Arrivederci Noi che siamo stati bene insieme, ci siamo stretti contro noi, riscaldati perchè il freddo viene. Noi legati senza mai catene. E' stato un attimo o un secolo? Non so. Noi che stiamo andando perchè spesso noi si va, stiamo allontanandoci ma ci troveremo ancora. Arrivederci a queste mani, a questi sguardi, Arrivederci, arriveremo presto o tardi a dirci che io ti appartengo e tu appartieni a me. Noi che siamo stati così bene, sappiamo quanto uguale sia questo sangue nelle nostre vene. Io non so che cosa mi trattiene dall'abbracciarti e dal portarti via con me. Mai dimenticando i mie occhi dentro ai tuoi, stiamo salutando, ma ci troveremo ancora. Arriveederci, in una notte non lontana. Arrivederci, sarà una sensazione strana averti qui, perchè tra noi non finirà così. Noi che siamo stati bene insieme, saremo insieme ancora un giorno, io lo so. Arrivederci a queste mani, a questi sguardi. Arrivederci, ci troveremo presto o tardi ancora qui, perchè tra noi non finirà così
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Le sette sorelle
I. Pigrizia (2' 13")
Più io conosco la gente del mondo che corre e che fa notti in bianco, e più sono stanco Se il vostro pensiero è così frettoloso mi chiudo nel mio meritato riposo. Il lento silenzio che ho scelto per me, io voglio godermelo ancora. Niente potrà farmi muovere adesso da qui. Sleep - Sleep Non condivido le vostre ambizioni e tutte le corse al potere. Voglio dormire, non voglio sentire più i vostri rumori, mi infilo nel letto tra mille colori. E il sonno profondo che ho scelto per me, io voglio godermelo ancora. Voci del mondo vi lascio e lasciatemi qui. Sleep - Sleep
II. Gola (2' 04")
Davanti ad una tavola imbandita, io lo so, non riesco a trattenere la furia che c'è in me. La voglia è irrefrenabile e infintia, dall'antipasto all'ultimo caffè. Un pranzo interminabile consola, l'affanno della vita vola via. Il gusto dei sapori è un'emozione che mi rende l'allegria. Riempi il bicchiere, non farti mancare l'intenso piacere del meglio che vuoi. Senti che bello affondare il coltello, tagliandoti quello più grande che puoi. Un piatto insuperabile fa male, ma intanto il nostro umore sale su. Un libro è illuminante, ma più interessante è il foglio del menù. Sia benedetta la nostra forchetta, la taglia pù stretta un dovere non è. Riempi il bicchiere, non farti mancare l'intenso piacere del meglio che c'è per te
III. Avarizia (1' 27")
Io non voglio spendere denaro che non ho per fare colpo su persone che non stimo, acquistando cose di cui io non ho bisogno più. Non voglio più partecipare alla corsa all'apparire. Ho cose più importanti, più eccitanti: dei progetti entusiasmanti riservati a me. Io non voglio più arrichire con la mia bontà quelle terribili persone che non dico. Dispettose ostentazioni adesso non le nutro più. Non mi voglio più sentire come un osso da spolpare. Io non sono la befana, la vendemmia è già lontana, la mia vita è più importante. C'è qualcosa di eccitante: un progetto entusiasmante riservato solo a me
IV. Invidia (2' 05"
Non invidio nessuno che sia vivo, ma invidio l'immortalità di chi ha scritto pagine fuori dal tempo e mai scomparire potrà Invidio ai bambini il sorriso che è il bene più grande che c'è. Ma il grande piacere che provo è sapere di quelli che invidiano me. Invidio le ali ai gabbiani; al puma lo scatto e la velocità. Invidio al bisonte il suo senso di gruppo e al falco la sua libertà. Invidio i bambini per quell'egoismo di chi vuole tutto per sé. Ma il grande piacere che provo è sapere di quelli che invidiano me. Ma un grazie davvero di cuore lo devo a coloro che invidiano me
