ALBERI e ARBUSTI DA FRUTTO e a volte ....

PESCO, CILIEGIO,PERO, ALBICOCCO ECC

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  1. gheagabry
     
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    Gli alberi sono liriche che la terra scrive sul cielo.
    Noi li abbattiamo e li trasformiamo in carta per potervi registrare, invece, la nostra vuotaggine.
    (Kahlil Gibran)


    La PALMA



    Il nome Palme (Palmae) indica una grande famiglia di piante che Linneo chiamò “principi delle piante” (Principes plantarum) in omaggio alle loro straordinarie doti di utilità e di bellezza. E’ una famiglia numerosa, perché comprende circa 200 generi e 2000 specie. Sono diffuse nelle regioni tropicali e sub-tropicali di tutti i continenti, dove vivono spontanee ma sempre più coltivate; alcune si adattano anche alle zone temperate con clima più mite.. In Italia nasce spontanea solo la “palma di S. Pietro (Chamaeropsis humilis) già nota a Teofrasto; tutte le altre che ammiriamo nei parchi o lungo i viali nella Riviera, in Sicilia ecc. sono importate in epoca più o meno remota (in Europa le palme furono particolarmente di moda ai tempi dell’impero napoleonico).
    L’aspetto delle palme può presentare una grande varietà di forme e dimensioni: ci sono alberi alti fino a 50 metri, piante nane, cespugli, rampicanti. Le foglie coriacee e resistenti hanno forma varia, secondo due modelli principali: “pennate” (come nelle palme da datteri) o”palmate” (come nelle palme di S. Pietro). I piccoli fiori sono riuniti in voluminose inflorescenze, tutte le palme sono “dioiche” cioè hanno fiori maschili e femminili su individui diversi.
    L’impollinazione naturale avviene per mezzo del vento o di insetti, ma in alcune regioni, l’uomo fino da tempo antichissimo ha imparato a praticare le “fecondazione artificiale” salendo sugli alberi e trasportando manualmente il polline (oggi si usano altre tecniche, ma il principio è lo stesso).
    Tutte le palme sono sia belle che utili. C’è, com’è noto, una categoria di palme coltivate a scopo ornamentale, (da serra o da appartamento) che alimenta un notevole commercio internazionale.

    Ma è forse più interessante sapere che nella famiglia di quelle prevalentemente utili alcune si sono “specializzate” nella produzione di materiali destinati agli usi più diversi, a livello sia artigianale che industriale.
    C’è la “palma di sago” (o sagù) dal cui frutto si ottiene una fecola alimentare; ci sono palme “da olio” o “da cera” che producono un grasso usato nell’industria dei saponi; le palme “da avorio”, nei semi contengono una sostanza durissima (avorio vegetale) destinato alla fabbricazione di bottoni e oggetti vari ; palme “da giunco” o “ rattam” che hanno fusti lavorati per i tipici mobili leggeri; palme “da bastone” per fare i bastoncini di Malacce e quelle “da cappello” da cui i famosi “panama”...Ma l’elenco sarebbe lungo. Il botanico Fenaroli riferisce che secondo un antico carme in lingua Tamil i “Borassi” (palme dell’India meridionale simili al cocco) avrebbero ben 800 utilizzazioni.
    Senza dubbio, in questa numerosa famiglia i personaggi più importanti sono due: la palma da cocco “re degli alberi”, la palma da datteri “regina del deserto”.
    (Elena Pavari)



    .....la Palma da Cocco...storia, miti e leggende.....


    La palma da cocco è fra le dieci piante più importanti del nostro pianeta. Nelle zone tropicali, milioni di persone attingono alle noci di cocco come principali fonti di grassi e proteine. La pianta intera è essenziale in ogni sua forma ed costituisce base di vita di intere popolazioni. Alle soglie del terzo millennio, il suo centro genetico d'origine è ancora un mistero irrisolto, sia perché i frutti si disperdono per mezzo delle correnti, sia perché è stata diffusa dai popoli che colonizzarono le isole oceaniche. Negli ultimi 250 anni gli studiosi hanno proposto teorie diverse: America Centrale, Polynesia, Malaya, Fiji.
    Il nome scientifico di noce di cocco è Cocos nucifera. I primi esploratori spagnoli la chiamarono Coco, che significa "faccia di scimmia", perché le tre tacche (occhi) sul dado peloso assomiglia alla testa e alla faccia di una scimmia. Nucifera significa "dado-cuscinetto".
    Il suo luogo d’origine, infatti, permane un mistero, persiste alle scoperte scientifiche del terzo millennio, come uno degli ultimi grandi enigmi insoluti della biologia vegetale. Poiché le fasi di diffusione, le vie migratorie, l’età e il luogo d’origine della palma da cocco non sono ricavabili con sicurezza partendo dalla distribuzione attuale, la sua patria d’origine è controversa...Si ritiene che sia originaria dell'arcipelago indonesiano e che nell'antichità si sia diffusa in tutta l'area del Pacifico, con numerose varietà (alcune a portamento nano) che si differenziano per il colore, la grandezza e la forma del frutto. Gli europei (portoghesi e spagnoli) scoprirono il cocco esplorando le coste occidentali dell'America centro-meridionale, e dal 1525 cominciarono a coltivarlo diffondendolo anche sulle coste orientali.
    Una leggenda racconta.. "un frutto dalle grandi responsabilità fin dalle epoche più remote; per far si che un matrimonio riuscisse occorreva agitare una noce di cocco attorno alla testa dello sposo e, dopo averla rotta, i suoi pezzi venivano lanciati in tutte le direzioni, affinchè gli spiriti maligni non potessero esercitare la loro malignità sullo sposo. Regalare una noce di cocco nel corso di una cerimonia nunziale è tutt'ora considerato di ottimo auspicio. La leggenda considera questo frutto sacro per la somiglianza nella forma al cranio, così anticamente, veniva offerto agli dei come sacrificio al posto di una testa umana. Non solo, facendo ruotare una noce di cocco si poteva avere il responso per una persona malata: se si fermava verso oriente sarebbe guarita, verso occidente invece poteva anche morire. In Nepal il cocco è il simbolo della fertilità. I suoi frutti venivano messi in una brocca piena d'acqua per invocare la benevolenza degli dei e la pianata era talmente venerata da essere considerata il simbolo di Dio."
    (ACQUADICOCCO.NET)



    ......la Palma da Datteri...storia, miti e leggende.....


    La palma da datteri è una pianta antichissima, una delle più antiche conosciute e coltivate dall’uomo nell’area mesopotamica e in alcune zone dell’Africa...Noccioli di datteri risalenti ad oltre mille anni a.C. sono stati trovati in una tomba in Egitto e in alcuni siti archeologici in Palestina e Siria...La palma stilizzata è un motivo presente in una ceramica cretese (circa 1550 a.C.), in un bassorilievo assiro, in alcune colonne egiziane e – secondo i testi biblici – decorava il tempio di Salomone. Tra le numerose citazioni letterarie, forse la più antica è una novella in lingua accadica (circa 2000 – 1500 a.C.) in cui una palma e una tamerice vantano i propri meriti (ovviamente vince la palma)...
    La lunga storia di questo albero è sempre accompagnata da una serie di significati simbolici, immagini, leggende, tradizioni che, come sempre, nascono dall’esperienza di una realtà concreta, interpretata secondo una o più modelli culturali.
    Nei territori abitati dalle palme (dove oggi i venti di guerra sembrano più pericolosi di quelli del deserto) si sono avvicendate nel corso dei millenni popolazioni e civiltà diverse: Sumerica, Akkadica, Babilonesi, Egiziani, ebraica, greca, latina, cristiana, araba, medievale....Il nome botanico di questa pianta “Phoenix dactylifera” già dimostra un intreccio di lingue e di significati. Infatti la parola greca “Phoenix” - in italiano Fenice – potrebbe riferirsi alla regione Fenicia come luogo di origine (ma in genere i botanici indicano la provenienza delle piante con un aggettivo): più suggestiva è l’ipotesi che si alluda all’”Araba Fenice”, il mitico uccello capace di risorgere dalle ceneri, di cui favoleggiano Erodoto ed altri scrittori greci.
    La palma ha diverse caratteristiche naturali che si prestano a questa interpretazione. E’ anzitutto un simbolo di vita, di rinascita: cresce, come dicono gli Arabi, “con la testa al sole e i piedi nell’acqua” e se gli Egiziani – adoratori del dio Sole – ammiravano la sua chioma, per chi attraversava le immense distese di sabbia del Sahara la palma delle oasi significava soprattutto la presenza di acqua, indispensabile per la vita degli uomini e degli animali.
    Questa pianta riesce infatti a raggiungere con una fitta rete di radici una falda acquifera nel profondo sottosuolo e tutta la sua struttura è organizzata per permettere la sopravvivenza sua (e anche dei suoi vicini), in un ambiente difficile. Il tronco, lungo ma elastico, resiste senza spezzarsi al forte vento del deserto. I lunghi rami hanno foglie inserite lateralmente sul rachide come le penne degli uccelli e sono capaci di orientarsi verticalmente per difendersi dal sole, curvarsi verso il basso per raccogliere l’umidità; se piove, le foglie concave a doccia fanno scorrere l’acqua verso il suolo.

