LORELLA CUCCARINI ---x---

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    CopCD


    Le più belle canzoni

    Finalmente Lorella ha accontentato tutto il suo vastissimo pubblico: ha inciso un cd dopo 7 anni.


    Il CD contiene due inediti mai pubblicati (Ran can can - Cuccarello e quattro brani riarrangiati (La notte vola - Tutto Matto - Sugar Sugar- Io ballerò).

    Il brano "Uno di noi" è un duetto con Gianni Morandi

    Gli arrangiamenti dei brani riarrangiati sono state effettuate da M Rinalduzzi e F. Pignatelli.

    La produzione di tutto il Cd è di Silvio Testi per Triangle Production

    da: lorellacuccarini.net

    Tracce:

    Uno di noi (sigla d'apertura di "Uno di noi");

    Voglia di fare
    (sigla d'apertura del programma "La stangata");

    La notte vola (sigla d'apertura del programma "La notte vola" - precedentemente, in una versione diversa fu la sigla di "Odiens");

    Tutto matto (sigla d'apertura di "Fantastico 7");

    Liberi liberi (sigla d'apertura di "Buona Domenica" ed. 1991/92);

    Un altro amore no (brano presentato in gara a Sanremo del 1995);

    Sugar Sugar (sigla d'apertura del programma Fantastico 6");

    Ran can can (sigla d'apertura di "Campioni di ballo");

    Voci (sigla d'apertura di "Buona Domenica" ed. 1992/93);

    Io ballerò (sigla d'apertura di "Festival");

    Portami via (singolo presentato dopo a "Un disco per l'estate");

    X te (sigla subentrata al posto di "Cento" nell'edizione di "Buona Domenica 1995/96);

    Cuccarello (sigla trainante lanciata per tutta la trasmissione "A tutta festa" e poi ripresentata come sigla di coda di "Campioni di ballo");

    Ascolta il cuore (sigla d'apertura di "Bellezze sulla neve");

    Parola a chi (sigla di coda de "La stangata").








    Uno di noi
    - feat. Gianni Morandi





    Ran can can



     
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    Voci




    Io ballerò

     
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    Cuccarello



    Edited by tomiva57 - 19/5/2015, 18:48
     
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    Un'onda d'amore





    Il mio viaggio



    Edited by tomiva57 - 19/5/2015, 18:47
     
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    C_2_foto_132998_image
    foto:tgcom24.mediaset.it



    Lorella Cuccarini: "I miei figli via dall'Italia"




    La showgirl si sfoga per la mancanza di meritocrazia nel nostro Paese e ai figli consiglia di andare all'estero



    La fuga all'estero per trovare lavoro riguarda anche i "figli di". Non basta avere un cognome importante per realizzarsi in Italia, soprattutto se l'ambito è ben lontano da quello in cui eccelle il genitore famoso. Lo sa bene Lorella Cuccarini, che in un'intervista al settimanale Oggi ha dichiarato: "Per gli studi che ha scelto mia figlia Sara (la primogenita, oggi 20enne, ndr), andare all'estero era la soluzione ideale, ma anche per i miei tre figli più piccoli la prospettiva è quella".

    "Fa male dirlo - continua - ma qui per quanto tu possa insegnare a un figlio l'importanza dell'impegno e dello studio, lo vedrai sempre scontrarsi con una situazione in cui il merito non conta, non viene riconosciuto. Vorrei avessero delle prospettive, che le costruissero via da qui, magari per tornare, dopo. Perché vede, a furia di non veder riconoscere il proprio valore si inizia a dubitare di averne".

    La Cuccarini è alla vigilia di tre anniversari importanti (30 anni di carriera, 50 candeline il prossimo 10 agosto, 21 anni della raccolta fondi Trenta Ore per la Vita, dal 15 al 19 aprile sulla Rai, dal 20 al 26 su La7) e parla dell'iniziativa benefica: "Trenta Ore è stato il modo in cui sono rimasta coi piedi per terra anche negli anni in cui i lustrini avrebbero potuto farmi perdere il contatto con la realtà".

    Sposata dal '91 con Silvio Testi, Lorella Cuccarini ha 4 figli ed è sempre riuscita a conciliare lavoro e famiglia, anche se con gli anni ha preferito dare più spazio alla seconda, ma non se ne pente.






    fonte: www.today.it/gossip/lorella-cuccarini-figli-estero.html
     
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  6. tomiva57
     
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    foto:ansa.it/


    Lorella Cuccarini: «Sarei una nonna figa»


    Doppio anniversario in vista per la conduttrice: ad agosto un compleanno tondo tondo, a ottobre i 30 anni dal debutto in tv. Qui ripercorre la sua vita un decennio alla volta. E immagina il futuro.



