Il sole nella pioggia è un album della cantautrice italiana Alice, pubblicato nel 1989.
Tracce
Il sole nella pioggia (Camisasca) - 5:03 Cieli del nord (Alice, Liverani) - 4:51 Visioni (Camisasca) - 4:35 Tempo senza tempo (Camisasca) - 4:05 Le ragazze di Osaka (Messina, Finardi, Madonia) - 4:06 Orléans (Traditional arr. David Crosby) - 1:39 Anín a grîs (Di Gleria, Liverani) - 3:37 L'era del mito (Camisasca) - 4:33 Le baccanti (Camisasca) - 5:05 Now and forever (duet with Peter Hammill) (Hammill) - 5:05
ALICE Il Sole Nella Pioggia (Emi) 1989
da: ondarock.it
di Claudio Fabretti
L'uomo della provvidenza, ma anche un'ombra troppo ingombrante per non doversene prima o poi sbarazzare. Questo, per Alice, è stato Franco Battiato, colui che l'ha lanciata all'alba degli anni 80, regalandole successi garantiti (da "Il vento caldo dell’estate" e "Per Elisa" in poi) e proiettandola nell'olimpo della canzone pop d’autore. La ragazza, però, aveva stoffa e la testarda determinazione di volerlo dimostrare da sola. Non una Sibilla qualsiasi, insomma (ricordate "Oppio"?).
Così, dopo tre anni esaltanti e sentiti omaggi al maestro (le cover dei "Gioielli Rubati"), Alice si emancipa, seppur restando in ottima compagnia. Di Francesco Messina, anzitutto, musicista, autore e designer, da tempo nell'entourage di Battiato, e destinato a divenire il deus ex machina di tutte le produzioni di miss Bissi, cui lo legherà anche una solida storia sentimentale. Ma non solo. Perché Alice ha ormai acquisito una dimensione internazionale, consolidata da anni di successi in Germania e in altri paesi europei, dalle lusinghe della Capitol americana e persino da un disco pubblicato in Giappone. Così nasce l'idea di rivolgersi a musicisti di grande lustro mondiale per edificare con loro un nuovo sound, che si liberi degli artifici pop degli anni 80 e imbocchi le nuove autostrade ethno-world aperte in quel periodo da guru come Peter Gabriel, David Byrne e David Sylvian.
Il primo supercast (i due pupilli di Gabriel, Tony Levin e Jerry Marotta, più l'ex-Roxy Music Phil Manzanera) si riunisce al "Park Hotel" nel 1986. Ne scaturisce un disco elegante e ambizioso, trascinato da un gioiello come "Nomadi", gentile omaggio di un altro collaboratore storico di Battiato, Juri Camisasca. Ma sarà tre anni dopo che quel percorso e quelle intuizioni giungeranno a definitivo compimento.
Nel 1989, infatti, esce "Il sole nella pioggia", l'album che consacrerà definitivamente la "nuova" Alice. Certo, le collaborazioni aiutano, e non poco, considerati i nomi coinvolti: Steve Jansen e Richard Barbieri (ovvero metà dei Japan), due straordinari trombettisti come Jon Hassell e Paolo Fresu, Dave Gregory degli Xtc alla chitarra, Jan Maidman (Penguin Cafe Orchestra) al basso, il turco Kudsi Erguner al flauto ney, e, dulcis in fundo, Peter Hammill (Van der Graaf Generator). In più, c'è la mano di Juri Camisasca, che stavolta firma quasi tutti i (bellissimi) testi. Un'adunata di stelle, che non si limitano certo a fare da comparse, come si intuisce dal sound. Tuttavia, il disco riesce a scongiurare il rischio più prevedibile: quello di risultare solo un lussuoso esercizio di stile, frutto della mera sovrapposizione di più personalità e linguaggi. C’è un’anima, insomma, un’identità forte, che coagula mirabilmente questa babele di suoni.
