ALESSANDRO BORGHESE ... “cuoco gentiluomo”

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    Borghese, chef e gentiluomo


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    di Edmea Collina


    Bello. Simpatico. Alla mano. In una parola: irresistibile. Chi è Ale, star tivù e paladino della cucina made in Italy.



    L’uomo in cucina, è noto, risveglia l’appetito. E non solo gastronomico. Come se non bastasse, con il boom dei programmi dedicati alla cucina, gli chef hanno acquistato lo stesso fascino di bello e impossibile fino a poco tempo fa riservato a calciatori, pop star e attori.

    TUTTE PAZZE PER IL CUOCO
    Si muovono così con nonchalance tra salotti tivù, eventi, party esclusivi. Scrivono libri, sono seguitissimi sui social network e hanno un seguito di vere e proprie groupie.
    Qualche esempio? Su tutti il tenebroso Carlo Cracco, star di Masterchef. Poi Simone Rugiati, già stella de La Prova del cuoco e mattatore di cuochi e fiamme, nonché ex fidanzato di Manuela Arcuri. E, spostandosi all’estero, il tormentato Gordon Ramsey e l’angelico Jamie Olivier, come dire il diavolo (non per niente Ramsey conduce Hell’s kitchen) e l’acqua santa.

    IL DISCRETO FASCINO DELLA SEMPLICITÀ
    E poi c’è lui, con il suo sorriso rassicurante, gli occhiali vagamente intellò e il capello lungo e selvaggio. Alessandro Borghese, 36 anni, è un volto di Real Time ed è protagonista di Ale contro tutti, cooking show su Sky Uno. Ed è figlio d’arte. Sua madre, infatti, è Barbara Bouchet.




    Alessandro Borghese la mattina in cucina


    Ale, come è conosciuto dal grande pubblico, non teme la concorrenza televisiva dei colleghi. Anzi. «Per fortuna è aumentata la presenza della arte culinaria in tivù», ha detto a Lettera43.it. «Fa bene alla cultura enogastronomica e all’Italia. Non possiamo occuparci solo di calcio e politica».

    SI SALVI IL MADE IN ITALY
    L’invasione di programmi a tema, anzi, può essere persino salvifica, visto che tra mamme in carriera e fast food si corre il rischio di disperdere le tradizioni enogastronomiche del nostro Paese e l’eccellenza del made in Italy.
    Tra tanti cuochi star, lui dice di sentirsi a proprio agio e «amico di tutti». Atteggiamento che gli ha fatto conquistare il titolo di chef gentiluomo. «Mi chiamavano così 10 anni fa», sorride, «ma di sicuro le buone maniere non guastano mai». Pure modesto.

    L’UOMO DEI SOGNI
    Sarà anche perché non ha molto da temere. La sua disinvoltura davanti alla telecamera, l’ironia e l’aspetto fisico lo hanno certamente aiutato.
    Insomma, Borghese risponde all’identikit dell’uomo perfetto. Le fan però è meglio che abbassino la fiamma. Perché è pure sposato. E felicemente. Sua moglie l’ha conquistata con «il lusso della semplicità», spiega. «Come uno spaghetto al pomodoro fatto per bene, unito al savoir-faire».
    Alle altre non resta che far scarpetta.


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    Alessandro Borghese e la moglie, Wilma Oliviero,
    alla presentazione del Calendario Campari -
    Milano - Novembre 2012




    Fonte:letteradonna.it,www.zimbio.com,web
     
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    Da Gente - A casa di Alessandro Borghese


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    Fonte:levipere.com
     
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    Alessandro Borghese, lo chef gentiluomo



    di Marco Infelise
    redazione Playboy.it


    Oggi è uno degli chef e dei personaggi più in voga. Alessandro Borghese ha conquistato il pubblico grazie alla sua capacità di realizzare piatti goderecci, ma anche per il suo modo di fare: spontaneo, diretto, sorridente, con una punta di genialità che non guasta mai



    Nonostante provenga da una famiglia raffinata – è figlio di Barbara Bouchet e dell'imprenditore Luigi Borghese – è un tipo piuttosto alla mano. Quando lo incontriamo, una sera di febbraio, si presenta insieme alla moglie e bastano un paio di caffè per farci parlare come due amici di vecchia data.

    Parlaci dell'ambiente in cui sei cresciuto.

    «Sono cresciuto in un ambiente stimolante, alla fine degli anni Settanta e dell'inizio degli anni Ottanta. Mia madre Barbara Bouchet era una sex symbol con varie copertine di Playboy alle spalle e io sono venuto su a pastasciutta e Playboy. Ricordo di aver sempre visto intorno a me molta energia, fervore nella vita quotidiana: uno stile di vita che un po' ho riassunto nel mio claim attuale, il lusso della semplicità».

    Vale a dire?

    «Che c'erano lusso, anche sfarzo, ma allo stesso tempo persone che si erano fatte da sole, a cui non era stato regalato niente. Mia mamma era un'immigrata cecoslovacca, mio padre uno scugnizzo napoletano che prima di sfondare vendeva arance al casello. C'era il senso dell'umiltà anche se con un giro pazzesco di persone: da Giuliano Gemma a Edwige Fenech, da Lino Banfi a Proietti, e poi Sordi, Martin Scorsese (mia madre in quel periodo girò Gangs of New York)… Venivano tutti a cena insieme a un numero imprecisato di fotografi. E anche se io ero spesso relegato in mano alle baby sitter, mi ricordo bene quella spensieratezza d'animo e la libertà di pensiero che oggi si è un po' persa».

    Di quell'ambiente ricordi solo pregi o anche difetti?

