SCIMMIE ... SCIMPANZE' ... GORILLA .

...i nostri antenati....

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    Edited by gheagabry1 - 23/3/2020, 18:17
     
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    LA SCOPERTA
    "Trovato l'anello mancante
    tra la scimmia e l'uomo"

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    Grande attesa per l'annuncio ufficiale del ritrovamento di uno scheletro di ominide
    perfettamente preservato in una cava di calcare in Sudafrica

    LONDRA - L'anello mancante tra la scimmia e l'uomo sarebbe stato finalmente trovato. Si tratta di una nuova specie di ominide, un bambino, i cui resti saranno mostrati per la prima volta giovedì. La nuova specie si colloca evolutivamente e temporalmente tra l'australopiteco presente in Africa 3,9 milioni di anni fa, e l'Homo habilis, nostro progenitore di 2,5 milioni di anni fa.

    La nuova specie non ha ancora un nome. Autore del ritrovamento è stato il sudafricano Lee Berger dell'università di Witwatersrand di Johannesburg nella caverna di Malacapa, nell'area sudafricana di Sterkfontein. La zona è soprannominata "culla dell'umanità". Si ritiene che la grotta abbia riparato i resti dagli elementi naturali e li abbia preservati intatti. Il professor Berger e i suoi collaboratori non hanno ancora fatto dichiarazioni sull'entità della loro scoperta ma nella comunità internazionale, scrive la stampa britannica, l'aspettativa è molto elevata. Si ritiene che, se la scoperta colmasse davvero alcune lacune nella catena evolutiva, l'intera storia dell'evoluzione potrebbe essere integrata in modo significativo.

    Resti di specie analoghe erano stati già trovati in passato, ma si è sempre trattato di ritrovamenti di frammenti di ossa. Esperti che hanno visto lo scheletro del bambino, riporta oggi il Daily Mail di Londra, dicono che presenta caratteristiche dell'Homo habilis, e dicono che potrebbe gettare luce sul periodo in cui i nostri antenati cominciarono a camminare in posizione eretta. Il professor Phillip Tobias, un antropologo che è stato fra i primi a identificare l'Homo habilis come una specie umana nel 1964, ha celebrato la scoperta come "meravigliosa" ed "entusiasmante". "Scoprire un intero scheletro, invece di un paio di denti o un osso di un braccio, è una rarità", ha detto il professor Tobias al Daily Telegraph. "Un conto è trovare una mascella con un paio di denti, un altro trovare una mascella attaccata a un teschio, e tutti e due attaccati a una colonna vertebrale, un bacino e delle ossa pelviche".
    (04 aprile 2010)



    gli scimpanze'..




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    La popolazione degli scimpanzè dell’Africa occidentale è considerata ormai da tempo una specie in pericolo, che rischia l’estinzione. La percentuale di incremento nella decimazione di questi esemplari della Costa d’Avorio è davvero allarmante.
    Secondo un recente studio effettuato dai ricercatori del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology sembrerebbe, infatti, che gli scimpanzé siano diminuiti, in quest’area del continente nero, di circa il 90% negli ultimi vent’anni.
    Questo significa che la popolazione è stata quasi totalmente annientata, passando dai 12.000 esemplari di un tempo ai 1.200 censiti attualmente.
    I fattori principali di questo declino sono stati individuati dai ricercatori nell’aumento del fenomeno della deforestazione e nel bracconaggio.
    Cià che rende particolarmente grave l’ultima drammatica analisi raccolta dagli studiosi è che la Costa d’Avorio veniva de sempre indicata e considerata come una delle ultime fortezze per questa specie (Pan troglodytes verus). Prima di questo studio, infatti, si stimava che a vivere nell’area fosse una popolazione di scimpanzè compresa tra gli 8.000 e i 12.000 esemplari. Questa stima si basava su un censimento effettuato nel 1989 e nel 1990.
    Quando gli scienziati hanno effettuato l’ultimo censimento nel 2007 la sorpresa è stata decisamente amara, perchè non si aspettavano un simile disastro.
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    Secondo gli studiosi, per scongiurare i rischi di un’estinzione totale nell’area occorre prendere seri provvedimenti per proteggere la specie nelle riserve, combattendo più duramente il bracconaggio ed evitando che si disboschino senza ritegno le foreste in cui vivono gli scimpanzé. Molti esemplari sono infatti cacciati per la loro carne. Anche nelle foreste rimaste intatte il silenzio, dunque, è disarmante, sconfortante, innaturale. Non ci sono più scimpanzè. L’ennesimo segno del declino a cui l’uomo sta condannando decine di specie animali e vegetali.
    Il precipitare degli eventi, con la scomparsa di centinaia di esemplari, è stato infatti correlato dagli esperti all’aumentata popolazione umana sul territorio, che ha intensificato il fenomeno della deforestazione e della caccia spietata.
    Una speranza, però, c’è. Sembra, infatti, che nella riserva del Tai National Park, gli esemplari si siano meglio salvati dalla decimazione, che li ha colpiti più di striscio, anche se le guerre civili che insanguinano la zona dal 2002 sembrano non lasciare intatte nemmeno le zone protette e le riserve naturali.
    I dettagli completi dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Current Biology.
     