Le liriche di Camisasca - vicine a quelle del contemporaneo Battiato - propongono un'originale variante italiana al misticismo etnico di Peter Gabriel & C.. E il suono trova un equilibrio perfetto, con le tonalità eteree dei synth a fondersi con i timbri secchi delle trombe e con l’impareggiabile drumming profondo di Jansen. Su tutto si staglia la voce possente di Alice in volo su partiture sempre più audaci e complesse. Tra oasi di luce e oceani di silenzio, si snodano canzoni dalla scrittura incisiva e dagli arrangiamenti impeccabili. Il singolo "Visioni" non rinuncia alla vena pop nel ritornello, ma lo fa planare su una distesa di tastiere, ad accompagnare idealmente l'infinito errare degli anacoreti nel deserto. La title track (ispirata da un concetto zen che invita a ricercare la realtà della vita oltre l’apparenza) è un'elegia sospesa tra nuvole di synth, ma propulsa da una ritmica incessante, che evoca rituali tribali africani.
Tutto il disco è una lenta ascesa dalle piccole cose quotidiane all'eternità: "E cammina lento il corso della vita/ il messaggio è nel silenzio nella sobrietà" è l'insegnamento de "Il tempo senza tempo", gioiello di rarefatta eleganza con il contralto di Alice mai così profondo, che poi si distende e sale di tono, disegnando una melodia umbratile che non avrebbe sfigurato tra i "segreti dell'alveare" del suo nume David Sylvian. E un'altra tappa commovente del viaggio è quella ai piedi del "continente perduto" de "L'era del mito": l'intro chitarristica ad effetto di Gregory prepara il terreno a una ballata spettacolare, punteggiata dalle chitarre e mandata in gloria da un solo di tabla speziato d’Oriente, con il canto di Alice che si fa sempre più tenebroso e fatalista. E' un continuo dibattersi tra la corruzione del mondo e la purezza dell'immensità: così anche "Le baccanti" che lavano "i capelli scintillanti" mentre i sottomarini nucleari si inabissano divengono epitome di candore ancestrale.
Ad ampliare ulteriormente il range, un terzetto di brani più "eccentrici": "Anìn a grìs", ninnananna che rielabora un traditional del Friuli (la regione "adottiva" di Alice), la litania medievale di "Orléans", già ripresa da David Crosby in "If I Could Only Remember My Name" e qui in versione a cappella, e la cover "dilatata" di "Le Ragazze di Osaka" di Eugenio Finardi. "I cieli del Nord" è invece la nuova registrazione di "Le Scogliere di Dover", già edita sulla compilation giapponese "Kusamakura" nel 1988. Sono canzoni originali e preziose, radicate nella poetica italiana, ma con un respiro universale quasi del tutto inedito nelle produzioni nostrane. Non stupisce, quindi, che a chiudere l'album sia un duetto (in inglese) tra Alice e sua maestà Peter Hammill ("Now And Forever").
Alice continuerà su questa strada, proseguendo una ricerca musicale e letteraria fuori dagli schemi e arricchendo il suo palmares di nuove prestigiose collaborazioni. Ma "Il sole nella pioggia" rimarrà il vertice di una carriera preziosa e di assoluto prestigio per l’Italia, benché spesso più apprezzata fuori dai confini nazionali.
Recensione di: windtal1
"Il sole nella pioggia, ovvero quel fenomeno naturale che nell'antico Giappone presagiva nefasti eventi o cambiamenti radicali"
Mi sono avvicinato a questa artista ascoltando le note introduttive di "Visioni", primo singolo estratto dall'album nell'ormai lontano 1987. Mi sono appassionato ad Alice per il modo defilato di gestire la sua carriera, le sue scelte musicali mai banali supportate da alcuni tra i migliori autori (di nicchia) della musica italiana. Svezzata dalla ormai pluriennale collaborazione con il Franco Battiato dei suoi primi albums, più delineati e concisi con un pop intelligente ma ormai un po' datato, Alice si affaccia ad una schiera di nuove collaborazioni e musicisti. Per tracciare le coordinate dell'album Alice si avvale della collaborazione di alcuni tra i massimi esponenti della musica di avanguardia europea tra cui Richard Barbieri, ex Japan e attualmente in pianta stabile nei Porcupine Tree, Peter Hammill, S. Jansen e il nostrano Paolo Fresu che infonde in tutto l'abum l'aura magica della sua tromba. Affida la maggior parte delle composizioni a "Juri" Roberto Camisasca nel suo periodo più ispirato (uscito da poco dal suo ritiro a vita monastica durato 10 anni).