    «Quasi esclusivamente pregi. Innanzitutto non ho sofferto molto la figura di mia madre come personaggio pubblico, grazie al cielo ho avuto genitori molto presenti e intelligenti, che mi hanno insegnato l'umiltà, ma allo stesso tempo la possibilità di esprimere il proprio genio e sregolatezza. Poi il clima è stato stimolante. A casa avevamo sempre queste cene pantagrueliche piene di gente, io ho avuto la possibilità di viaggiare tanto, di frequentare una scuola internazionale dove in classe erano rappresentate 60 nazioni. Pensa che proprio in questi giorni vado in Nigeria, invitato da un mio vecchio compagno di classe che oggi lavora in ambasciata, per cucinare con il mio team a un evento. Gli aspetti negativi di quel genere di ambiente li senti se hai genitori che pensano a se stessi o se a casa non si parla. Ricordo invece che per noi la tavola era un momento di convivio, come nella cultura cinese e in quella meridionale italiana, un momento dove puoi risolvere molte cose».

    Il fatto che tua mamma avesse fatto delle foto su Playboy ti ha mai creato problemi?

    «A volte. Quando qualcuno a scuola mi prendeva in giro io chiedevo a mia mamma "Che devo fa'?" E lei mi diceva: "Digli che tua madre ha due belle tette e un gran culo, e che sua mamma non se le può permettere foto del genere". Se non ti fa crescere sano una risposta così…».

    I tuoi ti hanno indirizzato verso il mondo dello spettacolo?

    «No, mi hanno chiesto solo che cosa volessi fare da grande, con la massima libertà».





    E tu cosa rispondevi?

    «A un certo punto che desideravo fare qualcosa di manuale che rimanesse nel tempo. Esprimere me stesso in qualche modo artistico però senza fare l'attore».

    Ricordi il momento particolare in cui hai scelto la cucina?

    «Il periodo decisivo è stato quello tra la fine della scuola e l'inizio dell'esplorazione del mondo lavorativo, quando volevo capire se avessi delle doti. Mi sono chiesto che cosa facevo bene e cosa mi avrebbe potuto divertire. Io stavo sempre a cucinare. Quando mi sono reso conto che cucinavo gli ziti con la genovese più buoni di mio padre, la domenica mattina, ho capito che quella era la mia strada».

    L'aspetto che ti piace di più del cucinare?

    «Ti dà una botta di adrenalina e una soddisfazione immediata».

    Quali sono le tue passioni?

    «Quella gnocca di moglie, una come lei devi sposarla subito, i miei coltelli, le motociclette e il rock».

    Mi fai un esempio di riferimento per le ultime tre categorie?

    «I coltelli sto pensando a una mia linea personalizzata, per il rock tutto, dai Led Zeppelin ai Big Linda, di moto me ne piace più di una».

    Quali?

    «Innanzitutto quelle con cui correva mio padre, che era pilota. Harley, Guzzi, Suzuki, anche se purtroppo non ne ha tenuta neanche una. Poi ho una Triumph Bonneville, e una Headbanger che hanno appena realizzato apposta per me, perché recentemente mi è venuta la passione per le custom. Mi immagino sempre con la moto, un sacco di coltelli sulle spalle e pronto a lavorare ovunque io sia. Io amo il mito di Easy Rider e il senso di libertà che la motocicletta ti dà. D'altronde, sono nato in California…».

    Per quale motivo voi cuochi recentemente siete diventati dei personaggi? È merito solo della Tv?

    «Siamo stati relegati nelle cucine con il grembiule sporco di sugo per tanti anni, poi c'è stato il ribaltone e siamo diventati fin troppo di moda, tanto che ci sono molti ciarlatani in giro. Credo non sia merito solo della Tv, perché cucinare piace alle persone, rientra nella quotidianità, è una cosa grazie alla quale ti puoi rilassare. La gente si è rotta i coglioni di politica, vuole farsi due risate e imparare qualcosa di costruttivo. E forse adesso si è accorta di avere un grande patrimonio gastronomico che gli altri sfruttano meglio di noi».

    Cioè?

    «Tutto il mondo viene in Italia per mangiare, ovunque ci sono chef che hanno fatto i soldi con la cucina italiana. Era ora che anche noi cuochi del Bel Paese ci accorgessimo di ciò che abbiamo. Fino a poco tempo fa eravamo fermi a "Il pranzo è servito"…».

    Pensi che esista un legame tra cucina e sensualità?

    «A cucinare ci si diverte, ma non solo: è un atto d'amore, soprattutto se lo stai facendo per qualcuno. Non hai visto la mia ultima pubblicità? Sembro una via di mezzo tra Rocco Siffredi e Auguste Gusteau lo chef di Ratatouille».

    Quindi la risposta è sì?

    «Esiste eccome! Anche se penso non ci sia nessun segreto, che le fragole e le ostriche afrodisiache siano tutte cazzate… Ma questo legame c'è. Quando si cucina per qualcuno non bisogna cercare effetti speciali, ma la sincerità nel piatto. È importante informarsi sui gusti del partner, la parola d'ordine deve essere semplicità. E se a ciò che guardo nel piatto corrisponde anche il sapore, è fatta».

    Cosa ti chiedono di più le persone su questo argomento?

    «Che cosa posso fare a cena per sedurre una donna?».

    E tu che rispondi?

    «Che non si invita a cena una lei la prima sera, ma bisogna fare i compiti perché l'effetto sorpresa potrebbe regalare una delusione. Bisogna stare molto attenti la prima volta».

    Tua moglie l'hai conquistata con il cibo?

    «Con lei è stato facile perché mia moglie viene da una famiglia di ristoratori, è una donna curiosa, che ama cibo e vino in maniera smisurata. Io amo dire che è una camionista nei panni di una bionda. Per esempio le piace mangiare delle cose che per molti possono essere rivoltanti, come la testina d'agnello o le frattaglie. È un'ottima caratteristica, perché a mio modo di vedere se una donna a tavola è una da "questo no, quell'altro neanche", è difficile che sotto le coperte ti dia molte soddisfazioni».





