Benvenuti nel negozio dei giorni usati Riciclati, vissuti, a volte fortunati Imperfetti di qualche ora Ma ancora pieni di tempo da vivere. Lei entrò senza un perché Chiedendomi: "Scusa che giorno è, Ho un anno intero in un bagaglio, è qui che scambi i giorni se non mi sbaglio?" Ti tolgo il Lunedì Così da riposare Ti cedo un Martedì Tanto per cominciare Ti presto un Mercoledì Non lo si può saltare In mezzo il Giovedì C'è troppo da pensare Ma come è già Venerdì Lo stavi ad aspettare Dentro al Sabato Ti concentro una vacanza Domenica Per pensarmi in una stanza Accidenti quanto vuoi Per un fine settimana? Era nostro il negozio dei giorni usati Eravamo più che soci, forse innamorati Si chiudeva qualche ora prima perché Dopo c'era il tempo da vivere Non ci si annoiava mai E mi chiedeva: "Scusa, che giorno hai?" Ho anni interi in un bagaglio Se resti qui possiamo fare scambio Togliamo il Lunedì Così da riposare Prendiamo Martedì Tanto per cominciare Mi presti un Mercoledì Non lo si può saltare In mezzo il Giovedì A chi stai a pensare Ma come é già Venerdì Ti stavo ad aspettare Dentro al Sabato Ci viviamo una vacanza Domenica Nudi in una stanza Accidenti é passato Il fine settimana Benvenuti nel negozio dei giorni usati Riciclati,vissuti a volte sfortunati Imperfetti di qualche ora Ma ancora pieni di tempo da vivere Lei se ne andò senza un perché Chiedendomi: "Scusa che giorno è?" Aveva un anno intero in un bagaglio S'é presa anche i miei giorni Se non mi sbaglio Mi tolgo il Lunedì Così da riposare Mi prendo Martedì Tanto per cominciare Mi tengo il Mercoledì Non lo si può saltare In mezzo Giovedì Perché la sto a pensare Ma come é già Venerdì La stavo ad aspettare Dentro al Sabato Mi prendo una vacanza Domenica M'annoio chiuso in una stanza Accidenti a questo maledetto fine settimana Accidenti a questo maledetto fine settimana Cedesi a prezzo interessante un fine settimana AAA un fine settimana cedesi
Il silenzio e lo spirito è un album di Eugenio Finardi, pubblicato nel 2003.
Il disco
Accolto dalla critica con grande entusiasmo, Il Silenzio & Lo Spirito è un interessante lavoro in cui Eugenio Finardi, notoriamente ateo, ma per sua ammissione da sempre affascinato dalle religioni e dalla spiritualità della musica, interpreta grandi brani per lo più scritti da artisti atei o agnostici (Leonard Cohen, David Crosby, Fabrizio De André, Franco Battiato e molti altri) che affrontano il tema del Divino. Un disco realizzato insieme a Vittorio Cosma, Francesco Saverio Porciello e Giancarlo Parisi, registrato quasi interamente dal vivo in un'atmosfera di grande armonia (come dimostra il DVD documentario presente nell'edizione limitata del CD che cattura in modo molto poetico il trasporto presente nelle prove e nell'esibizione che ha portato alla realizzazione di questo album). Per molti fan Il silenzio e lo spirito è il CD che continua il raffinato discorso musicale lasciato prematuramente dopo l'album Acustica. Il CD, nonostante la sua natura non rock, ha riavvicinato Eugenio Finardi a parecchi vecchi fan e ad un pubblico vicino alla scena italiana alternativa.
Tracce
Oceano di silenzio - 4:16 The Land of Plenty - 4:25 Orlèans - 4:49 Il ritorno di Giuseppe - 6:32 Corale dalla cantata bwv.147 - 3:01 Arenal - 4:50 Una scala per la luna - 2:24 Motherless Child - 4:30 Danza di Eolo - 6:15 Halleluja - 6:13 Come in uno specchio - 9:15 Adeste Fideles - 3:26 Ave Maria Fadista - 5:36
Anima Blues è un album di Eugenio Finardi del 2005 su etichetta EF Sounds/Edel Italia, di matrice blues rock. Tutti i brani sono cantati in lingua inglese. Ad accompagnare Eugenio Finardi, il giovane chitarrista Massimo Martellotta, all'organo Hammond Pippo Guarnera (ex Napoli Centrale) e Vince Valicelli (che fu per un breve periodo già batterista di Eugenio Finardi nei primi anni ottanta). Da Anima Blues è stato tratto anche il singolo Estrellita (che contiene una versione di Burn Yard Mama differente da quella presente sull'album, e una cover del classico Little Red Rooster). L'album è stato anche pubblicato in vinile in una versione apribile, dalla confezione molto curata, con l'aggiunta delle due bonus track del singolo. Il disco ha permesso ad Eugenio Finardi di tornare nella classifica degli album più venduti in Italia dopo qualche anno di assenza. Anima Blues è anche il nome di un tour che ha portato Eugenio Finardi in tutte le città italiane per oltre un anno.