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  4. ZIALAILA
     
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    LO SCIMPANZE'

    HABITAT


    224037_131203_c5_scimpanze



    Gli Scimpanzé (Pan Troglodytes), si trovano in 21 Stati Africani, dalla costa ovest del continente fino alle regioni occidentali di Uganda, Rwanda, Burundi e Tanzania.
    Le maggiori concentrazioni di Scimpanzé si trovano nelle foreste pluviali della fascia equatoriale. Sfortunatamente, la rapida deforestazione in Africa ha ridotto tale fascia solo a frammentate macchie di foresta. Tuttavia, possono muoversi in zone piuttosto aride, come nel sud-ovest della Tanzania e in Senegal.
    Scimpanzé si trovano in foreste secondarie, in boschi aperti, foreste di bamboo, foreste paludose e anche nella savana aperta con fasce di foresta fluviale e foreste di savana a mosaico. In queste zone, si avventurano raramente nella savana, e solo per spostarsi da una macchia della foresta alla successiva.

    Gli scimpanzé necessitano di una fonte d’acqua e di molta varietà di frutti.

    Sono onnivori e mangiano non soltanto frutta, noci, semi, fiori, foglie ecc, ma anche molti tipi di insetti e la carne di mammiferi di media taglia che essi cacciano.

    Gli scimpanzé, come gli esseri umani, sono capaci di vivere in una gran varietà di habitat, diversamente dall’orango o dal gorilla che in natura hanno diete più specializzate.

    Gli scimpanzé hanno il pelo nero, mentre la nuda pelle del viso (ad eccezione dei peli sul mento), delle orecchie, del palmo delle mani e della pianta dei piedi, va dal nero al rosato. I piccoli hanno una pelle molto pallida in queste zone e un ciuffo bianco come coda, che scompare poi non appena adulto.
    Le braccia degli scimpanzé, più lunghe delle gambe, permettono loro di allungarsi a raccogliere frutti che crescono su rami sottili che non reggerebbero il loro peso.
    Possono arrampicarsi sugli alberi e dondolarsi da un ramo all’altro con le braccia.

    Quando si spostano solitamente camminano per terra e sono conosciuti come “camminatori sulle nocche” (appoggiano la pianta dei piedi e il dorso delle articolazioni delle dita al suolo).
    Gli scimpanzé possono anche camminare eretti, in posizione bipede, quando trasportano qualcosa in mano o guardano oltre l’erba molto alta.




    TENEREZZE ........ DI MAMMA SCIMPANZE'

    Edited by gheagabry1 - 23/3/2020, 18:24
     
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  5. lella06
     
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    GRAZIE
     
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    e.allora ascolta..c'era una volta..
    tanto tempo fa'..
    il primo uomo sceso da..un ramo..per curiosita'...
    poi..quest'uomo..non e' piu' solo..
    nasce una tribu'.
    e..poi di piu'...e..poi..di piu'
    ................