    Chi è il tuo punto di riferimento culinario?

    «Più di uno. Io ho trascorso tre anni sulle navi, sono passato da Londra, San Francisco, New York, ma non ho trovato un solo maestro. Potrei dire a Milano Sergio Mei del Four Season, ma in generale i miei maestri sono stati tanti cuochi, anche con nomi non molto conosciuti, che hanno trascorso per una vita 18 ore al giorno in cucina per passione. E che mi hanno insegnato che il vero cuoco non si ferma mai, si fa un mazzo così, lavora a testa bassa per raggiungere un obiettivo, per cui ci vuole un sacco di tempo e pazienza».

    Che cosa pensi di Gordon Ramsay?

    «È un amico, apparentemente un pazzo scatenato che in realtà è una persona splendida. Anche se io non sposo la sua filosofia del "si lavora meglio sotto pressione"...».

    Qual è il piatto che ti riesce meglio?

    «È un po' scontato dire quello che devo ancora fare, ma è così: penso che a ottant'anni ci sarà ancora qualcuno che avrà qualcosa da insegnarmi. Ma ti dico che fare una buona pasta al sugo non è così facile come sembra».

    Se dovessi riassumere la tua filosofia?

    «Direi che è necessario sorprendere, anche nella semplicità, perché c'è tanta omologazione in giro, e spesso chi mangia è distratto e non si sofferma su cosa sta ingerendo. Per esempio oggi ho mangiato dello street food, un dim sum cinese, nella zona di via Paolo Sarpi a Milano. Alcuni fagottini li hanno fatti con una crosta croccante sul fondo che mi ha fatto dire "io qui ci voglio tornare". Io voglio proprio questo, che dicano "la cucina di Borghese ha qual tocco in più, ci voglio tornare"».

    La cucina ti mai tradito?

    «Tante volte dal punto di visita dell'attrezzatura, che spesso non mi ha soddisfatto. Oppure ti può tradire la materia prima, ma in quel caso è colpa del fornitore. La cucina in sé mai».

    Che cosa pensi della cucina molecolare?

    «Che non è il male assoluto, che sia necessario misurarsi con ciò che arriva di nuovo, ma che non fa per me anche se alcuni suoi aspetti sono incredibili. È un trend setting che anche io ho provato, ma che ho abbandonato, perché penso che non si possa innovare se non si mantiene un legame con la tradizione. E poi in un ristorante molecolare ci andrei a mangiare una volta al mese perché sono curioso, invece in una trattoria andrei quattro volte alla settimana. Insomma, penso sia come vedere un film in 3d, bello ma rompe i coglioni dopo un po'. Il futuro secondo me rimarrà il pollo arrosto».

    Hai cominciato sulle navi da crociera. Non è che vuoi diventare Presidente del Consiglio?

    «Perché no? Presidente di un paese che ha una cultura gastronomica come questo non mi dispiacerebbe, sì mi ci vedo. Lasciatemi dire che il Presidente attuale mi sembra di bocca buona, un godereccio. E che noi siamo più preoccupati delle sue avventure che della benzina a 1,560 euro».

    A che piatto paragoneresti Berlusconi?

    «Per quanto rappresenti lo sfarzo non lo vedo da caviale e champagne, direi una pizza margherita. Però ha quasi finito di mangiarsi tutte le fette, secondo me…»

    Bersani?

    «È quasi un digestivo. Un amaro, l'amaro Bersani. Suona bene, no?».

    Quale sarebbe il tuo primo atto da Presidente del Consiglio?

    «Forse più che presidente vorrei essere ministro della gastronomia, ovviamente ministero con portafoglio. Farei in modo che ogni regione diventasse indipendente per valorizzare il suo patrimonio. E poi darei alle regioni nomi che richiamino il cibo. Altro che Padania, molto meglio la Parmigiania».

    Com'è la tua giornata?

    «È molto frenetica, mi occupo con la mia società di consulenza per grandi eventi di banqueting, organizzazione di matrimoni, soprattutto all'estero e cene aziendali, poi ho i programmi di cucina, un sito internet super seguito. Io amo molto il contatto con le persone, rispondo a tantissime email in prima persona, non mi piacciono gli alter ego. Sono sempre in movimento, per me è come una droga perché mi sembra strano fermarmi. Anche se avrei bisogno di più tempo per andare con mia moglie in giro per il mondo in moto per sperimentare, sperimentare, sperimentare… Certo, in tutto questo sperimentare nella mia vita ho fatto pure io tante cagate gastronomiche».

    La peggiore?

    «Molti abbinamenti improbabili... Ma per migliorare bisogna sbagliare: e poi il gusto in cucina è soggettivo, come con le donne. Per quanto ci provi non ci capirai mai niente fino in fondo».





    Come gestisci il fatto di essere sposato e avere tante corteggiatrici?

    «Ho una moglie intelligente che sa che sono solo suo. In tante mi scrivono su Facebook, diciamo che sono una miniera di numeri di telefono per i miei amici…».

    Ti fermano spesso per la strada?

    «Poche donne, più che altro mi fermano per la strada e mi dicono "A Borghe', dacce 'na ricetta" e io gliela do. Devi ricordarti da dove vieni, ti fa stare con i piedi per terra».

    A quali programmi Tv sei più legato e che cos'hai in serbo per il futuro?

    «Sono legato tantissimo a "L'Ost", la mia università gastronomica, in cui ho incontrato le signore dei borghi antichi che custodiscono la tradizione gastronomica italiana. È un patrimonio che nessun altro ti può dare, ho imparato cose che ho trasportato con me come bagaglio culturale. Certe signore ancora oggi mi scrivono per ricordarmi quella esperienza e mi piacerebbe rifare questo programma dopo 7-8 anni, magari on the road con l'iPod nelle orecchie. Adesso sto lavorando su un programma quotidiano, "Cucina con Ale", che andrà in onda tutti i giorni da metà aprile su Real Time. Realizzerò tre ricette al volo, insieme agli amici, ai bambini, alle mamme che devono imparare a dare da mangiare ai bimbi. Poi continuerò con "Cortesie per gli ospiti", lo abbiamo già girato a New York, a luglio faremo Londra o Madrid».





