I LUPI e I CANIDI

..conoscere i lupi....volpi...sciacalli e licaoni

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    Administrator
    Posts
    112,793
    Location
    Milano

    Status
    Offline

    lupo



    Come t'immagino
    Il lupo solitario incontra la Luna
    in un aereo prato;
    le chiede perché sia così pallida.
    Lei risponde che il suo sangue ha
    perso colore per i dolori della vita.
    Il lupo ulula che le starà accanto
    nel suo peregrinare nell'etereo spazio.
    Lei sorride senza rispondere.
    Il lupo ritorna nella sua tana
    ed osserva la sua amica
    che gli offre il proprio tenue
    cenerino raggio di luce
    nel buio della notte.
    -
    Vedo un lupo solitario
    cantare alla Luna
    una dolce melodia:
    la Luna risponde
    col suo silenzio.
    Il lupo ritorna mesto
    nella sua tana;
    ma domani sera
    ritornerà a cantare
    a colei che non gli risponderà
    mai.

    Il lupo: storia di una persecuzione





    “Mentre state leggendo queste parole, branchi di lupi stanno correndo a lunghi balzi attraverso le foreste e nelle lande selvagge dell’America settentrionale. Fiutando il vento, cacciano e giocano, si nutrono e riposano, proprio come hanno fatto i loro antenati per milioni di anni. Ce ne sono ancora migliaia di esemplari, selvaggi come le immense regioni in cui vagano......
    Il lupo, Canis lupus, un tempo era il mammifero terrestre più ampiamente distribuito nel mondo, e si poteva trovare in tutto l’emisfero settentrionale, ovunque fossero presenti i grandi mammiferi che è in grado di cacciare. Ora la specie è estinta, o quasi, in gran parte del suo habitat naturale....” (Savage, 1989).
    In nessuna epoca storica v'é mai stata cultura umana in cui la convivenza con il lupo non abbia dato luogo a forme di spietata persecuzione del vituperato animale. Questo formidabile carnivoro, fiero e selvaggio, non è, per sua sventura, nella condizione di sottrarsi alle vessazioni umane, al punto che, se volessimo emblemizzare la violenza che l'uomo esercita sulla natura, dovremmo assumere a riferimento la drammatica vicenda esistenziale del lupo. Oggetto di universale odio, il lupo è stato considerato in ogni epoca nemico da distruggere con qualsiasi mezzo, quale le fucilate, l'avvelenamento, l'impiccagione o anche mediante la crudelissima, lunga agonia provocata dalla indicibile spietatezza delle trappole.
    L'inevitabile esito di un siffatto rapporto conflittuale instaurato dall'uomo a danno del lupo è stata la scomparsa di quest'ultimo da molti territori che gli erano propri.
    Assieme all'orso bruno, il lupo è il più forte predatore presente in Europa: si giova di muscoli potenti e resistenti, è agile, ha vista acuta e odorato finissimo; la naturale vocazione alla vita di branco gli consente di adottare tecniche di caccia mediante le quali può abbattere prede più grandi di lui, anche se è bene ricordare che più del 90% dei tentativi di predazione va a vuoto. La colorazione del pelo del lupo varia a seconda delle stagioni, nonché delle zone geografiche in cui vive, tanto che il suo mantello è completamente bianco nell'Artide; nelle latitudini intermedie dell'Europa il colore spazia dal fulvo macchiettato, al grigio di varie tonalità. Durante il periodo invernale il pelo è tanto più folto da far apparire il lupo più grande di quanto effettivamente sia; le sue dimensioni aumentano invece realmente man mano che il suo areale si spinge verso il Nord, al punto che un lupo d'Arabia pesa molto meno di un lupo della Siberia; un maschio adulto che vive nei Territori del Nord-Ovest del Canada, o che vive nell'Alaska, può raggiungere pesi di 50/60 Kg., con punte di 80 Kg. (Goldman, 1944 in Boscagli, 1985). Nelle regioni appenniniche il peso dei maschi adulti è in genere inferiore ai 30 Kg. (Boscagli, 1985), con punte alquanto desuete e dubbie di 50 Kg (Boscagli, 1985).
    Il lupo ha un grande areale di distribuzione, ma ha uno scarso numero di esemplari, in molte zone ridotti allo zero. E' presente in buona parte della Russia e di altri paesi dell'Europa orientale; popolazioni isolate vivono in Spagna e in Italia, pochi esemplari sussistono nei paesi scandinavi, mentre popolazioni più consistenti sono presenti nell'America settentrionale, in specie in Canada e in Alaska; si incontra anche nel sud dell'Arabia e dell'India.
    Il lupo svolge un ruolo ecologicamente rilevante mediante il controllo delle specie predate; la rarefazione di queste lo spingono tuttavia a nutrirsi anche di carogne e - emblematica rappresentazione dell'inarrestabile antropizzazione del territorio - a ricercare spesso il cibo nelle discariche.