V. Ira (2' 02") Come sento fiumi di banalità, come vedo il marcio nella società, come sento quello che è ingiusto, io divento intollerante sempre più. E davanti ai mari d'imbecillità e davanti a gente che non ha pietà, io mi sento fuori dal posto, la mia rabbia è deflagrante e sale su. Sale il mio sangue al cervello, che picchia a martello. Non sono più quello che vedi perchè non riesco a restare più calmo a pensare, la rabbia mi assale; son fuori di me. E' l'ira che mi salva dal suicidio o dall'omicidio. Come vedo gli arbitri che rubano e gli opinionisti che mi parlano e che fine ha fatto la storia, io divento intollerante più che mai. E davanti ai barbari della TV, all'intelligenza che non vedo più e l'umana triste miseria, la mia rabbia devastante capirai. Ecco che il fegato esplode, la bile mi rode; nel mare di mode non annegherò. E' meglio star male di un virus letale; nel mondo globale io non ci sarò. E' l'ira che mi salva dal suicidio o dall'omicidio. E' l'ira che mi salva dal suicidio o dall'omicidio
VI. Lussuria (2' 59") Amo sentire un corpo che mi muove grazie alle mie carezze contro me. Amo le mani quando vanno dove sprigiona l'elettricità che c'è. Amo il contatto e consenziente, amo la gente che si abbandona e che si dà. Dite la verità, a letto o in ascensore, in bagno o in un portone le persone danno il meglio che hanno in sé. Amo le donne appena conosciute, quelle che non ti chiedono "perche?" Amo le sensazioni mai provate; voglio provarle solo su di te. Amo la sfrontatezza provocante, amo la gente che quando ha voglia dice "si". Siamo venuti qui, perchè noi lo cerchiamo il sentimento estremo; lo faremo e ne moriremo. Dite la verità, a letto o in ascensore, in bagno o in portone, le persone danno il meglio che hanno in sè
VII. Superbia (2' 28")
Miserabili saltimbanchi, guitti degli ascolti, accattoni del consenso, non avete specchi in casa ai quali fare assaggiare la vostra saliva? Quello che fate vi rappresenta, quello che dite vi condanna, quello che siete è niente. Quando mi confronto con voi sono così fiero di me. Nelle mie notti c'è la differenza, nella battaglia della mia coscienza, nella dignità del dubbio, nel sapere che qualcuno ascolta il mio respiro. Com'è bello non assomigliarvi e i vostri nomi non ricordarli. Quando mi confronto con voi sono così fiero di me
« Ma io sono ancora come allora, vivo e sogno come allora, come allora sono qui » (La vie en rouge - Enrico Ruggeri)
La vie en rouge è un doppio album live di Enrico Ruggeri.
Il disco
Il titolo dell'album e i testi dei due brani inediti si rifanno alla sua vita. Fu riedito l'anno successivo aggiungendo altri due inediti in studio:Primavera a Sarajevo, presentata al Festival di Sanremo di quell'anno, e I naviganti. Ci sono alcune differenze sostanziali tra le copertine delle due edizioni: nella seconda sparisce la scritta In concerto in alto a destra e le rose che tiene in mano l'uomo di cui si vedono solo le gambe incrociate diventano, da una sola, nove e compare un petalo per terra, che nella prima edizione non c'era. Tutti gli arrangiamenti dei brani sono in chiave Folk.
