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BUONGIORNO GIORNO... 16 OTTOBRE 2011
Edizione Giornale Anno 2° Numero 178
RIFLESSIONI
... FINE DEL MONDO ...
...Scusate, torno su un argomento di cui ho parlato pochi giorni fa, ma ho trovato una strana assonanza tra quello contenuto in questo articolo e quello che la cronaca di ieri ha proposto. Nell’articolo si fa riferimento all’ennesima previsione sul calcolo della fine del mondo che stavolta un calcolo matematico farebbe cadere il 21 ottobre del 2011! Tra pochi giorni quindi … non ci resta che fare le cose per l’ultima volta e poi … già e poi? Scusate non riesco a prendere più sul serio queste continue profezie; sono ancora scosso da quella previsione del terremoto a Roma, previsto, annunciato e poi? Dopo i saluti e gli abbracci di commiato della notte precedente a dramma annunciato, si è rivelato come l’ennesima boutade, anch’essa fatta chissà per quale recondita ragione. Dicevo, ho trovato una tragica assonanza tra questa previsione e quanto accaduto ieri a Roma e in altre città del mondo. Violenza allo stato puro, il diritto di dimostrare democraticamente il dissenso tramutato in cieca violenza, per una manifestazione che voleva riportare l’attenzione sugli esseri umani, ed è finita tragicamente col far del male ad alcuni di essi. Da sempre in questo luogo ho cercato di tenere lontana la politica, facendo come oggi fatica a non esporre principi politici maturati in esperienze personali in prima linea, e oggi non farò eccezione. Concludo la mia riflessione col punto di contatto che ho trovato tra la notizia e la cronaca … entrambe, in un modo diverso parlano di una fine del mondo incombente, e , credetemi non so delle due quale fa più paura … Buon risveglio amici miei … Vi abbraccio fortissimo … Buon OTTOBRE a tutti….
(Claudio)
Secondo la lettura matematica della Bibbia il mondo finirà il 21 ottobre 2011.
Harold Camping, ex ingegnere oggi reverendo, ha calcolato la fine del mondo secondo la Bibbia. Harold Camping, il capo del network Family Radio, ha annunciato la data della fine del mondo. L’89enne, che lo scorso giugno era stato ricoverato per un ictus, ha aggiunto che mentre la Terra sarà distrutta gli eletti saranno rapiti in cielo senza provare alcun dolore. IL CALCOLO DELL’APOCALISSE - L’ex ingegnere, trasformatosi in reverendo, afferma che la sua profezia si basi su una lettura matematica della Bibbia. La data della crocifissione di Gesù è fissata il primo aprile del 33 d.C. Moltiplicando per due volte tra loro i tre numeri sacri 5, 10 e 17 si ottiene 722.500. Per Camping, questi sono esattamente i giorni tra la morte di Gesù e la fine del mondo, e cadrebbero esattamente il 21 ottobre 2011. Camping ha confermato questa teoria in un messaggio audio diffuso di recente: “Possiamo essere certi che il mondo intero sarà distrutto il prossimo 21 ottobre”.... Imagine ...
Immagina non ci sia il Paradiso
prova, è facile
Nessun inferno sotto i piedi
Sopra di noi solo il Cielo
Immagina che la gente
viva al presente...
Immagina non ci siano paesi
non è difficile
Niente per cui uccidere e morire
e nessuna religione
Immagina che tutti
vivano la loro vita in pace...
Puoi dire che sono un sognatore
ma non sono il solo
Spero che ti unirai anche tu un giorno
e che il mondo diventi uno
Immagina un mondo senza possessi
mi chiedo se ci riesci
senza necessità di avidità o fame
La fratellanza tra gli uomini
Immagina tutta le gente
condividere il mondo intero...
Puoi dire che sono un sognatore
ma non sono il solo
Spero che ti unirai anche tu un giorno
e che il mondo diventi uno
(John Lennon)
ATTUALITA’
Al via il 'censimento' della materia oscura.
Con il telescopio spaziale Hubble. Allo studio 25 ammassi di galassie. Anche nell'Universo è tempo di censimento. Il telescopio spaziale Hubble ha infatti iniziato la campagna di osservazione Clash (Cluster Lensing And Supernova survey with Hubble) che studierà 25 ammassi di galassie per costruire le mappe più dettagliate mai realizzate della materia oscura, ossia della materia misteriosa e invisibile che costituisce il 25% dell'universo. Le mappe potrebbero essere usate per verificare precedenti risultati che portano a ipotizzare che la materia oscura all'interno degli ammassi sia più densa di quanto previsto dagli attuali modelli. Ciò potrebbe significare che gli stessi ammassi si sono formati prima di quanto comunemente ritenuto. Uno dei primi bersagli della campagna di Hubble è' l'ammasso indicato dalla sigla MACS J1206.2-0847 (o MACS 1206): le galassie più distanti appaiono distorte proprio perchè la luce che emettono viene deformata dalla forza gravitazionale della materia oscura. Gli ammassi come MACS 1206 sono infatti laboratori ideali per lo studio degli effetti gravitazionali della materia oscura, perchè sono le strutture più' massicce nell'Universo ad essere tenute insieme dalla forza di gravità. Ammassi come questo agiscono come gigantesche lenti cosmiche, amplificando, distorcendo e piegando ogni luce che li attraversi, creando un effetto noto come lente gravitazionale. I dati raccolti con il 'censimento' di Hubble saranno completati da quelli del Very Large Telescope (Vlt) dell’Ossrvatorio Europeo Meridionale (Eso), che sta eseguendo osservazioni spettroscopiche per scoprire nuove informazioni sulle galassie dell'ammasso, come le distanze che le separano e la loro costituzione chimica.
Boom 'orto in casa', lo ha 1 italiano su 4.
Coldiretti: un milione i coltivatori professionali, molti i giovani. Con il boom degli orti in città arriva il 'personal trainer' della zolla per offrire assistenza a domicilio al numero crescente di italiani che coltivano ortaggi e frutta direttamente a casa. L'iniziativa è della Fondazione Campagna Amica promossa dalla Coldiretti. L'ortomania è ormai un fenomeno dilagante: nel 2011 un italiano su quattro si è dedicato all'orto, secondo l'indagine Ipr marketing. Ad essere coltivate - sottolinea Coldiretti - sono per lo più erbe aromatiche (73 per cento) e fiori (73 per cento) ma anche ortaggi e frutta (39 per cento). L'organizzazione agricola rileva inoltre come quasi un milione di italiani non si accontentano di coltivare l'orto in casa ma diventano dei veri coltivatori 'professionali' su appezzamenti di terreni, spesso ereditati, che hanno in media un ettaro di superficie. Se in passato erano soprattutto i più anziani a dedicarsi alla coltivazione dell'orto, memori spesso di un passato vissuto in campagna, adesso la passione si sta diffondendo anche tra i più giovani e tra persone completamente a digiuno delle tecniche di coltivazione. Da qui l'irrompere di una nuova figura professionale, il "personal trainer" della zolla, cui è affidato il compito di offrire consulenza e tutoraggio a domicilio su tutto il territorio nazionale. In quattro fasi il tutor insegna a diventare orticoltori esperti ed aiuta nell'opera di preparazione, piantumazione, gestione e raccolta dei frutti. I costi per avere il personal trainer - secondo Coldiretti - sono accessibili a tutti. L"ortomanià, si pratica ormai, è il caso di dire, a tutto campo: dall'orto portatile in piccoli vasi in bioplastica che si trasportano facilmente da casa all'ufficio e viceversa, a quello verticale sulle pareti di casa e del terrazzo, a quello didattico per i più piccoli in agriturismo, ma anche l'orto urbano e l'estremismo del "guerrilla gardening", praticato da "guerriglieri" urbani che rilevano un pezzo di terra abbandonato, il più delle volte pubblico, per seminare e piantare ortaggi, alberi e fiori.