    La riconosco prima dai capelli lunghi e biondi, poi dalla voce. In un pomeriggio romano di afa che ti prende alla gola, Lorella Cuccarini se ne sta seduta nel dehors di un bar senza sudare neanche un po’. Indossa magliettina bianca, pantaloni blu cobalto, belli morbidi, e infradito. Semplice, semplice. Il 10 agosto, compie 50 anni. Nelle interviste hanno cominciato a chiederle come li vive con così largo anticipo che mi domando se ormai non se ne senta 51. Del resto, la tentazione di fare cifra tonda è forte, e il 5 ottobre saranno anche trent’anni dalla prima puntata di Fantastico 6, il suo debutto ufficiale con Pippo Baudo. Peccato che con Silvio Testi si sia sposata il 3 agosto del 1991: un anno prima e saremmo qui a parlare anche delle nozze d’argento. Proviamo a ripercorrere la sua vita un decennio alla volta, le propongo: i suoi ricordi più importanti di ciascun periodo o semplicemente le prime cose che le vengono in mente. «L’infanzia, per me, è il Prenestino», risponde, «il quartiere a Roma in cui ci siamo trasferiti quando avevo 4 anni. Ricordo il nostro appartamento al quinto piano, la scuola elementare di fronte, il mio primo amore all’asilo e, più tardi, un bambino che mi piaceva: ci scambiammo gli anelli quando avevo, credo, sette anni. E, poi, l’immagine di mia mamma a casa che lavora».


    Che lavoro faceva?

    «Ha sempre fatto la sarta. La rivedo che cuce la sera dopo averci messo a letto (Lorella ha una sorella, Luisa, di 57 anni, e un fratello, Roberto, di 3 anni e mezzo più grande, ndr)».

    Quando ha cominciato ad avere la passione per la danza?

    «Ce l’ho sempre avuta. Mamma mi diceva che già a tre, quattro anni schieravo le bambole nella mia cameretta e ballavo. Un po’ come la mia figlia piccola (Chiara, 15 anni come il gemello Giorgio, gli altri due sono Sara, 21, e Giovanni, 19, ndr) che oggi gioca a calcio e che ha iniziato a palleggiare che era una bambina. Cercavo di imitare le coreografie che avevo visto il sabato sera in Tv: i grandi varietà di quell’epoca, la Carrà. A 9 anni mi iscrissi al primo corso di ballo perché avevano aperto una scuola lì vicino. A 11 provai a entrare all’Accademia di danza perché avrei voluto frequentare le medie come interna. Ma non mi presero».

    A scuola com’era?

    «Brava. Studiosa, senza esagerare, sempre con bei voti sulla pagella, tranquilla, educata. Non ho mai dato problemi».

    Solo bei ricordi di quel periodo?

    «In generale sì, anche se papà andò via di casa quando avevo 8, 9 anni. Nonostante fossi piccola percepivo un po’ di tensione, mi rendevo conto che i miei genitori non erano quasi mai d’accordo su niente, che erano distanti, e che mia madre soffriva la mancanza di qualcuno accanto. Ma mentirei se dicessi che la loro separazione fu un trauma. Anzi, l’allontanamento di mio padre migliorò il clima in famiglia. A casa c’era sempre stato molto poco. A posteriori ho immaginato che le sue assenze fossero dovute a un rapporto che non funzionava da tempo, che preferissero starsene ognuno per conto proprio piuttosto che litigare».

    Passiamo al periodo dai dieci ai venti.

    «Le prime audizioni, i primi lavori, i primi contatti con i ragazzi. Spesso disastrosi. Ho sempre avuto una visione romantica dei rapporti e spesso mi è capitato di incontrare persone che non mi ricambiavano, che non erano capaci di aspettare una crescita»


    Traduco: loro volevano fare sesso subito, lei no.


    «Lo sappiamo benissimo come funziona a una certa età: tu vedi il principe azzurro e non la tempesta ormonale che gli si sta scatenando dentro. Per fortuna ho superato le prime delusioni d’amore concentrandomi sulla danza». (...)

    Tra i 20 e i 30 le è successo di tutto: la carriera, il matrimonio, i primi due figli. Come vi siete incontrati con suo marito?

    «In realtà avevamo lavorato insieme a quel primo Fantastico, di cui lui era produttore musicale. Mi era piaciuto fin da allora, ma mi ero ripromessa di non guardarlo neppure. Era un momento molto importante per il mio lavoro, non avrei mai corso il rischio che si pensasse che facevo il filo al produttore per ottenere qualcosa in cambio. Poi qualche anno dopo lo contattai per chiedergli di collaborare con me a una nuova trasmissione su Canale 5. A giugno abbiamo cominciato a lavorare, a dicembre ci siamo messi insieme, a gennaio dell’anno dopo abbiamo deciso di sposarci e in agosto abbiamo organizzato la cerimonia. In segreto».

    Passiamo al decennio successivo?

    «Nel 2002 è morta mia mamma. La perdita più grande. Aveva 65 anni, il momento in cui potevamo regalarle un po’ di tranquillità, di serenità, il piacere di fare la nonna».

    Mentre nel 2000 erano nati i gemelli.

    «Di fronte a me avevo l’ultima stagione di Grease a teatro: migliaia di biglietti venduti, il cast sotto contratto. Scoprire di essere incinta fu uno shock e, quando mi dissero che erano due, fu pure peggio. Per fortuna erano belli “aggrappati”».

    Chiudiamo col futuro?

    «Credo che a teatro si possano trovare ruoli stimolanti anche a sessanta, settant’anni. Non voglio essere in Tv a tutti i costi. E poi mi piacerebbe godere delle realizzazioni dei miei figli, occuparmi un giorno dei nipotini. Ho ancora tanta forza, energia. Secondo me sarei una nonna figa».


    Servizio Francesca Schiavon
    fonte:vanityfair.it
     
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