VII Festival della canzone - Sanremo 1957 è il primo album di inediti di Claudio Villa, ed è uno dei numerosi pubblicati nel 1957.
Il disco
Al Festival di Sanremo 1957 Villa aveva presentato ben sei canzoni: quattro di esse gareggiavano nella manifestazione, mentre due erano state invece presentate la sera del 10 febbraio, in una serata speciale in cui gareggiavano (tutte in una sera) dieci canzoni scritte da compositori indipendenti (cioè non legati a nessuna casa di edizioni musicali): vinse Claudio Villa, in coppia con Giorgio Consolini, con la canzone Ondamarina (l'altro brano presentato dal "Reuccio" era Chiesetta solitaria).
Per quel che riguarda il Festival vero e proprio, Villa vince con Corde della mia chitarra, arriva al secondo posto con Usignolo, al quinto con Cancello tra le rose e al sesto con Il pericolo numero uno (cantata insieme a Gino Latilla): visto il successo, la nuova casa discografica del cantante, la Cetra pubblica un 33 giri che racchiude queste sei canzoni, con l'aggiunta di La più bella canzone del mondo, presentata alla manifestazione da Gino Latilla e Nunzio Gallo, e Un filo di speranza, cantata da Gino Baldi e il Duo Fasano e da Natalino Otto con il Poker di Voci.
La canzone Corde della mia chitarra, che in altre versioni è firmata da Giuseppe Fiorelli per il testo e da Mario Ruccione per la musica, ha in questo disco anche la firma, per il testo, di Cavaliere.
In tutte le canzoni del disco l'orchestra è quella del maestro Cinico Angelini.
Anche questo disco fu pubblicato in formato 25 cm (leggermente più piccolo dei normali 33 giri).
Tracce
Lato A
Cancello tra le rose (testo di Umberto Bertini; musica di Marino De Paolis; Edizioni musicali Melodi) - 3'30 Un filo di speranza (testo di Gian Carlo Testoni; musica di Saverio Seracini; Edizioni musicali La Cicala) - 3'05 Chiesetta solitaria (testo di A. Bezzi; musica di C. Pintaldi; Edizioni musicali Diapason) - 3'19 Il pericolo numero uno (con Gino Latilla) (testo di Enzo Bonagura; musica di Michele Cozzoli) - 3'43
Lato B
Corde della mia chitarra (testo di Giuseppe Fiorelli e Cavaliere; musica di Mario Ruccione; Edizioni musicali Suvini Zerboni) - 2'54 La più bella canzone del mondo (testo di Astro Mari; musica di Gino Filippini) - 3'19 Usignolo (testo di Castellani; musica di Luigi Luciano Martelli e Carlo Concina) - 3'37 Ondamarina (testo e musica di Bernazza e Lops) - 3'54
Claudio Villa partecipò al Festival di Sanremo del 1957 classificandosi al primo posto, in coppia con Nunzio Gallo, con il brano Corde della mia chitarra ed ottenendo anche posti d'onore con altre canzoni. Dopo le tre serate ce ne fu una quarta denominata Libero Concorso per autori indipendenti. Claudio Villa vi partecipò cantando con Giorgio Consolini Ondamarina di Bernazza - Lops conquistando anche qui il 1° posto
Sei come l'onda che non sosta mai e come l'onda vieni e te ne vai. Io son la riva ferma ad aspettare ogni capriccio del tuo strano amore : un giorno m'ami e un giorno m'abbandoni, dovrei fuggirti e non ti so lasciar. Ondamarina, amarti come t'amo è una sfortuna, in ogni tua carezza c'è una spina in ogni tuo sorriso c'è una pena. Ondamarina, sei bella e incanti più duna sirena ma chi ti fece fu una fata strana: ti diede tutto e non ti diede un cuor. Ma un'ora è come un giorno e un giorno è come un anno, il tempo sembra eterno se tu non sei con me. Ondamarina, tu che sorridi sul mio cuore in pena ricorda che la vita a volte è strana: un altro forse riderà di te. Ma un'ora è come un giorno e un giorno è come un anno, il tempo sembra eterno se tu non sei con me. Ondamarina, tu che sorridi sul mio cuore in pena ricorda che la vita a volte è strana: un altro forse riderà di te. E come il pescator non abbandona il mare che gli da vita e gli da pena, così se non ti sento a me vicina non vivo e cerco te... ondamarina.