    Incontrare il lupo in natura è evento ormai raro, mentre una volta era una circostanza abbastanza consueta in Italia, non solo sui rilievi alpini, ma anche nelle pianure; con la sopravvenuta espansione antropica il lupo è stato confinato sulle montagne, con conseguente contrazione del numero degli esemplari. Dalle Alpi è stato comunque "scacciato" sin dal secolo scorso, mentre sopravvive con esigua popolazione sull'Appennino, ristretto per lo più nelle zone boscose. In questi ultimi anni, grazie ai sopravvenuti interventi protettivi, nonché alla reintroduzione di certe prede, come il cinghiale, il lupo è in graduale ripresa e va ricolonizzando poco per volta i territori che un tempo gli erano propri (sta rioccupando l’arco alpino e il sud della Francia), anche se non dobbiamo nasconderci che le sorti di questo predatore sono ancora precarie, non solo in Italia, ma anche in altre zone del pianeta (in Italia, come abbiamo appena visto, sembra che la specie sia in ripresa, ma si è ben lontani dalle consistenti popolazioni dei secoli passati ed è completamente falsa la diceria, spesso proveniente anche da “fonti” accreditate, che i lupi “pullulano” ormai quasi dappertutto. Tra l’altro occorre dire che vengono spacciati per lupi tutti i cani di simile sembianza presenti in montagna o vengono attribuiti alla specie dubbi segni di presenza. Chi scrive ha potuto verificare di persona moltissime volte questa evenienza, non considerando che spesso si prendono per buoni riconoscimenti fatti da persone che non hanno alcuna dimestichezza con la specie. Ovviamente anche questi falsi dati spesso confluiscono nelle stime della popolazione). In effetti il lupo, ancora largamente temuto e odiato, potrà tornare a svolgere il compito che la natura gli ha assegnato e potrà correre libero e selvaggio soltanto se le zone che va ricolonizzando potranno preservarsi dall'espansione antropica! Come ogni altra specie animale in via di estinzione, i pericoli che incombono sul lupo sono di due tipi: le uccisioni dirette e, evento che produce effetti ben più ampi ed esiziali, la manomissione dell'ambiente in cui esso vive. Noi, è del tutto evidente, stiamo dalla parte del lupo, questo vituperato predatore, millenaria vittima dell'antropocentrismo. E non è un caso che la distruzione del lupo e della wilderness è andata di pari passo l’un verso l’altro senza soluzione di continuità.
    Se è possibile, facciamo in modo che il lupo viva nella sua libertà e nella sua fierezza, quella libertà e quella fierezza che l'uomo, prigioniero e schiavo delle proprie convenzioni, forse inconsciamente invidia.
    “I lupi sani e le donne sane hanno in comune talune caratteristiche psichiche: sensibilità acuta, spirito giocoso, e grande devozione. Lupi e donne sono affini per natura, sono curiosi di sapere e possiedono grande forza e resistenza. Sono profondamernte intuitivi e si occupano intensamente dei loro piccoli, del compagno, del gruppo. Sono esperti dell’arte di adattarsi a circostanza sempre mutevoli; sono fieramente gagliardi e molto coraggiosi.
    Eppure le due specie sono state entrambe perseguitate, tormentate e falsamente accusate di essere voraci ed erratiche, tremendamente aggressive, di valore ben inferiore a quello dei loro detrattori. Sono state il bersaglio di coloro che vorrebbero ripulire non soltanto i territori selvaggi ma anche i luoghi selvaggi della psiche, soffoconda l’instintuale al punto da non lasciarne traccia. La rapacità nei confronti dei lupi e delle donne da parte di coloro che non sanno comprenderli è incredibilmente simile.... “ (Pinkola Estés, 1993).
    Dagli appunti di campo del 18 dicembre: ".... quella mattina faceva molto freddo. Durante la notte il termometro era sceso di almeno 8 gradi sotto lo zero e un vento gelido riempiva l'aria con il suo sinistro sìbilo. La neve caduta copiosamente 2 giorni prima rendeva il paesaggio incantevole e quasi fiabesco tanto che in certi momenti non riuscivo a discernere la realtà dal sogno. Alle 10,15 avevo alle spalle già 2 ore abbondanti di cammino per seguire le tracce fresche, su neve, della fauna di queste montagne. Erano evidenti i segni lasciati dalla volpe, dallo scoiattolo, dalla lepre, da almeno una decina di cinghiali e forse da 2-3 lupi. Proprio questi ultimi erano lo scopo principale dell’escursione. La maggior parte del mio tragitto si muoveva all'interno della faggeta. D'improvviso, dopo una piccola salita, raggiunsi, sempre all'interno del bosco, una postazione dominante. Mi affacciai è con grande meraviglia osservai a circa 80 metri da me, 3 lupi che lentamente camminavano, uno dietro l’altro. Erano tre esemplari stupendi, fieri, potenti, ricchi di quel senso di selvaggio ormai del tutto estraneo alla nostra mente. Trattenni il fiato, mi abbassai leggermente e continuai a guardare. I lupi girarono intorno ad un grosso acero, rasparono un po' a terra, poi, sempre lentamente, ripresero il cammino verso monte, ignari della mia presenza. Riuscii a tenerli inquadrati con il binocolo per almeno 2-3 minuti, poi scomparvero alla vista. Quei tre lupi erano come fantasmi, apparsi e poi svaniti nel nulla. Non riuscivo ancora una volta a capire come questo stupendo mammifero fosse tanto odiato dal genere umano......."







    Edited by Lussy60 - 14/10/2011, 13:19
     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar


    Group
    moderatori
    Posts
    19,944
    Location
    Zagreb(Cro) Altamura(It)

    Status
    Offline
    il lupo..in rari casi attacca l'uomo..o meglio dire solamente x la sopravivenza..ma il lupo fa paura a noi umani..e naturalmente più forte di noi..si abitua vivere con la natura e protegge sua famiglia..rispetta la legge e le regole di vita..e noi umani?!
     
    Top
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    Administrator
    Posts
    112,793
    Location
    Milano

    Status
    Offline
    Due Lupi
    image

    Una sera un vecchio Cherokee parlo a suo nipote della battaglia che si combatte dentro ognuno di noi.


    Disse:

    "Figliolo, la battaglia è tra due 'lupi' che si combattono dentro di noi.

    Uno è l'Infelicità.


    E' paura, preoccupazione, rabbia, autocompatimento, risentimento e inferiorità.

    L'altro è la Felicità.

