IL GIORNALE DELL'ISOLA FELICE ... ANNO 2° ... NUMERO 357 ...

Giovedì 12 Aprile 2012

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    BUONGIORNO GIORNO... 12 APRILE 2012


    Edizione Giornale Anno 2° Numero 357



    RIFLESSIONI


    ... NO COMMENT …
    ... Non mi prendo tanto sul serio da pensare di fare opinione con questo mio piccolo spazio dedicato alle riflessioni; nè tantomeno penso di poter essere una voce tale da poter tranciare giudizi o dare indicazioni su come “leggere” ciò che la vita ci propone. In questo spazio, lo sapete ho sempre evitato argomenti politici, di fede, e di parlare di argomenti particolarmente “scottanti” che potrebbero anche se involontariamente, toccare persone e sensibilità. Stavolta sono rimasto a bocca aperta ed ho esternato a chi mi era vicino ciò che penso della notizia che ho trovato sul portale Adn Kronos. Lascio a voi il commento, e le riflessioni del caso. Io dico soltanto che provo profondo dolore per quel bambino a cui è stato privato il dono di un sacramento. Finisco qui il commento perché non voglio minimamente toccare sensiblità o scatenare discussioni sulla Fede; aggiiungo solo per finire che leggendo quell’articolo capisco sempre di più quanto il seme dell’odio e dell’jntolleranza, la “guerra” al diverso ed al più debole oramai non conosce più frontiere ed è entrata anche nei luoghi di culto, nei luoghi sacri … Vi abbraccio fortissimo … Buon risveglio e buona giornata a tutti … .
    (Claudio)



    Parroco nega comunione a bimbo disabile: ''E' incapace di intendere e volere''

    Roma, 11 apr. (Adnkronos/Ign) - E' polemica sulla decisione del parroco di Porto Garibaldi, nel ferrarese, che non ha ammesso, il giovedì santo, alla prima comunione un bambino con un ritardo mentale, perché 'incapace di intendere e volere'. ''Si tratta di una violazione delle disposizioni canoniche, già assurdamente restrittive nei confronti di persone separate, divorziate o omosessuali, che non prevedono alcuna esclusione dall'Eucarestia per le persone inabili'', denuncia Aurelio Mancuso, presidente Equality Italia. ''Ci uniamo al coro di proteste sollevato da molte famiglie e dai compagni di scuola del bambino, che ha subito un'odiosa discriminazione - aggiunge Mancuso - E' evidente che nella chiesa cattolica molti prelati e sacerdoti hanno perso la bussola del messaggio evangelico, che proprio agli afflitti e ai malati riserva parole forti e chiare''. Per il sociologo Antonio Marziale, presidente dell'Osservatorio sui Diritti dei Minori e consulente della Commissione parlamentare per l'Infanzia, ''quanto accaduto è a dir poco assurdo, non soltanto sul piano etico, ma soprattutto sotto il profilo dei diritti fondamentali riconosciuti ai bambini. Il sacerdote, negando al piccolo la comunione, ha leso la sua dignità di persona''. ''Ancora più incredibile risulta essere la motivazione addotta dal Vicario della diocesi, a parere del quale per ricevere il sacramento si dovrebbe essere capaci di distinguere il pane dall'ostia. Credevo - dice Marziale - che il Sacramento fosse vincolato ad uno stato di grazia e purezza più che ad un test psico-attitudinale, rispetto al quale i preti non sono certo abilitati''. Il presidente dell'Osservatorio si dice ''frastornato dall'episodio, che denuncia uno stato di oscurantismo culturale degno del peggior medioevo. Soltanto una revisione del sacerdote e di chi ne ha preso le difese - conclude il sociologo - potrebbe riconciliare la Chiesa con la civiltà, anche cristianamente, compiuta''.


    Fiabe e Favole dal Mondo

    La principessa stregata (Antiche fiabe russe)
    In un reame lontano di un paese lontano viveva un noto mercante che aveva un figlio: Ivan. Il mercante caricò le sue navi, affidò casa e bottega alla moglie e al figlio e partì per un lungo viaggio. Trascorse sui mari un mese, due, tre, visitò terre straniere, acquistò merci d'oltremare e fece buoni affari vendendo le proprie.

    Nel frattempo una grossa disgrazia si era abbattuta su Ivan, figlio del mercante; tutti i mercanti e i borghesi si erano accaniti contro di lui: "Perchè egli è così fortunato? Ci ha tolto tutto il nostro commercio!" Si riunirono tutti in gruppo e scrissero una dichiarazione in cui sostenevano che il figlio del mercante tal dei tali, ladro e fannullone non più degno di far parte della loro corporazione e quindi essi lo condannavano a fare il soldato. Gli rasarono i capelli a lo spedirono al reggimento. Ivan prestò servizio, patì ogni sorta di stenti e non per un anno, ma per dieci; a un certo punto ebbe voglia di tornare a casa, chiese un congedo, ebbe un permesso di sei mesi e si mise in cammino. Il padre e la madre si rallegrarono assai; egli passò da loro tutto il tempo, finché venne il momento di tornare indietro. Il mercante allora lo prese, lo condusse nei sotterranei profondi pieni d'oro e d'argento e gli disse: "Su, figlio mio, prenditi pure il denaro che ti serve!" Ivan, figlio del mercante si riempì le tasche, ricevette dal padre e dalla madre la benedizione eterna, inviolabile, si accomiatò dai parenti e partì per il reggimento; il padre gli aveva anche comprato un ottimo cavallo! A causa della separazione, il buon giovine fu assalito da una grande tristezza; lungo la strada vide un'osteria ed entrò a bere per scacciare 1'angoscia: bevve mezzo litro di vodka ma gli parve poco, ne bevve un altro mezzo litro, si ubriacò e crollò addormentato. Ed ecco che spuntarono degli sfaccendati frequentatori dell'osteria che gli rubarono i soldi, tutti quanti, fino all'ultima copeca.

    Ivan figlio del mercante si svegliò, fece per prendere il denaro, ma non aveva più un soldo; afflitto, si rimise in cammino. La cupa notte lo sorprese in un luogo deserto; proseguì ancora e ancora, finché vide una locanda; vicino alla locanda c'era un cartello, sul cartello una scritta: chi vuole passare qui la notte deve pagare cento rubli. Che fare? Non poteva certo morire di fame; bussò alla porta, uscì un ragazzino, lo accompagnò in camera e portò il cavallo nella scuderia. Alla locanda gli diedero tutto quello che potesse desiderare; mangiò, bevve a sazietà, poi si sedette e divenne pensieroso. "Perchè, soldato, sei così pensieroso?" gli chiese il padrone: "Forse non hai i soldi per pagare?" "Non è questo, padrone! E che io qui sono ben nutrito, mentre il mio buon cavallo se ne sta là.." "No, soldato! Vieni pure a vedere, esso ha fieno e avena a volontà." "Non è questo il punto. I nostri cavalli sono abituati in un certo modo: se io gli sto vicino, mangia, ma senza di me non tocca nulla." Il locandiere corse alla scuderia, guardò, era proprio così: il cavallo stava lì con la testa bassa, ma 1'avena non la guardava neanche. "Che cavallo intelligente! Conosce il suo padrone" pensò il locandiere e ordinò che preparassero il letto per il soldato nella scuderia. Ivan figlio del mercante si sdraiò lì a dormire, ma a mezzanotte in punto, quando tutti dormivano, si alzò, sellò il cavallo e galoppò via. La sera del giorno seguente arrivò a una locanda dove prendevano duecento rubli a notte; riuscì a farla franca anche lì. Il terzo giorno arrivò a una locanda ancor migliore delle prime due; c'era un cartello con la scritta: chi vuol passare 1a notte qui, deve pagare trecento rubli. ' Beh, ' pensò ' vada come vada, tenterò la fortuna anche qui! ' Entrò, mangiò e bevve abbondantemente, poi si sedette e rimase pensieroso. "Perchè, soldato, sei così pensieroso? Forse non hai i soldi per pagare?" chiese il padrone. "No, non è questo! E che io sono qui ben nutrito, mentre il mio buon cavallo se ne sta là.." "Ma come puoi pensare... Io gli ho dato fieno e avena in abbondanza." "Sì, ma i nostri cavalli sono abituati in un certo modo: se io gli sto vicino, mangia, ma senza di me non tocca nulla." "Quand'è così, vai pure a dormire nella scuderia!" Ma quel locandiere aveva una moglie maga, essa andò a guardare nei suoi libri e venne subito a sapere che il soldato non aveva una copeca; mise due lavoranti alla porta e ordinò loro severamente di sorvegliare che il soldato non se la svignasse. A mezzanotte in punto Ivan figlio del mercante si alzò e si preparò a tagliare la corda, guardò e vide i lavoranti che facevano la guardia; si sdraiò e si addormentò. Quando si svegliò era già l'alba, sellò alla svelta il cavallo, ci montò sopra e si preparò a lasciare il cortile. "Ferma!" gli intimarono le guardie. "Non hai ancora pagato il conto al padrone! Sgancia i soldi!" "Ma che soldi? Andate al diavolo!" rispose Ivan e tentò di galoppare via; ma quelli là lo agguantarono e lo bastonarono sulle gambe. Sollevarono un tal baccano che tutta la casa corse fuori. "Dategliele, ragazzi, di santa ragione!" disse il padrone "Ora basta!" aggiunse dopo un pò "Lasciatelo vivo, lavorerà da noi per tre anni e così si guadagnerà i trecento rubli."

