Manca un giorno e arrivi tu, torni a casa dopo tanto dov''è andato lo spavento mio io sono ancora io; aspettandoti, però, voglio mettermi a riflettere com''è strano questo amore e poi che strani siamo noi due complici che giocano. Sfumeranno i dispiaceri quando tornerai e ricorderà soltanto quello che vorrai; le serate a ridere, due complici, tu ed io un'altra volta, amore mio. Manca un giorno e arrivi tu, questa volta per restare so che tu vorrai parlare e poi restare solo noi, due complici che giocano. Sfumeranno i dispiaceri quando tornerai e ricorderà soltanto quello che vorrai; le serate a ridere, due complici, tu ed io un'altra volta, amore mio. Sfumeranno i dispiaceri quando tornerai e ricorderà soltanto quello che vorrai; le serate a ridere, due complici, tu ed io un'altra volta, amore mio. Sfumeranno i dispiaceri quando tornerai e ricorderà soltanto quello che vorrai; le serate a ridere, due complici, tu ed io un'altra volta, amore mio.
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Strana donna Ascoltai il vento tra le foglie: sembrava un vecchio che parlava piano e in quel silenzio a noi sembrò d'intendere un segreto che il vento rivelò a noi, soltanto a noi. Lei, che strana donna è lei sull'erba la sua gonna un fiore diventò; lei che strana donna è lei la sensazione che l'avevo avuta già e mille volte persa già. Lei, che strana donna è lei sull'erba la sua gonna un fiore diventò; lei che strana donna è lei la sensazione che l'avevo avuta già e mille volte persa già. Il mattino ha chiuso gli occhi tuoi sorride al tuo sorriso da me lontano e mentre dormi sento che io farti mia non so; io posso prenderti, ma farti mia non so. Lei, che strana donna è lei è un fiore della notte che l'alba chiude già; lei, che strana donna é lei la sensazione che l'avevo avuta già e mille volte persa già. Lei, che strana donna è lei è un fiore della notte che l'alba chiude già; Lei, che strana donna è lei la sensazione che l'avevo avuta già e mille volte persa già. Lei, che strana donna è lei è un fiore della notte che l'alba chiude già; lei, che strana donna è lei la sensazione che l'avevo avuta già e mille volte persa già.
Una volta di più Una volta di più a casa mia, tra non molto son lì entro e trovo lei; un sorriso di più, sempre per me le dirò che da un po' sono stanco e non mi va anzi le dirò di noi due, ma mi capirà o no, chissà. E vorrei dirle poi che quando io non dormivo da lei per lavoro non era mai; a ritardare ero io, un uomo io riderà, piangerà o penserà che io sto facendo un gioco nuovo con lei, ma poi capirà o no, o no, chissà. Sì, dirò, non dirò, una volta di più; sì, dirò, non dirò, una volta di più. Sarò uomo con lei, parlerò di lei. Un sorriso di più ha sempre per me, le dirò che da un po' sono stanco e non mi va, anzi le dirò di noi due, ma mi capirà o no, o no chissà. Sì, dirò, non dirò, una volta di più; sì, dirò, non dirò, una volta di più: Sarò uomo con lei, parlerò di lei.
Torna a sorridere è un album del cantante pop italiano Riccardo Fogli, pubblicato nel 1984 dall'etichetta discografica Paradiso.