    La storia della scimmia che diventa uomo



    I più antichi primati, noti attraverso i fossili, risalgono a circa 65 milioni di anni fa. Le caratteristiche che distinguono un primate sono la capacità di vivere sugli alberi e un alto grado di socialità. Analizzando il suo corpo si nota una certa flessibilità degli arti, il mantenimento delle cinque dita nelle mani e nei piedi, una tendenza all’ingrandimento del corpo e all’espansione del cervello e la capacità delle mani di “manipolare” (una delle caratteristiche più umane che ci siano). L’evoluzione dei primati è stata notevolmente influenzata dalla tettonica a placche. In Africa orientale, centro d’attenzione privilegiato per lo studio del processo evolutivo che ha condotto dai primi ominidi all’uomo moderno (ominazione), il Miocene ha visto avvenire la prima diffusione documentata dei primati ominoidi, i membri della superfamiglia che include scimmie antropomorfe e uomini.

    Edited by gheagabry1 - 23/3/2020, 18:24
     
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    Jane Goodall, l’ambasciatrice degli scimpanzé

    A chi non piacerebbe parlare con gli animali come si dice facesse San Francesco?


    Primo piano di Jane Goodall con un piccolo gorilla
    Non è stato però il frate di Assisi ad avere influenzato la britannica Jane Goodall, una delle più stimate etologhe ed antropologhe del mondo, la donna che è riuscita a codificare il linguaggio degli scimpanzé riuscendo addirittura a dialogare con loro. Al Museo Tridentino di Scienze Naturali di Trento, il Dr Jane, come la chiamano oramai affettuosamente in tutto il mondo, è arrivata in occasione del decennale della Fondazione Jane Goodall Institute Italia per ricevere il titolo di Conservatrice Onoraria, ma già nei primi mesi del 2010 l’attende un altro importante traguardo, ricorre infatti il 50enario della sua partenza per Gombe, il viaggio che ha dato il via a tutta la sua avventurosa vita.

    Nel 1960 infatti, la poco più che ventenne Jane Goodall con addosso soltanto una grande passione per gli animali, partì da Londra per l’Africa e non immaginava certamente che per dedicarsi allo studio dei primati avrebbe vissuto metà della sua esistenza tra gli alberi del Gombe Stream National Park in Tanzania (all’epoca Gombe Stream Chimpanzee Reserve).
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    Sebbene da ragazza le piacesse frequentare il Museo di Storia Naturale di Londra, la ragione per cui la sua esistenza ha preso questa piega ha radici ancora più antiche. “Quando avevo 10 anni lessi diversi libri che narravano le avventure di Tarzan, il personaggio immaginario inventato da Edgar Rice Burroughs. E sono state quelle mitiche imprese a colpire la mia fantasia, a farmi sognare di vivere come lui e ad innamorarmi per sempre del continente africano. Guardavo l’Africa su una mappa del mondo e mi dicevo, presto ci andrò”.

    Si dice che nel nome ci sia un destino quindi non stupisce che ‘lui Tarzan, lei Jane’, anche se a determinare il destino della signora Goodall fu soprattutto l’incontro con il famoso paleontologo Louis Leakey che la scelse per alcuni studi pioneristici da fare in mezzo alla natura della Tanzania, convinto che studiando il comportamento di queste scimmie si sarebbe capito quello umano visto che il loro DNA è diverso solo per l’1% dal nostro.

    “Quando arrivai la prima volta nel Parco di Gombe, forse perché ero giovane, le autorità non mi facevano muovere liberamente da sola e allora, per i primi mesi, mi raggiunse mia madre Vanne che mi incoraggiò sempre.

    Vivevamo dentro una tenda in condizioni primitive, ma era un sogno che si realizzava, tutto il giorno in giro per la foresta da sola e quando calava il buio tornavo alla tenda e cenavo con mia madre, momenti semplici eppure ricordo quei giorni come tra quelli più felici. Tutte le mie straordinarie memorie sono legate all’Africa e alla vita selvaggia vissuta nella giungla, non solo nel Gombe, ma anche nel Serengeti o nel cratere vulcanico del Ngorongoro, sempre in Tanzania”.
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    Il Dr Jane, all’inizio derisa come pazza perché l’establishment scientifico considerava gli animali incapaci di sentimenti e pensieri mentre lei osò pubblicare i suoi studi parlando di ‘comportamento umano’ dei primati, non avrebbe mai nemmeno pensato che quelle ricerche diventassero la sua personale bandiera a favore della biodiversità e un impegno fattivo per salvare il pianeta.