Specie finora segnalata soltanto nell'Oceano Pacifico. Nel Mediterraneo esiste un corallo nero che si illumina al tocco, una specie che finora era stata segnalata soltanto nell'Oceano Pacifico, attorno ai 700 metri di profondità, lungo la costa californiana. La scoperta si deve all'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), che nei giorni scorsi ha rinvenuto il raro corallo nelle acque di Capo San Vito, nella Sicilia occidentale, durante una campagna di ricerca a bordo di una nave oceanografica. Il corallo, chiamato Savalia lucifica, è stato trovato a una profondità di 270 metri da un robot sottomarino e si distingue da specie simili, come la Savalia savaglia, perché si illumina quando viene stimolato dal contatto fisico. La rarissima specie fa parte del gruppo degli zoantidei e non era mai stata segnalata prima nel Mar Mediterraneo. La scoperta è avvenuta nel corso di una campagna di ricerca finanziata dal ministero dell'Ambiente e mirata allo studio delle popolazioni profonde di corallo rosso nell'arcipelago delle Egadi. Alla campagna hanno partecipato i ricercatori dell'università Politecnica delle Marche, l'Università di Pisa, gli atenei di Napoli "Parthenope" e Bologna insieme ai ricercatori dell'Ispra.GOSSIPPANDO
:serenade.gif: .ciao squadra.sono appena rientrata.ci siete?..un bacione....
Gossippando
Ilary Blasi, rifatta? "Non ci penso affatto"
Il seno, però, desta qualche sospetto...
Ilary Blasi, mai rifatta. Ma a guardar bene...
Irriverente, simpatica, bella e solare come, più del solito. Ilary Blasi a Le Iene diventa l'intervistata da una 'iena' storica, Giulio Golia.
Non ha peli sulla lingua la conduttrice dello show di Italia 1, con i nuovi compagni d'avventura Luca Argentero ed Enrico Brignano.
Su un'isola deserta, tra la Ventura, la Marcuzzi e la Chiabotto, porterebbe sicuramente SuperSimo. Vuole assolutamente condurre un reality. Su un libro e una partita in tv, preferisce sicuramente la lettura.
Immancabile parlare del marito, Francesco Totti. Ancora deve capire perché stia con lei. "Francesco sarebbe geloso di natura, ma dopo 10 anni un rapporto si evolve. Non può mica essere quello dell’inizio. Ormai abbiamo i nostri spazi, le nostre vite", spiega Ilary, 30 anni. In televisione è sempre super sexy, ma a casa è spesso in piagiama e ciabatte: "Se sta ancora con me vuol dire che preferisce la donna in ciabatte", aggiunge ironica. Diventare mamma di Cristian, 6 anni, e Chanel, 4, da giovane le ha portato fortuna, anche se "è un lavoro difficile. Li ho avuti quasi attaccati, è stato un minestrone. Direi che si impara con gli anni".
La svolta professionale è arrivata nel 2006: "Presentare Sanremo al fianco di Giorgio Panariello. È un treno che ti capita una volta nella vita: l’ho preso. Nessuno si aspettava niente da me ed ero serena. Ho cambiato pagina. Dopo sono arrivati il Festivalbar e le Iene". Da letterina a volto della tv di successo, la Blasi non è mai banale e ama pure gli uomini non banali. Sposata da sette anni, incrocia scaramaticamente le dita. Il segreto per tenersi stretto un marito? "Francesco lo lego, lo minaccio...". Non è una donna 'pelosa', ha qualche smagliatura, ma "il sedere invece tiene: faccio step, squat, pilates. Magari non è di marmo, ma resiste". Non sa stirare le camicie, ha un solo cellulare "da 29,90 euro", e vive meglio senza la tecnologia.
Per i figli, momentaneamente si ferma a due. Categorica quando le si chiede se si è mai rifatta qualcosa: "No. Non ci penso affatto". Eppure il suo seno da questa estate sembra 'rinvigorito' e più di qualcuno ha avanzato l'ipotesi di un aiuto del chirurgo. Golia non è riuscito a controllare, chissà...... CURIOSANDO E RACCONTANDO …
L'uomo che scrisse questo libro, lo fece con l'alleanza del diavolo, e finì sul rogo per questo.
(Pedro Ceniza)LA NONA PORTA
Titolo originale The Ninth Gate
Paese Francia, Spagna
Anno 1999
Durata 127 min
Genere thriller
Regia Roman Polanski
Soggetto dal romanzo Il club Dumas
Sceneggiatura John Brownjohn, Roman Polanski, Enrique Urbizu
Produttore Roman Polański
Fotografia Darius Khondji
Montaggio Hervé de Luze
Effetti speciali Gilbert Pieri, Jean-Louis Trinquier
Musiche Wojciech Kilar
Scenografia Dean Tavoularis
Interpreti e personaggi
Johnny Depp: Dean Corso
Emmanuelle Seigner: la ragazza
Lena Olin: Liana Telfer
Frank Langella: Boris Balkan
James Russo: Bernie
Jack Taylor: Victor Fargas
Jose Lopez Rodero: Pablo e Pedro Ceniza
Allen Garfield: Witkin
Barbara Jefford: baronessa Kessler
Willy Holt: Andrew Telfer
Premi
European Film Awards 1999: miglior europeo in un film non europeo (Roman Polanski)L'enigma è finalmente risolto: viaggiare in silenzio per una strada lunga e tortuosa, affrontare le frecce della sfortuna, senza temere né cappio né fiamme, giocare la più grande delle partite e vincere, non astenendosi da alcuna spesa e sfidare le vicissitudini del fato, e ottenere alla fine la chiave che aprirà... la nona porta! (Balkan)
TRAMA
Boris Balkan, un editore e bibliofilo newyorkese, commissiona a Dean Corso, esperto di libri antichi, un'indagine su un testo esoterico rinascimentale presente nella propria collezione privata, Le nove porte del Regno delle Ombre, scritto e stampato nel 1666 da Aristide Torchia, un non meglio definito esoterista veneziano, processato e giustiziato sul rogo dalla Santa Inquisizione. Balkan è in possesso di uno dei tre soli esemplari superstiti ma è anche convinto che solo uno dei tre sia autentico. Promettendogli un lauto compenso, manda Corso in Europa presso i collezionisti in possesso delle altre due copie per scoprire identificare la copia autentica che gli permetterebbe di evocare Satana in persona, dal momento che le xilografie in esso presenti sarebbero un riadattamento operato da Torchia a partire da quelle contenute nell'Horrido Delomelanichon, un libro leggendario mai trovato e ritenuto opera di Lucifero stesso.
La copia di Balkan era precedentemente appartenuta ad Andrew Telfer che si era suicidato (nella scena iniziale del film) poco dopo avergli venduto il libro. Prima di partire per la Spagna, Corso fa visita alla vedova Telfer (Lena Olin) la quale vorrebbe riavere il libro essendo stato originariamente comprato per lei. Corso rifiuta la proposta, ma la donna lo raggiunge al suo appartamento e, dopo averlo sedotto, lo colpisce e cerca il libro senza però trovarlo. Il socio in affari di Corso, Bernie, che aveva custodito il libro nel suo negozio, è rinvenuto assassinato e appeso per un piede a testa in giù come in una delle incisioni del libro.
Corso raggiunge Toledo, in Spagna, e parla con i fratelli Ceniza, restauratori di libri, che gli mostrano come alcune delle incisioni siano firmate "LCF", riferimento a Lucifero. Corso prosegue per Sintra, in Portogallo, e incontra Victor Fargas, la cui copia del libro differisce leggermente, proprio nelle incisioni, da quella in possesso di Balkan. Mentre Corso lascia la villa di Fargas, la guardia del corpo della Telfer tenta invano di ucciderlo, ma interviene in suo soccorso una misteriosa ragazza che Corso aveva già incontrato in altre situazioni. La mattina dopo Corso è svegliato nuovamente dalla ragazza e insieme tornano alla villa di Fargas per scoprire che il proprietario è stato assassinato e il libro bruciato, ma privo delle incisioni.
Corso si sposta quindi a Parigi per incontrare la baronessa Kessler (Barbara Jefford) e studiare la sua copia delle Nove Porte. Anche qui trova differenze nelle incisioni, ma prima di andare via viene colpito alla testa. Al suo risveglio la lussuosa dimora della baronessa è in fiamme e la stessa proprietaria è stata strangolata. Anche in questo caso la copia delle Nove Porte è andata distrutta, tranne le incisioni. Corso capisce che le tre copie erano tutte autentiche e che ognuna conteneva incisioni firmate "LCF". Tornato all'hotel, scopre che la sua copia delle Nove Porte è stata portata via dalla Telfer e, accompagnato ancora una volta dalla misteriosa ragazza, insegue la vedova fino ad una grande villa fuori città. I due scoprono che la Telfer e altri adepti stanno per celebrare un rituale. Durante la celebrazione irrompe improvvisamente Balkan che, dopo aver affermato di aver compreso il segreto delle Nove Porte, uccide in una colluttazione la vedova Telfer.
