IL TEMPO SCORRE...

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  1. gheagabry
     
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    ... L’UOMO E IL TEMPO ...
    … Nei giorni scorsi abbiamo parlato di note, dell’alba, di luci e di ombre; tutti segnali di un’unico parametro che li unisce. Il tempo. Nel suo scorrere continuo esso scandisce vite e accompagna destini; attraversato da milioni di pensieri e di immagini che ne rendono materiale il suo divenire. Così impariamo a classificare quelle immagini, quei pensieri ed emozioni catalogandole in concetti come passato, presente, futuro. Sovrastrutture materiali con cui l’uomo cerca punti di riferimento materiali per scandire tempo ed il suo incessante scorrere. Così appaiono i ricordi che servono ad utilizzare e a far tornare attuali le cose già accadute ed i sogni per rendere reali pensieri e proiezioni di ciò che siamo verso ciò che vorremmo essere. Desideri, ricordi, sogni, aspirazioni … l’uomo immobile come un faro nel mare del tempo accarezza suoni, colori ed aromi di quella distesa senza fine. L’uomo al centro del tempo che vive ogni giorno la propria vita cullandosi sui ricordi e sui sogni per rendere magica la nostra esistenza dando ad essa passato e futuro, sogni e ricordi per vivere con ancor più slancio il presente … Buon risveglio amici miei … Vi abbraccio fortissimo … Buona Estate a tutti ….
    (Claudio)



    ... Il presente è già passato ...

    Non fuggo il presente,
    lo prendo sotto braccio
    e lo porto con me,
    a volte ci bisticcio, a volte lo amo.
    Adoro il passato
    bello o brutto che sia,
    fiore colto o appassito,
    gioia o dolore
    è un anziano saggio,
    è un vento che soffia
    e sussurra
    consiglia di non sbagliare,
    di non ripetere gli errori commessi,
    di cogliere le gioie che
    rischiano di invecchiare,
    nel suo archivio polveroso,
    da cui nessuno può tornare
    più a prenderle.
    Forse il passato è la morte
    o forse la vita
    che vuole insegnare al presente,
    adulto bizzarro,
    che guarda al futuro giovane
    e inesperto
    perso in sogni e progetti.
    A chi mi dice che vivo di ieri
    rispondo che
    la vita è inscindibile
    passato, presente, futuro
    sono anelli della stessa collana
    che amano sempre scambiarsi di posto.
    Quello che sto scrivendo ora,
    quando lo leggerò,
    sarà già stato consegnato
    al passato
    ... archivista di professione.


    (Laura Marchetti)





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  2. carpeoro
     
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    Un altro modo di immaginare il tempo, quello di Jovanotti.



    TEMPO

    Tempo
    Comunque vadano le cose lui passa
    E se ne frega se qualcuno è in ritardo
    Puoi chiamarlo bastardo ma intanto è già andato
    E fino adesso niente lo ho mai fermato
    E tuttalpiù forse lo hai misurato
    Con i tuoi orologi di ogni marca e modello
    Ma tanto il tempo resta sempre lui quello
    L'unica cosa che ci è data di fare
    È avere il tempo da poter organizzare
    Sì, da organizzare, da dividere in passi
    Cassa rullante e la mia voce di passi bassi, medi e alti
    Per fare salti, per far ballare il pubblico sugli spalti

    E non m'annoio
    E no che non m'annoio, non m'annoio
    Io no che non m'annoio, non m'annoio
    No che non m'annoio, no che non m'annoio

    Tempo
    Centonove battute al minuto
    Quando finisce forse ti sarà piaciuto
    La chiave per capire questo genere di suono
    Che a molte orecchie può sembrare frastuono
    E liberare la tua parte migliore
    Chiudere gli occhi e aprire bene il cuore
    Che non c’è musica che vale di più
    Di quella musica che vuoi sentire tu

    E non mi stanco
    E no che non mi stanco, non mi stanco
    Io no che non mi stanco, non mi stanco
    No che non mi stanco, no che non mi stanco

    Sono passate mille generazioni
    Dai rock, ai miti, ai punk, ai cappelloni
    I metallari, i paninari e i sorcini
    E ogni volta gli stessi casini
    Perchè i ragazzi non si fanno vedere
    Sono sfuggenti come le pantere
    Quando li cattura una definizione
    Il mondo è pronto a una nuova generazione

    E non m'annoio
    E no che non m'annoio, non m'annoio
    Io no che non m'annoio, non m'annoio
    No che non m'annoio, no che non m'annoio

    Tempo
    Prezioso

    Conosco
    un modo per rimanere a galla
    Non abboccare a questa grande balla
    Del tempo che ti fa cambiare, che ti modella
    E più vai avanti e più la vita è meno bella
    Fuggi dal gruppo e pensa con la tua testa
    E stare insieme sarà sempre una festa
    Se riuscirai a sopravvivere lontano dal branco
    Non c’è noia e non sarai mai stanco
    Fuggi dal gruppo e non lasciarti fregare
    E non m'annoio: io continuo a ballare

    E non mi rompo
    E no che non mi rompo, non mi rompo
    Io no che non mi rompo, non mi rompo
    No che non mi rompo, no che non mi rompo

    Tempo
    Quando stai bene lui va via come un lampo
    Quando t'annoi un attimo sembra eterno
    E il paradiso può diventare inferno
    Tempo ti frego e con il ritmo ti catturo
    E ti chiudo in una ritmica di aspetto molto duro
    E t'organizzo in battute in quattro quarti
    Allora non avrai tempo di liberarti
    E con le gambe muovo anche il cervello
    E allora il tempo sarà mio fratello
    E come lui mi darà sempre una mano
    Mi darà tempo per andare lontano
    E come Ulisse cercherà di ritrovare
    Quella mia isola, ma intanto viaggiare
    Sarà piacevole, sarà indispensabile
    Anche se l'isola sarà irraggiungibile