    Sebbene voglia precisare: “Non ho mai desiderato essere uno scimpanzé, ma solo vedere almeno una volta il mondo con i loro occhi.

    Sono animali per cui i bambini provano una particolare attrazione, per questo sono stati inseriti nei progetti didattici di molte scuole. Sono capaci di gesti di affetto e nel loro linguaggio non verbale hanno abbracci, baci, rabbia, stati d’animo simili ai nostri.

    Personalmente i miei sforzi, però, non sono indirizzati alla difesa dei diritti degli animali, quanto a rendere più responsabili gli uomini. Di conseguenza verrà il resto”.

    Oggi Jane Goodall è Messaggero di Pace per l’Onu e viaggia 300 giorni all’anno per dare sostegno al Jane Goodall Institute con il quale porta avanti progetti che coinvolgono le popolazioni locali nella conservazione delle specie scoperte e della biodiversità generale di 100 Paesi in tutto il mondo dove l’Istituto opera con il nuovo programma Roots & Shoots (Radici e Germogli).
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    L’intensità della vita che ha vissuto, la bellezza dei luoghi che ha visto e la causa per la quale si batte, saranno tra poco sul grande schermo con il film ‘Jane’s Journey’ (Il Viaggio di Jane), che racconta l’esperienza straordinaria di questa elegante donna, alta, esile e bionda, restata a lungo lontana dalla civiltà, più in compagnia di animali pelosi che di esseri umani.

    “Dopo oltre 4 anni di preparazione oramai il film documentaristico è quasi pronto, racconterà molto dei miei anni sempre in viaggio e spiegherà perché ho scelto una vita così pazza. La co-produzione è tedesca e il regista Lorenz Knauer è riuscito a raccontare la storia trasferendo egregiamente anche la mia visione positiva verso la vita”.

    La sua persona infatti emana talmente tanta serenità da essere stata paragonata a quella del Mahatma Gandhi, ma per tutti Jane Goodall è e sarà per sempre ‘l’Ambasciatrice degli scimpanzé’. E magari la salvezza dell’homo sapiens arriverà proprio da loro, perché come chiude Jane “Il fatto che ci somigliano ha inspirato ed incoraggiato tanta gente a comprendere la necessità di salvaguardare l’ambiente rendendolo migliore per tutte le cose viventi. E sarà la leva dell’empatia verso gli animali in genere che potrà aiutarci a cambiare il mondo in meglio”.
     
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  8. tomiva57
     
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    sembra un extra terrestre..

    la sign. goodall....le scimmie sono la sua vita..
     
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  9. gheagabry
     
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    Macaca tonkeana



    Il Macaco di Tonkean (Macaca tonkeana, Meyer, 1825) è un primate della famiglia Cercopithecidae.

    Il colore è grigio scuro o nero, tranne le parti posteriori che sono grigio chiaro. Differisce dal cinopiteco e dal macaco nero, che vivono in areali prossimi, anche per il ciuffo sul capo, che è notevolmente più piccolo di quello del cinopiteco (e manca nel macaco nero). La coda è ridotta a un breve troncone.

    L'areale è nelle zone centrali e orientali dell’isola Sulawesi (già Celebes).

    L’habitat è la foresta pluviale tropicale.
    L’attività è diurna e si svolge sia al suolo sia sugli alberi.

    Forma gruppi che contengono più adulti di ciascun sesso.

    Come nel caso degli altri macachi, la dieta è costituita soprattutto di frutta, ma comprende anche altri alimenti vegetali e piccoli animali.

    La specie è considerata quasi a rischio dalla IUCN per la ristrettezza dell’areale e la distruzione dell’habitat.


    Edited by gheagabry1 - 23/3/2020, 18:27
     
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  10. gheagabry
     
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    Cercopithecoidea



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    I Cercopithecoidea (Gray, 1821) sono una superfamiglia di primati appartenente all’infraordine Simiiformes ed in particolare al parvordine delle catarrine o scimmie del Vecchio Mondo.

    Alla superfamiglia appartengono tutte le scimmie non antropomorfe viventi in Asia ed Africa Tutte le specie viventi appartengono alla famiglia Cercopithecidae (con 22 generi e 131 specie), ma alla superfamiglia appartiene anche la famiglia Propliopithecidae, che comprende varie specie estinte (quest'ultima tuttavia viene a volte posta in una superfamiglia a sè stante, quella dei Propliopithecoidea).