    Non c'era niente da fare, Ivan figlio del mercante dovette fermarsi alla locanda; passa un giorno, due, tre. Il padrone gli chiese: "Dì un pò, signor soldato, sei capace tu di sparare?" "Altrochè! Non ci insegnano altro, al reggimento!" "Beh, allora và a sparare alla selvaggina; dalle nostre parti si trova ogni specie di fiere e di uccelli." Ivan figlio del mercante prese i1 fucile e andò a caccia; vagabondò a lungo nel bosco, ma non gli capitò nessuna preda, solo verso sera vide una lepre sul ciglio del bosco, prese la mira, ma quella era già sparita. Il cacciatore provò a inseguirla e capitò in un grande prato verde sul quale si ergeva un magnifico palazzo, tutto di marmo bianco, coperto da un tetto d'oro. La lepre saltò nel palazzo e Ivan dietro; guardò da una parte e dall'altra, ma della lepre non c'era più traccia. ' Beh, darò un'occhiata al palazzo! ', pensò Ivan. Entrò; girò dappertutto: tutte le stanze erano arredate in maniera così sontuosa che è impossibile immaginare o indovinare, solo nelle fiabe raccontare; in una stanza c'era una tavola apparecchiata con antipasti vari, vini e ricche posate. Ivan figlio del mercante bevve un bicchierino da ogni bottiglia, prese un bocconcino da ogni piatto e, quando fu sazio, si sedette comodamente. D'improvviso arrivò una carrozza, scese una principessa; era tutta nera, anche i servi erano neri e i cavalli corvini. Ivan si ricordò della disciplina militare, scattò in piedi e si mise sull'attenti accanto alla porta; appena la principessa entrò in camera egli fece il saluto militare. "Salve, soldato!" lo salutò la principessa. "Come mai sei qui, per volontà tua o per volontà altrui? Vai cercando l'avventura o vai sfuggendo la sventura? Siediti qui accanto che abbiamo da dirci tanto." E poi gli chiese: "Potresti rendermi un grande servigio? Se me lo renderai, ne avrai grande felicità! Dicono che i soldati russi non abbiano paura di nulla; il fatto è che questo palazzo è posseduto dagli spiriti maligni.." "Maestà, sarò felice di servirvi fino all'ultima goccia del mio sangue." "Allora ascolta: fino a mezzanotte canta e balla come ti pare, ma appena scoccherà la mezzanotte vai a coricarti nel letto appeso alle cinghie che si trova in mezzo alla grande sala e qualunque cosa ti accada intorno o qualunque cosa ti capiti di vedere, rimani sdraiato in silenzio." Così disse la principessa, lo salutò e se ne andò;

    Ivan figlio del mercante si mise a bere e a spassarsela, ma appena scoccò la mezzanotte si sdraiò nel posto indicato. Di colpo si scatenò la tempesta, echeggiarono scoppi e tuoni, i muri sembravano voler crollare da un momento all'altro e sprofondare all'inferno; nella stanza fecero irruzione mille diavoli che si misero a urlare, strepitare, a scatenarsi nelle danze e appena videro l'ospite cominciarono a inveire contro di lui in tutti i modi. Da qualunque parte si girasse, saltava fuori il suo sergente maggiore che gli gridava: "Ehi, Ivan figlio del mercante! Cosa credevi? Lo sappiamo che sei un disertore! Vattene al piu presto, altrimenti sarà peggio per te".Dietro i1 sergente maggiore arrivava di corsa il comandante della compagnia, dietro di lui il comandante di battaglione, dietro ancora quello del reggimento: "Che ci fai qui, vigliacco? È chiaro che volevi squagliartela dai ranghi! Su, portatemi le verghe fresche!" I diavoli si diedero da fare e trascinarono in gran fretta montagne intere di verghe, ma Ivan figlio del mercante non faceva una piega, restava sdraiato in silenzio. "Ah, farabutto!" esclamò il comandante del reggimento. "Se le verghe non gli fanno paura, deve aver visto ben altro, durante il servizio! Mandatemi subito un plotone di soldati con i fucili carichi, bisogna sparare a questa canaglia!" Apparve un plotone di soldati, come spuntato da terra; risuonò l'ordine, i soldati presero la mira e stavano già per sparare, quando il gallo si mise a cantare e tutto scomparve in un baleno: soldati, comandanti, verghe.

    Il giorno seguente arrivò a palazzo la principessa; era già diventata bianca dalla testa al petto e, insieme a lei, i servi e i cavalli. "Grazie, soldato!" disse la principessa. "Hai visto cose terribili, ma ne vedrai di peggiori. Resisti, per favore, altre due notti e io ti renderò felice." Mangiarono, bevvero, si divertirono; poi la principessa se ne andò e Ivan figlio del mercante si sdraiò al solito posto. A mezzanotte si scatenò di nuovo la tempesta, scoppi, tuoni; arrivarono urlando i diavoli, si scatenarono nelle loro danze. "Ehi, fratelli, quel soldato è ancora qua!" gridò un piccolo diavolo zoppo e con un occhio solo "guardate come se ne sta lì stravaccato! Vorresti, per caso, cacciarci di casa? Ora vado a dirlo al nonnino." Ma ci pensò il nonnino stesso a chiamarli, ordinò ai suoi servi di portare un'intera fucina e di arroventare le mazze di ferro: "Ecco, con quelle mazze entrategli fin nelle ossa, cosicchè impari cosa vuol dire andare in casa altrui!" I diavoli però non fecero in tempo ad allestire la fucina che i galli si misero a cantare e tutto scomparve in un baleno.

    Il terzo giorno la principessa arrivò a palazzo, Ivan la guardò e rimase di stucco: sia lei che i servi e i cavalli erano diventati bianchi fino alle ginocchia. "Grazie soldato, per il leale servigio che mi hai reso; il Signore ti ricompenserà" "Per ora sono sano e salvo, Maestà!" "Beh, cerca di farcela anche l'ultima notte; eccoti un pellicciotto, indossalo, altrimenti i diavoli ti graffieranno con le unghie... Questa volta saranno terribilmente cattivi!" Si sedettero poi insieme a tavola, mangiarono, bevvero, si divertirono; quindi la principessa salutò e andò via, mentre Ivan figlio del mercante si mise addosso il pellicciotto, si fece il segno della croce e si sdraiò al suo solito posto. Scoccò la mezzanotte, si scatenò la tempesta, scoppi, tuoni, tutto il palazzo tremò; arrivarono di corsa i diavoli, una quantità indescrivibile e ce n'erano di tutti i tipi: zoppi, storti e quant'altri. Si scagliarono contro Ivan figlio del mercante: "Prendete il vigliacco! Acciuffatelo, trascinatelo!" E giù a graffiarlo con le unghie: uno lo afferrava, l'altro lo tirava, ma le unghie non attraversavano mai il pellicciotto! "No, fratelli! Con lui non c'è niente da fare; prendiamo piuttosto suo padre e sua madre e scortichiamoli vivi!" In quello stesso istante trascinarono due tipi identici ai genitori di Ivan e si misero a graffiarli con le unghie; quelli piangevano: "Ivan, figliolo caro! Abbi pietà, togliti di lì; per colpa tua ci scorticheranno vivi". Ma Ivan figlio del mercante, restava sdraiato, senza muoversi, senza dir nulla. A quel punto cantarono i galli e tutto svanì di colpo, come non ci fosse mai stato.