    E' gioia, amore speranza, serenità, gentilezza, generosità fiducia e compassione."

    Il nipote ci pensò su e poi chiese al nonno: "Qual'è il lupo che vince?"

    Il vecchio Cherokee rispose semplicemente:"Quello che nutri di più".

     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar


    Group
    moderatori
    Posts
    19,944
    Location
    Zagreb(Cro) Altamura(It)

    Status
    Offline
    CITAZIONE (Lussy60 @ 20/5/2010, 21:37)
    Due Lupi
    (IMG:http://4.bp.blogspot.com/_a-xNW6M6zGQ/S7cJ...la%2520tana.jpg)

    Una sera un vecchio Cherokee parlo a suo nipote della battaglia che si combatte dentro ognuno di noi.


    Disse:

    "Figliolo, la battaglia è tra due 'lupi' che si combattono dentro di noi.

    Uno è l'Infelicità.


    E' paura, preoccupazione, rabbia, autocompatimento, risentimento e inferiorità.

    L'altro è la Felicità.

    E' gioia, amore speranza, serenità, gentilezza, generosità fiducia e compassione."

    Il nipote ci pensò su e poi chiese al nonno: "Qual'è il lupo che vince?"

    Il vecchio Cherokee rispose semplicemente:"Quello che nutri di più".

    grazie biondina la memorizzo nella mente..e molto educativa e sapiente..
     
    Top
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    Administrator
    Posts
    112,793
    Location
    Milano

    Status
    Offline

    ae4ac732542ae378837a13096a587280




    - UNA STORIA DI LUPI -



    Un cacciatore sale in montagna per sparare al lupo che ha sbranato il suo gregge. Raggiunto un paese abbandonato e minacciato dai suoi misteriosi abitanti, libera una ragazza e fugge con lei nel bosco.
    Inseguito dai pesani, si smarrisce tra i sentieri della montagna e ricorda quando da bambino un vecchio eremita gli aveva raccontato la storia di una donna di cui si era innamorato..."





    Io sono il lupo, lo spirito del bosco.
    L'attimo...
    Perché quando corri nel vento non puoi essere che vento.
    Sono l'ombra che scende leggera.
    Sono il cacciatore e la preda.
    Sono invisibile.
    Sono uno e mille. Ed ululati nel vento...
    Sono lo spirito del bosco.
    Sono l'attimo.


    Edited by gheagabry1 - 24/10/2019, 11:08
     
    Top
    .
  6. gheagabry
     
    .

    User deleted


    Hyaenodon_Heinrich_Harder




    È probabile che gli antenati dei carnivori attuali, di cui fa parte il lupo, appartenessero al gruppo dei Creodonti, un gruppo di Mammiferi carnivori sviluppatosi durante il Cretaceo superiore ed estintosi nel Miocene (da 26 a 5,2 milioni d'anni fa); tale gruppo si diffuse in tutto il mondo tranne che in America meridionale e Australia.

    I Creodonti presentavano una morfologia simile a quella degli attuali carnivori, ma possedevano teste più grosse e cervelli più piccoli in relazione alla grandezza del corpo. Il genere più diffuso di Creodonti era Hyaenodon che si sviluppò durante l'Eocene e visse fino al Miocene superiore occupando la terra oltre trenta milioni d'anni fa. I veri Carnivori, anch'essi comparsi nell'Eocene, erano dapprima piuttosto piccoli.

    Risale al Pleistocene (2 milioni d'anni fa ) una delle prime creature con sembianze simili al lupo: era il Canis dirus. Lungo 1,5 metri circa e pesante 50 kg, il Canis dirus, più grande rispetto al lupo attuale, aveva una testa più grande, zampe più robuste, denti più massicci


    41d9abd0752f66d2568381d2ac7db6e9



    Il Lupo è un animale sensibile ed intelligente, che può essere insieme individuo e animale sociale. Un animale che si prende cura dei suoi malati, protegge la famiglia e ha bisogno di essere parte di qualcosa che sia piu' grande di lui: il branco. La struttura sociale del branco è formata dalla coppia dominante ( detta alfa ), da un individuo o una coppia detta beta ( che ricopre il ruolo di vice-capo ), da alcuni individui di medio rango, e da uno o piu' lupi di basso rango, detti omega.
    I lupi dominanti hanno un comportamento predominante caratterizzato dal tenere testa e coda ben alta e le orecchie dritte; viceversa gli altri membri dimostrano la loro sottomissione leccando loro il muso e tenendo testa, coda e orecchie più basse dell'individuo di posizione gerarchica superiore. Ogni lupo del branco ha un ruolo ben preciso: gli alfa comandano tutto il gruppo, i beta comandano i lupi di medio rango, tutti gli adulti comandano gli individui di medio e basso rango. Il gradino più alto e quello più basso della scala gerarchica generalmente sono fissi ( tranne che in caso di morte o di ferimento grave ) mentre all'interno del medio rango i cambiamenti sono frequenti.
    Il lupo omega ha come ruolo quello di invogliare al gioco e stemperare i conflitti, ma in genere è sempre l'ultimo a mangiare e deve sopportare l'aggressività del resto del branco.
    Il comportamento di un branco ben organizzato fa parte della strategia di sopravvivenza, infatti la mancata collaborazione di un individuo della squadra potrebbe comportare un insuccesso durante la caccia e alla rinuncia forzata ad un pasto.


