ALBERI - CONIFERE, LATIFOGLIE..

..nei boschi, nella giungla insomma proprio tutti

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  1. gheagabry
     
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    Lo scopo del regno vegetale è di nutrire animali e uomini, consolidare il terreno, accrescere la bellezza e mantenere l'equilibrio nell'atmosfera. Mi venne detto che le piante e gli alberi cantano silenziosamente per noi umani e che tutto ciò che chiedono in cambio è di cantare per loro.
    (Marlo Morgan)


    LE FELCI


    background


    Strane piante le felci. Appartenenti alla divisione delle Pteridofite contano più di 10.000 specie (divise in quasi 200 generi) e danno vita a una moltitudine di forme e grandezze incredibile, passando da dimensioni minuscole alla stazza dei grandi alberi, ma che comunque hanno tutte in comune due tratti fondamentali: la riproduzione tramite spore (al posto dei semi) e un ciclo vitale costituito da due fasi molto ben distinte tra loro...Dal punto di vista biologico le felci con le loro radici, fusti e foglie assomigliano in tutto e per tutto alle piante che di solito coltiviamo, solo che differiscono da queste per un “piccolissimo” particolare: non producono fiori, non generano frutti, non producono semi.
    Il ciclo vitale delle felci, detto alternanza di generazioni, è molto peculiare perché dà origine a due differenti tipi di pianta: da un lato abbiamo una pianta matura (la generazione sporofita) con tanto di radici, fusto e fronde il cui lato inferiore (ben visibile ad occhio nudo) genera spore che, una volta rilasciate, vengono trasportate anche per lunghe distanze fino a quando non trovano l’ambiente ideale (un terreno abbastanza umido) e danno vita a una piccola pianta (detta protallo) che di rado supera i pochi millimetri d’altezza, di solito dalla caratteristica forma a cuore, che è l’altro lato del ciclo vitale, cioè la generazione gametofita.
    Le spore hanno solo il 50% dei cromosomi della pianta adulta ma le gametofiti generano sia cellule maschili che cellule femminili dalla cui fecondazione si ottiene di nuovo una sporofita, munita del 100% dei cromosomi: una felce adulta.


    Pteridium4


    Cammino lentamente lungo il sentiero delle erbe; alcune piante hannoattirato la mia attenzione, altre un po’ meno, ma il fascino della natura è sconfinato, com’è immenso il suo meraviglioso dono. Immaginate di camminare in un luminoso boschetto di larici, dove le fronde lasciano filtrare i raggi del sole; passo dopo passo, lentamente s’innalza il profumo del sottobosco.
    L’autunno bussa alle porte e le imponenti piante dorate si muovono maestose al soffio del vento, lasciando cadere ai loro piedi piccole foglioline danzanti, che si posano sul terreno e su foglie sfumate color ambra, a rigogliosi ciuffi: è la Felce, che segnala la sua presenza, sinuosa e soave, e via via, con il passar del tempo, lascia solo il ricordo della sua presenza; ma al ritorno della primavera riprenderà a germogliare, srotolando lentamente le sue foglie arricciate, fino a raggiungere la sua massima bellezza alle soglie dell’estate, quando l’eco del picchio laborioso risuona tra gli alberi e le rocce, alla ricerca di cibo per i suoi piccoli affamati.
    La rugiada si posa sui rizomi verdi della felce, i raggi illuminano le gocce che sembrano danzare alla brezza già frizzante del mattino montano. Tutto si trasforma in magia, nel silenzio del bosco. La sensazione di vedere piccoli esseri fatati è forte, il balletto della rugiada sembra un volo di fate. Forse per questo la felce è dedicata a Pan; gli eleganti rizomi della pianta sono ancora oggi protagonisti di molti rituali propiziatori, durante i quali vengono deposti sull’altare del dio silvestre, perché sacri a questa divinità.
    Si narra che questa pianta abbia la capacità di generare il "fiore magico di San Giovanni", una corolla candida e luminosa, che nascerebbe la notte tra il 23 e il 24 giugno, con il potere di rendere invisibile chi lo possiede e di donare poteri occulti e grandi conoscenze, oltre ad una forte protezione contro il male.
    Per procurarsi questo fiore (immaginario?!) occorre camminare nel bosco, nel giorno del Solstizio, osservando attentamente dove si trovano i rizomi della felce maschio; una volta trovati, bisogna sedersi presso la pianta, tracciare con un coltello, attorno a sé ed al ciuffo verde, un cerchio, dopo di che mettersi con doveroso silenzio nell’attesa, senza farsi distrarre da eventuali rumori o voci: potrebbe essere il diavolo che si avvicina per distrarci, per cui non ascoltate e non voltate il capo. Il cerchio simbolico è una protezione dalle forze sinistre: restate tranquillamente a fissare la pianta ed aspettate la mezzanotte. Ma attenti! Il fiore sboccia all’improvviso e il suo massimo splendore dura un batter d'occhio.
    Dato che siete fermi ad aspettare, sappiate che se metterete sotto alla pianta un fazzoletto bianco di seta o di lino, la felce lascerà cadere i suoi semi preziosi, che vi porteranno fortuna per tutta la vita. Per i curiosi e gli amanti dell’avventura questa potrebbe essere una simpatica esperienza. Vera o non vera? Forse una favola si può tramutare in realtà...
    La felce è una pianta perenne, dalle bellissime fronde che possono superare anche il metro; ama i terreni freschi e umidi, infatti i rigogliosi ciuffi si trovano spesso vicino a piccoli rigagnoli. La sua presenza affascina; sembra che tra quelle lunghe foglie si celi un mondo segreto e magico: quante volte mi sono avvicinata a lei e, alzata la fluente chioma, ho sperato di trovare chissà che di fatato? No, non ho trovato nessun esserino fatato, ma la sua presenza mi ha lasciato un velo di pace nel cuore.
    (Katia, dal web)