Tracce
Quando nascerò di nuovo (Maurizio Fabrizio e Vincenzo Spampinato) Diapositive (Maurizio Fabrizio e Vincenzo Spampinato) Uccideremo il chiar di luna (Maurizio Fabrizio e Vincenzo Spampinato) Domani lo farò (Laurex e Vincenzo Spampinato) Scale (Maurizio Fabrizio e Vincenzo Spampinato) Torna a sorridere In questo Novecento (Maurizio Fabrizio e Vincenzo Spampinato) Cavalieri a dondolo (Maurizio Fabrizio e Vincenzo Spampinato) Il giornale di domani (Laurex e Vincenzo Spampinato) È meglio se amore non diventerà (Maurizio Fabrizio e Vincenzo Spampinato)
Video Quando nascerò di nuovo
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Diapositive
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Uccideremo il chiar di luna Gli innamorati non sono ancora scomparsi, gli innamorati e i loro vecchi discorsi: in equilibrio sulle illusioni, sulle banalità, ma cadranno come aquiloni, questa è la novità. Se il cielo sembra stoffa con tanti lustrini, coi loro sogni appannano i finestrini pieni soltanto del solito amore: un soffio basterà, vanno a pezzi, senza rumore questa è la novità. Uccideremo il chiar di luna, poeti dell'asfalto ci ha sempre ingannato, noi lo impiccheremo sull'albero più alto. Sempre ubriachi, bevono quarti di luna gli innamorati passano dentro la cruna, bucano il mare lanciando sassi là nell'oscurità; se ne andranno, senza spostarsi questa è la novità. Uccideremo il chiar di luna, bruciandolo in un momento, Ci ha sempre ingannato, lo disperderemo, cenere in mezzo al vento. Gli innamorati non sono ancora scomparsi, gli innamorati e i loro vecchi discorsi.
Dopo una giornata tutta piena fino all'orlo di lavoro, io mi sto accorgendo di come passa il tempo e mi trascuro; qui si corre sempre, da stasera resti tu il mio punto fermo stanco ma contento, a quello che farò domani penso. Ho tanti libri da finire, ho tanti amici da cercare, nuove foto da scattare e birra fresca da soffiare: lo farò, giuro che lo farò il tempo troverò, vedrai domani lo farò; un giorno intero parleremo, se busseranno, non ci siamo. E pensarci sempre, tanto da restare ancora sveglio quanti anni spendo per non annegare in questo mondo; ti sto immaginando: anche al buio tu resti il mio punto fermo stanco ma contento, a quello che farò domani penso. Ho cartoline da spedire, ho tanti dischi da sentire, ed una moto per volare da un fosso all'altro fino al mare: lo farò giuro che io lo farò il tempo troverò, vedrai domani lo farò; un giorno intero parleremo se busseranno, non ci siamo.
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Scale
Scale, scale un po' vanitose di tanti anni fa: lei scendeva, lanciava rose, stella del varietà. Gradini di una vecchia scuola, ombrelli pronti per sbocciare, di corsa si scendeva giù, giù fino al mare e poi la dolce vita sorrideva, entrava dentro la fontana l'America col piede suo in faccia alla luna lassù; chi scende e chi sale, ma... intanto il tempo passa, ruba e se ne va. Scale, scale, dolce far niente seduti tutti lì; scherzi idioti a qualche passante, come in un vecchio film. E c'è chi sale lentamente, con una lacrima e un sorriso, amici e parenti in blu e pioggia di riso e poi due mani sopra un pianoforte, su e giù per quelle antiche scale si stava in cerchio e Liverpool nasceva e cantava per noi; chi scende e chi sale ma... intanto il tempo passa ruba e se ne va. Scale, scale, ma quante scale per arrivare su...più su!
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Torna a sorridere
Torna a sorridere, si aprono finestre e pagine, tu scrolla via questa ruggine e fatti guardare; torna a sorridere, sui tavoli fiori che cambiano, notizie buone che arrivano, tu fatti ascoltare. Sì, il paradiso è qui, comincia a credere che gran bisogno c'è di amarsi e ridere. Torna a sorridere c'è, gente che ti vuol conoscere, che storia grande può nascere, tu fatti trovare; torna a sorridere e cercami, il mondo è piccolo io sono qui in questo secolo, non farmi aspettare. Sì il Paradiso è qui, comincio a credere che gran bisogno avrò di amarti e ridere. E si aprirà sopra te questo azzurro... Tu, sul viso poserai colori nuovi e poi che buone vibrazioni tu avrai. E sarai una in più a credere così perché il paradiso è questo qui. E sarai una in più a credere così perché il paradiso è questo qui.