Formazione
Enrico Ruggeri:voce Luigi Schiavone:chitarre acustiche ed elettriche, mandolino Davide Brambilla:fisarmonica, tromba,tastiere, cori Pino Di Pietro:pianoforte,tastiere, cori Alberto Guareschi:contrabbasso, basso elettrico Luigi Fiore:batteria, percussioni Andrea Mirò:voce, chitarra acustica, violino
Canzoni
CD 1
La vie en rouge (inedito in studio) Rien ne va plus Certe donne Quello che le donne non dicono Bratiska (Luigi Schiavone suona il mandolino) Il portiere di notte Con la memoria Il giudizio universale Nuovo swing Ulisse/Fango e stelle Mistero (Con Andrea Mirò alla chitarra acustica) (Alberto Guareschi suona il basso elettrico) Peter Pan (Con Andrea Mirò alla chitarra acustica) (Davide Brambilla suona le tastiere) (Alberto Guareschi suona il basso elettrico)
Che Enrico Ruggeri si sia sempre presentato come una personalità schiva, estranea allo star system italiano è sempre stata cosa notoria e di pubblico dominio. Questo grande artista, forse il più sottovalutato di questi tempi, ha attraversato indenne vent'anni di musica italiana, la quale, oltre a sporadici esempi, ha sempre offerto musica leggera di bassa lega, né smuovendo masse oceaniche, né andando da Bruno Vespa a reclamizzare i suoi dischi, né facendo prostituire la sua musica su MTV, ma semplicemente facendo musica, e nel migliore dei modi. Inoltre, il recente sodalizio con Andrea Mirò ha permesso ad Enrico Ruggeri di elevare la sua musica a livelli inaspettati, quasi sorprendenti. La Vie en Rouge si presenta come un viaggio musicale attraverso il mondo Ruggeri, da Contessa e Polvere, dagli inizi con i Decibel, con Malcom McLaren come santino nel portafoglio, fino all’ultima musica impegnata – “Nessuno tocchi Caino” – pro Amnesty International e a “Primavera a Sarajevo”, denuncia contro la guerra e le violenze nei Balcani. Il disco è una raccolta registrata dal vivo, il secondo dopo “Vai Rouge” del 1987, e porta in seno le sue più belle canzone, che sono, oltre le summenzionate hit, “Quelle che le donne non dicono” meglio conosciuto con interprete Fiorella Mannoia, "Il mare d’inverno” pezzo cupo e freddo, e "Peter Pan", forse il pezzo più famoso del nostro, eterno omaggio alla polifonia e alla vocalità teatrale dei Queen (Bohemian Rhapsody). Il secondo brano, che da il titolo all’album, è una nostalgica ballata, una passeggiata sulla via della memoria, dove il tempo scorre ma non cambia in sostanza il nostro modo d’essere, il tutto raffinato da un accompagnamento di fisarmoniche. “Il Portiere di notte” è frutto dell’amore mai dimenticato per Ruggeri del jazz. Un contrabbasso cadenza le azioni del protagonista, testimone logorante delle vite dei condomini, dei loro vizi e delle loro virtù. “Peter Pan”, una delicata riflessione sulla perduta innocenza dell’uomo adulto, un pensiero riguardo quell’uomo che invece, rimasto bambino, è incapace di crescere.
Per finire, il disco è molto curato. Premurosa è stata la scelta nell’accostare le canzoni, interponendo successi famosi a canzone meno note, un album indispensabile per avvicinarsi ad un’artista al di fuori di ogni schema, al di fuori dello star system italico e ad ogni convenzione.