Il risultato di tali propositi è un'album intenso, avvolgente dove la delicata pioggia che ci oscura dal sole ci parla delle umane contraddizioni interiori ed esterne del nostro tempo, dalla libertà sognata "dell'erba che si muove al vento" alle nostre rotte segnate e cicliche in "Cieli del nord". Dalla nostra memoria perduta ma ancora viva negli anacoreti di "Visioni" alla ingenua semplicità de "Le baccanti" che lavano i capelli nel ruscello ignare che quella stessa acqua è solcata da sottomarini nucleari. L'eremita di un'altra dimensione spazio-temporale che si prostra ai piedi di un mondo ormai compromesso in "L'era del mito". A tracciare il sentiero di questa opera è la voce di Alice a tratti delicata e riflessiva, a tratti potente ed evocativa, che plasma ed assorbe l'energia creativa del magico ensemble musicale. Il risultato è uno dei pezzi di musica più belli e raffinati a cui la musica abbia dato la luce (e non parlo solo di musica "italiana") .
Ti senti solo in mezzo alla gente osservi tutto ma non tocchi niente ti senti strano e poco importante quasi fossi trasparente. E poi resti fermo e non muovi niente la sabbia scende molto lentamente l'acqua è chiara e si vede il fondo limpido finalmente. Ma no tu non vuoi esser solo tu non vuoi esser solo no non vuoi esser solo mai ma no non ho vuoi esser solo tu non vuoi esser solo no non vuoi esser solo mai. A nord del tempio di Kasuga sulla collina delle giovani erbe ti avvicinavi sempre di più a loro quasi per istinto. Sagome dolci lungo i muri bandiere tiene più sotto il sole passa un treno o era un temporale sì forse lo era. Ma lei chinava il capo poco per salutare in strada tutti quelli colpiti da stupore. Da li si rifletteva chiara in una tazza scura in una stanza più sicura. Ed io non voglio esser solo non voglio esser solo non voglio esser solo mai. Ma no non voglio esser solo non voglio esser solo non voglio esser sola mai. Ma no non voglio esser solo non voglio esser solo non voglio esser solo mai.
Video
Anin a gris ( andiamo a grilli) Anìn a grîs usgnot jenfri erbe e cjere dongje il Tiliment. Anin a pièrdisi tal scûr fra sterps e cîl cence carnîrs nè bês. Sîors di libertât a racuei grignei di vite e respîrs di ajar net e a durmî di voe sul jèt d'arint da l'aghe cence pore d'inneâsi marivèe di sanc lontan da gilugne e dal lisp dai simiteris. Anìn a grîs usgnot jenfri erbe e cjere. Anìn a grîs usgnot dongje il Tiliment. Anìn a steles usgnot cun vôj discois e musiche tal flât cjalt da nestre picule poesie. Sîors di libertât a racuei grignei di vite e respîrs di ajar net e a durmî di voe sul jèt d'arint da l'aghe cence pore d'inneâsi marivèe di sanc lontan da gilugne e dal lisp dai simiteris. Anìn a grîs usgnot jenfri erbe e cjere. Anìn a grîs usgnot dongje il Tiliment.
L'era del mito di un continente perduto non ha mai smesso di vivere ai confini della mia età. Come un vecchio cantore si nasconde nel deserto voglio comprendermi nella cerchia degli uomini. E mi fermerò ai piedi del mondo e vivrò verso altri incontri guarderò ora. Mi perderò. Non c'è passato, non c'è futuro né tempo ma solo un semplice esistere ai confini della mia età. Come un pastore errante io voglio cercarmi nel destino degli angeli nel volto dell'anima. E mi fermerò ai piedi del mondo e vivrò verso altri incontri guarderò ora. Mi perderò. E mi fermerò ai piedi del mondo e vivrò verso altri incontri guarderò ora. E mi fermerò ai piedi del mondo e vivrò verso altri incontri guarderò ora.