In questo Novecento E tornare da una serata e non sai con chi l'hai passata stai salendo le scale, ma tu vai giù e spiare dalle persiane, sveglieresti tutte le persone, ma gridare non serve, tu lo sai. Strane idee dentro la tua mente se sei solo, solo veramente e nessuno ce l'ha più con te. E camminare in questo novecento, sentirsi fuori anche se ci stai dentro quanto silenzio che c'è e ti chiedi perché; c'è tanta gente, eppure parli solo nelle pozzanghere tu cerchi il cielo, cammini e non sai dove vai. Due le cose che tu puoi fare sopra l'orlo di un bicchiere: puoi volare oppure cadere giù; puoi lanciare l'auto contro un muro per sfidare il tuo futuro, ma il coraggio tu non lo troverai mai Strane idee dentro la tua mente se sei solo, solo veramente e nessuno ce l'ha più con te. E camminare in questo novecento, sentirsi fuori anche se ci stai dentro quanto silenzio che c'è e ti chiedi perché; c'è tanta gente eppure parli solo nelle pozzanghere tu cerchi il cielo, cammini e non sai dove vai. E oltrepassare questo novecento, un po' più in là di dove vuole il tempo all'improvviso una sera, chissà come e perché, precipitando giù da un marciapiede, nei tuoi ricordi, quelli più segreti soli si nasce e si va.
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Cavalieri a dondolo Per cominciare stiamo zitti se volete parlare, ma, bambini, meglio uno alla volta senza far confusione, stavolta, allungate le mani, vi affidiamo il domani. Per superare le montagne che ci han fatto fermare, per trovare il posto dove arrivare scavalcando, volendo, anche il mare non voltatevi indietro, sarà questo il segreto. E noi, sotto queste nuvole, e voi, cavalieri a dondolo se riuscirete a sconfiggere tutti i mulini vincerete voi, sarete i primi sono sicuro, perché voi siete il futuro. Per continuare, certamente ci sarà da sudare, molto inchiostro voi dovrete versare per qualcuno che non vuole capire, ma con buona maniere non dovrete sbagliare. E noi, chiusi dentro un vicolo, e voi, occhi buoni e zucchero riprenderete questa nave che va alla deriva vincerete voi, sono sicuro, perché il futuro siete voi. E noi, sotto queste nuvole, per voi, cieli che si aprono cancellerete ogni traccia che abbiamo lasciato, resterete voi, sono sicuro, siete il futuro, siete il futuro, voi siete il futuro, voi siete il futuro.
Sul lungomare, appoggiato nel sole c'è un piccolo sciuscià: vende solo giornali un po' strani, senza titolo e con la data di domani: sopra c'è scritto che ogni computer a zero oggi tornerà, chi ha parlato starà ad ascoltare e gli uccelli sporcheranno ancora il davanzale. Vita serena e poi la fortuna la sua benda toglierà, mentre la guerra né in mare né in terra certo non scoppierà, la tristezza forte riderà e la falce più non taglierà, ogni notte il sole resterà, non è favola è realtà. Niente domande, solamente risposte qui certezza ci sarà, ogni noia sarà un'avventura dallo Zingarelli sparirà poi la paura; ogni bambino presterà la sua fata, i nostri sogni avvererà nelle sere risate e discorsi, per le strade tornerà di moda salutarsi. Sul lungomare, giù in mezzo al sole, c'è un piccolo sciuscià vende giornali un poco strani di tutte le città; sono scritti da un bugiardo che dice sempre la verità: c'è la data di domani, ma non è favola è realtà.
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È meglio se amore non diventerà E se finirà, chi mi rialzerà dal profondo silenzio che c'è, da queste notti che s'imbiancano è meglio se amore non diventerà; e se finirà, dove me ne andrò urlerò dentro la galleria da un treno che non so più dove va, è meglio se amore non diventerà. Quanta strada c'è qui davanti a noi, che questo cerchio non si stringa mai tutto cambierà, ci distruggerà tu lo sai, cercarsi poi è un'abitudine; quanta strada c'è qui davanti a noi, se questo amore, amore non diventerà. E se finirà, dimmi che farò strapperò i miei vestiti, entrerò nel primo abbraccio che mi capita, è meglio se amore non diventerà; e se finirà disegnati là sull'asfalto di un sabato che è diventato ormai domenica è meglio se amore non diventerà. Quanta strada c'è qui davanti a noi, che questo cerchio non si stringa mai tutto cambierà, ci distruggerà si lo so cosa vuol dire solitudine; quanta strada c'è qui davanti a noi, se questo amore, amore non diventerà. Non ci troverà l'inverno che verrà tra parole che fumano un po' e un cielo sporco sopra gli alberi a dirci che è un altro fallimento, no! Quanta strada c'è qui davanti a noi, che questo cerchio non si stringa mai tutto cambierà, ci distruggerà si dovrà, lo sai, voltare ancora pagina; quanta strada c'è qui davanti a noi se questo amore, amore non diventerà. Quanta strada c'è qui davanti a noi se questo amore amore non diventerà; quanta strada c'è qui davanti a noi se questo amore, amore non diventerà; quanta strada c'è qui davanti a noi se questo amore, amore non diventerà.
