ALBERI e ARBUSTI DA FRUTTO e a volte ....

PESCO, CILIEGIO,PERO, ALBICOCCO ECC

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  1. gheagabry
     
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    "Sono rimasti penduli segni
    di matura bontà
    sul caco, in fondo alla fascia.
    In alto, non colti, i cachi rimangono
    a contrappunto tra cielo e terra
    pizzicati da puntuti becchi
    d'uccelletti stanziali
    Altalenato assalto da esili rami.
    Dolcezza autunnale."
    (Giuseppe Amato)


    IL CACHI


    Diospyros kaki è un membro della famiglia delle Ebenacee, la stessa cui appartiene l’ebano: sono alberi che raggiungono altezze piuttosto elevate dai 15 ai 18 metri e una vita piuttosto lunga, fino a 50 anni. Le foglie ovali – bislunghe, estese e lucenti, sono caduche e poco appuntite. I fiori, esclusivamente femminili nelle piante coltivate, sono bianchi: la fruttificazione segue l’impollinazione, resa possibile da esemplari della medesima specie, provvisti di fiori maschili.
    Il frutto è una bacca sferica dal colore arancio carico: come le nespole, i cachi vengono raccolti immaturi, quando ancora la polpa è soda, asprigna ed estremamente astringente. Il frutto potrà essere consumato dopo la sua sovra maturazione, quando la polpa diviene molliccia, gelatinosa e dal colore tendente al brunastro.

    Il cachi è noto in botanica con il nome Diospyros kaki: il genere deriva dal greco ed è costituito da un accostamento di due parole “Diòs” (riferito al dio Giove) e “pyròs” (frumento); letteralmente, quindi, il cachi viene definito il frumento di Giove. La specie “kaki” fa riferimento, invece, al colore aranciato del frutto, tipico della terra arida e siccitosa dalla quale si sviluppa la pianta.
    Il Diospyros Kaki è una delle più antiche piante da frutta coltivate dall'uomo, conosciuta per il suo uso in Cina da più di 2.000 anni. In cinese il frutto viene chiamato 柿子 shìzi mentre l'albero è noto come 柿子树 shizishu. La sua prima descrizione botanica pubblicata risale al 1780. Tra i vari nomignoli con i quali viene ricordato il cachi, non può mancare “Mela d’Oriente” (essendo tipico dei paesi orientali) e “loto del Giappone”. Fu definito in passato “cibo degli dei”, per merito del suo sapore dolcissimo.
    È originario della zona centro-meridionale della Cina, ma comunque mai al di sotto dei 20° di latitudine Nord, e nelle zone più meridionali spesso in zone collinari o montane e quindi più fredde. Dalla Cina si è esteso nei paesi limitrofi, come la Corea, ed ha trovato larga diffusione nel vicino Giappone.

    ..storia, miti e leggende..



    La leggenda narra che la pianta del cachi incarna l'Albero delle sette virtù..riferite sostanzialmente alla dolcezza dei frutti, al legno robusto, alla longevità della pianta, all’impiego decorativo delle sue foglie, al fuoco prodotto dall’ardore dei suoi rami, alla possibilità data agli uccelli di nidificare tra i rami, ed alla sagoma ombreggiata creata dall’imponente albero.
    “Loto”, altro nome col quale è chiamato il cachi, è permeato di leggenda, legata al ricordo dei i lotofagi citati da Omero, cioè i mangiatori di loto, i quali offrivano agli ospiti questo frutto e quei poveretti perdevano la memoria della loro patria. Ma non si trattava del cachi bensì del giuggiolo o del bagolaro. E nemmeno del loto, ci si può riferire a quelle piante erbacee famose presso gli egiziani che da queste traevano nutrimento mangiandone i rizomi (Nymphaea lotus). Il nome "loto" deriva dal greco e gli stessi, con lotos, ed i romani poi, indicavano diverse piante esotiche; quindi al suo apparire in Europa non tutti vollero seguire l’abitudine inglese di chiamarlo cachi, ma preferirono ribattezzarlo “loto”, in memoria di antichi ricordi.

    Solo nel 1796 grazie al direttore inglese, del Giardino Botanico di Calcutta che porterà alcuni esemplari in Inghilterra, si diffuse n Gran Bretagna. Nel resto d’Europa comincerà a diffondersi a partire dalla seconda metà del 1800. Si narra che il primo albero di cachi nel Nostro Paese fu coltivato nel giardino di Boboli nel 1871.

    E' simbolo di pace. Al bombardamento atomico di Nagasaki il 9 agosto 1945 è miracolosamente sopravvissuto una piccolo alberello di cachi. Nel 1994 uno fitopatologo giapponese è riuscito a far nascere da quell’alberello alcune piante di seconda generazione ed il Museo del bombardamento atomico ha cominciato a distribuirle ai bambini in visita come segno di pace, di speranza e di rinascita.

    In Giappone, vi era un profondo legame religioso del Kaki con la Vita. Il Frutto del Kaki è ancora offerto come dono nei santuari shintoisti. Posto sull'altare di famiglia a Capodanno e nel giorno dei morti, quando le anime degli antenati tornano sulla terra. Al cimitero, viene offerto riso cotto sulle foglie di Kaki per i morti sconosciuti e senza nome, come per nati i bambini morti.
    Il cachi nella simbolica legata ai fiori e al regno vegetale esprime l’intuizione speciale di "non credere alle apparenze", probabilmente il significato scaturisce dalle peculiarità di questa succulenta bacca, così sgradevole quando è immatura e così zuccherosa quando ha perduto le sostanze che la rendono deliziosa.
     
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118 replies since 13/2/2011, 11:34   75790 views
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