Balkan scappa verso un castello e, poco prima di effettuare il rituale di apertura della nona porta, viene interrotto da Corso. Tuttavia il bibliofilo immobilizza Corso e procede con il rituale: descrive il cammino delle nove porte e si dà fuoco, ma qualcosa non funziona e così muore carbonizzato. Corso esce dal castello in fiamme e viene fermato dalla misteriosa ragazza con cui si abbandona ad una notte di sesso.
Il mattino seguente i due lasciano il castello ma, durante una sosta, la ragazza scompare dopo aver lasciato sul parabrezza dell'auto un messaggio con scritto "Fratelli Ceniza". Corso torna al negozio di Toledo, dove però i due non ci sono più. Mentre degli operai portano via gli ultimi oggetti del locale, da un armadio cade un foglio e Corso scopre che si tratta della vera nona porta, raffigurante la misteriosa ragazza da lui incontrata e il castello in fiamme....recensione.....
Quella per il demonio sembra essere diventata una fissazione "saltuaria" del grande Roman Polanski che, a trent'anni di distanza dal bellissimo "Rosemary's baby", torna ad occuparsi di questo tema con l'altrettanto apprezzabile "La nona porta". Ispirato al romanzo "Il club Dumas" di Arturo Pérez-Reverte, questo film riesce perfettamente ad affascinare lo spettatore soprattutto grazie ad un magistrale utilizzo delle atmosfere, da sempre carta vincente delle pellicole del maestro, create grazie alle ambientazioni, alle scenografie, alle musiche e soprattutto alla fotografia davvero molto suggestive e molto attrattive. Il protagonista, infatti, per la sua ricerca sarà costretto a viaggiare in Europa passando per la Spagna, il Portogallo e la Francia. È così che allora il regista ci mostra dapprima delle case ultralussuose, appartenenti ai suoi datori di lavori o ai suoi acquirenti/venditori di libri rari, sempre ricche di biblioteche stratosferiche; per poi accompagnarci in librerie fatiscenti e sicuramente maleodoranti (è anche questa la capacità del regista, quella di esprimerci sensazioni che con la vista solitamente non si colgono), in cui sono sempre i numerosi e polverosi libri a farla da padrone (rimane impresso lo straordinario incipit in cui in uomo si impicca e poi l'attenzione si sposta sulla sua libreria e soprattutto sull'assenza di un determinato libro, dietro il quale si nasconde un "mondo").
Ed è proprio il libro, l'importanza estrema del suo contenuto (e il fatto che in questo caso si tratti di un contenuto demoniaco è solo un "pretesto" per costruire sul concetto che si vuole trasmettere, un delizioso film di genere), nonché la forza che questo può assumere se mal interpretato o maneggiato dalle "menti" sbagliate, il vero e proprio protagonista assoluto de "La nona porta", nonché il suo pregnante e stimolante sottotesto. Un sottotesto rivestito di tutto punto, grazie all'abilità registica e narrativa di Polanski che si ispira ai grandi, facendoci sorridere e ammirare la qualità del suo lavoro.
È impossibile non ricordarsi del mitico Philip Marlowe, osservando lo spirito beffardo e sarcastico dell'investigatore privato, qui interpretato da uno straordinario e ironico Johnny Depp, così come viene automatico pensare al geniale Hitchcock più volte omaggiato e richiamato in diverse situazioni. Prima su tutte il ricorso e l'attenzione minuziosa al particolare e agli oggetti, che acquistano così un'importanza decisiva nello scatenarsi degli eventi o un richiamo simpatico ma comunque significativo agli stessi. Qui abbiamo, al di là ovviamente del libro in primis, anche un paio di scarpe da ginnastica e un paio di occhiali.
Merito del regista è anche quello di aver saputo mescolare abilmente (se si esclude forse l'eccessivamente grottesco e fantasioso finale) la narrazione puramente investigativa caratterizzata da influenze da thriller d'atmosfera, con il paranormale e il surreale, visti i ripetuti riferimenti alla possibilità di Lucifero come scrittore di alcune pagine del libro in questione (scritto guarda caso nel 1666, da cui l'altra chicca di far uscire il film nel 1999, con un continuo e minuzioso gioco di numeri significativi anche all'interno del racconto) e, soprattutto, la presenza di un personaggio molto singolare (interpretato dalla bellissima e ipnotica Emmanuelle Seigner), sorta di angelo/diavolo custode che aiuta più di una volta l'ignaro e un po' sprovveduto protagonista.
Il tutto, comunque, mescolato ad un irresistibile umorismo, insito soprattutto nella qualità dei dialoghi che alleggerisce la lunga visione e la rende oltremodo più gradevole. Non rimane altro, dunque, che asserire di trovarci di fronte all'ennesimo ottimo lavoro di Roman Polanski che da sempre ha saputo maneggiare e manipolare il genere (dal noir, all'horror, al thriller, al drammatico, ecc...), rendendolo personalissimo e inconfondibile. Così come ha fatto con "La nona porta", film polanskiano fino al midollo, che risulta essere, quindi, un mix perfetto e caratteristico di tensione, curiosità, qualità del racconto, contenutismo e, perché no, leggero intrattenimento.
( A. Cavis)(Gabry)
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(Mela)
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Judo
Il Judo (in giapponese: Judo) è un'arte marziale, uno sport e una filosofia giapponese. È anche una disciplina per la formazione dell'individuo nel senso morale e caratteriale. È diventato ufficialmente disciplina olimpica nel 1964, a Tokyo, e ha rappresentato alle Olimpiadi di Atene 2004 il terzo sport più universale, con atleti da 98 paesi.