    E non m'annoio
    Io no che non m'annoio, non m'annoio
    Io no che non m'annoio, non m'annoio
    No che non m'annoio, no che non m'annoio
    E non mi stanco
    Io no che non mi stanco, non mi stanco
    Io no che non mi stanco, non mi stanco
    No che non mi stanco, no che non mi stanco
    E non mi rompo
    Io no che non mi rompo, non mi rompo
    Io no che non mi rompo, non mi rompo
    No che non mi rompo, no che non mi rompo

    Tempo



    Hasta
    Carpeoro
     
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  3. gheagabry
     
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    ... CONTATTI COL PASSATO ...
    …Nel disfare le valige, toccando indumenti ed oggetti usati o acquistati durante le vacanze, ci sembra che essi contengano un filo invisibile ma fortissimo che unisca quei luoghi ai ricordi di essi. Così accade che nel disfare le valige involontariamente apriamo lo scrigno dei ricordi recenti e ripercorriamo, lungo la strada delle emozioni, il viaggio appena concluso. Non ci sono foto che possano rendere allo stesso modo e con la stessa intensità i colori di quelle emozioni legate ai ricordi, quel contatto è la sintesi di un ponte verso i ricordi, verso le emozioni. E’ inconfondibile lo sguardo che si illumina in quelle persone che hanno avuto il contatto con il ricordo; quello stesso sguardo estasiato, sognante ho avuto la fortuna di vederlo negli occhi dei miei genitori quando ci portavano nel loro paese nativo. Sembrava un viaggio nel tempo, i miei iniziavano lentamente a modificare il loro linguaggio che diveniva sempre più simile a quello degli abitanti del loro paesino; le movenze ed i ricordi erano incentrati su luoghi che nella giovinezza li aveva visti protagonisti. Si iniziava con i campi, le distese di pioppi che ogni volta definivano di proprietà di quello piuttosto che di quell’altro loro paesano. Poi man mano che ci avvicinavamo al paese, erano i luoghi, le strade, le fontane o le piazze a ricordar loro l’infanzia e le loro radici. Ma c’era sempre un rituale involontario che si ripeteva, ogni volta, senza variazioni sempre lo stesso; girata l’ultima curva prima di entrare sulla piazza centrale del paesino, faceva capolino tra i tetti delle case, stagliato nel cielo … il campanile della chiesa principale. A quella visione, i miei genitori che fino ad allora avevano parlato senza sosta, rimanevano in silenzio; ecco, in quell’attimo era stato stabilito il contatto. Non era un contatto fisico con un oggetto quando si disfà la valiglia, ma un contatto visivo, con gli occhi del cuore. In quell’istante ricordi ed emozioni varcavano le soglie del tempo per adagiarsi dolcemente al fianco dei miei genitori, per cullarli, proteggerli in quel viaggio fuori dal tempo, dallo spazio, per riscoprire che i ricordi sono i mattoni su cui si poggiano solidamente il presente ed il futuro … Buon risveglio amici miei … Vi abbraccio fortissimo … Buona Estate a tutti ….
    (Claudio)



    ... Il mio paese natio ...

    Lungo la via che conduce al paese
    arrivai,
    la neve, alibi al mio corto passo,
    allungava il mio tempo come ombra di luna.

    L’ultima curva poi il declivio,
    eccolo, solo,
    immobile ed eterno.
    Tetti spioventi, il campanile,
    la casa di tufo,
    il cane randagio,
    il pioppo e la quercia coperta di muschio.

    Mi fermo un istante,
    per ascoltare il silenzio
    che solo la neve racconta.
    La Madonna che sorreggere suo Figlio,
    alle mie spalle rimane,
    icona posata su fredda colonna di marmo,
    patrona di alterne fortune,
    protegge ed osserva,
    baluardo al destino degli uomini.

    Io qui da sola,
    laggiù i miei giorni passati,
    il freddo mi gela le guance
    e riscalda il mio cuore.
    Mi assale la voglia di correre,
    ma i miei passi sono macigni.
    Vorrei fermare quest’attimo,
    rimanere qui nell’oblio
    eterna, come su tela dipinta.


    (Cesare Righi)