    Al mattino arrivò la principessa: i cavalli erano tutti bianchi, così i servi e lei stessa era tutta bianca a cosi bella che è impossibile immaginare qualcosa di più bello: si vedeva scorrere il midollo da un ossicino all'altro. "Ne hai visti di orrori," disse la principessa a Ivan "ma ora è tutto finito. Grazie per il tuo servigio ed ora andiamocene di qua." "No, principessa!" rispose Ivan figlio del mercante "dobbiamo prima riposarci un paio d'ore." "Ma che dici! Se ti riposi, sarai perduto". Uscirono dal palazzo e si misero in cammino. Allontanatisi un pò, la principessa disse: "Buon giovine, guarda un pò cos'è successo dietro!" Ivan guardò e del palazzo non c'era più traccia, era sprofondato sotto terra e, al suo posto, bruciava una fiamma. "Così saremmo sprofondati anche noi, se avessimo indugiato!" disse la principessa e gli diede un borsellino. "Tieni! Questo non è un borsellino qualunque, quando avrai bisogno di soldi, basterà che tu la agiti e subito scenderanno tutte le monete che vorrai. Ora vai, paga il conto a1 locandiere a poi raggiungimi nell'isola tal dei tali, ti aspetterò in chiesa. Assisteremo alla funzione e ci sposeremo: tu sarai mio marito e io tua moglie. Ma bada di non arrivare in ritardo; se non arriverai oggi, ti aspetterò domani, se non domani ti aspetterò il terzo giorno, ma se mancherai al terzo, non mi vedrai più." E così si lasciarono; la principessa andò da una parte e Ivan figlio del mercante dall' altra.

    Arrivò alla locanda, agitò il suo borsellino davanti al padrone e, da lì, cominciò a scendere oro: "Ebbene, fratello? Tu pensavi: il soldato non ha soldi, e così posso sfruttarlo per tre anni; e invece ti sei sbagliato! Fai il conto di quello che ti devo!" Gli diede trecento rubli, poi montò a cavallo e partì per il luogo che gli era stato indicato. ' Che prodigio è mai questo? Dove ha preso tutti quei soldi? ' pensò la locandiera; corse a guardare i suoi libri magici e vide che egli aveva liberato la principessa stregata e che lei gli aveva regalato il borsellino dove c'erano sempre soldi. Chiamò immediatamente un garzone, lo mandò nel campo a pascolare le mucche e gli diede una mela stregata: "Verrà un soldato, ti chiederà da bere; tu digli: «di acqua non ce n'è, ma eccoti una mela succosa!»

    Il garzone portò le mucche al pascolo; era appena arrivato sul posto, quando gli si avvicinò Ivan figlio del mercante: "Ehi, fratello, disse, non avresti un pò d'acqua? Ho una sete terribile!" "No, soldato, da queste parti non c'è acqua; però ho una mela succosa, se la vuoi, prendila, ti rinfrescherà!" Ivan figlio del mercante prese la mela, la mangiò e cadde in un sonno profondo; dormì per tre giorni di seguito. Invano la principessa lo aspettò quei tre giorni: "Si vede che non sono destinata a diventare sua moglie!" Sospirò, salì in carrozza e partì; vide un garzone che pascolava le mucche: "Pastorello, pastorello, non hai visto, per caso, un buon giovine, un soldato russo?" "Si, è lì che dorme da tre giorni sotto la quercia." La principessa guardò e vide che era proprio lui. Si mise a scuoterlo, cercò di svegliarlo, ma per quanto facesse, non riuscì a destarlo. Prese allora un foglio di carta, una matita e scrisse questo messaggio: «Se non andrai al tal traghetto, non raggiungerai mai l'ultimo dei reami e non potrai più diventare mio marito!». Gli mise in tasca il biglietto, lo baciò mentre dormiva, pianse lacrime amare e se ne andò lontano lontano; sparì così com'era comparsa.

    Ivan si svegliò la sera tardi e non sapeva che fare. Il ragazzo cominciò a raccontare: "Èstata qua una bella fanciulla, tutta elegante. Ha cercato in tutti i modi di svegliarti, ma non ci è riuscita, allora ti ha scritto un biglietto e te lo ha messo in tasca; poi è salita in carrozza ed è sparita." Ivan figlio del mercante pregò Iddio, s'inchinò ai quattro angoli e galoppò verso il traghetto. Galoppa, galoppa, arrivò al traghetto e gridò ai barcaioli: "Ehi, fratelli! Traghettatemi dall'altra parte il più presto possibile; vi pago anticipato!" Tirò fuori il borsellino, cominciò a scuoterlo e riempì tutta la barca di monete d'oro. I barcaioli rimasero esterrefatti! "Dove devi andare, soldato?" "Nell'ultimo dei reami." "Beh, fratello, se prendi la strada curva ci impieghi tre anni, se prendi la strada diritta, tre ore; solo che un passaggio diritto non c'è!" "Cosa devo fare allora?" "Il nostro consiglio è questo: di solito passa di quà l'Uccello Grifone, grande come una montagna, prende le carogne che ci sono e le porta sull'altra riva. Allora tu taglia la pancia al tuo cavallo, puliscila, lavala e noi, poi, ti cuciamo dentro. L'Uccello Grifone prenderà la carogna, la porterà nell'ultimo dei reami e la butterà ai suoi figli; tu, a quel punto, uscirai dalla pancia del cavallo e te ne andrai dove vorrai." Ivan figlio del mercante tagliò la testa al suo cavallo, gli aprì la pancia, la pulì e ci si infilò; i barcaioli la ricucirono e poi andarono a nascondersi. Improvvisamente arrivò l'Uccello Grifone, grande come una montagna, afferrò la carogna, la trasportò nell'ultimo dei reami e la gettò ai suoi figli, poi volò via a cercare altre prede.

    Ivan scucì la pancia del cavallo, sgusciò fuori e andò dal re a offrirgli i suoi servigi. Ora, in quel reame, l'Uccello Grifone procurava molti guai, ogni santo giorno bisognava offrirgli un uomo da mangiare, tanto che alla fine il regno si era quasi spopolato. Pensa e ripensa, il re non sapeva come sistemare quello straniero. Alla fine ordinò che fosse offerto, come cibo, all'uccello cattivo. Le guardie del re lo presero e lo condussero in giardino, lo sistemarono accanto a un melo e gli dissero: "Fai la guardia a che non sparisca una sola mela!" Ivan figlio del mercante rimase lì a far la guardia; improvvisamente arrivò l'Uccello Grifone, grande come una montagna. "Salve, buon giovine! Non sapevo che c'eri anche tu dentro la pancia del cavallo, altrimenti ti avrei già mangiato da un pezzo." "Lo sa Iddio se mi avresti mangiato oppure no!" L'uccello spalancò il becco cosicchè la parte inferiore toccò terra e l'altra toccò il tetto e si preparò a mangiare il buon giovine. Ivan figlio del mercante prese la baionetta e inchiodò pesantemente all'umida terra la parte inferiore, poi prese l'accetta e cominciò a colpire l'Uccello Grifone dove capitava. "Oh, buon giovine," disse l'Uccello, "non colpirmi, io ti far diventare un eroe, prendi la boccetta che è sotto la mia ala sinistra, bevi quello che c'è dentro e vedrai!" Ivan figlio del mercante prese la boccetta, bevve, sentì crescere in sè una grande forza e si scagliò contro l'uccello con impeto ancora maggiore: giù botte da orbi! "Ah, buon giovine, non colpirmi; ti darò un'altra boccetta miracolosa, quella sotto l'ala destra." Ivan figlio del mercante bevve anche l'altra boccetta, sentì in sè una forza ancora maggiore e non smetteva mai di menar colpi. "Ah, buon giovine, non colpirmi, io ti porterò fortuna: ci sono in un posto dei prati verdi, su quei prati crescono tre alte querce, sotto quelle querce ci sono delle porte di ghisa, dietro quelle porte ci sono tre valorosi cavalli; verrà il momento in cui ti saranno utili!" Ivan figlio del mercante ascoltò l'uccello, però non smise di colpirlo; finì che lo fece in mille pezzi e li riunì in un gran mucchio.

    Al mattino il re fece chiamare il generale di guardia e gli disse: "Và e ordina di raccogliere le ossa di Ivan figlio del mercante; sebbene si tratti di uno straniero, non è bello lasciare sparse senza sepoltura, delle ossa umane!" Il generate di guardia corse in giardino, guardò e vide che Ivan era vivo, mentre l'Uccello Grifone era ridotto in mille pezzi; riferì tutto quanto al re. Il re se ne rallegrò assai, lodò Ivan e gli diede una lettera scritta di suo pugno, con la quale gli dava il permesso di girare liberamente per tutto il regno, di mangiare e bere gratuitamente in tutte le locande e le osterie. Quando ebbe in mano questo permesso Ivan figlio del mercante si recò nella più ricca delle locande, si scolò tre catini di vino, divorò tre pagnotte, mezzo bue, poi tornò alla scuderia del re e si coricò. Visse lì, nella scuderia per tre anni di fila; poi comparve la principessa, che aveva preso la strada curva. Il padre, felice,le chiese: "Chi ti ha salvato da un amaro destino, figlia mia amata?" "È stato un soldato, figlio di mercanti." "Ma è venuto qua e mi ha reso anche un grande servigio, ha ucciso l'Uccello Grifone!"