Tracce
Mama Left Me (Finardi-Martellotta) Heart Of The Country (Finardi-Martellotta) Pipe Dream (Finardi-Martellotta) Holyland (Eugenio Finardi) Long Way Home (Finardi-Martellotta) Marta´s Dream (Massimo Martellotta) Mojo Philtre (Harris-Finardi-Martellotta) Estrellita (Harris-Finardi-Martellotta-Guarnera-Vallicelli) Barnyard Mama (Harris-Finardi-Martellotta-Guarnera-Vallicelli) Doctor Doctor (Finardi-Martellotta) Spoonful (Willie Dixon) Sweet Surrender (Eugenio Finardi)
Edizioni muisicali: Alabianca Publishing 24bit/88,2kHz Original Live-in Studio Recording, made, mixed and mastered at ArealMagisterStudio (Sala Gialla) Preganziol, Treviso, Italy, on December. 19th-22nd, 2007
Recensione di Fabio Antonelli fonte: estatica.it
Il cantante al microfono: l’interprete che non t'aspetti
Quando si ascolta un disco in cui si reinterpretano canzoni scritte in una lingua diversa dall'italiano e per essere eseguite con la sola chitarra, la prima cosa che ci si chiede è, se in questa operazione si è mantenuto fede allo spirito con cui le canzoni scelte sono state concepite dall'autore.
Nel caso di queste 11 canzoni tratte dal vasto repertorio di Vladimir Vysotsky, attore e poeta russo, occorrerebbe conoscere bene la lingua russa e soprattutto aver ascoltato le versioni originali giunte a noi tramite cassette registrate davvero fortunosamente.
Nel mio caso, non possedendo nessuno dei due strumenti di lettura, mi sono limitato ad apprezzare questo disco dal titolo “Il cantante al microfono” come fosse un disco di Eugenio Finardi o meglio un disco di musica classica eseguito dall'egregio gruppo Sentieri Selvaggi ed al quale Eugenio ha prestato la propria voce.
Forse però proprio qui, nell'interpretazione davvero straordinaria e suggestiva di Eugenio, è nascosto il vero valore di questo disco cui ha ovviamente contribuito in maniera ragguardevole anche Filippo del Corno che ne ha curato l’orchestrazione, trascrivendo i pezzi ad uso e consumo dei Sentieri Selvaggi.
Ma cominciamo pure questo viaggio nella musicalità russa partendo dall'introduttiva “L’orizzonte”, una bellissima metafora della stessa vita dell’attore-poeta russo, votata per intero al dissenso e alla ricerca ostinata della libertà, senza guardare i pericoli del regime che l’osteggiava e censurava, ma “quelli che hanno imposto questa dura fatica stan cambiando le regole del gioco ma è l’azzardo che mi attira e checché poi se ne dica nelle curve più rischiose io m’infuoco”.
Tocchi di pianoforte e la voce di Eugenio ci introducono alla triste e sofferta “Dal fronte non è più tornato”, un’intensa canzone dall'andamento tipicamente russo e con un bellissimo testo “Non si tratta del vuoto che adesso io sento, si era in due, solo ora ho capito che come fosse un falò che è stato spento dal vento dal momento in cui non è tornato”.
E’ invece un giocoso clarinetto ad aprire la dinamica ed indiavolata “Ginnastica”, ironica canzone sulla filosofia che stava dietro il regime russo “In questa corsa non c’è un primo, e non perde mai nessuno, il surplace ci rende tutti identici”, qui è davvero superlativo Eugenio nel canto.
Con “Il volo interrotto” si torna ad una musicalità più mesta e scura e ad immagini di grande poeticità “Fu inseguitore di uno stile puro dico sul serio non è falsità scriveva versi sulla neve e poi e poi la neve svanirà, si scioglierà. Ma continuò la grande nevicata gettava versi sul tappeto lieve lui rincorreva a bocca spalancata cristalli di grandine di neve”.
Un martellante pianoforte dialogante con un vibrafono ci portano a “La caccia ai lupi”, canzone dall'andamento tipo marcia che ha come tema la lotta per l’agognata libertà inserita nella metafora della caccia ai lupi “Parte il gioco della caccia, la caccia al lupo e bestie sembrano, e mirano già la lupa, il branco, il cucciolo e il capo rossa è la neve di bandiere e di viltà. Non è un gioco ad armi pari ci chiuderanno la libertà tra le bandiere per stare sicuri che la mano non tremerà”.
Lenta, compassata, chiusa su stessa, è l’addolorata “Il canto della terra” quasi un’orazione funebre sulla tanto bistrattata terra, vittima delle angherie dell’uomo “E’ squarciata da ogni trincea dai crateri di bombe è ferita, i suoi nervi in questa odissea, tormentati rimangono in vita”.