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  4. gheagabry
     
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    ... I GIORNI E LE SERE DEI “SEMPRE” ...
    …Come la clessidra che inesorabilmente lascia cadere granelli di sabbia, così i giorni del tempo delle vacanze scorreva inesorabilmente verso il traguardo finale. Era sempre così lo scorrere dei giorni; quelli iniziali erano accompagnati dal ricordo delle persone lasciate a casa e dalla pur lieve nostalgia di loro. I giorni iniziali invece erano deliziati dalla conoscenza delle persone e dei luoghi di vacanza e dai tanti colori delle emozioni che le accompagnavano. Infine man mano che si avvicinava la data del ritorno saliva quella sensazione di mista nostalgia, voglia di fermare il tempo e di desiderio di restare in quei luoghi. Chi di noi non ha incontrato durante le vacanze, l’amico, l’amica o l’amore che sembrava ai nostri occhi e per il nostro cuore come unico, indimenticabile, indivisibili? Ricordo notti trascorse sulla riva del mare, nella piazza principale del paese ad attendere l’alba di quell’ultimo giorno di vacanza insieme alle persone con cui avevo trascorso le vacanze estive di quell’anno. Ricordo il desiderio di voler respirare con loro ogni attimo di quel tempo spensierato sperando tutti insieme di poter, con la forza del nostro desiderio, fermare il tempo e rendere eterno quell’attimo. Ricordo che nel far le valige si riponevano non solo gli abiti, ma anche i ricordi; questi ultimi venivano legati stretti per la paura che essi potessero svanire col trascorrere del tempo. Erano i giorni e le sere dei “sempre”, delle promesse fatte col cuore e dei sospiri, dei respiri resi pesanti da quel senso di fine festa che avvolgeva quelle ultime ore di vacanza. Ricodo finestrini di automobili, di treni e paesaggi, persone che mestamente si allontanavano dalla vista restando però forti nelle mente, nei ricordi. Ricordo il rientro a casa, quel senso di leggero disagio, di disabitudine a quel luogo … non durava molto, perché la vita continuava a scorrere e ricominciava a tessere le sue trame. Ricordo la prima notte, ogni prima notte, dopo il rientro a casa; i ricordi e le persone accompagnavano il mio riposo … immagini ed emozioni coloravano ogni cosa … i ricordi, quelli non mi hanno mai abbandonato, anzi mi hanno reso la persona che sono oggi … Buon risveglio amici miei … Vi abbraccio fortissimo … Buona Estate a tutti ….
    (Claudio)



    ... Amore d'estate ...

    Ci salutiamo con un nodo in gola
    gli occhi sono bagnati
    ma lo sappiamo solo io e te
    il nostro amore
    un'avventura sbocciata
    insieme alla natura
    d'estate fiorisce
    d'inverno appassisce
    nel cuore il dolore ci unisce
    l'ultimo bacio
    poi tutto tace
    stringi forte la mia mano
    quasi a farmi male
    sei entrato come un uragano
    hai aperto le mie ali
    vado via un battito leggero
    un sogno mi hai regalato
    il miele abbiamo assaporato
    insieme al vento sei volato
    un dolce ricordo mi ha lasciato
    un amore sbagliato
    ma immensamente amato
    un ricordo nella mente
    che non sarà mai assente


    (Angela Testa)





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  5. gheagabry
     
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    Ho incontrato un vecchio saggio seduto sulle sponde del garande fiume
    capelli bianchi una lunga barba e il viso scolpito dalle rughe
    mi ha raccontato il suo passato di lui e i suoi trascorsi....disse...
    Il primo giorno è nato l'uomo poi tutto il resto intorno
    una lunga strada tutto quello che ci han dato colui che disse fu chi ha creato
    Ho ascoltato il vecchio saggio che raccontava cio' che era stato .....disse....
    vedi ragazzo io vivevo qui avevo una casa con un solo letto
    laggiu in fondo dove finisce il cielo avevo un tempo un gran campo di grano
    con il sudore l'avevo bagnato ed il suo raccolto mi ha sempre sfamato
    colui che disse fu chi ha creato un universo dove non vi era guerra
    l'hanno chiamato pianeta terra dall'alto qualcuno ci ha guardato
    ma ci hanno detto non commettere peccato dieci regole le abbiamo anche imparate
    sulla pietra scritte ma mai praticate
    Ho conosciuto un vecchio saggio seduto sulle sponde del grande fiume....ascolta....
    ci sono albe sempre piu' luminose ..i tramonti seguono lo sbocciar delle rose
    le notti di luna lasciano il giorno che viene, qui dove sono seduto da tempo
    ti giuro ragazzo non sono contento
    Ho guardato il viso del vecchio saggio ..scosse la testa come un presagio....disse....
    ora il buio è sceso sul pianeta terra ...tanti nemici è scoppiata la guerra
    se ti guardi in faccia uomo no non ti darai il perdono
    colui che disse fu chi ha creato un uomo vero non un soldato
    il primo giorno fu una cosa bella .. non è giusto che lo rovini la guerra
    Ho conosciuto un vecchio saggio mi raccontava tante situazioni.....ascolta....
    io so ben parlare e le mie mani dimostrano cio che ti dico
    ragazzo io ho vissuto il tempo passato ho imparato tanto perchè ho ascoltato
    il vecchio mi disse guardati intorno spazi infiniti i confini del mondo
    io ho portato il tempo fin qua ti lascio il mio scettro e la libertà
    fai che non l'opprima la guerra o quello che chiamano civiltà
    Ho conosciuto un vecchio saggio raccontava la vita che aveva vissuto
    tanti momenti che non ho conosciuto il suo lungo passato mi ha regalato
    qualcosa di nuovo oggi ho imparato
    è stato bello vecchio... averti ascoltato.........
    (Randagio gatto)





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  6. gheagabry
     
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    8385ac065cd01060a7807b3bb69b8a9f

    Se i ricordi non esistessero cosa sarebbe dell'uomo?

    La nostra memoria non sarebbe in grado di imparare e perderemmo l'esperienza.

    Il tempo non avrebbe valore,tutto sarebbe monotono.

    La vita...se ne accorgerebbe l'uomo senza ricordi della vita,del mondo che lo circonda,delle mille opportunità che gli passano accanto e scivolano via come la corrente di un fiume?

    Che cosa sarebbe, per l'uomo, l'amore?

    E cosa sarebbe ,per l'uomo, l'odio?

    Nothing.