Le baccanti
Nelle oasi dell'est ci sono le baccanti che fanno la festa. Le baccanti fanno la festa e s'inebriano col nettare di Bacco e dentro l'acqua i capelli scintillanti, i capelli scintillanti. Silenzioso il sottomarino lancia i siluri e se ne va in fondo al mare, in fondo al mare, in fondo al mare. Aeromobili da caccia ad ovest fanno cadere la tempesta atomica (atomica). È un mistero il mondo interno, sentimento non ne ha più. L'eremita sopra il colle contempla nella notte lucciole scintillanti, lucciole scintillanti l'uomo della pioggia fa i prodigi e la gente esulta cinecittà cinecittà cinecittà. La ricerca andrà perduta se istante per istante non ti ricordi di te resta con te, resta con te, resta con te, insieme a te. È un mistero il mondo interno, sentimento non ne ha più è un mistero il mondo interno, sentimento non ne ha più, sentimento non ne ha più.
Video Now and forever
At first sight helplessly falling, all at once lighter than air; feels just like I've known you always... so now it starts, now and forever's begun. You are, you are the one. I've been waiting for so long. Now suddenly everything's shining, now suddenly everything's clear; here you are so close beside me and now you've come now and forever's begun. You are, you are the one I've been waiting for so long. At first sight helplessly falling, all at once lighter than air; suddenly synchronous heartbeats... so now it starts, now and forever, now and forever. Now our forever's begun.
Mezzogiorno sulle Alpi è un album della cantautrice italiana Alice, pubblicato nel 1992.
Tracce
In viaggio sul tuo viso (Messina, Alice, Messina) - 4:06 Passano gli anni (Messina, Di Martino) - 3:50 Blue melody (Buckley) - 5:54 Neve d'aprile (Messina, Di Martino, Alice) - 4:02 Rain town (Messina, Barbieri, Alice) - 4:00 Il colore della lontananza (Messina, Alice) - 4:21 Tim (Messina, Alice, Messina) - 1:06 Lungo ritorno a casa (Alice, Messina, Cosentino) - 4:43 La recessione (Pasolini, Mino Di Martino) - 3:53 Madre notte (Messina, Fresu, Alice, Messina) - 3:20 Luce della sera (Messina, Barbieri, Alice) - 5:32
Sono tornata a casa stanca e confusa tutti quei negozi quella povera gente tanta fretta per niente Ma quanti innocenti pagano il conto dei nostri sogni Siamo naufraghi del nuovo mondo naufraghi mai usciti dal porto Scusami questa sera sono anche un po' distratta ripeto le stesse cose ma non so dividere il mio cuore in questo mondo bello e feroce se ho appena visto la fame negli occhi di un bambino Siamo naufraghi del nuovo mondo Scusami stasera speriamo non sia tempesta quella nel mio cuore ma solo neve d'aprile Siamo naufraghi del nuovo mondo naufraghi mai usciti dal porto Siamo naufraghi del nuovo mondo...
Video La recessione Rivedremo calzoni coi rattoppi, rossi tramonti sui borghi vuoti di macchine, pieni di povera gente che sarà tornata da Torino o dalla Germania. I vecchi saranno padroni dei loro muretti come poltrone di senatori e i bambini sapranno che la minestra è poca e che cosa significa un pezzo di pane. E la sera sarà più nera della fine del mondo e di notte sentiremmo i grilli o i tuoni e forse qualche giovane tra quei pochi tornati al nido tirerà fuori un mandolino. L'aria saprà di stracci bagnati, tutto sarà lontano, treni e corriere passeranno ogni tanto come in un sogno. E città grandi come mondi saranno piene di gente che va a piedi con i vestiti grigi e dentro gli occhi una domanda che non è di soldi ma è solo d'amore, soltanto d'amore. Le piccole fabbriche sul più bello di un prato verde nella curva di un fiume nel cuore di un vecchio bosco di querce crolleranno un poco per sera, muretto per muretto, lamiera per lamiera. E gli antichi palazzi saranno come montagne di pietra, soli e chiusi com'erano una volta. E la sera sarà più nera della fine del mondo e di notte sentiremmo i grilli o i tuoni. L'aria saprà di stracci bagnati, i tutto sarà lontano, treni e corriere passeranno ogni tanto come in un sogno. E i banditi avranno il viso di una volta con i capelli corti sul collo e gli occhi di loro madre pieni del nero delle notti di luna e saranno armati solo di un coltello. Lo zoccolo del cavallo toccherà la terra leggero come una farfalla e ricorderà ciò che è stato il silenzio, il mondo, e ciò che sarà
Charade è un album della cantautrice italiana Alice, pubblicato nel 1995. L'album segna l'approdo di Alice alla WEA dopo alcune incomprensioni con la EMI. Nel disco hanno suonato, tra gli altri, Trey Gunn, Steward Gordon, il California Guitar Trio, Paolo Fresu. Nel 1996 l'album è stato ripubblicato con l'aggiunta di Dammi la mano amore in versione remix, utilizzata per la promozione dell'album. Il primo brano estratto, fu invece Non ero mai sola: di entrambi i singoli vennero realizzati i relativi videoclip. Charade fu presentato in un'ultima grande tournèe europea (1996), in cui suonarono Robby Aceto, Ben Coleman, Mick Karn e Steve Jansen.
