POLPO, SEPPIE, CALAMARI ...I CEFALOPODI

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  1. gheagabry
     
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    I pesci non sono fatti per vivere rinchiusi. L'acquario ti cambia dentro.
    (Alla ricerca di Nemo)


    IL POLPO



    Il polpo è un mollusco appartenente alla classe dei cefalopodi, animali vivaci ed agili, che nell'aspetto esteriore, hanno poco in comune con gli altri molluschi.
    A differenza dei gasteropodi (vedi murice), che pure sono i parenti dei cefalopodi più simili nella struttura del corpo, il piede del polpo, che i gasteropodi usano per strisciare sul substrato, risulta trasformato in un sifone, il cosiddetto imbuto. Espellendo con forza l'acqua attraverso l'imbuto, il polpo può muoversi nuotando velocemente anche grazie all'assenza di conchiglia che rappresenterebbe un insopportabile fardello. Sempre attraverso l'imbuto, in caso di pericolo, il polpo può espellere il contenuto della ghiandola dell'inchiostro. Questa tasca contiene una sostanza scura che intorbida l'acqua disorientando l'assalitore e permettendo al polpo di fuggire inosservato. Il capo del polpo porta 8 tentacoli molto mobili, muscolosi, muniti di due file di ventose. Quest'ultima caratteristica permette di distinguere facilmente Octopus vulgaris dal simile Eledone aldovrandii, noto con il nome di Moscardino, che presenta le ventose poste in un'unica serie su ciascuno dei tentacoli... Le ventose servono per ritenere la preda e per spostarsi sul fondo attaccandosi al substrato. Al centro della corona di tentacoli si trova la bocca che è provvista di un robusto becco corneo.
    Nel capo del polpo sono molto appariscenti i grandi occhi globosi, somiglianti per la struttura a quelli umani. Al possesso di organi visivi così fatti è legato il comportamento vivace ed inquieto di questo animale.
    Una caratteristica sorprendente del polpo, comune a tutti i cefalopodi, è la sua capacità di cambiare colore in risposta a diversi stimoli ambientali.
    E' il cefalopode più frequente delle coste mediterranee; talvolta presente in gran numero durante le cosiddette "annate da polpi". Abita le fenditure delle rocce che barrica con pietre, nella zona costiera superiore, da pochi metri fino a 100 m.
    Si spinge spesso in prossimità della riva, muovendosi, tra gli scogli, a pochi cm di profondità. L'ingresso della tana, in genere, è facilmente riconoscibile per la presenza dei numerosi resti degli animali di cui si nutre (conchiglie di bivalvi, carapaci di granchi, ecc.)...Alla fine dell'inverno gli animali sessualmente maturi risalgono a bassa profondità per riprodursi. La femmina depone le uova (150000-400000) in lunghi cordoni fissati alla volta delle tane e le custodisce per 1-2 mesi. In questo periodo la femmina non si nutre e spesso muore dopo la schiusa. Dalle uova, relativamente grandi, fuoriescono, senza stadio larvale, direttamente giovani polpi.
    Il polpo è uno degli animali più intelligenti del globo, specializzato in escapologia, è giocoso, sa comunicare in modo complesso con i propri simili, sa imparare osservando i propri simili, ha un comportamento basato più sull'esperienza che sull'istinto, è capace di prendere oggetti e manipolarli