    Edited by gheagabry1 - 2/12/2019, 22:38
     
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  7. gheagabry
     
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    ... AQUILONI E VELE …
    Aquiloni nel vento, sfidano le folate per prendere vigore nelle loro traiettorie e per planare sospinti dalle correnti. Giochi festosi di colorata allegria pitturano nel cielo limpido traiettorie magiche come la mano di un pittore traccia linee variopinte sulla tela ancora bianca. Vele all’orizzonte sembrano fare il verso a quegli aquiloni; scene simili di drappi colorati che nella loro delicatezza sfidano le forze dei venti per dar vita ad un sogno al pensiero fatto materia dell’uomo. Vele e aquiloni come pensieri liberi nella mente umana, sfrecciano e colorano i luoghi che attraversano. Vele ed aquiloni che come i pensieri nella mente dell’uomo con le loro traiettorie innalzano oppure placano euforie o desideri non detti. Stazioni dove seduti attendono l’arrivo del proprio treno, volti schiaffeggiati dal vento sollevato dal locomotore che sfreccia veloce senza fermarsi. Pensieri che sfrecciano come locomotori impazziti e sferzano la mente di chi attende l’ispirazione giusta, lo spunto colorato di quelle tonalità che non attendono altro che di essere raccontate, disegnate. Aquiloni, Vele e Locomotori simboli di sogni e pensieri veloci, emblemi del bisogno dell’uomo di abbandonarsi ad essi e sentrirsi leggero volare e volteggiare nel cielo della propria anima. “Hai mai fatto volare un aquilone?”chiese un bambino all’uomo fermo alla stazione mentre l’ennesimo treno sfrecciando sollevava folate di vento che sferzavano il suo volto. “NO!” rispose l’uomo,” non ho mai provato e credo che alla mia età oramai sia inadeguato, mi sentirei a disagio.” Il bambino sorrise e disse prendendo la sua mano “Età?, Cosa è l’età di fronte ai sogni, al desiderio di abbandonarsi alle emozioni?. E’ meglio lasciarsi guidare dal filo di un aquilone oppure farsi sferzare dal vento sollevato da un treno?”. L’uomo restò immobile a guardare il bambino mentre sentiva la sua manina stringere forte la sua, non riusciva a rispondere a quelle semplici domande che scavano profondamente nella sua anima. Passò l’ennesimo treno, ancora folate sul suo viso oramai segnato da quelle rudi carezze; il bambino lo guardò ancora negli occhi e con un filo di voce disse:”Dai, vieni con me ti insegno a far volare un aquilone”; e già era meglio passare la vita in attese di una emozione, fermo immobile, oppure guidare un’aquilone alla ricerca di un pensiero, di un brivido e di un sorriso? Ecco cosa intendeva dire il bambino con le sue parole … l’uomo sorrise al bambino con gli occhi illuminati dalla verità finalmente colta e prendendolo in braccio gli disse … “Dai andiamo, guida la mia mano e il mio cuore alla ricerca delle emozioni. Sono stanco di stare qui immobile in attesa che le emozioni vengano a me.” Amici miei avete mai provato a far volare un’aquilone? C’è molto di più nascosto in quel semplice gesto … c’è un mondo di emozioni da scoprire …
    (Claudio)




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  8. gheagabry
     
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    ... NOMI NEL TEMPO …
    I voli della mente sono sempre stati un mio passatempo e un’esercizio che ho sempre amato fare. A volte mi capita di immaginare il mondo privo di alcuni essenziali componenti e, mi vien da pensare a cosa sarebbe stato senza di essi. Avete mai pensato come nascono i nomi delle persone? A come era il mondo prima che essi venissero creati? Immagino il caos, ma soprattutto, come era il mondo e le persone prima che il nome venisse creato. Ho detto che immagino questo mondo, ma in realtà mi risulta difficile farlo; cert chi ha avuto questa geniale intuizione ha risolto e non poco le problematiche di comunicazione tra le persone che in quel modo avrebbero avuto la possibiltà di attribuire ed attribuirsi un segno di riconoscimento che in modo inequivocabile li collegasse ad essi. Si, il nome costituiva il primo passo della identificazione di un essere umano, che oltre ai dati antropometrici da quel momento avrebbe avuto un codice universalmente riconosciuto di identificazione.Ma prima come facevano a riconoscersi tra di loro? Usavano indicare col dito? Dire “Tu!” ... certo non era semplice e sopratutto era terribilmente caotico. Nel nome spesso si cela la storia di una persona; molto tempo fa si usava dare al proprio figlio il nome del proprio genitore, era il segno della continuità e della conseguente confusione nel quale era gettate intere famiglie. Ricordo nella mia infanzia quando durante le riunioni di famiglia, quando veniva pronunciato un nome, si voltavano più persone, più giovani “condannati” a portare quel nome del ricordo di un proprio avo. Successivamente si passò alla ricerca di nomi provenienti dall’est o dall’estero in generale. Proliferarono così le Katia, Jessica, Manuel ... che man mano presero il posto dei Giuseppe e Maria che erano e forse sono ancora I nomi più diffusi nel nostro paese. Oggi si va alla ricerca dell’originalità e della stravaganza e così ecco bambini e bambine con nomi tipo Chanel, oppure Oceano , piuttosto che Swami. Certo che da quell’epoca in cui neppure esistevano, ad oggi con queste stravaganze di strada ne è stata fatta, ma il nome non ha perso la sua importanza ed il suo ruolo centrale nella vita di una persona. Immaginate, il suono che produce la citazione delle lettere che compongono il nostro nome è la sola melodia che non dimentichiamo né dimenticheremo mai … è la colonna sonora della nostra esistenza, la nostra vera carta di identità … senza quel suono, senza quelle lettere messe insieme non saremmo identificabili saremmo solo degli anomini “Tu”…
    (Claudio)




