ALESSANDRO BORGHESE ... “cuoco gentiluomo”

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    Alessandro Borghese: «Miglior ristorante cercasi»



    di Fabiana Salsi


    Dal 4 marzo su Sky Uno HD inizia 4 Ristoranti, il programma on the road in cui lo chef girerà l'Italia per trovare l'eccellenza. Qui ci spiega come farà


    Alessandro Borghese torna in tv, ma stavolta non lo vedremo dietro ai fornelli. Sarà dall’altra parte della barricata, seduto, per mangiare e poi giudicare. Il titolo del suo nuovo programma è 4 ristoranti e andrà in onda da mercoledì 4 marzo, alle 21.10 su Sky Uno HD.

    Sei tappe da Nord a Sud, per altrettante puntate alla scoperta di luoghi, personaggi e soprattutto ristoranti con un obiettivo ben preciso: scegliere ogni volta tra 4 qual è il migliore in base alla location, il menù, il servizio e il conto.

    Si comincia con Milano e si continua con la Romagna, Roma, il Salento, Matera fino al Trentino. Per ogni tappa i ristoranti saranno valutati dagli stessi proprietari (ciascuno giudice del locale dell’altro) e ovviamente da Alessandro Borghese che con i suoi voti alla fine farà il bello e il cattivo tempo. Al termine di ogni puntata chi otterrà più punti guadagnerà 5mila euro da investire nell’attività. «No – puntualizza Borghese incalzato da noi – non è una versione modificata di Restaurant Startup: lì Joe (Bastianich, ndr) ci mette dei soldi personalmente e il programma è basato su nuovi ristoranti. In questo caso sono già esistenti e i soldi non li metto io!»

    Come nasce questo nuovo progetto?

    «Dall’idea di fare un programma di cucina che non parlasse di ricette ma del fermento che sta vivendo la ristorazione italiana (nel nostro Paese si contano 315mila esercizi e 72milioni di euro l’anno spesi per mangiare fuori secondo l’ultimo rilevamento della Fipe, ndr). Inoltre volevamo un programma on the road, che non fosse in studio ma in mezzo alla gente».

    Il programma è un adattamento italiano dell’americano My Restaurant Rocks. Adattamento in cui c’è il suo zampino perché lei è anche autore. Sente una responsabilità in più rispetto agli chef della tv che seguono un format prestabilito?

    «Sì, tanta responsabilità e tanto lavoro, che condivido con gli altri autori di Magnolia. È sempre una sfida raccontare storie accattivanti che interessino e tengano lo spettatore attaccato alla tv».

    Come avete scelto le tappe e i ristoranti protagonisti del programma?

    «In base a dei temi, all’offerta gastronomica ma anche turistica e paesaggistica, che sarà una componente importante del programma. Ma c’è anche una componente affettiva: nel caso del Salento, per esempio, è stata una scelta dettata, oltre che dalla bellezza del luogo, anche dal fatto che lì ho trascorso tanto tempo. Per quanto riguarda i ristoranti, la scelta è caduta su quelli che secondo noi interpretavano al meglio la tradizione o gli ingredienti della tradizione. Comunque questo è un primo step: dopo questa serie passeremo ad altre regioni, poi magari all’estero».

    Obiettivo di ogni puntata è valutare un buon ristorante. Ma come si fa?

    «Per il programma abbiamo individuato 4 criteri che credo valgano in generale, anche dal punto di vista di un normale cliente, nella valutazione di un buon ristorante. I ristoratori e io giudicheremo anzitutto la location e cioè per esempio dove si trova il locale, se ci sono parcheggi, come è arredato, poi passeremo al servizio dando un voto a come si viene accolti in sala. Ovviamente ci sarà un voto per il cibo e infine per il conto, ovvero per il rapporto qualità - prezzo».

    In quale caso ci si può lamentare per un conto troppo alto?

    «Se il coperto costa 5 euro non possono darti un tovagliolo di carta! A parte l'esempio, un cliente dovrebbe sempre considerare che un ristoratore ha tante spese che esulano dal cibo, come il personale o le bollette tanto per cominciare. Premesso questo che è importante per valutare, in generale quel che conta quando arriva lo scontrino è l’equilibrio: se mangio bene e c’è un buon servizio, un po’ di prezzo in più può starci. Insomma, il senso è spendere volentieri, pagare perché dal tavolo di quel ristorante ci si è alzati felici».

    A lei è mai capitato di protestare e alzarsi per andare via da un ristorante?

    «No perché non è nel nel mio carattere. Ma mi è capitato ovviamente di cenare in posti dove stavo male: ci sono rimasto il giusto».

    Quand’è che un ristorante, invece, secondo lei si può considerare pessimo?

    «Se è sporco, e se ci si improvvisa. E questo è un problema attualissimo dato che tutti adesso si danno alla ristorazione senza rendersi conto spesso che è un lavoro di grande sacrificio».

    Un po’ è anche per via di tanti programmi tv sulla cucina…

    «Sì certo, è una delle conseguenze. D’altro canto non si può negare che proprio grazie a tanti programmi tv si sta diffondendo la cultura del cibo e del mangiar bene e stanno venendo fuori anche tanti giovani promettenti».

    …e anche tanti critici della ristorazione, complici i social network…Guardando il suo programma impareremo qualcosa di nuovo?

    «Si capiranno meglio le dinamiche dei ristoratori, quanta fatica c’è dietro la gestione di una cucina. Magari così anche i non addetti ai lavori cominceranno a criticare un po’ di meno».

    (25 giorni fa)



    FONTE:
    © http://www.vanityfair.it/vanityfood/foodst...rogramma-tv-sky,
    web
     
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