meduse. La scoperta di questa proteina ha permesso di sviluppare nuove tecniche per la diagnosi di malattie e la ricerca nel campo della biologia molecolare. Questa scoperta ha portato ad applicazioni in campo diagnostico, permettendo di marcare specifiche linee cellulari. La scoperta della GFP è valsa ai ricercatori americani Osamu Shimomura, Martin Chalfie e Roger Tsien il premio Nobel per la chimica nel 2008.


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    Salpa democratica

    Non urticante
    Come tutti i taliacei (forme erbivore che filtrano l’acqua marina attraverso le loro branchie coperte di muco che intrappola il fitoplancton e i batteri), le salpe non hanno né cnidocisti né colloblasti. Sono quindi innocue per noi ma ci danneggiano perché la loro presenza impoverisce il mare.

    Habitat
    Le salpe democratiche formano banchi molto estesi che si sviluppano lontano dalla costa.

    Come riconoscerla
    Salpa democratica si chiama così perché può formare lunghe catene di zooidi a forma di barilotto, con una evidente macchia arancione ben visibile in trasparenza. Le catene (o colonie) possono essere lunghe anche 6 metri. Le esplosioni demografiche di questi animali sono improvvise e durano solo pochi giorni
     
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  7. ZIALAILA
     
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    medusa_0

    Dalle meduse si puo' avere eletticita'
    Scoperto sistema all'universita' di Goteborg, in Svezia
    09 settembre, 19:36

    ENERGIA ALTERNATIVA -
    Da sempre l’uomo studia la natura, affascinato dalle sue meraviglie e attirato dai meccanismi che ne regolano i ritmi. Per questo non è raro che, sull’esempio del comportamento di fauna e flora, scienziati ed esperti cerchino di sintetizzare in laboratorio le strategie che Madre Natura utilizza da secoli. Stavolta ad essere sotto analisi è una proteina fluorescente contenuta nelle meduse che, come rivelato in uno studio condotto dall’Università svedese di Goteborg

    Le meduse, conosciute piu’ che altro perche’ fastidiose, potrebbero invece avere un’applicazione ‘utile’: uno studio svedese ha trovato il modo di utilizzarle per produrre energia elettrica. I ricercatori dell’universita’ di Goteborg hanno realizzato un pannello formato da due elettrodi di alluminio con un piccolo spazio in mezzo , piazzati sopra una base di ossido di silicio. Lo spazio e’ stato riempito con poche gocce di una proteina fluorescente estratta dalla medusa, che si e’ disposta da sola in ‘fili’ fra gli elettrodi. Una volta esposta alla luce ultravioletta, riporta la rivista New Scientist, la proteina assorbe fotoni ed emette elettroni, che viaggiano nel circuito producendo elettricita’. “Questo tipo di celle – spiegano gli autori – sono molto piu’ economiche di quelle tradizionali, perche’ non richiedono l’aggiunta di materiali costosi e possono essere messi direttamente sopra gli elettrodi, senza procedimenti complicati .
    L ’applicazione pensata per tali dispositivi, suggerita da Zackary Chiragwandi, a capo del team di ricerca, potrebbe consistere nel collegamento a nano-dispositivi che spesso vengono impiantati negli organismi viventi, ad esempio per monitorarne lo stato di salute
    Questa non e’ l’unica fonte di energia che potrebbe provenire dal mare: un team di ricercatori dell’universita’ statunitense di Cambridge ha realizzato una cella simile utilizzando alcune alghe fotosintetiche, e un primo prototipo, in grado di far funzionare un orologio, e’ gia’ stato prodotto.

    fonte Ansa

    ..interessante .... avra' sviluppi ?