    Quale piatto eleggeresti come simbolo dei 150 anni dell'Unità d'Italia?

    «È difficile, c'è una vastità tale, però direi la pasta in generale, lo spaghetto pomodoro e basilico in particolare, anche se non è semplice. Appunto: il lusso della semplicità. Molti piatti apparentemente semplici vengono serviti in maniera indegna: il gusto si è perso nelle trattorie di tutta Italia».

    Oggi si parla di federalismo. Esiste anche in cucina?

    «È la vera nostra ricchezza, in Italia ti sposti di un chilometro e c'è una versione diversa del piatto che hai imparato appena prima. Il nostro vero grande patrimonio sono le tradizioni e la gente che le porta avanti. Questo stivale allungato ha di tutto e io mi incazzo perché gli altri fanno i soldi con i nostri piatti. Il problema dell'Italia è che non facciamo gruppo, amiamo farci i cazzi nostri, ci vogliamo fregare, non siamo come altre culture tipo i cinesi e gli ebrei».

    Chi metti al secondo posto nella cucina mondiale dopo l'Italia?

    «La cucina cinese, senza ombra di dubbio, hanno circa 7000 piatti registrati ufficialmente che io sappia. È una cultura gastronomica immensa, in realtà forse la prima al mondo. Poi ci metto anche la giapponese, la spagnola, attualmente va molto la cucina scandinava. Ovunque ci sono imprenditori della gastronomia come Gordon Ramsey, in Italia che imprenditori cuochi ci sono?».

    Sei una persona rivoluzionaria o conservatrice?

    «Ho uno spirito rivoluzionario, un animo rock, come dicono i chitarristi essere up to eleven. Insomma, sono uno che si incazza anche se non amo la piazza come metodo per cambiare le cose. Comunque oggi ci sarebbero rivoluzioni da fare».

    La più importante?

    «Cambiare i ritmi della nostra vita. Acceleriamo tanto, stiamo sempre a correre, io per primo, ma per raggiungere che? Cerchiamo di abbassare i nostri ritmi, dare più tempo a noi stessi. Mia moglie in questo senso mi aiuta molto. E poi si dovrebbe cercare di non giudicare la gente secondo luoghi comuni. Per esempio, si pensa che se uno fa televisione per forza è ricco e raccomandato. Penso si debba conoscere la gente prima di dare giudizi, non ragionare per equazioni».

    Sei attento ai temi sociali come la beneficenza?

    «Quando posso a Natale vado in Caritas, preparo una mega cofana di pasta e patate o pasta e fagioli, ho un animo romantico e se ho uno spiccio in tasca lo do a chi me lo chiede. Spero, senza diventare melense o retorico, che grazie a quello che faccio si possa sempre di più fare del bene alle persone. Stimo molto le persone che fanno volontariato».

    Come definiresti il tuo carattere?

    «Come un vino rosso, dall'aria decisa, dal profumo seducente e dal gusto persistente, forte e concreto».

    Ultime domande, risposta sincera. Oltre a tua moglie chi è il tuo mito femminile?

    «Sono diventato quasi cieco con le fotografie di Samantha Fox. Chi se le scorda quelle tette? Il mio motto è "senza tette non è vero amore"».

    È vero che ci va il prezzemolo sulla penne all'arrabbiata?

    «Certo, fresco tritato alla fine di tutto, ma devi farla arrabbiata veramente 'sta penna anche se dopo ti brucia il culo. Ricordatelo sempre»
    (29/03/2011)




    Fonte:www.ilgiornale.it,web
     
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    Borghese: «Il panino perfetto? Fatelo così»


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    Alessandro Borghese,
    testimonial della catena Panino Giusto,
    con il “Borghese", un panino al prosciutto
    di pollo con salsa alla senape
    creato per il brand



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    di Sara Tieni


    Lo chef, testimonial di una nota catena di paninoteche milanesi, ci svela i suoi segreti gourmand. Tutti da copiare, per vincere un viaggio a Londra con lui


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    Il panino perfetto? Ha una formula. Parola di Alessandro Borghese. Lo chef è infatti protagonista del concorso il Panino Giusto per te,un web contest ideato da Panino Giusto per festeggiare l’apertura ad aprile del suo primo locale a Londra del brand milanese, che ha fatto del panino una creazione gourmand. Fino al 10 aprile infatti tutti gli estimatori del panino avranno l’opportunità di vincere un viaggio di due giorni a Londra in compagnia del protagonista di Ale contro Tutti.

    Per partecipare basta registrarsi sul sito www.ilpaninogiustoperte.it e creare il proprio panino ideale. Due le categorie in gara: fan e foodie. Gli utenti appassionati – fan – potranno creare il proprio panino scegliendo e abbinando alcuni ingredienti tra quelli indicati dai Maestri del Panino e dallo chef Alessandro Borghese. Il contest, accessibile anche tramite Facebook e presto disponibile anche su applicazione mobile iPhone/iPad, è aperto anche agli esperti gourmet con una sezione speciale riservata ai food blogger. Per i foodie che accetteranno la sfida, lo scopo sarà creare un panino vegetariano, scegliendo liberamente gli ingredienti.

    A decretare i vincitori delle due categorie sarà la giuria di qualità, composta dai Maestri del Panino e Borghese stesso, che premierà l’originalità, il gusto e l’effettiva commerciabilità delle proposte. Una selezione di 19 panini, tra i migliori della categoria fan, sarà poi pubblicata sul sito di e sottoposta al vaglio della giuria popolare, che eleggerà un terzo e ultimo vincitore, scegliendo la proposta più gustosa.