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  9. gheagabry
     
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    ... BENVENUTI NEL FUTURO …
    ...Ho fatto un sogno … in una grande stanza, ero seduto su una sedia a dondolo e sonnecchiavo serenamente. D’un tratto un piccolo rumore mi ha fatto sobbalzare, sempre nel sogno, riapro lentamente gli occhi e metto a fuoco l’ambiente intorno a me. Un tavolo enorne in legno massello e sedie disposte tutt’intorno. Una flebile luce proveniva da un lampadario con tanti pendenti di cristallo, giallognola tanto da rendere l’ambiente tutt’intorno oggetti ed atmosfera antichizzati. Sembra essere un quadro antico; un camino nell’angolo opposto alla mia posizione crepita ed aggiunge luce e calore a quella scena. Una grande tv, di quelle con le valvole e i pulsanti grandi sulla lato anteriore, mentre spostato di poco un giradischi ed una pila di vinili accatastati da una parte a far bella mostra di se. Su tavolo una grande chiave fatta in ferro battuto sembra indicare il tempo che passa, le abitudini andate e le tradizioni che si rinnovano. Da un’altra stanza provengono suoni di pentole e in lontanza scorgo una donnina curva sul telaio a fare ricami colorati su un drappo di stoffa. Antiche emozioni, sapori mai persi e sempre presenti nella mia mente; mi sveglio con un senso di pacata nostalgia di calda emozione ravvivata da quelle immagini del sogno; tutt’intorno invece il nostro mondo cambia ad una velocità impressionante. Dalla televisione a valvole siamo passati ad apparecchi simili a quadri da appendere a pareti, sottilissimi nelle sue dimensioni; un tempo usavamo dischi in vinile, cassette musicali e nastri vhs per i film sono stati sostituiti dai cd e dvd. Dei piccoli supporti che hanno fatto la felicità per i cultori della qualità di suoni e immagini sono stati una vera fortuna. Leggo oggi che anche questi supporti saranno a breve sostituiti e stanno pian piano diventando obsoleti e demodee. Utilizzeremo archivi internet sui quali memorizzare ogni cosa ci serve e, grazie a sempre più presente wifi potremo accedere ad essi in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo, senza dover portare con noi dischi, cassette o supporti come dvd o cd. Anche le chiavi, come è accaduto sempre più frequentemente per le automobili, saranno sostituite da tesserine o, nei casi più sofisticati (al momento) da riconoscitori delle impronte digitali. Insomma mi verrebbe da dire “benvenuti nel futuro”, ma non è così, il futuro di ieri oggi è presente e con la velocità con cui si sviluppano queste cose, oggi tra un attimo è già ieri. La tecnologia brucia le tappe e, spero non bruci i ricordi … voglio apprezzare tutto quello che la tecnologia ci propone come miglioramento del nostro stile di vita, cercando con tutte le mie forze però di restare attaccato ai ricordi, a quel sogno fatto stanotte e che resterà sempre la radice dalla quale provengo ed alla quale non rinuncerò mai per non divernire un numero, un file di un database … per restare sempre me stesso ricco dei ricordi che mi hanno reso la persona che sono oggi …
    (Claudio)





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  10. gheagabry
     
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    ... DONDOLA LA SEDIA …
    ... Un vecchia sedia a dondolo cigola nel suo moto continuo schiacciando piccoli granelli di terra sotto i suoi binari curvi; spalle poggiate pesantemente sulla spalliera di quella sedia con lo sguardo rivolto al soffitto. Una vecchia pendola risuona con i suoi rintocchi nella grande stanza e racconta lo scorrere inesorabile del tempo. Attesa infinita, segno del vivere dell’uomo che passa da un’attesa ad un’altra, da una aspettativa ad una speranza. Cosa sarebbe la vita dell’uomo senza attese, senza aspirazioni o speranze? Però raccontare un’attesa è diverso, molto diverso dal viverla. Attendere è sentire il magone che sale, quel nodo alla gola che non si scioglie anche dopo vani innumerevoli tentativi di degludire, di mandar giù quel nodo, di sentire di nuovo tutto scorrere dentro senza intoppi, senza sofferenza ed angoscia. Dondola quella sedia mentre le stagioni, la luce del giorno e l’abbraccio della notte si alternano senza soluzione di continuità; dondola quella sedia scandendo il tempo, all’unisono con i battiti del cuore che scandiscono il tempo nel quale sono immerse le emozioni che si mescolano in quel continuo attendere. Mani protese verso lo spazio che ci avvolge, quasi a scorgere, a ricercare brandelli di certezze alle quali donare la nostra ansia frutto di quella attesa. Dondola la sedia in quella grande stanza, immagine dell’immobilismo dell’uomo rispetto al tempo … uomo piccolo ingranaggio di un meccanismo chiamato vita. Tempo grande regista che regola i meccanismi di quel grande ingranaggio … Dondola la sedia mentre il cuore batte all’unisono in quel petto generoso che tante volte ha accolto i colori di chi era in difficoltà. Batte quel cuore quasi a volersi distrarre dal pensiero di quell’assenza, di quella mancanza … e già, mentre tutto questi pensieri si rincorrono, la grande clessidra del tempo ha completato un altro percoso ed è pronta per essere capovolta … un’altra giornata sta finendo, ed un’altra si appresta a sopraggiungere … tutto questo mentre su quella sedia attendiamo che il domani ci porti la gioia …
    (Claudio)




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  11. gheagabry
     
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    Sfogliava l’agenda dell’anno passato.
    Piccole annotazioni lapidarie riempivano gli spazi fra le righe.
    Annotazioni e riferimenti oscuri a chiunque tranne che a lei.