Descrizione
« Il judo ha la natura dell'acqua che scorre per raggiungere un livello equilibrato. Non ha forma propria, ma prende quella del recipiente che la contiene; è permanente ed eterna come lo spazio ed il tempo,è indomabile e penetra ovunque. Invisibile allo stato di vapore, ha tuttavia la potenza di spaccare la crosta della terra. Solidificata in un ghiacciaio ha la durezza della roccia. Rende innumerevoli servigi e la sua utilità non ha limiti. Eccola, turbinante nelle cascate del Niagara, calma nella superficie di un lago, minacciosa in un torrente o dissetante in una fresca sorgente scoperta in un giorno d'estate. »
(Gunji Koizumi, 8° dan (1886-1964))
Il termine judo è composto da due kanji (caratteri cinesi): (ju, adattabile, flessibile) e ? (do, la via) e significa qualcosa di simile a "Via della flessibilità"; con questo, si cerca di spiegare che il modo per vincere una forza non è opporvisi, bensì il contrario, sfruttandola e dirigendola per il proprio fine. Sotto il peso della neve i rami del salice si flettono in modo da poterla scaricare a terra e riprendere cosi la posizione naturale, al contrario della "robusta" quercia che finirà invece per spezzarsi. Il tema dell'assecondare la forza nemica è fondamentale nella cultura del guerriero samurai, poiché riprende uno dei concetti espressi talvolta nel buddhismo e soprattutto nel classico cinese detto "Libro dei Mutamenti" (Yijing) che afferma che l'universo è regolato da correnti di forza e che occorre incanalarsi in queste correnti applicando la forza minima necessaria ad ottenerne il controllo. Opporvisi invece non porta alcun risultato poiché si resterebbe privi di energia. Il judo si appoggia su un codice morale instaurato da Jigoro Kano che esalta otto qualità essenziali che il judoista (o judoka) deve sforzarsi di avvicinare durante il suo apprendistato:
L'educazione; Il coraggio; La sincerità; L'onore; La modestia; Il rispetto; Il controllo di sé; L'amicizia
Storia del judo
Il judo trae le sue origini dall'antico jujitsu: il suo fondatore Jigoro Kano studiò e approfondì diverse scuole di jujitsu giungendo ad ottenere il grado di Shihan (maestro) in due di queste, chiamate Tenshin shin'yo (specializzata in Katame waza, ossia lotta corpo a corpo, strangolamenti, leve articolari) e Kito (specializzata in Nage waza, tecniche di atterramento al suolo). Quest'ultima era famosa per praticare lo yoroi gumi uchi (combattimento con l'armatura), una sorta di randori (pratica libera) con tecniche di proiezione, a differenza delle altre scuole che praticavano principalmente i kata (forme preordinate). I suoi studi gli consentirono nel 1882 di fondare una nuova scuola dove insegnare il proprio metodo cui diede il nome di Judo Kodokan. Il 1853 segna una data storica per il Giappone: il commodoro Perry, della Marina Americana, entra nella baia di Tokyo con una flotta di 4 navi da guerra consegnando allo Shogun un messaggio col quale si chiedevano l'apertura dei porti e trattati commerciali. Lo Shogun, probabilmente intimorito dalla dimostrazione di forza, rimise la decisione nelle mani dell'Imperatore che accettò quanto proposto. Per il Giappone, che fino a quel momento aveva vissuto in completo isolamento dal resto del mondo, inizia l'era moderna. La definitiva caduta dell'ultimo Shogun avvenuta nel 1867 ripristinò definitivamente il potere imperiale che, a segno di una definitiva uscita del Giappone dal periodo feudale, promulgò nel 1876 un editto col quale si proibiva il porto delle spade, decretando la scomparsa della classe sociale dei samurai, che avevano dominato per quasi mille anni. Vi furono importanti cambiamenti culturali nella vita dei giapponesi dovuti all'assorbimento della mentalità occidentale e naturalmente ciò provocò un rigetto per tutto ciò che apparteneva al passato, compresa la cultura guerriera che tanto aveva condizionato la vita del popolo durante il periodo feudale. Il jujitsu, facente parte di questa cultura, da nobile che era scomparve quasi del tutto. Le antiche arti del combattimento tradizionale vengono ignorate anche a causa della diffusione delle armi da fuoco ed i numerosi dojo allora esistenti furono costretti a chiudere per mancanza di allievi; i pochi rimasti erano frequentati da ex guerrieri dediti a combattere per denaro e spesso coinvolti in crimini. Questo influenzò ulteriormente il giudizio negativo del popolo nei confronti del jujitsu nel quale vedeva un'espressione di violenza e sopraffazione. È in questo contesto di cose che si inserisce la figura di Jigoro Kano: egli, professore universitario di Inglese ed economia, dotato di notevoli capacità pedagogiche, intuì l'importanza che potevano avere lo sviluppo fisico e la capacità nel combattimento se venivano usate proficuamente per lo sviluppo intellettuale dei giovani. Per prima cosa eliminò tutte le azioni di attacco armato e non che potevano portare al ferimento a volte anche grave degli allievi: queste tecniche furono ordinate nei kata, in modo che si potesse praticarle senza pericoli. Poi studiò e approfondì il nage waza appreso alla scuola Kito, formando così un sistema di combattimento efficace e gratificante. Ma la vera evoluzione rispetto al jujitsu si ebbe con la formulazione dei principi fondamentali che regolavano la nuova disciplina: Seiryoku zen'yo (il miglior impiego dell'energia fisica e mentale) e Jita kyo'ei (tutti insieme per progredire). L'uomo migliora sé stesso attraverso la pratica del judo e contribuisce al miglioramento della società, e questo è possibile solo con la partecipazione intelligente di tutti. Lo scopo finale del jujitsu era il raggiungimento della massima abilità nel combattimento; nel judo l'abilità è il mezzo per giungere alla condizione mentale del "miglior impiego dell'energia". Ciò significa impiegare proficuamente le proprie risorse,il proprio tempo, il lavoro, lo studio, le amicizie, ecc., allo scopo di migliorarsi continuamente nella propria vita e nelle relazioni con gli altri, conformando cioè la propria vita al compimento del principio del "miglior impiego dell'energia". Si stabilì cosi l'alto valore educativo della disciplina del judo, unita alla sua efficacia nel caso venisse impiegato per difendersi dalle aggressioni. Il judo mira a compiere la sintesi tra le due tipiche espressioni della cultura giapponese antica e cioè Bun-bu, la penna e la spada, la virtù civile e la virtù guerriera: ciò si attua attraverso la pratica delle tre discipline racchiuse nel judo, chiamate rentai (cultura fisica), shobu (arti guerriere), sushin (coltivazione intellettuale). Il judo conobbe una straordinaria diffusione in Giappone, tanto che non esisteva una sola città che non avesse almeno un dojo, e parallelamente si diffuse nel resto del mondo grazie a coloro che viaggiando per il Giappone (principalmente commercianti e militari) lo appresero reimportandolo nel loro paese d'origine. Non meno importante fu la venuta in Europa intorno al 1915 di importanti maestri giapponesi, allievi diretti di Jigoro Kano, che diedero ulteriore impulso allo sviluppo del judo, tra cui Koizumi in Inghilterra e Kawaishi in Francia. Jigoro Kano morì nel 1938, in un periodo in cui purtroppo il Giappone, mosso da una nuova spinta imperialista, si stava avviando verso la seconda guerra mondiale. Dopo la disfatta, la nazione venne posta sotto il controllo degli USA per dieci anni e il judo fu sottoposto ad una pesante censura poiché catalogato tra gli aspetti pericolosi della cultura giapponese che spesso esaltava la guerra.
Fu perciò proibita la pratica della disciplina ed i numerosi libri e filmati sull'argomento vennero in gran parte distrutti. Il judo venne poi "riabilitato" grazie al CIO (comitato olimpico internazionale) di cui Jigoro Kano fece parte quale delegato per il Giappone, e ridotto a semplice disciplina di lotta sportiva ma i suoi valori più profondi sono ancora presenti e facilmente avvertibili dai partecipanti.
Principali date di sviluppo del Judo:
1860 nascita di Jigoro Kano (morto nel 1938); 1882 fondazione del Kodokan; 1886 prime elaborazioni di kata; 1895 formulazione del Go-kyo; 1921 nuova formulazione; del Go-kyo, lo stesso dell'attuale; 1922 il Judo viene dichiarato completo nei suoi mezzi e nei suoi fini; 1922 il Kodokan diviene società pubblica.
Fondazione della Società Culturale del Kodokan
1934 primi campionati del Giappone; 1948 prima federazione Europea; 1951 prima federazione Internazionale; 1956 primi Campionati Mondiali; 1964 ammissione ai giochi Olimpici (maschile); 1988 ammissione delle donne alle Olimpiadi (sport dimostrativo); 1992 ammissione definitiva delle donne alle Olimpiadi.
Ai giorni nostri
A partire dal dopoguerra, con l'organizzazione dei primi Campionati Internazionali e Mondiali, e successivamente con l'adesione alle Olimpiadi, il judo si è sempre più identificato come sport da combattimento, mutuandone le caratteristiche di agonismo che provenivano dalle discipline di lotta occidentali. Si è perciò cominciato a privilegiare la ricerca del vantaggio minimo che permette di vincere la gara, a discapito del gesto tecnico più spettacolare ma più rischioso. L'entrata in scena, avvenuta negli anni ottanta, degli atleti dell'ex URSS, aventi una lunga tradizione di lotta sambo alle spalle, non ha che aumentato questo fenomeno. Oggi si assiste a numerose tecniche derivate dalla lotta libera che per efficacia in gara si contrappongono alle tecniche tradizionali del judo. In conseguenza di ciò, si è sviluppata la tendenza a privilegiare un tipo di insegnamento che metta in condizioni gli allievi di guadagnare da subito punti in gara, punti che vengono utilizzati per determinare il passaggio di cintura, tralasciando l'aspetto educativo della disciplina. Allo scopo di riaffermarne il valore, si sono costituite nel tempo Federazioni Sportive anche di carattere internazionale che tendono a far rivivere i principi espressi dal Maestro Jigoro Kano, quantunque anch'esse si dedichino all'attività agonistica. Queste Federazioni sono riunite all'interno di Enti di Promozione Sportiva riconosciuti dal CONI, quali ,UISP, CSEN, ACSI, ed altre. In Italia la federazione ufficiale appartenente al CONI è la FIJLKAM,Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali. Questo non significa però che vi siano due tipi di scuole o che una sia meglio dell'altra: come ebbe a dire lo stesso Jigoro Kano (Yuko no Katsudo, rivista edita in Giappone,1925) "anche nel periodo antico esistevano Maestri che impartivano nozioni di tipo etico oltre che tecnico: si trattava di esempi illuminati ma che, tenendo fede al loro impegno di Maestri, dovevano necessariamente privilegiare la tecnica. Nel judo invece gli insegnanti devono percepire la disciplina soprattutto come educazione, fisica e mentale". A tutt'oggi, il monito del fondatore appare più che mai azzeccato, dovendosi necessariamente affidare (o affidare i propri figli) a dei maestri che a volte perdono di vista la loro funzione di educatori privilegiando il risultato sportivo. Jigoro Kano aggiungeva inoltre che "per coloro che si dimostrassero particolarmente portati alla competizione è lecito interpretare sportivamente la disciplina, purché non si dimentichi che l'obiettivo finale è ben più ampio". Nella scelta di un dojo meglio quindi affidarsi a maestri di provata esperienza che tengano corsi per tutti, non solo per l'agonista, e questo può avvenire tanto in ambito Federale quanto in quello Promozionale dove a volte, per dimostrare di non essere da meno, ci si impegna eccessivamente nelle gare.(Gina)
NOVITA’ MUSICALI
Novita' Musicali
Oh Land - White nights
In questi ultimi anni se c'è un genere su cui le case discografiche hanno puntato molto è proprio quello dell'electropop, su cui ormai si basa un po' tutta la produzione della musica leggera odierna.