    Perchè farla tanto lunga? Ivan figlio del mercante sposò la principessa,

    diedero un gran banchetto;
    se ne stettero, se la godettero
    e a me nulla dettero.

    Ma poco dopo arrivò al re una lettera del drago a tre teste che diceva: «Se non mi darai tua figlia, brucerò tutto il tuo regno e ne spargerò le ceneri.» Il re s'intristì, ma Ivan figlio del mercante andò a scolarsi tre catini di vino, a mangiarsi tre pagnotte, mezzo bue, poi corse ai verdi prati, sollevò la porta di ghisa, tirò fuori un cavallo valoroso, cinse la spada tagliente, prese la mazza da combattimento, montò sul cavallo e partì per la battaglia. "Ehi, buon giovine," disse il drago, "cosa ti credi? Io ti prendo su una mano, ti schiaccio con l'altra e di te non rimarrà che un'umida polpetta!" "Non vantarti, raccomandati piuttosto a Dio!" rispose Ivan; agitò la spada tagliente e, in un solo colpo, gli tranciò tutte e tre le teste. Poi vinse il drago a sei teste e poi anche quello a dodici teste e per la sua forza e il suo valore divenne celebre su tutta la terra.

    (Afanasiev)

    ATTUALITA’


    Terremoto in Indonesia, ancora scosse. Al largo di Sumatra resta l'allarme tsunami.
    Dopo la scossa di magnitudo 8.7 al largo dell'isola indonesiana di Sumatra una scossa di assestamento di 8.8 è stata registrata ad Aceh dall' agenzia geofisica indonesiana che lancia l'allerta tsunami. Poi ancora una nuova scossa di 8.3. A seguito del ripetersi di potenti scosse di assestamento nell'area, è stato lanciato un nuovo allarme tsunami nell'Oceano indiano da parte del Centro americano di allerta Tsunami del Pacifico. Intanto un'onda di 17 centimetri di altezza sta andando a Banda Aceh, secondo il Centro indonesia-Pacifico per l'allerta. Il mare è arretrato di circa 10 metri all'isola indonesiana di Simeulue, vicino l'epicentro del terremoto segnalato ad Aceh, secondo testimoni alla Reuters. Il mare che arretra è considerato dagli esperti come un segnale del probabile scatenarsi di uno tsunami. La prima fortissima scossa si è verificata alle 14.38 ora locale (le 10.38 in Italia) nelle acque a 434 km a sudovest di Banda Aceh, secondo quanto riferito dall'Usgs, l'istituto americano di geofisica. Una seconda, di magnitudo 6.5, è stata registrata poco dopo. Immediato è scattato l'allarme tsunami dal centro di allerta del Pacifico. Il sisma è stato avvertito molto forte anche a Singapore, in Thailandia e nella parte meridionale dell'India, paesi che, insieme a Indonesia e Sri Lanka, hanno lanciato l'allarme tsunami. "Il terremoto è stato sentito molto forte. E' saltata l'elettricità, ci sono ingorghi per arrivare in luoghi più alti. Ovunque risuonano sirene e versi del Corano dalle moschee", ha detto il portavoce dell'agenzia indonesiana per la gestione dei disastri che ha inviato una squadra di soccorsi ad Aceh. Le autorità di Bangkok hanno chiesto alle popolazioni di abbandonare le coste del Mare delle Andamane per ripararsi "in alto" ed è stato chiuso l'aeroporto di Phuket, nel sud della Thailandia. Momenti di panico si sono avuti anche in India in particolare a Kolkata e Chennai dove la gente è scesa in strada, mentre la scossa è stata avvertita chiaramente anche a Bangalore, Bhubaneswar e Mumbai. L'India ha esteso il suo allarme tsunami anche agli Stati dell'Orissa (nell'est) e del Kerala (a sud), dopo l'allarme rosso già lanciato per le isole Andamane e Nicobar. L'allerta tsunami è stato esteso a 26 paesi in seguito al violento terremoto che ha colpito l'Indonesia. Per il pacific tsunami warning center del National Oceanic and Atmospheric Administration, l'allerta riguarda Indonesia, India, Sri Lanka, Birmania, Maldive, Australia, Malaysia, Thailandia, Isola della Reunion, Seychelles, Pakistan, Somalia, Oman, Madagascar, Iran, Emirati arabi, Yemen, Isole Comore, Bangladesh, Tanzania, Mozambico, Kenya, Isole Crozet, Isole Kerguelen, Sudafrica e Singapore. Al momento, ha assicurato il presidente indonesiano Susilo Bambang Yudhoyono all'emittente indiana Ndtv, non ci sono notizie di vittime, mentre la Farnesina, attraverso l'Unità di crisi, sta compiendo verifiche sull'eventuale presenza di italiani nelle zone coinvolte. L'Isola di Sumatra era stata scossa il 26 dicembre 2004 da un sisma di magnitudo 9.1 e 9.3 che provocò uno tsunami sulle coste di una decina di Paesi del sudest asiatico, causando la morte di oltre 200 mila persone. Secondo l'Istituto Nazionale italiano di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), la faglia del terremoto di oggi è però diversa rispetto a quella che del 2004 e si trova a 50-100 chilometri più a est, in mare aperto. Il "pericolo per imbarcazioni e strutture costiere può continuare per molte ore a causa delle correnti". Lo afferma il Pacific tsunami warning center del Noaa (National weather service) nell'ultimo bollettino emesso. Il Centro sottolinea che le condizioni locali possono determinare variazioni nelle onde di tsunami, pertanto la valutazione spetta alle autorità locali. Il terremoto avvenuto oggi a Sumatra ha una estensione circa 4 volte inferiore rispetto a quella del sisma che ha colpito l'isola il 26 dicembre 2004. "Se il terremoto del 2004 era stato generato dalla rottura di una faglia che si estendeva per oltre 1.200 chilometri, il sisma avvenuto oggi riguarda un'area stimata in circa 300 chilometri", ha osservato il sismologo Alberto Michelini, dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv). GOVERNO INDIANO, 'NESSUNA RAGIONE DI PANICO' - '"Non c'é ragione di panico per quanto riguarda la costa indiana e il governo è preparato a ogni eventualita". Lo ha detto il segretario degli Interni indiano R.K. Singh ai media locali. Dopo la forte scossa in Indonesia, l'India aveva lanciato l'allerta per il rischio di uno tsumani nell'arcipelago delle Andamane e Nicobare e sulla costa degli stati di Andhra Pradesh, Orissa e Tamil Nadu. ESPERTO,C'E' TSUNAMI, PUO' ESSERE DISTRUTTIVO - Sulla base della lettura dei sensori del livello del mare, "lo tsunami si è generato e può essere distruttivo lungo alcune coste". Lo afferma Nedio Zitellini, del Cnr-Ismat, citando i dati del Pacific Tsunami warning center del Noaa. Sulla base dei dati, afferma Zitellini, "il pericolo continua per tutte le coste dell'area dell'Oceano indiano". Per queste aree, prosegue l'esperto sempre riferendosi alla segnalazione lanciata dal Pacific tsunami warning center, "passate 2 ore dal momento in cui è previsto l'arrivo dell'onda di tsunami, le autorità locali possono considerare finito il pericolo".

    Hunziker: 'Io via da twitter e per mia figlia poco tempo su facebook'.
    In intervista ad 'A' dice: 'Ad Aurora cerco di trasmettere l’importanza del contatto vero'.
    ''Presto mi toglierò da twitter, mia figlia usa facebook, ma non le concedo più di un'ora al giorno''. Dopo Fiorello, Michelle Hunziker annuncia che lascerà twitter nel corso di un'intervista esclusiva con “A”, il settimanale diretto da Maria Latella in edicola da mercoledì 11. Dice: ''Cerco di trasmettere l’importanza del contatto vero, fisico. A quell’età chattano con persone che li attraggono. Dicono cose incredibili. Si confidano. Tramite facebook si parlano, iniziano un rapporto ma non hanno il coraggio di incontrarsi. Più diventa intimo il rapporto, meno vogliono conoscersi. Hanno paura del confronto vero. E si lasciano. Vivono virtualmente dei rapporti e si lasciano virtualmente. È un argomento di cui si parla poco, ma i giovani di oggi vivono così''. Continua la showgirl: ''I social network possono dare assuefazione, sento di ragazzi che passano anche dieci, quindici ore al pc. Sono i giochi dei social network, che fanno con gente di tutto il mondo. Toglierli da lì è difficile. Purtroppo ci si mettono anche le scuole: danno tutti i compiti al computer. Non scrivono più, non si va più a fare la ricerca in biblioteca. Poi, mentre fanno i compiti, scatta la chat. Quindi fanno tutto contemporaneamente. C’è l’amico, l’altro amico, poi c’è skype che tengono acceso. Aurora non è assuefatta, ma è la loro vita, il loro mondo''. Un possibile antidoto? ''Invito tutti i suoi amici a casa, anche se lei non vorrebbe. Poi si diverte, escono. Ma tutti quelli che ha conosciuto via chat non li incontrerà mai. Paura del giudizio''.