    Fra appuntamenti e orari di lavoro, altri segni,
    brevi frasi, quasi un linguaggio da fumetto.

    Da ogni pagina stillavano gocce come di rugiada appena formata.
    Si portò alle labbra una di quelle gocce. Erano lacrime.

    (apiedinudi.it)




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  12. ringo47
     
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    E un astronomo disse:
    Maestro, parlaci del Tempo.

    E lui rispose:
    Vorreste misurare il tempo, l'incommensurabile e l'immenso.
    Vorreste regolare il vostro comportamento e dirigere il corso del vostro spirito secondo le ore e le stagioni.
    Del tempo vorreste fare un fiume per sostate presso la sua riva e guardarlo fluire.

    Ma l'eterno che è in voi sa che la vita è senza tempo
    E sa che l'oggi non è che il ricordo di ieri, e il domani il sogno di oggi.
    E ciò che in voi è canto e contemplazione dimora quieto
    Entro i confini di quel primo attimo in cui le stelle furono disseminate nello spazio.
    Chi di voi non sente che la sua forza d'amore è sconfinata?
    E chi non sente che questo autentico amore, benché sconfinato, è racchiuso nel centro del proprio essere,
    E non passa da pensiero d'amore a pensiero d'amore, né da atto d'amore ad atto d'amore?
    E non è forse il tempo, così come l'amore, indiviso e immoto?

    Ma se col pensiero volete misurare il tempo in stagioni, fate che ogni stagione racchiuda tutte le altre,
    E che il presente abbracci il passato con il ricordo, e il futuro con l'attesa.

    Kahlil Gibran







    Siamo come “gocce d’acqua mutevoli” trasportate
    dalla corrente di un fiume:
    la seguiamo quella corrente,
    ci lasciamo trasportare e poco possiamo fare se
    un evento ne cambierà il corso!
    “Immergendosi due volte nello stesso fiume
    non ci si bagna mai con la stessa acqua”…
    "Tutto scorre”, come il tempo sulle lancette di un orologio,
    come la sabbia che cade inesorabile in una clessidra.
    Ecco allora apparire nelle più svariate sfaccettature
    un mondo effimero,
    nulla resta come è, in cui tutto scivola e vola via!
    Ogni attimo della nostra esistenza non è mai uguale all’altro
    e noi non siamo mai gli stessi da un istante all’altro,
    da un tempo all’altro!
    Tutto cambia dentro e fuori di noi,
    da un istante all’altro è sempre diverso
    e noi viviamo in questa continua diversità
    e di questa continua diversità!
    In noi nasce e muore qualcosa in ogni istante della nostra vita
    ed in ogni momento noi non siamo più quello
    che eravamo un minuto prima:
    il nostro corpo è cambiato,
    ma soprattutto la nostra mente è cambiata;
    il nostro pensiero è un altro pensiero!!
    Sensazioni, idee, affanni, felicità espressi o nascosti…
    Perdiamo i nostri ricordi,
    sommersi da altri che continuamente nascono,
    che si sovrappongono...
    Il nostro pensiero non sarà mai capace di trattenere
    per un solo attimo il nostro “continuo e muto divenire”...
    Tutto corre via in fretta,
    come quando vediamo correre via veloce ogni cosa
    da dietro un finestrino di un treno e di cui
    ben poco riusciamo a trattenere!
    “Panta rei”… Tutto scorre, tutto passa!
    Passano gli anni; passano i mesi e le stagioni;
    anche il cielo cambia… cambiano i venti e le maree,
    i sogni e le aspirazioni!
    Sembra che non ci rimanga altro da fare che stare ad osservare
    come tutto ci sfugga dalle mani, come un fiume inesorabile
    che scorre via e trascina con se mille pietre colorate
    che, inermi, si fanno smuovere e trasportare dalla corrente…
    Tutto passa… e non lo si può fermare!
    Nell’acqua di quel fiume puoi vedere quello che vuoi vedere,
    quello che ti fa piacere vedere,
    perché il dolce dondolio delle onde ti riporta alla mente
    quando eri ancora “acqua nell’acqua”,
    un corpuscolo di vita nel grembo materno…
    E quando quell’acqua ti ha lasciato
    hai desiderato uscire alla ricerca di un’altra vita
    e di una nuova luce...
    Sei nato, hai sognato, hai continuato a sognare….
    Siamo acqua... sudore... lacrima... goccia...
    sapore… odore… colore…
    e goccia dopo goccia nel tempo diventeremo mare,
    diventeremo qualsiasi cosa vorremo diventare,
    al di la di quello che abbiamo dentro;
    perché era tutto acqua, era solo acqua...
    Tutto scorre....
    e quell'acqua può scorrere e trascinare lontano
    i “tronchi” dei nostri pensieri
    e la bellezza ritorna e rivive in noi, in qualsiasi tempo,
    in qualsiasi giorno della vita!!
    Eppure, c'è sempre ciò che rimane oltre il tempo,
    qualcosa che il tempo stesso non può vincere,
    non può cancellare… può solo migliorare, consolidare!
    IL SENTIMENTO DELL’ESSERCI, per se stessi e per gli altri,
    un sentimento che, quantunque passi il tempo,
    non può che essere vivo e incorruttibile!
    L’AMORE:
    non può passare, perché c’è o non c’è,
    “perché si ama o non si ama affatto”
    e non si accresce né diminuisce col passare del tempo…
    L’AMORE non si misura in quantità;
    è solo una questione di qualità, di modalità…
    “Panta rei”… Tutto passa… Ma l’amore non passerà mai!