    2456c5b7d865dd65350de14a9d41b6c3



    Le dimensioni del branco vanno da 3 o 4 membri sino a un massimo di 20 o 30, questo dipende principalmente dalle zone in cui i lupi vivono ed è legato alle prede che essi devono cacciare. Infatti per vincere una preda grande ( per es. un cervo ) sono necessari molti individui, mentre per una preda di medie dimensioni sono sufficienti pochi lupi. Alcune volte un Lupo abbandona il branco e può vagare solitario per diverso tempo prima di essere accettato da un nuovo gruppo. Durante questo periodo la vita è molto difficile ed è per questo motivo che la mortalità tra i lupi solitari è molto alta.
    Se nel branco è presente una cucciolata ( generalmente solo gli individui alfa hanno il diritto di accoppiarsi ) tutti i lupi se ne occupano e svolgono una funzione protettiva. I cuccioli solitamente hanno il permesso di mangiare per primi con gli individui dominanti, successivamente seguendo la scala gerarchica anche il resto del branco si puo' sfamare.
    I lupi più giovani si mettono costantemente alla prova: i più veloci, forti, coraggiosi e intelligenti dominano sugli altri; le loro qualità determineranno la posizione gerarchica che andranno a ricoprire quando avranno raggiunto, a circa 2 anni di vita, l'età adulta.

    Habitat

    Un tempo il lupo era il predatore più diffuso sulla terra. Capace di sopportare temperature estreme e piuttosto abile nel cacciare prede di varie dimensioni: dall'alce al topo. Il lupo può sopravvivere ovunque le sue prede siano sufficientemente numerose; evita solo le giungle tropicali ed i deserti. Oggi è diffuso soprattutto nelle regioni più remote dell'emisfero boreale. Un lupo ha mediamente un territorio di caccia di 100 km².
    Per trovare cibo a sufficienza in un territorio inospitale o deserto, un branco può arrivare ad occupare un territorio di 2500 km².


    lupa_capitolina



    La lupa capitolina


    La Lupa è divenuta con il tempo una sorta di nume tutelare di Roma. Peraltro la lupa, presso gli Etruschi, raffigurava il dio degli Inferi, Aita, mentre il lupo era anche il simbolo di un dio purificatore, e fecondatore, Soranus, venerato sul monte Soratte dai Sabini. Ma tra i Sabini la lupa era animale sacro a Mamers, analogo al dio Marte dei Romani che, secondo la tradizione, era padre dei gemelli, e per questo la lupa aveva l'attributo di Marzia. Inoltre l'animale tutelare dei Latini era Luperco, nome risultante dalla fusione dei termini lup e hircus per "capro", con il quale aveva una corrispondenza etimologica il termine sabino hirpus per "lupo", nella trasformazione della c in p; si può quindi ipotizzare che, pur apparendo come lupa, l' animale fosse in realtà Luperco, dio dei pastori e protettore delle greggi dai lupi, in nome del quale erano celebrate le feste dei Lupercalia, il 15 febbraio. I due gemelli allattati da questa lupa-luperco si trasformerebbero così in "luperci", cioè lupi-capri, a somiglianza della divinità, capro e lupo nello stesso tempo, purificatrice e fecondatrice che dà loro anche virtù marziali.

    L'episodio dell'allattarnento della lupa, narrato per la prima volta nel III secolo a. C. dallo storico greco Diocle di Pepareto e, sulla sua scia, dall' annalista romano Quinto Fabio Pittore, si ispirava alla statua in bronzo raffigurante la lupa di origine etrusca che risale al V secolo a.C., e originariamente con i gemelli sottostanti. È giunta fino a noi, superando invasioni barbariche e incuria medievale, anche se un fulmine la colpì nel 65 a.C. sbriciolando i due gemelli. Nel Medioevo fu collocata al Laterano, all ' esterno della Torre degli Annibaldi, su una base di pietra sostenuta da grappe infisse nel muro. E lì restò fino a quando, nel piano di ristrutturazione della piazza del Campidoglio, Sisto IV ne progettò il trasloco donandola ai Conservatori, con 10 fiorini d' oro che sarebbero dovuti servire per il rifacimento dei due gemelli. Questi vennero infatti fusi da Antonio Pollaiolo nel 14 73 e la Lupa fu collocata sotto il portico del Palazzo dei Conservatori fino al 1538, quando venne spostata sopra il colonnato che decora il pianterreno, a metà della facciata. Infine, ne11586, fu installata su un piedistallo al centro della stanza che dalla scultura fu appunto detta "della Lupa", dove è rimasta fino ad oggi. Una copia è nell'omonima sala del Palazzo di Montecitorio e un'altra, all'aperto, su una colonna lungo il fianco sinistro del Palazzo Senatorio sul Campidoglio.
    Nel giardino alla sinistra della cordonata del Campidoglio, dagli anni Trenta del Novecento era custodita in una gabbia una lupa, che fu tolta dopo la seconda guerra mondiale e poi ripristinata insieme ad un lupo restandovi fino al 1960.


    Edited by gheagabry1 - 24/10/2019, 11:13
     
    Top
    .
  7. gheagabry
     
    .

    User deleted



    db2d0c3aea4fef50a8d6b3e83133b40c



    Alimenti

    Nonostante una spiccata predilezione per gli ungulati, il Lupo non disdegna anche altri tipi di prede, come Lagomorfi, Micromammiferi e altri vertebrati (Mech, 1966b; Fritts e Mech, 1981; Fuller, 1989; Meriggi et al., 1991; Jhala, 1993). In quasi tutto l’areale di distribuzione del Lupo, gli ungulati sono in numero tale da sostenerne la popolazione, fanno eccezione alcune zone del bacino del Mediterraneo come Italia e Spagna. In queste zone, dal dopoguerra alla metà degli anni ‘70, le popolazioni di ungulati selvatici hanno subito una drastica diminuzione in seguito ad una prolungata pressione venatoria ed al massiccio sfruttamento del territorio; questi territori sono stati usati tradizionalmente per l’allevamento di bestiame domestico, che in molte zone montane ha rappresentato l’attività economica prevalente. In queste condizioni il Lupo si è progressivamente adattato all’utilizzo del bestiame e di altre risorse alimentari, come i frutti (Meriggi et al.; 1991) ed i rifiuti urbani (Boitani, 1986; Reig et al., 1985; Salvador e Abad, 1987). Numerosi studi effettuati nell’Appennino centrale (Zimen e Boitani, 1975; Boitani, 1986; Patalano e Lovari 1993) hanno attribuito alle discariche un ruolo importante per la sopravvivenza del Lupo. Tale ruolo appare invece assai meno determinante nell’Appennino settentrionale dove i rifiuti o non compaiono affatto nella dieta del Lupo, o ne costituiscono solo una minima parte