Video
La vie en rouge
Lungo il viale così lontano la mano piccola nella grande mano, e chi dei due guidava l'altro io non so dirtelo. C'era sempre un po' di nebbia nel parco giochi con la sabbia. La gente in bianco e nero e le madri tutte uguali nei foulard e nei paltò. Ma io sono ancora come allora, vivo e sogno come allora; come allora sono qui. Lo stadio inventato dentro al cortile con una pallida lama di sole e quella voce dalla finestra "E' pronto in tavola". Il treno che andava incontro al mare e le mie scarpe da riparare. Le macchine a pedale, tre canzoni, cento lire dentro ai bar. E tacabanda. Ma io sono ancora come allora, vivo e sogno come allora; come allora sono qui. Adesso dove siete finiti? Dove vi siete smaterializzati? I vostri libri e i vostri ritratti li tengo ancora qui. E passo ancora per gli stessi posti e riconosco dentro ai gesti i bambini di una volta, diventati tutti grandi tranne me, insieme a me. Tacabanda! Ma io sono ancora come allora, vivo e sogno come allora; come allora sono qui. (2 volte)
Avrei voluto avere tanti figli e accompagnarli tutti a scuola e poi vederli crescere dentro una grande famiglia sola. Avere il tempo per giocare e preparare da mangiare e non dovermi allontanare mai. Avrei voluto avere tutte quelle donne che ho desiderato e ricoprirle di attenzioni da lasciarle senza fiato. E organizzare viaggi e non lasciarle sole neanche un'ora e non dovermi allontanare mai. Quante vite avrei voluto, quante vite avrei vissuto. Quante alternative per chi vive in una vita sola, quante prospettive per potersi innamorare ancora di altre vite, con altre vite; perchè c'è sempre un'altra vita possibile nella vita. Avrei potuto stare un pò più a lungo con mia madre e con gli amici e mettere radici ed imparare a lavorare in casa. E poi girare il mondo e vivere il presente, stare con la gente e non fermarmi mai. Quante vite avrei voluto, quante vite avrei vissuto. Quante alternative per chi vive in una vita sola, quante prospettive per potersi innamorare ancora di altre vite, con altre vite; perchè c'è sempre un'altra vita possibile nella vita. Quanti libri non ho letto, quante storie non ho mai sentito; quante cose non verranno mai. Quante vite avrei voluto, quante vite avrei vissuto. Quante alternative per chi vive in una vita sola, quante prospettive per potersi innamorare ancora di altre vite, con altre vite. E' un'avventura meravigliosa la mia vita, però c'è sempre un'altra vita possibile nella vita
« Il musicista ha una finestra sulla vita che gli scorre parallela come un film »
(Gli occhi del musicista - Enrico Ruggeri)
Gli occhi del musicista è un album di Enrico Ruggeri, pubblicato nel 2003 dall'etichetta discografica Anyway / Columbia, distribuita dalla Sony Music.
Il disco
I brani sono tutti inediti tranne le tre bonus tracks finali: Nessuno tocchi Caino, interpretata in duetto con Andrea Mirò e presentata al Festival di Sanremo 2003, Primavera a Sarajevo, proposta all'edizione precedente della manifestazione e I naviganti, inclusa, insieme al precedente brano, nella ristampa dell'anno precedente de La vie en rouge. In copertina si vede il volto di Ruggeri oscurato da un'ombra.
Tracce
Gli occhi del musicista Morirò d'amore La preghiera del matto A un passo dalle nuvole Lunga è la notte Il matrimonio di Maria Turnover La confessione Fuori piove Uccidimi La spina Andiamo
Bonus tracks
Nessuno tocchi Caino (con Andrea Mirò) Primavera a Sarajevo I naviganti