    Rispetto alle scimmie antropomorfe, questi animali si differenziano in quanto possiedono una coda più o meno evidente (il loro nome proviene dal greco e significa "scimmie con la coda"), che tuttavia non è mai prensile come nelle platirrine: inoltre, la loro dentatura presenza leggere differenze rispetto a quella degli Hominoidea.


    Edited by gheagabry1 - 23/3/2020, 18:30
     
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  11. gheagabry
     
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    Gray-langur-on-jungle-floor

    I Cercopitecidi (Cercopithecidae Gray, 1821) sono una famiglia di primati appartenente alla superfamiglia Cercopithecoidea.

    Le Cercopithecidae sono dotate di coda non prensile, a differenza delle specie della superfamiglia Hominoidea, che non hanno coda, e di quelle appartenenti al parvordine Platyrrhini (o scimmie del Nuovo Mondo) che hanno coda prensile.

    Le specie attuali vivono in Asia e in Africa, ma specie fossili vivevano anche in Europa.

    La famiglia comprende 22 generi, raggruppati in due sottofamiglie:
    Sottofamiglia Cercopithecinae

    * Tribù Cercopithecini
    o Genere Allenopithecus (1 specie)
    o Genere Cercopithecus (24 specie)
    o Genere Chlorocebus (6 specie)
    o Genere Erythrocebus (1 specie)
    o Genere Miopithecus (2 specie)
    * Tribù Papionini
    o Genere Cercocebus (6 specie)
    o Genere Lophocebus (3 specie)
    o Genere Macaca (20 specie)
    o Genere Mandrillus (2 specie)
    o Genere Papio (5 specie)
    o Genere Rungwecebus (1 specie)
    o Genere Theropithecus (1 specie)

    Sottofamiglia Colobinae [modifica]

    * Genere Colobus (5 specie)
    * Genere Simias (1 specie)
    * Genere Nasalis (1 specie)
    * Genere Presbytis (11 specie)
    * Genere Procolobus (1 specie)
    * Genere Piliocolobus (9 specie)
    * Genere Pygathrix (3 specie)
    * Genere Rhinopithecus (4 specie)
    * Genere Semnopithecus (7 specie)
    * Genere Trachypithecus (17 specie)


    Edited by gheagabry1 - 17/1/2023, 20:27
     
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  12. gheagabry
     
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    Allenopithecus nigroviridis





    Il cercopiteco di palude o cercopiteco di Allen (Allenopithecus nigroviridis Pocock, 1907) è un primate della famiglia Cercopithecidae. È l'unica specie del genere Allenopithecus.

    È un primate di media taglia, dalla corporatura piuttosto robusta. Può raggiungere una lunghezza del corpo di 45-60 cm, con una coda di circa 50 cm. I maschi, che pesano fino a 6 kg, sono abbastanza più grandi delle femmine (fino a 3,5 kg).
    Sul dorso il mantello è grigio verde. La faccia è rossastra, con lunghi ciuffi di pelo sulle guance. Le lievi increspature sui palmi e sulle dita indicano uno stile di vita parzialmente acquatico.

    Da un punto di vista filogenetico è imparentato con i cercopitechi, ma differisce da questi nella dentatura e nelle abitudini.

    È un animale diurno e generalmente va alla ricerca del cibo sul suolo. Vive nelle paludi e nelle aree ricche di acqua e può nuotare molto bene, immergendosi per evitare i pericoli. Vive insieme in gruppi sociali che possono raggiungere i 40 animali, comunicando con diversi richiami, gesti e contatti.

    La sua dieta consiste di frutta e foglie, così come di coleotteri e vermi.

    Conosciamo poco sulle abitudini riproduttive di questa specie. Le femmine allevano i piccoli, che sono svezzati a circa tre mesi e diventano maturi a cinque anni. La sua durata di vita può raggiungere i 23 anni.

    Tra i nemici naturali del cercopiteco di palude ci sono i rapaci, i serpenti e il bonobo.