    Edited by gheagabry1 - 22/1/2020, 17:18
     
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  8. ZIALAILA
     
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    Guppy ( Poecilia Reticulata )



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    I Guppy sono i pesci d' acquario piu' variopinti : i maschi possono avere sfumature del rosso , blu , verde , giallo , porpora , grigio ..solo per accennarne alcune
    Sono facili da mantenere per cui sono diventati tra i piu' comuni pesci d'acquario : una varieta' molto decorativa per l'aspetto della coda è il Ribbon tail o il Red Dragon tail


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    Il guppy è originario del centro-America ma oggi è diffuso nella maggior parte delle zone calde del pianeta ove è stato introdotto per contrastare la malaria (si nutre infatti di larve di zanzara e, come è noto, le zanzare del genere Anopheles veicolano i Protozoi del genere Plasmodium che causano la malaria).


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    In acquariofilia , la forma selvatica è ormai molto rara da ritrovarsi nel circuito commerciale, soppiantata dalle ben più vistose forme ottenute dopo tanti anni di selezione iniziata con le prime importazioni per allevatori europei all’inizio del secolo scorso.



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    L'allevamento in acquario di questa specie inizia negli anni 50: partendo dalla livrea originaria sono state sviluppate e selezionate decine di varietà coloratissime e dalle caratteristiche code di varie forme.
    Tra le più comuni c'è quella che presenta il maschio con un corpo blu scuro e una coda a ventaglio dall'arancione al fucsia, oppure le diverse livree con screziature e zebrature gialle, rosse, verdi e blu


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    Il Poecilia reticulata è un pesce assolutamente pacifico, che ama vivere in gruppi. Le sue dimensioni non vanno oltre i 5 cm circa di lunghezza, le femmine sembrano crescere un po' di più rispetto ai maschi.
    Il comportamento aggressivo di altri pesci lo potrebbe danneggiare, bene scegliere compagni che possano amare una vita tranquilla.


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  9. ZIALAILA
     
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    PESCE DISCO



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    Il genere Symphysodon raggruppa due specie di pesci d'acqua dolce comunemente conosciuto come Pesce disco o re dell'acquario : SYMPHYSODON DISCUS e SYMPHYSODON AEQUIFASCIATA .
    Il primo discus fu raccolto nel Rio Negro dal naturalista austriaco Johann Natterer negli anni trenta del XIX secolo, nel corso di un suo lungo viaggio in Amazzonia e Mato Grosso; Negli anni successivi furono trovati discus un po' dappertutto da ittiologi che esploravano il bacino amazzonico; si ebbe così modo di constatare l'esistenza di decine di varietà, ma per oltre un secolo esse furono tutte considerate, appunto, semplici varietà o sottospecie di Symphysodon discus.
    Fu solo nel 1960 che l'ittiologo americano Leonard P. Schultz classificò ufficialmente la seconda specie di discus, chiamandola Symphysodon aequifasciatus .



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    HABITAT
    Il genere è distribuito in tutto il bacino del Rio delle Amazzoni. Abita acque calme e relativamente fonde , la temperatura dell'acqua va dai 23 ai 28 °C,



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    I pesci disco (o discus) presentano un corpo fortemente compresso ai fianchi ma massiccio e grande. Di profilo hanno forma discoidale e di lunghezza superano facilmente i 20 cm.
    Pacifico, e relativamente socievole forma spesso fitti branchi numerosi (diverse decine di individui), all'interno dei quali si instaura una gerarchia che raramente porta a conflitti cruenti .


    Tutte e due le specie e tutte le varietà vengono allevate e riprodotte con successo in acquario : Symphysodon aequifasciatus è delle due la specie oggi più diffusa in acquario. Tra le varietà di colore selezionate spiccano la "Red spot", la "Brown" e la "Pigeon Blood

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  10. ZIALAILA
     
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    PESCE PAGLIACCIO




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    il pesce pagliaccio - Amphiprion ocellaris vive nelle barriere coralline dell'Oceano Indiano e Pacifico , in simbiosi tra i tentacoli di un 'anemone : è il pesciolino arancione reso celebre dal film Disney “Alla ricerca di Nemo”.


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    E' un pesce che può essere allevato in acquario anche se abbastanza sensibile ad alcuni parassiti della pelle .
    E' uno dei pochi pesci marini riprodotto in cattività.




