Appunti di viaggio è il quinto album del cantautore Paolo Conte.
Prodotto nuovamente da Italo "Lilli" Greco, il disco che segue Paris milonga è intitolato Appunti di viaggio, con un titolo quindi che non è legato ad una canzone in particolare ma che descrive bene quello che è il contenuto dei testi del disco, con descrizioni di luoghi e personaggi che sono abbozzi: ciò si nota in maniera particolare in Hemingway, che in pochissime parole descrive lo scrittore americano all'Harry's bar di Venezia per poi lasciare spazio ad una lunga coda strumentale.
Oltre a questo brano, sono particolarmente rilevanti Dancing, che sviluppa Boogie del disco precedente (nuovamente vi è la descrizione di una sala da ballo), Lo zio (che nel disco cita, tra gli altri, Duke Ellington grande boxeur) e Diavolo rosso, che è la sua seconda canzone, dopo Bartali, dedicata ad un ciclista: in questo caso a Giovanni Gerbi, il grande ciclista astigiano che era appunto soprannominato Diavolo rosso.
Gli arrangiamenti delle canzoni sono curati da Tommaso Vittorini; musicalmente Appunti di viaggio è considerato uno dei dischi migliori del cantautore, dove il suo stile che lega il jazz al pianoforte e al Sudamerica trova un punto di equilibrio tale da essere apprezzato anche all'estero (non soltanto in Francia, ma anche in Olanda e Germania).
L'album è registrato allo Studio T2 di Bologna, ed il tecnico del suono è Giancarlo Trombetti; tra i musicisti del disco sono da ricordare Jimmy Villotti ed il batterista degli Stadio, Giovanni Pezzoli.
Nella copertina vi è il disegno di una bussola, opera di Roberta De Tuddo, mentre nella camicia interna vi è un disegno dello stesso Conte.
Le canzoni sono tutte scritte da Paolo Conte e pubblicate dalle edizioni musicali RCA Musica.
Tracce
LATO A
Fuga all'inglese - 4:07 Dancing - 4:07 Gioco d'azzardo - 4:10 Lo zio - 4:11
LATO B
Hemingway - 3:56 Diavolo rosso - 3:47 La frase - 3:54 Nord - 7:07
La frase Se la frase arriverà e il tuo nome sfiorerà il segreto scenderà dove non era sceso mai e il solletico farà dove non era sceso mai se la frase arriverà... E se non arriverà e nel buio dormirà il silenzio giocherà con i tuoi capeli neri e la tua infelicità sceglierà nuovi sentieri e se non arriverà... Se il saxofono dirà con la sua parlata grassa che la notte non è giusta che la notte non è questa fa di te quello che vuoi fa di te quello che puoi fa di te che sai...
Video Nord Può darsi a un ristorante si starà con gli occhi intorno cerchi non si sa fa niente, tanto è un gioco che si fa stando soli, stanchi e forestieri, ma guardando fuori un paesaggio avrai e laggiù montagne languide vedrai e sempre te ne invaghirai grande amore e ancora tu ne vorrai Nord, nord, nord mille e una notte laggiù luna nel viaggio tra le aquile Complesso è questo aroma che ha il caffè opaco e scintillante ma ormai in te tostata è tutta l´Africa e gli dei e si divertono e ridono in fondo, in fondo agli occhi di lei Ad angoli e a spigoli sarà voluta e costruita ogni città e quadrata ogni nuvola sarà e il cielo cupo, l´ansia degli abissi avrà e può darsi a un ristorante si starà con gli occhi intorno cerchi, non si sa fa niente, questo è un gioco che fan gli dei e si divertono, e ridono in fondo, in fondo agli occhi di lei
Paolo Conte è il sesto album del cantautore Paolo Conte del 1984.
È il primo titolo pubblicato da Conte per la CGD, etichetta alla quale l'artista sarà legato per i successivi vent'anni, tenendo conto dei vari cambi di distribuzione e di marchio della stessa Casa discografica. Con questo album, inoltre, il cantautore inaugura la collaborazione con Renzo Fantini, da questo momento suo manager e produttore, oltre che di Francesco Guccini (che Fantini già seguiva da qualche anno).