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    ...nella storia...


    La storia delle Felci è scritta nel carbon fossile e nelle rocce formatesi in lontane ere. Le piante che sono diventate carbone e le numerose impronte fossili da esse lasciate sulle antiche rocce raccontano che durante il Carbonifero, precisamente 300-200 milioni di anni fa, le felci spadroneggiavano sulla Terra. Erano alberi giganteschi e formavano immense foreste abitate da rettili e da insetti grossi come colombi (mammiferi e uccelli non esistevano ancora). Tutto ciò fu reso possibile da un ambiente caldo-umido, paragonabile a quello attuale della foresta amazzonica, ma poi un bel giorno il caldo incominciò a diminuire, gelidi venti asciugarono le paludi e resero aridi i continenti, seppellendo sotto sabbia e terriccio le millenarie foreste. il bel tempo ricominciò a spuntare al Nord, quelle che noi oggi chiamiamo regioni polari, così nuove piante invasero il suolo: le Conifere. Con esse ricominciarono a vivere le felci, ma ormai erano diventate piante piccole, amanti dell'ombra e dell'umidità.


    proprieta-felce-maschio-scheda-botanica


    ...una favola.....


    Il grillo a pois arrivò nel bosco delle fragoline scolorite. Si riposò un attimo poi cominciò a cantare il "Magnificat" di Claudio Monteverdi. Le fragoline scolorite dopo averlo ascoltato applaudirono con tale intensità che persero qualche fogliolina. Ma qualcuno protestò e chiese al grillo a pois di andarsene. Le contestatrici erano le felci verdi: sostenevano di poter essere le uniche voci a cantare Monteverdi essendo fin dalla nascita verdi verdi.
    - Taci e vattene, grillo a pois! Tu non puoi cantare l'opera di Claudio Monteverdi! Solo noi possiamo farlo perché siamo verdi, tu no! Tu sei nero e a pois per giunta! - dissero in coro le felci verdi.
    - Io sono un grillo! Ho bisogno di cantare! Io amo la lirica! Amo la musica! - rispose il grillo a pois.
    - Non ci interessa, qui tu non canti! Vattene! - Cantiamo insieme! C'è fra di voi un soprano?
    - Ma cosa dice questo...un soprano? Un soprano? Ah, sì,sì, c'è il nostro nano...lui è il nostro sovrano...ma cosa c'entra lui adesso?
    - Non intendevo sovrano, Re, Imperatore, ect...io ho detto soprano...la più acuta delle voci femminili in un'opera lirica!
    - Ci sta dando di femminucce. Ora lo vedrai insolente di un grillo a pois. Chiameremo il nano del bosco e ti schiaccerà con i suoi grossi tacchi!
    - Me ne vado, ma vi consiglio felci verdi di studiare di più la musica! La vostra ignoranza vi renderà presto secche.
    - Nano del bosco, nostro signore e sovrano accorri...accorri c'è un grillo a pois che canta.
    Il grillo lasciò il bosco saltellando e le fragoline scolorite diventarono immediamente rosse e mature. Si staccarono dalla piantina e lo seguirono contente.
    "Diventerete un coro meraviglioso!" disse il grillo a pois rivolto alle fragoline.
    (Andrea Salvatici )




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    Edited by gheagabry1 - 15/2/2022, 17:26
     
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