    I fortunati voleranno a Londra insieme ad Alessandro Borghese e partecipereranno all'inaugurazione del locale. Inoltre avranno anche la soddisfazione di trovare la propria creazione tra i panini proposti nel loro locale Panino Giusto preferito per una settimana.


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    «Il panino migliore?
    Quello al tonno
    che mi preparava
    mia nonna»


    Ma com'è il panino giusto secondo Alessandro Borghese?
    «Prima di tutto bisogna concentrarsi sul pane più che sulla farcitura del panino. Io lo preferisco flagrante, fatto con farina di grano duro e cotto in un forno a legna: è fantastica la sensazione che dà a l palato una bella crosta croccante. Io, da romano, adoro la rosetta. Magari ripiena di mortadella con i pistacchi: favolosa».

    Esistono delle regole da seguire per una farcitura a regola d'arte?
    «Puntate sempre su un elemento principale- carne, pesce, salumi o formaggi- poi mettete un ingrediente "acido", che può essere una buona salsa o una fetta di pomodoro ad esempio, che serve anche per ammorbidire il pane, all'interno. Infine inserite un tocco di freschezza come insalata, misticanza o rucola e poi improvvisate: il panino è bello per la sua creatività».

    Pane caldo o a temperatura ambiente?
    «Dipende. Penso che il pane caldo sia l'ideale con le dovute eccezioni. Mai con i carpacci ad esempio o con il pesce».

    La misura ideale del panino?
    «Direi quella che ti permette di mangiarne con gusto un altro, di sperimentare un altro abbinamento. Se volete esagerare invece fatevi quello "da divano", enorme, esagerato: praticamente un pasto completo».

    Qual è il trend nel mondo del panino?
    «Vano tutti i panini "gourmet" fatti con farine particolari come quella Kamut. Magari farciti con verdure biologiche, ingredienti artigianali a km zero».

    Il miglior panino che ha mangiato?
    «Tutti quelli che mi ricordano l'infanzia come quello con la cotoletta e i peperoni arrosto. Buonissimo quello con la parmigiana di melanzane del giorno prima. Ma la ricetta migliore l'ho replicata qualche giorno fa ed è di mia nonna: pane casereccio farcito con tonno sott'olio con maionese fatta in casa, pezzetti di mela e sedano. Fresco e gustosissimo».


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    Gli inglesi sono golosi di sandwich: come li conquisterà?
    «Il panino è un marchio tutto italiano, come gli spaghetti al pomodoro e la pizza: lo valorizzerò con gli ingredienti Doc e Igp dl nostro territorio, unici al mondo».


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    Fonte:www.vanityfair.it,web
     
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    Junior MasterChef Italia,
    Alessandro Borghese sarà il secondo giudice?


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    di Roberta D.V


    Per ora l’unico nome certo è quello di Bruno Barbieri, ma chi lo affiancherà nel delicato compito di valutare i piatti degli aspiranti cuochi di Junior MasterChef? Secondi i rumors che si rincorrono sul Web potrebbe essere Alessandro Borghese. Lo chef romano, figlio dell’attrice Barbara Bouchet, è uno dei più amati dal pubblico femminile che lo apprezza per il suo fascino e la sua simpatia. Borghese dopo aver concluso l’esperienza su Real Time, dove conduceva i programmi “Cucina con Ale”, “Cortesie per gli ospiti”, “L’ost” e “Fuori Menù” ha iniziato una nuova sfida con “Ale contro tutti”, trasmesso la domenica sul canale Cielo del digitale e in onda dal lunedì al venerdì su Sky Uno. Proprio su questa rete, potrebbe tornare protagonista come giudice dei piccoli talenti che parteciperanno a Junior MasterChef Italia.


    JuniorMasterChef_CTA-575x262



    Fonte:www.pianetadonna.it,it-it.facebook.com,www.nonsonounapasticciera.it
     
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    Alessandro Borghese - Il mio primo provino




    (da Visto n°25)

     
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    Lo chef Alessandro Borghese in diretta a 105 Friends














    (18/11/2013)


    Il noto chef ha presentato in diretta il suo nuovo libro
    "Ma tu come lo fai?", nel quale abbina ogni ricetta a una canzone.


    copertina



    Fonte:www.105.net,www.alessandroborghese.com,web
     
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    "Tu come lo fai?",
    torna in libreria lo chef Alessandro Borghese


    alessandro-borghese


    Giovedì, 14 novembre 2013 - 16:22:00


    Il simpatico chef Alessandro Borghese, volto noto della tv, pubblica per Mondadori "Ma tu come lo fai?", che raccoglie 100 ricette a cui viene abbinata una canzone... - I PARTICOLARI


    alessandroborghese10


    "Chef, ma tu come lo fai?". Quante volte Alessandro si sente ripetere questa frase, per la strada, in sosta a un semaforo, durante le sue trasmissioni TV o nelle situazioni più disparate da tutti coloro che desiderano un suo consiglio su come cucinare un determinato piatto.
    Nel suo libro, pubblicato da Mondadori, la risposta: un'interpretazione originale, elegante e moderna di oltre cento gustosissime ricette.

    Amante della buona musica, Borghese abbina ogni ricetta a una canzone e propone cosa bere. Condivide inoltre con il lettore suggerimenti e segreti per rendere ogni piatto un vero successo.