Molto teatrale e ben interpretata da Eugenio è la title-track “Il cantante al microfono” una canzone che parla della personale lotta tra il cantante Vladimir ed il microfono visto anch'esso come un nemico, quasi che sia suo destino lottare sempre. E’ davvero una bella metafora della vita “Si avvolge nella sua bella forma plastica lui che ha la testa di un serpente e se sto zitto morsica e mi mastica io canterò finché la vita lo consente” e così è stato.
E’ la sola voce del pianoforte per quasi tutto il brano, fino alla coda del clarinetto, a far rivivere “Cavalli bradi” amara riflessione del poeta russo sulla propria vita e soprattutto sul suo momento ultimo e le parole utilizzate a descrivere quest’ultimo viaggio, che è poi il viaggio di tutta una vita, sono sublimi “Non si arriva mai in ritardo se c’è Dio che ci riceve ma perché gli angeli in coro hanno voci così cattive. Io non so se è il singhiozzo che fa il suono così grave o sono io che non vorrei e urlo a voi di andare altrove”.
L’unico brano che già conoscevo, perché utilizzato precedentemente anche da Vinicio Capossela è “Il pugile sentimentale” qui in una versione più seriosa e meno tirata, ma ugualmente brillante e venata di amara ironia come recita il finale “La vita è proprio OK lui dice, e pensa un po’, okappa per qualcuno, per gli altri è kappaò!”.
Con tristi sussulti di pianoforte cui fanno eco vibranti archi, inizia “Il bagno alla bianca” e si ritorna ad una musicalità impregnata di Russia con il suo andamento cadenzato, con i toni fortemente drammatici e teatrali a raccontare ricordi di deportazioni, di gelo, di nebbia, di alcool con versi di intensa liricità “E fu pianto e fu alcool da vomito fra paludi e i sentieri più bui, e lui sul cuore per fargli comprendere che quel cuore batteva per lui. I dettagli mi mettono i brividi, il vapore mi annebbia e io so che scordando le nebbie più gelide in questa nebbia io entrerò”.
Pianoforte, flauto e poi anche un affascinante vibrafono ci addentrano in “Variazioni su temi tzigani” la cui musica è decisamente accattivante e ballabile, com'è tradizione nella cultura tzigana in cui vi è sempre una tensione verso la gioia che si alterna ad una ricaduta nella tristezza, così come denotano gli stessi versi “Fiaschi verdi in osteria bianco il tovagliolo clown e miseri hanno un cielo e io nemmeno un volo”.
Tirando le somme ci troviamo tra le mani un disco davvero colto e raffinato grazie alla trasposizione in chiave classica di brani immortali, in cui non è tradito lo spirito di ribellione e di lotta che hanno caratterizzato la vita di Vladimir Vysotsky, che è un po’ lo stesso del suo validissimo interprete Eugenio Finardi che ha dimostrato qui di avere grandi doti vocali sapendo controllare al meglio la propria voce anche nelle tonalità più basse in cui è difficile mantenere fiato e controllo del vibrato.
Tracce:
1) L’orizzonte 2) Dal fronte non e’ più tornato 3) Ginnastica 4) Il volo interrotto 5) La caccia ai lupi 6) Il canto della terra 7) Il cantante al microfono 8) Cavalli bradi 9) Il pugile sentimentale 10) Il bagno alla bianca 11) Variazioni su temi tzigani
FIBRILLANTE segna il ritorno di Eugenio alla sua ispirazione originaria. L’album è prodotto da Max Casacci (Subsonica) e amalgama suoni vintage alle più contemporanee sonorità, dando ai brani, scritti con Giovanni Maggiore e il resto della sua giovane band, una veste attualissima e al contempo assolutamente “finardiana” In uscita dal 24 gennaio 2014
Tracce:
1. Aspettando 2. Come Savonarola 3. Lei S'Illumina 4. Cadere Sognare 5. La Storia di Franco 6. Fibrillante 7. Le Donne Piangono in Macchina 8. Fortefragile 9. Moderato 10. Me Ne Vado
Vecchi successi e inediti, il via da Ancona il 4 agosto (ANSA) - ROMA, 1 AGO - Eugenio Finardi torna in scena in tutta Italia con il Fibrillante tour, in cui reinterpreta live i grandi classici del suo repertorio e propone gli inediti del nuovo album "Fibrillante".
Queste le date: il 4 agosto Ancona; il 5 Gemona del Friuli (Ud) dove terrà una lezione concerto; il 6 Treviso; l'11 Formello (Roma); il 14 Nulvi (SS); il 15 Pachino (Sr); il 30 Priverno (Lt); il 31 Ravenna. A settembre l'1 a Quarrata (Pt); 16-17 Milano.