Testi e musiche sono di Paolo Conte. Tra i brani vanno citati Sparring partner, già comparsa in versione strumentale l'anno prima nel film Tu mi turbi di Roberto Benigni, Come di, la strumentale The music, all? (con Conte impegnato anche al vibrafono), Come mi vuoi?, ripresa anni dopo, dal vivo e in studio, anche da Fiorella Mannoia. Ma il brano di punta del disco è probabilmente Sotto le stelle del jazz, destinato a diventare un altro classico del musicista.
Gli impermeabili è riconducibile alla cosiddetta Trilogia del Mocambo, di cui costituirebbe il terzo episodio, distanziato di quasi un decennio dai precedenti. Bisognerà attendere il 2004 perché la trilogia diventi una tetralogia, con il brano dal sapore retrospettivo La nostalgia del Mocambo.
Tracce
Sparring partner - 4:12 Chiunque - 3:35 Come di - 4:06 Simpati-simpatia - 3:25 The music, all? - 3:36 Sotto le stelle del jazz - 3:44 L'avance - 4:01 Gli impermeabili - 3:55 Come mi vuoi? - 3:37 Macaco - 2:26
Come mi vuoi... cosa mi dai, dove mi porti tu...? mi piacerai... mi capirai... sai come prendermi? Dammi un sandwich e un po'd'indecenza e una musica turca anche lei metti forte che riempia la stanza d'incantesimi e spari e petardi eh... come mi vuoi?... ...che si senta anche il pullman perduto una volta lontana da qui e l'odore di spezie che ha il buio con noi due dentro al buio abbracciati eh... come mi vuoi ? How do you want me, what do you give me, where do you drag me ? Come mi vuoi ? Cosa mi dai ? Dove mi porti tu ? Take a sandwich and my indecent charm hear a music, ehi, what do you think ? Swingin' swingin' see: this room is flying through the sorceries, firework and sbanger man, this is your world... Dammi un sandwich...
Aguaplano è il settimo album registrato in studio e con canzoni inedite del cantautore Paolo Conte.
Testi, musica e illustrazione di copertina del CD (doppio) sono di Paolo Conte.
Tracce
CD 1
Aguaplano - 4:11 Baci senza memoria - 3:18 Languida - 2:17 Paso doble - 2:58 Dopo le sei - 3:27 Max - 3:45 Blu notte - 4:48 La negra - 2:47 Hesitation - 3:48 Ratafià - 3:01 Nessuno mi ama - 4:41 CD 2
Midnight's knock out - 4:34 Anni - 3:30 Spassiunatamente - 4:02 Non sense - 3:03 Les tam-tam du Paradis - 3:27 Amada mia - 3:16 Recitando - 4:06 Gratis - 3:29 Troppo difficile - 3:19 Jimmy, ballando - 4:20
Paso doble Le frasi dell'amore sempre uguali, le stesse ormai per tutti, questa stanza si è annoiata... oscilla misterioso il lampadario, ma questo è secondario e dopo tutto è anche normale... il meglio che noi due sappiamo dare chissà se l'abbiam dato, forse sì o forse no, o forse é ancora tutta da giocare, umana e malandrina, la partita, tra di noi... Sì, ma, più che pensarti e pensarti eventualmente incontrarti vorrei, e più che scriverti e telefonarti eventualmente baciarti vorrei... C'è, sì, molto più gusto a lasciare che l'anima gridi tra le mani entusiasmate, che dicono parole mai sentite, in genere inventate sul momento là per là... non vedo, tra parentesi, nessuno partito da lontano per esistere con me, piuttosto tutto questo può servire per dire un'altra cosa, ma chi si ricorda più? Si, ma più che pensarti e pensarti eventualmente incontrarti vorrei, e più che scriverti e telefonarti eventualmente baciarti vorrei...
