ALBERI e ARBUSTI DA FRUTTO e a volte ....

PESCO, CILIEGIO,PERO, ALBICOCCO ECC

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  1. gheagabry
     
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    Il CORNIOLO


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    La famiglia delle Cornacee è diffusa in tutta l'Europa centrale e sud-orientale, sebbene non possa dirsi comune in quanto necessita di climi temperati e non ama gli habitat costieri. In Italia le due uniche specie spontanee sono Cornus mas e Cornus sanguinea, anche denominato Cornus foemina, mentre le infinite varietà ornamentali sono derivate da specie originarie dell'America Settentrionale, del Giappone e dell'Asia.

    Caratteristiche apprezzate di questa pianta, dal portamento spesso arbustivo-cespuglioso, sebbene possa anche possa anche svilupparsi ad albero e superare i 10 metri, sono: la bella fioritura, più o meno vistosa a seconda delle diverse specie e varietà, comunque sempre gradevole; e per quanto riguarda il Cornus mas, che fiorisce anticipatamente già alla fine dell'inverno prima ancora di aver messo le foglie, anche i gustosi frutti simili a ciliegie allungate o lucide olive rosso corallo, maturi tra agosto e ottobre. Molto diversi i frutti del sanguinello o Cornus sanguinea, cosiddetto per il colore rossastro dei rami e delle foglie in autunno: drupe nerastre disposte in infruttescenze ad ombrello, simili a quelle del sambuco; così pure i fiori, infiorescenze ad ombrello con petali bianchi e lanceolati, assai attraenti per quanto dal profumo non gradevolissimo, almeno per gli esseri umani.
    I frutti del corniolo, erano conosciuti e apprezzati già dagli antichi popoli mediterranei che li usavano canditi nel miele e conservati in salamoia, come le olive.
    Con la polpa acidula, che contiene una miscela di glucosio e cerulosio, acido malico e altre sostanze, si possono confezionare gelatine, marmellate e sciroppi e sorbetti.
    Il nocciolo tostato, ha un buon profumo di vaniglia, lo si usa per preparare il caffè viennese.
    Nel medioevo S .Ildegarda vantava le virtù terapeutiche della pianta che i monaci benedettini, coltivavano nei giardini dei loro conventi, avendone riconosciuto le proprietà febbrifughe, astringenti .
    Nei paesi dell’est dalle corniole si ricava un’acquavite chiamata “dernovka”.
    Da una radice indoeuropea kar- (essere duro) deriva, passando attraverso il vocabolo latino che indicava appunto il corno, il nome del genere Cornus, a sottolineare una delle principali caratteristiche del legno di questa pianta, l'eccezionale robustezza, evidenziata anche dal suffisso mas (maschile, quindi forte, robusto). Forse per questo circola la leggenda che il cavallo di Troia di omerica memoria fosse realizzato in legno di corniolo. Più modestamente, si tratta invece di un ottimo legno da pipe, in quanto molto resistente alla combustione, ed è utilizzato anche per bastoni da passeggio, attrezzi agricoli e ingranaggi.

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    Il legno di corniolo, pianta molto diffusa sul monte Ida, nei pressi della città di Troia,fu utilizzato per costruire il cavallo di “Troia”.
    Il colore rosso tipico del legno di corniolo sembra sia legato alle gocce di sangue scaturite dai rami spezzati da Enea, approdato in Tracia, nel suo viaggio verso l’Italia, durante un atto propiziatorio fatto nel luogo di sepoltura di Polidoro, figlio di Priamo.
    Da Ovidio si apprende che al tempo di Saturnio le corniole erano cibo per uomini, mentre Omero nell’Odissea racconta che la maga Circe nutriva gli uomini da lei trasformati in porci con frutti di corniolo.
    L’asta scagliata da Romolo verso il Palatino per impossessarsene era di corniolo. Il giavellotto si conficcò nel terreno tanto da non poter essere più estratta e a lungo andare generò dei germogli diventando un grosso albero, venerato per molte generazioni dai romani. Per questo episodio nell’antica Roma, un giavellotto di corniolo lanciato in un campo nemico significava immediatamente ostilità.
    Per la sua nota longevità, il corniolo era frequentemente usato per segnare i confini delle proprietà boschive.


    ...leggenda...


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    Una vecchia e bella leggenda dice che, al momento della crocifissione, il corniolo era paragonabile per dimensioni alla quercia e agli altri grandi re della foresta. Per la sua robustezza e durezza era stato selezionato come legno da utilizzare per la croce di Gesù Cristo, e il corniolo era angosciato e triste per essere stato scelto per un uso così crudele. Vedendo e sentendo questo, Gesù crocifisso nella sua delicata pietà per il dolore e la sofferenza di tutti disse: “A causa del suo dolore e pietà per le mie sofferenze, mai più l’albero di corniolo potrà crescere così grande da essere usato per fare una croce. D’ora in poi sarà sottile, piegato e contorto e i suoi fiori saranno a forma di croce – due petali lunghi e due più corti. Al centro del bordo esterno di ogni petalo ci saranno i segni dei chiodi – marrone con ruggine e macchiati di rosso – e nel centro del fiore ci sarà una corona di spine, e tutti coloro che lo vedranno, ricorderanno la passione del Figlio di Dio e la pietà del corniolo “.


    Edited by gheagabry1 - 19/4/2020, 16:48
     
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