    Miss Universo apre a trans, cade un tabù.
    La direzione del concorso di bellezza ammettera' anche chi ha cambiato sesso.
    Anche i transessuali potranno partecipare a Miss Universo. La decisione e' stata presa dalla direzione del concorso che ammettera' in passerella a partire dal prossimo anno anche chi ha cambiato sesso. Cade cosi' un altro tabu', solo dopo una settimana che Miss Universo ha deciso di far partecipare la 23/enne Jenna Talackova, la miss originaria di Vancouver in Canada che quattro anno fa si era sottoposta a un trapianto per diventare donna. La candidatura della Talackova e' stata sostenuta anche dalla 'Glaad', l'associazione dei gay e lesbiche, che ha anche fatto pressioni sull'organizzazione di Miss Universo per cambiare le regole e ammettere i transessuali. ''Da sempre sponsorizziamo l'eguaglianza per tutte le donne - ha detto Paula Shugart, presidente di Miss Universo - e abbiamo preso molto sul serio questo passo. Abbiamo dato a Cesare quel che e' di Cesare''. La Talackova era stata inizialmente scartata dagli organizzatori canadesi del concorso secondo cui si deve essere nati donna in modo naturale per partecipare.


    GOSSIPPANDO


    GOSSIPPANDO

    Rossella Brescia: sono una donna libera, ma mi manca un figlio

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    ROSSELLA BRESCIA – “Sono una donna libera, esuberante, mossa dalle passioni. Non ho maschere. Non so mentire e detesto chi lo fa” afferma Rossella Brescia nel corso di un’intervista con Diva e Donna.
    La conduttrice, che in passato ha criticato Belen Rodriguez nelle vesti di ballerina, fa anche un pò di autocritica.
    “Sbagli ne ho fatti, eccome. Nella vita privata ho spesso trascurato l’amore per privilegiare il lavoro” afferma la conduttrice che vive ora la sua storia d’amore con Luciano Cannito.
    Del suo fidanzato: Luciano Cannito, afferma:
    ”è duttile, sa venire incontro all’altra persona”. E se l’amore ancora non bastasse, Rossella Brescia ha altri progetti:
    “mi manca molto un figlio. Luciano e io stiamo lavorando per questo”.

    (Lussy)



    ... CURIOSANDO E RACCONTANDO …


    Il vero lusso d'una mensa sta nel dessert. Tutte quelle squisite e rare cose dilettavano la vista, oltre il palato, disposte con arte in piatti di cristallo guarniti d'argento. I fauni intrecciati di camelie e di violette s'incurvavano tra i pampinosi candelieri del XVIII secolo, animati dai fauni e dalle ninfe.
    (Gabriele D'Annunzio)


    La storia della TORTA


    Anticamente il "dolce" consisteva soprattutto nella degustazione della frutta matura, che, nel tempo, fu trattata per essere poi conservata. La pratica dolciaria di Greci e Romani ebbe inizio con l'arte panificatoria, conosciuta in seguito alla conquista ellenica: da allora sorsero numerosissimi forni pubblici tanto è vero che a Roma nel 168 a.C. e ai tempi di Augusto se ne contavano circa 400 e venne istituita la corporazione dei pistores. I pistores (fornai) erano schiavi provenienti dalla Grecia appena conquistata. Fino ad allora i Romani avevano mangiato, oltre alla galletta, così dura da essere usata come piatto, una purea di cereali chiamata puls. Le focacce azzime iniziarono poi ad essere sostituite da pagnotte, pani in cassetta, bastoni fatti all'olio, al latte, allo zafferano, al rosmarino, ai capperi. Ai Romani, ed esattamente a Vitruvio, deve essere riconosciuto l' immenso merito di aver sostituito la macina a pietra azionata dall'energia umana o animale, con il mulino (pistor) mosso dalla forza idrica. Durante l'Impero la panificazione divenne un servizio pubblico, ma le invasioni barbariche successive alla caduta dell' Impero Romano, rasero al suolo i forni e la panificazione fu confinata all'ambito domestico e le uniche panetterie che riuscirono a sopravvivere furono quelle esistenti all'interno dei monasteri. Nell'antichità le prime torte furono semplici focacce di acqua e farina alle quali si incorporavano miele, uova, spezie, burro, cereali, panna e latte, mentre fino ad epoche recenti le torte 'di campagna' erano fatte di pasta di pane arricchita in modi diversi, dalla frutta alla marmellata, dai liquori alle spezie.

    Durante il feudalesimo i signori fecero in modo di avere la gestione dei forni e dei mulini, impedendo ai propri sudditi di fabbricarli ad uso personale. Le prime elementari preparazioni dolci furono per molto tempo riservate esclusivamente alle grandi solennità, e spesso venivano sagomate a forma di animale, come offerte votive per gli dei. I primi ingredienti utilizzati per le preparazioni dolci furono miele, uova, farina di grano o avena, latte e vino e, a seconda dell'area geografica , frutta secca, datteri, fichi, mele cotogne o formaggio. Catone descrive un particolare dolce simile alla focaccia e chiamato placenta composto da una pasta a base di farina, cacio e miele, mentre Apicio racconta diverse ricette per la preparazione di dolci a base di miele.; lo zucchero, infatti, ingrediente fondamentale della moderna pasticceria, ebbe bisogno di molto tempo per affermarsi sul miele, poiché il suo costo era proibitivo. Nell'alto Medioevo i dolci non subirono sostanziali modifiche, a parte l'introduzione dell'utilizzo delle essenze e dei profumi distillati. All'interno dei monasteri, che avevano conservato il privilegio della panificazione, oltre alla pratica dell'apicoltura e all'utilizzo delle spezie, si cominciarono ad elaborare, nel basso Medio Evo, dolci più complessi come cialde e marzapane. Fino al 1400, i ricettari parlano soltanto di ofelle (biscotti dall'inconfondibile forma ovale con le estremità appuntite) e frittelle, mentre altre fonti parlano di confetti, mostaccioli e qualche dolce commemorativo. Nel Seicento, la produzione di dolci cominciò a diffondersi, dapprima con la confezione di conserve e gelatine di frutta e poi con l'inserimento di paste, come pasta frolla, sfoglia all'uovo, al lievito, con aggiunta di crema e di cacao. Alla fine del Seicento, nei primi negozi laboratorio , fecero la loro comparsa i primi dolci farciti e, all'inizio del 1700 fu esposta la più antica delle torte con l'impasto di burro, la Linz o Viennese; all'inizio del 1800 fece la sua comparsa la più famosa delle torte a base di uova, la Sacher, e , sempre nel corso dello stesso secolo, speziali e farmacisti persero l'appannaggio sulla pasticceria, dando così la possibilità agli artigiani di organizzarsi e far diventare la pasticceria una vera e propria attività.
    La storia e la cultura, del resto, hanno sempre influenzato il gusto per le torte, e si può dire che tutte le più grandi cucine del mondo abbiano proposto nuove ricette. Alle torte divenute celebri perché veri e propri capolavori di raffinatezza e creatività, molte delle quali create da pasticceri al servizio di un principe o di una grande casa regnante, si accostano oggi le ricette classiche care all'uomo comune ..come la torta Margherita.
    (dal web)

    ..... i pasticcini....