    L'AUTORE - mondadori9Alessandro Borghese ha acquisito un'esperienza gastronomica in vent'anni trascorsi lavorando in Italia e all'estero. Negli ultimi dieci anni ha condotto programmi televisivi di cucina di grande successo, di cui è anche stato autore, ("Cortesie per gli ospiti", "Fuori Menu", "La Notte degli Chef", "L'Ost", "Ale contro tutti") che gli sono valsi una vasta e crescente popolarità non solo in Italia ma anche in altri Paesi. È giudice della prima edizione italiana di "Junior Masterchef" sui canali Sky. La sua cucina, inventiva e generosa, ricca di ingredienti semplici ma anche ricercati attraverso i suoi viaggi, soddisfa il palato di chi ama l'innovazione senza però rinunciare alla tradizione. L'originalità e il suo fermento creativo si esprimono con la sua impresa attraverso attività di catering e di banqueting che cura personalmente insieme al proprio sito web e agli account a lui riconducibili sui principali social forum. Nato a San Francisco, madrelingua inglese, è sposato e ha una figlia.



    Fonte:www.affaritaliani.it,www.tvblog.it,web
     
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    Tu come lo fai? I tuoi
    piatti preferiti in più di 100 ricette dello chef


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    Titolo Tu come lo fai?....
    Autore Alessandro Borghese
    Pagine Pagine: 260
    Data di uscita 12 novembre 2013
    Costo Eur 15,90
    Editore Mondadori
    Collana Comefare


    "Chef, ma tu come lo fai?". Quante volte Alessandro si sente ripetere questa frase, per la strada, in sosta a un semaforo, durante le sue trasmissioni TV o nelle situazioni più disparate da tutti coloro che desiderano un suo consiglio su come cucinare un determinato piatto. Nel suo libro la risposta: un'interpretazione originale, elegante e moderna di oltre cento gustosissime ricette. Simpatico, comunicativo e amante della buona musica, Borghese abbina ogni ricetta a una canzone e propone cosa bere. Condivide inoltre con il lettore suggerimenti e segreti per rendere ogni piatto un vero successo.



    ... La presentazione a Book city Milano ...


    Alessandro presenterà il libro il 24 novembre durante Book city Milano. Appuntamento alle ore 18.00 – Auditorim Società Umanitaria (via Daverio 7). Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti.


    alessandro-borghese



    Fonte:www.amazon.it,www.paginafood.it,www.affaritaliani.it,web
     
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    - Alessia Marcuzzi -
    In cucina con Alessandro Borghese


    7722891a63f211e3b58a12edb263859b_6

    ... danni in cucina? ...
















    Fonte:©www.lapinella.com,instagram,web
     
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    Alessandro Borghese:
    "Mi sento il Grande Fratello della gastronomia italiana"



    di Claudia Catalli


    Lo chef si racconta, a partire dalla nuova esperienza in Turchia con il cooking show Alessandro Il Conquistatore.



    E' andato a Istanbul, ha sfidato uno chef turco
    e ora può dirlo: "Gli italiani lo fanno meglio". Un piatto, ovviamente.
    Si chiama Alessandro il Conquistatore il nuovo cooking show di Alessandro Borghese in onda domani 18 dicembre su Sky Uno HD alle 20.15 (con repliche giovedì e sabato).

    Il format è il seguente: Alessandro gira il mondo a sfidare colleghi stranieri. La gara è uno contro uno, con tre giurati - esperti del settore - pronti a giudicare il piatto preparato in 60 minuti con tre ingredienti segreti a testa che rappresentano l'essenza del proprio paese.
    Prima difficoltà: Alessandro li porta fisicamente in valigia, mentre lo chef turco gli fornisce soltanto degli indizi. Dovrà scovare gli ingredienti in giro per la città, rovistando tra mercati e botteghe. "Poco male, la Turchia è un paese meraviglioso, un ponte tra Oriente e Occidente che nei suoi sapori svela contaminazioni affascinanti", commenta Borghese, sottolineando che al di là del risultato della gara, italians do it better: "Eccelliamo nel rispetto della materia prima, nel modo in cui la lavoriamo. Siamo grandi conoscitori del mangiare e abbiamo un territorio con molta più diversità, quindi siamo naturalmente esposti da sempre a tanti tipi di cucina".

    Come nasce l'idea di questo programma di cui è anche autore?

    Dalla voglia di confrontarmi con i grandi chef degli altri paesi, mettermi in gioco personalmente conoscendo posto, cibo e cultura estera. E nasce anche dalla voglia di promuovere l'italianità, far conoscere altrove il "made in Italy". Tutto si basa su una sfida professionale in cucina, registrata in presa diretta, quindi senza trucco né inganno: prima di passare ai fornelli ho fatto ricerche e mi sono chiuso in cucina a studiare con il mio secondo, ragionando insieme su come preparare il piatto.

    Un ricordo personale di Istanbul?

    Il mercato e la moschea di Santa Sofia. I turchi, calorosi, accoglienti, mi ricordano i siciliani o i calabresi. Una città in cui percepisci subito lo scambio tra culture e religioni diverse, la contaminazione continua che in cucina si rispecchia in un vasto assortimento di piatti. Usano molto frutta, verdura, spezie, erbe, e sono rispettosi dell'agricoltura, dell'alimentazione, della stagionalità.

    Come reputano la nostra cucina gli chef stranieri?

    Sono ben consapevoli che la cucina italiana è tra le migliori del mondo, ne conoscono tanti aspetti. Non conoscono bene le materie prime, perchè come detto si concentrano sui prodotti locali. Per esempio, se vuoi cucinare il pesce in Turchia devi attenerti a quello che passa il Bosforo in quel periodo: non c'è un mercato di pesce internazionale, solo locale.

    I prodotti turchi con cui è più complicato confrontarsi?

    Si va dall'acqua di rosa, che in Turchia è usata tantissimo, alle budella di agnello per fare salsicce.

    Ricorda invece il primo piatto che le venne bene?

    Io ho iniziato giovanissimo, a 17 anni sulle navi da crociera. Ricordo i primi assemblaggi, non mi facevano mettere mano ai piatti. Inizialmente mi divertivo a lavorare i primi, ricordo delle paste con zucchine fritte, pecorino e mentuccia, oppure ragù di lunghe cotture.

    Se dovesse indicare oggi il suo piatto preferito?