Io sono l'ospite che vaga dentro ad un cortile con il pensieo lento più del passo, come un maiale nero abbandonato in un porcile a cui si tira un sasso. I miei ricordi del passato non ho più per il troppo dormire. E' tutto quanto confiscato e non c'è più: l'hanno fatto sparire. Oh Gesù mio, figlio di Dio, abbi pietà di tuo figlio. Oh Gesù mio, oh Gesù mio, lascia un sorriso per me. Io sono il peso su coscienze poco attente alla vita, opulente e sposate tra loro. Sono la carta rovinata dentro alla partita, canto fuori dal coro e mangio pane a bevo vino che non ha più quel santo sapore e devo chiudere la porta sopra al mio vergognoso dolore. Oh Gesù mio, figlio di Dio, abbi pietà di tuo figlio. Oh Gesù mio, oh Gesù mio, lascia un sorriso per me. Oh Gesù mio, figlio di Dio, abbi pietà di tuo figlio. Oh Gesù mio, oh Gesù mio, lascia un sorriso per me. Sono il custode di una cattedrale abbandonata senza minimi cenni di vita. Sono la rondine a cui l'ala è stata frantumata ad estate finita. Nella voragine dei miei silenzi c'è il destino di un uomo, ma della voglia di morire chiusa in me io non chiedo perdono. Oh Gesù mio, figlio di Dio, abbi pietà di tuo figlio. Oh Gesù mio, oh Gesù mio, lascia un sorriso per me. Oh Gesù mio, figlio di Dio, abbi pietà di tuo figlio. Oh Gesù mio, oh Gesù mio, lascia un sorriso per me
Video
A un passo dalle nuvole In cima alla parabola, ma prima di discendere, mi lascierò sorprendere ancora dall'amore. E costeggiando il limite mi scoprirò a cambiare, a consumare il tempo se tempo ci sarà. Ripenserò ai sorrisi dati come caramelle e forse certe stelle seguirò, fino a quando seduto con te starò fermo a guardare verso il mare. Però certe ragazze è meglio stringerle, prima che il vento se le porti via; lanciare loro un boomerang d'amore, poi vederle ritornare qui. Ma a un passo dalle nuovle il cuore si confonde e sbatte tra le onde; di sè non ha pietà. Se è vero che si nasce soli e soli poi si muore, perchè tanto stupore se adesso cerco te? Di questa traversata solitaria senza fine, conosco rose e spine e molti bar e ho passato le notti a guardare le luci passare lungo il mare. Però certe ragazze è meglio stringerle, prima che il vento se le porti via; lanciare loro un boomerang d'amore, poi vederle ritornare qui. In cima alla parabola, ma prima di discendere, io mi vorrei sorprendere; vorrei mi sorprendessi tu. Però certe ragazze è meglio stringerle, prima che il vento se le porti via; lanciare loro un boomerang d'amore, poi vederle ritornare qui, lanciare loro un boomerang d'amore, poi vederle ritornare qui
Lungo una strada di sassi e di polvere molto battuta dal sole e dal vento, quell'uomo tornava contento nel mondo, dal fango di grigie trincee. Lasciava alle spalle il fucile e il mortaio, cercava di scorgere il vecchio granaio. La curva in leggera discesa e nel fondo la chiesa, sospesa laggiù. La gente stentava a capire chi fosse, ma lui dentro ai colpi di tosse parlava con gli occhi e diceva così: 'Amore, amore ritorno da te, oggi o domani io vengo da te. Lunga è la notte passata lontano da te'. Lungo una strada col primo cemento solcata da carri col cambio al volante, quell'uomo partiva con passo esitante; cercava lavoro in città. Lasciava alle spalle il sacrista e il fornaio, bandiere e uniformi piegate in solaio, saliva l'antica discesa e lasciava la chiesa, sospesa laggiù. Pochissimi andarono a dirgli 'buon viaggio', ma lui con tremante coraggio lasciava un biglietto con scritto così: 'Amore, amore ritorno da te, oggi o domani io vengo da te. Lunga è la notte passata lontano da te'. Ma quando la notte lo prende alla gola, rivede nel buio il cortile e la scuola, poi l'anima vola in discesa e raggiunge la chiesa sospesa laggiù. Amore, amore ritorno da te, oggi o domani io vengo da te. Lunga è la notte passata lontano da te Amore, amore ritorno da te, oggi o domani io vengo da te. Lunga è la notte passata lontano da te
Video Il matrimonio di Maria Guarda il video di "Il Matrimonio Di Maria" La sposa con il velo bianco tra i parenti e i testimoni, è in posa per la foto col marito rosso in volto. E coi colletti già slacciati, tutti quanti gl invitati che si abbracciano alle donne e fanno cin cin. Solo io rimango qui seduto con il braccio abbandonato e non ho voglia di ballar. Ero innamorato di Maria, ma me l'han portata via. Chi farà cin cin con me, che sono solo? Marì, non mi rispondi? Cosa nascondi dietro al sorriso e agli occhi blu? Marì, che tutto accendi, aspetto il giorno che verrai con me. L'orchestrina del paese suona una canzone inglese; mi ricordo le