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    Una curiosita' . Vi sono molte specie di animali che nel corso della loro vita cambiano il loro sesso: inizialmente femmine diventano maschi o viceversa ... tra queste vi è anche il PESCE PAGLIACCIO ...

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    La colonia che vive in un anemone è dominata da una femmina adulta (l’individuo più grande); il secondo, in ordine di grandezza, è un maschio maturo, gli altri sono individui immaturi : alla morte della femmina, il maschio maturo cambia sesso ed il più grande degli immaturi si trasforma in un maschio attivo. Si parla in questo caso di ermafroditismo sequenziale.


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    Il pesce pagliaccio vive in simbiosi con quattro specie diverse di anemoni . Il pesciolino fornisce alimenti e si rende utile rinnovando e aerando l'acqua con i suoi movimenti




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    Gli anemoni sono molto letali per gli altri pesci, che finiti nei loro tentacoli vengono dapprima storditi e poi inghiottiti. Per il pesce pagliaccio la cosa non accade dato che la mucosa che secerne e che ricopre il suo corpo lo rende immune al veleno dell’anemone .


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  11. ZIALAILA
     
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    PESCE SCALARE




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    PTEROPHYLLUM scalare, comunemente chiamato scalare è un pesce tropicale d'acqua dolce diffuso nel bacino del Rio delle Amazzoni


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    La livrea selvatica presenta un fondo argenteo (con dorso giallastro e ventre tendente al bianco) con quattro strisce verticali bruno-nere (sette nella livrea giovanile).
    L'allevamento per mano dell'uomo ha portato a selezionare numerose varietà, le più diffuse delle quali presentano pinne molto sviluppate. Le livree oggi esistenti sono numerose : dagli scalari marmorizzati agli scalari totalmente neri; dagli scalari Koi agli scalari testa gialla, fino ad arrivare a varietà con riflessi rossi, bluastri o verdi


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    Lo scalare è sicuramente tra i pesci d'acquario d'acqua dolce più conosciuti .

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    lo Scalare forma coppie monogame che rimangono fedeli tutta la vita: se uno dei due dovesse morire, difficilmente l'esemplare rimasto trova un altro compagno



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  12. gheagabry
     
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    Anche i pesci in alcuni casi hanno le ali, ma non servono quasi mai per volare.
    Pesci con le ali sono gallinelle, civetta e rondini di mare.
    Di questi, solo la rondine utilizza le grandi pinne pettorali per compiere lunghi balzi fuor d’acqua, salti che potrebbero anche intendersi come dei brevi tragitti di volo planato.
    Ma vediamo un po’ meglio di capire quante sono le specie di pesci con le ali che il Mediterraneo ospita nelle sue acque, quante di queste rappresentano un incontro probabile per chi si tuffa sott’acqua nello stretto e quali infine sono disposte a mettersi in posa per il fotografo.
    Intanto conosciamo i pesci che volano veramente saltando fuor d’acqua, quelli che sott’acqua non avremo modo di osservare quasi mai.
    Di pesci volanti se ne conoscono tre specie, tutte appartenenti all’ordine dei beloniformi, famiglia Exocetidae; sono la rondinella di mare (Danichthys rondeletii), il rondone di mare (Cypselurus heterurus) e il più raro pesce rondine (Exocoetus obtusirostris).