Come pioveva Luna rossa Torna piccina Terra straniera La signora di trent'anni fa Torna 'Na sera e maggio Lunarella
Come pioveva C'eravamo tanto amati per un anno e forse più, c'eravamo poi lasciati non ricordo come fu. Ma una sera c'incontrammo per fatal combinazion, perchè insieme riparammo, per la pioggia, in un porton. Elegante nel suo velo, con un bianco cappellin, dolci gli occhi suoi di cielo, sempre mesto il suo visin. Ed io pensavo ad un sogno lontano, a una stanzetta d'un ultimo piano, quando d'inverno al mio cuor si stringeva. Come pioveva, come pioveva! "Come stai?" le chiesi a un tratto. "Bene, grazie", disse, "e tu?". "Non c'e' male" e poi distratto: "Guarda che acqua viene giù!". "Che m'importa se mi bagno, tanto a casa debbo andar". "Ho l'ombrello, t'accompagno". "Grazie, non ti disturbar". Passa a tempo una vettura, io la chiamo, lei fa: "no", dico: "Via, senza paura, su montiamo", e lei montò. Così pian piano io le presi la mano mentre il pensiero vagava lontano, quando d'inverno al mio cuor si stringeva. Come pioveva, come pioveva! Ma il ricordo del passato fu per lei il più gran dolor, perchè al mondo aveva dato la bellezza ed il candor. Così quando al suo portone un sorriso mi abbozzò, nei begli occhi di passione una lagrima spuntò. Io non l'ho più riveduta, se è felice chi lo sa! Ma se è ricca, o se è perduta, ella ognor rimpiangerà: Quando una sera in un sogno lontano nella vettura io le presi la mano, quando salvarla ella ancora si poteva! Come pioveva... così piangeva!
Canzone classica del 1918 composta, versi e musica, da Armando Gill (pseudonimo di Michele Testa). Interpretata da numerosi artisti tra cui Nilo Ossani, Achille Togliani, Massimo Ranieri, Aurelio Fierro e, in versione moderna, da Mario Musella con gli Showmen e dal complesso i Beans. L'incisione del Reuccio è del Dicembre 1956 per la CETRA fonte: borgoantico44
Luna rossa
Torna piccina
Nella mia vita triste e senza amore tutto svanisce e nulla mi sorride più. Ho una speranza ancora in fondo al cuore, questa speranza mia sei solo tu. Torna piccina mia, torna dal tuo papà, egli t'aspetta sempre con ansietà. Fra le sue braccia, amore, egli ti stringerà, la ninna nanna ancora ti canterà. Sei tutta la mia vita, tutto tu sei per me, certo sarà finita se resto senza te, mio bene. Torna piccina mia, torna che il tuo papà, la ninna nanna ancora ti canterà. Sei tutta la mia vita, tutto tu sei per me, certo sarà finita se resto senza te, se resto senza te. Torna piccina mia, torna che il tuo papà, la ninna nanna ancora ti canterà.
Brano al quale Villa si è sempre sentito legato e del quale il Reuccio ha fornito diverse incisioni (due "live", la prima alla Carnegie Hall e l'altra nel famoso "Concerto") per la VIS Radio e per la Cetra. Il brano composto dal napoletano Cesare Andrea Bixio fu lanciato insieme all'altro successo, Vivere, dal tenore- attore Tito Schipa nel film Vivere del 1937. Inciso, poi, da tutti i grandi ad iniziare da Carlo Buti e Luciano Tajoli.
La signora di trent'anni fa l cuore mio indiscreto pace ancor non si dà, sempre più sveglio e più inquieto non si rassegna alla sua età. Oggi mi ha ricordato, in gran segreto, una signora di trent'anni fa. Nel millenovecentodiciannove, vestita di voile e di chiffon io v'ho incontrata non ricordo dove, nel corso oppure a un ballo-cotillon. Ricordo gli occhi, gli occhi solamente, segnati un pò con la matita blu, poi vi giurai d'amarvi eternamente. Vi chiamavate ... non ricordo più. La vita mia è perduta se l'amor se ne va. Oggi il mio cuore che non muta, che non si piega alla sua età, cerca la sua signora sconosciuta, la sua signora di trent'anni fa. Ricordo il primo bacio che v'ho dato tremando di emozione e di passion, un bacio lieve timido posato tra quei capelli corti alla garconne . Poi vi condussi ... non ricordo dove, e mi diceste ... non ricordo più. Nel millenovecentodiciannove vi chiamavate forse ... gioventù.