L'aspetto curioso di questa tendenza sta nel fatto che ultimamente stanno riuscendo a farsi conoscere un po' in tutta Europa artisti provenienti dai paesi scandinavi, prima forse un po' snobbati dai canali musicali europei, salvo casi eccezionali.
Forse è anche per questo motivo che, anche se con un po' di ritardo rispetto al rilascio del singolo (avvenuto ad Agosto), che la cantautrice danese Nanna Øland Fabricius, in arte Oh Land, è riuscita questa settimana ad entrare nelle charts italiane con il suo ultimo singolo “White Nights”, terzo estratto dal suo secondo album “Oh Land” (i due singoli precedenti sono nell'ordine “Sun Of A Gun” e “Rainbow”).
“White Nights” è un brano dall'atmosfera leggera e spensierata, supportata da suoni elettronici limpidi e non pesanti. Il ritmo non è intenso ma è comunque molto catchy e rende più immediata tutta la canzone.
In questo caso Oh Land sfoggia il suo lato artistico più melodico, grazie ad un arrangiamento più tendente al pop tradizionale che all'elettronica, pur essendo presenti sonorità di questo tipo.
Il risultato è una canzone simpatica e orecchiabile, piuttosto adatta alla rotazione radiofonica. Un buon singolo per iniziare ad apprezzare questa cantautrice danese, in attesa di altri brani magari più intensi e con un utilizzo un po' più massiccio di suoni elettronici.
Luca Stasi
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"Un labirinto è una cosa fatta apposta per confondere gli uomini".
Jorge Luis BorghesIl LABIRINTO
Il labirinto è un simbolo che ricorre con enorme frequenza nella storia dell’umanità. Esso è presente in culture, miti e religioni più disparate, ma anche nell’arte e nella filosofia. La storia dei labirinti è complessa, intricata e affascinante, così come lo sono i percorsi che li strutturano. Essi compaiono in civiltà ed epoche diverse ed in luoghi lontani come il Perù, Creta, l’Egitto, l’India, la Grecia, la Cina, e l’Europa...Il labirinto è strettamente collegato al mito di Cnosso. Apollodoro, scrittore del I secolo a.C., ci descrive la storia di Teseo il quale, grazie alla complicità di Arianna, riesce a uccidere il terribile Minotauro (il mostro metà uomo e metà toro), nascosto al centro del dedalo di Cnosso, a Creta, e a trovare poi la via d’uscita.
Il labirinto può essere oggetto di numerose interpretazioni tutte valide e coerenti. Esso è dunque un archetipo molto importante nella storia umana e quello di Creta è solo il più famoso di una serie di labirinti che da sempre, benché sotto varie vesti e differenti aspetti, hanno accompagnato l’evoluzione dell’uomo. Nel mito greco il labirinto è una prigione da cui non si può fuggire, nell’Eneide nasconde l’entrata dell’Ade. L’arte tantrica
vede nel labirinto l’aspetto mentale dello spirito. L’antico dedalo egizio, invece, rifletteva la struttura dell’universo. Gli Indiani d’America pensano che sia il passaggio da cui emersero ed entrarono nel mondo i loro antenati. In alcune regioni africane il labirinto ha la forma di una giostra strategica. Nell’isola di Malekula il dedalo è un gioco di abilità, e in India il kolam è una forma di buon auspicio. L’uomo medievale pensava che rappresentasse la via di un pellegrinaggio. In Cina il labirinto ha una funzione di difesa contro gli assalti del male.I vialetti davanti alle case sono sempre di forma sinuosa perché c’è la credenza che il drago del male può camminare solo dritto e quindi non percorre strade curve. In Corea un labirinto contiene e conserva il più antico testo buddhista. Per il buddhismo il labirinto è un’immagine del mandala: il processo mediante cui il cosmo si è formato dal suo centro; attraverso un articolato simbolismo esso consente una sorta di viaggio iniziatico che permette di crescere interiormente. Per la massoneria il dedalo è l’immagine della ricerca interiore; esso simboleggia la incessante ricerca della verità che prevede un cammino lungo, difficoltoso e generalmente solitario.
L’immagine del labirinto rimanda nell’immediatezza ad un percorso intricato e difficile da superare, ma può rivestirsi anche di un fascino particolare se lo s’intende come sfida all’intelligenza umana, la quale a sua volta, si mette alla prova nel tentare di trovare una via d’uscita. Probabilmente il duello intellettuale non risiede nella volontà di vincere il coacervo di corridoi percorribili, ma nel semplice tentativo d’affrontarlo. La ricerca, quindi,
è già di per sé la soluzione. Il dedalo, come si diceva poc’anzi, può assumere diverse accezioni: esso può rappresentare la sessualità, la difficoltà, l’inconoscibilità, e perfino la vita stessa. Ma senza dubbio, una delle interpretazioni più affascinanti vede il labirinto come teatro, circoscritto ma allo stesso tempo infinito, dove l’uomo tenta di trovare la retta via e lasciarsi alle spalle il peccato e più in generale il male. Nel Medioevo il labirinto si ritrova spesso e volentieri raffigurato sui pavimenti delle navate di alcune cattedrali gotiche. Così questa figura che fino a quell’epoca era stata un simbolo pagano per eccellenza, viene re-interpretata in senso cristiano; si trasforma nell’allegoria del percorso tortuoso che deve portare alla salvezza dell’anima. Tale labirinto viene denominato comunemente Nodo di Salomone presente in tutto il mondo.Dal mito di Teseo e del Minotauro che aveva attraversato indenne i secoli [...] il labirinto rimbalzò nel giardino e ne costituì uno dei luoghi più significativi con una varietà di realizzazioni che corrispondeva a esigenze diverse.
Divenne un gioco di parterre con fiori e delimitazioni basse, un percorso fra statue e fontane, un intrico di muri vegetali che superavano l'altezza dell'uomo, una vera e propria "prigione" di strutture arboree imponenti ed elaborate infoltite da bassi cespugli per impedire la fuga.
Per mezzo dell'arte topiaria il labirinto trasferì nel mondo artificiale del giardino la più elementare significativa paura dell'uomo: quella di smarrirsi in un bosco.
(Testo tratto dal libro "Dentro e fuori il labirinto. La grande saga del labirinto fra pietre, arte e giardini"
di Francesca Romana Lepore)
In Inghilterra i primi labirinti tracciati nel prato in epoche antichissime simboleggiavano la rinascita con l’equinozio di primavera; in epoca cavalleresca erano la prova da superare, nella ricerca continua, vagheggiata e reale, dell’avventura e della prova spirituale. Nel Medio Evo il labirinto trasla nel giardino, nell’ hortus conclusus, come memoria del mito classico, reminiscenza dei riti pagani, al tempo stesso gioco trasgressivo e redenzione cristiana. Col tempo al significato religioso si sostituisce quello laico e si impone l’uso profano: nel labirinto gli amanti si perdono, si inseguono e si raggiungono in una danza rituale e amorosa. E’ così che il labirinto si lega indissolubilmente al giardino, entrambi metafore della vita, entrambi percorsi iniziatici, luogo dell’esperire, e occasione d’amore."Dentro è di muri inestricabil cinto
che mille torce in sé confusi giri,
ma in breve foglio io ve' darò distinto,
sì che nessun error fio che v'aggiri.