    (dal web)






     
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  13. gheagabry
     
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    ... ANZIANI ...
    …Ci sono occhi che una volta che li hai visti; sguardi che una volta che si sono incrociati con i tuoi non dimenticherai mai. Ci sono presenze che quando le senti vicine ti assorbono come fossero calamite e non riesci a distoglierti a distaccarti da loro. Occhi a volte arrossati dal tempo; dalle notti insonni attraversati da pensieri che sanno di nulla; da preoccupazioni che non hanno motivo, da immagini che non hanno tempo. Ci sono volti che quando li carezzi con lo sguardo sembra lascino nell’aria sentori di storia, da ogni piccolo segno, da ogni ruga esce un racconto che emoziona nella sua veridicità. Mani segnate dalla fatica, calli che ricordano un passato di fatiche e vene a fior di pelle che rappresentano il pulsare della vita. Di cosa sto parlando? Anzi, di chi sto parlando? Delle persone anziane, di quelli che in senso superficiale e a volte cattivo vengono definiti “vecchi”. Vecchi, un termine che non amo, suona sgradevole come il termine “negro”; in quegli sguardi, in quelle rughe, in quelle vene ci sono lezioni di vita che nessun libro potra mai raccontare. Avete mai prestato attenzione ai racconti delle persone anziane? Avete mai pensato a quanto rispetto a quelle persone viene negato ogni giorno. Provate a trascorrere qualche ora in un luogo con molte persone anziane; ascolterete tante storie belle, tanti racconti di vita … ma respirerete anche tutto il loro disagio per un mondo che li sta lentamente abbandonando a se stessi. E’ triste tutto questo, lo so, ma c’è una cosa che a molti sfugge … la vita è una ruota; quello che accade oggi agli altri, per una legge di ciclo della vita, accadrà inevitabilmente anche noi. Si diventerà tutti anziani e tutti ci troveremo attorniati di giovani … la mia speranza è che il mondo progredisca non solo nella tecnologia; la mia preghiera è che il mondo evolva al punto che quando una persona anziana parla o siede al nostro fianco, proveremo un brivido ricco di rispetto e riconoscenza … perché quella persona rappresenta la nostra storia, le nostre radici e nessun albero può crescere senza radici … .
    (Claudio)



    ... VECCHIAIA ...

    Poco tempo fa
    dicevo che ero in vista della vecchiaia,
    ora temo di essermela già lasciata alle spalle.
    A questi miei anni
    e certo a questo mio corpo
    conviene ormai un altro nome
    poiché la vecchiaia è un nome
    che si addice a un'età stanca
    ma non sfinita:
    annoverami pure tra gli uomini
    sopravvissuti a se stessi.
    Ti dirò
    tuttavia
    che sono grato a me stesso
    nell'animo non sento i danni dell'età
    come li avverto nel corpo.
    Soltanto i vizi e i loro servitori
    sono invecchiati
    l'animo è forte
    e si compiace
    di non avere molto a che fare con il corpo
    ha ormai deposto gran parte del suo peso
    e nel grande giardino della vita
    non dimenticare mai
    che anche la vecchiaia è un fiore
    gradito
    utile
    desiderabile
    fosse anche solo per qualcuno.


    (SENECA)





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  14. gheagabry
     
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    ... PONTI SUL TEMPO ...
    … Per tutta la giornata di ieri mi è frullata per la testa un’immagine; un enorme ponte proteso verso il cielo che d’improvviso sparisce. Un ponte come un’anello di congiunzione che raccorda ed unisce, che regala speranze, che colma distanze. Era forte quell’immagine; sempre più forte e nitida man mano che alcune notizie monopolizzavano la comunicazione e l’attenzione collettive. Inutile negarlo, il giorno dopo la tanto attesa sentenza del processo per l’omicidio di Meredith si è ancora parlato e sparlato molto del caso. Nella mia mente però la visione di quel ponte era sempre più forte; cosa era quella immagine, perché l’abbinavo al quell’episodio delittuoso. Ci è voluto un po’, ma poi ho realizzato il senso di quella immagine. Vivviamo sempre più in un’epoca dove i giovani, sempre più giovani, si macchiano dei delitti più efferati; è saltato il ponte, quel legame che costituiva le fondamenta dell’educazione dei giovani. E’ sparito il ponte costituito dai nonni che educavano i nipoti. Nei tempi andati i nipoti erano lasciati alle cure dei nonni che trasmettevano i loro valori a bambini lasciati alle loro amorevoli e sagge cure. Crescevano così generazioni che basavano i loro comportamenti su basi morali inossidabili, granitiche e a loro volta lasciavano i figli ai nonni. Una catena senza fine che stratificava nei giovani una cultura saggia e forte. Oggi gli anziani sono visti come oggetti da mettere da parte e, in questo modo, si sono lasciati i figli crescere senza insegnamenti forti; senza quei valori che le varie generazioni avevano tramandato nei secoli. I nonni, gli anziani sono il ponte che unisce il passato al presente e si proietta verso il futuro. I nonni sono il fulcro di una civiltà saggia che si basa e poggia su valori forti e radicati. Le nuove generazioni ci sorprendono, a volte, ci atterriscono in altre, proprio perché sono cresciuti senza quel ponte … quel legame col passato. Che bella quella immagine di un bambino che passeggia al fianco del proprio nonno, un’immagine che molti dei giovani d’oggi non vedrebbero volentieri … Buon risveglio amici miei … Vi abbraccio fortissimo … Buon OTTOBRE a tutti….
    (Claudio)




    ... La fiducia dei nonni e la forza della vita ...