    Ci sono alcuni fatti scientifici che accettiamo da sempre, facili da capire, da verificare. Il polpo ha otto gambe, si è sempre detto, niente più facile da accertare, si conta e si capisce perché i greci gli diedero quel nome. Peccato che non sia proprio così, perché ora gli scienziati del Weymouth Sea Life Centre di Weymouth, in Gran Bretagna, hanno scoperto che per essere precisi si dovrebbe dire che il polpo ha due gambe e sei braccia. La maggior parte dei suoi tentacoli serve infatti per manipolare gli oggetti e solo due hanno funzione vera e propria di locomozione
    È stata la signora Mavis, polpo gigante del pacifico che vive in una vasca del centro di ricerca marina, ad aiutare gli scienziati a capire come funzionano davvero gli otto tentacoli. Come tutti i polpi, Mavis è molto intelligente, è capace di manipolare gli oggetti. Ad esempio, le piace giocare con il cubo di Rubik. Sì, proprio quello in cui bisogna rimettere a posto i colori, quello che molti di noi non sono mai riusciti a finire. Non che Mavis ci riesca, spiegano gli scienziati, ma con i suoi tentacoli riesce quantomeno a far scorrere i quadretti. Fino a oggi si era ritenuto che i polpi usassero i tentacoli in modo speculare, quattro per la locomozione e quattro per la manipolazione, due per ciascun lato. Ma dopo aver osservato Mavis per mesi Claire Little, la responsabile del progetto, e i suoi assistenti hanno scoperto che non era così: "Solo i due tantacoli posteriori vengono usati per afferrarsi alle rocce e al fondale - ha detto la ricercatrice - oppure per darsi una spinta quando ai polipi occorre scappare via. Gli altri servono per afferrare gli oggetti e, grazie alle ventose, per aprire facilmente molluschi e giusci di crostacei per i quali noi avremmo bisogno di utensili".
    L'affermazione di Little sembrerà strana ai più: i polpi hanno un "davanti" e un "retro"? Sì. "I polpi hanno gli occhi posizionati verso il davanti del corpo, hanno insomma una visione simile alla nostra - ha chiarito Little al Times - e a seconda del punto in cui si trova l'oggetto lo afferranno con i tre tentacoli destri o sinistri". In realtà lo studio all'inizio aveva l'obiettivo di capire se i polpi, come gli esseri umani, fossero destri o sinistri come noi, ma poi ha finito per fornire anche altre spiegazioni.
    Gli studi sulle capacità di manipolazione dei polpi, insomma non finiscono mai di stupire. Qualche tempo fa, infatti, una ricerca tedesca aveva accertato che i loro tentacoli sono talmente flessibili che hanno una enorme libertà di azione, soprattutto se paragonata a quella data alle nostre braccia dalle articolazioni di gomito e polso. Non solo, in qualche modo i polpi hanno "braccia intelligenti", perché il motore neurologico che aziona il tentacolo non risiede nel cervello, ma in un circuito neuronale al suo interno. Per arrivare a questa conclusione gli scienziati osservarono che, anche se staccato dal cervello, un tentacolo era in grado di muoversi in modo efficace. Per la ricerca sul numero delle braccia di Mavis, invece, non c'è stato nulla di cruento, anzi: i ricercatori hanno sottolineato che la signora polpo non è stata mai tolta dalla vasca in cui si trova, perché questo avrebbe potuto causarle troppo stress.
    (CRISTINA NADOTTI, repubblica - 2008)



    .....storia, miti e leggende.....


    Da secoli esistono leggende su polpi giganti dai tentacoli lunghissimi, capaci di attaccare anche gli essere umani e di rovesciare le imbarcazioni. Ma davvero questi molluschi possono raggiungere dimensioni così ragguardevoli ed essere pericolosi per gli umani? Dei polpi sappiamo che sono animali molto intelligenti e che sono tra i campioni di mimetismo del mondo animale. Esiste una specie di polpo, quella del Pacifico, che effettivamente può arrivare a pesare più di 70 chilogrammi, ma si tratta di animali non aggressivi, che reagiscono solo se disturbati da qualche incauto sub o se issati in barca da un pescatore.
    Il polpo gigante del Nordpacifico, Enteroctopus dofleini, vive lungo le coste del Nord America, soprattutto in alcune lagune dell’Alaska, a profondità variabili dai 15 ai 60 metri. Secondo gli esperti è questa la specie di polpo che ha fatto sorgere alcune delle leggende sulle piovre e i mostri marini. Dotato di una forza incredibile e di possenti ventose, è in grado di uccidere animali molto grandi.