Siede nel mezzo un giardin del labirinto
che par che da ogni fronde amore spiri;
quivi in grembo a la verde erba novella
giacerà il cavaliere e la donzella".
(Torquato Tasso, La Gerusalemme liberata, canto XIV, 76)(Gabry)
I GRANDI DELLO SPORT
Sebastian Vettel
Sebastian Vettel (Heppenheim, 3 luglio 1987) è un pilota automobilistico tedesco, campione del mondo di Formula 1 nella stagione 2010. È il più giovane pilota di Formula 1 ad aver ottenuto una pole position, ad aver vinto un gran premio, ad essere salito sul podio e ad essere diventato campione del mondo. È pilota titolare della Red Bull Racing.
Gli esordi
Vettel a bordo della vettura nella serie Formula Three Euroseries nel 2006.
Vettel inizia a gareggiare con i kart nel 1995, vincendo numerosi titoli. Nel 2003, passa alle monoposto scoperte dominando il campionato tedesco di Formula BMW con 18 vittorie su 20 corse complessive. Nel 2005 guida per la ASL Mucke Motorsport nella Formula 3 Euro Series. Si piazza in quinta posizione nella classifica finale con 64 punti, vincendo un premio particolare dedicato al migliore debuttante in quella categoria. Non vince nessuna gara, in una stagione largamente dominata da Lewis Hamilton anche a causa di un infortunio che lo costringe a rimanere fuori dalle gare per parecchie settimane. Torna alle competizioni nella Ultimate Masters della F3 sul circuito olandese di Zandvoort, finendo in sesta posizione e ottenendo il terzo miglior tempo in assoluto, sorprendendo lo stesso manager della ASM, Frédéric Vasseur.
La F12006-2007: L'esordio in BMW
Dopo il Gran Premio di Turchia, a seguito della sostituzione di Jacques Villeneuve con Robert Kubica come pilota titolare, diviene il terzo pilota e collaudatore della BMW Sauber, risultando così il pilota più giovane ad aver collaudato una macchina di Formula 1 nelle sessioni libere di qualifica del venerdì, all'età di 19 anni e 53 giorni. (Jaime Alguersuari è il pilota più giovane a competere in un Gran Premio di F1, mentre Nico Rosberg è il più giovane a guidare una F1 in test privati). È anche il pilota più giovane ad essere stato multato nella categoria: ha ricevuto una multa di 1000 dollari per aver oltrepassato la velocità massima nella pitlane. Vettel nelle sessioni dei test impressiona tutti piazzando il tempo migliore nella seconda sessione del venerdì in Turchia e ricevendo inoltre i complimenti dallo stesso Michael Schumacher.. Il giovane tedesco impressiona anche nelle sessioni di test nel Gran Premio d'Italia, piazzandosi sempre in prima posizione.
Viene confermato come test driver per la BMW nel 2007, continuando però a correre nel campionato World Series by Renault, dove ottiene la prima vittoria al Nürburgring. Dopo il serio incidente occorso a Robert Kubica durante il Gran Premio del Canada, Vettel sostituisce il pilota polacco nel Gran Premio degli Stati Uniti, posizionandosi ottavo e guadagnando così un punto nella sua prima gara in Formula 1. È il più giovane pilota della Formula 1 ad aver conquistato punti iridati
2007-2008: l'approdo alla Toro Rosso
Dal Gran Premio d'Ungheria Vettel sostituisce Scott Speed alla Scuderia Toro Rosso. Durante il Gran Premio del Giappone, sul circuito del Fuji, è tra i candidati al podio, sotto una pioggia torrenziale, prima di venire coinvolto in un incidente con il pilota della Red Bull Mark Webber. La dinamica dell'incidente, accaduto in regime di safety car, non fu chiarita dalle immagini televisive; successivamente, un video diffuso su Youtube[6] dimostrò che il tamponamento di Vettel con Webber era stato causato da un brusco rallentamento del leader della gara Lewis Hamilton, che non fu punito dalla FIA. Sebastian rientrò in lacrime ai box, ma ebbe occasione di rifarsi già durante il Gran Premio seguente in Cina, nel quale ottenne un eccezionale quarto posto. In virtù di questi risultati Vettel venne confermato dalla Toro Rosso per il 2008. Nelle prime gare del 2008 Vettel non brilla, collezionando ben quattro ritiri nelle cinque gare iniziali. Il suo primo risultato stagionale è in Turchia, dove riesce a classificarsi 17º. Al Gran Premio di Monaco parte in ultima fila e grazie ad una buona strategia arriva 5º conquistando i primi punti della stagione. Nella gara successiva, che si corre in Canada, a Montreal, parte dalla corsia box, ma grazie a molti incidenti e ritiri, e resistendo agli attacchi da parte della McLaren di Kovalainen, riesce ad arrivare 8º conquistando un altro punto nel mondiale.
Vettel nel corso di un test a Barcellona all'inizio del 2008.
A seguito dell'annunciato ritiro, a fine 2008, di David Coulthard, Vettel viene ingaggiato dalla Red Bull Racing, come pilota titolare per il 2009. L'annuncio viene dato il 17 luglio 2008, alla vigilia del Gran Premio di Germania.
Dopo un weekend deludente al Gran Premio d'Ungheria dove si è dovuto ritirare per un surriscaldamento del motore, il pilota tedesco riesce a rifarsi ottenendo il miglior tempo nella prima sessione di prove del venerdì del Gran Premio d'Europa a Valencia. Due settimane dopo, in Belgio, sul circuito di Spa-Francorchamps, conquista 4 punti arrivando 5º, dopo una gara dal finale rocambolesco.
Il giorno dopo aver conquistato la pole position nel Gran Premio d'Italia conduce la gara dall'inizio alla fine, nonostante le proibitive condizioni meteorologiche, divenendo il più giovane vincitore di un Gran Premio di Formula 1 all'età di 21 anni e 73 giorni (record detenuto precedentemente da Fernando Alonso). Salgono sul podio assieme a lui Heikki Kovalainen e Robert Kubica, formando così il podio più giovane mai realizzato in Formula 1.
Vettel continua a confermare le sue potenzialità nei Gran Premi successivi, arrivando 5º alla prima edizione del Gran Premio di Singapore e 6º in Giappone, guadagnando così punti nel mondiale piloti che lo portano all'8º posto in classifica a due gare dal termine.
In Brasile ultima prova del mondiale 2008, conclude in quarta posizione, togliendosi la soddisfazione di superare, nel corso del 69º giro Lewis Hamilton, e dando l'illusione a Felipe Massa di poter essere lui a vincere il Mondiale. Il brasiliano, invece, conclude la stagione al secondo posto poiché Hamilton a 850 metri dal traguardo riesce a superare Timo Glock riguadagnando la quinta posizione, obiettivo minimo per la vittoria del mondiale..
A fine stagione viene confermato il suo passaggio alla squadra Red Bull per il campionato 2009.
2009: la consacrazione in Red Bull
Nella prima gara, dopo un'ottima prestazione (era 2º), ha una collisione con Robert Kubica a 3 giri dal termine, che lo mette fuori gioco; viene comunque classificato 13º perché ha percorso più del 90% della distanza totale. Il tedesco verrà successivamente penalizzato dai commissari per aver causato l'incidente, e sarà costretto a retrocedere di 10 posizioni nella griglia di partenza in Malesia. Il 18 aprile in Cina regala alla Red Bull la prima pole position nella storia della scuderia, dopo aver effettuato un solo giro cronometrato in tutte e tre le sessioni di qualifica. 24 ore dopo, sotto la pioggia, riesce a conquistare la sua seconda vittoria in carriera: la Red Bull festeggia il suo primo successo, con doppietta grazie al secondo posto di Mark Webber.