    Le tre specie si somigliano molto ed hanno in comune molte caratteristiche, prima tra tutte, ovviamente, la forma delle pinne pettorali, molto sviluppate e simili a delle ali. Occhi grandi, colorito blu intenso sul dorso che sfuma sui fianchi fino all’argento del ventre, coda con lobo inferiore molto più sviluppato del superiore sono le altre peculiarità di pesciolini medio piccoli (20-25 cm massimo tranne nel caso del rondone che può raggiungere i 40 cm) ma molto attivi e abituati alla vita pelagica. Il più comune tra i tre è la rondinella; tutti e tre son capaci di librarsi in un volo planato e i loro salti fuor d’acqua sfruttano le correnti ascensionali per sollevarsi fino a 50 cm (ma a volte anche un metro e più) dal pelo dell’acqua.
    Osservare questi pesci dalla barca, nel mare dello stretto, è un vero spettacolo. E non è raro che qualcuno si tuffi dentro la barca, disorientato e sovente spaventato dalle eliche di un motore.
    Come il professore Costa ci racconta sul suo libro “Atlante dei pesci dei mari italiani”, questi animali possono compiere voli lunghi anche cento metri e, se le correnti d’aria son giuste, librarsi anche fino a cinque metri di altezza sulla superficie, usando la coda per il decollo (sfruttata quando ancora immersa e mossa con ritmi che raggiungono le cinquanta battute al secondo) e le pinne pettorali ben aperte per il volo.

    Ma se andiamo ad immergerci raggiungendo il fondale, gli unici pesci con le ali che avremo modo di osservare da vicino saranno pesci “non volanti”, come alcune specie di gallinelle e lo splendido pesce civetta.
    Quando mi immergo sulla sabbia, specie di notte, non aspetto altro che di trovare qualche capone gallinella o qualche capone ubriaco, le due specie più comuni ma bellissime, esaltanti per chi osserva e fotografa la biodiversità dei pesci mediterranei.



    Capone gallinella



    Il capone gallinella (Trigla lucerna) è uno dei più grandi della famiglia, potendo raggiungere anche i 70 cm di lunghezza.
    Di notte lo si può avvistare in due modi: allo scoperto, poggiato sul fondo, o insabbiato, parzialmente o completamente.
    Quando è allo scoperto, il capone reagisce alla luce e all’avvicinamento del sub irrigidendosi e aprendo le pinne pettorali, il suo punto di forza, che gli consentono di planare nei pressi del fondo durante i suoi brevi ma rapidi spostamenti.
    Quando è insabbiato, si lascia avvicinare più facilmente, anche se risulta meno fotogenico poiché le sue pinne colorate sono piegate lungo i fianchi e nascoste sotto la sabbia.
    Di solito è il possente capo a sporgere dal fondo e a controllare la situazione nei dintorni.



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  13. gheagabry
     
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    Capone ubriaco






    Analogo atteggiamento è tenuto dal capone ubriaco (Trigla lastoviza), più piccolo del precedente, non superando in genere i 25 cm (in casi rari arriva a 40 cm), ma col corpo più colorato, in genere rosso e arancio con sfumature di marrone scuro; livrea meravigliosa che va ad aggiungere valore a un pesce già particolare per le sue pettorali ampie e cromaticamente esaltanti.



    Le pettorali delle due specie di gallinelle esaminate sono verdastre o violacee con bordatura azzurra. Molto evidenti, su di esse, sono i raggi, quasi un bassorilievo; nel capone gallinella le pettorali presentano poi una caratteristica macchia nera, puntinata di bianco, situata nel punto di impianto. Le pettorali del capone ubriaco, invece, si distinguono per la presenza, sul colore di fondo, di puntinature azzurre.


    Che incanto osservare le gallinelle mentre si spostano sul fondo con le pettorali aperte: l’ennesimo miracolo della natura.
    Al tutto bisogna poi aggiungere la presenza, davanti a ogni pinna del petto, di tre raggi della stessa liberi, allungati e filiformi. Tali appendici sono usate dalle gallinelle per i movimenti sul fondo, nei piccoli spostamenti, tanto che sembra di vedere un pesce che “cammina” e setaccia il fondale.
     
