IL GATTO

...un nostro grande amico...

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  1. gheagabry
     
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    curiosita'!!!

    I gatti si riconoscono allo specchio?


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    Chi decide di condividere la propria vita con un micio se lo chiede spesso: i gatti si riconoscono allo specchio? La domanda, come avrebbe detto Marzullo, sorge spontanea, perché prima o poi arriva quel momento in cui il nostro amico a 4 zampe s’imbatte nel fantomatico specchio. Le reazioni sono le più disparate, e non di rado ci fanno sorridere…

    Le testimonianze a tal proposito sono davvero tante, basta fare un giro su Youtube per rendersene conto. Ci sono gatti che giocano con la propria immagine riflessa, chi ingaggia un vero e proprio scontro, altri spaventati si danno alla fuga e chi invece, è indifferente. Al di là delle reazioni, più o meno tutti si domandano se i gatti, davanti ad uno specchio, sono in grado di riconoscersi proprio come noi.

    Lo specchio, infatti, viene utilizzato come prova di intelligenza per le diverse specie, poiché per riconoscersi bisogna avere prima di tutto coscienza di se stessi. Gli studiosi del comportamento animale, per verificare questa capacità, fanno una X sul corpo dell’animale (per gli elefanti sull’orecchio), visibile solo specchiandosi. Se l’animale, dopo aver visto il suo riflesso, cerca di ritrovarla significa che si riconosce. Nel corso di vari esperimenti, ad esempio, è emerso come gli elefanti, una volta scoperto il segno, lo esplorassero con la proboscide, esattamente come faremmo noi se notassimo uno strano segno sul nostro viso. Secondo gli esperti, la capacità di riconoscersi allo specchio è collegato all’elevato grado di intelligenza e all’organizzazione sociale avanzata, ed è riscontrabile solo in alcune specie (oltre all’uomo), ovvero le scimmie, i delfini e gli elefanti.

    I gatti, così come i cani attraversano diverse fasi della conoscenza, di solito all’inizio, messi davanti ad uno specchio, sono spaventati o incuriositi, ma solo successivamente cercano di stabilire un contatto. Per quanto gli studiosi ritengano che non siano in grado di avere consapevolezza di sé, dopo un’annusata, in genere riconoscono che l’immagine riprodotta nello specchio non è una minaccia… tranne questo felino, che pare addirittura arrabbiato con se stesso!

    .tuttozampe.com/

     
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  2. gheagabry
     
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    Venus, il gatto a due facce


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    Fotografia per gentile concessione TODAY Show/NBC

    Al momento è il felino più famoso del mondo: Venus è una gatta di tre anni che ha la sua pagina Facebook, un video su Youtube visto oltre un milione di volte ed è persino apparsa alla Tv americana nel celebre Today Show.

    Per capire la ragione di tanto successo basta guardarla: la sua faccia è per metà completamente nera con un occhio verde, per l'altra ha il tipico pelo tigrato e un occhio blu. Come è possibile?

    Leslie Lyons, che insegna genetica animale alla University of California, di Davis, ammette di non aver mai visto mai nulla del genere: "È estremamente rara, ma si può assolutamente spiegare".

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    Molti si riferiscono a Venus chiamandola "chimera" (nella mitologia, una creatura fatta da parti di animali diversi), che fra i felini indica un animale le cui cellule contengono due tipi di DNA, frutto di due embrioni fusi assieme.

