ALBERI - CONIFERE, LATIFOGLIE..

..nei boschi, nella giungla insomma proprio tutti

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  1. gheagabry
     
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    Il mezzo può essere paragonato a un seme, il fine a un albero;
    e tra mezzo e fine vi è esattamente lo stesso inviolabile nesso che c'è tra seme e albero.
    (Gandhi)


    L'albero di Giuda
    Cercis siliquastrum



    Il nome, Albero di Giuda, condanna nella nostra cultura a radici cristiane il Cercis siliquastrum ad essere guardato con eterno sospetto: le colpe di Giuda, infatti, il peccato estremo del tradimento per trenta denari, non sono facili da dimenticare e si associano immediatamente a chi ne porta il nome anche se la leggenda non attribuisce nessuna colpa a questo indiscusso protagonista della flora ornamentale mediterranea.
    Originario dell’area orientale del Mediterraneo si è col tempo diffuso lungo le coste di tutto il bacino e, per opera dell’uomo, in tutte le regioni il cui clima ne consente la sopravvivenza all’interno di parchi e giardini. Ricercato per le sue dimensioni non eccessive, per la fioritura precoce che accende i viali e i giardini a primavera quando ancora manca un tripudio di vegetazione, per il colore vivissimo. Ricordiamo, ad esempio, a testimonianza della sua importanza e della sua fortuna non certo dell’ultima ora, che figurava tra le piante esotiche messe originariamente a dimora nell’Orto botanico di Reggio Emilia fondato dal professor Claudio Fossa.
    Il suo nome è probabilmente frutto di un errata trasposizione così come più volte è accaduto nella storia; basti ricordare il famoso “busillis” assurto a termine autonomo nato dall’errata separazione ad opera del trascrittore emanuense in un codice medioevale della locuzione “in diebus illis”, o l’origine del nome con cui oggi designiamo il più famoso e amato fra i marsupiali, il canguro.
    In altre parole molte fonti sono concordi nell’asserire che in origine si trattava dell’albero della Giudea e non di Giuda. A favore di quest’ipotesi sono appunto l’area d’origine della pianta e la sua larga diffusione nei territori d’Israele.
    (Alessandro Mesini)

    l cercis siliquastrum è un albero deciduo che può arrivare fino a 10 mt, anche se la tradizione lo vuole potato a “cazzotto” tutti gli anni. Una potatura drastica che permette sempre di avere nuove fronde ricche di fiori l’anno successivo.
    L’albero di Giuda, ha foglie verde scuro a forma di cuore, i fiori compaiono in aprile, e dopo la fioritura si sviluppano dei piccoli baccelli allungati e piutosto schiacciati che contengono i semi. Esiste anche il cercis siliquastrum “Alba“, dai caratteristici fiori bianchi.



    ...storia, miti e leggende....


    Sono diverse le leggende che legano Giuda al Cercis siliquastrum, o, meglio, esistono diverse varianti che arricchiscono di particolari un legame di base fra l’albero e l’apostolo traviato.
    La prima e più semplice vuole che sotto le fronde di quest’albero Giuda diede il bacio a Gesù segno per le guardie di quale uomo arrestare e trascinare davanti al sinedrio.
    Questa versione suggerisce un’immagine pittorica di grande effetto perché è proprio nel tempo di Pasqua, ad Aprile, che il Cercis si riempie di fiori, ancor prima di mettere le foglie.
    La seconda vuole che Giuda si sia impiccato con una corda ai rami di quest’albero. Questa versione si carica di possibili significati allegorici: il tronco da quel giorno avrebbe assunto un andamento contorto; la fioritura improvvisa non preceduta dall’aprirsi delle foglie vorrebbe figurare le lacrime di Cristo; il colore acceso dei fiori la vergogna dell’albero o la perfidia di Giuda.
    Alcune versioni integrano la prima con la seconda così che Giuda tradisce Gesù sotto ai rami di un Cercis e successivamente, tornato sul luogo del peccato, s’impicca ai suoi rami.
    In provincia di Bologna è rintracciabile un’altra tradizione che pone comunque il Cercis fra gli alberi maledetti: sarebbe stato suo il legno della croce.



    ....curiosità......


    Il legno dell’Albero di Giuda è un legno di colore rosso caratterizzato da abbondante venatura che lo rende idoneo a lavori di ebanisteria, di intaglio, o, per la sua elevata resistenza, per piccoli oggetti al tornio.
    Dalla pianta, e in particole dai giovani rami, si ricava un principio tintorio di colore giallo.
    Non viene menzionato nei più diffusi testi di erboristeria e nessun medico dell’antichità se ne è occupato.
    Le api possono giovarsi non poco di queste fioriture precoci e imponenti che assicurano un buon nutrimento all’inizio di stagione. I fiori del Cercis sono indicati per ottenere come prodotto d’alveare il miele di melata.
    Dai frutti che persistono sulla pianta tutto l’inverno si possono trarre i semi di colore bruno nerastro che sottoposti a macinatura danno uno sfarinato molto energetico, ma di nessun interesse pratico nelle nostre regioni dato l’uso ornamentale del Cercis, la limitata diffusione, la concorrenza di fonti alimentari di ben altra entità.