parole 'Get away aigadauei'. E si ubriacano i cognati tra i bambini concitati, che si aggrappano alle mamme e fanno cin cin. Solo io non canto con il coro e non mi muovo come loro e non ho voglia di gridar. Ero innamorato di Maria che tra poco andrà già via senza più pensare a me, che sono solo. Marì, non mi rispondi? Cosa nascondi dietro al sorriso e agli occhi blu? Marì, che tutto accendi, aspetto il giorno che verrai con me. Marì, non mi rispondi? Cosa nascondi dietro al sorriso e agli occhi blu? Marì, che tutto accendi, aspetto il giorno che verrai con me, aspetto il giorno che verrai con me, aspetto il giorno che verrai con me
Come un'ombra scivola via, è nascosta dentro di me, prende il tempo all'anima mia e non capisco cos'è. E non è,non è e non è, perchè sono con te, il pensiero proibito che nasce da sè. E non è, non è che non ho voglia di te quando c'è¨. Senza un volto e senza un'età , perchè un corpo solo non ha. E non è, e non è sovrapposta con te; è un' immagine chiara che vive da sè. E non è, non è che non ho voglia di te quando c'è. La spina, la spina è la mia illusione che va. Mi confonde, mi sorprende; è una strana fatalità . Mi distrugge e mi sfugge e sa che non la troverà, che non la perderà. Io non so parlare di lei, non so dire molto di lei. Ma non è, ma non è confusione la mia, il pensiero proibito di andarmene via, via da te, via da me. Non sentire che c'è quando c'è. La spina, la spina è la mia illusione che va. Mi confonde, mi sorprende; è una strana fatalità . Mi distrugge e mi sfugge. E' lei: è l'abitudine, è l'abitudine. Togli questa spina, strappa questa spina che faceva male già da prima. Punge questa spina, sanguina la spina conficcata molto tempo prima. E' l'abitudine. La spina, la spina è la mia illusione che va. Mi confonde, mi sorprende; è una strana fatalità. Mi distrugge e mi sfugge. E' lei: è l'abitudine, è l'abitudine
Punk prima di te è un album punk rock di Enrico Ruggeri, pubblicato nel 2004.
Il disco
Fra le quattordici tracce, le prime sette sono reinterpretazioni di vecchi brani dei Decibel, il gruppo col quale il cantante milanese ha esordito nel 1977, ed altrettante sono cover di brani in lingua inglese, in un repertorio che spazia dai Ramones, ai Clash, agli Stranglers. Le cover escono anche in un CD intitolato Rock'n'Rouge, allegato alla rivista Rockstar. Nella copertina sono presenti Ruggeri in stile Decibel, con i capelli biondi e gli occhiali da sole che fino al 1987 gli servivano per correggere la sua grave miopia, e l' allora quattordicenne figlio Pierenrico "Pico" Ruggeri.
Tracce
Figli di... LSD Flash Superstar New York Il lavaggio del cervello Indigestione disko Mano armata God Save the Queen The Jean Genie The Guns of Brixton Sweet Jane I Wanna Be Sedated All the Young Dudes No More Heroes
Enrico Ruggeri: Punk prima di te
Di cece65 da: debaser.it
Enrico Ruggeri si è finalmente ricordato da dove è partito, e gran parte del merito di questo va a suo figlio quattordicenne Pico, uno che dai suggerimenti dati al padre deve avere un gusto musicale non comune per un ragazzo della sua età. Succede infatti che Pico, grande ascoltatore del punk dei giorni nostri, scopre un vecchio vinile del primo album dei Decibel, lo ascolta e ne rimane stupito per la forza e la grinta che quelle canzoni ancora possiedono, e suggerisce al padre di fare un CD solo con pezzi di quel tipo. Enrico, appena uscito dalla poesia e dalla misura di "Gli occhi del musicista", da persona intelligente qual'è, capisce al volo la situazione, raduna in studio la sua abituale band e in tre-giorni-tre mette a segno una tale quantità di pezzi, fra cover e recuperi di vecchi brani dei Decibel e degli Champagne Molotov, da poterne ricavare un disco triplo, stando alle sue dichiarazioni. Poi lima il tutto e ne viene fuori questo disco-bomba dove l'ormai quarantasettenne musicista milanese recupera tutta la forza e la grinta di quanto aveva ancora gli occhiali scuri a montatura bianca, che ora sono sul naso e sulle orecchie del figlio.
