STRANI MUSEI

I musei italiani e del mondo più particolari

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  1. gheagabry
     
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    «Le piccole cose hanno la loro importanza:
    è sempre per le piccole cose che ci si perde».
    (Fëdor Dostoevskij)



    PICCOLI MUSEI



    I piccoli musei che si prendono la loro rivincita su quelli di grandi dimensioni e invitano i visitatori a "perdersi" tra le sale. Soprattutto il 18 giugno quando, per la prima volta, si celebrerà la Giornata Nazionale dei Piccoli Musei, organizzata dall’Associazione Nazionale Piccoli Musei. Porte aperte e ingresso gratuito ma soprattutto, a fare la differenza, sarà un gesto di accoglienza capace di esprimere l'identità del luogo e la passione di chi lo gestisce. Per tutti un dono a sorpresa che resti a ricordo della visita. Non un regalo prodotto in serie, ma un vero e proprio pensiero creativo: qualcosa di pensato, di fatto a mano, di particolare, perché "i piccoli musei ti restano nel cuore come recita lo slogan dell'iniziativa". Ad oggi sono oltre 170 le adesioni per svelare una serie di collezioni uniche e accattivanti, pur all'interno di perimetri limitati (Si possono seguire le iniziative della giornata utilizzando l’hashtag #giornataAPM). Ecco le nostre scelte, ma tutti meriterebbero una visita.

    A Santa Giuletta, piccolo paese situato in collina dell'Oltrepò Pavese, sono nate le bambole artigianali che hanno fatto giocare intere generazioni. Qui hanno avuto origine le aziende che producevano pupattole dai grandi occhi azzurri e lunghe trecce bionde, con abiti di tulle, che tuttora fanno bella mostra di se in molte case delle nonne. E tutti sono orgogliosi di questo, tanto che il comune è considerato il paese delle bambole e il suo piccolo museo della Bambola richiama centinaia di persone. Il direttore è Loretta Ravazzoli che dopo aver trascorso quattro anni nell'archivio comunale a leggere di tutto, si è appassionata al mondo incantato delle bambole con il corpo in stoffa imbottita con trucioli di legno e la testa in cartapesta. Da qui l'idea di metterle tutte insieme. Il Museo è dedicato a Quirino Cristiani, originario del paese e considerato l’uomo che anticipò Disney, regista del primo lungometraggio a disegni animati della storia del cinema (1917), e racchiude giocattoli, calchi, fotografie e documenti. «Per la giornata dedicata, ha detto Ravazzoli, riproporremo un progetto messo in cantiere in occasione di Expo. Dalla farina alla "colla", passando dalla cucina alla fabbrica. Come acqua e farina sono importanti per fare la colla per la carta pesta, così sono gli stessi ingredienti utilizzati per fare la schita (detta "cola" in dialetto locale), ovvero la focacetta fritta nello strutto e poi mangiata con zucchero o sale. Regaleremo ai presenti un sacchettino di farina, con la ricetta della schita scritta a mano dagli alunni delle scuole».




    Quattro amici amanti e collezionisti sono, invece, i fondatori del Museo della Radio "Tutta un'altra radio" allestito all'interno dello storico “Palasson” a Montasano Lombardo, vicino Lodi. Un amore verso quella vecchia scatola di legno che ha accompagnato le giornate e le occasioni speciali di intere generazione con il suo suono meraviglioso generato dal riscaldamento delle sue valvole. Conta complessivamente circa 400 esemplari (ma solo una parte è esposta per mancanza di spazio), che vanno dagli anni ’20 agli anni ’90, alcuni dalle forme più strambe.



    A Santarcangelo di Romagna, in provincia di Rimini, la visita diventa l'occasione per studiare anche la storia. Giorgio Gallavotti nel Museo dei Bottoni ha raccolto e incorniciato migliaia e migliaia di bottoni che hanno allacciato e slacciato i più sofisticati abiti del mondo, ma anche giacche, camicie, gonne, cappotti. Tutti inseriti e cuciti con estrema cura e creatività in apposite cornici. Tutti a portata di occhio, anche se le lenti d’ingrandimento a disposizione permettono di osservare nel dettaglio le accurate decorazioni e le incastonature di pietre. Gallavotti ha un passato da titolare di un’antica merceria aperta dal padre nel 1929. La sua passione per questi ornamenti di sartoria cresce nel momento in cui recupera, in un vecchio magazzino, diverse scatole di modelli e inizia a ordinarli con riferimento ai colori, ai prezzi, ai materiali, al periodo. Giorno dopo giorno la collezione si arricchisce e oggi vanta oltre dodicimila pezzi, minuscole opere d’arte che attraversano quattro secoli di storia italiana, e non solo, dal Seicento a oggi. Il dono per il 18 giugno ai presenti sarà una creazione fatta dai bambini delle scuole elementari per lasciare un ricordo che emozioni.