    Edited by gheagabry1 - 24/10/2019, 11:14
     
    Top
    .
  8.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    Administrator
    Posts
    112,793
    Location
    Milano

    Status
    Offline

    San Francesco e il lupo
    Angiolo Silvio Novaro






    Viveva un dì, narra un’antica voce
    intorno a Gubbio un lupo assai feroce
    che aveva i denti più acuti che i mastini
    e divorava uomini e bambini.
    Dentro le mura piccole di Gubbio
    stavano chiusi i cittadini e in dubbio
    ciascuno della vita. La paura
    non li lasciava uscire dalle mura.
    E San Francesco venne a Gubbio, e intese
    del lupo, delle stragi, delle offese;
    ed ebbe un riso luminoso e fresco,
    e disse: "O frati, incontro al lupo io esco!".
    Le donne avevano lagrime così
    grosse, ma il Santo ilare e ardito uscì.
    E a mezzo al bosco ritrovò il feroce
    ispido lupo, e con amica voce
    gli disse: "O lupo, mio fratello lupo,
    perché mi guardi così ombroso e cupo?
    Perché mi mostri quegli aguzzi denti?
    Vieni un po’ qua, siedimi accosto e senti:
    Io so che tu fai molto male a Gubbio
    e tieni ognuno della vita in dubbio,
    e so che rubi uccidi e non perdoni
    nemmeno ai bimbi, e mangi i tristi e i buoni:
    Orbene ascolta: come è vero il sole,
    ciò che tu fai è male. Iddio non vuole!
    Ma tu sei buono; e forse ti ha costretto
    a ciò la fame. Ebbene, io ti prometto
    che in Gubbio avrai d’ora in avanti il vitto:
    ma tu prometti essere onesto e dritto
    e non dare la minima molestia:
    Essere insomma una tranquilla bestia.
    Prometti dunque tutto questo, dì?".
    Il lupo abbassò il capo, e fece: "Si!".
    "Davanti a Dio tu lo prometti?".
    E in fede il lupo alzò molto umilmente un piede.
    Allora il Santo volse allegro il passo
    a Gubbio, e il lupo dietro, a corpo basso.
    In Gubbio fu gran festa, immenso evviva:
    scoppiò la gioia, e fino al ciel saliva.
    E domestico il lupo entro rimase
    le chiuse mura, e andava per le case
    im mezzo ai bimbi come un vero agnello,
    e leccava la gota a questo e a quello.
    E poi morì. E fu da tutti pianto
    e seppellito preso il campo santo.

     
    Top
    .
  9. gheagabry
     
    .

    User deleted


    shaun_ellis_lupi




    L'uomo vissuto coi lupi


    scritto da Deborah Bonetti, il 09.05.07



    L'uomo che «balla con i lupi». Ha vissuto 18 mesi con un branco di lupi per studiarne il comportamento: ululando, ringhiando e mangiando carne cruda.

    LONDRA – Uno straordinario esperimento scientifico per scoprire il comportamento del branco ha visto uno studioso inglese trasformarsi in un «uomo-lupo» e vivere insieme ad un branco di lupi per ben 18 mesi.

    L'ESPERIMENTO- L’uomo, soprannominato «The Wolfman» (l’uomo-lupo) non poteva lavarsi per settimane per non cambiare il proprio odore, viveva all’aperto con loro e ha dovuto imparare a ululare esattamente come i lupi per farsi sentire lontano. «I lupi sono estremamente sensibili», ha rivelato Shaun Ellis, che ha dovuto imparare a ringhiare ferocemente per essere preso sul serio, «e riescono anche a capire se uno cambia la propria dieta, quindi bisogna stare molto attenti a non ricadere nei comportamenti umani». L’esperimento ha avuto luogo nel parco naturale di Combe Martin, nel Devon, ed Ellis, che ha 42 anni e da 7 lavora con il parco, ha dovuto persino mangiare la carne cruda delle carcasse che i ranger del parco buttavano al branco. «L’unica cosa che non riuscivo fisicamente a fare», racconta Ellis, «era mangiare gli organi crudi e allora mi facevo segretamente cuocere il fegato del cervo che ci davano. Il fegato è la leccornia numero uno per i lupi, chi mangia quello è il capo». Ed Ellis, per evitare di farsi sbranare dagli altri membri del branco, ha dovuto sempre comportarsi da «maschio alfa», ovvero lupo dominante, sottomettendo gli altri con morsi, ringhia e aggressività controllata.


    uomo_lupo4




    LUPO INNAMORATO - La cosa forse più incredibile di tutta la vicenda è che Ellis ha anche trovato l’amore, nel bel mezzo dell’esperimento, con una donna appassionata di animali. Helen Jeffs, che vive in una casa nel parco, si è avvicinata a Ellis perché «colpita» dalla sua preparazione e dedizione al progetto e ha rivelato: «Ho dovuto imparare a ululare anch’io!». La Jeffs continua: «All’inizio mi veniva da ridere, ma era l’unico modo per comunicare con Shaun. Alla sera uscivo e ululavo. Dicevo, in sostanza: «Ti sento. Sono qui» e tutti i lupi mi rispondevano». Ellis, che è separato dalla madre dei suoi 4 figli, ha recentemente conosciuto la famiglia della nuova fiamma Helen e lei ha rivelato: «L’incontro è andato abbastanza bene. Mio padre sospetta che Shaun sia pazzo, ma non dice nulla perché mi vede felice».