Un disco di una compattezza sonora e musicale da far impallidire molti dei punkettari dell'ultima ora, quelli che i Clash e i Sex Pistols li conoscono solo nei ricordi dei padri e dei fratelli maggiori, quelli per cui Lou Reed è solo un attempato signore di 64 anni che fa l'intellettuale rock, e che magari manco conoscono gli Stranglers. Enrico rispolvera in un solo colpo tutti questi grandi e lo fa con una serie di cover suonate in modo fantastico da tutto il gruppo, a cominciare dall'icona punk "God save the Queen" dei Sex Pistols per proseguire con un pezzo del repertoirio di David Bowie, "Jean Genie". Finalmente una degna versione di "Guns of Brixton" dei Clash (ho sentito recentemente una ripresa techno-pop di questo pezzo fatta da qualcuno di cui per fortuna ignoro il nome). La mia curiosità maggiore, da loureediano di ferro quale sono, era data dall'ascolto di “Sweet Jane” e devo dire che il pezzo risulta vincente su tutta la linea. Anche i Ramones vengono opportunamente omaggiati con una bella versione di "I Wanna Be Sedated", e vengono perfino rispolverati i Mott the Hoople di Ian Hunter con una bella canzone come "All The Young Dudes", anche questa nata dalla penna di David Bowie. Poi, per finire con le cover, "No More Heroes", un brano di punta del punk, chi conosce questo genere conosce molto bene gli Stranglers.
Veniamo adesso ai brani dei Decibel, e qui sta la vera sorpresa per chi non conosce a fondo il percorso artistico di questo straordinario musicista. Va detto che i pezzi sono stati scritti attorno al 1976-1977, e quindi i testi riflettono ovviamente quella che era la situazione di allora. Si parte in quinta con "Figli di..." un rockettone tiratissimo che quanto a esplosività non ha nulla da invidiare alle canzoni dei grandi citati prima. Anche "LSD Flash" è un bel pezzo, con un riff chitarristico che acchiappa subito, mentre "Superstar" è un pezzo sul rapporto fra fan e rock'n'roll star, un rapporto talmente morboso da diventare omicidio da parte del fan. Tragicamente questo fatto si verificherà veramente tre anni dopo la scrittura di questo pezzo, con Mark David Chapman che sparò a John Lennon. "New York", altro rockettone tirato e veloce, con dei bellissimi giri di chitarra (grande Schiavone!), un altro pezzo dal forte sapore tipicamente punk, dal testo nichilista e cupo. "Il lavaggio del cervello" è attuale ancora oggi, ascoltate bene il testo e capirete se la situazione non è quella che stiamo subendo ancora oggi, con un dominio mediatico impressionante. Si chiude poi con il recupero delle canzoni facenti parte del primo 45 giri dei Decibel, "Indigestione disko", storia di un personaggio che durante la settimana lavora come impiegato e al fine settimana si scatena in discoteca, e "Mano armata", anche questo un pezzo su una situazione che è piu che mai di oggi, i soldi non bastano mai e si guardano le vetrine dei negozi rodendosi di rabbia per le cose che si vorrebbe comprare e non è possibile. Il personaggio pensa poi di caricare un revolver e di rapinare qualche negozio.
Caro Pico, perché non insisti un po' di più a dare questi consigli a papà? E tu, caro Enrico, vedi che ogni tanto bisogna ascoltare i suggerimenti dei figli? Bravi tutti e due!!