    "Un evento tutt'altro che raro fra i felini", spiega Lyons. Infatti, la maggior parte dei gatti maschi tricolore sono chimere; il tipico mantello a chiazze arancio e nere è un segno che l'animale ha un cromosoma X in più. Le gatte femmine invece, che ne hanno già due, sfoggiano quel mantello senza alterazione cromosomiche.





    national geographic
     
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  3. gheagabry
     
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    “Non c'è stato alcun intervento umano per creare il gatto. Il gene è una mutazione naturale che è apparso nella popolazione del gatto domestico. Stiamo semplicemente utilizzando la genetica dei processi naturali”
    (Johnny Gobble)

    I GATTI LYKOI


    I Lykoi Cats, gatti lykoi, gatti lupo, gatto licantropo o lupo gatto sembrano essere nati da una mutazione naturale dello shorthair domestico: la caratteri-
    stica essenziale, ma non l’unica, è l’assenza di un sottopelo, provocata dalla mancanza dei bulbi piliferi necessari a crearli, abbinata ad un manto grigio scuro brizzolato e a particolari colorazioni del musetto. Il nome Lykoi viene dal greco e significa gatto lupo.
    I Lykoi non hanno nessuno strato di peli sotto il mantello e dopo aver effettuato la muta potrebbero iniziare a perdere pelo man mano fino a restare completamente “calvi”, poiché i follicoli piliferi mancano di una componente necessaria per creare il pelo. Hanno un manto spelacchiato, a chiazze, la mancanza di pelo intorno agli occhi fa risultare loro grandi e dorati.
    Piace cacciare e si mostrano estremamente cauti con gli estranei, sono fedeli, dolci e molto cordiali con i loro proprietari. Il loro carattere li farebbe assomigliare più a dei cani e che a dei felini.

    "Alla fine abbiamo scoperto che i gatti sono sani e la perdita di pelo non è dovuta ad alcuna malattia o disturbo noto. E 'stato stabilito che si trattava effettivamente di una vera e propria mutazione naturale, e il nostro programma di allevamento è iniziato"


    ..storia..


    Tutto è cominciato quando i Gobble, sua moglie Brittney e Patti Thomas hanno trovato i primi due gattini che presenta-
    vano il difetto. Gobble, affascinato dalle razze rare, ha deciso di fare loro un test del DNA per scoprire se avessero parentele con altre razze o se affetti da particolari malattie, prima di continuare a farli riprodurre. I risultati del test svolti all’Università del Tennessee hanno dimostrato che oltre ad essere gatti in salute, i Lykoi non sono imparentati né con lo Sphynx né con il Devon Rex, sono il risultato di una mutazione genetica naturale. Dati i risultati, hanno creato una nuova razza.

    …Leggende sul gatto mannaro...


    Il Gatto mannaro fa parte della cultura pop degli anni settanta per analogia con "lupo mannaro" e indica una immaginaria creatura felina teriomorfa. Secondo la leggenda, le specie mutanti, possono essere i, tigri, leoni, leopardi, linci o felidi di qualunque altro tipo, compresi alcuni puramente mitici o leggendari. Ai gatti mannari sono talvolta attribuiti poteri o caratteristiche particolari, come la capacità di curarsi in fretta e con facilità oppure un'indole solitaria o comunque meno gregaria e più indipendente rispetto ai licantropi . Nel Medioevo, in Scozia, erano ritenuti dei predatori, che si radunavano numerosi in vecchi castelli in certi periodi dell'anno. Sono esseri misteriosi che parlano solo a pochi uomini privilegiati e attraverso una sorta di telepatia; sono saggi ed elargitori di preziosi consigli. Quando vogliono, o ne hanno la necessità, possono trasformarsi in bambini dotati di artigli, o anche in qualsiasi altra creatura. Possano anche cambiare i propri connotati a comando

    ..nella letteratura..