Torna
Te voglio n'ata vota 'int'a sti braccia Chello ca si' nun 'mporta...ch'aggi''a fa? Voglio chist'uocchie, voglio chesta faccia addó' ce ride ògne felicitá! Suonno d''a vita mia, dimme pe' quala via t'aggi''a vení a 'ncuntrá? Torna! 'Sta casa aspetta a te... Torna! Che smania 'e te vedé!... Torna!... Torna!... Torna!... Ca, si ce tuorne tu, nun ce lassammo cchiù! Cu ciento desiderie 'e mala freva... 'o specchio t'ha fernuto 'e rruviná! Quanno partiste...st'anema chiagneva... penzanno addó' putive capitá! Dimme chi te trattene, dimme qua' só' 'e ccatene ch'aggi''a vení a spezzá? Torna! 'Sta casa aspetta a te... Torna! Che smania 'e te vedé!... Torna!... Torna!... Torna!... Ca, si ce tuorne tu, nun ce lassammo cchiù! Torna!... Torna!... Torna!... Ca, si ce tuorne tu, nun ce lassammo cchiù!
Rondinella forestiera Guarda che bel tramonto, le stelle si son date appuntamento mentre con cuore avvinto sospiri in una lacrima di pianto. Tu parti e non hai voglia di partire, tu guardi questo cielo e questo mare, io so dalle tue lacrime sincere che non potrai scordare il nostro amore! Arrivederci bella forestiera, rondinella che parti stasera, il nido tuo lontano forse splendido sarà ma il cuore col mio cuore incatenato resterà. Nel sogno sentirai come un tormento la mia voce velata di pianto, la voce di quest'anima che ancor sospira a te: "Ti voglio tanto bene, non ti scordar di me!. Fiori dei verdi colli che avete ornato i biondi suoi capelli, fiori celesti e gialli più non vedrete quegli occhioni belli! Le labbra e i baci miei si sono chiuse, un treno la riporta al suo paese, la luna che dal cielo ci sorrise è triste come l'ombra delle case.
Arrivederci bella forestiera, rondinella che parti stasera, il nido tuo lontano forse splendido sarà ma il cuore col mio cuore incatenato resterà. Nel sogno sentirai come un tormento la mia voce velata di pianto, la voce di quest'anima che ancor sospira a te: "Ti voglio tanto bene, non ti scordar di me!. Nel sogno sentirai come un tormento la mia voce velata di pianto, la voce di quest'anima che ancor sospira a te: "Ti voglio tanto bene, non ti scordar di me!.
CASA MIA (Casetta de Trastevere) SONO NATO PER CANTARE 'O SOLE MIO TU VUO' FA L'AMERICANO
Lato 2:
LUNA ROSSA NINNA NANNA C'E' UN SENTIERO NEL CIELO GRANADA LO STUDENTE PASSA
fonte:popsike.com
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Casa mia (Casetta de Trastevere)
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Sono nato per cantare Io sono un menestrello cantatore che vive di canzoni da mane a sera. In ogni ritornello c'è il mio cuore, il canto per chi vive, chi piange e spera. Sono nato per cantare E mi basta una chitarra e un po' di luna, ho la voce da tenore, canto sempre per la bionda e per la bruna. La musica nell'aria sento, le note sono petali di fior che volano insieme al vento: le mie canzoni fatte per l'amor. Sono nato per cantare e canterò con il mio cuore. Se canto per amore , son felice perché felice rendo chi vuole bene, se c'è chi nel suo cuore non ha pace, cantando allegramente non ha più pene! La musica nell'aria sento, le note sono petali di fior che volano insieme al vento: le mie canzoni fatte per l'amor. Sono nato per cantare e canterò con il mio cuore.
Brano brioso e spumeggiante, idoneo a risaltare le doti canore del Reuccio fra falsetti ed acuti. E' del 1957 (CETRA) ed è stato colonna sonora di un "musicarello" di discreto successo cinematografico dal titolo "Buongiorno primo amore" con Maurizio Arena, Fulvia Franco, Carlo Delle Piane e, ovviamente, Claudio Villa. Autori Ovidio Sarra e Astro Mari. Ottima l'esecuzione della canzone da parte di un Villa davvero in forma splendida con voce cristallina.
fonte:borgoantico44
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'O sole mio
Che bella corsa e' na jurnata'e'sole n'aria serena doppo na tempesta pe'll'aria fresca pare gia' na festa che bella cosa na jurnata'e sole. Ma n'atu sole cchiu' bello, oi ne' 'o sole mio sta nfronte a te! 'o sole o sole mio sta nfronte a te ... sta nfronte a te. Luceno'e llastre d'a fenesta toia; 'na lavannara canta e se ne vanta e pe'tramente torce, spanne e canta luceno'e llastre d'a fenesta toia. Ma n'atu sole cchiu' bello, oi ne' 'o sole mio sta nfronte a te! 'o sole o sole mio sta nfronte a te ... sta nfronte a te. Quanno fa notte e'sole se ne scenne me vene quase'na malincunia; soto a fenesta toi restarria quando fa notte e'o sole se ne scenne. Ma n'atu sole cchiu' bello, oi ne' 'o sole mio sta nfronte a te! 'o sole o sole mio sta nfronte a te ... sta nfronte a te.