    Edited by gheagabry1 - 24/10/2019, 11:19
     
    Top
    .
  10.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    Administrator
    Posts
    112,793
    Location
    Milano

    Status
    Offline
    Lorena Giorgetti - La pecora e il lupo

    (storia di un amore possibile)


    LUPI-E-PECORE


    Prefazione
    "Chi salva il lupo, uccide la pecora" diceva un famoso scrittore ma nel caso della interessante storiella raccontata da Lorena Giorgetti ci troviamo davanti una pecora ed un lupo davvero "speciali". Entrambi si rendono conto di non essersi mai arresi alla loro condizione di "animale feroce" per il lupo e "animale sottomesso e pauroso" per la pecora: tutt'altra idea o desiderio di esplorare nuovi mondi o nuove sensazioni li accomuna. La pecora si allontana dal "suo" gregge, da quel limitato mondo nel quale è cresciuta e vissuta, da quella monotonia d'una vita che la vede abbassare il muso senza guardare mai "oltre" quasi nel tentativo di svincolarsi dall'originaria condizione di animale destinato a conoscere solo il suo limitato "gregge": un po' di erba con cui nutrirsi, quel muoversi con le altre pecore come una "sola cosa", e quel sentirsi "spaurita" al solo pensiero di ritrovarsi lontana dal gregge, indifesa e incapace di lottare per la propria sopravvivenza.
    Ecco che, ad un certo punto, nasce dirompente il desiderio di andare alla ricerca di qualcosa di più, di spingersi oltre il limitato campo chiuso d'una esistenza passata nell'indifferenza e nel terrore d'una perdita della sicurezza.
    La sua vita doveva avere pure un senso, un valore, seppur minimo. Con una buona dose d'incoscienza abbandona il gregge e, vincendo la tremenda paura, si avventura nell'ignoto e, addentrandosi in un bosco, non può che incontrare il fatidico lupo.
    A questo punto Lorena Giorgetti riesce, con mano delicata e in modo magistrale, a rendere possibili le improbabili vicende tra i due animali che sono per antonomasia contrapposti e inconciliabili: da una parte la fierezza e la ferocia del lupo e dall'altro la paura e la debolezza della pecora.
    Ma l'ardimento di quella "pecora speciale" meraviglia anche lo scaltro lupo che passa il tempo con lei, si confida, si diverte e ride, e viene incantato dalla sua natura indifesa fino ad amare quell'animale così "unico" seppur assai "diverso" da lui.
    Ma alla natura non si comanda e non ammette salti: il suo ciclo e le sue creature devono seguire il loro destino. Anche una "pecora speciale" non può di certo vivere e affrontare la sua esistenza come un coraggioso lupo che scruta guardingo il nemico, sospettoso anche con l'animale amico, segnato da una vita di lunghe battaglie, temuto ed amato. E lei, nonostante l'amore che prova, si rende conto che quell'unione, a lungo andare, non sarebbe stata possibile. Così, quando un giorno rivede il suo gregge, capisce che il suo posto è insieme alle altre pecore anche se quel sentimento d'amore per quello strano lupo (in fin dei conti anche lui mai arresosi alla sua condizione) sarebbe stato per sempre con lei. Un lungo ululato d'amore per una indifesa pecorella ne sarà la conferma.
    In fin dei conti Lorena Giorgetti ci racconta, con questa storiella per bambini, che si può e si deve andare fino in fondo per vivere in modo autentico i sentimenti, per riuscire a ritrovare se stessi; che è fondamentale capirsi e rispettarsi, anche se si parla d'una pecora e d'un lupo di certo assai "speciali", e pare quasi che vengano presi a pretesto per raccontare qualcosa di più. È giusto andare alla ricerca d'una nuova dimensione e non accontentarsi del "piccolo mondo" nel quale si vive: senza aver paura dell'ignoto o delle apparenze, senza lasciarsi soffocare dalla paura pur mantenendo la propria natura che necessariamente è differente dalla natura di qualcun altro. Eppure non dimenticare mai chi siamo veramente. Lupo, pecora o essere umano... poco importa.




    La pecora e il lupo
    (storia di un amore possibile)