    Sono un grande mangiatore di pollo arrosto con patate e peperoni. Il pollo è una carne sottovalutata, soprattutto dalle carte dei grandi ristoranti dove è poco presente, trovo sia un peccato.

    L'abbiamo vista di recente cucinare con Alessia Marcuzzi, come mai?

    Alessia è un'amica, mi ha invitato a casa per lanciare il mio libro Tu come lo fai, appena uscito per Mondadori. Abbiamo pensato fosse una cosa carina per chi ci segue sul mio portale Paginafood.it e sul suo fashion blog Lapinella.com.

    Infine, come spiega il boom di interesse del pubblico verso i programmi culinari?

    Io ho iniziato nel 2004, ho visto e fatto crescere questo tipo di interesse: tre volte al giorno dobbiamo mangiare tutti, invece di parlare sempre di calcio, impariamo cose nuove in tv su quello che mangiamo e come cucinarlo. Mi sento il Grande Fratello del movimento gastronomico televisivo: fa bene al Belpaese parlare di cucina, l'interesse della gente si ripercuote sulle scuole alberghiere, sui ristoranti. Male non fa.

    (17-12-2013 18:32)




    Fonte:©societa.panorama.it,www.movieplayer.it,www.digital-sat.it,video.tvzap.kataweb.it,web
     
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    Speciale "Una giornata con Alessandro Borghese"



    Speciale "Una giornata con Alessandro Borghese" andato in onda su Sky Uno HD (canale 109 di Sky) e Cielo (Canale126). Alessandro racconta le sue passioni, la sua vita, qualche curiosità, musica e moto..

    (pubblicato in data 05/mar/2013)


    Fonte:www.youtube.com,borgheseofficial,web
     
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    Su SkyUno "Alessandro il conquistatore",
    il nuovo programma dello chef Borghese



    di Carlo Antini


    Tutto pronto per il campionato del mondo di cucina. Protagonista sarà il giovane chef nel nuovo format sulla sfida tra le gastronomie nazionali


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    Tutto pronto per il campionato del mondo di cucina. Protagonista sarà lo chef Alessandro Borghese che domani sera alle 20.15 vedremo su SkyUno in «Alessandro il Conquistatore», il nuovo format dedicato all’incontro tra gastronomie realizzato dalla Toro Produzioni di Marco Tombolini e Pasquale Romano.

    Alessandro Borghese, ci parla della nuova trasmissione?

    «È una gara di cucina tra me e un cuoco straniero. In questa puntata andremo in Turchia dove sfiderò uno degli chef più famosi di Istanbul. Avrò a disposizione tre ingredienti turchi e il mio avversario ne avrà tre italiani. Dovremo inventare una nuova ricetta e una giuria di qualità deciderà chi è stato il più bravo».

    Una specie di scambio culturale insomma?

    «Anche un modo per fare conoscere il made in Italy all’estero. Noi cuochi siamo conosciuti in patria ma troppo poco fuori dai nostri confini. Dopo la Turchia speriamo di proseguire il nostro viaggio culinario, sfidando anche gli chef di Stati Uniti, Australia e Russia».

    A proposito di made in Italy, quali sono gli ingredienti italiani che ha portato in Turchia?

    «Lascio ai telespettatori il sapore della scoperta. È un segreto gustoso».
    La trasmissione sarà anche un viaggio nelle usanze del posto.

    Cos’ha imparato dalla cucina turca?

    «Ho conosciuto la cultura locale e ho capito come i turchi gestiscono il pasto quotidiano. Utilizzano molte spezie e pesce. I turchi sono un popolo mediterraneo, sono calorosi e ospitali e mi hanno subito fatto sentire a mio agio. La gastronomia è il modo più profondo per conoscere la altre culture».

    L’aneddoto più divertente che le è capitato durante la sua permanenza a Istanbul?

    «Sono andato a pescare personalmente sul Bosforo. Accanto a me c’erano altri che pescavano un pesce dopo l’altro. Io, invece, nulla di tutto questo. Dopo tre ore di attesa vana sono andato via. Ho capito che era meglio andare a comprare il pesce al mercato».

    Nel corso del programma viene dato tanto spazio alla musica e soprattutto al rock. Che c’entra con la cucina?

    «La musica influenza il mio stato d’animo e, di conseguenza, il mio modo di cucinare. Capita che, durante lo show, mi giro verso la telecamera e chiedo di ascoltare un brano dei Rolling Stones o dei Black Keys. E magicamente vengo accontentato».

    Oltre alla televisione, lei si è dedicato anche alla scrittura. Come nasce l’idea del libro di cucina «Tu come lo fai?»

    «Ho scritto cento ricette e a ognuna ho abbinato un vino e un brano musicale. Il libro è diviso in capitoli: «Quando il frigo piange», «Fritterrimo», «Rock e casatiello» e «Italia tipica». Non è un libro da conservare in libreria ma da sporcare di sugo in cucina».

    Oltre ad «Alessandro il Conquistatore», in primavera la vedremo anche in «Masterchef Junior». Cosa ci può anticipare?

    «Purtroppo è tutto top secret. So solo che ai provini si sono presentati quasi quattromila ragazzi. Mi sono divertito tantissimo e non vedo l’ora che il programma vada in onda».

    (17/12/2013 06:06)


    alessandro-borghese-default



    Fonte:©www.iltempo.it,gossip.libero.it,cucina.excite.it,skyuno.sky.it,web
     
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    "La mia vita da chef?
    Piatti a ritmo rock e talent con i bambini"



    di Bruno Giurato


    Il cuoco
    Alessandro Borghese
    si destreggia tra show tv,
    libri, cucina e
    catering





    Alessandro Borghese è un picaro della cucina. Chef cosmopolita (figlio dell'attrice Barbara Bouchet e dell'imprenditore Luigi Borghese, è nato a San Francisco, e ha vissuto tra Europa e Usa), conosciuto dal pubblico televisivo per la serie Ale contro tutti su Sky, ha avuto il primo ingaggio a 17 anni su una nave da crociera: è uno sperimentatore che non solo cucina ma assaggia mille cose.