    Tiepidi raggi di sole primaverili penetravano dalla finestra, sul davanzale cinguettava un passerotto, mentre la piccola Vanille cominciava a svegliarsi. Si vestì e dopo aver fatto colazione, si avviò verso la scuola come tutte le mattine.
    Camminava a testa bassa persa nei suoi pensieri, osservando il marciapiede e ogni suo passo, con lo zaino pieno di libri sulle spalle. Aveva circa undici anni ed era una ragazzina dai capelli lunghi, che lasciava sciolti o a volte raccolti, gli occhi azzurri, molto timida e sensibile. Mentre camminava, si ricordò del sogno che aveva fatto quella notte che riguardava i suoi nonni. Entrambi erano andati in cielo recentemente, ma erano spesso nei suoi pensieri. Nel sogno si ricordò che andava in giro in bicicletta con la nonna e poi tornava a casa per gustarsi un ottimo pranzo del nonno.
    Raggiunse finalmente la scuola ed entrò in classe silenziosamente, con l'impressione di essere molto osservata. Non aveva il nemmeno il coraggio di salutare le sue amiche, ma lo fecero loro con piacere e lei rispose sorridendo. Iniziò la lezione e fu interrogata, ma la professoressa la chiamò accanto a lei e così riuscì a prendere un bel voto, perché dal suo banco non sarebbe riuscita a fare un discorso davanti a tutta la classe, anche se la lezione l'aveva studiata bene. Suonò la campanella dell'intervallo e i suoi compagni cominciarono a deriderla come al solito, lei ci rimaneva male, anche se ormai sapeva che non doveva prendersela. Gli avevano spiegato, tante volte, che loro erano un po' superficiali e spiritosi, ma dentro di sé sentiva sempre quella vergogna che le faceva perdere la fiducia in se stessa.
    Suonò la campanella e venne il momento di tornare a casa, Vanille raccolse le sue cose e si avviò. La strada per tornare a casa attraversava un piccolo parco e decise di fermarsi un momento. Salì sull'altalena e cominciò a dondolarsi lentamente, mentre la sua mente era persa in mille pensieri. Fece un respiro profondo chiudendo per un attimo gli occhi e quando li riaprì, si accorse che non era più sola. La sorpresa le accecava gli occhi perché aveva davanti a sé l'immagine dei suoi nonni paterni che solo lei poteva vedere. Non ci credeva, erano due anime trasparenti che le sorrisero dolcemente e lei contraccambiò il sorriso.
    "Nonno, nonna siete proprio voi, ma com'è possibile, sono così contenta di vedervi mi mancate tanto".



    "Anche tu ci manchi piccola nipotina, ma il Signore aveva bisogno di noi lassù, però ci ha concesso il permesso di venire a trovarti e di portarti questo come premio per la tua fede".
    La nonna le diede una piccola medaglietta azzurra con l'immagine della madonna attaccato a una catenina che lei mise al collo con gioia.
    "Questo è un regalo che ti facciamo con tutto il cuore, il signore l'ha benedetto e se lo tieni, sempre vicino sentirai il nostro amore e quello del Signore che ti proteggerà e t'incoraggerà".
    "Grazie tanto lo terrò sempre accanto al mio cuore e vi penserò sempre".
    "Non devi aver paura di nessuno, ma soprattutto di vivere, perché gli altri non sono migliori di te. Tutti hanno problemi anche i più presuntuosi e vanitosi, quindi non devi sentirti diversa o peggiore".
    "Ho capito, ma non è facile vorrei tanto che rimarreste qui con me per aiutarmi".
    "Lo vorremmo anche noi piccolo fiorellino, ma sai che non è possibile".
    "Tutti nella vita sono accompagnati da qualcuno, anche se a volte non se ne rendono conto. Hanno sempre accanto l'incoraggiamento di un'anima e se non è un umano, è l'amore del Signore. La vita la devi affrontare da sola, superando le difficoltà con la forza che hai nell'anima. Ora ti sembrerà una tempesta, una bufera, un tornado che ti travolgono facendoti cedere, ma pian piano crescendo capirai che puoi farcela. Credi in te e nella tua volontà, gli altri ti saranno accanto, ma sarai solo tu a vivere la vita gioiosamente, superando ogni oscurità e problema".
    Vanille raccolse le parole dei nonni e le conservò nello scrigno del cuore, la spinsero un po' sull'altalena e poi li salutò teneramente abbracciandoli e baciandoli con affetto. Tornò a casa e la sua vita continuò non si separò mai dalla madonnina, continuò la scuola crescendo e affrontando la vita migliorando sempre di più. Il suo carattere rimase sempre un po' riservato e sensibile, ma non come prima, la vita cambiava e crescendo lentamente, migliorava anche lei. Da sola aveva la forza e il coraggio di riuscire in ogni cosa e nel suo cuore conservando per sempre il ricordo dei suoi cari nonni.

    (Sara Zucchetti)



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  15. gheagabry
     
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    E di sicuro ci sarà tempo
    Per il fumo giallo che scivola lungo la strada
    Strofinando la schiena contro i vetri;
    Ci sarà tempo, ci sarà tempo
    Per prepararti una faccia per incontrare le facce che incontri;
    Ci sarà tempo per uccidere e creare,
    E tempo per tutte le opere e i giorni delle mani
    Che sollevano e lasciano cadere una domanda sul tuo piatto;
    Tempo per te e tempo per me
    E tempo anche per cento indecisioni,
    E per cento visioni e revisioni,
    Prima di prendere un thè col pane abbrustolito.

    Thomas S. Eliot



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