1985 è un album del cantante pop italiano Riccardo Fogli, pubblicato nel 1985 dall'etichetta discografica Paradiso. Di questo disco fa parte la canzone sanremese Sulla buona strada.
Tracce
LP (Paradiso PRD 20481)
Testi di Vincenzo Spampinato (tranne ove indicato diversamente), musiche di Maurizio Fabrizio (tranne ove indicato diversamente).
Sulla buona strada – 3:55 Le donne degli amici – 4:22 Pianeti che non esistono – 3:24 Quattro venti – 4:04 Sulla buona strada (versione strumentale) – 1:45 Il mio grande avvenire – 3:42 Greta – 4:07 (Guido Morra – Laurex, Popi) Vecchi amori – 4:11 Buone vibrazioni – 4:34
Sono gli amori che non si amano e gli incontri che non si incontrano, tutto quello che poteva ed invece non è stato: ecco cosa mi fa piangere, piangere. La strada che nessuno ha camminato, il fiore non ancora coltivato, l'amico che non si è più conosciuto e tutto quello che nessuno sogna mai, nessuno mai, nessuno mai. Sono i pianeti che non esistono, le poesie che non si scrivono, tutto quello che poteva ed invece non è stato ecco cosa mi fa piangere, piangere. Il mare che nessuno ha navigato e l'albero che ancora non è nato, la storia che nessuno ha più inventato e tutto quello che nessuno vuole mai, nessuno mai, nessuno mai. La stella che nessuno ha calcolato, il treno che non è mai più partito, la vita che volevo e non ho avuto, e tutto quello che nessuno cerca mai nessuno mai, nessuno mai, nessuno mai, nessuno mai.
Le infinite vie del cuore è un album del cantante pop italiano Riccardo Fogli, pubblicato nel 1987 dall'etichetta discografica CGD. Il disco contiene il singolo Giorni cantati, che vide il cantante riunirsi ai suoi vecchi compagni dei Pooh.
Tracce
CD (CGD CDS 6040)
La felicità possibile – 4:05 (Massimo Di Vecchio e Guido Morra) Come passa il tempo stasera – 3:41 (Laurex, Guido Morra) Io e Alice – 3:41 (Maurizio Piccoli e Massimo Di Vecchio) Dolce tristezza – 3:09 (Laurex, Guido Morra) Che notte è – 4:00 (Maurizio Piccoli, Laurex) Giorni cantati – 4:05 (Maurizio Piccoli, Laurex) – (con i Pooh) Silenzio cantatore – 3:26 Tu che sei l'amica – 3:52 (Guido Morra – Laurex) Quarant'anni – 4:00 (Laurex e Vincenzo Spampinato) Le infinite vie del cuore – 3:00 (Maurizio Piccoli, Laurex)
Quanti discorsi caduti così, vorrei partire e invece sto qui; vorrei cambiare percorso anche a te, strada del cuore che piangi con me. Ed anche contro la mia volontà un altro giorno tra un po' finirà, non capisco la vita cos'è parlo al mio amore e amore non c'è; tutto passa ma resta com'è la dolce tristezza che sento in me. Molto ho sbagliato non dico di no, mi sono illuso e m'illuderò; molto ho cercato le mie verità, il tempo perduto che non tornerà. Anche la notte si allontanerà come i pensieri di un attimo fa, non capisco la vita cos'è parlo a un amico e amico non è; tutto cambia ma resta com'è la dolce tristezza che sento in me. Tutto cambia ma è sempre com'è la dolce tristezza che resta in me.