    La sua azienda organizza dal catering ai corsi di cucina per manager. Lo rivedremo in tv a partire dal 13 marzo, insieme a Lidia Bastianich e Bruno Barbieri sempre su Sky con Junior Masterchef (la versione per piccoli del famoso talent). Come se non bastasse l'attivissimo Borghese ha appena pubblicato il suo secondo libro Tu come lo fai (Mondadori), cento ricette nelle quali ogni piatto è abbinato a un vino, ma anche a un brano musicale. «Di libri ne scrivo uno ogni tanto: ci deve essere un concetto dietro», racconta. «Ogni volta che esco, la gente mi domanda “Chef, ma tu come lo fai questo piatto?”. Così ho messo insieme cento ricette. Ci sono piatti da tutte le regioni d'italia. C'è anche un capitolo dedicato al fritto (Fritterrimo), dalla crocché napoletana al panzerotto».

    Ha iniziato a cucinare sentendo l'odore del ragù che faceva suo padre...
    «Mio padre, campano, aveva l'abitudine di fare il pranzo della domenica. Sin da bambino mi svegliavo la domenica mattina con l'odore del ragù che “pappuliava”...»
    Giuseppe Marotta scrisse che il ragù non deve cuocere, deve «pensare»...
    «Esatto. Deve “pappuliare”, deve fare una bolla sporadica».

    Torniamo alle radici...
    «Ci sono cuochi giovani che vengono ai miei corsi e fanno: “Ho preparato aria di arrosto con le perline di...” e io rispondo “ragazzi, per iniziare dovete farmi una bella pasta al pomodoro o una parmigiana di melanzane”. Per innovare bisogna conoscere la tradizione».

    La sua azienda si chiama «Il lusso della semplicità», perché?
    «Alla fine, se uno va a vedere il vero lusso sono i piatti semplici, preparati bene. Il vero lusso è il pollo arrosto che ha la crosticina croccante. Altro che sushi...»

    Ma lei è famoso anche per la varietà dei suoi piatti...
    «Ho viaggiato tanto e avuto vari maestri. Ma resto italiano».

    Nel 2009 ha fatto «Fuori Menu», poi è andato a cucinare in Turchia, ora «Junior Masterchef». Situazionismo ai fornelli?
    «Non avevo il pallino della stella Michelin. Volevo solo fare un mestiere che mi portasse felicità e creatività lavorando con le mie mani. Amo viaggiare, amo il contatto con le persone, a volte vado a cucinare a casa di amici. La cucina è una cosa completa, un'avventura per la mente».

    Organizza corsi di team building per dirigenti...
    «Sono corsi in cui i dirigenti cucinano assieme. Assegno un menù, con ingredienti da comprare che debbano rispettare certi costi. Li divido in squadra A e squadra B, sempre in maniera divertente, goliardica. È un modo per insegnare ai dirigenti a far gruppo, a lavorare insieme per un obiettivo comune. Non a caso il gruppo di lavoro di un ristorante si chiama “brigata di cucina”. Poi, tutto finisce in una cena, con un buon bicchiere di vino».

    E ora fa Junior Masterchef, in tv con i bambini...
    «Dai 9 ai 13 anni. Sono ragazzi eccezionali, spesso figli di cuochi professionisti. Si sono presentati in 4000, ne abbiamo scelti 14».

    Ci saranno tutti gli stili di cucina?
    «Certo, abbiamo anche figli di immigrati, dal cubano al filippino. I ragazzi sono fantastici: una volta ho detto a uno di loro “bravo, hai fatto un azzardo”, poi lui è andato dagli altri e ha chiesto “Ma che cos'è un azzardo?“»

    Come si svolge?
    «Il meccanismo è molto simile a Masterchef, ma senza masterclass. Stessa struttura e stessa pressione sui concorrenti: è sempre una gara»

    Cosa ha fatto per stemperare la tensione coi ragazzini?
    «Gli altri giudici ed io abbiamo passato molto tempo a chiacchierare a proposito dei piatti, sia quelli scelti, sia quelli eliminati. Quando ci sono le eliminazioni cerco sempre di ridurre al minimo lo stress sui piccoli concorrenti. Penso che ce la siamo giocata bene coi ragazzi».

    (Lun, 13/01/2014 - 08:47)




    Fonte:www.ilgiornale.it,www.rds.it,www.radiomontecarlo.net,www.recensito.net,web
     
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    Sigep, nel concorso pizza in rosa
    un giudice d'eccezione: lo chef Alessandro Borghese


    alessandro-borghese-al-sigep


    Rimini
    16:00 - 20 Gennaio 2014


    Anche Alessandro Borghese – chef protagonista di varie trasmissioni televisive, tra cui Junior Masterchef – ha fatto tappa al Sigep di Rimini Fiera, l’evento dedicato al dolciario artigianale, in corso fino a mercoledì in contemporanea con Rhex, salone dell’alimentazione fuori casa. Borghese ha presieduto la giuria del concorso “La pizza in rosa”, dedicato esclusivamente a pizzaiole donne, e organizzato da Ristorazione Italiana Magazine assieme all’Accademia pizzaioli.

    “Questo evento mi piace sempre di più – ha detto. – Cresce a ogni edizione, e questo mi rende felice: vuol dire che nel settore della pasticceria, del gelato e della gastronomia in genere c’è lavoro. E sempre più giovani scelgono questa strada”. Il ruolo delle donne nella ristorazione? “Importantissimo, come nella vita. Mi è capitato che mi dicessero ‘Hai una mano femminile’: è uno dei complimenti più belli che mi si possano fare”.



    Fonte:www.altarimini.it,web
     
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