    Usare il termine pasticcini o piccola pasticceria per parlare delle primissime preparazioni dolci è sicuramente azzardato: si trattava in realtà di impasti di pane, addolciti con miele, che nel Medioevo prendevano nomi diversi e si presentavano come piccoli dolci cotti in stampi o su placche di metallo. Nei conventi, dove gli ingredienti adatti in genere non mancavano, i religiosi elaboravano piccole preparazioni dolci da vendere ai pellegrini di passaggio, a scopo benefico. Si trattava di dolcetti molto semplici, a base di miele, vino e marmellata. I biscotti, per esempio, erano ricavati da una pasta di pane a bassissima lievitazione, addolcita e sottoposta a una doppia cottura in tempi diversi, allo scopo di eliminare completamente l'umidità e consentire una lunga conservazione del prodotto finito, molto utile a quei tempi.
    Fu l'arrivo degli Arabi, con la loro grande esperienza applicata all'arte dolciaria e l'apporto di nuovi e sfiziosi ingredienti, quali il dattero, la melagrana e l'arancia amara, a cui si aggiungevano essenze distillate e aromi, a scatenare notevoli cambiamenti nella pasticceria europea. Ancora oggi numerose ricette hanno evidenti radici orientali, come per esempio gli squisiti cannoli siciliani e le cassate. Bisogna comunque aspettare il XIV secolo perché si diffonda una pasticceria più elaborata. In Francia entrano in uso cialde e oublies; le prime erano spesso farcite con creme e frutta e realizzate con una pastella che veniva poi cotta tra due forme di ferro, calde e unte. Dimensioni e consistenza variavano secondo il Paese: in Inghilterra, per esempio, le cialde erano più croccanti e prendevano il nome di wafer.
    Offelle, mostaccioli e frittelle in genere facevano parte della pasticceria più comune, anche se nei ricettari del tempo non sono citati. In questi volumi si parla invece diffusamente della riscoperta del marzapane che, inventato in epoca greco-romana, quando veniva offerto agli dei sotto forma di piccoli dolci celebrativi, diventa assieme una delle creazioni italiane all'origine del Rinascimento gastronomico. Realizzato soprattutto dai pasticcieri veneziani, famosi per la loro abilità, era un misto di uova, mandorle tritate e zucchero che si trasformava in un impasto molto duttile, tanto da venire utilizzato per ottenere le creazioni coreografiche più incredibili, sia nella forma sia nelle dimensioni. Nascono in Francia i pasticcini di Saint-Denis e i biscotti di Reims; Luigi XI si fa preparare speciali dolcetti al formaggio di cui va pazzo; Caterina de' Medici porta in Francia la ricetta dei nostri amaretti italiani decretandone il successo; nel convento di Nancy si sfornano i famosi amaretti che ne portano il nome. I religiosi nei monasteri rimangono a lungo tra i creatori più prolifici di ricette dolci. Vengono prodotti dalle monache piemontesi, nel XVI secolo, i Biscottini di Novara, seguiti dalle altrettanto famose sfogliatine.
    L'utilizzo di burro e cioccolato garantisce risultati d'eccellenza alla pasticceria con brioche e cornetti, le cui ricette erano già descritte nel volume Le pastissier françois. Pasticcini veri e propri, ormai hanno ben pochi segreti, poiché le paste base, come sablée, frolla, sfoglia, assieme con la pasta brioche e quella dei bignè, sono ben note, come del resto anche le creme, dalla pasticciera alla frangipane, allo zabaione. Anche gli impasti dolci, lievitati, provenienti dalla tradizione dell'Austria, della Slesia e della Polonia, sono entrati nell'uso comune in tutta Europa, con numerosi dolci dalle varianti infinite.
    (leonardo.it)

    (Gabry)



    RUBRICHE





    (Redazione)



    L’ISOLA NELLO SPORT


    MEDICINA E SPORT

    LE LESIONI DELLA SPALLA

    Lesione della cuffia dei rotatori
    L’origine dei disturbi alla cuffia, oltre ad una causa traumatica violenta, può nascere da un'irritazione dei tendini dovuta all’iperuso funzionale cui segue una fase di infiammazione, edema ed iperemia tissutale (aumento della vascolarizzazione nei tessuti articolari). Perdurando lo stimolo irritativo, quindi aumentando l’edema, si restringe lo spazio articolare causando un conflitto tra il tendine e la parete ossea sovrastante durante il movimento; ciò perpetua la sofferenza del tendine facendolo degenerare sino alla rottura, parziale o completa.

    In tale caso si indicherà il danno come "lesione della cuffia dei rotatori" cui conseguiranno lesioni della cartilagine articolare dell’omero e talora dell’osso sottostante. Spesso l’alterazione articolare conseguente alla lesione della cuffia produce l’irritazione del capo lungo del bicipite brachiale e della guaina che l’avvolge nel tratto in cui scorrono sulla testa omerale; l’infiammazione che ne origina viene definita tenosinovite.

    Sintomi
    Il dolore alla regione antero laterale di spalla che aumenta con l’attività sportiva e regredisce con il riposo è l’unico sintomo; con il passare del tempo, il dolore diviene continuo disturbando anche il riposo notturno.

    Diagnosi
    La diagnosi è basata su un’accurata visita confortata da successivi esami quali ecografie/RMN.

    Trattamento
    Il trattamento è guidato dall’estensione e profondità della lesione. Infatti, dal semplice riposo articolare associato a terapia fisica e farmacologia si può arrivare all’indicazione chirurgica per i casi in cui vi siano lesioni della cuffia che non abbiano risposto alla fisiokinesiterapia ed alla terapia farmacologia o che siano di tale entità da essere riparabili solo chirurgicamente.

    Lesioni dell'articolazione acromion-claveare
    Un urto diretto alla faccia laterale della spalla, o per caduta o per investimento da parte di un avversario sportivo, è solitamente il meccanismo che produce un danno la cui estensione e profondità possono giungere, attraverso lo stadio di stiramento e parziale lacerazione, sino alla completa rottura della capsula e di tutto il complesso legamentoso dando così origine ad una lussazione acromion-claveare

    Stiramento; Rottura

    Sintomi
    Il dolore all’apice della spalla, di tale intensità da impedire ogni movimento, è il sintomo principale delle lesioni di quest'articolazione; in caso di franca lussazione dell’acromion-claveare si noterà una deformità alla spalla legata allo spostamento della clavicola verso l’alto, rispetto all’acromion.

    Diagnosi
    La diagnosi, oltre che sull’evidenza clinica, si pone con esame radiografico standard e sotto stress dinamico che dimostrerà l’allontanamento dei capi articolari per la lacerazione legamentosa.

    Trattamento
    La lussazione acromion-claveare viene curata chirurgicamente, riservando l’uso di tutori e successiva fisiocinesiterapia per le lesioni di grado minore.

    Lesioni dell'articolazione gleno-omerale
    Quest’articolazione, che possiede la particolarità di lavorare sospesa nel vuoto, è costituita dall’estremità sferoidale della testa omerale che ruota su una superficie della scapola, detta glena consentendo al braccio di compiere una rotazione vicina ai 360° nello spazio.

    Oltre alla capsula articolare, ad una struttura di contenimento appoggiata al bordo glenoideo scapolare, detta cercine, ed ai legamenti la stabilità articolare è affidata ad un complesso di muscoli che sovrapponendosi in vari strati mantengono "centrata" la testa omerale sulla glena scapolare durante il movimento.

    Come per l’acromion claveare una sollecitazione del braccio, durante uno sforzo od un contrasto, provoca una lesione delle struttura capsulare, legamentosa e muscolare che può condurre alla lussazione dell’omero, ovvero alla perdita del fisiologico contatto tra omero e scapola.

    A differenza dell’acromion claveare, la cui lussazione avviene in un solo piano dello spazio, la lussazione omerale, grazie all’ampiezza dell’arco di movimento, può prodursi in diversi piani (anteriore, posteriore, ascellare…). In realtà nello sportivo il 95% delle lussazioni gleno omerali è anteriore e si produce per un trauma prodotto mentre il braccio è alzato ed extrarotato.

    Lussazione scapolo-omerale anteriore

    Lussazione sottocoracoidea
    Lussazione scapolo-omerale posteriore (sotto-acromiale)

    L’aspetto clinico è caratteristico per la deformità che si evidenzia alla spalla lussata, oltre che per l’atteggiamento obbligato dell’arto superiore ed il dolore acuto che accompagna la lesione.

    Diagnosi
    La diagnosi si pone con esame radiografico.

    Trattamento
    Le manovre per la riduzione della lussazione, ovvero per riportare l’articolazione alla normalità, devono essere eseguite da personale medico esperto. Infatti, sia la lesione in sé, come le manovre di riduzione, se non ben condotte, per la particolare anatomia della regione, possono causare lesioni assai serie ai nervi e ai vasi con lesioni permanenti alla spalla.

    Dopo la riduzione della lussazione è necessario un periodo di immobilizzazione di quattro settimane per consentire la cicatrizzazione della lesione, seguita da fisiocinesiterapia per il recupero articolare

    Recidive
    Talora, in seguito ad un episodio di lussazione, si verificano con frequenza e per movimenti banali ripetuti casi di lussazione gleno-omerale dovuti alla lassità dei tessuti coinvolti nel primo episodio di lussazione; in tale caso si definirà la lussazione di spalla come "abituale o recidivante" e l’unica terapia che potrà essere efficace è quella chirurgica.


    (Gina)



    NOVITA’ MUSICALI


    NOVITA' MUSICALI



    Il Cile - Cemento armato

    IlCile-CementoArmato

    Nelle ultime settimane sta avendo un particolare successo una canzone scritta da un artista emergente italiano.
    Stiamo parlando di Lorenzo Cilembrini (in arte Il Cile), 17enne cantautore aretino conosciuto ai più per aver collaborato con i Negrita nel loro ultimo album “Dannato Vivere” che si è presentato al grande pubblico con una ballata romantica intitolata “Cemento Armato”.