    Questa, è la storia di una pecora nata e cresciuta in un gregge, dove regnava l'obbedienza, la sottomissione e l'umiltà.
    Le pecore, si sa, non sono animali molto interessanti e spesso, passano inosservate, perché la vita le ha destinate a ben poco, e non conoscono altro che l'erba di cui si nutrono ogni giorno e la paura di perdere il gregge, fuori dal quale, per loro, sarebbe la fine. Ma questa storia, appartiene ad una pecora un po' speciale, che non si sentì mai pecora fino in fondo e non volle arrendersi all'idea di morire, senza aver conosciuto mai nulla fuori dal gregge. La vita per lei non poteva essere solo questo.
    C'era un senso alla monotonia di quei giorni? Cosa dava valore alla vita di una pecora? Chinare ogni giorno il muso sopra un pezzo di prato senza conoscere nessun altro profumo e senza posare lo sguardo su nessuno altro orizzonte? No! Qualcos'altro doveve esserci!
    E verso l'ignoto s'incamminò: con un po' di incoscienza e con tanta paura, perché in fondo era pur sempre una pecora!
    Si lasciò il gregge alle spalle, stupita che fosse proprio lei a farlo, ma ormai non poteva più essere trattenuta: c'erano boschi fantastici, colori incredibili, suoni mai uditi e profumi nuovi nell'aria. Verso questo era diretta! La ribellione nata dentro di lei, la spinse lontano ed inaspettatamente si addentrò all'interno del bosco, con circospezione, ma estasiata dal senso di libertà che quella natura selvaggia, ma incantevole, le offriva.
    Ed è proprio qui, tra il timore e la quiete, tra la sorpresa e l'incanto, che la pecorella incontrò un lupo, senza saperlo.
    Sussultò per lo stupore, vedendolo comparire all'improvviso, ma non ne ebbe paura e non lo riconobbe come pericolo. La sua ingenuità forse la salvò. Il lupo avrebbe potuto divorarla in un istante, ma non lo fece, perché la sorpresa della pecora, fu un po' anche la sua, ed allora attese, ma ricambiò il saluto.
    La pecorella, notò i suoi occhi profondi e fieri. Il suo sguardo da ribelle, nascondeva un po' di tristezza, e lei se ne accorse. Gli si avvicinò e cominciò a parlargli. Parlò a lungo con lui e lo fece per giorni e giorni.
    Il lupo non riusciva a capire come una pecora potesse avere una simile audacia nell'avvicinare un tipo come lui; nella sua vita aveva visto di tutto e spesso aveva cambiato opinione su tante cose, ma mai, si sarebbe immaginato un incontro del genere! Era una situazione nuova, a cui non era preparato. Si assillò la mente per giorni, ma poi, si quietò. Gli incontri furono più semplici, furono persino piacevoli. Talvolta ridevano e capitava di darsi qualche pacca sulla spalla. Passò del tempo. Furono i giorni più pieni e più intensi nella vita della pecorella.
    Qualcosa ben presto però cambiò.

    La pecorella si accorse che, al risveglio, il suo primo pensiero andava al lupo, e fremeva di impazienza fino a quando avveniva l'incontro, e la sera, era a lui che tornavano i ricordi, le sensazioni e le emozioni più profonde. Stava nascendo qualcosa di diverso nel cuore della pecorella, qualcosa che ben presto non riuscì più a contenere e che un giorno rivelò al lupo. Egli rimase sbalordito. La guardò incredulo e riuscì a dire: "Io sono un lupo. Lo sai questo?" La pecora ricambiò l'intensità del suo sguardo e rispose: "Questo... ha importanza?" Beh, non aveva davvero importanza perché i due si amarono senza riserva, e fu qualcosa di bello, e fu qualcosa di autentico, e non ci fu più niente di così vero nella vita della pecorella.

    Il lupo insegnò alla sua nuova compagna di viaggio, ogni sentiero di quel bellissimo bosco, le insegnò a destreggiarsi tra le insidie e gli imprevisti di ogni giorno, a difendersi dagli agguati a cui la pecorella, per sua natura, sembrava così facilmente esposta. A volte la rimproverava per la sua ingenuità, a volte ne rideva divertito e a volte fingeva di lasciarla sola per misurarne il coraggio.
    Di coraggio, la pecorella, non ne aveva tanto ma sapeva che lui, era lì, non poteva desiderare veramente di abbandonarla in quel modo, perché lei, ora, sentiva di appartenergli, e a lei apparteneva il suo lupo, il suo odore, il suo calore, il suo temperamento fuggevole e passionale, la sua natura brillante ed imprevedibile, e l'amore per lui (e non il coraggio) le permetteva ogni volta di ritrovarlo, accolta dall'abbraccio più forte e amorevole che potesse desiderare.

    La pecorella, qualche volta, si ritrovò a pensare al suo gregge e a chi aveva lasciato. La sua vita, quei giorni addietro, era sicuramente più facile. Poteva non farcela a volte: qualcuno ce l'avrebbe fatta per lei. Poteva essere triste e rimanere nel suo silenzio, ma se avesse voluto, avrebbe potuto chiedere conforto e veder tesa una mano. Le giornate non brillavano, ma talvolta, poteva rifugiarsi nella quiete delle piccole cose di sempre, dove l'abitudine e l'ordine regnavano sovrane. Ma ora era lì, accanto ad un lupo, a cui un giorno per caso, disse "Buongiorno" e ne rimase affascinata. La vita ora era precaria.
    Niente era sicuro. Il suo futuro, la sua vita stessa, nemmeno l'ora successiva a quel momento poteva darle qualche certezza. C'era un lupo accanto a lei; si voltò e lo vide dormire al suo fianco, e poteva ascoltare il suo respiro, ma "forse niente è per sempre".
    A questo pensò quella notte, mentre una lacrima le brillò negli occhi...






    Edited by gheagabry1 - 24/10/2019, 11:22
     
    Top
    .
  11. gheagabry
     
    .

    User deleted


    Luo-pecora


    Giove disse alla Pecora:
    “ Nun sai quanta fatica e quanto fiato sciupi
    quanno me venghi a raccontà li guai che passi co’ li Lupi.
    E’ mejo che stai zitta e li sopporti. Hanno torto, lo so, nun c’è questione:
    ma li Lupi so’ tanti e troppo forti pe’ non avè raggione”.
    (Trilussa)



    Edited by gheagabry1 - 24/10/2019, 11:24
     
    Top
    .
  12. gheagabry
     
    .