    È nato dall'amore per il cinema di Paolo Marinozzi il museo Cinema a Pennello, a Montecosaro, grazioso borgo in provincia di Macerata. Il tutto ebbe inizio nel 1992, quando a Marinozzi venne voglia di celebrare i 25 anni dalla morte di un suo grande mito: Totò. Il museo è suddiviso in due percorsi espositivi, cosiddetti primo tempo e secondo tempo. Nel primo sono esposte le opere disegnate nel periodo che va dalla fine degli anni cinquanta a quella degli anni settanta. Ci sono i bozzetti - dipinto originali disegnati da artisti, chiamati cartellonisti, su un foglio di carta o cartoncino a tempera e acquerello - dai quali venivano poi stampati i manifesti di film indimenticabili come Ombre Rosse, Ben Hur, Don Camillo, I soliti ignoti, Poveri ma belli, Colazione da Tiffany. Del resto come diceva Federico Fellini: "i manifesti sono come le canzoni, ti ricordano momenti della vita".

    Per gli appassionati di fumetti, invece, da non perdere il Museo Ivan Asprinio, a Isernia (tel. 3389117496) dal nome dell'ideatore e grande collezionista di Topolino. Nelle sale, denominate Mickey e Minnie, ci sono migliaia di numeri: dall'1 del formato giornale del 31 dicembre 1932 al numero del formato libretto uscito nella settimana. Vi è una intera sezione dedicata agli oggetti promozionali e pubblicitari (molte ditte hanno utilizzato i personaggi Disney per promuovere i loro prodotti, dalle caramelle per bambini, alla pasta con silhoutte dei personaggi di Topolino); una sezione interamente dedicata alle statuine francesi FEVES a tema filmografia Disney. Sulle pareti e al soffitto di entrambe la sale sono visibili, litografie, poster, disegni originali di autori vari.




    Chi ama gli strumenti musicali resta incantato nel Museo Cultura e Musica Popolare dei Peloritani di Messina. Tra gli oltre 150 pezzi esposti c'è la zampogna a paro, ovvero la ciaramedda, lo strumento più rappresentativo della cultura musicale pastorale siciliana, che proprio nei Peloritani trova la sua area di più forte radicamento e diffusione. Inoltre è possibile osservare i clarinetti di canna semplici e doppi, gli oboi popolari, d'uso cerimoniale in ambiti processionali. Non mancano tamburi, chitarre, mandolini, violini. Vi è anche un'area digitale per l'ascolto dei diversi repertori strumentali e vocali di festa e di lavoro.



    Infine, da segnalare una mostra molto curiosa pur se di nicchia. Il museo Glauco Lombardi di Parma celebra il Giubileo di Zaffiro della Regina (fino al 24 settembre). Oltre trecento oggetti, fra cui mug, teiere tazze e piatti creati dalle più grandi aziende del celebre distretto inglese delle ceramiche in occasione di grandi eventi della dinastia, raccontano la vita pubblica e privata della royal family. Anche questi sono frutto di una raccolta privata, quella di Marina Minelli, giornalista, scrittrice e blogger "innamorata" dei royals, in particolare di Elisabetta II. L’insolita collezione ripercorre la lunga vita di Sua Maestà, dall’incoronazione ai giubilei, passando attraverso matrimoni, compleanni e battesimi, in un percorso storico che parte dalla regina Vittoria per arrivare fino ai nostri giorni. Oltre alle commemorative potteries sono esposte anche cartoline postali d’epoca, giornali e riviste inglesi, francesi e italiane dagli anni Cinquanta del Novecento ad oggi. Inoltre, alcuni servizi particolari realizzati per l’incoronazione del 1953 e per il Silver Jubilee del 1977 sono stati utilizzati per allestire tavoli da tè e da pranzo in perfetto stile vintage. Che poi è un po' lo spirito di ogni collezione: far fare un tuffo nel passato.



    (di ISA GRASSANO, repubblica.it)
     
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