    Inevitabilmente, le descrizioni di polipi, piovre, "kraken" e calamari si mescolano, in quanto questo animali marini sono molto simili: tutti fanno parte dei cefalopodi, ma i polipi sono octipodiformi e sono caratterizzati da otto tentacoli; i calamari, invece, hanno forma più affusolata e due ulteriori tentacoli, più lunghi, oltre ad avere una sorta di conchiglia interna (il famoso "osso di seppia").
    Le segnalazioni e i reperti, comunque, sono diverse centinaia e sono in continuo aumento.
    Tra i primi a parlarcene è Plinio il Vecchio, nella sua "Historia Naturalis", descrivendo un episodio avvenuto presso Gibilterra, nel quale si parla di un polipo (che però descrive con dieci tentacoli, due dei quali più lunghi) della lunghezza totale di 30 piedi e del peso di 700 libbre, evidentemente un calamaro gigante.
    Nel 17° Secolo in Inghilterra fu esibita la "bestia di Dingle-i-Cosh", la cui descrizione fa pensare ad un calamaro gigante e la stessa cosa si può dire dell'animale arenatosi a Thingöre, in Islanda, nel 1639 e per quello "spiaggiato" a Scheveningen, in Olanda, nel 1661. Nel 1801 il naturalista francese Pierre Denys de Monfort, pubblicando un volume dedicato ai molluschi, passò in rassegna tutto quanto fino a quel momento si era detto su questi mostri marini. Denys de Monfort intervistò anche dei balenieri di Dunquerque, uno dei quali raccontò che un capodoglio, arpionato ed issato a bordo, vomitò un segmento di tentacolo lungo 10,60 m e con un diametro di 15 cm...Un episodio pressoché identico si era verificato nel 1775, quando un capodoglio aveva sputato un tentacolo di 8,20 metri. Un caso analogo, o una diversa trascrizione dello stesso, ci descrive questo tentacolo di colore rossastro e, in effetti, così ci sono apparsi alcuni reperti moderni, ma non mancano i casi di calamari completamente bianchi....Nel 1857 il danese Steenstrup diede una più accurata descrizione scientifica di questo cefalopode, classificato come Architeutis, ma lo zoologo americano A. E. Verrill, tra il 1874 ed il 1882, basandosi su un numero considerevole di campioni, ne tentò una classificazione più approfondita. Un vero studio del calamaro gigante, però, ha avuto inizio solo in questi ultimi anni, con la disponibilità di grandi banche-dati informatiche, ed i ricercatori si sono resi conto che le segnalazioni riguardavano, in realtà, una grande varietà di molluschi: Mesonychoteutis, Moroteuthis, Dosidicus, Taningia, Loligo, Plectoteuthis, Megaloteuthis, Megatheutis, Dubioteuthis, Dinoteuthis, Mouchezis, Steenstrupia ecc., senza la possibilità di stabilire quali effettivamente fossero specie differenti in quanto la stragrande maggioranza dei reperti è costituita da esemplari incompleti o parti di essi.
    In ogni caso, nel XIX Secolo questa creatura fantastica, al centro di decine di narrazioni romanzesche uscì dalla leggenda per entrare a far parte di studi scientifici che, peraltro, confermarono le prime annotazioni di Plinio il Vecchio nella "Historia Naturalis".



    ....una favola....


    Una mattina d’inverno un pesce rosso impaurito chiese ad un polpo :
    « – Buongiorno amico ! Avete per caso l’ora? - Bah si, certo! » rispose il polpo.
    - Ah, eccomi rassicurato! Grazie del vostro aiuto.»
    E con un’aria felice il pesce rosso se ne andò !
    Il polpo ne fu ben sorpreso e si mise al suo inseguimento : « – Aspettatemi, aspetattemi » gridò al pesce rosso.- …»
    Ma il pesce rosso non lo senti e, guizzando, continuò per la sua strada.
    Per fortuna il polpo provvisto dei suoi 8 tentacoli lo raggiunse e lo prese :
    « – Ah, vi tengo finalmente ! - Ma che diavolo state facendo ?» Gli disse il pesce rosso.
    - Volevo informarvi che sono esattamente le 7h12 !»
    A questo punto il pesce rosso si rese conto che aveva chiesto l’ora senza aspettare la riposta. Il nostro amico pesce rosso ancora scosso per l’accaduto comprese che non aveva prestato la giusta attenzione alle parole del polpo.





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    Alessandro Zocchi

     
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9 replies since 24/10/2012, 15:50   2800 views
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