    “Cemento Armato” è una canzone in cui il protagonista parla principalmente di una delle grandi tematiche del pop sentimentale, ovvero di un amore appena finito di cui resta solo la delusione, lasciando però spazio anche ad alcuni temi di protesta politica e di attualità (per esempio il rapporto giovani-lavoro).
    Per farlo Il Cile si affida musicalmente ad un tipico arrangiamento da ballata, con un mix di chitarra acustica-elettrica e di archi che fa da sfondo alla sua voce, dal timbro molto particolare e ricercato (paragonato, tra gli altri, a quello di Marco Masini).
    La particolare struttura del brano è la sua grande forza: grazie all'assenza di un vero e proprio ritornello, il testo si snoda su strofe ripetute che rendono il tutto più fluido e lineare, guadagnando anche un po' di originalità in più (che non guasta mai).

    Insomma, questa “Cemento Armato” è già diventata un grande successo ed un ottimo trampolino di lancio per questo giovane cantautore italiano.
    Speriamo che Il Cile non sia una meteora e ci regali altri singoli interessanti, anche perchè in questo periodo storico il numero di cantautori italiani degni di nota è piuttosto basso e un paese di grandi tradizioni come l'Italia non può permettersi una tale mancanza.
    Luca Stasi


    Video


    (Lussy)



    ... PARLIAMO DI ...


    GANIMEDE


    In verità,il saggio Zeus rapì il biondo Ganimede
    per la sua bellezza, affinché vivesse tra gl’immortali
    e nella dimora di Zeus versasse da bere agli dei
    – prodigio a vedersi, onorato da tutti gl’immortali –
    attingendo il rosso nettare dal cratere d’oro.
    Un dolore inconsolabile invase l’animo di Troo, che non sapeva
    dove il turbine divino gli avesse rapito suo figlio:
    da allora egli lo piangeva sempre, ininterrrottamente.
    E Zeus ebbe pietà di lui, e gli diede, in compenso del figlio,
    cavalli dal rapido passo, di quelli che portano gl’immortali.
    Questi gli diede, perché li tenesse come dono; e ciò ch’era accaduto gli espose,
    per mandato di Zeus, il messaggero uccisore di Argo:
    che il figlio era immortale, e immune da vecchiezza, come gli dei.(Inni omerici)



    Il tema mitico di Ganimede è costituito dalla sua bellezza, di cui si invaghirono Minosse, Tantalo o Eos, o Zeus, come si racconta in una versione posteriore della leggenda.
    Nell'Iliade di Omero, Diomede racconta che Zeus, affascinato dalla bellezza del ragazzo, lo rapì, offrendo in cambio al padre una coppia di cavalli divini e un tralcio di vite d'oro. Zeus per sottrarre Ganimede alla vita terrena si sarebbe camuffato da aquila; sotto tale aspetto si avventò sul giovanetto mentre questi stava pascolando un gregge sul monte Ida, lo portò sull'Olimpo, dove ne fece il suo amante. Per questo motivo nelle opere d'arte antiche Ganimede è spesso raffigurato accanto a un'aquila, abbracciato ad essa, o in volo su di essa.

    La prima attestazione del mito di Ganimede si trova in Omero (Iliade, V, 265-267; XX, 231- 235): il riferimento del quinto libro è poco più che accidentale, poiché l’interesse del poeta è rivolto ai cavalli dei troiani, discendenti di quelli donati da Zeus a Troo come risarcimento per avergli sottratto il figlio, eletto coppiere degli dei. Si torna poi a parlare del giovane nel libro ventesimo, nella descrizione dell’albero genealogico dei troiani, dove figura, insieme a Ilo e Assaraco, tra i figli di Troo: Ganimede è descritto come il più bello tra gli uomini, e proprio in virtù di tale bellezza, è creato coppiere degli dei e reso immortale.
    (Dott. Giorgio Pastore)

    (Gabry)



    IL MONDO INTORNO A NOI



    LA DONNA DEL GIORNO: Adele

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    ADELE: cantante dal successo mondiale
    – Care lettrici oggi vi parleremo di una donna considerata una delle nuove esponenti del soul bianco.Adele Laurie Blue Adkins nasce a Londra, per la precisione a Tottenham, il 5 maggio 1988 da una ragazza madre, sola fin dall’inizio.Già da piccola Adele si interessava a cantanti del calibro di Ella Fitzgerald e Etta James, tanto che a 14 anni si iscrive alla nota scuola di musica, Brit School di Croydon, frequentata peraltro anche da Jesse J.La carriera di Adele inizia su Myspace dove inizia a pubblicare alcuni suoi brani attirando così l’attenzione del pubblico e accaparrandosi anche degli inviti ad alcuni show televisivi, guadagnando notorietà fino alla firma del contratto con l’etichetta discografica XL Recordings.“19” è il nome del suo album di debutto, che riporta la sua età al momento della pubblicazione, viene fatto in collaborazione con il produttore Mark Ronson e contiene un concentrato di canzoni romantiche pop soul che raccontano amicizie, delusioni, amori e tante altre emozioni che turbano l’animo di Adele in questi anni.Spesso veniva accostata alla ormai scomparsa Amy Winehouse, visto che avevano lo stesso produttore, ma comunque Adele riscuoteva un ottimo successo con i suoi singoli, come “Chasing Pavements” e “Cold Shoulder” aggiudicandosi anche nel 2008 il Grammy Award per miglior artista esordiente.Nel 2010 la cantante riprende a lavorare in sala d’incisione sul suo nuovo album “21”, dal quale uscirà il primo estratto “Rolling in the deep” che viene presentato già a Novembre dello stesso anno, mentre per l’uscita dell’album intero dovremo aspettare gennaio 2011.Il successo arriva a livello europeo con ottimi risultati, raggiungendo le prime posizioni e mantenendole per sette settimane, ma purtroppo il 10 maggio 2011 viene diffusa la notizia che l’ex fidanzato di Adele è intenzionato a fare causa alla cantante, per ottenere dei proventi delle canzoni ispirate alla loro storia d’amore.Intanto anche il singolo “Someone like you” viene apprezzato nel suo paese, ottiene la certificazione di Platino, arrivando in vetta alla classifica americana Billboard Hot 100.Nel 2011 Adele ottiene sei nomination per gli MTV Video Music Awards e divenendo assieme a Kanye West, l’artista che riceve più premi dietro soltanto a Katy Perry, che ne riceve nove.A febbraio 2012 si aggiudica 6 statuette ai Grammy Awards, un record di statuette vinte in una sola serata assieme a Beyoncè, mentre ai Brit Awards Adele vince due premi, come cantante femminile britannica e album britannico dell’anno.Nell’anno 2012 Adele partecipa alla realizzazione dell’album Chimes of Freedom – The Song of Bob Dylan con una versione nuova di Make You Feel My Love.


    (Lussy)



    ... LA NATURA SULL'ISOLA ...


    Gli ENTEROPNEUSTI



    Una nuova specie di enteropneusti, una classe di invertebrati simili ai vermi, ed è stata scoperta a circa 2.700 metri di profondità, vicino alla Dorsale medio-atlantica. Fa parte del bottino di due recenti spedizioni negli abissi, che hanno individuato più di una dozzina di nuove specie e almeno quattro nuovi generi di animali. La ricerca getta nuova luce sugli enteropneusti, che finora si riteneva abitassero solo acque poco profonde, spiega Karen Osborn, biologa dell'evoluzione al Museo nazionale di Storia naturale della Smithsonian Institution di Washington e coautrice di uno studio pubblicato sulla rivista Proceedings of the Royal Society B. "A un certo punto, alcuni enteropneusti di acque basse devono essersi inoltrati in acque più profonde, e col tempo la loro morfologia si è modificata per adattarsi alle sfide poste dal nuovo ambiente". Ad esempio, i "vermi" degli abissi hanno "labbra" molto lunghe che li aiutano ad afferrare le prede in un ambiente in cui il cibo è molto scarso. "Adesso quindi abbiamo un gruppo di specie abissali molto diverse per aspetto e comportamento da quelle che abitano acque basse". Dal punto di vista evolutivo, gli enteropneusti sono fossili viventi: fanno parte di un gruppo di animali poco conosciuti che potrebbero rappresentare un anello di congiunzione tra gli invertebrati e i primi vertebrati. Il phylum degli emicordati, a cui appartengono gli enteropneusti, è infatti considerato il parente più stretto di quello dei cordati, che comprende, tra gli altri, tutti gli animali dotati di colonna vertebrale, compresi uccelli, pesci e mammiferi. Grazie al loro corpo delicato e gelatinoso, queste creature vermiformi riescono a sollevarsi fino a 20 metri al di sopra del fondo marino e anche a muoversi in cerca di cibo. All'inizio gli studiosi sono rimasti molto sorpresi da questa capacità. "Non lo chiamerei nuoto, ma galleggiamento controllato", spiega la biologa Karen Osborn. "Usano l'apparato digerente come una zavorra: espellono tutti i sedimenti e la sabbia e fanno dei 'palloni' di muco con cui si sollevano dal fondo. Dopo di che assumono posizioni molto specifiche che permettono loro di galleggiare al meglio. Alla fine, lasciano andare la bolla di muco e si raddrizzano di nuovo"
    Quelli che vivono in acque basse se ne stanno fermi ad aspettare la preda, le specie che vivono negli abissi devono spostarsi per procurarsi il cibo. "Si muovono in circolo, dall'interno verso l'esterno, ingurgitando lo strato superficiale di sedimenti, quello più fresco e ricco di nutrienti appena trasportati sul fondo dalla colonna d'acqua", spiega Osborn.