    Il cercopiteco di palude di vive nel bacino del fiume Congo, nella Repubblica del Congo e nella Repubblica Democratica del Congo occidentale.

    Diversamente da quanto avviene per altri primati, il suo habitat palustre non è esposto ai rischi che corrono le foreste. Ciononostante viene cacciato per la sua carne. La IUCN lo classifica come «prossimo alla minaccia».


    Edited by gheagabry1 - 17/1/2023, 20:29
     
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  13. gheagabry
     
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    Cercopithecus



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    Cercopithecus (Linnaeus, 1758) è un genere di primati della famiglia Cercopithecidae.

    I cercopitechi hanno la testa rotonda, un corpo snello e lunghi arti posteriori.La lunghezza del corpo può variare da 32 a 70 cm, il peso può raggiungere al massimo 12 kg.

    Tutte le specie sono endemiche dell'Africa subsahariana; per lo più vivono nelle foreste, ma vi sono specie adattate alla savana.

    Sono arrampicatori e saltatori, ma scendono anche al suolo. L'attività è diurna. Vivono in gruppi costituiti in genere da 10 a 30 individui, ma che a volte possono raggiungere i 200 animali. Sono animali territoriali e il gruppo emette varie grida per evitare gli sconfinamenti di altri gruppi.

    La dieta consiste soprattutto di frutta, ma include semi, altri vegetali, uova, insetti e piccoli vertebrati.

    La longevità in natura è intorno ai 20 anni. La massima longevità osservata in cattività è stata 33 anni.



    Cercopithecus albogularis



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    Il cercopiteco a gola bianca (Cercopithecus albogularis) è un primate della famiglia delle Cercopithecidae.

    La lunghezza del corpo può variare tra i 40 e 70 cm, il peso può raggiungere i 9 kg. Come per gli altri cercopitechi, vi è un notevole dimorfismo sessuale, con il maschio più grande della femmina. Il colore del corpo è grigio e le zampe sono quasi nere. Il nome comune è dovuto ad un anello chiaro presente sul collo.

    La specie è presente in zone dell’Africa orientale e meridionale a est della Rift valley, in Somalia, Kenia, Tanzania e Sudafrica. L’ habitat è prevalentemente la foresta.

    Le abitudini di vita sono poco note, ma probabilmente sono simili a quelle del cercopiteco dal diadema. Si pensa quindi che conducano vita arboricola ed abbiano attività diurna, vivendo in gruppi territoriali formati da 10 a 40 individui. Si nutrono soprattutto di frutta, ma la dieta comprende anche semi e altri vegetali e occasionalmente vermi e altri piccoli animali. L’accoppiamento può avvenire in qualsiasi periodo dell’anno.

    Sottospecie

    * Cercopithecus albogularis albogularis
    * Cercopithecus albogularis albotorquatus
    * Cercopithecus albogularis erythrarchus
    * Cercopithecus albogularis francescae
    * Cercopithecus albogularis kibonotensis
    * Cercopithecus albogularis kolbi
    * Cercopithecus albogularis labiatus
    * Cercopithecus albogularis moloneyi
    * Cercopithecus albogularis monoides
    * Cercopithecus albogularis phylax
    * Cercopithecus albogularis schwarzi
    * Cercopithecus albogularis zammaranoi


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    Edited by gheagabry1 - 6/2/2020, 17:37
     
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  14. gheagabry
     
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    Cercopithecus ascanius



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    Il cercopiteco nasobianco del Congo (Cercopithecus ascanius) è un primate della famiglia dei Cercopithecidae.

    Hanno la faccia nera con basette bianche, una macchia biancastra sul naso e del blu attorno agli occhi. Il corpo è marrone, gli arti grigio-bluastri. L'estremità della coda è rossa sul lato inferiore. La lunghezza del corpo varia tra i 40 e 60 cm, il peso tra 3 e 6 kg.

    Vivono in zone dell'Africa centrale e meridionale, dall'Africa centrale all'Uganda e allo Zambia. L'habitat è costituito soprattutto dalla foresta pluviale tropicale, ma possono vivere anche in altre foreste.