    I gatti mannari compaiono nei romanzi fantasy del Ciclo dell'Eredità di Christopher Paolini, hanno poteri come Solembum che cambia colore dei propri occhi edEragon glielo fa notare “l'ultima volta aveva degli occhi diversi”. Nella loro forma "normale", sono simili al caracal. Il principale gatto mannaro della saga di Paolini è Solembum, il gatto dell'erborista Angela, ma Eragon trova anche una gatta mannara a Ellesmera, Maud, che si scopre conoscere Solembum.
    Nel quarto capitolo dell'ultimo libro, Inheritance, si scopre che esiste un re dei gatti mannari, che è più che altro una figura da seguire in tempo di guerra: Grimrr Zampamonca, compagno della gatta candida Cacciaombre, che si allea con i Varden in cambio di cibo e armature per i suoi sudditi, ma soprattutto per un posto d'onore sempre accanto al trono degli uomini a Uru Baen. In questo libro i Gatti Mannari comandano anche i gatti normali che loro chiamano Monoforma e li utilizzano come spie per i Varden loro alleati.
    Oltre che nei romanzi di Paolini, la figura del gatto mannaro comparve, già in precedenza, nella serie La strada della paura di R. L. Stine, in una storia del 1996 dal titolo La notte del gatto mannaro (Night of the Werecat), scritta in realtà dalla ghostwriter Katherine Lance. I Gatti Mannari compaiono anche nel manga Hellsing.
     
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    E' un sarcofago del periodo tolemaico e rinvenuto a Saqqara, formato da due metà sigillate tra loro con all'interno una mummia di gatto. I gatti erano considerati sacri e onorati, la pratica della mummificazione fu estesa anche ad essi.
    L'immagine a raggi X mostra chiaramente l'esistenza del piccolo animale.

    Fonte: Manchester Museum, the University of Manchester
     
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    Magerifelis peignei


    ill Jesús Gamarra




    I paleontologi del Museo Nacional de Ciencias Naturales-CSIC hanno identificato un nuovo genere e specie di felino di medie dimensioni da una mascella parziale trovata nell'area urbana di Madrid, in Spagna.

    La nuova specie di gatto, chiamata Magerifelis peignei, vissuto in quella che oggi è la Spagna circa 15,5 milioni di anni fa (Epoca del Miocene medio). Apparteneva a Felinae, una sottofamiglia di piccoli gatti che hanno un ioide osseo a causa del quale sono in grado di fare le fusa ma non ruggire.

    “Magerifelis peignei è il gruppo gemello di un clade composto da Pristifelis attica, specie viventi del genere Felis ( come Felis Margarita, Felis silvestris, e Felis Lybica), Profelis aurata, e Lynx pardinus,” ha detto autore principale Dr. Manuel Satesa e i suoi colleghi del Museo Nacional de Ciencias Naturales-CSIC.

    Il nome generico Magerifelis è una combinazione di "Magerit", il nome originale di Madrid, e della parola latina felis che significa "gatto". Il nome specifico peignei onora il paleontologo francese Stéphane Peigné , collega defunto e amico degli autori che lo descrivono.

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    La mascella fossile di Magerifelis peignei è eccezionale per due motivi: è molto ben conservata, praticamente completa, e ha una caratteristica unica, ossia un minuscolo secondo molare (nell'immagine segnato come M2). Un secondo molare che non appare nei gatti moderni o in nessun altro felino fossile, tranne che nel Proailurus, il più antico felino conosciuto risalente a 25 milioni di anni fa.
    “Rispetto ai felini viventi, l'emimandibile di Magerifelis peignei da Príncipe Pío-2 è più grande di quello di Felis silvestris, mostrando una dimensione simile a quella di Caracal Caracal, Leptailurus serval, e Lynx pardinus,” hanno detto i palenontologi. “Tuttavia, se le mandibole di queste specie sono mostrate alla stessa lunghezza mandibolare per un migliore confronto, la dentatura delle nuove spezie è chiaramente più piccola di quelle di queste ultime specie, e quindi, il campione ha un aspetto più robusto, con un corpus mandibolare relativamente più alto, molto simile a quello del molto più grande Lince lince.”

    Si stima che pesasse circa 7,61 chilogrammi, anche se i ricercatori hanno suggerito che la robustezza dell'emimandibola indicava che il peso corporeo effettivo era più elevato.

     
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94 replies since 16/5/2010, 17:01   42657 views
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