    Esistono altri alberi ed altre piante che col Cercis dividono il non poco lusinghiero nome di Giuda o la responsabilità di aver offerto i loro rami alla corda del suicida..
    Sono il fico selvatico che per diretta conseguenza non riuscirebbe più a fruttificare.
    Il carrubo selvatico chiamato in Sicilia “arvulu di Giudeo” o “arvulu di Giuda”.
    Il pioppo tremulo che ancora non riesce a fermare le sue foglie.
    La Vruca condannata a divenire, da albero imponente, un arbusto di nessuna importanza, derelitto e senza più forma.
    La rosa canina, ma solo secondo i popoli germanici che la chiamano Judasbeeren
    Ultimo arrivato è lo spino di Giuda che originario degli Stati Uniti centro-orientali e giunta in Europa oltre 1600 anni più tardi non può avere avuto parte alcuna nelle leggende. Le acuminate spine presenti sia sul tronco sia sui rami lo rendono pianta idonea per siepi e recinzioni.
    (Alessandro Mesini)



    "C’è un’usanza siciliana o forse meridionale o forse solo dei piccoli centri, dove tutti si conoscono e si identificano nell’appartenenza familiare, che è quella di chiamare le persone non tanto con il cognome anagrafico ma piuttosto con un soprannome, un nomignolo, una ‘ngiuria” appunto, affibbiata all’intera famiglia da chissà quali tempi e generazioni e che di padre in figlio si tramanda a tutti i componenti del nucleo familiare. L’etimologia del nome non sempre è di facile individuazione: luoghi ( i “Mazzarino”); piante (i “Ceusi”); difetti fisici (“Popò”, “Balluzze”) o mestieri come “Panazzo” (panettieri) o “Puntina” a ricordare il lavoro di scalpellino fatto chissà da quale trisavolo. Altri ancora non hanno un apparente significato come “Paparita” o “Ninnirinnì."
    Non penso sia piacevole venire etichettato a vita per un evento indipendente dalla propria volontà. E siccome io parlo di piante ho fatto questa lunga premessa per introdurre una specie vegetale, Cercis siliquastrum che di ‘ngiurie se ne intende se fin dai tempi della sua classificazione botanica, avvenuta ad opera di Linneo nel 1758, è stata bollata con il non gradevole nome di “Albero di Giuda” o Juda's Tree. Il cercis a ben guardare non ha niente di sinistro o tragico o drammatico nell’aspetto; è un gradevole albero di medie dimensioni a foglia caduca, diffuso sulle sponde del Mediterraneo come specie ornamentale per piccoli spazi a verde o giardini di città. Il nome botanico deriva dalla forma arcuata dei frutti, tipici delle leguminose e, dunque, da Cercis “navicella” e siliquastrum “simile ad un baccello”.
    L’ attribuzione del nome “Albero di Giuda” penso derivi da molteplici concomitanti, sfortunate coincidenze: la specie è spontanea sulle alture del Golan, della Samaria e sulle montagne della Giudea; la fioritura avviene in aprile, tradizionale mese della Pasqua e si realizza in modo peculiare; essa avviene, infatti, prima della ricomparsa delle foglie quando i fiori papilionacei, a sepali rossi e petali di un bel colore rosato intenso, sono portati in fitti racemi direttamente sulla corteccia dei rami e del tronco, arrossandone la superficie. Non è molto ma bastevole per associare il suo destino e quindi la ‘ngiuria ad un poco simpatico individuo, suicida, preda di tardivi quanto inutili rimorsi. Una reputazione botanica compromessa per sempre. Subito dopo la fioritura compaiono le foglie che sono intere e a margine arrotondato. I frutti sono legumi prima verdi poi marroni che rimangono attaccati a lungo alla pianta anche un anno per l’altro, senza aprirsi fino a che il vento non se li porta via. La pianta è esteticamente gradevole e adatta alle città in quanto perdendo le foglie è resistente all’inquinamento da polveri e fumi. Con tanti pregi vi sembra giusto ricordarla a vita come "Albero di un Giuda"? Propongo da oggi in poi di adottare a livello planetario la denominazione alla francese: “Arbre de Judée”, “Albero di Giudea”..."
    (verdeinsiemeweb.blogspot)




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161 replies since 15/2/2011, 19:38   42262 views
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