Le infinite vie del cuore quando io dentro di te aprirò una porta di nostalgia, quando tu spaccando il cielo dirai: "lascio tutto, voglio andarmene via", metterò all'incanto i nostri momenti, pregherò che il cielo possa aiutarti, so che sai teneramente sbagliarti. Piano, piano, dolcemente scenderemo a luci spente dentro di noi, saliremo ancora insieme sopra i monti e le colline in alto, lassù; e ci esploderà nel cuore tutto quello che di amore c'è verso il futuro ancora io e te. Quando tu sopra di me sembrerai una stella fredda o chissà, quando io dentro di te sentirò l'amore che se ne va, troverò una luna da queste parti, salverò la prima voglia di averti, tornerò nel tempo e ti cercherò, ti cercherò. Piano, come foglie lente scenderemo in un dolore dentro di noi poi risaliremo insieme, senza orgoglio né paure in alto lassù; e ci esploderà nel cuore tutto quello che di amore c'è verso il futuro ancora io e te. E intrecciando queste mani prenderemo il vento che già sai, stretti nel tempo finalmente noi: sulle infinite vie del cuore, ormai.
Amore di guerra è un album del cantante pop italiano Riccardo Fogli, pubblicato nel 1988. Dal disco sono stati estratti i singoli Una donna così, Amore di guerra e Amori nascosti. Il brano I tuoi mille anni ricalca lo stile gospel nell'esecuzione a più voci.
Tracce
Una donna così (Laurex, Franca Evangelisti e Vincenzo Spampinato) Amore di guerra (Laurex, Franca Evangelisti e Vincenzo Spampinato) I tuoi mille anni (Laurex e Vincenzo Spampinato) Se ti perdessi ancora (Laurex, Franca Evangelisti e Vincenzo Spampinato) Amore di guerra (breve) (Laurex, Franca Evangelisti e Vincenzo Spampinato) Amori nascosti (Laurex e Vincenzo Spampinato) È già parlare di noi (Laurex, Claudio Cofani e Marco Patrignani) Oggi ci sto (Laurex, Franca Evangelisti e Vincenzo Spampinato) Comunque ci sarò (Laurex, Franca Evangelisti e Vincenzo Spampinato)
Video Una donna così Una donna così, donna come sei tu ha bisogno di uomo per sé e per noi un avvenire non c'è. Una donna così, deve stare con chi ogni sera l'aspetti e sia là, perché un'ora d'amore non è quello che vuoi e tu meriti di più di quel che hai. Pensa, pensa alla tua vita anche se fra noi è una storia finita, pensa che sei ancora bella per me sei sempre quella. E domani mi mancherai e io dove sarò, prepotenza del cuore che si vendica un po'; che tortura capire che dovrò fare a meno di te e riempire quel tempo non so bene di che; e domani mi mancherai ed è giusto così. Una donna così deve avere di più: risvegliarsi sicura con chi condivida oltre il letto le piccole realtà e ti dia stabilità come vuoi tu. Pensa, pensa alla tua vita e recupera i giorni e le notti di attesa sola, io non so vederti restare qui a logorarti. E domani mi mancherai e io dove sarò, prepotenza del cuore che si vendica un po'; e vorrei riprovare anche a fare l'amore con te, forse è meglio lasciare ogni cosa com'è. E domani mi mancherai e io dove sarò e pensare che avevo una donna così, una donna così, una donna così.
Da solo sono qui e l'ho voluto io: i tuoi mille anni capirò, nella tua grotta mi riposerò, seduto al fuoco io ti ascolterò, fammi capire la strada qual è. Ci sono tanti che ti cercano madre di pietra lontanissima, se vuoi io per te cambierò; senza nascondermi per piangere tra le tue vigne che ubriacano se vuoi canterò per te. Ma dove vado io, vorrei saper di più: i tuoi mille anni cercherò nei tuoi sentieri mi ritroverai se nei tuoi sassi poi mi ferirò con le tue erbe mi calmerai. Ci sono tanti che ti cercano madre di pietra lontanissima, se vuoi io per te cambierò; senza nascondermi per vivere dove il tuo fiume e il mio s'incontrano, se vuoi resterò con te. Da solo sono qui e l'ho voluto io