    Vivono in gruppi di 11-14 individui formati da un maschio adulto, diverse femmine e piccoli. Conducono vita arboricola e hanno attività diurna. Si nutrono soprattutto di frutta, ma la dieta comprende anche semi e altri vegetali e occasionalmente insetti e altri piccoli animali. La gravidanza dura circa cinque mesi e al termine nasce in genere un solo cucciolo. La maturità sessuale si raggiunge ad un’età compresa tra i 4 e i 6 anni.




    Cercopithecus campbelli



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    Il Cercopiteco di Campbell (Cercopithecus campbelli) è un primate della famiglia dei Cercopithecidae.

    Il colore è grigio-giallastro sul lato dorsale, il lato ventrale è più chiaro. Il viso è prevalentemente blu, con basette bianche. La lunghezza del corpo è tra 35 e 55 cm, il peso massimo 6 kg.

    L'areale è in Africa occidentale e si estende dalla Gambia alla Liberia.
    Cercopithecus campbelli distribution.png

    La specie è diffusa in Gambia, Guinea, Guinea-Bissau, Liberia, Senegal e Sierra Leone. Quella che era ritenuta una sottospecie diffusa in Costa d'Avorio e Ghana è ora considerata una specie distinta (C. lowei).

    L'habitat comprende diversi tipi di foreste.

    Conducono vita arboricola e hanno attività diurna. Vivono in gruppi territoriali costituiti da circa 13 individui, formati da un maschio adulto, diverse femmine e cuccioli. Si nutrono soprattutto di frutta, ma la dieta comprende anche semi e altri vegetali e occasionalmente insetti e altri piccoli animali. La gravidanza dura circa cinque mesi e al termine nasce in genere un solo cucciolo. Le cure parentali durano circa un anno. La maturità sessuale si raggiunge ad un’età compresa tra i 2 e i 3 anni.

    Sono state descritte due sottospecie:

    * C. c. campbelli
    * C. c. lowei (Lernould, 1988)

    Alcuni autori considerano quest'ultima come una specie distinta.


    Edited by gheagabry1 - 6/2/2020, 17:41
     
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  15. gheagabry
     
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    Cercopithecus cephus



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    Il Cefo (Cercopithecus cephus) è un primate della famiglia delle Cercopithecidae.

    La lunghezza del corpo può raggiungere i 52 cm, quella della coda i 70 cm, il peso medio è di 4 kg. Come per gli altri cercopitechi, vi è un notevole dimorfismo sessuale, con il maschio più grande della femmina. Il colore del corpo è grigio-marrone sul lato dorsale e quasi bianco sul lato ventrale. Il muso è variamente colorato: le basette sono bianco-giallastre, intorno agli occhi vi è una zona blu e sopra il labbro superiore vi è una striscia bianca.

    La specie è presente in Camerun, Gabon, Repubblica democratica del Congo e nell’Angola settentrionale. L’ habitat è prevalentemente la foresta tropicale.

    Conducono vita arboricola e l’ attività è diurna, vivendo in gruppi formati da un maschio adulto, diverse femmine e cuccioli. Si nutrono soprattutto di frutta, ma la dieta comprende anche semi e altri vegetali, uova e piccoli animali. La maturità sessuale è raggiunta in circa 5 anni.



    Cercopithecus denti



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    l Cercopiteco coronato di Dent (Cercopithecus denti) è un primate della famiglia delle Cercopithecidae. Lo status di specie è discusso, poiché alcuni autori ritengono che costituisca un’unica specie con C. wolfi.

    Come per gli altri cercopitechi, vi è un notevole dimorfismo sessuale, con il maschio più grande della femmina. Il colore del corpo è grigio scuro sul lato dorsale e giallo biancastro sul lato ventrale. Le zampe posteriori sono rossobrune e quelle anteriori nere. Il muso bluastro è circondato da basette giallorosse.

    La specie è presente nelle zone settentrionali e orientali della Repubblica del Congo. L’habitat è la foresta pluviale.

    Le abitudini di vita sono poco note. Si pensa quindi che conducano vita arboricola ed abbiano attività diurna, vivendo in gruppi formati da un solo maschio adulto con femmine e cuccioli. La dieta è probabilmente simile a quella delle altre specie del genere.

    Lo stato di conservazione non è chiaro, anche perché la IUCN non riconosce C. denti come una specie.


    Edited by gheagabry1 - 6/2/2020, 17:45
     
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