Granada, città del sole e dei fior, il mio canto è l'ultimo addio d'un nostalgico cuor! Canterò la mia canzon gitana!... Canterò, e con le lagrime la terra ancor bacerò! Addio, Granada, paese di mille toreri... Un lampo di spada t'illumina al suon del bolerl! Addio mantiglie, sorrisi di bocche vermiglIe, addio chitarre sognanti, sospiri d'amanti, corride e canzon di passion! Addio, Granada, addio, città dei gitani... Dovunque io vada per sempre nel cuor mi rimani! Madonna morena, lenisci la pena di questo mio cuore di zingaro!... Addio, Granada romantica, paese di luce, di sangue e d'amor!
Stornello trasteverino Fuoco di paglia Buona fortuna signorinella Chiesetta senza fiori Madonna amore Mondina Cammina cammina Zingarella... Tu non lo sai Buonanotte Cosenza Walzer dell'allegria Appassionato tango Raggio di sole
fonte:ebay.it
Video Stornello trasteverino
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Buona fortuna signorinella
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Madonna amore
Brano del 1955 (anno della vittoria al Festival di Sanremo con Buongiorno Tristezza) composto da Sarra - Astro Mari - Ciervo che ebbe un notevole successo anche come colonna sonora del film "Ore 10 lezione di Canto". Classica e gorgheggiante l'interpretazione del Reuccio.
fonte:borgoantico44
La luna si specchia ai vetri del tuo balcone e tu sei nascosta dietro le sue tendine. Cantando son qui per dirti "Ti voglio bene", affacciati per sentire la mia canzon. Madonna amore, non è l'ora di dormire se il tuo cuore lo permette son venuto per cantare la canzone nella notte. Mi batte il cuore come tu non puoi capire, queste frasi appassionate le racchiudo in sette note per poterti innamorar. Ma perché non t'affacci ancora se per te questo cuor sospira. Madonna amore non è l'ora di dormire, la più bella sei di tutte come solo ti sa dire la canzone nella notte. La gente è gelosa della mia serenata, s'affaccia al balcone timida e insonnolita, si chiede "Ma chi sarà quella donna amata che fa sospirare e fa spasimare un cuor" Amore........amore mio!!!!
Mondina Cherubini Concina Il cielo ci ridesta nell'alba tutta d'oro, Mondina che passi cantando col cuore giocondo, la brezza dell'alba carezza i tuoi riccioli d'oro. Sull'ampia risaia tu vivi il tuo piccolo mondo, sull'acqua si specchia il tuo volto più bello d'un fior. Eliuliulì, Eliuliulà, la vita è tanto bella in questa bella età, Eliuliulì, Eliuliulà, come una rondinella l'amore un dì verrà! Dal vecchio campanile rintocca il mezzogiorno, Mondina, bruciata dal sole, a quel suon di campane sorridi e divori il tuo pasto felice perché tu sai quanto duro lavoro costa quel pane, tu sai che ogni mensa , a quest'ora, profuma per te! Eliuliulì, Eliuliulà, la vita è tanto bella in questa bella età, Eliuliulì, Eliuliulà, come una rondinella l'amore un dì verrà! La notte s'avvicina, è già l'avemaria, Mondina perché non sorridi in quest'ora d'amore, tu guardi il tramonto e sospiri:Il mio amore dov'è? E', forse, sui monti vicino al tuo vecchio pastore o presso l'antico sentiero in attesa di te. Eliuliulì, Eliuliulà, la vita è tanto bella in questa bella età, Eliuliulì, Eliuliulà, come una rondinella l'amore un dì verrà!
Lo so che cosa vuoi saper lo so e te lo voglio dir stasera testimonio il cielo voglio aprirti il mio cuor. Giuro d'amarti così tutta la vita così sulla tua bocca smarrita voglio fermare i miei dì, dimmi che m'ami così, baciami, dimmi di sì, poi ti dirò per la vita giuro d'amarti così. Lo so e me lo dice il cielo che tu credi nel mio amor. Giuro d'amarti così tutta la vita così sulla tua bocca smarrita voglio fermare i miei dì, dimmi che m'ami così, baciami, dimmi di sì, poi ti dirò per la vita giuro d'amarti così.
Brano presentato dal Reuccio, insieme a Nilla Pizzi, al Festival di Sanremo del 1958, quello della "svolta" vinto da Domenico Modugno con "Volare". E' un valzer lento con musica di Vittorio Mascheroni, versi di Mario Panzeri ed orchestra del M° Cinico Angelini, Si classificò al V Posto