Tracce
L'apparenza (Di Martino, Alice, Messina) - 4:44 Dammi la mano amore (Alice) - 3:55 In piedi su uno specchio (Messina, Alice) - 4:17 Il silenzio delle abitudini (Sparapano, Gemma) - 3:33 Charade (Di Martino) - 3:40 Gli ultimi fuochi (Alice) - 3:19 Non ero mai sola (Messina, Alice) - 4:24 Nel resto del tempo (Messina, Alice) - 3:51 Il nido del gatto (Messina, Alice)- 3:18 Sotto lo stesso cielo (Alice, Di Martino, Messina)- 4:10 Dammi la mano amore (Devogue Version) (Alice) - 2:25 La fronte mormora (Messina) - 2:24
L'aria è ferma nel cielo. L'ombra di un uccello al rallentatore aumenta la profondità di campo. Ritorna nei profumi la memoria. Non sporgono in pericolo i bambini e il mio gatto si gira senza dire il suo segreto. Una linea nera emana altri colori. Porcellane che raccontano la loro storia. Parla il labbro meglio della lingua. L'occhio con la coda vede più lontano. La luce nel tramonto aumenta e il mio gatto si gira senza dire il suo segreto.
Exit è un album della cantautrice italiana Alice, pubblicato nel 1998. Il singolo Open your eyes, cantato in coppia con Skye Edwards dei Morcheeba, ottenne un buon successo (il videoclip del brano fu girato dalle due artiste a Londra): il brano porta la firma di Peter Hammill, che con Alice aveva collaborato nell'album Il sole nella pioggia, duettando in Now and forever (sempre da lui scritta). Open your eyes fu cantata anche con Franco Battiato sul palco di Night Express. Il cd singolo Open your eyes conteneva (oltre a Il vento soltanto), anche il brano Da lontano, mai inserito in un album. Dopo Troppe emozioni, contenuta nell'album Metallo non metallo dei Bluvertigo, Alice torna a collaborare con Morgan, il quale firma con Luca Urbani L'immagine: il brano è stato anche presentato da Alice e Morgan sul palco di Roxy Bar. Il cielo sopra il cielo era apparsa l'anno precedente nel CD Devogue (al quale hanno partecipato anche Juri Camisasca e la stessa Alice), cantata da Francesco Messina, che ne è anche l'autore. 1943 (di Mino Di Martino) è una toccante dedica alla poetessa tedesca Else Lasker-Schüler, incentrata sulla tematica della guerra: il 12 novembre 2003, in seguito alla strage di Nassirya, Alice l'ha eseguita come fuori-programma durante un concerto in diretta radiofonica. Il testo de Lo specchio fu utilizzato nel 1999 per la versione remix di I am a taxi, uscita su CD singolo. L'étranger è una cover di Leo Ferrè, su testo di Charles Baudelaire.
Tracce
Dimmi di sì (Alice) - 4:09 Open your eyes (Camisasca, Hammill, Messina, Alice) - 4:07 Il vento soltanto (Alice, Coluccino) - 3:25 L'immagine (Urbani, Castoldi, Messina) - 3:42 Exit (Alice, Coluccino) - 4:25 Isole (Amato, Zitello) - 3:45 Il contatto (Alice) - 3:44 Il cielo sopra il cielo (Messina, Di Martino) - 1:18 I am a taxi (Messina, Alice) - 4:28 1943 (Di Martino) - 3:32 Transito (Di Martino, Messina) - 4:21 Lo specchio (Messina, Alice) - 1:58 L'étranger (Ferrè, Baudelaire) - 3:06