ALBERI e ARBUSTI DA FRUTTO e a volte ....

PESCO, CILIEGIO,PERO, ALBICOCCO ECC

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  1. gheagabry
     
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    MAQUI, il mirtillo della Patagonia

    Aristotelia_chilensis_-_VanDusen_BotanicaIl Maqui, nome scientifico Aristotelia chilensis, appartiene alla famiglia delle Eleocar-
    paceae, che conta 10 generi con circa 400 specie diffuse nei climi tropicali e temperati dell’Asia, Australasia, zona pacifica e Sudamerica, eccetto Africa.
    È un arbusto sempreverde dioico di 4-5 m, originario del Cile, endemico dei boschi subantartici. Cresce fino ai 2.500 m, nelle isole di Juan Fernández e in Argentina. E' una pianta eliofila e dioica dai fiori bianchi, pioniera delle zone disboscate o incendiate. Cresce in terreni umidi con abbondante humus. s. Il fusto può arrivare fino a 5 metri di altezza con una corteccia liscia; le foglie sono di colore verde brillante, variegate di giallo all’esterno, opposte e lanceolate. I fiori sonoraggruppati in grappoli e la fioritura avviene tra settembre e dicembre. I frutti sono delle bacche di colore rosso scuro o violaceo, dal sapore dolciastro, molto simili al mirtillo e maturano da dicembre a gennaio. Una pianta adulta di Maqui produce appena 10 kg di frutti ogni 7 anni, e questo nonostante sia un arbusto sempreverde, molto ramificato ed esteso. Ciò avviene a causa delle condizioni proibitive in cui si sviluppano tali frutti: temperature fredde, esposizione all'ozono, e venti violenti. Le bacche sono ricche di antocianine (cianidine e delfinidine), sostanze antiossidanti responsabili della loro colorazione purpurea e, con tutta probabilità, di molte delle proprietà medicinali che gli vengono attribuite.
    Bacche-di-maqui

    In Cile non si realizza una produzione industriale e la maggior delle bacche viene raccolta da piante selvatiche (90.000 kg all’anno). Il sapore del frutto è dolce e assomiglia al sambuco. Fu introdotta nella zona sud-est dell’ Inghilterra nel 1700 e all’inizio del ‘900 negli Stati Uniti, a Seattle, Washington nel 1952 e in California, dove la chiamano “Chilean wineberry”. Viene coltivata prima in vivaio, poi viene piantata in suoli acidi o leggermente alcalini al sole e a mezz’ombra. Può resistere a temperature minime fino -10. Si propaga per seme o per talea.

    Le sue innumerevoli qualità rendono le Bacche di Maqui il sovrano indiscusso della famiglia delle cosiddette "superbacche", sopra a goji, mirtili, cranberry, sambuco, ribes ed acai, nonchè il miglior alleato a tua disposizione per contrastare l'infiammazione cellulare, di ossa e articolazioni. Anche alle foglie sono riconosciute proprietà officinali per via degli alcaloidi. In Cile le bacche del Maqui vengono usate per preparare succhi di frutta, marmellata e gelati. Sono commercializzate sotto forma di succhi e infusi.
    E' una pianta usata abitualmente nella medicina popolare mapuche, popolo precolombino del sud del Cile. I frutti del Maqui, oltre a essere un alimento, sono l’ingrediente base di una bibita alcolica chicha, che in mapuche è chiamata teku e vengono usati per colorare il vino. Questa pianta è sacra per i mapuche e simbolizza le intenzioni pacifiche.
    Dai frutti si estrae un colorante naturale a partire delle antocianine, pigmenti rossi delle bacche. Recentemente si è scoperto che la bacca e le foglie del Maqui hanno un’importante attività antitumorale e antibatterico. Ricerche recenti hanno riscontrato una capacità antiossidante dell’infuso delle foglie.


    bacca-di-superfood-maqui-antiossidante-superfoods-mapuche-indi"Esiste un’isola montuosa al largo della costa della Patagonia cilena che preserva un tesoro. È un dono che viene direttamente dalla natura e l’isola è quella di Robinson Crusoe, celebre personaggio della letteratura ispirato alla storia di un naufrago vero, che appunto in questo isolotto soggiornò. Il tesoro è il maqui: un bacca ricchissima di polifenoli, potenti antiossidanti contro i radicali liberi e valido aiuto contro l’infiammazione cellulare.
    Stando all’atlante, l’isola in questione fa parte dell’arcipelago delle Isole Juan Fernandez: fino al 1966 si è chiamata Isla Mas a Tierra, in italiano “più verso terra”, poi in quella data il governo cileno le cambiò il nome in “Isla Robinson Crusoe” in onore del personaggio che l’ha resa celebre al mondo, mentre l’isola vicina, originariamente detta Isla Mas a Fuera, divenne “Isla Alejandro Selkirk”, dall’identità del naufrago, Alexander Selkirk.
    Selvaggia e impervia, l’Isola di Robinson Crusoe è lunga circa 20 chilometri. “Le coste, molto frastagliate e irregolari, sono per lo più alti dirupi a picco sul mare, disseminati di profonde spaccature e anguste insenature. [..]Di origine vulcanica, l’isola è caratterizzata da un continuo sovrapporsi di monti, picchi, creste e vette dalle pareti proibitive e strapiombanti, alternate a valli profondamente incise dall’erosione”.
    Così la descrive Alberto Zampetti nel suo libro “I Polifenoli del Maqui”, un volumetto edito da Sanihelp.it ...Grandi mangiatori di maqui sono gli indiani Mapuche, che abitano il Cile. I Mapuche sono gli unici indiani d'America mai sottomessi dai conquistatori europei, durante la grande colonizzazione delle Americhe. Si narra che sia stato proprio il maqui a fare di questi indiani degli instancabili e fortissimi guerrieri. Pare, infatti, che queste tribù facessero un grande uso non solo del frutto, ma anche delle foglie."


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    Edited by gheagabry1 - 13/10/2019, 17:04
     
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118 replies since 13/2/2011, 11:34   75790 views
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