    "Gran parte delle specie ha solo delle labbra poste su un collare che circonda la bocca. Ma nelle profondità marine il cibo di alta qualità scarseggia: con le labbra così lunghe gli animali possono selezionarlo più velocemente. È un po' la differenza che c'è tra un piccolo tagliaerba e la grossa falciatrice a motore che si usa per i campi molto grandi". Gli enteropneusti sono privi di cervello, ossa e occhi, ma nella linea evolutiva sono più vicini all'uomo che ai vermi veri e propri.

    "Che senso hanno questi colori sgargianti a profondità dove la luce non arriva? Non so spiegarlo", dice Osborn. "Troviamo rossi e viola accesi in altre specie di vermi che vivono tra i 500 e i 1.000 metri di profondità: qui, dove l'illuminazione è molto scarsa, quei colori appaiono neri, e quindi possono servire alle specie per camuffarsi". "Ma a profondità maggiori, dove la luce è completamente assente - tranne quella prodotta da organismi viventi - non sembra esserci alcuna ragione di sprecare energie preziose per dotarsi di colori brillanti che niente e nessuno vedrà", prosegue la studiosa. "Un motivo ci sarà, ma dobbiamo ancora scoprirlo"
    (national geographic)

    (Gabry)



    POESIE DI STAGIONE


    APRILE pittore

    Così aprile in un giorno
    m'ha dipinto il giardino:
    di bianco calce tutto il muro intorno,
    e tutto il cielo del più bel turchino.
    Di verde non ha fatto economia.
    Or tutto è verde in questa terricciuola
    che sembra l'orto della Poesia.
    Che chiasso di colori in ogni aiuola,
    e quanti fiori, quanta fantasiadi blu,
    di rossi, di celesti e viola!
    C'è un fior per tutti in questo mio giardino!


    (Renzo Pezzani)





    LA SERA SULLL’ISOLA


    Quattro chiacchiere in allegria


    Parliamo spesso della nostra Isola Felice dscrivendola come una grande famiglia, come il luogo di ritrovo sereno di tanti amici. Allora volevamo rendere noto a tutti che tutte le sere, dopo le 20,30 ci riuniamo in questo luogo per trascorrere in serenità e divertimento le nostre serate. Approfittiamo allora del nostro giornale per informanre tutti dell’argomento con cui ci divertiremo la sera.. vi aspettiamo tutti tutti tutti e, se avete argomenti da proporre per la sera, mandate un mp a Lussy ...
    SERATE DI PRIMAVERA …
    L’inverno oramai sta andando via. Le ombre della sera tardano ad arrivare sempre più e le notti da fredde e silenziose pian piano portano con se temperature e luci delle giornate che volgono al bel tempo. La nostra isoletta ,e più specificatamente questo angolo si trasforma in un colorato giardino, immaginate fiori colorati, un grande telo disteso su di un prato, un’altalena che dondola e dalla mansarda osserviamo ed ascoltiamo la natura che lentamente si risveglia . Ci incontriamo ogni sera per scoprire insieme il piacere di conoscere ed emozionarci insieme, di divertirci a veder crescere conoscenze che giorno dopo giorno sono sempre più amicizie consolidate e reali …

    STASERA PARLEREMO DI ...



    ... I COLORI DELLA PRIMAVERA ...





    (La redazione)



    ... FOTO E IMMAGINI DAL WEB ...


    ... Il giornale non poteva prescindere da quella che è una usanza che ha unito generazioni intere. Chi di noi non ha almeno una volta passato ore alla ricerca di immagini da inviare alle persone care? Quante volte ci siamo trovati nel bar del luogo di vacanza con una pila di cartoline da mandare alla famiglia, ai parenti, ad amici e conoscenti … ebbene in questo nostro luogo di sogno, dalla nostra isola felice, ci piace raccogliere cartoline dal mondo e pubblicarle sul nostro giornale e, in questo modo sognare insieme guardando quelle immagini di luoghi da sogno del nostro meraviglioso pianeta ...

    (La redazione)





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    :BRAVO126.gif: Buona giornata a tutti ..

    Ciao Claudio..♥

    Ciao Arca grazie della colazione... ♥

    Ciao a chi seguirà....☺..






    Dieta: è meglio quella "all'antica"
    Stop a cibi grassi, ridurre le porzioni e fare sport




    08:30 - Archiviate le abbuffate pasquali, scatta l'ora dei sacrifici a tavola, per recuperare un po' di linea in vista dell'estate. Non è un fenomeno isolato: secondo i dietologi, circa un italiano su due in questo periodo si metta a dieta. Tra loro ci sono persone realmente sovrappeso, che fanno bene ad approfittare della voglia di leggerezza tipica della stagione per perdere un po' di peso, ma ci sono anche persone, soprattutto donne e ragazze, che pur non avendo problemi di peso si "vedono grasse" e si mettono comunque a dieta. Il consiglio è sempre uno: agire con buon senso, evitare regimi squilibrati e ricordare che per perdere peso serve cambiare lo stile di vita. Il metodo migliore è quello antico: ridurre di un quarto le porzioni e fare più sport.
    Spiega Michele Carruba, direttore del Centro di studio e ricerca sull'obesità dell'università Statale di Milano; "Ci sono da un lato le persone davvero in sovrappeso o obese (circa il 50% della popolazione) che, in vista della bella stagione, ridanno slancio alla voglia di dimagrire. Dall'altro i 'falsi grassi', soprattutto donne, senza reali problemi con la bilancia. Questi ultimi si convincono di avere qualche chilo in più da perdere e contribuiscono ad allargare il 'partito' degli italiani a stecchetto". Quest'anno però la situazione potrebbe essere più complessa del solito per due motivi. Il primo è il boom di diete "griffate" che sta contagiando gli "aspiranti magri" con proposte di regimi altamente tanto squilibrati da mettere a rischio la stessa salute. L'altro fenomeno, legato alla crisi economica, vede il rischio di un reale scadimento dell'alimentazione degli italiani. Spiega Lucio Lucchin, presidente dell'Adi (Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica: " La capacità di spesa si riduce e le 'occasioni' proposte dai supermercati diventano più appetibili. Il problema è che le offerte non riguardano mai frutta e verdura, ma solo i cibi ipercalorici e meno sani".

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    Se l'obiettivo è far scendere di poco l'ago della bilancia e snellire una figura appesantita dalle tentazioni invernali, "basta poco. Chi ha un'alimentazione variata - consiglia Lucchin - deve solo immaginare il proprio piatto diviso in quattro parti e ridurre di un quarto ogni singola porzione abituale. E' così che si dimagrisce in maniera fisiologica senza sconvolgimenti". Diverso il discorso per "chi ha eliminato dal suo menù intere categorie di alimenti. In questo caso è necessaria una rieducazione a tavola".

    Lo stesso concetto è ribadito dagli esperti del Beth Israel Deaconess Medical Center (Bidmc) di Boston: per dimagrire in modo duraturo occorre tornare all'antico, ovvero mangiare meno cibi grassi e fare più sport. In uno studio pubblicato sull"American Journal of Preventive Medicine', condotto su oltre 4 mila obesi, gli specialisti assicurano: dimagrire è possibile e il modo migliore per riuscirci è seguire i sani, vecchi metodi collaudati che insegnano a tagliare colesterolo e trigliceridi e a fare movimento. Una dieta accessibile a tutti ed economica, da intraprendere, comunque, sotto controllo medico. "Gli studi scientifici – ricordano i curatori della ricerca - hanno dimostrato che anche solo una riduzione del 5% del peso corporeo iniziale regala benefici significativi in termini di salute". E questo obiettivo è facilmente raggiungibile, con un po' di disciplina e forza di volontà.

    C_2_articolo_1042851_foto1F



    FONTE TGCOM..
     
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    gif bok sorellone mio e a tutti isolani,pusaaaa
     
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    Buona giornata, un abbraccio a tutti.
     
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    :36_1_47.gif: buon pomeriggio a tutti...


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    buona serata amici..ciao ciambottina... :c023.gif: