ALBERI e ARBUSTI DA FRUTTO e a volte ....

PESCO, CILIEGIO,PERO, ALBICOCCO ECC

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  1. gheagabry
     
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    Braccia nodose, vestite di un sussurro verde argento accarezzano il cielo senza tempo.
    Lo stormire delle foglie racconta degli uomini, della fatica, del lavoro
    mentre fili di perle ondeggiano al vento,
    ricca promessa di oro verde.
    (Anna, dal web)


    L' ULIVO




    L'olivo appartiene alla famiglia delle Oleaceae. La pianta comincia a fruttificare verso il 3º-4º anno, inizia la piena produttività verso il 9º-10º anno; la maturità è raggiunta dopo i 50 anni. È una pianta molto longeva: in condizioni climatiche favorevoli un olivo può vivere anche mille anni. Le radici, per lo più di tipo avventizio, sono molto superficiali ed espanse, in genere non si spingono mai oltre i 60–100 cm di profondità.
    Il fusto è cilindrico e contorto, con corteccia di colore grigio o grigio scuro, il legno è molto duro e pesante. La ceppaia forma delle strutture globose, dette ovoli, da cui sono emessi ogni anno numerosi polloni basali. La chioma ha una forma conica, con branche fruttifere pendule o patenti (disposte orizzontalmente rispetto al fusto) secondo la varietà.
    È una pianta sempreverde, la cui attività è pressoché continua con attenuazione nel periodo invernale. Le foglie sono opposte, coriacee, semplici, intere, ellittico-lanceolate, con picciolo corto e margine intero, spesso revoluto. La pagina inferiore è di colore bianco-argenteo per la presenza di peli squamiformi. Il fiore è ermafrodito, piccolo, con calice di 4 sepali e corolla di petali bianchi. I fiori sono raggruppati in numero di 10-15 in infiorescenze a grappolo, chiamate mignole, emesse all'ascella delle foglie dei rametti dell'anno precedente. La mignolatura ha inizio verso marzo-aprile. La fioritura vera e propria avviene, secondo le cultivar e le zone, da maggio alla prima metà di giugno.
    Il frutto è una drupa globosa, ellissoidale o ovoidale, a volte asimmetrica, del peso di 1-6 grammi secondo la varietà, la tecnica colturale adottata e l'andamento climatico.





    ....storia, miti e leggende...



    La storia dell'ulivo è profondamente legata a quella dell'umanità; nelle origini di questo prezioso liquido dorato storia e mitologia si intrecciano strettamente, fino a confondersi. Comparsa per la prima volta probabilmente nell'Asia occidentale, la pianta dell'ulivo si diffuse in tutta l'area mediterranea, dove il suo culto fu consacrato da tutte le religioni.
    Fin dai tempi più remoti l'ulivo fu considerato un simbolo trascendente di spiritualità e sacralità. Sinonimo di fertilità e rinascita, di resistenza alle ingiurie del tempo e delle guerre, simbolo di pace e valore, l'olivo rappresentava nella mitologia, come nella religione, un elemento naturale di forza e di purificazione. E' ormai accertato che la coltivazione dell'ulivo ha origini ad almeno 6.000 anni fa: ne fanno fede racconti tradizionali, testi religiosi e rinvenimenti archeologici. Probabilmente la pianta ebbe il suo habitat originario in Siria ed i primi che pensarono a trasformare una pianta selvatica in una specie domestica furono senza dubbio popoli che parlavano una lingua semitica. Dalla Siria facile fu il suo trapianto in Grecia dove trovò una inaspettata fortuna e applicazione che la resero, poi, indispensabile ai popoli antichi del Mediterraneo.
    Pianta sacra da tempo immemorabile, l'ulivo è protagonista di diverse leggende che ne hanno attribuito questa sua origine divina.

    La tradizione ebraica racconta che dai semi portati da un angelo e posti tra le labbra di Abramo, sepolto sul monte Tabor, nacquero tre piante: un cipresso, un cedro e un olivo.
    Nell'Antico Testamento, la colomba che annuncia a Noè la fine del diluvio e la ricomparsa delle terre emerse porta nel becco un ramo d'ulivo.
    Stesse origini l'ulivo ha anche nella mitologia greca. Da una contesa tra Poseidone e Atena sorta per il possesso dell'Attica, Atena fece germogliare un ulivo accanto al pozzo che aveva donato Poseidone e il tribunale composto da tutte le divinità olimpiche, convocato per decidere chi doveva governare l'Attica, decise che il dono migliore era stato fatto da Atena.
    Sempre dalla mitologia greca, Apollo nacque a Delo sotto una pianta di ulivo e Aristeo, figlio di Apollo e Cirene, apprese dalle Ninfe del mirto come innestare l'olivastro per ottenere l'olivo.
    Anche i primi cristiani, che combatterono tutti i culti pagani degli alberi, rispettarono invece l'ulivo, il cui olio sacro serviva per la cresima, la consacrazione dei sacerdoti, l'estrema unzione.
    La storia racconta che, originario della parte orientale dell'area mediterranea, l'olivo si diffuse in Egitto, in Palestina, a Creta, a Rodi, nell'Attica, in Italia e poi in tutto il bacino del Mediterraneo. Il codice Babilonese di Hammurabi, che risale a circa 2500 anni prima di Cristo, cita l'olio di oliva e ne regolamenta la compravendita.

    In Egitto, ai tempi della XIX dinastia, intorno al 1300 a.C., rami d'ulivo erano posti sulle tombe dei sovrani. Fenici, Greci e Cartaginesi commerciarono olio e contribuirono a diffondere la coltivazione dell'ulivo, utilizzato non solo come alimento, ma anche per le cure del corpo e per l'illuminazione.
    In Italia, portato dai coloni greci, l'ulivo fu coltivato dagli Etruschi, che già nel VII secolo a.C. ne possedevano vaste piantagioni. Più tardi i Romani organizzarono razionalmente la distribuzione e il commercio dell'olio. A Roma costituirono l'arca olearia, una sorta di borsa dell'olio d'oliva, dove collegi di importatori, "negotiatores olearii", trattavano prezzi e quantità.
    Secondo i più illustri naturalisti romani, esistevano ben dieci varietà diverse di ulivi e l'olio prodotto era classificato in cinque categorie. Il più pregiato era l'Oleum ex albis ulivis, ottenuto da olive verde chiaro, cui seguivano il Viride, ottenuto da olive che stanno annerendosi, il Maturum, frutto della spremitura di olive mature, il Caducum, ottenuto da olive raccolte da terra, e il Cibarium, prodotto con olive bacate e destinato solo agli schiavi.

    Nelle culture occidentali la parola olio può sicuramente essere ricondotta alla parola latina oleum e alla greca elaion, sin ancora all'antica semitica ulu.
    In un pur breve excursus storico non possiamo dimenticare che la cultura dell'olio di oliva è giunta sino a noi, attraverso il Medioevo, per opera di alcuni Ordini religiosi, fra cui in particolare i Benedettini ed i Cistercensi.
    Benedettini, devoti al credo della preghiera e del lavoro, persuadevano contadini ed operai agricoli a non abbandonare le terre ma a dedicarsi a colture redditizie quali l'olivo.
    Il grande animatore dei Cistercensi fu Bernardo Chiaravalle, detto: "l'ultimo dei padri della Chiesa". I suoi monaci insegnarono ai contadini, delusi dallo stato di semi-schiavitù in cui si trovavano, a dissodare i campi, a piantare colture da reddito, a rendersi indipendenti come fattori di produzione.
    Non si videro forse mai tanti oliveti e vigne come dal Mille al Quattrocento, gli anni d'oro dei monaci Benedettini e Cistercensi.
    Più tardi, nel XII secolo, vennero stipulati contratti "ad infinitum", cioè senza limiti di tempo, per cui i contadini si impegnavano alla coltivazione in cambio di un fitto, sovente pagato in olio.
    Gli oliveti ripresero a diffondersi, Firenze divenne un centro importante per la coltivazione ed emanò severe leggi che regolamentavano la coltivazione dell'olio e il suo commercio; Venezia e Genova cominciarono a commerciare quantità sempre maggiori di olio proveniente da Corinto, Tebe, Costantinopoli e dalla Romania, Provenza, Spagna e Africa del nord.
    All'inizio del XIV secolo, la Puglia divenne un enorme oliveto e piantagioni sorsero in Calabria, Abruzzo, Campania e Sicilia. Tale divenne l'importanza di questo alimento per queste regioni che, nel 1559, Parafran De Riveira, vicerè spagnolo, fece costruire una strada che collegava Napoli alla Puglia, alla Calabria e all'Abruzzo per agevolare il trasporto dell'olio.
    L'olio italiano venne diffuso in tutta Europa, e la stessa Caterina di Russia ricevette campioni di olio italiano racchiusi in un cofano in legno d'olivo. Nel 1830 papa Pio VII garantiva un premio in denaro per ogni olivo piantato e curato sino all'età di 18 mesi. Persino re Umberto, nel 1944, emanò un decreto, ancora oggi in vigore, che vieta l'abbattimento delle piante d'olivo.





    L' olivo si potrebbe quasi definire una pianta immortale grazie alla sua capacità di rigenerarsi dalla ceppaia. Le caratteristiche botaniche, l' aspetto, le varietà diffuse nel Mediterraneo, il portamento, il ciclo vegetativo annuale, l' impianto e le pratiche colturali di un oliveto ci permettono di apprezzare le peculiarità per molti versi eccezionali di questo albero. L' utilizzo dell' ulivo e dei suoi prodotti è una testimonianza dell' ingegnosità umana oltre che delle straordinarie caratteristiche di questa pianta. Reperti rari e sorprendenti di ogni epoca e paese, descrizioni e passi tratti dalla Bibbia, da Omero, da poeti e scrittori del passato illustrano l' importanza di questo albero nella vita dell' uomo.
    L' ulivo ha costituito un contributo ed un elemento indispensabile al benessere quotidiano e ad un raffinato modo di vita. Luce, medicamenti, unguenti e profumi, lubrificanti, alimento, condimento, calore e legno sono i preziosi doni dell'ulivo all'uomo.
    Come gli antichi, anche noi possiamo dire che il Mediterraneo inizia e finisce con l'olivo. L' olivo si potrebbe quasi definire una pianta immortale grazie alla sua capacità di rigenerarsi dalla ceppaia. Le caratteristiche botaniche, l' aspetto, le varietà diffuse nel Mediterraneo, il portamento, il ciclo vegetativo annuale, l' impianto e le pratiche colturali di un oliveto ci permettono di apprezzare le peculiarità per molti versi eccezionali di questo albero.
    L' utilizzo dell' ulivo e dei suoi prodotti è una testimonianza dell' ingegnosità umana oltre che delle straordinarie caratteristiche di questa pianta. Reperti rari e sorprendenti di ogni epoca e paese, descrizioni e passi tratti dalla Bibbia, da Omero, da poeti e scrittori del passato illustrano l' importanza di questo albero nella vita dell' uomo.
    L' ulivo ha costituito un contributo ed un elemento indispensabile al benessere quotidiano e ad un raffinato modo di vita. Luce, medicamenti, unguenti e profumi, lubrificanti, alimento, condimento, calore e legno sono i preziosi doni dell'ulivo all'uomo.
    Come gli antichi, anche noi possiamo dire che il Mediterraneo inizia e finisce con l'olivo. L'olio d'oliva è da millenni uno dei prodotti e delle merci più preziose del Mediterraneo.
    (pisciotta.net)




    ........simbolo.......



    Sia i popoli orientali che quelli europei hanno sempre considerato questa pianta un simbolo della pace.
    I greci antichi consideravano l’olivo una pianta sacra e la usavano per fare delle corone con cui cingevano gli atleti vincitori delle olimpiadi. A quel tempo la pianta non era ancora l’olivo coltivato ma il suo progenitore selvatico l’oleastro. Secondo il mito ci pensò Atena a trasformare la pianta selvatica in pianta coltivata e da quel momento essa divenne sacra alla Vergine Atena e di conseguenza divenne anche simbolo di castità. Per i Romani era simbolo insigne per uomini illustri.
    Per gli Ebrei l'olivo era simbolo della giustizia e della sapienza.
    Nella religione cristiana la pianta d'olivo ricopre molte simbologie. Nella Bibbia si racconta che calmatosi il diluvio universale, una colomba portò a Noè un ramoscello d'olivo per annunciargli che la terra ed il cielo si erano riconciliati. Da quel momento l’olivo assunse un duplice significato: diventò il simbolo della rigenerazione, perché, dopo la distruzione operata dal diluvio, la terra tornava a fiorire; diventò anche simbolo di pace perché attestava la fine del castigo e la riconciliazione di Dio con gli uomini. Ambedue i simboli sono celebrati nella festa cristiana delle Palme dove l’olivo sta a rappresentare il Cristo stesso che, attraverso il suo sacrificio, diventa strumento di riconciliazione e di pace per tutta l’umanità. In questa ottica l’olivo diventa una pianta sacra e sacro è anche l’olio che viene dal suo frutto, le olive. Infatti l'olio d'oliva è il Crisma, usato nelle liturgie cristiane dal Battesimo all'Estrema Unzione, dalla Cresima alla Consacrazione dei nuovi sacerdoti.
    La simbologia dell'olivo si ritrova anche nei Santi Vangeli: Gesù fu ricevuto calorosamente dalla folla che agitava foglie di palma e ramoscelli d'olivo; nell'Orto degli Ulivi egli trascorse le ultime ore prima della Passione.


    Rigoglioso tra pietre
    L’ulivo mai cede alla forza del vento
    vigoroso, enorme, rimane attaccato saldamente ostinato
    alla terra da cui è sempre nato,
    All’ essere umano s’accosta si incurva, si piega ..non nega
    d’esser vecchio. Ma ancora “resiste”.
    Da millenni il suo fusto persiste
    Dona frutti verdastri le olive che diventano nere, son vive.
    Agli anni .. stagioni…che vanno
    Del buon vecchio scultura faranno.
    (Cristy2008)





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118 replies since 13/2/2011, 11:34   75779 views
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