Vettel alla guida della Red Bull nel GP di Germania 2009.
Il fine settimana successivo continua la striscia positiva per il tedesco, con un 2º posto conquistato partendo dalla seconda fila in griglia. In Spagna, Vettel si qualifica 2º, ma taglia il traguardo in 4ª posizione, dietro al suo compagno di squadra. Questo gli permette di consolidare la sua 3ª posizione nel campionato piloti. A Monaco però l'errore strategico di montare gomme morbide nel primo stint, dopo essere partito dalla seconda fila in griglia, lo fa rallentare notevolmente nei primi giri; dopo il pit-stop poi un errore alla prima curva determina un impatto contro le barriere: Vettel rompe la sospensione posteriore sinistra ed è costretto al ritiro dopo 15 giri. In Turchia ottiene la sua seconda pole position stagionale, dopo aver fatto segnare il miglior tempo in tutte e tre le sessioni di qualificazione; un errore nel corso del primo giro e il cambiamento verso una strategia a tre soste lo costringono ad accontentarsi del 3º posto finale. Anche in Gran Bretagna si ripete conquistando la seconda pole-position consecutiva; dopo una gara condotta sempre al comando, conquista la terza vittoria in carriera, il giro più veloce e regala alla Red Bull la seconda doppietta della stagione, realizzando il suo primo hat-trick in Formula 1.
In Germania, complice una qualifica non ottima, non va al di là del secondo posto, preceduto dal compagno Webber che ottiene il primo successo in carriera. In Ungheria parte in prima fila, ma alla prima curva si vede infilato dalle McLaren e dalla Ferrari di Kimi Raikkonen disposte del Kers. Con il ferrarista c'è anche un contatto, ma solo nel proseguo della corsa sarà costretto al ritiro a causa del cedimento di una sospensione. A Valencia nelle prove libere rompe il motore e in gara parte con il rischio che si verifichino anomalie al motore, cosa chepuntualmente accade, anche se ormai la sua corsa era compromessa a causa di un pit-stop infelice. I propositi di vittoria nel mondiale si affievoliscono, visto che adesso ha solo due motori a disposizione nelle rimanenti sei corse e se userà un terzo propulsore dovrà partire dieci posizioni indietro, come da regolamento. A Spa-Francorchamps in Belgio conquista la terza piazza, dopo una serie di giri veloci, dietro a Kimi Raikkonen su Ferrari e Giancarlo Fisichella sulla Force India F1, portandosi così nuovamente al 3º posto nel campionato piloti. A Monza la Red Bull non è competitiva e lo relega a lottare a centroclassifica per tutto il week end. Riesce comunque a classificarsi 8º e ad ottenere un punto mondiale dopo un duello al limite con Fisichella, e avvantaggiandosi del ritiro di Hamilton all'ultimo giro. Sembra andare meglio nel Gran Premio di Singapore dove dopo aver ottenuto la prima fila sulla griglia di partenza, tallona Hamilton per gran parte della gara, prima di subire un drive-through che lo relegherà al 4º posto finale.
Trova comunque il riscatto la settimana dopo a Suzuka dominando in qualifica e vincendo la gara e, soprattutto, tenendo ancora aperta la lotta al mondiale. A San Paolo arriva sotto la bandiera a scacchi al 4º posto dopo essere partito dalla 16ª casella: sale in questo modo al secondo posto nel mondiale piloti, ma si trova ad uno svantaggio incolmabile da Jenson Button, ormai matematicamente campione del mondo. Vettel vince l'ultima gara della stagione sul nuovo circuito di Abu Dhabi, laureandosi vice-campione del mondo.
2010: Campione del mondo
Anche nel 2010 Sebastian Vettel e Mark Webber formano la coppia della scuderia Red Bull Racing. Nella prima gara della stagione, il Gran Premio del Bahrain, il tedesco parte dalla pole position e rimane in testa per buona parte della corsa, fino a quando un problema alla macchina lo costringe a rallentare e a retrocedere, cedendo le posizioni agli avversari, e giungendo quarto. Analoga situazione si verifica in Australia, la gara successiva, ma con esiti peggiori: dopo esser partito dalla pole position, e aver dominato per 26 giri, viene costretto al ritiro. Inizialmente si pensa a un problema all'impianto frenante, ma poi si scopre che la causa del guasto era un dado che fissava la ruota anteriore sinistra. Nel terzo Gran Premio della stagione, disputato in Malesia, Vettel, partendo dalla terza posizione nella griglia di partenza, guadagna la leadership della gara, bruciando all'avvio sia Nico Rosberg che il compagno di squadra Mark Webber. In questo Gran Premio la sua monoposto prosegue senza guasti, giungendo al traguardo davanti allo stesso Webber. Grazie a questo risulto, nella classifica piloti, riesce a agganciare la terza posizione, a pari punti con il ferrarista Fernando Alonso. Dopo un sesto posto ottenuto nel Gran Premio di Cina, quarta gara del campionato, al rientro in Europa, nel Gran Premio di Spagna, nonostante alcuni problemi con le gomme che lo costringono a un pit stop non previsto, riesce a ottenere comunque la 3ª posizione sul podio. Nel prestigioso Gran Premio di Montecarlo, parte dalla terza piazza, dietro la Renault di Robert Kubica, ma riesce a sorpassarlo al via e a piazzarsi dietro il compagno di team Mark Webber, vincitore della gara.
Nel Gran Premio di Turchia, il tedesco mentre si trova in 2ª posizione alle spalle del compagno di team Webber, nel tentativo di sorpassarlo urta con la sua monoposto, finendo fuori pista: Vettel è costretto al ritiro, mentre Webber, rientrato in pista, finisce la gara terzo. Nella gara successiva, in Canada, in un circuito non particolarmente favorevole alle Red Bull, Vettel si piazza ai piedi del podio, al 4º posto. Nel Gran Premio d'Europa, a Valencia, ottiene la sua seconda vittoria stagionale, mentre nel Gran Premio di Gran Bretagna, nonostante la rottura di uno pneumatico nei primi giri per un contatto con Lewis Hamilton, ottiene il 7º posto. Nel Gran Premio d'Ungheria, Vettel ottiene la sua 4º pole position di fila. Mentre si trova in 1ª posizione entra in pista la Safety-Car, ma al momento del rietro ai box della stessa, per errore, lascia troppo spazio tra di lui e la Safety-Car, come previsto da regolamento, e viene penalizzato con un drive through. Termina la gara in 3ª posizione.
Vettel vince il Gran Premio d'Adbu Dhabi partendo dalla Pole e si aggiudica il titolo Mondiale
Al rientro dalla pausa estiva non riesce ad andare in zona punti nel Gran Premio del Belgio: al 18º giro, mentre è terzo dietro i due piloti della McLaren Lewis Hamilton e Jenson Button, tenta un sorpasso nei confronti di quest'ultimo, causando una collisione che mette l'inglese fuori gioco; Vettel viene penalizzato e finisce in fondo al gruppo, dove ha un nuovo incidente con Liuzzi: la foratura che ne consegue non gli consente di muovere la classifica, nonostante nei giri finali una fitta pioggia pare favorire le sue gomme da bagnato.
Nella gara successiva, il Gran Premio d'Italia, ottiene il sesto posto in griglia di partenza, il suo peggior risultato in qualifica della stagione. Dopo aver disputato una gara difficile a causa di alcuni problemi all'impianto frenante, riesce comunque a terminare al quarto posto, grazie anche ad un'azzardata strategia ad un solo pit stop, effettuato al penultimo giro di gara.
Nel Gran Premio di Singapore, Fernando Alonso gli strappa la pole position per un pochissimi millesimi. In un circuito dove è difficilissimo sorpassare, Vettel rimane costantemente dietro il ferrarista, girando sui suoi stessi tempi, e giungendo al traguardo a soli 0,2 secondi dallo stesso, in seconda posizione. Nel Gran Premio del Giappone domina la qualifica e la gara (disputatesi entrambe nella giornata di domenica, a causa della pioggia che aveva reso impraticabile la pista il sabato), e si riporta a ridosso delle prime posizioni in classifica. Ma nel successivo Gran Premio della Corea, nonostante l'ennesima pole position, le sue speranze di successo sembrano sfumare in gara, essendo costretto al ritiro a pochi giri dalla fine, quando conduceva la corsa, per l'improvvisa rottura del motore. Nella penultima gara, in Brasile conquista nuovamente pole position e vittoria. Grazie a questo risultato, e al secondo posto di Mark Webber, la Red Bull Racing si aggiudica il titolo costruttori del campionato 2010.
