ALBERI - CONIFERE, LATIFOGLIE..

..nei boschi, nella giungla insomma proprio tutti

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  1. gheagabry
     
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    Ginkgo biloba



    Il Ginkgo biloba è probabilmente il più antico albero della storia del mondo. Si distingue da tutti gli altri alberi per la struttura e forma delle sue foglie: hanno la forma di un ventaglio con nel mezzo una cesura più o meno profonda. Per questa forma caratteristica delle foglie a due lobi la botanica ha aggiunto al nome tradizionale dell’albero l’epiteto “biloba”. Quasi fossile vivente, è l’unico sopravvissuto della sua famiglia, perché non appartiene né al genere delle conifere, né a quello delle latifoglie.

    Le noci sono il nucleo di un frutto dell’albero femminile di Ginkgo carnoso, simile a una susina. Il Ginkgo è un albero dioico, c’è dunque una pianta femminile e una maschile. Entrambi, e questa è un’altra particolarità di questo albero, Èdiventano sessualmente maturi solo all’età di circa 30-40 anni. Questa crescita lenta gli ha procurato il soprannome di “albero del nonno e del nipote”, perché ci vogliono tre generazioni prima che dia i frutti.

    I Ginkgo attirano l’attenzione specialmente in autunno quando le foglie brillano al sole come oro puro, mentre gli altri
    alberi si tingono di caldi colori rugginosi....



    ....storia, miti e leggende....


    Fossili ritrovati in molte parti del mondo, rimandano a un’età di circa 280 milioni di anni. Questo albero dunque esisteva già milioni di anni fa, prima della comparsa dell’uomo sulla terra. I dinosauri lo conoscevano e forse si sono cibati delle sue gustose foglie! Le glaciazioni - un milione di anni fa - tuttavia lo avevano cacciato dall’Europa e aveva trovato un clima adatto alla sopravvivenza solo nella più tiepida Asia Orientale. Qui, specialmente in Cina e in Giappone, è stato ed è considerato ancor oggi un albero sacro e lo troviamo spesso nelle vicinanze di templi buddisti e taoisti. In uno spazio così protetto questi alberi “sacri” possono anche raggiungere un’altezza di 60 metri e un diametro del fusto di conseguenza enorme. Ne sono una testimonianza due alberi di Ginkgo in una area sacra
    presso Seul, nella Corea del Sud, dei quali uno deve avere intorno ai 1.100 anni!
    Le prime tracce nella letteratura il Ginkgo le ha lasciate in Cina. Un poeta cinese dell’XI secolo descrive la particolarità e lo straordinario apprezzamento dell’albero in questo modo:

    Quando venne il primo raccolto, gli alberi portarono solo tre, quattro noci.
    In una tazza d’oro furono portati al trono.
    I dignitari e i ministri non le conoscevano.
    E il Figlio del Cielo diede loro un compenso di cento monete d’argento.
    Ora dopo qualche anno, gli alberi portano sempre più noci,
    sono cresciuti rami rigogliosi.
    Il padrone dell’albero, per onorare un caro ospite, mi ha fatto dono di queste noci come fossero perle.


    In un libro di medicina cinese dell’anno 1578, che si occupa diffusamente di piante medicinali, vengono descritte le qualità terapeutiche
    della foglia e della noce dell’albero Ginkgo. Da tempi antichissimi, nella medicina popolare asiatica e nella medicina tradizionale cinese noci di Ginkgo ed estratti delle foglie vengono usati come rimedio contro tosse, asma, stati d’ansia; l’estratto dalle foglie specialmente contro i disturbi della circolazione, l’alta pressione sanguigna e l’angina pectoris. Un viaggio trionfale in tutto il mondo, come pianta curativa, è iniziato però solo dopo la seconda guerra mondiale, dopo che un gruppo di ricercatori tedeschi ha dimostrato l’effetto particolarmente stimolante sulla circolazione sanguigna dell’estratto delle sue foglie.
    Circa 300 anni fa, il medico tedesco Engelbert Kaempfer, su incarico della Compagnia Olandese delle Indie Orientali, visitò diverse regioni dell’Estremo Oriente. Era uno degli uomini più colti del suo tempo, parlava greco e latino, inglese, francese, russo, polacco, persiano e giapponese e, in più, era esperto in scienze naturali e in medicina e un bravissimo disegnatore. Kaempfer fu il primo a descrivere il Ginkgo e introdurlo così nella botanica moderna occidentale. Aveva notato quello strano albero a Nagasaki, dove si era trattenuto per qualche tempo. Da qui, per mezzo di mercanti olandesi, mandò alcuni semi in Europa e nel 1712 pubblicò il suo libro Amoenitates exoticae, nel quale descrive per la prima volta il Ginkgo o Gyn yan (che in cinese significa albicocca d’argento).
    I primi tentativi di coltivazione furono poi intrapresi nei giardini botanici delle città olandesi di Utrecht e Leida.
    Dall’Olanda l’albero del Ginkgo si diffuse poco a poco nei giardini botanici di tutte le università europee, anche nell’orto botanico di Padova c’è un esemplare dal 1750. La moda della Cina e l’interesse per le piante esotiche alla fine del XVIII e inizio del XIX secolo favorì inoltre la coltivazione del Ginkgo come prezioso solitario nei giardini privati. Ma fu apprezzato ugualmente come albero per gli ampi viali delle grandi città.



    "Vorrei ricordare la distruzione della città di Hiroshima nel 1945.
    Qui cresceva un Ginkgo in un monastero buddista a soli
    800 metri dal centro dell’esplosione della bomba atomica, completamente arso come tutto il resto in questa zona.
    Un anno dopo il lancio della bomba, nella primavera del 1946,
    dalla vecchia radice germogliò un timido ramoscello nuovo.
    Questa notizia incredibile ha conferito al Ginkgo, simbolo di fertilità, di longevità,
    un ulteriore significato simbolico: quello dellasperanza e invincibile forza della vita"
    (Martina Brunner-Bulst)




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161 replies since 15/2/2011, 19:38   42262 views
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