Mangiano più gelati e panna da settanta in su che in tutta la loro vita di ragazze, adesso o mai più senza chimere o tabù la vita vale un Perù leri cavalcavano nel vento anche meglio di noi, nel fango, nel coraggio e nelle smorfie come gli eroi ah, le vedi qui, allora del peccato, direi più o meno dopo le sei Normandia, Normandia guardale e poi mi dirai soavi a nuoto nel mare dei guai, ma gliene importa assai Pigre, non è vero niente affatto, trottano, sai mai, e leggono e si tengono al corrente e usano, lo sai, profumi intensi perchè la vita intensa lo è Sotto deliziosi cappellini in bilico, hu hu ti guardano e chiunque tu sai stato ti danno del tu e leccano, lecanno adesso o mai più zibibbo al lampo che fu Normandia, Piccardia, guardale, eppoi mi dirai con naso al vento e nell'anima uno spavento di felicità scuderia, lotteria gli occhi che dicono: sì guardan nel vuoto se tu sei lì dopo le sei
Hesitation Io li sentivo parlare dietro la porta del pomeriggio chiusa a chiave naturalmente dalla mia parte, si capiva molto poco, quasi niente, ma qualcosa si intuiva, si indovinava una specie di salto nei loro pensieri… Hesitation, con una gamba per volta, hesitation in love… Sotto la porta il tappeto sembrava come elettrizzato, le rose donate erano lì in attesa di venire capite, era una scena d'amore e di esitazione stupenda, io avrei voluto dare una mano non so bene se a lei o a lui… Hesitation, un palombaro nell'ombra, hesitation in love…
Parole d'amore scritte a macchina è l'ottavo album registrato in studio e con canzoni inedite del cantautore Paolo Conte, pubblicato dalla CGD nel 1990.
Testi, musiche, arrangiamenti ed orchestrazioni sono di Paolo Conte.
L'illustrazione della copertina è di Hugo Pratt.
Tracce
Dragon - 4:14 Colleghi trascurati - 3:40 Mister Jive - 2:18 Ho ballato di tutto - 2:53 Un vecchio errore - 4:23 Il maestro - 3:34 Eden - 3:13 Lupi spelacchiati - 2:30 Parole d'amore scritte a macchina - 3:51 Ma si t'a vò scurdà - 3:30 La canoa di mezzanotte (duetto con Sibilla) - 4:32 Happy feet (musica per i vostri piedi madame) - 3:23
Ho ballato di tutto Ho ballato di tutto, lo sai sui sentieri dei grammofoni, sai Woody, woody... Ho ballato un po' con tutti, lo sai gente nuova e gente vecchia, lo sai Smoothie, smoothie... Blue flame, blue love... Mai nessuno che abbia amato, lo sai i miei piedi, mai nessuno, lo sai Footie, footie... Vedi, il cuore e i piedi, proprio cosi', sono i primi che si stancano, si' Moody, moody... Blue flame, blue love... Una donna calda, sono cosi', come si usa dire sono cosi' Hothead, hothead... Che trascina al largo senza pieta' chi non sa nuotare e mai imparera' Bloody, bloody... Blue fame, blue love
"Il maestro chi è? Non lo so. Può essere Giuseppe Verdi o von Karajan. E' comunque colui che chiede con autorità all'orchestra di piegarsi alla musica. Compito difficile, sovrumano, che ha dato l'illusione a certi personaggi di essere degli dèi. Sia ben chiaro che io nella figura di questo maestro non c'entro, ma è un personaggio che mi ha sempre attratto. Il fatto stesso di venire chiamato "maestro" mi ha sempre fatto sorridere e dato modo di interrogarmi su un fatto: l'orchestra ha realmente bisogno di un maestro? La musica ha realmente bisogno di un maestro? Le risposte possono essere controverse, se pensiamo alla scuola pianistica di Cortot e Michelangeli, che sostenevano che non si doveva far niente di più di quello che il compositore aveva annotato, senza permettersi libertà che invece altri si permettevano. Tuttavia l'orchestra va fatta funzionare, deve capire a fondo che musica sta suonando. Deve essere "frustata". E il colpo di frusta deve arrivare anche al pubblico. Ho avuto occasione di seguire in televisione delle prove interessantissime dell'orchestra della Scala dirette da Riccardo Muti, e la capacità di quest'uomo di "cantare" lui stesso all'orchestra la frase che doveva essere eseguita, nello spiegare le legature e le dinamiche, addirittura il perché storico che sottostava alla composizione di una determinata opera, faceva sì che dalle prime alle terze letture ci fosse un cambio di qualità fenomenale. Ben venga quindi il maestro, e usi pure il suo frustino, con energia e dolcezza". Paolo Conte