    User deleted



    La leggenda di Lupo Solitario

    il_570xN

    Si narra che molte lune orsono nella tribù del popolo degli uomini, che voi bianchi battezzaste con il nome di Sioux, vivesse una principessa così bella e radiosa e che ogni mattina al suo risveglio ella trovasse una rosa nel suo tepee proprio accanto al suo viso. Ella era molto corteggiata ed i più giovani e forti guerrieri della tribù facevano a gara per portare a suo padre Orso Saggio i più bei cavalli e le armi più decorate come voleva l'uso per chiedere la mano della principessa. E da tutte le tribù vicine ella era conosciuta ed amata e sarebbe stato fortunato colui che avesse avuto il suo cuore. Alba Radiosa , questo era il nome che la tribù le aveva dato per la sua solarità, viveva gaia e felice quindi in attesa di scegliere il suo compagno come era in uso nella tribù. Poco distante dall'accampamento, ai limiti della foresta, viveva in una modesta capanna un guerriero di nome Lupo Solitario, egli non era bello e nemmeno più giovane ma il suo cuore batteva per Alba Radiosa e batteva così forte che,quando vedeva la principessa, sembrava che i tamburi di guerra tuonassero all'unisono! Ed era lui che ogni notte sfidava le ire di Orso Saggio per posare la rosa accanto alla principessa. Una notte però calda e afosa la principessa si svegliò proprio mentre lui poneva la rosa accanto a lei. Lei gridò, Orso Saggio si destò e colpì col suo coltello Lupo Solitario al cuore. Ma la madreterra dea dei Sioux ebbe pietà di Lupo e lo tramutò in una costellazione, la Costellazione del Lupo. E se guardi a destra dell'Orsa Minore la vedrai e se ascolterai bene udrai anche un ululato lontano nella foresta al limitare dell'accampamento della tribù degli uomini è il lamento di Lupo Solitario per il suo amore mai realizzato.



    Edited by gheagabry1 - 24/10/2019, 11:29
     
    Top
    .
  13.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    Administrator
    Posts
    112,793
    Location
    Milano

    Status
    Offline


    Edited by gheagabry1 - 18/12/2021, 22:25
     
    Top
    .
  14. zara67
     
    .

    User deleted


    d383b04dfcdc4581f87f733029337a07


    Ma la storia più affascinante è quella tratta dal Libro degli Wei che racconta la storia di vari popoli della Cina occidentale, fra cui i Ruru e gli Xiongnu. Il re degli xiongnu aveva due bellissime figlie che i sudditi veneravano come dee. Il padre era convinto che nessun uomo potesse essere degno di tanta bellezza e che le sue figlie potesse sposarle soltanto il Cielo. Così fece costruire una piattaforma in una remota regione del Nord dove lasciò le fanciulle affinché lo sposo celeste venisse a prendersele. Un giorno un vecchio lupo si accostò alle ragazze. Ululò un intero giorno e un’intera notte. Poi scavò una tana sotto la piattaforma e da lì non si mosse più. Una delle due bellissime disse: "Voglio andare a parlare con questo lupo. Forse è una divinità inviataci da Tengger, il dio del Cielo."
    "Sei pazza?! Non farlo - disse l’altra - è soltanto una bestia" Ma la ragazza scese dalla piattaforma e si unì al lupo. Dalla loro unione nacquero numerosi figli che, diventati grandi, si moltiplicarono a loro volta, dando origine a un fiorente popolo. Dunque anche questa etnia degli xiongnu deriva dai lupi. Ancora oggi, infatti, la gente di quelle terre ama cantare a voce alta melodie dai suoni prolungati che ricordano l’ululato dei lupi.



    Edited by gheagabry1 - 24/10/2019, 11:33
     
    Top
    .
  15. gheagabry
     
    .

    User deleted




    6b1acf964c1d9951b313eaad5fb75f91_0

    Animale leggendario, il lupo appartiene alla specie Canis Lupis è sin dall’antichità considerato un animale sacro. Basti pensare all’antica leggenda della fondazione di Roma, in cui la Lupa Capitolina ha un ruolo di rilievo. Ed è proprio il lupo il simbolo odierno del capoluogo laziale.

    Gli scrittori fantasy e horror si sbizzarriscono a scrivere su licantropi, uomini che alla luce della luna piena si trasformano in lupi, dotati quindi di sensi sviluppati e una velocità tipica della razza.

    Ma come sono davvero i lupi? Come sono organizzati?

    I lupi sono organizzati in branco ( formato anche da un minimo di 6-7 lupi fino a un massimo di una ventina ) con un sistema gerarchizzato.

    A capo del branco sta la cosiddetta “coppia alfa” che in realtà hanno solo la possibilità di essere più liberi rispetto agli altri congeneri. Quindi, non danno ordini agli altri componenti del gruppo, i quali però si sentono istintivamente di seguirli.

    Una caratteristica molto dolce di questi predatori è quella che qualora il compagno morisse, non si costituisce un’altra coppia alfa, ma restano sempre fedeli. Il capobranco infatti pur essendo rimasto “vedovo”, guida ugualmente il resto dei compagni.

    I piccoli lupi del branco sono i cuccioli della coppia alfa, l’unica in grado ad avere i mezzi per allevarli con l’aiuto degli altri lupi. Quando i cuccioli crescono possono scegliere se restare nel branco di appartenenza o cercarsi un branco tutto loro, ma devono essere accorti in quanto cacciando nel territorio di un altro branco possono rischiare la vita.

    Dunque questa è l’organizzazione base, ma in un branco formato da una ventina di lupi si forma un altro tipo di gerarchia diviso tra il lupo maschio ( seguito dai maschi del branco ) e la femmina alfa ( seguita dalle femmine del branco ).

    Inoltre esiste anche una coppia beta che si occupa dell’allevamento della cucciolata e prende il posto del “capo” quando questo è via per qualche motivo
    .



    Edited by gheagabry1 - 14/10/2019, 23:03
     
    Top
    .
79 replies since 20/5/2010, 10:22   41828 views
  Share  
.