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  14. gheagabry
     
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    Un’altra peculiarità che contraddistingue le gallinelle è il loro verso, un grugnito generato dalla vibrazione delle pareti della vescica natatoria, organo che in questa specie ha pareti piuttosto spesse.
    Il grugnito emesso è forte, sott’acqua si sente molto bene, anche se difficilmente l’animale in natura usa produrre un simile suono, conosciuto per lo più da chi ne fa oggetto di pesca e stringe il pesce tra le mani.
    Sui fondali sabbiosi dello stretto mi capita di osservare anche altre specie di gallinelle, anche se più raramente: è il caso del capone gorno (Eutrigla gurnardus) e del capone lira (Trigla lyra).



    capone gorno



    capone lyra
     
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  15. gheagabry
     
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    Pesce civetta o Dactylopterus volitans.




    Il nome scientifico attualmente utilizzato non sembra appropriato a questa specie visto che, nonostante le pinne pettorali enormi, più grandi, rispetto al corpo, che nelle altre specie di pesci con le ali appena esaminate, non è capace di volare; forse, e solo secondo qualche autore, potrebbe compiere qualche piccolo salto fuor d’acqua.
    Somiglia molto alle gallinelle, nel suo aspetto generale (tanto che a volta viene scambiato) ma, ad un’osservazione attenta, si fa presto a distinguerlo per tutta una serie di caratteri evidenti e unici.
    Incontrare un civetta sott’acqua è un evento importante, sia per la scarsa frequenza della specie, sia per il suo comportamento insolito. Il civetta, al cospetto del sub, in genere mantiene la calma, forse turbato dalla luce.
    Se disturbato, apre le sue enormi pinne, ali colorate con screziature e bordo azzurri su fondo bruno verdastro e tutta una serie di macchie rotondeggianti bianche e marroni alle estremità laterali.
    Una volta aperte la “ali”, il pesce mette quindi in atto tutta una serie di virate su se stesso e di planate sul fondo, da sbalordire il più incallito dei subacquei.
    Le pettorali sono formate da due parti distinte: una anteriore, più stretta e corta, formata da sei raggi ripiegati in basso: una posteriore, che si espande in forma di ala molto ampia, carattere fondamentale di tutti i componenti la famiglia dei Dattilopteridi.
    Il pesce civetta può raggiungere e anche superare i 50 cm di lunghezza totale.



    Il suo affusolato corpo, di colore verdastro e/o nocciola con puntinature azzurre e verdi, sfuma sul rosa dei fianchi e sul bianco del ventre. Presenta inoltre una serie di fasce scure verticali, che si alternano su un colore di fondo verde o nocciola.
    La testa è coperta da una corazzatura di placche ossee granulose, che nella regione cefalica dorsale si prolungano in due punte striate, acute come pugnali. Anche le ossa opercolari sono allungate alla base, a forma di pugnali con la punta rivolta verso la coda.
    Gli occhi son grandi e molto “espressivi” (forse per me…) e risaltano sul resto del corpo per la caratteristica colorazione arancio.
    La struttura di questo pesce, come avremo intuito molto robusta, lo vede cosparso di grandi squame ctenoidi molto ravvicinate e di una vera e propria armatura ossea.
    Ad ogni lato della base della pinna caudale vi sono due lunghe protuberanze formate da scudetti squamosi, dentellati e taglienti.
    La pinna caudale, che nei giovani ha il bordo posteriore cuneiforme, cambia di forma con la crescita per divenire dapprima a margine dritto e poi incavato al centro.
    Unico nel suo genere, il civetta è un soggetto che affascina i fotosub; è un pesce che fa sempre colpo su chi lo osserva, anche se i fortunati che hanno questo privilegio son davvero pochi.
    Le acque dello stretto possono contribuire ad aumentare le probabilità di un incontro, ammesso che ci si immerga di notte e nei luoghi indicati.



    Come il professore Costa racconta, in alcuni lidi dello stretto il civetta è chiamato “Cantalanotte” in virtù delle sue capacità canore.
    Non è la vescica natatoria, come per le gallinelle: questa volta è lo sfregamento delle placche ossee all’origine del suono, causato dai pescatori che lo tengono in mano manovrandolo come un soffietto (povero pesce…).





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    Edited by gheagabry - 6/11/2010, 23:42
     
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