    Tamar era l’antico nome della città chiamata dai Romani Palmira (oggi in Siria) dove regnò la famosa regina Zenobia.
    Abbiano già ricordato l’uso rituale delle foglie di palma nelle feste; il valore alimentare dei datteri era certamente noto a Mosè, che li nomina tra i frutti della “Terra promessa” (Deut. 8,7-8) qui “miele” è il succo dei datteri. Sempre lodata la sua bellezza:nel Cantico dei Cantici la palma diviene un paragone per la bellezza della sposa.

    “Quanto sei bella, quanto sei graziosa
    o amore, piena di delizie
    la tua statura assomiglia a una palma
    e i tuoi seni ai grappoli” (Ci. 7,7-8)


    La palma è anche un segno di Giustizia (Salmo 92191): “il giusto fiorirà come palme”, attributo della Sapienza (Siracide 24, 14)...Nella cultura greca (quella che ha lasciato maggiori tracce nel mondo occidentale) la palma assume il significato di vittoria, sia sul campo di battaglia che nelle gare atletiche...La tradizione è rimasta nel linguaggio dei nostri tempi, che ancora usa il termine “palma della vittoria” per il vincitore di una competizione sportiva (o anche di altro tipo)...Tuttavia nella cultura greca, essenzialmente antropocentrica, l’elemento vegetale è sempre secondario rispetto alla figura umana: la vittoria è raffigurata da una figura femminile munita di ali, che talvolta porta in mano un ramo di palma o una corona di alloro (le ali potrebbero derivare da immagini di antiche divinità mesopotamiche).
    (Elena Pavari)



    La palma ...
    Eruditi e poeti famosi l'hanno cantata. Linneo la definì “regina delle piante”; Davide così pronunciò “La ragione dell'uomo progredirà come una palma”.
    San Giovanni, nell'Apocalisse, promuove ed ammira la foglia di palma come segno di purificazione e di premio per le sofferenze e tribolazioni subite …“Ed al cospetto di Dio si presenteranno vestiti di bianco tenendo nella mano destra una foglia di palma”.
    70 sono le palme che rappresentano i discepoli del Salvatore.
    70 sono le palme sotto le quali ad Elin si ristorarono Mosè e il suo popolo fuggiti dall'Egitto ...
    Dal Vangelo dell'Infanzia.
    Quando fu prossimo il momento del parto, Ella uscì in piena notte dalla casa di Zaccaria e si incamminò fuori Gerusalemme. Vide una palma secca e quando si fu seduta ai piedi di quest'albero, immediatamente esso rifiorì e si ricoprì di foglie di verzura e portò una grande abbondanza di frutta, per opera della potenza di Dio. E Dio fece sgorgare li a fianco una sorgente di acqua viva, e quando i dolori del parto tormentarono Maria, Ella serrava strettamente la palma con le sue mani.
    (Franco Zoccoli)




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