Nell'ultimo Gran Premio della stagione, ad Abu Dhabi, nonostante i pronostici per la conquista del titolo piloti siano tutti a favore del leader del mondiale Fernando Alonso, si laurea campione del mondo: Vettel infatti vince la gara e, grazie al modesto settimo posto ottenuto da Alonso, riesce a superare di 4 punti il rivale in classifica, diventando così il più giovane campione del mondo della storia della Formula 1, soffiando il record all'inglese Lewis Hamilton.
2011 - la difesa del titolo
Nel 2011 la Red Bull parte col favore dei pronostici. Sebastian Vettel, sempre affiancato da Mark Webber, comincia il campionato col piede giusto: vince la prima gara nel Gran Premio d'Australia, dominando la corsa dopo aver conquistato la pole position, precedendo la McLaren di Lewis Hamilton e il sorprendente russo Vitaly Petrov. Anche nel Gran Premio della Malesia si ripete, conquistando pole position e vittoria. Nel Gran Premio di Cina conquista la terza pole della stagione, ma al traguardo arriva dietro il pilota britannico della McLaren Lewis Hamilton. Nel Gran Premio di Turchia, parte per la quarta volta in pole position e ottiene la terza vittoria in campionato, davanti al compagno di team Mark Webber e al ferrarista Fernando Alonso. Nel Gran Premio di Spagna 2011, vince la quarta gara su cinque rafforzando la leadership in classifica. Il 29 maggio vince anche nel Gran Premio di Monaco. Il 12 giugno arriva secondo nello spettacolare Gran Premio del Canada; dopo varie interruzioni e dopo aver dominato per 69 giri e mezzo, sbaglia una curva e viene superato da Jenson Button. Due settimane dopo a Valencia, si aggiudica anche il Gp d' Europa, portando a 77 punti il suo vantaggio su Button e su WebberVideo
[... LA NATURA NELL'ISOLA ...
I mangiatori di miele....i MELIFAGI
I melifagi (letteralmente “mangiatori di miele”) sono Passeriformi di media taglia che vivono – con rare eccezioni – in Australia e nelle isole dei mari del Sud. Appartengono a numerosi generi, primo tra tutti Meliphaga, e si nutrono principalmente, anche se non esclusivamente, di nettare dei fiori. Le specie di Meliphaga indossano in genere una veste dalle tinte dimesse. Alcune hanno l’abitudine di strappare ciuffetti di pelo ai bovini e ad alcuni marsupiali per imbottire il nido, che costruiscono su cespugli o alberi, talora su rami sporgenti verso specchi d’acqua. Caratteristica della specie è la forma della lingua, che all’estremità appare divisa e sfrangiata come un pennello, in relazione all’abitudine di questi uccelli di suggere nettare e succhi vegetali, insieme a occasionali insetti che si trovano nelle corolle. Le abitudini alimentari ne fanno importanti uccelli impollinatori. Meliphaga lewinii ha piumaggio grigio-verdastro, con una macchia giallastra a forma di mezzaluna nell’area delle orecchie; il becco è nero. Il suo richiamo “a mitraglia” può essere udito a grande distanza. Tra le altre specie si ricordano Meliphaga leucotis e Meliphaga flavirictus. Alla stessa famiglia appartiene il mangiamiele faccia azzurra (Entomyzon cyanotis), presente sulle coste nordorientali dell’Australia e della Nuova Guinea. Ha piumaggio verde oliva su dorso e ali, bianco sul ventre, nerastro su capo e coda; suo tratto distintivo sono le macchie azzurre intorno agli occhi.(Gabry)
POESIE DI STAGIONE
OTTOBRE
Strade d'ocra leggere, solitarie
in quell'aria dorata, dal timone
dei rossi carri l'uomo silenzioso
guarda lontano, va la vigna bassa
fino alla proda: come canta l'ora
d'autunno prima del tramonto! Un fumo
di pienezza felice la rallegra,
evàpora e rallenta
tutta la vita. Contemplavo a valle
le crete digradanti intorno i poggi
con i paesi. A chi rubavo quella
felicità così calma e stordita?
Ed ero come il grappolo che resta
legato al tralcio dopo la vendemmia.LINO CURCI
LA SERA SULLL’ISOLA
Quattro chiacchiere in allegria
Parliamo spesso della nostra Isola Felice dscrivendola come una grande famiglia, come il luogo di ritrovo sereno di tanti amici. Allora volevamo rendere noto a tutti che tutte le sere, dopo le 20,30 ci riuniamo in questo luogo per trascorrere in serenità e divertimento le nostre serate. Approfittiamo allora del nostro giornale per informanre tutti dell’argomento con cui ci divertiremo la sera.. vi aspettiamo tutti tutti tutti e, se avete argomenti da proporre per la sera, mandate un mp a Lussy ...
E’ ANCORA ESTATE …
In estate spesso la colonna sonora è rappresentata da melodie e canzoni che diventano veri e propri tormentoni; la musica è in se l’emblema della ricerca di leggerezze e spensieratezza che accompagna questo periodo. Così accade spesso che nelle giornate, nelle serate estive ci si ritrova con gli amici ad ascoltare e cantare canzoni … ecco, col nostro giornale, sulla nostra isoletta vorremmo ricreare serate di quel tipo … basate sull’ascolto, sulle emozioni che quelle melodie ci lasceranno condividere con tutti coloro che saranno in nostra compagnia sull’isola … da oggi proporremo serate basate sulla musica e arrichite da chiacchiere, come accade normalmente in vacanza … e qui vorremmo condividere insieme una vacanza speciale sulla nostra isoletta felice …STASERA PARLEREMO DI ...
... Serate in musica ...(La redazione)
... FOTO E IMMAGINI DAL WEB ...
... Il giornale estivo non poteva prescindere da quella che è una usanza che ha unito generazioni intere. Chi di noi non ha almeno una volta, in vacanza, passato ore alla ricerca di immagini da inviare alle persone care? Quante volte ci siamo trovati nel bar del luogo di vacanza con una pila di cartoline da mandare alla famiglia, ai parenti, ad amici e conoscenti … ebbene in questo nostro luogo di sogno, dalla nostra isola felice, ci piace raccogliere cartoline dal mondo e pubblicarle sul nostro giornale e, in questo modo sognare insieme guardando quelle immagini di luoghi da sogno del nostro meraviglioso pianeta ...
(La redazione)
scatto di Ferdinando Scianna. -
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A TUTTI...
Ciao Claudio..Grazie per la tua riflessione .
Quello che è successo ieri ancora ci fa pensare e ripensare.....Un forte abbraccio anche a tè...Da Giuly & Fabry....
Ciao a tutti gli amici che seguiranno....
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arca1959.
User deleted
Lussy.....Giuliy....grazie ....Claudio...Fabry..... -
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buon giorno e buona domenica a tutti
ciao Claudio..Giuly..Arca...buona domenica. -
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CAMPIONE...
GIULIA..GIULY...E TUTTI QUELLI CHE PASSERANNO DI QUA....BUONA DOMENICA A TUTTI...
Capitano................molto saggia la riflessione di oggi..........siamo tutti indignati per quel che e' successo ieri nella tua citta'...........un abbraccio..... -
lella06.
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Buona domenica a tutti coloro che passeranno
ciao Lussyyyyyyyyyy.... -
tappi.
User deleted
Buona domenica a tutti!!!! . -
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bok sorellone mio e a tutti isolani,pusaaaa . -
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Buona Domenica, un ab braccio a tutti. . -
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.buon pomeriggio amici...ciao Augusto gina silvana
lellaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa..... -
tomiva57.
User deleted
ciao isola ...buona serata a tutti . -
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ciao amici buona serata in musica a tutti...
ù
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arca1959.
User deleted
BUONA SERATA A TUTTI
Lussy....... buona serata
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neny64.
User deleted
buona domenica sera amici!!! . -
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ciao Amico..bentornato... .ti stavo aspettando.come e' andata la tua domenica?...
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